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“… comunicare l’archeologia …”: il gruppo archeologico bolognese nel ciclo di primavera parla di etruschi, nabatei, egizi, longobardi. Omaggio a Elena Rossi, viaggio sociale in Perù

Elena Rossi (a destra), presidente del Gruppo Archeologico Bolognese, nel 2006 nello scavo archeologico di Pantelleria con il Gabo

Elena Rossi (a destra), presidente del Gruppo Archeologico Bolognese, nel 2006 nello scavo archeologico di Pantelleria con il Gabo

Il Gruppo archeologico bolognese iscritto ai Gruppi archeologici d'Italia

Il Gruppo archeologico bolognese iscritto ai Gruppi archeologici d’Italia

Dagli etruschi ai nabatei, dai longobardi agli egizi, e poi eros e otium nell’antica Roma: è un programma molto ricco quello proposto dal Gruppo archeologico bolognese, che aderisce ai Gruppi Archeologici d’Italia, nel ciclo di conferenze “…comunicare l’archeologia…”, fiore all’occhiello del Gabo. Con un momento particolarmente toccante: l’omaggio all’indimenticata Elena Rossi, presidentessa del Gruppo Archeologico Bolognese, prematuramente scomparsa nel gennaio 2010. E uno intrigante: la presentazione del viaggio in Perù.

Il sito archeologico di Machu Picchu, il più famoso del Perù, patrimonio dell'Unesco

Il sito archeologico di Machu Picchu, il più famoso del Perù, patrimonio dell’Unesco

Il ciclo inizia martedì 16 febbraio 2016, alle 21, al centro sociale “G.Costa”, in via Azzo Gardino 48, a Bologna, dove si terranno i primi quattro incontri, sempre con lo stesso orario. Quella del 16 febbraio è la serata inaugurale del semestre sociale febbraio-giugno 2016, riservata, come da tradizione, alla presentazione del programma, le iniziative, i viaggi. E quest’anno in cantiere c’è   un appuntamento speciale: il viaggio in Perù dal 12 al 26 giugno 2016 con l’archeologa Maria Longhena organizzato da Cartorange e dal Gabo. Per info: Silvia Romagnoli, 393.1302525, s.romagnoli@cartorange.com; e Simona Savigni, 331.1071429, s.savigni@cartorange.com. E alla serata inaugurale, dopo il programma sociale, ecco la conferenza preparatoria del viaggio in Perù dal titolo “Nelle terre dell’El Dorado: le civiltà andine dalle origini agli Inca” con l’archeologa Maria Longhena. Il secondo incontro, martedì 1° marzo 2016, ci porta nel mondo degli etruschi con Paola Desantis, direttore del museo Archeologico nazionale di Ferrara su “Gli Etruschi fra Reno e Setta: il nuovo insediamento de La Quercia”. Il fascino del Vicino Oriente protagonista del terzo incontro, martedì 15 marzo, con l’archeologa Silvia Romagnoli che illustrerà “Il tesoro dei Nabatei: visita guidata nell’antica Petra”. Si rimane sempre nel Mediterraneo orientale col quarto incontro di martedì 22 marzo 2016, quando l’archeologa Barbara Faenza ci ricorda “Quando la Grecia incontrò l’Egitto”.

Emanuele Greco, direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene

Emanuele Greco, direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene

Per il quinto incontro cambiano sede, giorno e orario, per un evento particolarmente importante per il Gruppo archeologico bolognese: il ricordo-omaggio di Elena Rossi. L’appuntamento è per lunedì 4 aprile 2016, alle 16, nell’aula Prodi del Dipartimento di Storia Culture Civiltà dell’università , in piazza piazza S. Giovanni in Monte 2 a Bologna. In occasione del sesto anniversario della scomparsa di Elena Rossi, il Gruppo Archeologico Bolognese incontra la Scuola Archeologica Italiana di Atene, per la quale Elena ha istituito per testamento dieci borse di studio. Presentano i loro lavori gli archeologi cui sono state assegnate le due borse di studio per il 2015: Rosario Anzalone con “Gortina di Creta. Storia e archeologia di una polis greca tra città e territorio”, e Adalberto Ottati con “Atene e Roma: riflessi di Grecia nell’ideologia del principato e nell’architettura di epoca adrianea”. Per l’occasione interverrà il prof. Emanuele Greco, direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene.

Una lucerna romana con scene erotiche rinvenuta nel Modenese

Una lucerna romana con scene erotiche rinvenuta nel Modenese

Dal sesto incontro, e fino al termine del ciclo, si torna alle 21 nella sede tradizionale, cioè al centro sociale “G.Costa”. Martedì 12 aprile 2016 ci si tuffa nell’Alto Medioevo, con l’archeologo Pierangelo Pancaldi su “Guerre di frontiera. Lo scontro tra Longobardi e Bizantini sulla linea del Panaro”. Il successivo martedì 19 aprile 2016, l’archeologo Donato Labate della soprintendenza Archeologia dell’Emilia Romagna parla di “Lucerne con scene erotiche da contesti funerari di età romana. Una possibile interpretazione”. L’ottavo incontro, martedì 3 maggio 2016, si resta nell’antica Roma con l’archeologa Federica Guidi del museo Archeologico di Bologna: “Non solo otium: tempo libero e vita quotidiana nell’antica Roma”. L’antico Egitto è invece al centro del nono incontro, martedì 10 maggio 2016. L’archeologa Maria Giovanna Caneschi si sofferma su “L’alimentazione nell’antico Egitto. Storia, cultura e religione attraverso l’analisi delle pitture parietali funerarie”. Decimo appuntamento martedì 17 maggio 2016 dedicato a “L’Etruria di George Dennis” con Stephan Steingraeber docente di Etruscologia e Antichità italiche all’università di Roma 3. Si chiude martedì 31 maggio 2016 con Marco Bonino, già docente di Architettura Navale antica all’università di Bologna che si soffermerà su “La battaglia delle Egadi (10 marzo 241 a.C.) svelata dalle nuove scoperte”.

“A tavola con gli Etruschi di Marzabotto”: al museo “Pompeo Aria”, collegata a Expo 2015, mostra-viaggio tra usi, costumi e rituali degli abitanti di Marzabotto di 2500 anni fa con un testimonial d’eccezione, il dio del vino Fufluns

Il simposio come lo hanno rappresentato gli stessi etruschi nelle loro pitture

Il simposio come lo hanno rappresentato gli stessi etruschi nelle loro pitture

Su tutto vegliava Fufluns, divinità degli alberi e della fecondità, signore del vino e del delirio mistico. Il suo regno, il simposio; la sua icona, una coppa da vino (il kantharos). Fufluns per gli Etruschi, Dionysos per i Greci, Bacco per i Romani: il più gaudente degli Dei testimonia quanto da sempre il cibo, al di là della sua funzione nutritiva, abbia espresso altri valori, simbolici e sociali. E proprio il bronzetto etrusco raffigurante il dio del vino Fufluns, una statuetta rinvenuta nell’Ottocento vicino a Sasso Marconi e poi entrata nelle Collezioni del museo nazionale di Firenze, è l’icona della mostra “A tavola con gli Etruschi di Marzabotto. Aspetti reali e simbolici del cibo nella città etrusca”, aperta al museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto fino al 10 gennaio 2016: il bronzetto-testimonial è così tornato nella sua terra d’origine grazie al prestito concesso dalla soprintendenza Archeologia della Toscana. Il museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto partecipa al progetto SEMI (Musei in Emilia-Romagna per Expo 2015) con questa mostra che illustra con pannelli, didascalie e schede ad hoc tre aspetti specifici dell’alimentazione degli etruschi: le risorse dell’ambiente, le modalità del consumo del cibo in epoca etrusca con particolare riguardo alla città etrusca di Marzabotto-Kainua, le stoviglie e i manufatti d’uso quotidiano, l’acqua, l’olio, il vino e gli aspetti simbolici del cibo, dai banchetti e servizi da simposio in Etruria ai culti di Dioniso-Fufluns, signore degli alberi e della fecondità, dio del vino e del delirio mistico: ecco un viaggio tra usi, costumi e rituali degli abitanti di Marzabotto di 2500 anni fa.

Il dio del vino Fufluns, bronzetto trovato a Sasso Marconi, testimonial della mostra a Marzabotto

Il dio del vino Fufluns, bronzetto trovato a Sasso Marconi, testimonial della mostra a Marzabotto

Lo straordinario kantharos bifronte proveniente dalle necropoli di Kainua-Marzabotto

Lo straordinario kantharos bifronte proveniente dalle necropoli di Kainua-Marzabotto

Lo straordinario bronzetto raffigurante Fufluns è dunque il testimonial della mostra “A tavola con gli Etruschi di Marzabotto”, promossa da soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna, museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” di Marzabotto, in collaborazione con dipartimento di Storia, culture civiltà e archeologia dell’università di Bologna e Unione dei Comuni dell’Appennino Bolognese, mostra che è un viaggio alla scoperta di un popolo raffinato descritto dagli antichi come godereccio e mondano, perennemente a tavola mentre stuoli di schiavi servono cibi succulenti versando vino in grandi coppe. Il viaggio parte dalla terra, non a caso generosa, come attesta la sezione dedicata alle risorse alimentari integrata da recenti studi paleobotanici. A Marzabotto si coltivavano orzo, farro e grano in quantità, si producevano fichi e legumi, si allevavano maiali e ovini, si cacciavano cervi e selvaggina, si importavano olio e vino. Sulle tavole dei ricchi regnava l’abbondanza. I cuochi preparavano carne arrostita o bollita condita con salse a base di cereali, verdure e spezie. La carne, cibo di lusso il cui consumo era legato e precisi rituali, si mangiava con focacce, uova e verdure e il pasto era chiuso da frutta e dolciumi. Il vino era miscelato con acqua e insaporito con spezie, miele o formaggio grattugiato. Il tutto servito in raffinato vasellame da mensa, piatti, vassoi e stoviglie addobbavano la tavola, il vino era attinto da grandi crateri e versato nei calici e nelle tazze dei singoli commensali. Accanto ai vasi etruschi, la mostra concentra l’attenzione sui preziosi vasi attici decorati e sui servizi in bronzo poi deposti nelle tombe per consentire al defunto di banchettare nella sua nuova vita nell’aldilà. Vengono dalle necropoli di Kainua le ceramiche attiche e a vernice nera di VI-IV sec. a. C. tra cui spiccano crateri, kylikes (coppe) e uno straordinario kantharos bifronte con teste di menade e satiro.

Grande cratere dalle tombe del V secolo scoperte a Sasso Marconi

Grande cratere dalle tombe del V secolo scoperte a Sasso Marconi

Paola Desantis, direttore del museo Etrusco di Marzabotto

Paola Desantis, direttore del museo Etrusco di Marzabotto

Cuore della sezione dedicata al simposio sono le due sepolture di V secolo a.C. rinvenute nel 1969 a Sasso Marconi. Arricchite per l’occasione di pannelli che illustrano gli aspetti simbolici della complessa ideologia del banchetto dell’aldilà, le due tombe presentano corredi dotati di tutti gli elementi più significativi del servizio da vino, dalla ceramica attica ai grandi recipienti e utensili in bronzo. “Mutuato integralmente dalla pratica greca -salvo che per la presenza delle donne”, spiega il direttore del museo Pompeo Aria, Paola Desantis, “l’adesione all’ideologia del banchetto è ampiamente attestata a Marzabotto nel suo valore simbolico, legato in particolare al culto di Dioniso, che si esprimeva nella ritualità della preparazione e del consumo del vino, e in intermezzi di musica, danza, poesia e giochi. Oltre alle testimonianze della fine ceramica d’importazione, restano i contenitori come tazze e brocche in ceramica comune prodotte in abbondanza nei laboratori della città, usati nel quotidiano specie per il consumo del più tipico dei loro piatti a base di fava, piselli o ghiande”. Il percorso tra le varie sale del museo evidenzia l’uso dei diversi recipienti fittili di produzione locale, di forma chiusa o aperta, utilizzati per contenere o consumare alimenti liquidi e solidi. Alcune anfore commerciali venute da oltremare e una macina per il grano consentono di approfondire i temi dei prodotti d’importazione e della lavorazione delle materie prime mentre la presenza di pozzi e bacili (louteria) introducono alle modalità di sfruttamento domestico delle risorse idriche. Al vino e alla sua divinità emblematica, Dionysos, è dedicata la vetrina della sala III contenente la statuetta in bronzo raffigurante Fufluns (il Dioniso etrusco) nudo e con il kantharos in mano, rinvenuta nell’Ottocento a Sasso Marconi, e alcuni vasi attici dalle necropoli della città etrusca di argomento dionisiaco.

Utensili in bronzo utilizzati nei banchetti provenienti dalle necropoli di Marzabotto

Utensili in bronzo utilizzati nei banchetti provenienti dalle necropoli di Marzabotto

Dioniso ed Ermes su una kylix greca trovata a Marzabotto

Dioniso ed Ermes su una kylix greca trovata a Marzabotto

La mostra è articolata in tre sezioni. Quella dedicata alle risorse ambientali illustra il paesaggio vegetale e il repertorio faunistico nell’età del Ferro passando in rassegna una serie di reperti faunistici rinvenuti nel corso degli scavi affiancati dai risultati di più recenti analisi paleobotaniche. L’interazione tra i risultati di vecchi e nuovi studi consente di tracciare un quadro più completo e circostanziato dell’habitat e delle risorse dell’antica città etrusca di Marzabotto-Kainua. La seconda sezione tratta il modo di consumare il cibo esponendo gli utensili e le stoviglie usati quotidianamente per mangiare. Il percorso che si snoda tra le varie sale del museo evidenzia l’uso dei diversi recipienti fittili di produzione locale, di forma sia chiusa che aperta, che servivano per contenere o consumare alimenti liquidi e solidi. Alcune anfore commerciali e una macina per il grano consentono di approfondire i temi dei prodotti d’importazione e della lavorazione delle materie prime mentre la presenza di pozzi e bacili introduce il tema delle modalità di sfruttamento delle risorse idriche. Il cuore della terza sezione è situato nella IV sala del museo dove sono esposte le due sepolture di V secolo a.C.  rinvenute nel 1969 a Sasso Marconi. Dotate di pannelli informativi che illustrano gli aspetti simbolici che compongono la complessa ideologia del banchetto dell’aldilà, le due tombe hanno restituito corredi forniti di tutti gli elementi più significativi del servizio da vino, dalla ceramica attica ai grandi recipienti ed utensili in bronzo tra cui spicca, per eccezionale stato di conservazione, un capiente stamnos in bronzo, un recipiente utilizzato per miscelare l’acqua e il vino da consumare durante il banchetto. L’itinerario tematico che si snoda in tutte le quattro sale del museo pone l’accento sui vasi attici che rimandano all’ideologia del simposio corredati da didascalie e pannelli che spiegano gli usi specifici delle diverse forme di vasi greci rinvenuti nelle necropoli di Marzabotto. Nella II sala questo itinerario si apre sulle problematiche simboliche del vino dedicando una vetrina all’immagine di Dioniso, il dio del vino, quale appare sulla ceramica attica restituita dagli scavi di Marzabotto. La mostra si conclude illustrando i vari aspetti del cibo e dell’alimentazione nel mondo etrusco con una serie di pannelli didattici tratti dalla pubblicazione “Tutti a tavola”, curata dai Servizi educativi della soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna.

Nell'area archeologica di Marzabotto ripristino dei filari di vite maritata esistenti e semina di parcelle di lino, orzo e favino (foto Fabio Lambertini)

Nell’area archeologica di Marzabotto ripristino dei filari di vite maritata esistenti e semina di parcelle di lino, orzo e favino (foto Fabio Lambertini)

Previste visite guidate con il direttore del museo Paola Desantis

Previste visite guidate con il direttore del museo Paola Desantis

Ambiente e paesaggio nella città etrusca, il 28 giugno e il 4 ottobre 2015. Legati sia alla mostra che all’Expo 2015, e in concomitanza con il raccolto di orzo e favino (a giugno) e dell’uva (a ottobre), sono proposti due eventi tesi a far conoscere il ciclo agronomico e l’importanza di alcune colture antiche e riflettere sulla economia dell’epoca etrusca. “Per meglio visualizzare il paesaggio rurale degli Etruschi all’interno dell’area archeologica”, spiega Desantis, “è stato realizzato un intervento che ripropone le colture dell’epoca: coltivazioni di cui si trovano tracce e testimonianze sia nella documentazione archeologica che in quella archeobotanica. Sono stati ripristinati due filari di vite maritata, comunemente detti “Piantate”, da tempo esistenti, e sono state seminate parcelle di lino, orzo e favino”. I due eventi proposti il 28 giugno e il 4 ottobre renderanno possibile rievocare queste storie e immaginare con laboratori ed esperienze dirette gli utilizzi di queste produzioni. Infine, a margine della mostra sono previste visite guidate gratuite alle 16 nelle domeniche del 24 maggio (Matteo Tirtei), 31 maggio (Malik Franzoia), 7 giugno (Siriana Zucchini), 14 giugno (Riccardo Vanzini) e nelle domeniche del 21 e 28 giugno (Paola Desantis).