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Pompei. Al Tempio di Iside nuovo appuntamento di “Luce di Iside” con i Synaulia: percorso attraverso suoni sacri e “magici”, con strumenti musicali antichi ricostruiti, per un’esperienza sensoriale psicoacustica

“Luce di Iside”: nuovo appuntamento di fruizione meditativa del patrimonio archeologico, ispirato alla figura di Iside, presso il tempio dedicato alla dea nell’antica città di Pompei, mercoledì 23 e giovedì 24 ottobre 2025. In due turni di visita alle 17 e alle 18 su prenotazione fino a esaurimento posti su www.ticketone.it, ripropone, dopo il positivo riscontro del primo appuntamento di settembre, un percorso attraverso suoni sacri e “magici”, con strumenti musicali antichi ricostruiti, per un’esperienza sensoriale psicoacustica. I visitatori saranno accolti dagli esperti musicisti del gruppo Synaulia che da diversi anni studiano e ripropongono musica e danze tipiche dell’antica Roma Imperiale e parteciperanno a un percorso all’interno del santuario, accompagnati da musiche, danze, oltre che da profumi di incensi, utilizzati durante gli antichi riti. Il culto di Iside, divinità egizia dispensatrice di vita, si diffuse nel Mediterraneo dal III secolo a.C. e trovò a Pompei un terreno fertile, coinvolgendo ogni ceto sociale. Il tempio, scavato nel 1764 e ritrovato quasi intatto, ha ispirato artisti come Mozart, che lo visitò nel 1770, influenzando le scenografie del “Flauto Magico”. L’esperienza non intende ricostruire filologicamente una cerimonia dell’epoca; piuttosto, si pone come un tentativo di ricreare l’incanto racchiuso nella musica antica quale chiave ritualizzata all’inconscio individuale e collettivo nelle sue accettazioni storiche. L’evento su prenotazione è incluso nel prezzo del biglietto di ingresso. Accesso da Piazza Esedra.

I “Synaulia”, nati come gruppo di lavoro finalizzato alla ricostruzione di strumenti musicali dell’antichità a scopo didattico, hanno ampliato il loro raggio d’azione anche proponendo la musica e le danze tipiche dell’antica Roma Imperiale. L’ensemble nasce nel 1994 nel Parco Archeologico Archeon in Olanda dall’incontro tra Walter Maioli, Luce Maioli e Natalie Van Ravenstein. Si sviluppa così l’idea di approfondire il patrimonio musicale antico e il potere psicoacustico delle sonorità derivanti da esso. L’attività della compagnia – che propone uno speciale connubio di musica e danza di forte valore simbolico, fondato sul carattere rituale dell’esibizione – ha attraversato diverse fasi artistiche che hanno permesso di coprire un’ampia gamma di strumenti musicali antichi, il cui recupero, uso e reintroduzione in epoca moderna rinsalda il sentire emotivo con il nostro passato. Ritroviamo infatti un uso sapiente di strumenti a fiato come la syrinx, a corda come la lyra, integrati al loro volta da percussioni come il tympanon ed i cymbala. Intensa è l’attività in Olanda, Germania, Spagna e Portogallo, presso istituzioni museali. I Synaulia possono vantare, inoltre, la partecipazione anche a produzioni di successo internazionale come film e documentari, in veste di compositori: le loro produzioni musicali sono infatti presenti in film come “Il Gladiatore”, pluripremiata pellicola di Ridley Scott e serie televisive di grande successo come “Roma”.

 

Pompei. “Luce di Iside”: un’esperienza psicoacustica all’interno del Tempio di Iside attraverso suoni sacri e strumenti antichi. Zuchtriegel: “La fruizione del patrimonio diventa meditativa”

I suoni di sistri, flauti, ance e tamburi in grado di mettere in moto le più profonde emozioni interiori accompagneranno i visitatori in un percorso di intima riconnessione, ispirato ai rituali misterici per la dea, presso il tempio di Iside a Pompei. Uno spazio che ancor oggi provoca un incanto, portando a una introspezione, accresciuta ascoltando le vibrazioni degli antichi strumenti musicali giunti dall’Egitto, che preparavano e accompagnavano i rituali. Questa è “Luce di Iside”, un’esperienza psicoacustica attraverso i “magici” suoni sacri che ascoltavano gli antichi, riproposti con strumenti musicali ricostruiti, che sarà offerta al pubblico, domenica 21 settembre 2025 al Tempio di Iside a Pompei, alle 20, 20.30 e 21, con un numero di 30 persone per turno. Costo di accesso 7 euro, acquistabile su www.ticketone.it, ingresso da piazza Esedra.

Il sistro, lo strumento musicale di Iside usato nei riti isiaci (foto parco archeologico pompei)

“Ci siamo abituati a considerare la razionalità e la scienza quasi come l’unica chiave di accesso alla verità, mentre l’esperienza e l’emozione vengono considerate spesso o come un mero divertimento o come un disturbo che ci devia dalla verità”, commenta il direttore di Pompei, Gabriel Zuchtriegel. “Guardando il mondo antico, possiamo recuperare un senso diverso dell’esperienza emotiva: la fruizione meditativa del tempio di Iside che proponiamo è appunto un tentativo di trasmettere il senso dei rituali antichi, che non erano delle mascherate arbitrarie e ingannevoli, ma degli autentici percorsi di conoscenza volti a dischiudere delle verità nascoste negli strati dell’inconscio. Il nostro progetto di fruizione esperienziale e ‘meditativa’ è pertanto un’operazione di conoscenza storica a tutti gli effetti, al pari di una mostra o un percorso museale tradizionale, che per lo più ha il vantaggio di essere altamente inclusiva, rivolgendosi a persone di tutte le età, indipendentemente dalla propria lingua e estrazione culturale”.

“Luce di Iside” con il gruppo Synaulia a Pompei (foto synaulia)

I visitatori saranno accolti dagli esperti musicisti del gruppo Synaulia che da diversi anni studiano e ripropongono musica e danze tipiche dell’antica Roma Imperiale e parteciperanno a un percorso all’interno del santuario, accompagnati da musiche, danze, oltre che da profumi di incensi, utilizzati durante gli antichi riti. L’esperienza proposta non intende ricostruire filologicamente una cerimonia dell’epoca; piuttosto, si pone come un tentativo di ricreare l’incanto racchiuso nella musica antica quale chiave ritualizzata all’inconscio individuale e collettivo nelle sue accettazioni storiche.

Una peformance del gruppo Synaulia (foto synaulia)

I “Synaulia”, nati come gruppo di lavoro finalizzato alla ricostruzione di strumenti musicali dell’antichità a scopo didattico, hanno ampliato il loro raggio d’azione anche proponendo la musica e le danze tipiche dell’antica Roma Imperiale. L’ensemble nasce nel 1994 nel parco archeologico Archeon in Olanda dall’incontro tra Walter Maioli, Luce Maioli e Natalie Van Ravenstein. Si sviluppa così l’idea di approfondire il patrimonio musicale antico e il potere psicoacustico delle sonorità derivanti da esso. L’attività della compagnia – che propone uno speciale connubio di musica e danza di forte valore simbolico, fondato sul carattere rituale dell’esibizione – ha attraversato diverse fasi artistiche che hanno permesso di coprire un’ampia gamma di strumenti musicali antichi, il cui recupero, uso e reintroduzione in epoca moderna rinsalda il sentire emotivo con il nostro passato. Ritroviamo infatti un uso sapiente di strumenti a fiato come la syrinx, a corda come la lyra, integrati al loro volta da percussioni come il tympanon ed i cymbala. Intensa è l’attività in Olanda, Germania, Spagna e Portogallo, presso istituzioni museali. I Synaulia possono vantare inoltre la partecipazione anche a produzioni di successo internazionale come film e documentari, in veste di compositori: le loro produzioni musicali sono infatti presenti in film come “Il Gladiatore”, pluripremiata pellicola di Ridley Scott e serie televisive di grande successo come “Roma”.

Il Tempio di Iside a Pompei (foto parco archeologico pompei)

Il culto antichissimo della dea egizia si diffuse in tutto il Mediterraneo a partire dal III secolo a.C. per giungere a Pompei. Si trattava di un culto misterico, cioè riservato agli iniziati. Il mito narra le vicende di Iside che recuperò le parti dello sposo-fratello Osiride, ucciso e smembrato da Seth, che ricompose e gli ridiede vita con le sue arti magiche divenendo così la divinità dispensatrice di vita. Il culto era diffuso attraverso tutti i ceti di Pompei, proprio per il messaggio di speranza di una vita oltre la morte. Il Tempio di Iside, scavato nel 1764 apparve agli scavatori quasi intatto nella decorazione e negli arredi. Tra i visitatori del tempio in quel periodo c’è il giovane Mozart, che visitò Pompei nel 1770 con il padre Leopold; le scenografie della prima rappresentazione del “Flauto Magico” a Vienna, nel 1791, saranno fortemente influenzate dal monumento pompeiano.

Strade dell’antica Pompei illuminate per le visite serali (foto parco archeologico pompei)

“Luce di Iside” rientra tra le serate organizzate dal parco archeologico di Pompei, che per Pompei prevede anche un itinerario da Piazza Anfiteatro con accesso ad alcune domus come i Praedia di Giulia Felice, la casa di Loreio Tiburtino, la casa della Venere in conchiglia e alla Palestra grande dove è allestita la mostra “Essere donna nell’ antica Pompei” (durata del percorso: circa 1 ora – costo 7 euro), e dal lato opposto della città accesso alla Villa dei Misteri, con possibilità di raggiungere in navetta il sito di Boscoreale con la Villa Regina e l’Antiquarium (durata del percorso: circa 40 minuti Villa dei Misteri + circa 1 ora Boscoreale costo 7 euro). Orari dalle 20 alle 23 (ultimo ingresso alle 22). Il costo di ciascun itinerario è di 7 euro. Gratuità e riduzione come da normativa. È consigliata la prenotazione on-line su www.ticketone.it (+ 1 euro prevendita on-line). Biglietti acquistabili anche presso le biglietterie fisiche di Pompei (Piazza Anfiteatro e Piazza Esedra) e con carta di credito/ bancomat contactless presso il varco di Villa dei Misteri.

Il servizio navetta “Pompeii ArteBus” da Pompei ai siti archeologici del parco (foto parco archeologico pompei)

È disponibile il servizio navetta Pompeii Artebus per spostarsi da Piazza Esedra alla Villa dei Misteri e a Boscoreale. A Pompei, l’ingresso alla Villa dei Misteri è da strada urbana esterna. Il servizio navetta Pompeii Artebus è in partenza da Piazza Esedra con fermate a Villa dei Misteri e a Boscoreale. Si precisa che non è presente parcheggio auto del Parco presso la Villa dei Misteri. Si invita a parcheggiare nelle aree di sosta lungo via Plinio e/o a usufruire della navetta POMPEII ArteBus per raggiungere la Villa dei Misteri. Orari consultabili sul sito www.pompeiisites.org. Tempi di percorrenza per gli itinerari a Pompei:  da Piazza Anfiteatro a Piazza Esedra (ingresso per il teatro piccolo): 15 minuti; da Piazza Esedra a Villa dei Misteri: servizio navetta (orari consultabili su www.pompeiisites.org; da Piazza Anfiteatro a Villa dei Misteri: 15 minuti a piedi fino a Piazza esedra + servizio navetta (consulta orari) o 20 minuti a piedi.

Pompei. Al via la terza edizione di “Raccontare i cantieri”: tra ottobre e febbraio, il giovedì, possibilità di visitare i cantieri di valorizzazione e restauro in corso

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Pompei: al giovedì torna l’iniziativa “Raccontare i cantieri” (foto parco archeologico pompei)

Torna dal 19 ottobre 2023, ogni giovedì, fino al 1° febbraio 2024, “Raccontare i cantieri”, l’iniziativa organizzata dall’ufficio Tecnico del Parco e giunta alla sua terza edizione, che consente la visita ai cantieri di valorizzazione e restauro in corso nei siti del parco archeologico di Pompei. Undici cantieri, dagli scavi in corso al Tempio di Iside, la Regio IX, l’Insula dei Casti amanti, la Casa di Leda e il cigno, l’Insula Occidentalis, e lo scavo di Oplontis a via dei sepolcri; ma anche le messe in sicurezza della Casa della Fontana Piccola e i progetti di allestimento dei granai del Foro, dei depositi di Porta Nola, dell’antiquarium di Boscoreale, del museo Archeologico d’Orsi alla Reggia di Quisisana a Castellamare con il restauro della torre colombaia. Un’occasione per conoscere la delicata e al tempo stesso complessa attività di scavo, di messa in sicurezza, restauro e manutenzione, attraverso il racconto e la visione in diretta degli esperti sul campo – archeologi, architetti, restauratori e ingegneri. Ma anche un’occasione di poter fruire in anteprima assoluta di dimore di eccezionale pregio e raffinatezza o di straordinaria condizione di ritrovamento.

Ogni giovedì, a partire da ottobre fino al 1° febbraio, alle 10.30, sarà possibile prenotarsi per accedere ad uno dei cantieri. Tutti i possessori della MyPompeii Card o i nuovi acquirenti potranno prenotare la visita prescelta al seguente indirizzo mail: mypompeiicard@cultura.gov.it. Le prenotazioni dovranno pervenire almeno un giorno prima rispetto alla data prescelta, ed entro le 14. Questo il calendario: 19 ottobre 2023, Granai del Foro; 9 novembre, Tempio di Iside; 16 novembre, Scavo IX Regio – Insula 10; 23 novembre, Insula dei Casti Amanti; 30 novembre, Casa della Fontana Piccola; 7 dicembre, Casa di Leda; 14 dicembre, Boscoreale – il progetto di allestimento dell’Antiquarium; 11 gennaio 2024, Insula Meridionalis; 18 gennaio, Oplontis: scavo dei Sepolcri; 25 gennaio, museo della Reggia Quisisana e Torre Colombaia; 1° febbraio, deposito di Porta Nola.

Pompei. All’auditorium il workshop “Tempio di Iside a Pompei. Conoscenza, scavo, restauro e fruizione” per presentare gli esiti dei recenti workshop e gli scavi in corso

pompei_parco_workshop-il-tempio-di-Iside_locandinaUn workshop dedicato al Tempio di Iside a Pompei alla sua conoscenza, scavo, restauro e fruizione. Mercoledì 11 ottobre 2023, all’Auditorium degli scavi di Pompei, dalle 11 alle 16, si terrà il workshop “Tempio di Iside a Pompei. Conoscenza, scavo, restauro e fruizione”, organizzata dal parco archeologico di Pompei in collaborazione con l’università Federico II di Napoli, la Scuola Superiore Meridionale e la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio (BAP) di Napoli, per presentare gli esiti dei recenti workshop (maggio 2021, aprile 2023, e scavi in corso) per la conoscenza, lo scavo, il restauro e la fruizione del tempio di Iside. L’evento è aperto al pubblico. Il programma della giornata sarà introdotto dal direttore del parco archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel e dal coordinatore del dottorato di ricerca Acma Carlo Rescigno, e si concentrerà sull’illustrazione degli esiti della campagna di scavo in corso presso il tempio, a cura dei funzionari del Parco. A seguire la prof.ssa Renata Picone, direttrice della Scuola di Specializzazione in Bap di Napoli, interverrà con un contributo su “Il Tempio di Iside a Pompei. Dalla storia dei restauri alle attuali problematiche conservative”. Tra gli interventi, anche un focus speciale su “Il fascino dell’Egitto nel mondo greco-romano” a cura del direttore del museo Egizio di Torino Christian Greco. Previsto anche sopralluogo allo scavo del tempio di Iside.

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Il Tempio di Iside agli Scavi di Pompei (foto parco archeologico pompei)

Il Tempio di Iside era dedicato al culto antichissimo (di tipo misterico, cioè riservato ai soli iniziati) della dea egizia, che si diffuse in tutto il Mediterraneo a partire dal III secolo a.C. per il suo messaggio di speranza in una vita oltre la morte. Secondo il mito, infatti, Iside recuperò le parti dello sposo Osiride, ucciso e smembrato da Seth, lo ricompose e gli ridiede la vita. Al centro di un cortile porticato si trova il tempio su alto podio; nello spazio antistante stanno l’altare, la fossa per le offerte e un piccolo edificio (purgatorium) al cui interno una scala porta al bacino cui attingere l’acqua, che si diceva provenisse direttamente dal Nilo. Alle spalle del tempio un’ampia sala era dedicata alle riunioni degli iniziati (ekklesiasterion), mentre in una più piccola (sacrarium) erano visibili pitture che narravano episodi del mito della dea.

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Sistro con gatta e fiori di loto rinvenuto il 4 gennaio 1766 nell’ekklesiasterion del Tempio di Iside a Pompei e conservato al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

Gli apparati decorativi, le sculture e gli arredi rinvenuti nel santuario sono esposti al museo Archeologico nazionale di Napoli, ma è possibile rivivere in parte l’effetto originario grazie alla ricollocazione in situ di alcune copie di affreschi e di statue.

Pompei: dal 21 dicembre riaprono al pubblico la Casa della Fontana Grande, la Casa dell’Ancora e il Tempio di Iside dopo interventi di restauro e manutenzione, riproposizione di allestimenti storici e interventi di decoro del verde

Dettaglio dell’abside della fontana rivestita di mosaici e conchiglie nella Casa della Fontana Grande a Pompei

Dettaglio della Casa dell’Ancora a Pompei

21 dicembre 2018: per i visitatori degli scavi di Pompei c’è un’opportunità in più. A seguito degli interventi di restauro e manutenzione ma anche con la riproposizione di allestimenti storici, interventi di decoro del verde e indagini di ricerca riaprono al pubblico tre importanti monumenti: la Casa della Fontana Grande, la Casa dell’Ancora e il Tempio di Iside. Alla Casa della Fontana Grande, a conclusione degli interventi di restauro, si ripropone l’allestimento storico dell’area della fontana, in linea con il progetto Museo diffuso già sperimentato in varie domus pompeiane, e con la ricollocazione in loco della copia della statuetta di puttino con delfino. La Casa dell’Ancora, invece, con la sua originale planimetria a doppio livello, esibsce il bel giardino del piano inferiore risistemato grazie a un intervento di restauro e manutenzione del verde, secondo un progetto non impattante e un criterio storico-botanico nella scelta delle essenze. Il Tempio di Iside, invece, oltre a interventi di manutenzione generale e di restauro degli apparati decorativi, è stato oggetto di nuove indagini archeologiche nell’ambito del progetto “scavi e ricerche” promosso dal Parco. In particolare, nell’ambito di uno dei saggi, sono emerse tracce di un sacrificio con offerte sia vegetali sia animali che hanno permesso di acquisire importanti conoscenze sui rituali praticati nel santuario. Allora vediamo più da vicino come si presentano al pubblico queste nuove tre riaperture.

La ricomposizione storica della Casa della Fontana Grande a Pompei con la ricollocazione del puttino con delfino

Dettaglio della decorazione dell’abisde della fontana nelal Casa della Fontana Grande a Pompei

Dettaglio del mosaico del catino absidale della fontana nella Casa della Fontana Grande a Pompei

Casa della Fontana Grande. L’impianto originario della Casa della Fontana Grande risale alla prima metà del II sec a. C., ma solo nel I sec d.C. fu addossata al muro di fondo la grande fontana ad abside rivestita con mosaici e conchiglie e ornata da due maschere teatrali in marmo, che dà oggi il nome alla dimora. Al centro della fontana si trova una base cilindrica con un foro centrale che all’epoca della scoperta tra il 1826 e il 1827 si presentava priva di elementi decorativi. Fra Ottocento e Novecento venne posizionata sulla base al centro della fontana una copia di un puttino con delfino scoperto nel 1880 nel giardino della Casa degli Archi; tale sistemazione, concepita forse in analogia con la vicina casa della Fontana Piccola, al cui centro si trova una statuetta di puttino con oca, è stata in seguito mantenuta per diversi decenni nel corso del Novecento. L’allestimento oggi presentato ripropone dunque tale storica sistemazione e restituisce così l’immagine consolidata della domus nell’ultimo secolo.

Il mosaico d’ingresso con la grande ancora che dà il nome alla Casa dell’Ancora a Pompei

Il giardino della Casa dell’Ancora a Pompei

Casa dell’Ancora. La Casa dell’Ancora prende nome dall’ancora raffigurata nel mosaico dell’ingresso, simbolo della tranquillità e della sicurezza che la dimora offriva ai propri abitanti. Presenta una planimetria assolutamente originale nel panorama pompeiano. La parte posteriore è infatti organizzata su due livelli posti a differenti quote: il piano superiore è incentrato intorno a un’ampia terrazza su cui affacciavano tre grandi sale da ricevimento, con pavimenti decorati da mosaici di cui si conserva in un caso il disegno preparatorio; il piano inferiore è occupato da un giardino, attorno al quale corre un portico coperto a pilastri. L’abitazione è stata interessata da un intervento di restauro degli apparati decorativi nel 2015 nell’ambito del Grande Progetto Pompei.

Riaperto al pubblico il Tempio di Iside a Pompei

Tempio di Iside. Il Tempio di Iside era dedicato al culto antichissimo (di tipo misterico, cioè riservato ai soli iniziati) della dea egizia, che si diffuse in tutto il Mediterraneo a partire dal III secolo a.C. per il suo messaggio di speranza in una vita oltre la morte. Secondo il mito, infatti, Iside recuperò le parti dello sposo Osiride, ucciso e smembrato da Seth, lo ricompose e gli ridiede la vita. Al centro di un cortile porticato si trova il tempio su alto podio; nello spazio antistante stanno l’altare, la fossa per le offerte e un piccolo edificio (purgatorium) al cui interno una scala porta al bacino cui attingere l’acqua, che si diceva provenisse direttamente dal Nilo. Alle spalle del tempio un’ampia sala era dedicata alle riunioni degli iniziati (ekklesiasterion), mentre in una più piccola (sacrarium) erano visibili pitture che narravano episodi del mito della dea. Gli apparati decorativi, le sculture e gli arredi rinvenuti nel santuario sono esposti al museo Archeologico nazionale di Napoli, ma è possibile rivivere in parte l’effetto originario grazie alla ricollocazione in situ di alcune copie di affreschi e di statue. Nell’ekklesiasterion il visitatore può, attraverso apparati multimediali, acquisire informazioni sul culto isiaco.

Egitto-Pompei. Al museo Egizio di Torino la prima tappa del progetto con la mostra “Il Nilo a Pompei” nella nuova sala Asaad Khaled. Per la prima volta gli affreschi del tempio di Iside e della domus del Bracciale d’oro di Pompei

La mostra "Il Nilo a Pompei" nella nuova sala del museo Egizio di Torino intitolata a Khaled Asaad, l'archeologo siriano ucciso dall'Isis

La mostra “Il Nilo a Pompei” nella nuova sala del museo Egizio di Torino intitolata a Khaled Asaad, l’archeologo siriano ucciso dall’Isis

Il logo del progetto-ricerca "Egitto Pompei"

Il logo del progetto-ricerca “Egitto Pompei”

L’onda lunga del Nilo si ferma alle acque del Po, dopo aver invaso il Mediterraneo e lambito l’area vesuviana e i colli di Roma. Ecco “Il Nilo a Pompei”, la grande esposizione che si è aperta al museo Egizio di Torino, come già annunciato da archeologiavocidalpassato (https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2016/03/01/egitto-passione-antica-da-torino-a-pompei-a-napoli-tre-sedi-per-un-grande-progetto-espositivo-egitto-pompei-grazie-alla-collaborazione-inedita-tra-enti-diversi-legizio/), la prima di un grande progetto espositivo e di ricerca “Egitto Pompei” che nell’arco dell’anno vedrà coinvolti anche il museo Archeologico nazionale di Napoli e la soprintendenza di Pompei. Fino al 4 settembre 332 pezzi, tra pitture, vasellame e sculture, provenienti da venti musei italiani (più dalla metà da Napoli e Pompei) e stranieri, testimoniano l’influenza della cultura egizia su quella greca e romana, in un viaggio ideale dall’Egitto faraonico all’Italia romana con il Mediterraneo come sfondo. E per l’Egizio di Torino sono tante le “prime” legate a questo progetto: “Il Nilo a Pompei” è la prima mostra temporanea promossa dal nuovo corso dell’Egizio dopo la sua inaugurazione il 1° aprile del 2015; è la prima volta nel nuovo spazio riservato alle mostre temporanee al primo piano del palazzo di via dell’Accademia, sala che è stata intitolata a Khaled Asaad, l’eroico direttore del museo e del sito Unesco di Palmira, giustiziato nell’agosto 2015 dall’Isis; è la prima volta anche per opere straordinarie, esposte a Torino, come gli affreschi del tempio di Iside o della casa del Bracciale d’Oro, entrambi a Pompei.

Il manifesto della mostra "Il Nilo a Pompei" aperta fino al 4 settembre 2016 al museo Egizio di Torino

Il manifesto della mostra “Il Nilo a Pompei” aperta fino al 4 settembre 2016 al museo Egizio di Torino

La mostra vuole rispondere a due domande precise: quanto la cultura egizia ha influenzato l’Italia del periodo romano? Quali sono stati i risultati di questa contaminazione in ambito artistico e quali effetti ha avuto sulla vita quotidiana a partire dall’epoca ellenistica fino alla Roma imperiale? Per avere una risposta a questi interrogativi il visitatore è accompagnato in un viaggio che ha come sfondo il Mediterraneo e come protagonisti oggetti e immagini che dalle rive del Nilo hanno toccato nuove terre, incontrato culture diverse e sono giunti sino a noi. Partendo da Alessandria d’Egitto, passando dalla greca Delo e approdando a Pozzuoli in Campania si possono così seguire l’evoluzione di culti e motivi iconografici egizi, soffermandosi in particolare sui siti campani di Pozzuoli, Cuma e Benevento, con un approfondimento su Pompei e Ercolano.

Un affresco proveniente dalla Casa del Bracciale d'Oro di Pompei

Un affresco proveniente dalla Casa del Bracciale d’Oro di Pompei

Affresco proveniente dal tempio di Iside a Pompei

Affresco proveniente dal tempio di Iside a Pompei

I culti isiaci si sono diffusi dall'Egitto al Mediterraneo

I culti isiaci si sono diffusi dall’Egitto al Mediterraneo

Il percorso della mostra “Il Nilo a Pompei” si snoda attraverso nove sezioni partendo dalla ricezione dell’Egitto nel mondo greco (1. L’Egitto e il mondo greco: l’influenza dell’Egitto, prima nelle civiltà minoica e micenea e poi nel mondo greco, nella madrepatria e nel mondo coloniale), passando per la grecizzazione degli dei egiziani sotto i Tolomei (2. Osiride, Iside e la leggenda osiriaca: la devozione a Osiride, Iside, Horus e i loro dei ancillari nell’Egitto faraonico, prima che questi culti siano rivisitati ad Alessandria e poi a Roma), e la diffusione dei culti egizi nel Mediterraneo (3. Serapide e Iside: la rielaborazione del culto di Osiride-Api e Iside ad Alessandria è il presupposto della loro fortuna oltre i confini dell’Egitto) e in particolare in Italia (4. L’Iseo di Benevento: l’Iseo di Benevento, tempio dedicato alla dea Iside, noto per le sue decorazioni in stile faraonico). Ci si concentra sui culti egiziani nei siti vesuviani grazie a reperti di straordinaria bellezza, come gli affreschi dell’Iseo Pompeiano (5. Il culto di Iside a Pompei: il tempio di Iside a Pompei, l’unico ben conservato fuori dall’Egitto, nel quale i temi egiziani abbondano negli affreschi e negli arredi) o della Casa del Bracciale d’Oro a Pompei (6. La casa del Bracciale d’Oro: in mostra le pitture provenienti dal triclinio estivo, ambiente all’aperto destinato alla convivialità, di una casa patrizia pompeiana che godeva di una meravigliosa vista sul Golfo di Napoli). Si passa poi ad ammirare alcuni tesori da domus pompeiane (7. La casa di Octavius Quartio a Pompei: sezione dedicata alle sculture provenienti dal giardino della casa di Octavius Quartio, una delle abitazioni più grandi di Pompei) e decorazioni in abitazioni private (8. Altre case pompeiane: sezione in cui vengono esibiti due affreschi con tema nilotico, alcune statue ispirate al pantheon egizio e alla fauna della valle del Nilo, una lastra in pietra che riporta un’iscrizione geroglifica). L’allestimento si conclude con una sezione dedicata alla diffusione dei culti isiaci in Piemonte con gli splendidi bronzi del sito di Industria (9. Iside in Piemonte: il sito di Industria, importante snodo commerciale nell’Italia del Nord noto per le officine di lavorazione del bronzo). Il serrato dialogo tra le due sponde del Mediterraneo è valorizzato dalla ricostruzione in 3D delle case pompeiane del Bracciale d’Oro e di Loreio Tiburtino, decorata con statue che rimandano all’Egitto.

Statue di Sekhmet da Tebe Karnak Tempio di Amenhotep III (riempiegate nel Tempio di Mut?) Diorite, Nuovo Regno / XVIII dinastia, Amenhotep III (1388 – 1351 a.C.) Torino, Museo Egizio

Statua di Sekhmet da Tebe
Karnak Tempio di Amenhotep III conservata all’Egizio di Torino

Una grande mostra – come si diceva – in tre luoghi, Torino, Napoli e Pompei. Proprio a Pompei la seconda tappa: nella Palestra Grande, uno scenografico allestimento di Francesco Venezia riunirà dal 16 aprile sette monumentali statue con testa di leone della dea Sekhmet e la statua seduta del faraone Tutmosi III che per la prima volta escono dalle sale della collezione permanente del museo Egizio. I monoliti di granito prestati dal museo torinese marcano la centralità del culto solare: un ritorno alle origini di una secolare storia di sincretismi religiosi, in cui l’adorazione della dea Sekhmet riconduce il racconto della mostra alla fase costitutiva del cosmo e all’ordine imposto dagli dei. Il rapporto tra la divinità e il mondo, e la necessità di mantenere un equilibrio tra forze contrapposte, si manifesta attraverso una serie di rituali di cui le imponenti statue sono testimoni. Una emozionante videoinstallazione di Studio Azzurro accompagnerà l’esposizione delle opere. All’interno degli scavi verrà tracciato, inoltre, un percorso egizio a partire dal tempio di Iside, interessato da un intervento multimediale di realtà immersiva, per arrivare alle numerosissime domus che riportano motivi decorativi egittizzanti, come quella di Loreio Tiburtino.

Skyphos di ossidiana da Stabiae con scene di culto egiziano in mostra al museo Archeologico di Napoli

Skyphos di ossidiana da Stabiae con scene di culto egiziano in mostra al museo Archeologico di Napoli

Dal 28 giugno il terzo capitolo dell’esposizione al museo Archeologico nazionale di Napoli. L’inaugurazione di una nuova sezione del percorso di visita delle collezioni permanenti servirà a focalizzare l’attenzione sull’insieme di culti che, nati o arrivati dall’oriente attraverso l’Egitto, hanno trovato in Campania un terreno fertile di ricezione e diffusione nel resto d’Italia. Questo settore del museo andrà a integrare e completare la narrazione della sala in cui sono attualmente ricomposti gli arredi dell’Iseo di Pompei. Troveranno finalmente una collocazione le coppe di ossidiana da Stabia, capolavori dell’artigianato alessandrino che seppe tradurre modelli di epoca faraonica in un linguaggio apprezzatissimo e diffuso all’indomani della conquista romana dell’Egitto (31 a.C.), e i due affreschi provenienti da Ercolano con scene di cerimonie isiache, che sembrano illustrazioni del testo di Apuleio. Nell’esposizione di opere che attestano la diffusione di culti e religioni orientali (da Sabazio a Dusares a Mitra) praticate e seguite per secoli, non mancheranno i riferimenti al giudaismo, presente a Napoli, e al nascente cristianesimo. E dall’8 ottobre l’intero progetto si concluderà con la riapertura della collezione egiziana del museo di Napoli. Negli stessi spazi individuati fin dal 1864 come naturale sede delle raccolte Borgia e Picchianti, e nel totale rifacimento dell’allestimento del 1989, saranno riesposti gli oltre 1200 oggetti che fanno di quella del museo Archeologico nazionale di Napoli una delle più importanti collezioni egizie d’Italia, il cui nucleo principale si è formato prima della spedizione napoleonica. Per facilitare la lettura al pubblico il nuovo percorso è stato articolato per temi. Dopo una sala introduttiva sul formarsi della raccolta, ognuna delle cinque sale sarà dedicata a un argomento: Uomini e Faraoni, La Tomba e il Corredo Funerario, La Mummificazione, Il Mondo magico e religioso, La Scrittura, i Mestieri e l’Egitto in Campania. Un’aggiornata segnaletica, realizzata con l’università L’Orientale, completerà l’allestimento arricchito da supporti multimediali e da un percorso dedicato ai bambini.