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Roma-Eur. Al museo delle Civiltà conferenza “Le armi raccontano. L’arte del conflitto nell’Età del Bronzo” del prof. Andrea Dolfini (Newcastle University) sui risultati del progetto multidisciplinare dedicato allo studio dell’arte del combattimento nell’età del Bronzo (2200-900 a.C.)

roma_muciv_conferenza-le-armi-raccontano_l-arte-del-conflitto-nell-età-del-bronzo_andrea-dolfini_locandinaAll’interno del nuovo allestimento delle collezioni preistoriche del museo delle Civiltà a Roma-Eur, dal titolo “Preistoria? Storie dall’Antropocene” (Palazzo delle Scienze, 2° piano), sono esposti numerosi esempi di manufatti che hanno interessato gli studi del prof. Andrea Dolfini, dal pugnale a manico fuso di bronzo da Castione dei Marchesi (2000-1750 a.C.), alle spade di bronzo provenienti dalla Lombardia, dall’Abruzzo e dalla Campania (1150-980 a.C.), alle armi presenti nei cosiddetti “ripostigli”, insiemi di oggetti metallici deposti intenzionalmente nello stesso luogo, come a Monte Rovello nel Lazio e a Monte Primo nelle Marche (1150-980 a.C.) da dove provengono asce, punte di lancia e pugnali di bronzo. Mercoledì 24 maggio 2023, alle 16.30, nella sala Conferenze del museo delle Civiltà, il prof. Andrea Dolfini, professore ordinario di Archeologia alla School of History, Classics and Archeology della Newcastle University ed esperto di fama internazionale di armi e strumenti della preistoria europea, con la conferenza “Le armi raccontano. L’arte del conflitto nell’Età del Bronzo” presenterà i risultati di un progetto multidisciplinare, di cui è coordinatore, che hanno rivelato per la prima volta alcune modalità e caratteristiche materiali dell’arte del combattimento nell’età del Bronzo (2200-900 a.C.). Le ricerche del Prof. Dolfini in questo ambito sono state pubblicate da numerose riviste specialistiche e riprese in un documentario trasmesso dalla BBC in Inghilterra e da PBS negli Stati Uniti. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.

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Pugnale in bronzo conservato nelle collezioni di Preistoria al museo delle Civiltà a Roma-Eur (foto muciv)

Questa tipologia di manufatti è spesso esposta e presentata nei musei con informazioni oggettive che ne permettono la riconoscibilità, lasciando però inesplorato l’uso specifico che ne veniva fatto, durante un combattimento. Grazie a metodi scientifici, storico/antropologici e sperimentali, che hanno visto una minuziosa analisi di questi oggetti, nonché in alcuni casi la riproduzione moderna di alcuni manufatti in bronzo, il prof. Dolfini illustrerà una pluralità di testimonianze e di scoperte, per la prima volta saranno condivise con il pubblico.

“Expanded Interiors”: a Pompei ed Ercolano due mostre dell’artista visiva Catrin Huber che ha studiato pittura parietale e manufatti antichi dei due siti romani reinterpretandoli in chiave contemporanea

L’installazione di Catrin Huber nella Casa del Criptoportico a Pompei

Ha esplorato la pittura parietale e i manufatti di epoca romana rinvenuti nei siti Unesco di Pompei ed Ercolano, reinterpretandoli in chiave contemporanea. Nasce così il progetto interdisciplinare “Expanded Interiors” dell’artista visiva Catrin Huber che ha dato vita a due specifiche mostre: una alla Casa del Criptoportico di Pompei, dal 14 luglio 2018 al 15 gennaio 2019; l’altra nella Casa del Bel Cortile di Ercolano dal 16 maggio 2018 al 15 gennaio 2019. “Expanded Interiors” diretto dall’artista visuale Catrin Huber e promosso dall’università di Newcastle dove vive Catrin, è finanziato dall’AHRC (Arts & Humanities Research Council), in collaborazione con il parco archeologico di Pompei, il parco archeologico di Ercolano, l’Herculaneum Conservation Project e Art Editions North. Il team riunisce artisti, archeologi ed esperti di tecnologia digitale, ed è composto da Catrin Huber (artista), Prof. Ian Haynes (archeologo), Rosie Morris (artista), Dr Thea Ravasi (archeologa), Alex Turner (archeologo e esperto di tecnologia digitale).

L’installazione della Huber dialoga con il complesso termale della Domus, con i suoi affreschi dai compositi disegni architettonici, ricchi di rimandi illusionistici

L’influenza della Pompei antica sul contemporaneo la ritroviamo nelle installazioni dell’artista tedesca Catrin Huber alla Casa del Criptoportico, in uno dei corridoi sotterranei della Domus, con due installazioni originali che dialogano con gli affreschi parietali romani. La prima installazione giustappone al ciclo pittorico del corridoio sotterraneo del Criptoportico il colonnato dipinto di Catrin Huber, in cui la superficie decorata è un caleidoscopio di colori ritmati, che ricrea architetture reali e illusionistiche. Attraverso l’incorporazione di repliche di oggetti romani di uso quotidiano, come lampade a olio e vasi da toeletta, Huber collega il mondo romano a quello contemporaneo, in una nuova forma di design. La seconda installazione dialoga con il complesso termale della Domus, con i suoi affreschi dai compositi disegni architettonici, ricchi di rimandi illusionistici. La pittura contemporanea, di rimando, risponde con un gioco complesso di spazio 2D e 3D, pareti aperte e chiuse, spazio interno ed esterno e spostamenti prospettici.

L’artista Catrin Huber e il direttore generale Massimo Osanna alla presentazione della mostra “Expanded Interiors”

Parallelamente all’esposizione di Pompei, la mostra “Expanded Interiors” a Ercolano esplora la cultura materiale romana e rivisita i metodi di esposizione in chiave contemporanea. “Prendendo in esame due case differenti di epoca romana”, dichiara Catrin Huber, “ho cercato di stabilire un dialogo tra antico e moderno, esplorando allo stesso tempo ciò che pittura contemporanea e pratica artistica specifica nel sito possono imparare dal lavoro spesso incredibilmente complesso e sofisticato dei pittori romani. Il progetto, attraverso il connubio tra pratica artistica e indagine archeologica, scansioni e stampa digitali in 3D, tenta di fornire una prospettiva alternativa sulle modalità di configurazione dello spazio e di distribuzione dei manufatti all’interno degli ambienti residenziali di età romana”. E il direttore generale del parco archeologico di Pompei, Massimo Osanna: “La Pompei archeologica, quella della città antica riportata alla luce, vive una sua vita; quella contemporanea, come in ogni tempo, continua a influenzare uomini e artisti del presente. L’installazione di Catrin Huber è un esempio di quanto il fascino e la suggestione di Pompei, ancora inspirino gli animi artistici dando luogo a processi creativi originali”.