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Baia. Durante i lavori di manutenzione al Tempio di Venere nel parco archeologico delle Terme scoperto il sistema ingegneristico romano per lo scolo delle acque piovane, proteggendo le strutture in tufo da infiltrazioni

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Veduta aerea panoramica del Tempio di Venere nel parco archeologico delle Terme di Baia (foto pa-fleg)

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Lavori di manutenzione al Tempio di Venere nel parco archeologico delle Terme di Baia (foto pa-fleg)

L’obiettivo era un intervento programmato di taglio della vegetazione nella cura dei monumenti del parco archeologico delle Terme di Baia che fa parte del parco archeologico dei Campi Flegrei (Na). E invece il risultato al Tempio di Venere è andato oltre le aspettative, portando a maggiori conoscenze sulla architettura romana. “A più di 25 metri d’altezza – spiegano i tecnici del parco – abbiamo infatti eseguito un vero e proprio scavo archeologico che ci ha portato a meglio comprendere l’ingegno romano di fronte ad un monumento così imponente: sono dati importanti – e rari – non solo per la storia dell’ingegneria romana, ma anche per i progettisti che si stanno occupando del restauro di questo monumento: ogni ordinaria manutenzione al parco archeologico dei Campi Flegrei è ricerca”.

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Tempio di Venere nel parco delle Terme di Baia: scoperta una lunga canaletta formata da oltre sette tegole originali per il deflusso delle acque piovane (foto pa-fleg)

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Disegnocon la ricostruzione del sistema di deflusso delle acque piovane nel tempio di Venere del parco delel Terme di Baia (foto pa-fleg)

“Abbiamo individuato – spiegano – le ultime tracce disponibili sulla cupola per ricostruire il sistema di deflusso delle acque piovane e l’attento progetto che vi era alla base: una lunga canaletta formata da oltre sette tegole originali, convogliava, in leggera pendenza, la pioggia proveniente dall’esterno della calotta e la immetteva nei discendenti in terracotta, presenti in ogni vertice dell’ottagono”.

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I tubuli in terracotta per far scendere l’acqua piovana dalla cupola del tempio di Venere nel parco delle Terme di Baia (foto pa-fleg)

“Il cocciopesto sulle superfici, i mattoni appositamente tagliati per creare i condotti, i tubuli in terracotta per i discendenti, dimostrano l’attenzione dei costruttori per tenere l’acqua lontana dal tufo, ossia il materiale su cui si basa l’intera costruzione che però andava protetto dalle infiltrazioni”.

Napoli. “Aperti per voi. Racconti dalle Collezioni”: il Mann, chiuso sabato e domenica, propone un tour virtuale alla scoperta di dieci reperti (meno noti) per altrettante collezioni del museo Archeologico nazionale

Affresco dai Praedia di Giulia Felice a Pompei con elementi del mondo dionisiaco, conservato nella Sala Affreschi del Mann (foto Giorgio Albano)

Meno noti, ma per questo non meno importanti: sono i reperti scelti dal museo Archeologico nazionale di Napoli per la campagna social “Aperti per voi. Racconti dalle Collezioni”, dieci reperti per altrettante collezioni del Mann, chiuso nel fine settimana secondo le disposizioni anti Covid. Sabato 10 e domenica 31 gennaio 2021 vengono presentati in un tour virtuale da compiere, fotografia dopo fotografia, sulle pagine Facebook e sul canale Instagram dell’Archeologico. Volutamente in ordine sparso, senza assecondare la dislocazione fisica delle collezioni perché il viaggio digitale permette di spaziare con la fantasia da una sala all’altra, i fan e follower delle piattaforme social potranno ammirare, grazie alle tecnologie digitali, alcuni capolavori dell’Istituto.

Uno dei due dioscuri proveniente dal Tempio di Venere a Baia, e conservato al Mann (foto Giorgio Albano)

Si parte sabato 30 gennaio alle 8.30 con post su una delle sculture dei Dioscuri (metà del II sec. d.C.), proveniente dal cosiddetto Tempio di Venere a Baia ed ospitata nell’Atrio del Mann. Tra i mosaici, scelto lo splendido corteo di Nettuno e Anfitrite (I sec. a.C., da Pompei, casa del Granduca di Toscana), mentre il candido marmo del busto di Claudio (presumibilmente da Roma, I sec. d. C.) “rappresenterà” online, per questo fine settimana, la statuaria Farnese. 

Il busto femminile, forse la regina Berenice o la dea Artemide, conservato nella sala della Villa dei Papiri al Mann (foto Luigi Spina)

Per la Villa dei Papiri, comunicherà fascino e mistero, anche in rete, il busto femminile identificato prima con la regina tolemaica Berenice, poi con la dea Artemide. 

La statuetta di Iside/Fortuna nella rinnovata sezione della vita quotidiana nelle città vesuviane al Mann (foto Giorgio Albano)

Tra gli allestimenti di recente rinnovati, una statuetta di Iside/Fortuna, vero e proprio gioiello di artigianato artistico in epoca romana, sarà “condivisa” su Facebook per raccontare il pregio delle suppellettili nella Collezione degli oggetti della vita quotidiana nelle città vesuviane.

Terracotta di recumbente da Taranto conservata nella collezione Magna Grecia del Mann (foto Luigi Spina)

Pur non potendo passeggiare fisicamente (e rigorosamente con i copri-scarpe) sui pavimenti musivi della Collezione Magna Grecia, gli internauti troveranno, nella terracotta di recumbente da Taranto, l’eco di culti e tradizioni nell’Italia Meridionale dell’ultimo quarto del VI sec. a.C. 

Elmo bronzeo da Locri (V sec. a.C.) conservato nella sezione Epigrafica del Mann (foto Salvatore Granata)

Un reperto “inaspettato” narrerà la Sezione Epigrafica: si tratta di un elmo bronzeo (da Locri, primo quarto del V sec. a. C.), su cui figura un’iscrizione dedicata alla dea Persefone dal soldato Xenainetos. ​Passando nelle vicine sale dedicate alla civiltà egizia, un dettaglio della stele funeraria dello scriba Hui rappresenterà, anche nell’oltretomba, il legame tra il defunto, il padre Pah e la madre Sattie. 

Coppa in ceramica d’impasto da Capua conservata nella sezione Preistoria e Protostoria del Mann (foto Giorgio Albano)

In un apparente gioco di contrasti, concluderanno questo itinerario online due splendidi reperti, che sintetizzano, nella loro diversità, la ricchezza e la varietà del patrimonio del Mann: per la Sezione Preistoria e Protostoria, una coppa di ceramica di impasto dell’età del Ferro da Capua. Per le rinnovate Sale degli Affreschi, ultimo e colorato post della campagna con un frammento ritrovato nei Praedia di Iulia Felix. In questa pittura pompeiana, su una piccola gradinata sono esposti una serie di elementi che rimandano al mondo di Dioniso, dio dell’ebrezza e della vitalità.