Pompei. Nel Teatro Grande al via il progetto didattico “Sogno di volare”: accolti dal direttore Zuchtriegel e dal regista Martinelli, 400 studenti nell’anno scolastico rielaboreranno “Uccelli” di Aristofane raccontando la città in cui vivono

Quattrocento studenti dell’area vesuviana, provenienti dall’istituto liceale Pascal di Pompei e dall’istituto tecnico Pantaleo di Torre del Greco hanno riempito la mattina di martedì 28 settembre 2021 il Teatro Grande di Pompei per l’avvio del progetto didattico “Sogno di Volare” che prevede la messa in scena a fine anno scolastico della commedia “Uccelli” di Aristofane, in coproduzione con Ravenna Festival. A parlare con i ragazzi e le ragazze delle IV classi delle scuole partecipanti, sono stati il direttore generale Gabriel Zuchtriegel e il drammaturgo e regista Marco Martinelli. L’opera “Uccelli”, messa in scena nel 414 a. C. da Aristofane, viene oggi considerata un’opera di evasione e fantasia, per la presenza di uccelli parlanti che accentuano il tono favolistico della storia. In realtà svela i retroscena dell’Atene democratica e dell’ideologia “colonizzatrice” dell’epoca. Racconta di due ateniesi che, disgustati dal comportamento dei loro concittadini, decidono di lasciare la città per fondarne una nuova con l’aiuto degli uccelli, inizialmente ostili all’idea, poiché non si fidano di nessun uomo. Le loro diffidenze saranno superate e inizieranno i lavori. Ai ragazzi verrà chiesto di raccontare delle città in cui vivono attraverso la rielaborazione del testo antico.

Il progetto si inserisce in un protocollo di intesa stipulato, in attuazione del Piano strategico, lo scorso aprile tra il parco archeologico di Pompei, il parco archeologico di Ercolano, il Grande Progetto Pompei/Unità Grande Pompei e l’ufficio scolastico regionale della Campania – finalizzato a coinvolgere le scuole del territorio e stabilire un legame concreto tra le antiche testimonianze e i giovani fruitori, in un percorso volto alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio storico-archeologico. Nell’ambito di questo Protocollo, il parco archeologico di Pompei è promotore del percorso formativo presentato questa mattina, a cui sono stati chiamati a partecipare i ragazzi che su base volontaria saranno coinvolti settimanalmente. A conclusione del lavoro svolto durante l’anno scolastico, sarà messo in scena lo spettacolo al Teatro grande di Pompei nel mese di maggio 2022. I giovani attori saranno coadiuvati da artisti e professionisti di fama internazionale, provenienti dal mondo del teatro, come Ambrogio Sparagna per le musiche e Vincent Longuemare per il disegno luci.

“Il progetto vuole seminare e lasciare un segno nel futuro di tanti giovani, affinché comprendano che tutto viene dalla conoscenza dei propri territori e del loro patrimonio culturale”, sottolinea il direttore Gabriel Zuchtriegel. “Il confronto con il passato può cambiare la visione della realtà a partire dai luoghi in cui viviamo. Luoghi, spazi, parole e consuetudini del mondo antico entreranno a far parte della quotidianità dei ragazzi a cui, spesso, tali testimonianze appaiono lontane per attribuirgli un significato. Sarà una esperienza di conoscenza, arricchimento personale e divertimento. E in questa avventura saranno accompagnati da un regista d’eccezione quale Marco Martinelli, bravissimo a lavorare con i ragazzi e a coinvolgerli con passione”. E Marco Martinelli: “L’incontro di oggi, con centinaia di studenti nel Teatro Grande, è stato entusiasmante: ci hanno già regalato una grande energia, l’elemento primo e necessario per “mettere in vita” il capolavoro di Aristofane”.


Il regista Marco Martinelli (foto parco archeologico di pompei)
Il regista Marco Martinelli, fondatore insieme a Ermanna Montanari del Teatro delle Albe, è noto per la sua esperienza di lavoro teatrale con gli adolescenti, che gli ha fruttato premi e riconoscimenti a livello internazionale. Nella Regione Campania in particolare Martinelli nel 2006 a Napoli ha dato vita ad Arrevuoto, un’iniziativa del Teatro Mercadante, per la quale ha ricevuto il Premio dell’associazione nazionale dei Critici di Teatro e il Premio Ubu come “progetto speciale”. Nel 2007 ha diretto Punta Corsara, col sostegno della Fondazione Campania Festival. Nel 2017 ha pubblicato, per Ponte alle Grazie, “Aristofane a Scampia”, che ha vinto il premio dell’associazione nazionale dei Critici francesi come “miglior libro sul teatro” pubblicato in Francia nel 2021. Nell’estate 2022 Martinelli debutterà a Ravenna Festival con il “Paradiso dantesco”, ideato e diretto insieme a Ermanna Montanari, coinvolgendo nell’allestimento l’intera città, come in una sacra rappresentazione medievale. Il regista sarà coadiuvato dagli assistenti alla regia Valeria Pollice e Gianni Vastarella del Collettivo LaCorsa.
Parco archeologico di Pompei: aperture notturne e visite speciali (anche teatralizzate) fino a ottobre. Ecco tutte le iniziative tra Pompei, Stabia, Oplonti, Boscoreale, Quisisana

Serate estive al parco archeologico di Pompei. È partita infatti la stagione estiva di eventi serali con una ricca serie di appuntamenti fino a ottobre. Gli eventi coinvolgono tutti i siti del Parco e prevedono aperture notturne, visite accompagnate tematiche e iniziative straordinarie. Sono inoltre previsti eventi teatrali della rassegna “Pompeii Theatrum Mundi” al Teatro Grande di Pompei e visite teatralizzate nell’ambito del programma Campania by night nei siti esterni a cura di Scabec. L’ingresso ai siti e le visite saranno contingentati secondo la normativa vigente e sarà possibile l’accesso fino ad esaurimento posti. È consigliata la prenotazione sul sito www.ticketone.it. I visitatori saranno sottoposti, all’arrivo, a misurazione della temperatura mediante termoscanner. Saranno garantiti dispenser di gel igienizzante all’ingresso e presso i servizi igienici a disposizione dei visitatori. Vediamo il calendario dettagliato.
POMPEII THEATRUM MUNDI. La stagione estiva a Pompei si è aperta con la rassegna Pompeii Theatrum Mundi, alla sua quarta edizione, con 5 spettacoli di prestigio (Resurrexit Cassandra, Pupo di Zucchero, Il Purgatorio. La notte lava la mente, Quinta Stagione, La Cerisaie / Il Giardino dei Ciliegi) in scena al Teatro Grande (vedi Per la quarta edizione Pompeii Theatrum Mundi torna nel teatro Grande di Pompei col pubblico: grandi registi, grandi interpreti per cinque prime nazionali. La rassegna estiva del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale diventa una sfida: “Sia l’inizio di una nuova stagione per il nostro Paese che possa coincidere con la ripresa di tutte le attività in presenza” | archeologiavocidalpassato). Il programma su www.teatrodinapoli.it.

VISITA DEGLI ANTICHI GRANAI DI POMPEI. A partire dal 3 luglio con la Notte Europea dei Musei – iniziativa ministeriale che prevede l’apertura serale nei luoghi della cultura, dalle 20 alle 23 (ultimo ingresso 22) – si sono inaugurate le aperture notturne, con una proposta multipla di visita. È prevista passeggiata libera, al costo di 1 euro (+1,50 euro prevendita on-line; gratuità come da normativa), nell’area monumentale del Foro. Ingresso Porta Marina superiore. Come novità è possibile effettuare una visita straordinaria gratuita ai depositi di Pompei ospitati negli antichi granai del Foro. La visita consentirà per la prima volta di poter ammirare la straordinaria varietà e quantità di materiale di uso commerciale e non solo rinvenuto a Pompei (vedi Pompei, visita straordinaria agli antichi granai del foro tutti i mercoledì di luglio e agosto. E durante le aperture notturne di Pompei nei venerdì e sabato di agosto e settembre | archeologiavocidalpassato). Il personale del Parco è a disposizione per fornire spiegazioni. Gruppi di massimo 10 persone. Prenotazione consigliata sul sito www.ticketone.it. È possibile, inoltre, richiedere una visita accompagnata a cura di Scabec. Costo 5 euro (+ 1,50 euro di prevendita on-line). Le visite sono per gruppi di massimo 20 persone. È consigliata la prenotazione sul sito www.ticketone.it. Per chi è interessato ad effettuare entrambe le visite, sarà possibile acquistare la seconda visita presso la biglietteria di Pompei, salvo disponibilità di posti.

APERTURE NOTTURNE DI POMPEI. Dal 6 agosto 2021 ogni venerdì e sabato (6 e 7, 27 e 28 agosto, 3 e 4, 10 e 11, 25 settembre Giornata Europea del Patrimonio) l’offerta prevede: accesso all’area del Foro al costo di ingresso di 5 euro (+1,50 euro prevendita on-line; riduzioni e gratuità come da normativa). Sarà possibile accedere dall’ ingresso da Porta Marina all’area del Foro, uno dei luoghi più monumentali del sito, cuore della vita politica, religiosa ed economica della città antica, con i principali monumenti della vita pubblica, il Tempio di Giove, il Macellum, il Tempio di Apollo, la Basilica e con uscita dal tempio di Venere, dal quale sarà possibile accedere all’Antiquarium, di recente inaugurato nel suo rinnovato allestimento. Visite accompagnate sul tema della donna nell’antichità. Costo di 5 euro (+ 1,50 euro di prevendita on-line). Gruppi di massimo 20 persone. Prenotazione consigliata sul sito www.ticketone.it. Sarà possibile prenotare una visita della durata di 45 minuti dell’area monumentale del Foro, a cura di Scabec, e dedicata al tema della donna, con particolare riferimento alle grandi figure femminili, come la sacerdotessa Eumachia dell’omonimo edificio sul Foro o la dea Fortuna del tempio vicino, ma anche sulla vita e le attività delle donne comuni. Visite straordinarie ai depositi/granai del Foro. Costo di 5 euro (+ 1,50 euro di prevendita on-line). Gruppi di massimo 10 persone. Prenotazione consigliata sul sito www.ticketone.it. Per chi è interessato ad effettuare entrambe le visite, sarà possibile acquistare la seconda visita presso la biglietteria di Pompei, salvo disponibilità di posti. L’accesso per i disabili è da piazza Esedra con utilizzo dell’ascensore dell’Antiquarium, da segnalare al personale all’ingresso.

GLI ALTRI SITI DEL PARCO ARCHEOLOGICO. Tutti i venerdì e sabato dal 9 luglio e fino al 31 luglio 2021, sarà possibile accedere a Villa San Marco a Stabia, alla Villa di Poppea a Oplontis, a Villa Regina a Boscoreale e al museo Archeologico di Stabia Libero D’Orsi- Reggia di Quisisana per le aperture notturne. Il 25 settembre 2021 in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio sarà prevista una apertura notturna della Villa di Poppea, Villa Regina, museo Archeologico di Stabia Libero D’Orsi- Reggia di Quisisana dalle 20 alle 23 (ultimo ingresso 22). Prenotazioni consigliate sul sito www.ticketone.it (costo prenotazione on-line 1,50 euro). In aggiunta visita accompagnata a cura di Scabec al Costo di 5 euro (+ 1,50 euro di prevendita on-line). Le visite sono per massimo 20 persone (10 per il museo Archeologico di Stabia Libero D’Orsi – 15 per Villa Regina). L’acquisto dei biglietti per i siti esterni è possibile esclusivamente on-line sul sito www.ticketone.it. Possibilità di acquisto del biglietto di tutti i siti presso le biglietterie di Pompei e Oplontis. L’accesso per disabili è garantito alla Villa di Poppea (ingresso da via Margherita di Savoia, previa comunicazione al coordinamento), a Villa Regina, e al museo Archeologico di Stabia Libero D’Orsi. Per info 081 8575347, www.pompeiisites.org. Viste a cura di Scabec: per Info 800 629638, www.campaniabynight.it.
CAMPANIA BY NIGHT. INIZIATIVE SPECIALI. Sono inoltre previste iniziative speciali nell’ambito del programma Campania by night, progetto di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale promosso dalla Regione Campania, ideato e curato da Scabec, secondo il seguente calendario. Per info 800 629638, www.campaniabynight.it

STABIA. “Stabia Liberata”, visita teatralizzata, a Villa San Marco: venerdì 3 e sabato 4 settembre 2021; a Villa Arianna: venerdì 10 e sabato 11 settembre 2021. Visite speciali a due tra i più bei esempi di dimore aristocratiche del territorio in epoca romana, con l’illustrazione dei luoghi a cura di un archeologo, e una performance teatrale che, attraverso la figura fondamentale del preside Libero D’Orsi, ripercorre gli scavi di Stabia negli anni ’50, di cui D’Orsi fu promotore e artefice, accompagnato nello spettacolo dal suo collaboratore scolastico Don Ciccio. I testi sono a cura del regista e autore Fabio Cocifoglia. A Villa San Marco la narrazione è in particolare incentrata e sulla vita personale di D’Orsi, dalla sua curiosità giovanile per l’archeologia alla sua “impresa” di recupero del sito; a Villa Arianna il focus del racconto è sulla figura di D’Orsi come uomo di lettere e filosofia. Visite e performance teatrali a cura di Casa del Contemporaneo / Le Nuvole. Gruppi di massimo 20 persone ogni ora (alle 20, 21, 22).

Museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi” – Reggia di Quisisana: 1, 2, 8, 9 ottobre 2021. Visite teatralizzate al museo Archeologico di Stabia Libero D’Orsi a cura di Casa del Contemporaneo/Le Nuvole. Il Museo, inaugurato lo scorso settembre, ospita ed espone i numerosissimi e prestigiosi reperti provenienti dal territorio stabiano. Gruppi di massimo 10 persone ogni ora (alle 20, 21, 22).

OPLONTIS. Villa di Poppea: domenica 5 settembre, sabato 11 e 18 settembre 2021, “Le memorie di Oplontis” – viaggio teatrale itinerante a cura di Vincenzo Liguori, in collaborazione con l’Associazione Showlab. I visitatori saranno accompagnati all’interno della maestosa villa di Poppea a Torre Annunziata, attribuita alla seconda moglie di Nerone, da attori teatrali e ballerini, oltre che con l’ausilio di un’app. La visita si conclude presso il Tablinium e il giardino della Villa, dove artisti e musicisti di strumenti antichi ricreano l’atmosfera dell’epoca attraverso il suono della lira e dell’arpa. Gruppi di massimo 20 persone ogni ora (alle 20, 21, 22).

BOSCOREALE. Villa Regina: domenica 12, 19, 26 settembre 2021. “Parthenoplay”: visite guidate a cura di archeologi all’interno degli ambienti della Villa Regina, che costituisce un esempio ben conservato di fattoria rustica adibita alla produzione del vino, con i numerosi dolia interrati, usati per la conservazione del vino. Al termine di ciascun turno di visita, intrattenimento di musica swing, a cura dell’Associazione MB Concerti, diretto dal Maestro Giuseppe Di Capua, con il momento spettacolo “Parthenoplay”, con il trio Marina Bruno (voce), Giuseppe Di Capua (piano), Peppe La Pusata (batteria). Gruppi di massimo 15 persone ogni ora (alle 20, 21, 22).
Napoli. Tre nuovi video per la rubrica “I Gladiatori ti aspettano al Mann” sui social del museo Archeologico nazionale: Paolo Patriota sulla scenografia di Gladiatorimania, Antonio Ernesto Denunzio sulla partnership tra Mann e Intesa Sanpaolo, Caterina Serena Martucci sulle pitture perdute dell’anfiteatro di Pompei

Tre nuovi video della rubrica “I Gladiatori ti aspettano al Mann” proposta sui canali social del museo Archeologico nazionale di Napoli per illustrare la mostra “Gladiatori” aperta nel Salone della Meridiana e “Gladiatorimania” nel Braccio nuovo fino al 6 gennaio 2022.
Nel nono appuntamento lo scenografo Paolo Pariota spiega come si costruisce e progetta la scenografia della sezione “Gladiatorimania”. “Tutto l’allestimento scenografico”, ricorda Pariota, “nasce da un attento ragionamento sviluppato a seguito di uno studio dei materiali dei set cinematografici sul tema del mondo romano. La scenografia inizia con due grandi portali posti all’ingresso fino a proseguire all’interno del cavedio dove sono ricreati oggetti utilizzati dai gladiatori durante i loro allenamenti. La scenografia all’entrata è realizzata totalmente in legno, e rappresenta una sorta di entrata in un anfiteatro, con mattoni e travertino: una sorta di arco a tutto sesto e una grata che rende la scenografia ancora più reale. Per la scenografia nel cavedio, è importante ricordare che tutti i gladiatori venivano sottoposti a un intenso e duro allenamento quotidiano utilizzando delle sagome di altezza naturale oppure delle armi fittizie. E venivano introdotti gradualmente all’arte della lotta fino poi a raggiungere un livello professionale che doveva adattarsi allo spettacolo. Pertanto la scenografia del cavedio è quella di andare a ricreare questo momento attraverso la riproduzione di questi oggetti: c’è la sabbia sul pavimento che serviva ad attutire la caduta e soprattutto ad assorbire il sangue dei gladiatori durante il combattimento. Ci sono due pali di allenamento e la botola che serviva come fuoriuscita degli animali durante la lotta. E infine dei contenitori con dei “gladio” fittizi, dei “gladio” in legno, usati durante l’allenamento per evitare un’eventuale ribellione da parte dei gladiatori. Spero che tutto l’allestimento riesca a catturare il pubblico e soprattutto a far rivivere i momenti di pathos e di antagonismo che avvenivano tra i gladiatori durante i loro combattimenti”.
Nel decimo appuntamento Antonio Ernesto Denunzio, vicedirettore Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli, illustra le caratteristiche della partnership con Intesa Sanpaolo: insieme per promuovere il nostro patrimonio culturale. “La partecipazione di Intesa Sanpaolo a questa preziosa importante iniziativa”, sottolinea Denunzio, “rientra in un rapporto di collaborazione più ampio che abbiamo già da diversi anni con il museo Archeologico nazionale di Napoli. E che ruota all’intorno a due argomenti fondamentali: innanzitutto la presenza nelle collezioni di Intesa Sanpaolo di una raccolta di oltre 500 reperti di vasi attici e magnogreci provenienti per la gran parte da Ruvo di Puglia. Questa circostanza ha consentito una serie di iniziative realizzate in collaborazione con il Mann, non solo iniziative di carattere espositivo ma anche momenti di approfondimento di grande rilievo. In particolare ricordo la recente pubblicazione del catalogo dei vasi a figure rosse apuli del Mann sostenuta da Intesa Sanpaolo. C’è poi un altro progetto intorno a cui ruota la collaborazione tra il Mann e Intesa Sanpaolo ed è il progetto Restituzioni, il programma di restauri che la banca dedica al patrimonio nazionale, al patrimonio pubblico. E mi piace ricordare che in occasione della XVI edizione di Restituzioni, nel 2013, a Palazzo Zevallos Stigliano, la sede di Intesa Sanpaolo a Napoli, delle Gallerie d’Italia di Napoli di Intesa Sanpaolo, vennero esposti proprio due porzioni di affresco che rappresentano dei trofei e armi gladiatorie provenienti dal quadriportico del Teatro Grande di Pompei, un luogo dove sappiamo da una serie di graffiti ritrovati proprio su questi affreschi e che nel 2013 vennero restaurati per l’occasione, il luogo dove i gladiatori erano soliti allenarsi e ritrovarsi. Ed è un compendio veramente di tutte le armi gladiatorie che troviamo impilate su queste aste verticali – scudi, spiedi, tridenti, elmi – veramente tutti gli accessori che erano soliti utilizzare i gladiatori nei loro combattimenti”.
Nell’undicesimo appuntamento Caterina Serena Martucci, dell’Ufficio Comunicazione del Museo, presenta un focus sulle pitture ormai perdute dell’Anfiteatro di Pompei: in mostra, è possibile ammirare le tempere di Francesco Morelli, uniche testimonianze della bellezza del ciclo pittorico andato distrutto nel 1816. E nell’allestimento, grazie al video di Altair4Multimedia, la tecnologia ci permette di fare un viaggio nel tempo, ammirando gli affreschi dell’Anfiteatro proprio come dovevano essere. “Nei mesi scorsi sui nostri canali social abbiamo atteso l’arrivo dei gladiatori con foto e anticipazioni di curiosità. Oggi”, annuncia Caterina serena Martucci, “vi portiamo in mostra per mostrarvi come dalla documentazione di archivio si possa ricostruire quello che il tempo e l’incuria hanno lasciato perdere. In mostra c’è il modello dell’anfiteatro di Pompei scavato tra il 1813 e il 1815. Tra le altre cose vennero fuori delle meravigliose pitture che decoravano il parapetto che separava le gradinate degli spettatori dall’arena dove combattevano i gladiatori. Quelle pitture oggi sono perdute. Nel 1816 a causa di atti vandalici e delle gelate le pitture andarono distrutte, ma ci resta la documentazione a tempera eseguita dal pittore Francesco Morelli. E quei disegni sono conservati nell’archivio del Mann. Proprio partendo da questi disegni la curatrice della mostra Valeria Sanpaolo e Altair4Multimedia hanno ricostruito l’ordine esatto delle scene riprodotto in mostra in un’ellisse che ripropone la forma dell’anfiteatro e nel filmato che ricostruisce tridimensionalmente il sito. Ai lati della stretta porta di accesso si riconoscono due reziari con il tridente poi una serie di pannelli con squame bipartite alternate a finti marmi, statue di vittorie, candelabri, sei pannelli di cacce o combattimenti tra animali, e finalmente il grande pannello centrale che riproduce in maniera sintetica, come in presa diretta, come in un fumetto, anche con qualche incongruenza, quella che è la scena di apertura di un munus, cioè dei giochi gladiatori. Riconosciamo al centro l’editor dei giochi, o forse piuttosto l’arbitro, il summa rudis, che ha la bacchetta, il grande corno con cui si dava inizio ai giochi, e un gladiatore con alti schinieri, un altro con lo schiniere basso, la manica di protezione, due attendenti che riparano un elmo, insomma tutto insieme come in un piccolo riassunto la scena che sarebbe di lì a poco cominciata”.
Per la quarta edizione Pompeii Theatrum Mundi torna nel teatro Grande di Pompei col pubblico: grandi registi, grandi interpreti per cinque prime nazionali. La rassegna estiva del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale diventa una sfida: “Sia l’inizio di una nuova stagione per il nostro Paese che possa coincidere con la ripresa di tutte le attività in presenza”

Fissate bene la data sull’agenda: 24 giugno 2021. Potrebbe essere il giorno della svolta. Il primo spettacolo teatrale col pubblico in presenza. Dove? Al teatro Grande del parco archeologico di Pompei per la quarta edizione di Pompeii Theatrum Mundi (24 giugno – 25 luglio 2021), la rassegna estiva del Teatro di Napoli – Teatro Nazionale con il Parco Archeologico di Pompei in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Campania Teatro Festival. Grandi registi, grandi interpreti per cinque prime nazionali. Lo scorso anno la rassegna estiva non si è tenuta nel suo luogo di elezione, a Pompei, ma era stata garantita un’alternativa: Scena Aperta al Maschio Angioino, una rassegna limitata dalle doverose misure anti-COVID, ma di grande impatto artistico. Aspettando il ritorno alla normalità, gli organizzatori sono pronti. “Vogliamo affrontare con “l’ottimismo della volontà” la sfida della quarta edizione di Pompei Theatrum Mundi, confidando che da giugno vi sia l’inizio di una nuova stagione per il nostro Paese che possa coincidere con la ripresa di tutte le attività in presenza”, assicura Filippo Patroni Griffi, presidente Teatro di Napoli – Teatro Nazionale. “Quest’anno Pompei ci sarà. Non possiamo farne a meno, perché il ritorno alla nostra vita passa anche dalla riapertura dei luoghi della cultura. Il primo lockdown ci ha visti alternare le speranze di pronta ripartenza con il buio dell’aumento dei contagi e il dolore per i nostri morti; la pandemia ci ha privati di tanti diritti di libertà, ma ora finalmente, grazie alla campagna vaccinale, siamo vicini alla ripartenza. Noi ci crediamo e sono fiducioso che dal 24 giugno al 25 luglio ci potremo ritrovare nella cavea del Teatro antico di Pompei per assistere insieme alla magia del teatro sotto le stelle”.

Filippo Patroni Griffi, , presidente Teatro di Napoli – Teatro Nazionale

Roberto Andò, regista, direttore artistico di Pompeii Theatrum Mundi
“Noi siamo pronti per ripartire dal Teatro Grande di Pompei, che quest’anno vedrà il debutto della direzione artistica di Roberto Andò”, annuncia Patroni Griffi, “che ringrazio per la dedizione e la cura dedicata a ogni singolo dettaglio, per garantire una rassegna estiva ricca di ispirazione artistica in uno spazio accogliente e aperto, nel pieno rispetto della sicurezza di tutti. Il cartellone è ricco, sofisticato e avvincente; e ci auguriamo che faccia da volano anche per la prossima stagione del Teatro di Napoli, che confidiamo possa essere quella del ritorno al ritmo sano e rassicurante della “normalità”. Perché se c’è una cosa che ci ha insegnato questa pandemia è che niente è più importante di difendere la “normalità” della cultura fatta dalla forza delle emozioni da condividere in presenza”. Ne è convinto Roberto Andò, direttore Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, che firma la sua prima edizione della rassegna nata nel 2017: “Mai come questa volta tornare a teatro segna un possibile ritorno alla vita. E non solo perché in questo interminabile anno di peste il teatro ci è venuto a mancare, una ragione più che sufficiente a farcene avvertire ora il desiderio intenso e struggente. Ma anche perché quest’estate potremo finalmente tornare a sederci su uno di quei monumenti di pietre antiche, ed eterne, da cui è cominciata la prima idea di teatro come luogo in cui gli uomini possono formulare domande a ciò che è vivo e a ciò che è destinato a morire. Una idea di teatro che equivale a una esperienza radicale in cui rimettere in gioco ciò che crediamo di pensare, di sentire o di credere”.
Vedere, nel promo della quarta edizione di Pompeii Theatrum Mundi, il teatro Grande di Pompei gremito di spettatori ti fa stringere il cuore. Pensare quest’anno le gradinate con così tante persone è pura utopia, ma per organizzatori, artisti e registi sarà già un grande risultato sentire il calore e la vicinanza del pubblico. Quanti saranno gli spettatori ammessi? Oggi è ancora prematuro fissare delle cifre precise. Man mano che ci si avvicinerà all’inaugurazione della rassegna e che ci saranno gli aggiornamenti sull’andamento della pandemia, si fisseranno regole e numeri precisi. In programma cinque spettacoli che uniscono al Teatro di Napoli grandi produzioni internazionali come quella del Festival D’Avignone, intensi intrepreti della scena teatrale mondiale come Isabelle Huppert, prime come “Pupo di zucchero” di Emma Dante e “Quinta Stagione”, che era previsto in stagione, di Franco Marcoaldi, diretto e interpretato da un grande protagonista della scena teatrale quale Marco Baliani. Continua il sodalizio con il Campania Teatro Festival: a Pompei ci sarà “Resurexxit Cassandra” con la regia di Jan Fabre e protagonista Sonia Bergamasco; “Il Purgatorio. La notte lava la mente” di Federico Tiezzi, spettacolo allestito in occasione del settimo centenario della morte di Dante Alighieri e infine “La cerisaie (Il giardino dei ciliegi)”, del regista portoghese Tiago Rodrigues con protagonista Isabelle Huppert.

Sonia Bergamasco
Il programma. Giovedì 24 giugno 2021 apre la rassegna lo spettacolo “Resurrexit Cassandra”, testo di Ruggero Cappuccio, ideazione, regia, scenografia Jan Fabre che firma anche video e luci, musiche originali di Stef Camil Karlens, interpretato da Sonia Bergamasco. Parole nuove per l’inascoltata sacerdotessa Cassandra. Una fuga visionaria nella profezia come smascheramento dell’eterno autoinganno umano. Repliche venerdì 25, sabato 26 giugno.

Federico Tiezzi (foto Luca Manfrini)
Giovedì 1° luglio 2021 – con repliche venerdì 2 e sabato 3 – il grande palcoscenico del teatro romano accoglierà lo spettacolo “Il Purgatorio. La notte lava la mente”, di Mario Luzi, con la regia di Federico Tiezzi, con Dario Battaglia, Alessandro Burzotta, Francesca Ciocchetti, Giovanni Franzoni, Francesca Gabucci, Leda Kreider, Sandro Lombardi, Annibale Pavone, Luca Tanganelli, Debora Zuin. Spettacolo realizzato per il settimo centenario della morte di Dante Alighieri. A distanza di trent’anni dalla sua prima teatralizzazione del poema dantesco, ripartendo da un testo affidatogli da Mario Luzi, Federico Tiezzi si concentra qui sulla cantica dell’amicizia e dell’arte, il luogo in cui avviene la trasformazione del vissuto e del dolore in speranza.

Emma Dante (foto Carmine Maringola)
Dopo l’Eracle di Euripide portato nel 2018, Emma Dante torna al Teatro Grande di Pompei con “Pupo di zucchero”, di cui firma testo, regia e costumi, in prima giovedì 8 luglio 2021, con repliche venerdì 9 e sabato 10, interpretato da Tiebeu Marc-Henry Brissy Ghadout, Sandro Maria Campagna, Martina Caracappa, Federica Greco, Giuseppe Lino, Carmine Maringola, Valter Sarzi Sartori, Maria Sgro, Stephanie Taillandier, Nancy Trabona. Liberamente ispirato a “Lo cunto de li cunti” di Giambattista Basile lo spettacolo racconta la storia di un vecchio che per sconfiggere la solitudine invita a cena, nella loro antica dimora, i defunti della famiglia. Nella notte fra il 1° e il 2 novembre, lascia le porte aperte per farli entrare. Dopo il debutto a Pompei lo spettacolo andrà in scena al settantacinquesimo Festival di Avignone, in Francia.

Franco Marcoaldi e Marco Baliani (foto Mirto Baliani)
Giovedì 15, venerdì 16 e sabato 17 luglio 2021 un’altra attesa prima quella di “Quinta stagione”, monologo drammatico di Franco Marcoaldi interpretato da Marco Baliani, su paesaggio sonoro di Mirto Baliani e paesaggio scenico firmato da Mimmo Paladino. “Portare la poesia in teatro è, da sempre, impresa ardua… “, dichiara Marco Baliani. “Ma il poeta ha chiamato la sua opera “monologo drammatico”, due termini che appartengono di diritto alla storia del teatro. Dunque la visione del poema è legata alla scena, o potrebbe esserlo…”.

Isabelle Huppert (foto Christophe Raynaud De Lage)
Grande chiusura dell’edizione 2021 di Pompeii Theatrum Mundi con il debutto in prima assoluta italiana de “La cerisaie / Il giardino dei ciliegi”, di Anton Cechov, con la regia del portoghese Tiago Rodrigues, con protagonista – per la prima volta in scena al Teatro Grande di Pompei – la grande Isabelle Huppert e Isabel Abreu, Tom Adjibi, Suzanne Aubert, Marcel Bozonnet, Océane Cairaty, Alex Descas, Adama Diop, David Geselson, Alison Valence e i musicisti Manuela Azevedo e Hélder Goncalves. “Ho sempre pensato”, scrive il regista portoghese nelle note, “che Il giardino dei ciliegi trattasse della fine… Oggi posso affermare che è una commedia sul cambiamento travestita da commedia sulla fine… Il giardino dei ciliegi tratta dell’inesorabile forza del cambiamento”. Lo spettacolo approda alla rassegna di Pompei a ridosso del debutto mondiale al settantacinquesimo Festival di Avignone.
A villa Arianna di Stabia la seconda tappa del viaggio nel mito tra “Storie di seduzione e castigo” della rassegna “Scena mitica – incontri con i mondi classici” proposta dal parco archeologico di Pompei: in scena il mito di Arianna con Corrado Bologna e Valentina Carnelutti

L’affresco di Arianna e Teseo che ha dato il nome alla Villa Arianna di Stabia (foto parco archeologico di Pompei)
Da Leda ad Arianna. Venerdì 18 settembre 2020 alle 17.30 (ingresso alle 17) a villa Arianna di Stabia seconda tappa del viaggio nel mito tra “Storie di seduzione e castigo” della rassegna “Scena mitica – incontri con i mondi classici” proposta dal parco archeologico di Pompei in collaborazione con l’associazione A voce alta, per la cura di Massimo Osanna e Gennaro Carillo. Dopo Leda, è dunque il turno di Arianna, del cui mito si parlerà nella villa omonima di Stabiae. Al microfono si alterneranno Corrado Bologna, ordinario di Filologia romanza alla Normale di Pisa, e un’interprete fra le più versatili della scena italiana, Valentina Carnelutti, attrice che spazia dal teatro al cinema, alle serie televisive. Il duo Bologna – Carnelutti proporrà un vertiginoso attraversamento del mito di Arianna, oscillando tra le fonti classiche (tra le quali spicca Ovidio), le riscritture moderne (Borges, con la sua ossessione per il labirinto e il Minotauro) e la musica (Monteverdi e Strauss; quest’ultimo su libretto di von Hofmannsthal). In questione sarà, più che il mistero di Arianna, la variazione pressoché infinita della sua vicenda. Alla domanda chi è Arianna? non si può rispondere in maniera univoca. L’eroina è al tempo stesso colei che cospira contro suo fratello, il Minotauro, colei che abbandona la patria per poi essere abbandonata da Teseo, che l’ha sedotta, ma anche la sposa di Dioniso, alla quale dunque arride un futuro più luminoso di quello tramandatoci dalla poesia tragica. In queste ambivalenze risiede il fascino ancora attivissimo di Arianna.
Valentina Carnelutti è attrice, doppiatrice e regista. Ha lavorato con registi come Marco Tullio Giordana (La meglio gioventù), Theo Angelopulos (La polvere del tempo), Paolo Virzì (Tutta la vita davanti e La pazza gioia, per il quale è stata finalista al Nastro d’Argento e candidata al David di Donatello), Andrea Segre (L’ordine delle cose), Silvio Soldini (Il colore nascosto delle cose) e molti altri. In televisione è stata protagonista di diverse serie tra cui Squadra Antimafia in cui interpreta il ruolo della politica corrotta Veronica Colombo, e I Medici. In teatro ha lavorato con, tra gli altri, Angelo Orlando, Giuseppe Bertolucci, Peter Sellars, Damir Todorovic, oltre a scrivere e dirigere lei stessa diverse pièces. È autrice del cortometraggio Recuiem che ha anche prodotto e diretto (Miglior Film al Festival di Torino 2013 e Finalista ai Nastri d’Argento 2014). Al PAF presenta il reading Ondina se ne va, tratto dal racconto del 1961 della scrittrice austriaca Ingeborg Bachmann.
Intanto, come annunciato, il parco archeologico di Pompei ha messo on line la lectio di Laura Pepe con lettura scenica di Elena Bucci, protagoniste del primo appuntamento di “Scena Mitica” andato in scena al teatro Grande di Pompei lo scorso 11 settembre e dedicato al mito di “Leda e il cigno”.
Pompei. La rassegna “Scena mitica. Incontri con i mondi classici” apre con un tutto esaurito: il primo incontro dedicato a “Leda e il cigno” sarà però disponibile sul sito web nei prossimi giorni

Locandina della rassegna “Scena mitica. Incontri con i mondi classici” organizzata dal Parco archeologico di Pompei con la collaborazione dell’associazione A voce Alta
Si apre nel segno di Leda il ciclo “Scena mitica. Incontri con i mondi classici”: il primo appuntamento è per l’11 settembre 2020 alle 17.30 (ingresso pubblico alle 17) al Teatro Grande degli Scavi con una Lectio di Laura Pepe e la lettura scenica dell’attrice Elena Bucci. L’evento ha riscontrato un grande interesse da parte del pubblico ed è già sold-out, ma sarà integralmente fruibile sul sito web del Parco www.pompeiisites.org, nei giorni successivi. Leda inaugura un trittico, dal titolo “Storie di seduzione e castigo”, dedicato alla rilettura di tre figure chiave della mitologia classica (le altre due sono Arianna con Teseo e Diana con Atteone), le cui rappresentazioni abbondano a Pompei e a Stabia. La partecipazione agli incontri è gratuita su prenotazione obbligatoria all’indirizzo scenamitica@gmail.com per un numero limitato di spettatori, come imposto dalle misure di contingentamento e distanziamento previste dalla normativa sanitaria. La disposizione del pubblico sarà soggetta alle misure di distanziamento sociale previste dalla normativa sanitaria in corso.
“Il riavvio degli eventi a Pompei, come per le campagne di scavo, a seguito di un complicato periodo di stasi per il Paese vuole rappresentare un segnale verso la ripresa culturale e turistica dei luoghi d’arte e del turismo”, dichiara Massimo Osanna. “Da qui la scelta di un evento di grande qualità artistica, a partecipazione gratuita, seppur soggetto alle limitazioni imposte dalle misure sanitarie. Aprire, inoltre, la rassegna con il mito di Leda, che rinvia alla recente e ormai nota scoperta dell’affresco dall’omonima casa lungo via del Vesuvio, rinvenuto nel corso degli interventi di consolidamento dei fronti di scavo, intende essere un omaggio, ma soprattutto un buon auspicio a una nuova stagione del sito”.

L’affresco con Leda e il Cigno, rinvenuto negli scavi della Regio V alla fine del 2018, è una delle più importanti scoperte recenti a Pompei (foto parco archeologico Pompei)
Il mito di Leda, la bellissima regina di Sparta, madre di Clitennestra e posseduta da Zeus che assume sembianze di cigno, sarà l’occasione per un discorso più ampio sul tema della seduzione nel mondo antico, affidato a Laura Pepe, professoressa di Diritto greco all’università Statale di Milano, autrice, tra l’altro, del fortunato Gli eroi bevono vino. Il mondo antico in un bicchiere (Laterza). Dall’amplesso con Zeus nascerà Elena: il che ci fa capire quanto questo mito sia cruciale per l’immaginario dell’Occidente. Coerentemente con la formula del ciclo, il racconto storico e la messa a punto critica di Laura Pepe si integreranno con la lettura scenica inedita di Elena Bucci, autrice, regista, attrice più volte vincitrice del Premio UBU, che al cinema ha recitato anche in Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino. Elena Bucci si forma nella compagnia di Leo de Berardinis e fonda e dirige, con Marco Sgrosso, la compagnia teatrale Le belle bandiere. Dirige e interpreta testi classici e contemporanei, scrive drammaturgie originali spesso intrecciate con la musica, crea progetti dove dialogano diverse arti, conoscenze e discipline e ha riaperto al pubblico spazi della memoria dimenticati. Si affaccia a tratti al cinema e ha costruito solide collaborazioni con artisti ed enti in Italia e all’estero. Si occupa di alta formazione teatrale e ha pubblicato su volumi e riviste. Tra i premi: Premio Ubu per le sue drammaturgie e regie, Premio Ubu per le interpretazioni con Claudio Morganti, Premio Duse, Premio Hystrio-Anct, premio Hystrio Altre Muse, premio Olimpici per il Teatro. Per altre notizie: www.lebellebandiere.it; www.buccielena.blogspot.it, www.facebook.com/ElenaBucci.FanClub
“Quello di Leda non è solo un mito di metamorfosi; è anche una storia perturbante di fascinazione animale che inaugura una tradizione lunghissima (si pensi a un film come Max mon amour di Nagisa Oshima). Qui Leda ammicca allo spettatore, più compiaciuta che meravigliata dall’amplesso incongruo col dio/bestia”, aggiunge Gennaro Carillo. “Fossimo al cinema, e non nell’alcova di un ricco pompeiano, diremmo che la regina di Sparta guarda in macchina, rompendo l’illusione drammatica, come a voler prendere le distanze dal mito, ridotto a mero preludio alle delizie della vita coniugale. Questo riuso prefigura il destino moderno del mito classico: una sopravvivenza a bassa intensità, magari sotto forma di allegoria, di rinvio a qualcos’altro. Il tempo in cui i mortali credevano alle proprie finzioni è finito. Ma ripensando a quel tempo dell’origine, feroce e ingenuo, a quelle età che Vico chiamava degli dei e degli eroi, i moderni possono solo struggersi di nostalgia”.
Al via la rassegna “Scena mitica. Incontri con i mondi classici”: un viaggio nel mito tra “Storie di seduzione e castigo” e la riscoperta del cinema classico d’autore. A Pompei e Stabia lectiones e reading teatrali con Leda, Arianna e Diana: tre donne, tre miti classici. A Castellammare “Che cosa è stato il cinema italiano”

L’affresco con Leda e il Cigno, rinvenuto negli scavi della Regio V alla fine del 2018, è una delle più importanti scoperte recenti a Pompei (foto parco archeologico Pompei)
Leda, Arianna e Diana. Tre donne, tre miti classici, tre racconti di passioni e tormenti. Con altrettante donne in scena: Elena Bucci, Valentina Carnelutti, Federica Rosellini. Apre con queste “storie di seduzione e castigo” la prima parte della rassegna “Scena mitica. Incontri con i mondi classici” organizzata dal Parco archeologico di Pompei con la collaborazione dell’associazione A voce Alta. Un progetto che, fin dal titolo, amplia il concetto di ‘classico’, estendendolo al contemporaneo, secondo una prospettiva multifocale e angoli visuali differenti. Ecco perché si parla di mondi classici, al plurale. Due incontri al Teatro grande di Pompei (11 e 25 settembre 2020) e uno a Villa Arianna di Stabia (18 settembre 2020) dedicati alla mitologia antica, e una seconda parte “Che cosa è stato il cinema italiano” nei mesi di ottobre e novembre, con la visione di classici d’autore restaurati, presso il Cinema Montil di Castellammare. Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria.

Locandina della rassegna “Scena mitica. Incontri con i mondi classici” organizzata dal Parco archeologico di Pompei con la collaborazione dell’associazione A voce Alta
Il progetto è organizzato dal Parco archeologico di Pompei con la collaborazione dell’associazione A voce alta, presieduta da Marinella Pomarici. La curatela è e di Massimo Osanna, direttore del Parco Archeologico di Pompei e di Gennaro Carillo, professore ordinario di Storia del pensiero politico nell’università Suor Orsola Benincasa di Napoli e alla Federico II. Per la sezione cinema ci si vale della collaborazione di Stefano Francia di Celle, Direttore del Torino Film Festival e curatore della sezione Classici della Mostra del Cinema di Venezia. La rassegna si è avvalsa, inoltre, della collaborazione del Cinema Montil e di Surf Film. Informazioni per gli spettacoli. Teatro Grande e Villa Arianna: la partecipazione agli incontri è gratuita su prenotazione obbligatoria al seguente indirizzo mail scenamitica@gmail.com per un massimo di 200 persone. La disposizione del pubblico sarà soggetta alle misure di distanziamento sociale previste dalla normativa sanitaria in corso. Cinema Montil: partecipazione gratuita fino ad esaurimento posti. Il calendario delle proiezioni sarà a breve comunicato sul sito www.pompeiisites.org. Prenotazione obbligatoria al seguente indirizzo mail: scenamitica@gmail.com.

L’affresco di Arianna e Teseo che ha dato il nome alla Villa Arianna di Stabia (foto parco archeologico di Pompei)
La rassegna “Scena mitica. Incontri con i mondi classici” è divisa in due sezioni. La prima “Storie di seduzione e castigo” ha in programma tre incontri di riflessione sul mito tra letteratura e teatro e prevede le letture di tre Signore della scena italiana. Si parte con Leda e il cigno, l’11 settembre 2020 (alle 17.30) al Teatro Grande degli Scavi con una Lectio di Laura Pepe e la lettura scenica di Elena Bucci. Segue il 18 settembre 2020, a Villa Arianna di Stabia (ore 17.30), con Arianna e Teseo, la Lectio di Corrado Bologna, accompagnata dalla lettura scenica di Valentina Carnelutti. E di nuovo al Teatro Grande di Pompei, il 25 settembre 2020 (alle 17.30) l’appuntamento dedicato al mito di Diana e Atteone, Lectio di Gennaro Carillo e lettura scenica di Federica Rosellini. “Tre temi mitici che hanno avuto grande fortuna iconografica a Pompei e a Stabia e che saranno destinati a lunga durata nell’immaginario dell’Europa occidentale”, spiega Massimo Osanna. “Il titolo scelto, “Storie di seduzione e castigo”, identifica nell’eros e nella hybris (la tracotanza) il denominatore comune di questi meravigliosi racconti immorali, che tanto turbavano, attraendolo, Platone. Un denominatore che si salda perfettamente ai percorsi di ricerca, ed espositivi, da tempo intrapresi dal Parco Archeologico di Pompei: dalla mostra Venustas – che è una mostra sulla grazia e la bellezza, nonché sulla seduzione – e al film appena prodotto sul tema dell’eros, con Isabella Rossellini, in uscita a novembre nelle sale cinematografiche”.
La seconda parte della rassegna “Che cosa è stato il cinema italiano” in programma al cinema Montil di Castellammare di Stabia, avrà inizio con Viaggio in Italia di Rossellini, al quale seguirà la proiezione di un campione rappresentativo non solo dei migliori restauri degli ultimi anni, ma soprattutto di una stagione in cui il cinema italiano riusciva a cogliere i tratti distintivi dell’ethos nazionale e al tempo stesso si affermava nel mondo come un modello di linguaggio nuovo. Una stagione aurea, e per molti versi irripetibile. Le opere selezionate – Una giornata particolare di Ettore Scola, I mostri e Il sorpasso di Dino Risi, La donna scimmia di Marco Ferreri, Todo modo di Elio Petri – offrono uno spaccato che, per quanto parziale, aiuta a comprendere il valore assoluto di quei classici, immuni dall’usura del tempo. Un’opportunità unica per apprezzare pagine così cruciali, e globalmente riconosciute della nostra cultura, vedendo o rivedendo le pellicole – al cinema – restituite in forma smagliante. “Il legame tra un classico restaurato e Pompei è in sé”, dichiara Gennaro Carillo, “non solo perché in uno di questi titoli, Viaggio in Italia di Rossellini, Pompei e l’archeologia giocano un ruolo decisivo, ma perché questi classici hanno in comune con Pompei la caducità, l’estrema vulnerabilità, quella deteriorabilità che soltanto l’amorevolezza e la costanza di una cura scientificamente rigorosa possono contrastare. Non solo: il classico, che è un’opera senza tempo (o comunque senza scadenza: se Sciascia paragonava alle uova i libri normali, Pontiggia definiva i classici i contemporanei del futuro), vive nella sua tradizione, che è fatta di riusi e di abusi, di volgarizzamenti e trivializzazioni, di deferenza e infedeltà”.
“Serata Parade Pulcinella” al Teatro Grande degli Scavi di Pompei: con il Teatro dell’Opera di Roma in scena il balletto “Parade” di Picasso, Cocteau, Massine e Satie, e il balletto “Pulcinella” di Stravinskij, Massine e Picasso
Il sipario sulla grande mostra “Picasso e Napoli: Parade”, al museo e real bosco di Capodimonte a Napoli e all’Antiquarium degli scavi di Pompei, si è chiuso solo da pochi giorni, segnando un grande successo di pubblico (oltre 100mila visitatori per l’evento che ha voluto celebrare il centenario del viaggio di Picasso in Italia; catalogo Electa). Nel 1917 infatti Picasso compie un viaggio in Italia insieme a Jean Cocteau per lavorare con i Balletti Russi a “Parade”, balletto che andrà in scena a Parigi nel maggio 1917, su soggetto dello stesso Cocteau e musica di Erik Satie. Tra marzo e aprile 1917 Picasso è due volte a Napoli e a Pompei. Il sipario Parade, la più grande opera di Picasso (una tela di 17 metri di base per 10 di altezza), è stato dunque riavvolto per fare ritorno al Centre Pompidou di Parigi. Ma “Parade” riappare virtualmente a Pompei con il Teatro dell’Opera di Roma che al Teatro Grande degli Scavi di Pompei mette in scena “Serata Parade Pulcinella”. Da giovedì 27 a sabato 29 luglio 2017 i primi ballerini Rebecca Bianchi, Claudio Cocino, Manuel Paruccini, i solisti e il corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma diretti da Eleonora Abbagnato faranno rivivere i personaggi e la magia dei balletti “Parade” e “Pulcinella”.
Il balletto “Parade” nasce a Roma nel 1917 dalla collaborazione – magistralmente orchestrata dall’impresario dei Balletti Russi, Sergej Djagilev – tra Pablo Picasso, Jean Cocteau, Léonide Massine ed Erik Satie, quest’ultimo rimasto però in Francia. Il celebre scrittore Guillaume Apollinaire vede in questa collaborazione un esprit nouveau e nel programma di sala afferma: “Parade sconvolgerà non poco le idee degli spettatori”. “Parade” è pensato fin da subito dai suoi creatori come un balletto nuovo e rivoluzionario, dove per la prima volta danzano costumi-scultura tridimensionali, su una partitura coreografica innovativa fatta di movimenti asciutti e veloci. “Parade” è rappresentato in prima assoluta il 18 maggio 1917 al Théâtre du Châtelet di Parigi, in piena guerra, ma tutta la sua modernità, volta a catturare gli aspetti più sfacciati, volgari e vivaci della natura umana, non viene colta dal pubblico che grida allo scandalo. I personaggi del balletto si esibiscono in danze molto vicine alla spettacolarità popolare, che poco si sposa con l’immagine seria e sublime che gli spettatori del tempo avevano dei ballerini russi. Tuttavia, “Parade” non è un esempio di teatro di varietà, ma una trasformazione artistica di esso. I suoi quattro geni creativi, Picasso, Cocteau, Massine e Satie – abituali frequentatori del circo, del cinema e del music-hall – sono i collaboratori ideali per un progetto pensato con l’obiettivo di portare nel balletto un po’ della vitalità e della schiettezza del teatro popolare. Picasso recupera il tema del circo a lui caro per il famoso sipario del balletto e realizza una scenografia e dei costumi non convenzionali. Satie compone una musica che include sonorità realistiche e quotidiane. Il ruolo di Cocteau è determinante: crea il progetto, ne scrive il soggetto, partecipa a ogni aspetto della sua evoluzione artistica e coinvolge entusiasticamente Picasso e Satie in questa avventura.
“Pulcinella”, balletto in un atto ambientato nella città di Napoli, è andato in scena per la prima volta il 15 maggio del 1920 al Teatro dell’Opéra di Parigi e la “provocazione visiva” di Picasso ha subito riscosso il consenso dei presenti. Triplice è la firma: la musica di Igor Stravinskij, la coreografia di Léonide Massine, la scenografia e i costumi di Pablo Picasso. L’idea nasce dalle suggestioni raccolte da Diaghilev, Stravinskij, Massine e Picasso durante i due viaggi nella città di Napoli e la gita a Pompei, nel marzo e nell’aprile del 1917. Fonte d’ispirazione per il balletto sono le atmosfere vissute nei vicoli e nei mercati napoletani, il fascino per la città antica di Pompei e la grande tradizione della Commedia dell’arte italiana. Picasso e Stravinskij, durante il secondo viaggio, restano affascinati dalla forza espressiva di uno spettacolo teatrale di matrice dialettale, notando come si possano superare le barriere della lingua trascinando il pubblico con una dinamica vena popolare. A suggerire il soggetto del balletto è il ritrovamento di un manoscritto nella Biblioteca Nazionale di Napoli, incentrato sulla celeberrima maschera di Pulcinella. I concepteurs cominciano a lavorare intorno alla figura di Pulcinella dandogli una forma del tutto originale. Stravinskij, nel comporre la musica, intraprende una nuova direzione e realizza la prima composizione neoclassica, il cui materiale tematico è tratto da Giovanni Battista Pergolesi ma rielaborato in chiave moderna. Massine, per supplire alla mancanza di espressività nel volto di Pulcinella che indossa una maschera, crea una coreografia non solo ricca di valori pantomimici ma in grado di modellare espressivamente il corpo dei danzatori. A Napoli aveva infatti avuto modo di assistere a numerosi spettacoli di marionette con Pulcinella protagonista, rimanendo particolarmente affascinato dai suoi continui cambiamenti nel gesto. Picasso realizza una scenografia la cui scomposizione in rettangoli, quadrati e trapezi si rifà all’impostazione geometrica del cubismo e le cui tinte fredde esaltano i colori brillanti dei costumi. La coreografia di Léonide Massine è ripresa da suo figlio Lorca Massine, ballerino e coreografo di fama internazionale, che da sempre mantiene viva la tradizione artistica tramandatogli dal padre e intrattiene con il Teatro dell’Opera di Roma, di cui ha diretto il Balletto dal 1981 al 1983, una relazione speciale. Assistenti alla ripresa coreografica sono Anna Krzyskow e Manuel Paruccini. Le scene e i costumi di Pablo Picasso sono ricostruite da Maurizio Varamo le prime e da Anna Biagiotti le seconde per l’allestimento del Teatro dell’Opera di Roma. Le luci sono di Mario De Amicis. Le musiche sono eseguite su base registrata.
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