San Casciano dei Bagni (Si). In piazza Matteotti presentazione del libro “Il Santuario Ritrovato 3. Oltre il bronzo. Rapporto preliminare di scavo (2023-2024) al Bagno Grande di San Casciano dei Bagni”, a cura di Emanuele Mariotti, Ada Salvi e Jacopo Tabolli (Sillabe editore). E anteprima dei risultati della campagna di scavo 2025 al Bagno Grande
Domenica 3 agosto 2025, alle 21.30, in piazza Matteotti a San Casciano dei Bagni (Si) presentazione alla comunità del terzo volume della collana “Il Santuario Ritrovato 3. Oltre il bronzo”, saranno presenti gli autori e la casa editrice Sillabe Editore. E anteprima dei risultati della campagna di scavo 2025 al Bagno Grande di San Casciano dei Bagni con le archeologhe e gli archeologi che hanno scavato in questi primi mesi di lavoro. Intervengono Agnese Carletti, sindaco di San Casciano dei Bagni; Jacopo Tabolli, dell’università per Stranieri di Siena; Ada Salvi, soprintendenza Abap per le province di Siena Grosseto e Arezzo; Emanuele Mariotti, università per Stranieri di Siena e Comune di San Casciano dei Bagni. “Sarà anche l’occasione – anticipa il sindaco Carletti -per fare il punto sul progetto e come sta andando il giro per il mondo che i nostri Bronzi e i nostri studiosi stanno compiendo per raccontare San Casciano”.

Copertina del libro “Il Santuario Ritrovato 3. Oltre il bronzo. Rapporto preliminare di scavo (2023-2024) al Bagno Grande di San Casciano dei Bagni”, di Emanuele Mariotti, Ada Salvi e Jacopo Tabolli (Sillabe editore)
“Il Santuario Ritrovato 3. Oltre il bronzo. Rapporto preliminare di scavo (2023-2024) al Bagno Grande di San Casciano dei Bagni”, a cura di Emanuele Mariotti, Ada Salvi e Jacopo Tabolli (Sillabe editore). La pubblicazione – 552 pagine con 445 foto e grafici – offre una panoramica sulle scoperte del Santuario ritrovato di San Casciano dei Bagni. Il percorso scientifico si articola in 41 contributi di oltre 70 autori internazionali e presenta un viaggio dal contesto allo scavo, ai rinvenimenti in bronzo e agli studi oltre il bronzo. Centinaia di reperti e migliaia di frammenti si ritrovano nel libro insieme alla ricostruzione stratigrafica di uno straordinario sito termale, con evidenze di riti e culti dal V secolo a.C. al V secolo d.C. e poi ancora dal tardo Medioevo alla comunità attuale di San Casciano.
Berlino. All’Isola dei Musei approdano “I Bronzi di San Casciano”, in mostra per la prima volta fuori dall’Italia: esposti bronzi anche della campagna di scavo 2024. Un viaggio tra passato e presente, tra scavi Ottocenteschi e i contesti attuali. Le reazioni del ministro Giuli, i dg Osanna e La Rocca, il direttore scientifico Tabolli, il sindaco Agnese Carletti

Il grande manifesto che alla James-Simon Galerie di Berlino annuncia la mostra “I Bronzi di San Casciano” (foto agnese sbaffi / mic)

La delegazione italiana in posa davanti all’Altare di Pergamo a Berlino: al centro, il ministro Alessandro Giuli, il sindaco Agnese Carletti e Martin Maischberger, il neo-direttore dell’Antikensammlung – Staatliche Museen zu Berlin (foto mic)

Il direttore scientifico di San Casciano Jacopo Tabolli, il sindaco Agnese Tabolli e il ministro Alessandro Giuli a Berlino (foto mic)
Dal cuore della Toscana all’Isola dei Musei di Berlino: dopo il successo al Palazzo del Quirinale, e le due tappe al museo Archeologico nazionale di Napoli (Mann) e al museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, i Bronzi di San Casciano approdano per la prima volta fuori dall’Italia, alla James-Simon-Galerie di Berlino, dal 5 luglio al 12 ottobre 2025. La mostra “I Bronzi di San Casciano” di Berlino, a cura del ministero della Cultura italiano e dell’Antikensammlung – Staatliche Museen zu Berlin, è stata realizzata nell’ambito delle attività di scavo, ricerca e valorizzazione dei rinvenimenti archeologici di San Casciano dei Bagni, coordinate dal ministero della Cultura italiano, attraverso la direzione generale Musei, la direzione generale Archeologia Belle arti e Paesaggio, la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le Province di Siena Grosseto e Arezzo, con l’università per Stranieri di Siena e il Comune di San Casciano dei Bagni. La mostra sarà accompagnata da un ampio programma di mediazione culturale, visite guidate, laboratori e da una pubblicazione bilingue (tedesco-inglese) edita da Schnell & Steiner. Il progetto è sostenuto dal Kuratorium Preußischer Kulturbesitz, con il supporto della società per eventi dei Musei Statali di Berlino “Museum & Location” e dell’associazione “Freunde der Antike auf der Museumsinsel Berlin e.V.”
Frutto degli scavi condotti tra il 2022 e il 2024 nel santuario termale del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni (SI), il rinvenimento è stato definito dagli esperti come uno dei più significativi degli ultimi decenni. Statue e teste in bronzo di eccezionale stato di conservazione, accompagnate da migliaia di monete, ex voto anatomici e iscrizioni in etrusco e latino e bilingui, restituiscono un vivido spaccato della religiosità e delle pratiche votive in un luogo sacro dell’Antichità, che è rimasto attivo per dieci secoli, e che ha avuto un suo ruolo particolarmente significativo nel periodo di passaggio fra la cultura etrusca e quella romana. In un paesaggio collinare caratterizzato dalla presenza dell’acqua, e in cui ancora oggi sono presenti sorgenti termali, il culto si intrecciava alla medicina, e la devozione si esprimeva attraverso il dono, il gesto, la materia. Qui le statue rappresentanti divinità, offerenti e supplici, venivano deposte all’interno delle acque calde come offerte propiziatorie o votive.

Campagna di scavo 2025 al Santuario ritrovato di San Casciano dei Bagni: gruppo di lavoro con al centro Tabollli e Mariotti (foto unistrasi)
Le ricerche archeologiche condotte a San Casciano dei Bagni dall’università per Stranieri di Siena, in collaborazione con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Siena Arezzo e Grosseto hanno consentito di comprendere la storia e il funzionamento di un santuario termale tra IV secolo a.C. e V secolo d.C., anche grazie alla straordinaria presenza delle iscrizioni bilingui e di reperti sempre nuovi e di particolare rilevanza.

In mostra a Berlino Statua in bronzo di infante che tiene nella mano sinistra una palla (scavi 2024). La palla è un attributo che in ambito funebre e sacro veniva donato come segno di transizione verso un differente periodo della vita. Sulla coscia destra un’iscrizione in etrusco con il nome della città di Cleusi (Chiusi). II secolo a.C. (foto mic)
Fra i bronzi in mostra, rinvenuti nel corso della campagna del 2024, è possibile ammirare una statua di bambina con sfera in mano, un torso maschile, una testa maschile, una statua femminile di orante, una trachea e anche un serpente lungo 90 cm, oltre a gemme e gioielli, fra cui una tenia in oro, testimonianze tangibili della fede e delle speranze dei pellegrini. Inoltre, sono esposte per la prima volta in assoluto anche due teste maschili in bronzo provenienti dallo scavo del 2022. Il percorso espositivo è completato con opere della collezione di antichità classiche dei Musei di Berlino e con votivi moderni provenienti dal Museum Europäischer Kulturen di Dahlem, a creare un dialogo tra antico e contemporaneo. Fra questi oggetti, si distinguono i votivi metallici otto- novecenteschi provenienti dalla Baviera, dall’Austria e dall’Alsazia: essi illustrano che il fenomeno di chiedere guarigione a divinità, oppure di offrire piccoli doni per “grazia ricevuta”, si è perpetuato, in alcune confessioni religiose, dall’antichità fino ai giorni nostri.

All’inagurazione della mostra “I Bronzi di San Casciano”, da sinistra, il sindaco Agnese Carletti, il capo dipartimento Luigi La Rocca, il porf. Jacopo Tabolli e il ministro Alessandro Giuli (foto mic)
Così il ministro della Cultura, Alessandro Giuli: “Portare i Bronzi di San Casciano dei Bagni a Berlino rappresenta un grande orgoglio per il nostro Paese e un’opportunità per condividere con il mondo uno dei più rilevanti ritrovamenti archeologici degli ultimi decenni. Straordinariamente conservati, questi reperti testimoniano l’incontro tra civiltà etrusca e romana e raccontano storie di fede, cura e comunità. Sono patrimonio culturale non soltanto italiano, ma dell’umanità intera, e questa mostra ne è la dimostrazione plastica: Berlino è la prima tappa di una serie di esposizioni internazionali. Oggi omaggiamo la grande scuola archeologica tedesca, con cui l’Italia condivide una lunga tradizione di studio e tutela. Insieme offriamo un modello di cooperazione anche nella lotta al traffico illecito e nelle politiche di restituzione. Abbiamo la responsabilità di proteggere e valorizzare lo straordinario patrimonio culturale che condividiamo, fondamento della nostra identità di cittadini europei, ricordando che ogni investimento nella cultura non è mai fine a se stesso. È un investimento strategico per rafforzare il senso di identità plurale dei popoli, per educare i giovani, per creare sviluppo e progresso civile.”
Per il ministro di Stato per la Cultura e i Media tedesco, Wolfram Weimer, “i Bronzi di San Casciano dei Bagni testimoniano l’elevata capacità artistica di un’epoca di cui ci sono rimasti ben pochi reperti. Il loro ritrovamento costituisce un inestimabile arricchimento del patrimonio culturale italiano e pertanto del nostro patrimonio europeo comune. A tutti gli appassionati di arte in Italia che curano e tutelano questo tesoro spetta perciò la nostra massima gratitudine, come anche ai curatori della mostra alla James-Simon-Galerie che con la loro dedizione dimostrano ancora una volta: che arte e cultura, pur avendo una loro particolare origine, appartengono in fondo a tutti gli esseri umani, nello spirito e nel cuore”.

Il capo dipartimento per la Tutela del Patrimonio culturale, Luigi La Rocca, a Berlino (foto agnese sbaffi / mic)
“Esibire a Berlino, in questo magnifico edificio progettato da David Chipperfield e intitolato a James Simon (1851-1932), all’interno di un complesso di musei in cui si conservano alcune delle collezioni di antichità più importanti al mondo i bronzi di San Casciano, un piccolo paese adagiato su un colle alle pendici del Monte Cetona, in Toscana, è motivo di grande orgoglio perché esalta, laddove ce ne fosse bisogno, la profondità della storia delle radici storiche dell’Italia, la ricchezza e la diffusione capillare del nostro patrimonio archeologico e la capacità delle strutture tecniche del Ministero della cultura di orientare la ricerca e quindi di tutelare non solo i singoli siti, ma il patrimonio culturale e paesaggistico di interi, ampi, comparti territoriali. Io credo”, dichiara il capo dipartimento per la Tutela del Patrimonio culturale, Luigi La Rocca, “che esporre i reperti rinvenuti del Bagno Grande di San Casciano, in seguito agli scavi condotti dall’università per Stranieri di Siena in collaborazione con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Siena Arezzo e Grosseto, grazie agli interventi conservativi eseguiti dall’Istituto Centrale per il Restauro e con il contributo del Comune di San Casciano dei Bagni, in mostre temporanee quasi in corso d’opera, oltre che offrire al pubblico la possibilità di ammirare oggetti straordinari e sempre nuovi sia anche un modo per rendere conto dei risultati della ricerca, un work in progress di cui ringrazio tutti coloro che con il loro lavoro lo rendono possibile”.
“Questa mostra”, dichiara il direttore generale Musei, Massimo Osanna, “rappresenta una tappa significativa nel percorso di valorizzazione dei bronzi di San Casciano, uno dei ritrovamenti archeologici più straordinari degli ultimi decenni. Fin dall’inizio, l’obiettivo del ministero della Cultura è stato quello di trasformare questa scoperta in un progetto culturale ampio, capace di restituire ai pubblici la bellezza dei bronzi e la complessità delle storie, delle relazioni e dei significati che essi portano con sé. Dopo le tappe in Italia, questa nuova esposizione, arricchita da ritrovamenti eccezionali dell’ultima campagna di scavo, mette in dialogo i reperti rinvenuti a San Casciano con quelli conservati nei Musei di Berlino e con testimonianze votive di epoche diverse, generando una narrazione che attraversa il tempo e i luoghi. Iniziative come questa sono fondamentali per accompagnare idealmente la progettazione del futuro Museo Archeologico Nazionale di San Casciano dei Bagni: un luogo aperto e coinvolgente, in cui il patrimonio si intreccia con i temi della cura, della memoria e dell’esperienza rituale, in dialogo con le comunità e il territorio”.
“Accompagnare i Bronzi di San Casciano in mostra è sempre una grande emozione”, afferma il sindaco del Comune di San Casciano dei Bagni e presidente della Provincia di Siena, Agnese Carletti. “Per la prima volta fuori dall’Italia ancora di più. Con loro portiamo a Berlino San Casciano dei Bagni e tutto il territorio della provincia di Siena. Questa mostra sarà infatti innanzitutto una immensa occasione di valorizzazione del nostro scavo archeologico, ma anche un’opportunità di visibilità grazie in particolare al lavoro congiunto con Toscana Promozione, che ha predisposto campagne promozionali mirate. In attesa che possano avere la loro casa a San Casciano quindi, spero prima possibile, siamo felici che anche una capitale europea conosca il nostro progetto e io sarò lì presente a raccontarlo e ad invitare tutti a visitare il Santuario Ritrovato”.
Per il coordinatore scientifico dello scavo, Jacopo Tabolli, “la mostra alla James-Simon Galerie di Berlino aggiunge un tassello fondamentale per la comprensione del potenziale archeologico di un santuario termale in età etrusca e romana. ‘Dietro le quinte’ della mostra si è mosso in questi mesi un team multidisciplinare di ricerca. I restauri sono stati occasione di entrare all’interno della ‘materia’ dei bronzi, con risultati eccezionali ed innovativi, che aprono la strada a nuove frontiere nelle scienze dell’antichità. La mostra è concepita così come un viaggio tra passato e presente: per la prima volta si ricuciono la traccia di scavi ottocenteschi a San Casciano dei Bagni, testimoniati da uno splendido cippo conservato proprio a Berlino, con i contesti provenienti dallo scavo del 2024. E mentre si inaugura questo percorso espositivo, studenti e studentesse di università da tutto il mondo, con il coordinamento del centro CADMO dell’università per Stranieri di Siena, stanno proseguendo nello scavo, che si amplia sempre di più, rivelando anche in questi minuti sorprese eccezionali. Saperi antichi, nuove tecnologie, formazione di giovani archeologhe e archeologi si confondono in un’esperienza unica di educazione al patrimonio culturale internazionale”.
San Casciano dei Bagni (Si). Iniziata la 10.ma campagna di scavo al Santuario etrusco-romano: partecipano in quattro turni di 3 settimane ciascuno ragazzi e ragazze dall’Italia e dall’Europa. Il sindaco Agnese Carletti: “Benvenuti a tutti e tutte, San Casciano è felice di accogliervi e vi ringrazia per quello che potrete fare nei prossimi mesi”
Erano i primi di maggio 2025 quando si aprivano le candidature a partecipare alla decima campagna di scavo al Santuario Ritrovato di San Casciano dei Bagni (Si) (vedi San Casciano dei Bagni (Si). Annunciata la 10.ma campagna di scavo al Santuario etrusco-romano: sarà in quattro turni di 3 settimane ciascuno. Aperte le iscrizioni | archeologiavocidalpassato). Ora ci siamo. Il 23 giugno 2025: Pronti, partenza, via! Come si legge sulla tavoletta da scavo. La campagna 2025 è suddivisa in 4 turni di 3 settimane ciascuno: 1° turno: 23 giugno – 12 luglio, 2° turno: 14 luglio – 2 agosto, 3° turno: 25 agosto – 13 settembre, 4° turno: 15 settembre – 4 ottobre. Gli scavi sono in concessione al Comune di San Casciano dei Bagni dalla direzione generale Archeologia Belle arti e Paesaggio del ministero della Cultura con la tutela della soprintendenza ABAP per le Province di Siena Grosseto e Arezzo. La direzione scientifica è del prof. Jacopo Tabolli, università per Stranieri di Siena, CADMO. La direzione sul campo è di Emanuele Mariotti.

Campagna di scavo 2025 al Santuario ritrovato di San Casciano dei Bagni: gruppo di lavoro con al centro Tabollli e Mariotti (foto unistrasi)
“Una nuova campagna di scavo, la decima e di nuovo tanti ragazzi e ragazze pronti a mettersi al lavoro per riportare alla luce un pezzo di storia che giorno dopo giorno diventa più affascinante e importante per il nostro futuro”, scrive il sindaco Agnese Carletti. “Arrivano dalle università di Firenze, Milano, Padova, Pisa, Torino, Trinity, Leiden, Istanbul, Sapienza e Sorbona, guidati come sempre dal direttore scientifico Jacopo Tabolli dell’università per Stranieri di Siena, dal direttore di scavo Emanuele Mariotti e dalla funzionaria della soprintendenza Ada Salvi. Benvenuti a tutti e tutte loro – continua il sindaco -, a chi è già qui e a chi arriverà nelle prossime settimane, San Casciano è felice di accogliervi e vi ringrazia per quello che potrete fare nei prossimi mesi. Come sempre racconteremo a tutti cosa accadrà sullo scavo, il primo momento di restituzione alla comunità è già fissato per il 3 agosto 2025, alle 21.30”.
Roma. All’Istituto centrale per il Restauro giornata di studi “Sulla conservazione dei bronzi di San Casciano dei Bagni: dialoghi tra tutela, ricerca e valorizzazione”. Ecco il programma

Santuario etrusco-romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni: primi interventi di pulitura e conservazione direttamente sul canteire di scavo (foto unistrasi / sabap-si)

Veduta zenitale sull’area di scavo archeologico del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni (Si) (foto sabap-si)
Giornata di studio “Sulla conservazione dei bronzi di San Casciano dei Bagni: dialoghi tra tutela, ricerca e valorizzazione” mercoledì 4 giugno 2025 nell’aula magna “Cesare Brandi” dell’Istituto centrale per il Restauro in via di San Michele 25 a Roma, dalle 9.30 alle 13. Dalle acque termali di San Casciano dei Bagni il rinvenimento più grande mai emerso in Italia si rivela essere un’occasione unica che apre prospettive del tutto nuove sulla storia dell’arte antica, offrendo l’opportunità di riscrivere le complesse dinamiche del passaggio tra il mondo etrusco e quello romano in Toscana. Il Santuario è oggi anche un vero e proprio laboratorio di ricerca, un centro vivo in cui si studia il più importante deposito di bronzi etruschi e romani mai scoperto nell’Italia antica e un contesto archeologico eccezionale, tra i più significativi del Mediterraneo, che continua a restituire scoperte sorprendenti e inaspettate. La giornata si propone di raccontare la fruttuosa sinergia tra tutti gli enti coinvolti nel progetto e l’Istituto Centrale per il Restauro in un impegno comune che ha come obiettivo lo studio, la tutela e la valorizzazione di quanto emerso dal sito. Il coordinamento scientifico e gli interventi in atto permettono oggi di condurre uno studio critico su questo straordinario contesto conservativo e sul cospicuo nucleo di bronzi rinvenuti, testimoni rari della cultura etrusco-romana. Protocolli condivisi, prassi operative rigorose e specifici procedimenti conservativi sono stati messi in atto per garantire la salvaguardia e la comprensione scientifica delle opere nel solco di un consolidato approccio metodologico interdisciplinare.
PROGRAMMA. Alle 9.30 SALUTI ISTITUZIONALI: Luigi Oliva (direttore ICR), Luigi La Rocca (capo dipartimento per la Tutela del Patrimonio culturale), Tomaso Montanari (rettore università per Stranieri di Siena), Agnese Carletti (sindaco di San Casciano dei Bagni, SI), Gabriele Nannetti (soprintendente ABAP SI-GR-AR). Modera: Luigi Oliva (direttore ICR). INTERVENTI: alle 10, Vilma Basilissi (ICR) “La conservazione dei bronzi di San Casciano dei Bagni: protocolli condivisi di intervento e di monitoraggio”; 10.20, Ada Salvi (SABAP SI-GR-AR) “La tutela a San Casciano dei Bagni: tra ricerca, restauro e valorizzazione”; 10.40, Emanuele Mariotti (Comune San Casciano dei Bagni), Jacopo Tabolli (Unistrasi) “La ricerca nello spazio, oltre il tempo dello scavo”; 11, PAUSA. Modera: Ulderico Santamaria (università della Tuscia); 11.20, Marco Giamello (università di Siena), Sonia Mugnaini (OPD) “Della superficie e dell’interno dei bronzi: patine e terre di fusione”; 11.40, Juri Agresti (CNR Nello Carrara), Salvatore Siano (CNR Nello Carrara) “Della materia: analisi e caratterizzazione dei bronzi archeologici”; 12, Paolo Piccardo (università di Genova), Roberto Spotorno (università di Genova) “Dentro la materia: comprendere e misurare i processi di corrosione dei bronzi archeologici”; 12.20, Vilma Basilissi (ICR), Laura Rivaroli (L Rivaroli Restauri) “Il restauro dei bronzi saturi d’acqua: da atto critico a prassi operativa”; 12.40 TAVOLA ROTONDA: Luigi Oliva, Ulderico Santamaria, Vilma Basilissi, Ada Salvi, Jacopo Tabolli, Marco Giamello, Paolo Piccardo, Salvatore Siano.
San Casciano dei Bagni (Si). Dal serpente agatodemone in bronzo alle uova di gallina, dagli ex voto in foglia d’oro alle statue in bronzo, dalle monete alle iscrizioni etrusche e latine: presentati gli eccezionali risultati della campagna 2024 nella vasca grande del santuario etrusco e romano del Bagno Grande: in febbraio li vedremo su Rai Cultura seconda puntata di “Italia, Viaggio nella Bellezza”

San Casciano dei Bagni, scavi 2024: vasca sacra, recupero del serpente agatodemone in bronzo (foto ludovico salerno / SABAP-SI – Comune San Casciano – Unistrasi)
Dal temenos alla vasca più antica, dalle lucerne agli unguentari, bronzetti votivi, ex voto in foglia d’oro, un serpente agatodemone in bronzo protettore della fonte sacra, quattro nuove statue, strumenti di rito e ancora monete, e nuove eccezionali iscrizioni in etrusco e in latino, e infine reperti organici come uova frutta pigne. La terza campagna di scavo nel santuario etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni (Si) non ha deluso le aspettative. Anzi.

Il ministro Giuli al centro del gruppo di autorità intervenute alla presnetazione dei risultati della campagna 2024 nel Bagno Grande del santuario etrusco e romano a San Casciano dei Bagni (foto comune san casciano)
Come dimostrano gli eccezionali risultati illustrati nel piccolo borgo senese presenti Alessandro Giuli, ministro della Cultura; Agnese Carletti, sindaco di San Casciano; Eugenio Giani, presidente Regione Toscana; Luigi La Rocca, capo dipartimento Tutela del MIC; Massimo Osanna, direttore generale Musei del MIC; Tomaso Montanari, rettore università per Stranieri di Siena; Gabriele Nannetti, soprintendente ABAP per le province di Siena, Grosseto e Arezzo. Con l’occasione è stata presentata l’anteprima della nuova puntata del programma di Rai Storia “Italia, viaggio nella Bellezza” dedicata a questo straordinario luogo di culto dal titolo “Oltre il bronzo- Lo scavo di San Casciano dei Bagni” e firmata da Brigida Gullo ed Eugenio Farioli Vecchioli, che andrà in onda su Rai Storia a febbraio 2025.

Campagna 2024: panoramica dell’area di scavo del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni (foto SABAP-SI Comune di San Casciano dei Bagni Unistrasi)
Lo scavo del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni è in concessione di scavo al Comune di San Casciano dei Bagni, da parte della direzione generale Archeologia Belle arti e Paesaggio e nasce in collaborazione con la Soprintendenza ABAP per le province di Siena, Grosseto e Arezzo e il coordinamento scientifico dell’Università per Stranieri di Siena. Gli interventi di conservazione e restauro avvengono in collaborazione con l’Istituto Centrale per il Restauro.

Scavo del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni: foto di gruppo a fine campagna 2024 (foto ludovico salerno)
Hanno preso parte alla campagna di scavo 2024 più di 80 studenti e studentesse di archeologia provenienti da università di tutto il mondo. Il gruppo interdisciplinare e internazionale di ricerca e studio coinvolge oltre 90 specialisti di varie discipline. Al progetto stanno inoltre lavorando numerosi professionisti esterni e interni al Ministero della Cultura che si occupano della progettazione e dell’esecuzione degli interventi architettonici e di restauro necessari alla conservazione e alla tutela delle strutture archeologiche e dei reperti. Lo scavo beneficia del finanziamento economico, oltre che del Comune di San Casciano dei Bagni, del Centro CADMO dell’università per Stranieri di Siena e della soprintendenza APAB per le province di Siena Grosseto e Arezzo, anche del contributo di Robe Cope per Vaseppi Trust, di Friends of Florence, del Gruppo E, di Iren e di Heureka Ambiente. La locale associazione archeologica Eutyche Avidiena assicura un fondamentale contributo alla vita e alla logistica dello scavo, oltre ad aver guidato più di 5000 visitatori nelle passeggiate archeologiche alla scoperta del patrimonio culturale di San Casciano dei Bagni.
In questo video prodotto dal ministero della Cultura le interviste per il Tg con alcuni protagonisti alla presentazione dei risultati della campagna di scavo 2024 a San Casciano dei Bagni: al ministro della Cultura, Alessandro Giuli; al direttore generale Musei del MIC, Massimo Osanna; al sindaco di San Casciano dei Bagni, Agnese Carletti; al rettore dell’università per Stranieri di Siena – UniStraSi, Tomaso Montanari; al capo dipartimento Tutela del MIC, Luigi La Rocca; al professore associato di Civiltà dell’Italia preromana ed Etruscologia, Jacopo Tabolli.
“Questo è un progetto”, dichiara il ministro Giuli, “che nasce in una comunità straordinaria con dei ritrovamenti di rilievo non locale, ma nazionale e aggiungo internazionale, e che ci inducono come ministero della Cultura a sostenere tutto il progetto con la sindaca Carletti affinché i beni ritrovati e l’area archeologica vengano valorizzati e la struttura museale prenda forma nel più breve tempo possibile. Si tratta di un progetto di grandissimo rilievo per noi”. E il dg Musei Osanna: “Si presenta oggi il progetto museale del nuovo museo di San Casciano, un museo che sarà in un palazzo storico ma che ovviamente è collegato con il parco archeologico. Un bel progetto in un palazzo storico ma un progetto allestitivo contemporaneo all’insegna delle tecnologie, della multimedialità e soprattutto dell’accessibilità”. Entusiasta il sindaco Agnese Carletti: “Una grande soddisfazione oggi per la comunità di San Casciano dei Bagni avere qui il ministro Alessandro Giuli, insieme al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, il rettore dell’università per Stranieri di Siena Tommaso Montanari, presenza che per noi significano quanto tuti questi enti continuano a credere nel progetto di San Casciano dei Bagni che per noi è fondamentale, e fondamentale è che vada avanti nel più breve tempo possibile”. “Come università per Stranieri di Siena”, interviene il rettore Montanari, “acquistiamo il primo edificio fuori delle mura di Siena e lo facciamo qui a San Casciano dei Bagni. Sarà una foresteria e sarà un hub della ricerca archeologica. Crediamo che accanto alla conoscenza dei contesti archeologici, dei contesti antichi si debba vivere il contesto attuale e che il nesso tra la città dei vivi a San Casciano e la città degli studiosi e la città degli scavi debba essere rinforzato. Per cui essere qua ha anche questo significato: accanto alla ricerca la cosiddetta terza missione, cioè la ricaduta sociale della conoscenza che si costruisce”. E il capo dipartimento Tutela La Rocca: “Oggi ci immergiamo di nuovo in questo straordinario contesto archeologico ma anche paesaggistico di San Casciano dei Bagni dove le campagne di scavo condotte tra i mesi di giugno e di ottobre di quest’anno hanno consentito il rinvenimento di altri reperti archeologici di straordinaria importanza perché la vasca grande e il fango delle acque termali che ha conservato perfettamente i reperti antichi ha consentito di scoprire nuove statue di bronzo che arricchiscono la conoscenza di questo santuario, e anche numerosissimi reperti organici, in particolare uova frutta pigne, che arricchiscono la nostra conoscenza sulla tipologia delle offerte che venivano dedicate agli dei per ottenere la guarigione dalle malattie”. Conclude il direttore scientifico dello scavo Tabolli: “La campagna di scavi del 2024 è stata particolarmente fortunata. Con oltre 90 studenti e studentesse da tutto il mondo abbiamo indagato insieme alla soprintendenza il cuore del deposito votivo, le offerte che per oltre 800 anni furono poste all’interno della vasca sacra. E quest’anno la grande novità è nel tipo di offerte: abbiano oggetti in oro, tra cui una meravigliosa corona, anelli, foglie d’oro stesse, e poi centinaia di uova, alcune delle quali integre che dimostrano la velocità con cui furono deposte nell’acqua calda e poi allo stesso tempo il senso del potere di generazione che ha l’acqua stessa. E sul fondo della vasca, a oltre 4.80 metri di profondità, un’intera stratificazione di serpenti in bronzo il senso stesso della natura della sorgente”.

San Casciano dei Bagni, scavi 2024: dettaglio testa maschile di bronzo (foto alessandra fortini / SABAP-SI – Comune San Casciano – Unistrasi)

San Casciano dei Bagni, scavi 2024: monete (foto claudia petrini / SABAP-SI – Comune San Casciano – Unistrasi)
L’estensione delle indagini e l’ampliamento dell’area di scavo nel santuario del Bagno Grande hanno portato tra giugno e ottobre 2024 al rinvenimento del temenos, il muro di recinzione dello spazio sacro, che racchiudeva più edifici tra i quali il tempio costruito attorno alla grande vasca sacra. Un edificio più antico, o forse un grande recinto, costruito in blocchi di travertino, già in età etrusca circondava la sorgente del Bagno Grande, definendo lo spazio sacro del culto, almeno dal III secolo a.C. Lo scavo ha ora messo in luce gran parte della vasca più antica, che fu poi ricostruita tra i regni degli imperatori Tiberio e Claudio, forse a seguito di un prodigio associato alla caduta di un fulmine. Se all’esterno del tempio sono stati portati alla luce gli strati di vita e, soprattutto, i resti di doni e cerimonie che avvennero nel corso dei secoli, con deposizioni di lucerne, unguentari di vetro, bronzetti votivi, ex voto anatomici in terracotta dipinta e perfino foglie d’oro, è all’interno della vasca sacra che la stratificazione dei doni votivi continua a restituire un contesto assolutamente unico, protetto dall’acqua termale e dal fango argilloso. Dopo un complesso lavoro di gestione dell’acqua proveniente dalla sorgente, alla profondità di quasi 5 metri, lo scavo ha raggiunto nuove sequenze stratigrafiche.

San Casciano dei Bagni, scavi 2024: Emanuele Mariotti, Jacopo Tabolli e Ada Salvi con orante (foto claudia petrini / SABAP-SI – Comune San Casciano – Unistrasi)

San Casciano dei Bagni, scavi 2024: lamina d’oro con iscrizione (foto ludovico salerno / SABAP-SI – Comune San Casciano – Unistrasi)
Ancora una volta sono le offerte in metallo pregiato a costituire l’elemento caratterizzante del deposito votivo. Quattro nuove statue e poi braccia, teste votive e gambe iscritte, assieme a strumenti del rito, come un’elegante lucerna, o un piccolo toro in bronzo, a richiamare quel mondo agro-pastorale così importante in questo contesto e già rappresentato dal bassorilievo all’interno della vasca sacra. E ancora monete di età repubblicana e imperiale, ormai più di 10.000, rinvenute nel santuario del Bagno Grande. Ma accanto al bronzo, il rinvenimento di una corona e di un anello d’oro si associa alla moltiplicazione di aurei romani. Sono metalli preziosi, tra cui gemme, ambra e altri gioielli, che legano il dono per le capacità terapeutiche delle acque calde alle pratiche divinatorie che nel santuario dovevano certamente trovare il loro fulcro.

San Casciano dei Bagni, scavi 2024: recupero statua corpo nudo maschile è offerto esattamente a metà, come reciso dal collo ai genitali da un taglio chirurgico (foto emanuele mariotti / SABAP-SI – Comune San Casciano – Unistrasi)

San Casciano dei Bagni, scavi 2024: bimbo augure, con iscrizione in etrusco sulla gamba destra, e ella mano sinistra una palla (foto claudia petrini / SABAP-SI – Comune San Casciano – Unistrasi)
Nuove, eccezionali iscrizioni rinvenute sono in Etrusco e in Latino. Appaiono voti che recano il nome etrusco di Chiusi, Cleusi, accanto a dediche alle Ninfe e alla Fonte calda, Flere Havens in Etrusco, giuramenti sulla Fortuna e sul Genio dell’Imperatore. Un eccezionale corpo nudo maschile è offerto esattamente a metà, come reciso dal collo ai genitali da un taglio chirurgico. Dedicato da un Gaio Roscio alla Fonte Calda, questo mezzo corpo testimonia forse la guarigione della parte immortalata nel bronzo. Un bimbo augure, un piccolo sacerdote della fine del II secolo a.C., con una lunga iscrizione in etrusco sulla gamba destra, reca nella mano sinistra una palla, con i classici pentagoni cuciti, che ancora ruota tra le dita: forse un elemento divinatorio, da far ruotare in un rito. Il gesto dell’offerente è reso da una statua femminile, quasi identica a quella rinvenuta nel 2022, con eleganti trecce che ricadono sul petto e deposta su un lato. Le teste votive sono eleganti ritratti proto-imperiali, con la prima dedica in Latino alla fonte, sul collo di una testa, i cui tratti sembrano quasi ricordare Cesare, che menziona anch’essa la Fonte.

San Casciano dei Bagni, scavi 2024: dettaglio serpente agatodemone in bronzo (foto alessandra fortini / SABAP-SI Comune San Casciano Unistrasi)

San Casciano dei Bagni, scavi 2024: uovo integro (foto alessandra fortini / SABAP-SI Comune San Casciano Unistrasi)
Nella stratificazione del deposito – che fu rapida, come ci suggerisce la conservazione di migliaia di frammenti di uova in alcuni casi rinvenute intere, o praticamente integre con il tuorlo ancora visibile all’interno, la cui deposizione rimanda ai riti di rinascita e rigenerazione – si alternano strati di offerte, scaglie di travertino e piani d’argilla. E ancora pigne, rametti tagliati e decorati con intrecci vegetali, a ricordare come le acque salutifere debbano essere in qualche modo “nutrite” dalla forza rigenerante della natura. Alla base di grandi tronchi lignei, infissi in verticale nel deposito, in uno dei punti focali della vasca più antica, lo scavo ha portato alla luce una serie di serpenti in bronzo, concentrati nella profondità del deposito. Di forme diverse, presentano misure di scale differenti: dai piccoli serpentelli ad un esemplare di oltre 90 cm, quasi la mensura honorata, la misura perfetta di tre piedi romani, barbuto e cornuto. Si tratta, con ogni probabilità, di un serpente agatodemone, il più grande ad oggi rinvenuto – se ne conoscono in bronzo al museo Archeologico nazionale di Napoli e al British Museum a Londra – protettore della sorgente e detentore di un ruolo fondamentale nelle pratiche divinatorie, come si può osservare in molti altri contesti del Mediterraneo antico. La varietà delle offerte votive, che ricalca quanto già emerso nel 2022 e, allo stesso tempo, lo arricchisce e lo completa, offre uno squarcio ulteriore sul significato e suo ruolo di questo luogo di culto e cura, dove il rapporto col sacro, tra umano e divino, è forse percepito come diretto, quasi affidato al continuo scorrere delle acque calde e al genius loci nella forma del serpente agatodemone.
Tutto questo verrà raccontato nella puntata del programma di Rai Storia “Italia, viaggio nella Bellezza”, dal titolo “Oltre il bronzo, lo scavo di San Casciano dei Bagni” e firmata da Brigida Gullo ed Eugenio Farioli Vecchioli, che andrà in onda su Rai Storia a febbraio 2025 e racconterà le nuove scoperte e i nuovi filoni della ricerca, sempre più interdisciplinare, che sta ricostruendo con sempre maggiori dettagli il passato sacro di questo meraviglioso paesaggio termale, a partire dalle nuove statue in bronzo: dai corpi femminili e maschili, tra cui una bellissima figura in preghiera, alcuni lasciati come dono nella loro metà esatta, fusa con la precisione di un taglio chirurgico, agli animali, come una serie di serpenti bronzei di forme e dimensioni diverse, come un serpente barbuto e crestato, lungo quasi un metro. È quello che gli antichi chiamavano agatodèmone, lo spirito buono e profetico della sorgente incarnato in un corpo di rettile. Non solo oggetti in bronzo, ma anche dei preziosissimi materiali organici perfettamente conservati. Centinaia di uova deposte nell’acqua. E ritrovate nel fango. Alcune intatte. Ciò che di più raro possa emergere da uno scavo, segno tangibile di un dono che forse allude anch’esso alle capacità generatrici della vasca sacra.
Napoli. Aperta al museo Archeologico nazionale la mostra “Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano” con gli straordinari ritrovamenti del 2022 e le novità del 2023 nel santuario termale etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni. Gli interventi di Sangiuliano, Osanna, Tabolli e Carletti

Il suggestivo allestimento della mostra “Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto graziano tavan)
Gli azzurri pastello che virano al verde acqua con riflessi di luce che si fanno strada dalla superficie della piscina creano un’atmosfera particolare attorno ai bronzi etruschi che sembrano fluttuare nelle acque calde verso il fondo della vasca sacra del santuario termale etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni, dove sono stati trovati, duemila anni dopo, coperti e protetti da uno strato di fango. È questo l’ambiente, raccolto e suggestivo, che dal 16 febbraio al 30 giugno 2024 accoglierà i visitatori del museo Archeologico nazionale di Napoli che saliranno al terzo piano per accedere alle nuove sale – appena restaurate e recuperate alla nuova fruizione espositiva (qui, fino a qualche mese fa, c’era la sala conferenze) – dove è allestita la mostra “Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano”, che presenta al pubblico gli straordinari ritrovamenti effettuati nell’estate 2022 e le novità venute alla luce nel 2023 nel santuario termale etrusco e romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni: un viaggio attraverso i secoli alla scoperta del paesaggio delle acque calde tra Etruschi e Romani nel territorio dell’antica città-stato etrusca di Chiusi.

Locandina della mostra “Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano” al museo Archeologico nazionale di Napoli dal 16 febbraio al 30 giugno 2024
La mostra, curata da Massimo Osanna e Jacopo Tabolli, è stata presentata per la prima volta al Palazzo del Quirinale tra giugno e dicembre del 2023, grazie all’iniziativa della Presidenza della Repubblica (vedi Il 2024 porta al museo Archeologico nazionale di Napoli la mostra “Gli dei ritornano – I Bronzi di San Casciano” dopo il successo al Quirinale. Bilancio dello scavo nel 2023 e presentazione del progetto CADMO (museo Archeologico, area archeologica e Hub Internazionale di ricerca) | archeologiavocidalpassato). Il nuovo allestimento al museo Archeologico nazionale di Napoli, arricchito da nuovi reperti provenienti dallo scavo della scorsa estate, è stato progettato da Guglielmo Malizia e Chiara Bonanni. Il catalogo è a cura di Treccani, con la sponsorizzazione tecnica di Intesa Sanpaolo. Hanno inoltre finanziato lo scavo e i restauri per la mostra Friends of Florence, Ergon, Robe Cope per Vaseppi, Banfi srl e il Castello di Fighine.

Auditorium del Mann: presentazione della mostra “Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano”. Da sinistra, Jacopo Tabolli, Massimo Osanna, Gennaro Sangiuliano, Luigi La Rocca, Agnese Carletti (foto graziano tavan)
La mostra, presentata ufficialmente il 16 febbraio 2024 in auditorium del Mann alla presenza del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il direttore generale Musei e direttore ad interim del Mann Massimo Osanna, il direttore generale SABAP Luigi La Rocca, il direttore dello scavo Jacopo Tabolli, e il sindaco di San Casciano dei Bagni Agnese Carletti, è promossa dal ministero della Cultura, ed è stata realizzata grazie alla collaborazione tra una pluralità di istituzioni preposte alla ricerca, alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio. Organizzata dalla direzione generale Musei del MiC, l’esposizione presenta al pubblico i risultati degli scavi archeologici del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni. Gli scavi sono in concessione al Comune di San Casciano dei Bagni dalla direzione generale Archeologia Belle arti e Paesaggio del Mic, con la tutela della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le Province di Siena Grosseto e Arezzo. Il coordinamento scientifico è dell’università per Stranieri di Siena. I restauri sono avvenuti con il supporto dell’Istituto Centrale del Restauro.
La scelta del Mann per la seconda tappa della mostra “Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano” non è casuale, come spiega ad archeologiavocidalpassato.com il dg musei Massimo Osanna.

Massimo Osanna, direttore generale Musei, e co-curatore della mostra “Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano” (foto graziano tavan)
“Questa mostra nasce da un ambizioso progetto di ricerca – ricorda – e, come spesso dovrebbero essere le mostre cioè mostre che nascono dalla ricerca della conoscenza, questa esposizione nasce da uno scavo straordinario fatto da un’équipe internazionale coordinata da Jacopo Tabolli per l’università degli Stranieri di Siena insieme al ministero della Cultura, una mostra che raccoglie e racconta questa straordinaria avventura della scoperta dei bronzi di San Casciano. La prima tappa – continua – è stata quella romana ospitata, ed è veramente un orgoglio, nel Palazzo del Quirinale. Dopo Roma si è deciso di portarla a Napoli, perché Napoli è il grande museo archeologico italiano, e dove – tra l’altro – il contatto con l’Antico dal Settecento ha significato moltissimo per la città e per l’Europa”.

Una statua in bronzo riemersa dallo scavo del Bagno Grande del santuario etrusco-romano a San Casciano dei Bagni (Si) (foto mic)
“E come i bronzi vesuviani, gli oggetti delle eruzioni, sono venuti fuori all’improvviso, dopo un evento catastrofico, così anche i bronzi di San Casciano vengono fuori per un evento, un evento meno catastrofico ovviamente dell’eruzione, ma altrettanto d’impatto per questi materiali: un fulmine (in età tiberiana, ndr) cade nel santuario e richiede delle azioni espiatorie. I grandi bronzi e anche molti ex voto vengono deposti sacralmente nella fonte sacra alla dea, la dea della Fonte, e questo li ha preservati per sempre, fino a quando gli archeologi non li hanno scoperti. Quindi – conclude – un riaffiorare dell’Antico attraverso gli oggetti che si soni salvati dal naufragio del passato che, come a Pompei, ci restituisce cose straordinarie”.

Il ministro Gennaro Sangiuliano, al centro, accompagnato dal dg sabap Luigi La Rocca (a sinistra) e dal dg musei Massimo Osanna (a destra) alla mostra “Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano” al Mann (foto mann / valentina cosentino)
“I Bronzi di San Casciano, esposti dal 16 febbraio 2024 al museo Archeologico nazionale di Napoli”, interviene il ministro Sangiuliano, “offrono alla nostra comunità un frammento di storia sepolta e anche l’emozione di questa scoperta, definita dagli esperti una delle più rilevanti degli ultimi tempi. Si tratta di uno scavo giovane, siamo certi che le ricerche condotte dal ministero della Cultura, con il coinvolgimento di tanti atenei, coordinati dall’università per Stranieri di Siena, ci regalerà nel prossimo futuro molte nuove scoperte. Abbiamo già proceduto all’acquisto di un palazzo cinquecentesco nel centro storico di San Casciano e ciò renderà possibile presto l’apertura di un museo che diventerà la nuova casa di questi reperti. La ferma volontà di mantenere il legame inscindibile delle scoperte con il territorio è parte costitutiva del progetto di valorizzazione dell’identità delle nostre comunità locali. I musei sono punti cardinali della nostra identità e memoria. La mostra al Mann, fra i più importanti musei archeologici al mondo – chiude Sangiuliano -, testimonia l’importanza per il ministero della Cultura di questo progetto e ribadisce come il patrimonio sia di tutti”.

Jacopo Tabolli. Agnese Carletti e Massimo Osanna al Mann (foto graziano tavan)
Particolarmente orgogliosa che il progetto di San Casciano dei Bagni venga ospitato a Napoli, all’interno delle prestigiose sale del museo Archeologico nazionale, è il sindaco di San Casciano dei Bagni, Agnese Carletti, che guarda già avanti. “Questa scoperta per San Casciano rappresenta un punto di partenza innanzitutto per costruire il futuro di un piccolo comune di neanche 1500 abitanti”, spiega Agnese Carletti ad archeologiavocidalpassato.com. “E questo scavo è uno scavo che l’amministrazione ha voluto, ha finanziato, ha portato avanti. Pian piano ha portato tutti anche a credere in questa attività. E se oggi siamo qui è anche grazie alla squadra che pian piano siamo riusciti a costruire e insieme a questa squadra – quindi università per Stranieri di Siena – stiamo realizzando i prossimi step, cioè la realizzazione di un museo, un hub di ricerca universitaria internazionale e il parco archeologico”.
Vediamo allora come si è giunti alla scoperta archeologica premiata alla XXV Borsa mediterranea del turismo archeologico a Paestum come “scoperta internazionale dell’anno 2022” col 9° International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Assad” (Paestum. 9° International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” 2023 promosso da Bmta e Archeo: ecco le 5 scoperte archeologiche del 2022 candidate. Egitto: a Saqqara trovata piramide regina Neith, 300 sarcofagi e 100 mummie del Nuovo Regno; Guatemala: tracce del più antico calendario Maya; Iraq: nel bacino idrico di Mosul una città dell’Età del Bronzo; Italia: a San Casciano dei Bagni dal fango 24 statue di bronzo di epoca etrusca e romana; Turchia: a Midyat una grande città sotterranea di 2000 anni fa | archeologiavocidalpassato).

Jacopo Tabolli osserva una statua femminile con dedica in etrusco allo scavo al Bagno Grande del santuario termale etrusco-romano di San Casciano (foto uni-stranieri siena)
“Lo scavo è iniziato nel 2019”, ricorda Jacopo Tabolli ad archeologiavocidalpassato.com, “scavo che ha portato nel 2021 e 2022 al rinvenimento di una grande vasca sacra all’interno di un tempio tetrastilo, che è stato costruito probabilmente nel III sec. a.C. e sopravvive fino agli inizi del V sec. d.C. Anno dopo anno stiamo scavando il deposito all’interno della vasca sacra che ha vari momenti di chiusura, cioè momenti in cui il materiale sacro all’interno del santuario viene raccolto e deposto all’interno del fango caldo. Il primo grande momento è in età tiberiana, alla fine, quindi all’inizio del I sec. d.C., momento in cui probabilmente dopo la caduta di un fulmine viene raccolto il materiale del santuario e posato all’interno della grande vasca. E poi su questa deposizione più antica per oltre 400 anni i romani continueranno a fare deposizioni sempre in bronzo, soprattutto sotto la forma di moneta (vedi San Casciano dei Bagni (Si). Dai fanghi della sorgente termale del Bagno Grande del santuario etrusco-romano emergono oltre 20 statue in bronzo, molti ex-voto, cinquemila monete in oro argento e bronzo di oltre duemila anni fa. L’archeologo Tabolli: si riscrive la storia della statuaria antica e della romanizzazione del territorio. È la scoperta più importante dai Bronzi di Riace del 1972 | archeologiavocidalpassato.

Statua di donna orante (II sec. a.C.) scoperta a San Casciano dei Bagni (foto graziano tavan)
“I nuovi materiali esposti all’interno delle sale meravigliose del Mann – spiega Tabolli – raccontano della prosecuzione dei restauri e dello scavo. Da una parte la figura dell’orante femminile, rinvenuta nel 2022, ma parte di un complesso processo di restauro coordinato dalla soprintendenza di Siena e dall’istituto centrale del Restauro, e poi un donario bilingue, una rarissima iscrizione in etrusco e in latino che testimonia la coesistenza di comunità plurilingui all’interno del santuario, un messaggio di accoglienza del santuario. Per l’anno prossimo (2024, ndr) lo scavo ovviamente continuerà dalla fine di giugno per oltre 4 mesi, con studenti e studentesse da tutto il mondo. Il nostro obiettivo – conclude – è sempre quello: non solo di continuare lo scavo del deposito votivo ma di comprendere l’evoluzione topografica del santuario, un santuario-sorgente che si lega all’acqua calda”.

I bronzi di San Casciano esposti nelle nuove sale del museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann / valentina cosentino)
Dall’età del bronzo fino all’età imperiale, la grande tradizione di produzioni in bronzo di quest’area dell’Etruria è raccontata in un percorso ricco di suggestione: come l’acqua calda delle sorgenti termali si fa vortice e diviene travertino, così il visitatore scopre come le offerte in bronzo incontrino l’acqua calda, non solo a San Casciano dei Bagni, ma anche in una moltitudine di luoghi sacri del territorio. Oltre venti statue e statuette, migliaia di monete in bronzo ed ex-voto anatomici narrano una storia di devozione, di culti e riti in luoghi sacri dove l’acqua termale era usata anche a fini terapeutici. L’eccezionale stato di conservazione delle statue ha permesso di tramandare lunghe iscrizioni in etrusco e latino che restituiscono nuovi dati sul rapporto tra Etruschi e Romani, sui culti presso le sorgenti termali e sulle divinità qui venerate.
Paestum. Per la prima volta assegnato all’Italia l’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” promosso dalla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico: la 9a edizione va alla scoperta delle “24 statue di bronzo di epoca etrusca e romana”, riaffiorate dal fango a San Casciano dei Bagni (provincia di Siena). La consegna del premio al sindaco di San Casciano dei Bagni Agnese Carletti e a Jacopo Tabolli responsabile scientifico


Jacopo Tabollim responsabile scientifico dello scavo di San Vasciano dei Bagni (Si), e Agnese Carletti, sindaco di San Casciano (foto comune san casciano)
L’edizione 2023 dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” va per la prima volta a una scoperta italiana “le 24 statue di bronzo di epoca etrusca e romana”, riaffiorate dal fango a San Casciano dei Bagni (provincia di Siena). Il Premio sarà consegnato al sindaco di San Casciano dei Bagni Agnese Carletti in rappresentanza dell’amministrazione comunale titolare dell’area e a Jacopo Tabolli responsabile scientifico dello scavo venerdì 3 novembre 2023, alle 18.30, al Next, ex Tabacchificio Cafasso, in occasione della XXV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum. L’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” – giunto alla 9ª edizione e intitolato all’archeologo di Palmira, che pagò con la vita la difesa del patrimonio culturale – è l’unico riconoscimento a livello mondiale dedicato al mondo dell’archeologia e in particolare ai suoi protagonisti, gli archeologi, che con sacrificio, dedizione, competenza e ricerca scientifica affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio.

Scoperti in Kurdistan dieci rilievi rupestri assiri con gli antichi dei della Mesopotamia (foto Bmta)
Nel 2015 il Premio è stato assegnato a Katerina Peristeri, responsabile degli scavi, per la scoperta della Tomba di Amphipolis (Grecia); nel 2016 all’INRAP Institut National de Recherches Archéologiques Préventives (Francia), nella persona del presidente Dominique Garcia, per la Tomba celtica di Lavau; nel 2017 a Peter Pfälzner, direttore della missione archeologica, per la città dell’Età del Bronzo presso il villaggio di Bassetki nel Nord dell’Iraq; nel 2018 a Benjamin Clément, responsabile degli scavi, per la “piccola Pompei francese” di Vienne; nel 2019 a Jonathan Adams, responsabile del Black Sea Maritime Archaeology Project (MAP), per la scoperta nel Mar Nero del più antico relitto intatto del mondo; nel 2020 a Daniele Morandi Bonacossi, direttore della Missione Archeologica Italiana nel Kurdistan Iracheno e Ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente Antico dell’università di Udine, per la scoperta di dieci rilievi rupestri assiri raffiguranti gli dèi dell’Antica Mesopotamia; nel 2021 alla scoperta di “centinaia di sarcofagi nella necropoli di Saqqara in Egitto”; nel 2022 a Zahi Hawass, direttore della Missione Archeologica che ha scoperto “la città d’oro perduta”, fondata da Amenhotep III, riaffiorata dal deserto nei pressi di Luxor.
Le cinque scoperte archeologiche del 2022 finaliste della 9ª edizione dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”: Egitto: nell’antica necropoli di Saqqara a Giza, a circa 30 km a sud del Cairo, la piramide della regina Neith con 300 bare e 100 mummie; Guatemala: le tracce del più antico calendario Maya; Iraq: dal fiume Tigri nel bacino idrico di Mosul riappare una città dell’età del bronzo; Italia: in Toscana nella provincia di Siena, a San Casciano dei Bagni dal fango riaffiorano 24 statue di bronzo di epoca etrusca e romana nascoste per millenni; Turchia: a Midyat, nella provincia di Mardin, una grande città sotterranea risalente a 2000 anni fa.

Una statua in bronzo riemersa dallo scavo del Bagno Grande del santuario etrusco-romano a San Casciano dei Bagni (Si) (foto mic)

Veduta del cantiere di scavo archeologico nel Bagno Grande del santuario etrusco-romano a San Casciano dei Bagni (Si) (foto mic)
“24 statue di bronzo di epoca etrusca e romana” riaffiorate dal fango a San Casciano dei Bagni. Risalenti a un periodo compreso tra il II secolo a.C. e il I d.C., sono state protette per 2300 anni dal fango e dall’acqua bollente delle vasche sacre del santuario votivo insieme a monete, ex voto e iscrizioni latine ed etrusche. Il santuario, con le sue piscine ribollenti, le terrazze digradanti, le fontane, gli altari, esisteva almeno dal III secolo a.C. e rimase attivo fino al V d.C., quando, in epoca cristiana, venne chiuso ma non distrutto. Le vasche furono sigillate con pesanti colonne di pietra e le divinità affidate con rispetto all’acqua, per cui rimossa quella copertura è di fatto “il più grande deposito di statue dell’Italia antica”. Le statue, cinque delle quali alte quasi un metro, sono perfettamente integre e sono state realizzate con tutta probabilità da artigiani locali: effigi di Igea e di Apollo, oltre a un bronzo, mentre l’eccezionale stato di conservazione delle statue all’interno dell’acqua calda della sorgente ha preservato meravigliose iscrizioni in etrusco e latino incise prima della loro realizzazione. Disposte in parte sui rami di un enorme tronco d’albero fissato sul fondo della vasca, in molti casi ricoperte di iscrizioni, le statue come pure gli innumerevoli ex voto, arrivano dalle grandi famiglie del territorio dell’Etruria interna (dai Velimna di Perugia ai Marcni noti nell’agro senese) e non solo, esponenti delle élites del mondo etrusco e poi romano, proprietari terrieri, signorotti locali, classi agiate di Roma e perfino imperatori. Qui, a sorpresa, la lingua degli etruschi sembra sopravvivere molto più a lungo rispetto alle date canoniche della storia. La scoperta rappresenta un modello di collaborazione tra Comune (nel 2019 iniziò a finanziare lo scavo del Bagno Grande, dopo aver acquistato il terreno privato e richiesta la concessione, affidando la direzione operativa a Emanuele Mariotti), ministero della Cultura (direzione generale ABAP in collaborazione con la soprintendenza per le province di Siena, Grosseto e Arezzo), direzione scientifica dello scavo (Jacopo Tabolli ricercatore all’università per Stranieri di Siena), volontariato locale (Associazione Archeologica “Eutyche Avidiena”), con la collaborazione di specialisti di ogni disciplina: dagli architetti ai geologi, dagli archeobotanici agli esperti di epigrafia e numismatica di più atenei del mondo.
Castagneto Carducci (Li). “Archeologia del gusto. Etruschi in piazza”: rievocazione storica, laboratori didattici e concerto di musica antica a corollario della mostra “Nel segno di Fufluns. Il vino degli Etruschi” a Palazzo Espinassi Moratti
“Archeologia del gusto. Etruschi in piazza”: Castagneto Carducci (Li) venerdì 11 agosto 2023 propone, dalle 18 alle 21.30, un pomeriggio speciale a corollario della mostra “Nel segno di Fufluns. Il vino degli Etruschi”, aperta a Palazzo Espinassi Moratti fino al 5 novembre 2023, promossa da Past Experience con La Strada del Vino e dell’Olio – Costa degli Etruschi, dedicata al rapporto tra gli Etruschi e il vino, raccontato attraverso i reperti della vita quotidiana provenienti dai territori delle antiche città di Populonia, Volterra e Vetulonia. Curata dalla Fondazione Aglaia con la soprintendenza ABAP di Pisa e Livorno, e la soprintendenza ABAP di Siena Grosseto e Arezzo (vedi Castagneto Carducci (Li). A Palazzo Espinassi Moratti apre la mostra “Nel segno di Fufluns. Il vino degli Etruschi” sul rapporto tra gli Etruschi e il vino, raccontato attraverso i reperti della vitaquotidiana da Populonia, Volterra e Vetulonia. Video dell’archeologa Carolina Megale approfondisce il tema e introduce alla mostra | archeologiavocidalpassato). Appuntamento dunque in piazza della Gogna a Castagneto Carducci per “Archeologia del gusto. Etruschi in piazza”. In programma la “Rievocazione storica” a cura di Suodales: attraverso la narrazione della vita di vari personaggi e con l’ausilio di allestimenti didattici sarà illustrata la vita quotidiana degli Etruschi ad adulti e bambini. Quindi laboratori didattici a cura di Valter Fattorini dedicati al simposio e al gioco del kòttabos. Chiude il concerto di musica del Mediterraneo antico a cura di Chiara Tesi Venturi.

Locandina della mostra “Nel segno di Fufluns. Il vino degli Etruschi” a Palazzo Espinassi Moratti di Castagneto Carducci (Li) dal 24 giugno al 5 novembre 2023
Mostra “Nel segno di Fufluns. Il vino degli Etruschi”. “Si tratta di una mostra archeologica”, spiega l’archeologa Carolina Megale di Past Experience, “ovvero raccontata attraverso gli oggetti della vita quotidiana che gli Etruschi utilizzavano e che noi abbiamo raccolto in questa mostra per raccontare un territorio: il territorio dell’antica città di Populonia, il territorio dell’antica città di Vetulonia, il territorio dell’antica città di Volterra, che appunto insistevano nell’Etruria marittima”. “Il vino! Ecco il dono d’oblio di Semele e Zeus”, si legge sul manifesto della mostra. “E tu versa, mescendo con un terzo due terzi, e le coppe trabocchino, e l’una l’altra spingano”. Flufluns, come ci ricorda Valentino Nizzo nel suo appuntamento mensile dedicato agli dei etruschi, “aveva una origine umbro-sabina e doveva essere legata alla vegetazione: infatti nel nome si riconosce la stessa radice di flora e flos (fiore). Gli Etruschi assimilarono Fufluns a Dioniso, giunto in Etruria insieme con il vino di produzione greca e le relative pratiche culturali e sociali. Di fatto, il simposio diventò un segno distintivo delle aristocrazie etrusche. Immagini, simboli e miti dionisiaci erano riprodotti sul vasellame greco di importazione e vennero utilizzati per caratterizzare le rappresentazioni di Fufluns”.
Firenze. Al museo Archeologico nazionale per la rassegna “Incontri al museo” conferenza di Jacopo Tabolli, Ada salvi ed Emanuele Mariotti su “Facce di bronzo. Stratigrafia votiva a San Casciano dei Bagni”. Mariotti: “Questa scoperta è un’occasione unica per riscrivere la storia dell’arte antica e con essa la storia del passaggio tra Etruschi e Romani in Toscana”
Per la decima edizione della rassegna “Incontri al museo”, giovedì 6 aprile 2023, alle 17, al museo Archeologico nazionale di Firenze, Jacopo Tabolli, etruscologo dell’università per Stranieri di Siena e direttore del progetto scientifico; Ada Salvi, funzionaria archeologa della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Siena Grosseto e Arezzo; ed Emanuele Mariotti, direttore dello scavo per il Comune di San Casciano dei Bagni, presentano la conferenza “Facce di bronzo. Stratigrafia votiva a San Casciano dei Bagni”. Ingresso libero fino a esaurimento posti. I tre relatori sono stati tra i protagonisti del rinvenimento più grande in Italia al santuario di San Casciano dei Bagni, dove sono emerse oltre 20 statue di bronzo in perfetto stato di conservazione, ex voto e altri oggetti, ma anche cinquemila monete in oro, argento e bronzo. Le nuove eccezionali scoperte sono state restituite dalla campagna di scavo al santuario etrusco-romano connesso all’antica vasca sacra della sorgente termo-minerale del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena. Iniziato nel 2019, lo scavo promosso dal ministero della Cultura e dal comune toscano con il coordinamento del prof. Jacopo Tabolli dell’università per Stranieri di Siena, ha condotto a questi nuovi straordinari ritrovamenti nelle prime settimane di ottobre 2022.

Una statua in bronzo riemersa dallo scavo del Bagno Grande del santuario etrusco-romano a San Casciano dei Bagni (Si) (foto mic)
I bronzi di San Casciano raffigurano le divinità venerate nel luogo sacro, assieme agli organi e alle parti anatomiche per le quali si chiedeva l’intervento curativo della divinità attraverso le acque termali. Dal fango caldo sono riemerse in queste settimane effigi di Igea e di Apollo, oltre a un bronzo che richiama il celebre Arringatore, scoperto a Perugia e nelle collezioni storiche del museo Archeologico nazionale di Firenze. L’eccezionale stato di conservazione delle statue all’interno dell’acqua calda della sorgente ha permesso anche di preservare meravigliose iscrizioni in etrusco e latino che furono incise prima della loro realizzazione. Nelle iscrizioni si leggono nomi di potenti famiglie etrusche del territorio dell’Etruria interna, dai Velimna di Perugia ai Marcni noti nell’agro senese. Accanto a onomastica e forme dedicatorie in etrusco troviamo iscrizioni in latino, che menzionano anche le aquae calidae, le fonti calde del Bagno Grande, dove le statue furono collocate.

Statue in bronzo etrusco-romane emergono dai fanghi termali del Bagno Grande del santuario etrusco-romano a San Casciano dei Bagni (Si) (foto mic)
La gran parte di questi capolavori dell’antichità si data tra il II secolo a.C. e il I secolo d.C., un periodo storico di importanti trasformazioni nella Toscana antica, nel passaggio tra Etruschi e Romani. In quest’epoca di grandi conflitti tra Roma e le città etrusche, ma anche di lotte all’interno del tessuto sociale dell’Urbe, nel santuario del Bagno Grande le nobili famiglie etrusche, in una fase in cui l’espansione di Roma significa anche osmosi culturale, dedicarono le statue all’acqua sacra. Un contesto multiculturale e plurilinguistico assolutamente unico, di pace, circondato da instabilità politica e guerra.

Il cantiere di scavo archeologico nel Bagno Grande del santuario etrusco-romano a San Casciano dei Bagni (Si) (foto mic)
“Una scoperta che riscriverà la storia e sulla quale sono già al lavoro oltre 60 esperti di tutto il mondo”, dichiara l’etruscologo responsabile dello scavo, prof. Jacopo Tabolli. “È così infatti che, 50 anni dopo la scoperta nel 1972 dei celebri “bronzi di Riace”, si riscrive a San Casciano dei Bagni la storia dell’antica statuaria in bronzo di età etrusca e romana. Quello del sito toscano è il più grande deposito di statue in bronzo di età etrusca e romana mai scoperto nell’Italia antica e uno dei più significativi di tutto il Mediterraneo: senza eguali soprattutto perché, finora, di questa epoca si conoscevano prevalentemente statue in terracotta. Il santuario con le sue statue appare come un laboratorio di ricerca sulla diversità culturale nell’antichità, testimonianza unica della mobilità etrusca e romana”, prosegue il prof. Jacopo Tabolli. “Rispetto alle note scoperte di antiche statue in leghe di bronzo – pensiamo per esempio al celebre Arringatore scoperto a Perugia ed esposto al museo Archeologico nazionale di Firenze – quanto riemerso dal fango a San Casciano dei Bagni è un’occasione unica di riscrivere la storia dell’arte antica e con essa la storia del passaggio tra Etruschi e Romani in Toscana”.
Firenze. Paleogenomica e archeologia: all’università l’incontro “Neanderthal da Nobel”, che prende spunto dal recente Nobel al paleobiologo Svante Pääbo. Presentazione della mostra virtuale “170.000 anni fa a Poggetti Vecchi. Neanderthal ed elefanti nella Maremma toscana”
Cos’è la paleogenomica? Perché il biologo svedese Svante Pääbo ha vinto il Nobel 2022 della Medicina per lo studio del sequenziamento del genoma dei nostri “antenati”, i Neanderthal? E come può l’archeologia supportare i dati biologici? Per rispondere a queste domande e capire l’apporto fondamentale che la paleogenomica e l’archeologia hanno recato agli studi sull’evoluzione umana, il dipartimento di Biologia dell’università fiorentina e l’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria (IIPP), hanno ideato l’incontro dal titolo “Neanderthal da Nobel”, in programma martedì 25 ottobre 2022, alle 18.30, a Palazzo Nonfinito, via del Proconsolo, 12 – Aula 1 del dipartimento di Biologia, a Firenze.

Svante Pääbo, paleobiologo svedese, premio Nobel per la Medicina 2022 (foto Frank Vinken MPG)
David Caramelli, docente di Antropologia molecolare e direttore del Dipartimento di Biologia dell’università di Firenze, introdurrà il pubblico nel mondo della paleogenomica, offrendo un quadro delle potenzialità di questa affascinante materia nel mondo odierno. Lo spunto è offerto dal recente conferimento del premio Nobel per la medicina a Svante Pääbo, (67 anni), ritenuto uno dei fondatori della paleobiologia, studioso che per primo ha applicato la genetica alla paleontologia: “per le scoperte riguardanti i genomi degli ominidi estinti e l’evoluzione umana”, in particolare per aver sequenziato il genoma dell’uomo di Neanderthal. La giuria del Premio Nobel così si è espressa: “Le sue scoperte hanno fornito la base per esplorare ciò che rende noi esseri umani così unici”. Grazie ai suoi studi, infatti, nel 2010 è stato possibile ottenere per la prima volta il sequenziamento del genoma di Neanderthal, e nello stesso anno, uno tra i genomi più sorprendenti che siano stati mai sequenziati: il genoma della “donna di Denisova”. È stato così possibile caratterizzare in dettaglio i frammenti arcaici presenti nei nostri moderni genomi. E con questo, i loro effetti sulla nostra salute e sulla nostra risposta a diverse patologie, come ad esempio l’infezione al SARS COVID 19, le cui risposte immunitarie in noi sapiens potrebbero essere legate ad un’eredità neanderthaliana.

Il rinvenimento di resti di Elephas antiquus a Poggetti Vecchi (foto unifi-sabap-gr)
Insieme alla paleogenomica, anche l’archeologia ci aiuta a ridefinire l’immagine dei nostri “cugini” neanderthaliani, offrendoci un quadro molto diverso da quello che fino ad ora abbiamo ipotizzato. Basti pensare alla straordinaria scoperta fatta a Poggetti Vecchi (Grosseto) dei più antichi bastoni da scavo in legno mai trovati in Italia, che ci testimoniano le abilità dei neanderthaliani nella fabbricazione e nell’utilizzo di questi strumenti molto particolari.

In occasione dell’incontro si terrà la presentazione della mostra virtuale “170.000 anni fa a Poggetti Vecchi. Neanderthal ed elefanti nella Maremma toscana” (vedi artsteps | 170.000 anni fa a Poggetti Vecchi), curata dall’ l’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria in collaborazione con la soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena Grosseto Arezzo e il contributo della Fondazione CR Firenze: sarà possibile entrare virtualmente nello scavo del sito di Poggetti Vecchi, in un affascinante viaggio a ritroso nel tempo. La mostra è realizzata dall’ Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria. Con la mostra “170.000 anni fa a Poggetti Vecchi. Neanderthal ed elefanti nella Maremma toscana, la sfida del clima” l’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria presenta l’eccezionale caso studio di Poggetti Vecchi (Grosseto), un sito datato a 170.000 anni fa frequentato da neandertaliani e da elefanti antichi, dove è documentata una moria di questi enormi animali, oggi estinti, probabilmente dovuta all’inasprimento del clima al passaggio verso una glaciazione, ma dove è anche attestata la capacità delle comunità umane di utilizzare al meglio le opportunità offerte dall’ambiente. La mostra si articola come un percorso a ritroso nel tempo, a partire dagli scavi che hanno svelato una nicchia ecologica particolare per la presenza di acque termali, dove uomini e animali hanno trovato rifugio in un periodo di crisi climatica. La mostra è arricchita dalle numerose illustrazioni di Tom Björklund, un artista che si è dedicato in modo particolare a ricostruire uomini e ambienti della Preistoria, rendendo visibile ciò che altrimenti è possibile solo immaginare.









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