Napoli. Per lo “Scaffale del Mann” presentazione al museo Archeologico nazionale della rivista “Journal of Mosaic Research” (volume 14, 2021) con un articolo sullo splendido mosaico di Bacco conservato al Mann
Nuovo appuntamento al museo Archeologico nazionale di Napoli con lo “Scaffale del Mann”. Appuntamento mercoledì 29 giugno 2022, alle 17, nella sala conferenze del Braccio Nuovo del Museo, per la presentazione del “Journal of Mosaic Research” (volume 14, 2021). Dopo il saluto introduttivo di Paolo Giulierini, direttore del Mann, interventi di Laura Caso (docente Miur, esperta in iconografia e iconologia), Federico Marazzi (professore di archeologia classica e medievale all’università Suor Orsola Benincasa di Napoli) e Vittoria Minniti (bibliotecaria e archivista).

Copertina del volume 14 della rivista “Journal of mosaic research”
Il JMR (Journal of Mosaic Research) è una rivista internazionale sui mosaici, pubblicata annualmente dal Centro di ricerca sul mosaico dell’università di Uludağ. Lo scopo di questa rivista è quello di fungere da forum per studi scientifici con analisi critica, interpretazione e sintesi sui mosaici e argomenti correlati. La sezione principale della rivista è riservata ai mosaici della Turchia e a quei mosaici che hanno relazioni con i mosaici della Turchia. Inoltre, la rivista accoglie anche ricerche sui mosaici, che portino nuovi contributi e comunque in generale che siano originali. Inoltre, insieme agli articoli sui mosaici, la rivista include anche presentazioni di libri e notizie sui mosaici. Nel volume 14, che viene presentato al Mann, c’è proprio un articolo su un mosaico conservato al museo di Napoli. Lo ha scritto Nava Sevìlla-Sadeh e si intitola “Eros dionisiaco o Dioniso erotico? Fonti e significati dell’ibridazione nel Mosaico di Bacco al Museo di Napoli”. Lo splendido mosaico esposto al museo Archeologico nazionale di Napoli presenta due enigmatiche immagini ibride: un felino composto da una tigre e un leone, e una figura che unisce le caratteristiche di Dioniso ed Eros. Questo studio cerca di decifrare l’ibridazione di questi due potenti dei del mondo romano, Dioniso ed Eros, come presentato nel mosaico del museo di Napoli. L’ipotesi principale è che due caratteristiche colleghino queste due divinità: la follia e l’illusione di fondersi con il Divino. L’ibridazione dei due dei sembrerebbe rafforzare il significato di entrambi e del loro ruolo di dei della trascendenza, come rivelato attraverso un esame delle fonti letterarie e filosofiche classiche.
Napoli. Al museo Archeologico nazionale la mostra “Red Venus” di Franz Cerami: arte e tecnologia per rappresentare la dea della bellezza. E il 18 maggio due affreschi digitali proiettati sulla volta del salone della Meridiana

Nel laboratorio di Franz Cerami: “Painting Venus” (foto mann)
La dea della bellezza incontra le nuove tecnologie: nella sala 90 del museo Archeologico nazionale di Napoli, dal 4 al 24 maggio 2022, è in programma la mostra “Red Venus” di Franz Cerami. Giovedì 18 maggio 2022, l’esposizione sarà accompagnata da una suggestiva videoinstallazione: sulla volta del Salone della Meridiana saranno proiettati due affreschi digitali, con dieci minuti di immagini in loop dedicate al tema della passione e valorizzate dalla colonna sonora degli “You are here”. “Cerami riesce a suscitare forti emozioni smaterializzando le opere tramite il digitale e, al contempo, proponendone una versione fisica”, afferma il direttore Paolo Giulierini. “Abbiamo voluto proiettare la sua creazione nel salone voltato della Meridiana, perché lì compare la nota iscrizione Iaceant nisi pateant voluta da Ferdinando IV, e riferita alle opere d’arte che si perdono se non sono esposte. Venere, dea della Bellezza, ci porta a incontrare in ogni tempo l’arte ed è rossa come la lava, il fuoco e la passione del cuore”.

Lightbox Venus Madonna di Franz Cerami alla mostra “Red Venus” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)
Il progetto di Cerami, realizzato in collaborazione con l’università Suor Orsola Benincasa di Napoli, si sviluppa attraverso due passaggi: l’allestimento, che includerà diciotto opere su carta dipinte con olio e grafite e otto lightbox retroilluminati, in dialogo con l’affresco di Marte e Venere in volo (il reperto appartiene alle collezioni del Mann, proviene da Ercolano e risale alla seconda metà del I sec. d.C.); il percorso sperimentale, che si riallaccia non solo all’intervento di arte pubblica itinerante con cui venne illuminato, nel 2019, il campanile di piazza Carità a Marcianise, ma si proietta anche verso una nuova mostra a Vienna nel 2023. Cerami racconta Venere come universo semantico polimorfo e tecnologico: “Red Venus è il colore Rosso”, commenta l’artista. “La fertilità, il colore del sangue. Sangue fertilità. Sangue che dà vita. Sangue battaglia. Sangue che si perde. Temi ricorrenti che continuano sotto traccia a lavorare nelle comunità e a definirne le identità”.

“Mars”, olio e grafite su carta di Franz Cerami alla mostra “Red Venus” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)
Il ricorso al linguaggio video rappresenta una prospettiva originale per incrociare il mondo classico, come dichiara la storica dell’arte Dominique Lora: “Le sequenze animate realizzate site-specific aprono un varco tra spazio immaginario e spazio reale, generando un luogo comunicativo”. Non a caso, il progetto di Cerami rientra anche nel più ampio framework sull’accessibilità proposto dal Mann in rete con l’accademia: “anche quando un’installazione di Franz Cerami si conclude, rimane in quel luogo come un riverbero di colore e di suoni, che dura nel tempo”, prospetta Ludovico Solima (università della Campania Luigi Vanvitelli).

L’artista Franz Cerami protagonista al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)
Franz Cerami. Il connubio tra arte e tecnologia è il punto focale della sua ricerca, condotta attraverso una tecnica mista che intreccia pittura classica, pittura digitale e videomapping. Seguendo questo fil rouge, Franz Cerami ha dato vita ad installazioni ed eventi di risonanza internazionale. Franz Cerami è nato a Napoli, dove risiede, nel 1963. Dal 2011 insegna Retorica e Digital Storytelling dei Beni Culturali presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Ha realizzato grandi dipinti murali digitali in musei come il Madre di Napoli, il Teatro dell’Opera di Yerevan, il Castel dell’Ovo di Napoli e negli spazi urbani e periferici di città come Yerevan, San Paolo, Lisbona, San Pietroburgo, Napoli. Nel 2020 ha realizzato, per il famoso brand italiano Voiello/Barilla, Magica, un’installazione su riti, segni e simboli di Napoli: un inno alla magia e al mistero della vita. Nel 2020 e nel 2021 è stato insignito, dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, della prestigiosa nomina di Ambasciatore del Design Italiano nel mondo.
Cosa ci porta il nuovo anno? Nell’autunno 2022, novant’anni dopo il lungimirante progetto di Amedeo Maiuri, nel Braccio nuovo del museo Archeologico nazionale di Napoli aprirà la nuova Sezione Tecnologica Romana con cento reperti e ricostruzioni moderne dei macchinari antichi

Cosa ci porta il nuovo anno? Una novità arriva dal Mann. La Sezione Tecnologica Romana del museo Archeologico nazionale di Napoli aprirà al pubblico nell’autunno del 2022 e sarà ospitata nel cosiddetto Braccio Nuovo, novant’anni dopo il lungimirante progetto di Amedeo Maiuri: qui, negli ambienti vicini agli Uffici dei Servizi Educativi, sarà allestito un percorso che, attraverso circa cento reperti e ricostruzioni moderne dei macchinari antichi, svelerà al visitatore come strategia e progettazione duemila anni fa abbiano permesso ai cittadini dell’area vesuviana di fronteggiare sfide soltanto apparentemente impossibili. Distintivo il taglio didattico della Sezione, che presenterà approfondimenti destinati non solo ad esperti, ma anche a giovani e scuole. Il progetto scientifico della sezione è curato da Giovanni Di Pasquale (museo Galileo di Firenze) e Laura Forte (funzionario archeologo del Mann). L’allestimento è firmato da Andrea Mandara, il design grafico è di Francesca Pavese. Gli apparati multimediali saranno prodotti dal museo Galileo, che ha inoltre elaborato i progetti in base ai quali verranno realizzati da Opera Laboratori i modelli ricostruttivi. Prevista una convenzione tra università Suor Orsola Benincasa e Mann per approfondire i temi di conservazione e restauro dei manufatti.

La Sezione Tecnologica Romana nasce da un’interessante prospettiva museografica: nel 1932, con lungimiranza rispetto ai tempi, Amedeo Maiuri costituì al Museo una Sezione di tecnologia e meccanica antica. Il progetto scientifico odierno, dunque, non può che prendere le mosse da questo innovativo archetipo novecentesco, ampliandolo non solo con nuovi materiali, ma anche con modelli realizzati ad hoc e apparati multimediali. Filo conduttore della sezione è l’approccio empirico che, tipico dei musei della scienza, riesce ad “attualizzare” la percezione del mondo antico. Questo nuovo allestimento nasce in partnership con il museo Galileo di Firenze, specializzato in ricerca e didattica nel campo della storia della scienza e della tecnica, rinnovando così un legame di lunga tradizione: già nella mostra di Storia della scienza tenutasi a Firenze nel 1929, la Campania era rappresentata proprio dai materiali e dalle macchine del museo Archeologico nazionale di Napoli.

“Come è noto, ben poco delle conquiste dell’arte del mondo antico sarebbe stato possibile senza una corretta padronanza delle tecnologie”, ricorda il direttore del Mann, Paolo Giulierini, “basti pensare ad esempio al processo di costruzione di un tempio, dalla cavatura delle pietre fino all’innalzamento delle colonne. Le straordinarie scoperte di Pompei hanno accelerato sempre di più tale processo di ricongiungimento tra musei d’arte e musei tecnologici, perché (caso unico insieme al mondo egizio) hanno restituito tutti oggetti della vita quotidiana che, quando conosciuti, nel passato erano stati tenuti in disparte, in oscuri depositi. Ne è conseguita spesso un’idea falsata della società antica. In realtà – continua Giulierini – già Amedeo Maiuri intorno agli anni Trenta del Novecento ebbe la felice intuizione di dar vita ad una Sezione Tecnologica nel Braccio Nuovo del Museo, poi dismessa, dedicata a settori delle scienze e delle discipline applicate, dall’idraulica, all’agricoltura, all’astronomia. Oggi il Mann, cosciente che la società antica non può essere raccontata senza ristabilire tale connubio, che la rende, tra l’altro, molto più vicina a quella attuale, ha avviato il progetto di rinnovo, riallestimento e ammodernamento di quella che fu la dismessa sezione tecnologica, affidandosi ad una collaborazione con il museo Galileo, già avviata sin dai tempi della mostra “Homo Faber” (1999), dedicata alle conoscenze scientifiche in area vesuviana. D’altra parte – conclude -, Il Museo ha intrapreso un percorso di narrazione dei contenuti museali con l’ausilio delle tecnologie, e soprattutto del digitale, per conseguire gli obiettivi previsti dai nostri due Piani strategici, in linea con la Convenzione di Faro e i 17 obiettivi dell’agenda Unesco 2030”.


Rubinetto con chiave ad anello nella Sezione Tecnologica Romana al Mann (foto mann)
Il progetto scientifico del Mann e del museo Galileo parte dall’osservazione dei quattro elementi della natura (aria, acqua, terra e fuoco), raccontandone le attività umane correlate. Uno sguardo alla volta celeste dà l’input per parlare di astronomia e misura del tempo, così come i cicli produttivi di olio, pane e vino forniscono la straordinaria occasione per esporre macchinari antichi. Tra questi, le macine, che appartengono alle collezioni del Mann, saranno poste insieme a tutti gli strumenti utilizzati per coltivare, misurare la terra, pesare e conservare le derrate alimentari. Troveranno dunque spazio nell’allestimento la celebre groma dalla bottega di Verus, gli attrezzi di uso comune (rastrelli, zappe, vanghe, forche) e, ancora, gli strumenti per progettare e costruire (squadre, compassi, fili a piombo, calibri, martelli, scalpelli). Una sezione a parte sarà dedicata alle tecnologie idrauliche, che permettevano la regimazione delle acque a livello cittadino e il rifornimento delle singole abitazioni. Ne sono un esempio le grandi valvole idrauliche rivenute a Pompei, le fistule in piombo, le chiavi, i rubinetti, le bocche di fontana, le vasche da bagno in bronzo. Lenti, prismi, globi ustori rappresenteranno, invece, la versatile applicazione del vetro, delineandone il rapporto con la luce e il fuoco.

Il percorso espositivo si articolerà su diversi livelli di comunicazione: i materiali antichi di età romana, per la maggior parte di area vesuviana e selezionati dai depositi (dagli affreschi alle meridiane, dai pesi in bronzo a quelli in pietra, dalle bilance alle misure campione), saranno messi in dialogo con le ricostruzioni moderne dei principali macchinari antichi. In allestimento, vi saranno anche video esplicativi che illustrano la funzione degli strumenti tecnologici di epoca romana. Tra le riproduzioni, da menzionare la gru calcatoria, la vite di Archimede e la ruota idraulica. In quest’ultimo caso, il modello sarà affiancato ad un reperto eccezionale: il calco di ruota idraulica rivenuto nei pressi di Venafro nell’alveo del fiume Triverno ai primi del Novecento e, da allora, conservato al Museo. La Sezione Tecnologica Romana avrà una sorta di “anteprima espositiva” nel Giardino della Vanella: qui sarà riallestita la peschiera che Maiuri realizzò negli anni Trenta come riproduzione in scala ridotta di un modello presente in una villa romana di Formia.

Museo Galileo – Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze. Le straordinarie collezioni del museo Galileo, tra le più importanti del mondo, comprendono circa cinquemila strumenti scientifici e apparati sperimentali databili dal secolo XI al XIX, suddivisi in due nuclei principali: collezione Medicea e collezione Lorenese. Delle raccolte fanno parte gli unici due telescopi di Galileo giunti fino a noi. L’Istituto, attivo dal 1927 nel campo della ricerca e della documentazione sulla storia delle scienze e della tecnologia, mette a disposizione degli studiosi le ingenti risorse della sua biblioteca e del proprio ricchissimo sito internet. Partecipa a innovativi progetti di ricerca in collaborazione con prestigiose istituzioni internazionali, tra cui le Gallerie degli Uffizi, il museo Archeologico nazionale di Napoli, il parco archeologico del Colosseo, l’Accademia dei Lincei, l’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea-CNR, la Reale Accademia delle Scienze di Svezia, gli istituti della Max-Planck-Gesellschaft e la Harvard University.
Per le Giornate europee del Patrimonio, nei siti del parco archeologico di Pompei visite gratuite per bambini, visite per persone con disabilità, iniziative digitali, aperture serali. Ecco tutto il ricco programma

Visite gratuite per bambini, visite per persone con disabilità, iniziative digitali, aperture serali: i siti del parco archeologico di Pompei aderiscono sabato 25 e domenica 26 settembre 2021 alle GEP – Giornate Europee del Patrimonio (European Heritage Days), manifestazione che, a livello europeo, vedrà iniziative a aperture straordinarie nei luoghi statali della cultura. Quest’anno ispirate al tema “Patrimonio culturale: TUTTI inclusi!”. Per l’occasione nei siti del Parco sono state previste visite gratuite. È necessario acquistare il consueto biglietto di ingresso ai siti. I visitatori potranno accedere al parco archeologico di Pompei solo previa esibizione della certificazione verde covid / green pass (vaccino o certificato di tampone antigenico con esito negativo – https://www.dgc.gov.it/web/checose.html) in ottemperanza al decreto legge n. 105 del 23 luglio 2021.

Visite gratuite per bambini. POMPEI. Visite gratuite per famiglie e bambini a cura di Coopculture. Un percorso tematico “Ludus in fabula”, per grandi e piccini, che ricostruisce l’infanzia nel mondo romano ed incentra la narrazione sulla vita di due amici pompeiani, Lucio e Vinicio, l’uno schiavo, l’altro aristocratico che si trovano a condividere la vita di tutti i giorni, con destini differenti, accomunati solo dai giochi. L’operatore archeologo avrà con sé una borsa con riproduzioni di giocattoli antichi per mostrare ai bambini la dinamica di gioco e gli oggetti, unitamente alla descrizione del sito. Sono previsti due turni di visita sabato 25 e domenica 26 settembre 2021, per massimo 20 persone alle 12 e alle 15. Lo stesso tema sarà riproposto on line, per chi è a distanza, utilizzando la piattaforma Live culture: alle 12 sia il 25 e che il 26. Prenotazione obbligatoria sul sito www.coopculture.it e info edu@coopculture.it.

STABIA: Villa San Marco e Villa Arianna, museo Archeologico Libero D’Orsi. Visite gratuite per famiglie e bambini a cura del Comitato per gli scavi di Stabia. Le visite dedicate a tutto il territorio di Stabia, con le sue ville nobiliari e i tanti reperti ritrovati e conservati al museo Archeologico di Stabia Libero D’Orsi, saranno raccontate in chiave ludica e con un linguaggio accessibile e capace di incuriosire il pubblico dei più piccoli dai 6 ai 12 anni, ma anche gli adulti. Si svolgeranno al museo Archeologico di Stabia Libero D’Orsi sabato 25 alle 11 per gruppi di massimo 10 bambini. Prenotazione obbligatoria (solo whastapp) al seguente numero: 3478304358. E a Villa San Marco (ingresso gratuito), domenica 26 alle 11 per gruppi di massimo 20 persone. Prenotazione obbligatoria (solo whastapp) al seguente numero: 3337375689.

OPLONTIS: Villa di Poppea. Al sito di Oplontis saranno proposte in collaborazione con il Gruppo Storico Oplontino visite gratuite per famiglie e bambini dedicate ai Giochi e giocattoli dei piccoli oplontini. Domenica 26 settembre 2021, alle 10 e alle 11. Gruppi di max 20 persone. Prenotazione obbligatoria al seguente numero: 3914737154. Visita straordinaria alla Villa B di Oplontis: dopo il successo delle visite straordinarie alla cosiddetta Villa B, nota anche come Villa di Lucius Crassius Tertius, e prima di quest’anno mai aperta al pubblico, saranno riproposte ulteriori visite in occasione delle Giornate europee del Patrimonio, secondo i seguenti turni: sabato 25, dalle 15,30 alle 18 e domenica dalle 10 alle 12,30. Prenotazione consigliata ai seguenti numeri: +39 333 307 8635 e +39 081.8612704 o via mail: mirella.azzurro@gmail.com.
BOSCOREALE: Villa Regina. Visite gratuite per famiglie e bambini a cura della Pro Loco Villa Regina di Boscoreale, sabato 25 ore 10 e ore 11. Non è necessaria la prenotazione.
LONGOLA. Nel sito protostorico in località Longola Poggiomarino, insediamento perifluviale frequentato dalla media Età del Bronzo fino al VI sec. a.C., sono previste visite per famiglie e bambini, domenica 26 settembre alle 10 e alle 18. Non è necessaria la prenotazione.

Visite per persone con disabilità. POMPEI. Il sito archeologico di Pompei è stato tra le prime aree archeologiche a disporre di un percorso per la visita senza barriere che consente di attraversare tutta l’area archeologica dall’ingresso di Piazza Anfiteatro al Foro, seguendo il percorso di oltre 3 km “Pompei per tutti”. Oltre al percorso “Pompei per tutti” sempre percorribile, il Parco metterà a disposizione per la giornata di sabato 25 e domenica 26 settembre 2021 alle 11, visite “silenziose” in linguaggio LIS. Le visite saranno a cura delll’ENS (Ente Nazionale Sordi) su prenotazione obbligatoria alla seguente mail: napoli@ens.it. Ingresso da Piazza Anfiteatro.

STABIA: Villa San Marco e Villa Arianna, museo Archeologico Libero D’Orsi. Visite per non udenti con servizio di interpretariato LIS anche a Villa San Marco e Villa Arianna, sabato 25 settembre alle 15 e alle 17 (gruppi di massimo 15 persone) e al museo Archeologico di Stabia Libero D’orsi, domenica 26 settembre in due turni di visita alle 10 e alle 12 (gruppi di massimo 10 persone), a cura dell’Associazione Disabili di Gragnano e dell’Associazione Sordi Campani. Prenotazione obbligatoria al 3337300908 o 3383718016.
Iniziative digitali. Nell’ambito del Protocollo Campania tra le mani, itinerari inclusivi nei luoghi d’arte, coordinato dal Servizio di Ateneo per le Attività degli studenti con Disabilità dell’università Suor Orsola Benincasa, a cui aderiscono numerose istituzioni dei beni culturali campane e le maggiori associazioni delle persone con disabilità, sono stati realizzati alcuni supporti esplicativi di alcuni luoghi significativi di Pompei con strumenti e linguaggi adeguati al superamento delle limitazioni sensoriali. Per l’occasione sarà proposto un video racconto introduttivo al sito, con un focus sull’edificio dell’anfiteatro. Il video si aggiunge agli altri video già realizzati nelle stesse modalità e presenti sul sito del Parco nella sezione accessibilità http://pompeiisites.org/info-per-la-visita/pompei-per-tutti/accessibilita-pompei/. Il testo della narrazione è stato realizzato con la supervisione dell’associazione FIADDA Campania, mentre la registrazione audio è stata curata del Centro Nazionale del Libro Parlato intitolato a Francesco Fratta, su iniziativa del Presidente dell’Unione nazionale ciechi, Mario Barbato. La voce narrante conduce l’utente alla scoperta dei luoghi , attraverso un audio e un linguaggio visivo che è in grado di raggiungere con la massima immediatezza chiunque, superando le varie limitazioni sensoriali. E ancora per Stabia è stato realizzato un video racconto in linguaggio LIS della Villa San Marco, a cura del Parco archeologico di Pompei, disponibile sul sito web istituzionale.

Aperture serali. La sera del 25 settembre 2021 sono previste aperture notturne straordinarie dalle 20 alle 23 (ultimo ingresso 22) nei siti di Pompei, Villa di Poppea, Villa Regina, museo Archeologico di Stabia Libero D’Orsi- Reggia di Quisisana e sempre al costo simbolico di 1 euro. Prenotazioni consigliate sul sito www.ticketone.it (costo prenotazione on-line 1,50 euro). In aggiunta, in tutti i siti è possibile richiedere visita accompagnata dedicato al tema della donna, a cura di Scabec al costo di 5 euro. Le visite sono per massimo 20 persone (10 per il museo Archeologico di Stabia Libero D’Orsi – 15 per Villa Regina). L’acquisto dei biglietti per i siti esterni è possibile esclusivamente on-line sul sito www.ticketone.it o presso la biglietteria di Pompei e Oplontis. Possibilità di acquisto del biglietto per Villa Regina e il museo Archeologico di Stabia Libero D’Orsi- Reggia di Quisisana anche presso la biglietteria di Pompei. A Pompei si potrà accedere dall’ingresso di porta Marina all’area del Foro e oltre alla visita accompagnata a cura di Scabec, sarà anche possibile in alternativa scegliere una visita straordinaria gratuita ai depositi/granai del Foro. Gruppi di massimo 10 persone. Prenotazione consigliata sul sito www.ticketone.it (+ 1,50 euro di prevendita on-line). L’accesso per i disabili è da piazza Esedra con utilizzo dell’ascensore dell’Antiquarium, da segnalare al personale all’ingresso. Per il 25 sera a Boscoreale sono, inoltre, previsti due momenti musicali blues con chitarra e basso alle 20,30 e 21,30 a cura della Pro Loco Villa Regina. Inoltre, il 24 settembre sarà prevista una ulteriore apertura straordinaria serale di Pompei, dalle 20 alle 23 (ultimo ingresso 22) che prevede solo accesso all’area del Foro. Costo di ingresso al sito 5 euro.
“Pompei. La città viva”: è il primo podcast prodotto per il parco archeologico di Pompei con la collaborazione di Electa. Sei episodi da ascoltare raccontano la storia e l’evoluzione di una delle più grandi ricchezze del patrimonio italiano

“Vivere” Pompei ascoltando. Dall’8 gennaio 2021 si potrà ascoltare “Pompei. La città viva”, il primo podcast prodotto da Piano P, piattaforma italiana dei podcast giornalistici, per il Parco Archeologico di Pompei, in collaborazione con Electa, in occasione della prossima riapertura al pubblico dell’Antiquarium di Pompei. “Pompei è la città morta più viva che mai…”, “Pompei è un pilastro della nostra cultura e della nostra memoria…”, “Pompei è un mondo ed è anche il mio mondo…”, “Pompei continua a stupirci e lo farà sempre…” sono solo alcune delle dichiarazioni che si possono ascoltare nel trailer di presentazione del podcast (Trailer. Dall’8 gennaio 2021 il primo podcast su Pompei – Pompei. La città viva | Podcast on Spotify). Autori dei testi: Carlo Annese, Enrico Racca, Lucia Stipari; speaker: Matteo Alì, Arianna Granata; illustrazione della cover: Joey Guidone; musiche originali: Nicola Scardicchio, Michele Bozzi, flauto; Antonella Pecoraro, arpa; montaggio e post-produzione: Giacomo Qualcuno; Editing: Giulia Pacchiarini.

La serie prevede 6 episodi, con uscita settimanale il venerdì dall’8 gennaio 2021. Gli episodi saranno disponibili all’ascolto su Spotify, Spreaker, Apple Podcast e su tutte le principali app gratuite per l’ascolto dei Podcast. Sei episodi, condotti da Carlo Annese, nei quali ventisei tra accademici, archeologi, artisti e scrittori, insieme al direttore Massimo Osanna, raccontano la storia e l’evoluzione di una delle più grandi ricchezze del patrimonio italiano: dalla tragica eruzione del Vesuvio che nel 79 d.C. fece scomparire una città intera sotto una coltre di cenere e lapilli alla scoperta casuale che diede inizio agli scavi nel 1748, fino all’ultimo straordinario rilancio del Parco archeologico. Da alcuni anni, infatti, Pompei è una delle mete più richieste del turismo mondiale e non smette di rivelare sempre nuove, sorprendenti testimonianze del suo passato.

Valeria Parrella, Pappi Corsicato, Catharine Edwards, Maurizio De Giovanni, Andrea Marcolongo e molti altri contribuiscono a ricostruire la vita quotidiana, le arti e i costumi della città antica – dal cibo all’erotismo, dall’architettura delle domus ai giardini – mettendoli in relazione con i nostri tempi. Insieme a Cesare De Seta e Anna Ottani Cavina analizzano l’influenza che Pompei ha esercitato sulla cultura degli ultimi tre secoli, dal pensiero illuminista sulla catastrofe alla fascinazione dei viaggiatori romantici del Grand Tour fino ai best-seller sugli ultimi giorni prima della tragedia. E con Maria Pace Ottieri scoprono innumerevoli punti di contatto con la realtà di oggi, a cominciare dal rischio che corrono i 700mila abitanti dei sette Comuni dell’area vesuviana. “Quelle rovine ci dicono che siamo sostanzialmente gli stessi”, dice il popolare scrittore napoletano Maurizio De Giovanni. “Quella città, con i suoi mercati e le sue case, con la sua divisione tra una borghesia commerciale e i suburbi popolari, ricalca nella stessa identica maniera quella che sarebbe oggi la città, se la si fotografasse in una situazione simile. E speriamo che non avvenga mai”.

Episodio 1. Il museo vivente. La città più antica del mondo vive nel presente e parla al futuro. Il clamoroso “effetto Pompei”, che ha portato il Parco archeologico quasi a raddoppiare i visitatori nel giro di pochi anni sfiorando i 4 milioni nel 2019, è il frutto di uno dei più ambiziosi interventi mai visti in Italia. Il Grande Progetto Pompei, avviato nel 2014 dopo decenni di incuria e cattiva gestione, coincide con l’ennesima rinascita della città, un patrimonio unico al mondo che il direttore Massimo Osanna ha trasformato in un brand internazionale e in un luogo che non smette di rivelare sempre nuove, straordinarie tracce della sua storia. Intervengono: Maurizio De Giovanni, scrittore; Catharine Edwards, docente di Classici e Storia Antica al Birkbeck College di Londra; Antonia Falcone, archeoblogger; Francesco Jodice, artista visuale; Andrea Marcolongo, giornalista e scrittrice; Massimo Osanna, direttore del Parco archeologico di Pompei e direttore generale dei musei italiani; Luana Toniolo, funzionario archeologo; Andrea Viliani, responsabile del Centro di Ricerca del Castello di Rivoli.

Episodio 2. Vivere a Pompei: dall’arte allo street food. Pompei, museo a cielo aperto, è la maggiore fonte di informazioni sulla vita quotidiana degli antichi romani. E ogni nuovo ritrovamento, come in un puzzle, compone un’immagine in perenne mutamento e regala infinite sorprese. Seguendo idealmente due uomini nel loro ultimo giorno, prima dell’eruzione del Vesuvio, passeggeremo tra le strade traboccanti di vita e scopriremo la Pompei delle botteghe e la Pompei città d’arte, le taverne e le domus affrescate, simbolo di status sociale. Assaggeremo il vino che si è ripreso a produrre da alcuni anni e osserveremo gli edifici ancora intatti che all’inizio del ‘900 offrirono a Le Corbusier le basi per la sua idea di architettura. Intervengono: Giuseppe Di Napoli, docente di Disegno e Colore allo IED di Milano; Massimo Montanari, docente di Storia dell’Alimentazione all’università di Bologna; Fabrizio Pesando, docente di Archeologia e Storia dell’Arte romana all’università Orientale di Napoli; Carlo Rescigno, docente di Archeologia classica all’università della Campania “Luigi Vanvitelli”; Grete Stefani, funzionario archeologo; Marida Talamona, docente di Storia dell’Architettura contemporanea all’università Roma 3; Luana Toniolo, funzionario archeologo.

Episodio 3. Cinquantamila volte Hiroshima. Vivere sotto la minaccia della catastrofe, ieri e oggi. Senza saperlo, come accadde ai pompeiani del primo secolo dopo Cristo, oppure essendone perfettamente consapevoli, com’è oggi per i 700mila abitanti dei sette Comuni della vasta area vesuviana che vivono all’ombra del vulcano. La tragica eruzione che in meno di venti ore, il 24 ottobre dell’anno 79, proiettò in aria dieci miliardi di tonnellate di magma, vapori e gas, seppellendo la città, ha influenzato la scienza, da Plinio il Giovane alla vulcanologia moderna. E ha dato origine a una filosofia del disastro che ha avuto in Rousseau e negli Illuministi i principali interpreti. Intervengono: Francesca Bianco, direttore dell’Osservatorio vesuviano di vulcanologia di Napoli; Luigi Gallo, storico dell’arte e direttore della Galleria nazionale delle Marche di Urbino; Maria Pace Ottieri, giornalista e scrittrice; Valeria Parrella, scrittrice; Andrea Tagliapietra, docente di Storia della Filosofia all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano.

Episodio 4. I volti della ricerca. La storia di Pompei è anche la storia epica degli scavi, iniziati nel 1748 sotto Re Carlo di Borbone e tuttora in corso, e con la prospettiva di altri importanti ritrovamenti nei 22 ettari ancora da scoprire. Raccontiamo il romanzo della rinascita della città antica, una saga popolata da uomini e donne che, spesso con colpi di genio, hanno restituito Pompei alla vita: da Giuseppe Fiorelli, l’inventore della celebre tecnica dei calchi, a Vittorio Spinazzola, che ebbe l’intuizione del museo diffuso; da Amedeo Maiuri, il “principe degli archeologi” (come lo definì Guido Piovene), ad Annamaria Ciarallo, che ha ricostruito la flora del tempo, fino a Massimo Osanna, che ha traghettato il Parco Archeologico in una nuova dimensione. Intervengono: Andrea Marcolongo, giornalista e scrittrice; Massimo Osanna, direttore del Parco archeologico di Pompei e direttore generale dei musei italiani; Valeria Parrella, scrittrice; Grete Stefani, funzionario archeologo; Luana Toniolo, funzionario archeologo; Andrea Viliani, responsabile del Centro di Ricerca del Castello di Rivoli.

Episodio 5. La città dell’amore. Uno dei ritrovamenti più recenti è anche il più affascinante: un piccolo, splendido affresco, sulla parete di una ricca domus, che ritrae Leda sedotta da Zeus. Per poterla avvicinare, il dio ha assunto l’aspetto di un cigno e si protende verso di lei quasi a chiederle un bacio. Le immagini a tema erotico sono molto frequenti, e non solo nelle stanze da letto, confermando l’idea, maturata nei secoli, di Pompei città del piacere, dove la vanità veniva alimentata da gioielli, profumi e unguenti. Fra verità e leggenda, entriamo nei luoghi che da sempre colpiscono l’immaginario popolare e degli studiosi: il lupanare, le terme pubbliche, ma anche gli spazi privati dove si svolgeva la prostituzione. Ancora oggi la città trasuda sensualità e ci racconta un’idea di bellezza che rappresenta un punto di riferimento anche per i canoni estetici attuali. Intervengono: Ria Berg, docente di Archeologia e Studi classici all’università di Helsinki; Pappi Corsicato, regista; Catharine Edwards, docente di Classici e Storia antica al Birkbeck College di Londra; Valeria Parrella, scrittrice; Fabrizio Pesando, docente di Archeologia e Storia dell’Arte romana all’università Orientale di Napoli; Danda Santini, direttore di Amica e IoDonna.

Episodio 6. Dal Grand Tour a Lonely Planet. La scoperta di Pompei, a metà del Settecento, è una vera rivoluzione, che sposta il baricentro dell’attenzione verso Sud. L’apertura degli scavi fa cambiare le rotte del Grand Tour europeo, e a Pompei arrivano in visita intellettuali e grandi artisti: da Winckelmann a Goethe, da Mozart a Picasso, fino ai… Pink Floyd. Nel frattempo cresce anche l’attrazione per il momento più drammatico per la città antica: l’eruzione del Vesuvio. Gli ultimi giorni di Pompei diventano un best seller nella letteratura, nella lirica e nel cinema, da Edward Bulwer-Lytton a Robert Harris, da Giovanni Pacini a Sergio Leone. Pompei diventa così un generatore di storie, che i nuovi ritrovamenti continuano a rendere praticamente inesauribile. Intervengono: Maurizio De Giovanni, scrittore; Cesare De Seta, professore emerito di Storia dell’Architettura all’università Federico II di Napoli; Luigi Farrauto, autore delle guide Lonely Planet; Luigi Gallo, storico dell’arte e direttore della Galleria nazionale delle Marche di Urbino; Anna Ottani Cavina, docente di Storia dell’Arte alla Johns Hopkins University di Bologna; Paola Villani, docente di Letteratura italiana all’università Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Giornata mondiale per le persone con disabilità. Il museo Archeologico nazionale di Napoli posta sui canali social podcast audio sull’Ermes a riposo e foto-racconto sui percorsi tattili nella Collezione Magna Grecia

Giovedì social nel segno dell’inclusione al museo Archeologico nazionale di Napoli per la Giornata mondiale per le persone con disabilità. L’accessibilità al patrimonio culturale è ancor più una priorità nei giorni di chiusura dei Musei a causa dell’emergenza Coronavirus: per questo, la Giornata Mondiale per le persone con disabilità, il 3 dicembre 2020, assume un particolare significato. Sulle piattaforme Facebook ed Instagram del Mann saranno condivisi post, che rappresenteranno non soltanto una sintesi di quanto fatto sinora, ma anche una proiezione verso le iniziative da realizzare in futuro.

Si parte alle 9 del 3 dicembre 2020 con un podcast audio, destinato, in primis, alle persone cieche ed ipovedenti: l’iniziativa è frutto della collaborazione tra i Servizi Educativi del Mann e la rete “Campania tra le mani”, coordinata dal Servizio di Ateneo per Attività di studenti con Disabilità (SAAD) dell’università Suor Orsola Benincasa di Napoli. La narrazione si concentra sulla collezione della Villa dei Papiri: tra i celebri capolavori del Museo è stata selezionata, per il primo e breve podcast, la celebre scultura dell’Ermes a riposo; l’opera, ritrovata ad Ercolano, è ritenuta una copia romana di un originale greco (IV sec. a.C.) attribuito a Lisippo.

In prospettiva, saranno previsti approfondimenti sui reperti della Napoli antica e sulle opere rappresentative delle collezioni museali. Per rendere i contenuti fruibili da tutti, il testo – disponibile on-line – è stato curato in collaborazione con l’associazione FIADDA onlus Campania (Famiglie Italiane Associate in difesa dei diritti degli Audiolesi), mentre l’audio è stato realizzato dal Centro Nazionale del Libro Parlato “F. Fratta” dell’Unione Italiana Ciechi e ipovedenti ha realizzato l’audio; immagini di Luigi Spina e Giorgio Albano arricchiranno il contenuto multimediale. Durante la giornata sarà postato anche un foto-racconto dei percorsi tattili realizzati nella Collezione Magna Grecia del Mann, progettata proprio per essere accessibile a tutti i visitatori; infine, condivise online anche le video-guide in LIS, incluse nel progetto “Conoscere per crescere”.
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