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Norchia (Vt). Visita speciale al cantiere di scavo all’area monumentale della Tomba Lattanzi (che rivela legami stretti ed inaspettati con la Macedonia di Alessandro Magno) condotto dall’équipe internazionale guidata dal prof. Jolivet, del CNRS/École Normale Supérieure de Paris. Prenotazione obbligatoria

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La monumentale Tomba Lattanzi nella necropoli di Norchia (Vt) (foto sabap-vt-etru-mer)

Nuove indagini di scavo e nuove visite alla necropoli di Norchia e alla Tomba Lattanzi. La soprintendenza ABAP per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, in collaborazione con l’80° Reggimento “Roma” del Poligono di Monte Romano, anche quest’anno ha organizzato la visita al cantiere di scavo all’area monumentale della Tomba Lattanzi a Norchia. Quest’ultimo è condotto dall’équipe internazionale guidata dal prof. Vincent Jolivet, del CNRS/École Normale Supérieure de Paris, dal 2022 titolare di una concessione di scavo triennale sul sito. Appuntamento sabato 27 luglio 2024, alle 9.30, per la visita guidata della durata di tre ore circa. Punto di incontro al parcheggio in località Cinelli all’ingresso all’area archeologica di Norchia. Si può partecipare con prenotazione obbligatoria alla mail della Soprintendenza: sabap-vt-em.eventi@cultura.gov.it. Si consiglia di dotarsi di tanta acqua e di vestirsi con un abbigliamento comodo e adeguato al sito: scarpe da trekking, pantaloni lunghi e cappello.

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“Lo stamnos di Marce Atie” proveniente da una delle tombe della necropoli di Norchia (foto sabap-vt-etru-mer)

Il sito di solito è precluso al pubblico in quanto di proprietà demaniale ricadente all’interno dell’area del Poligono Militare di Monte Romano. La promozione, il censimento, la tutela e la conservazione del patrimonio ambientale e culturale del demanio militare rientrano tra gli obiettivi strategici della Difesa, permettendo così risultati tangibili e benefici alla conoscenza, da parte del pubblico, di un patrimonio storico inestimabile. Grazie al rinnovato accordo di collaborazione della Soprintendenza per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale con lo Stato Maggiore dell’Esercito, è stato possibile fissare la visita e, in aderenza al suddetto accordo, sono state realizzate anche la documentazione laser scanner e la fotogrammetria della Tomba Lattanzi. La necropoli di Norchia è un complesso archeologico, naturalistico e paesaggistico di alto valore. Molte le pertinenze portate qui alla luce già in passato dalle indagini di scavo condotte sotto la direzione scientifica del prof. Vincent Jolivet. Ad esempio, proprio da una delle tombe minori della necropoli di Norchia, proviene lo stamnos di Marce Atie: vaso etrusco a figure rosse, rivenuto integro, che spicca per l’unicità iconografica ed epigrafica. Scoperto durante l’ultima campagna di scavo, cofinanziata dalla fondazione ARPAMED (Paris), restaurato grazie al supporto della fondazione Luigi Rovati (Milano), è stato esposto nell’ambito della mostra “L’istante e l’eternità. Tra noi e gli antichi” al museo nazionale Romano, e più recentemente di quella al museo Archeologico nazionale di Tarquinia: “Gli eroi di Marce Atie. Gli Etruschi dipingono il mito”.

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Quanto rimane della Sfinge all’esterno della Tomba Lattanzi nella necropoli di Norchia (foto sabap-vt-etru-mer)

La Tomba Lattanzi, del tipo a facciata con due ordini, appartenuta alla famiglia Churcle, è databile all’età ellenistica (fine del IV secolo a.C.). I connotati di stampo greco-orientali, tipici dell’Asia Minore, dimostrano un’influenza culturale greca su quella etrusca. Ciò la rende paragonabile a quella Ildebranda a Sovana (Sorano, in provincia di Grosseto, Toscana). Ma anche ad esempi ‘macedoni’, soprattutto nelle scelte architettoniche, che ricordano molto i palazzi macedoni e in particolare le residenze dei sovrani ellenistici di Verghina (uno dei più importanti siti archeologici della Grecia) e Pella (dove il palazzo reale, ampio più di 7 ettari, è stato decorato dai più grandi artisti greci del V/IV sec., fra cui il noto pittore Zeusi). E soprattutto alla tomba di Grotte Scalina, come spiega il prof. Jolivet, che ricorda: “Abbiamo richiesto il permesso di scavo alla tomba Lattanzi a seguito dello scavo della tomba monumentale etrusca di Grotte Scalina (2010-2018), sepolcro databile alla fine del IV secolo a.C., che è l’unica a presentare la stessa tipologia architettonica. Ambedue le tombe – che sono le più monumentali e complesse dell’Etruria rupestre – hanno rivelato legami stretti ed inaspettati con la Macedonia di Alessandro Magno, che consentono di ripensare il posto dell’Etruria sullo scacchiere politico del Mediterraneo, alla vigilia della conquista romana”.

Norchia (Vt). Tre visite all’area monumentale della Tomba Lattanzi, all’interno del Poligono di Monte Romano, eccezionalmente aperta al pubblico

norchia_tomba-lattanzi_visite-area-monumentale_locandinaTre nuove visite all’area monumentale della Tomba Lattanzi a Norchia (Vt): il 16, 23 e 29 luglio 2023. Grazie infatti all’accordo di collaborazione con lo Stato Maggiore dell’Esercito, tramite il Reparto Supporti Logistici Poligono di Monte Romano, dipendente dal Comando Militare della Capitale, per lo svolgimento di un progetto di ricerca, conservazione, valorizzazione e fruizione del comprensorio archeologico, naturalistico e paesaggistico costituito dal settore occidentale della monumentale necropoli rupestre di Norchia, anche quest’anno si potranno eccezionalmente effettuare nel mese di luglio tre visite (il 16, 23 e 29 luglio 2023) al cantiere di scavo presso l’area monumentale della Tomba Lattanzi. La partecipazione è gratuita e aperta a tutti a numero limitato. Prenotazione obbligatoria a sabap-vt-em.eventi@cultura.gov.it. Appuntamento alle 9.30 al parcheggio in località Cinelli a Norchia. Dal parcheggio si prosegue a piedi lungo un percorso di circa 30-40 minuti che si inoltra all’interno della vasta necropoli. Si invitano tutti i partecipanti a munirsi di acqua e a dotarsi di equipaggiamento adatto al sito: scarpe da trekking, pantaloni lunghi e cappello. Le indagini di scavo, che si tengono all’interno dell’area del Poligono Militare di Monte Romano, non accessibile al pubblico, si svolgono sotto la direzione scientifica del prof. Vincent Jolivet (École Normale Supérieure) e con la partecipazione di studenti, topografi e ricercatori universitari.