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Venezia. A Ca’ Foscari giornata di studi, in presenza e on line, “Jebel Barkal. Half a Century of the Italian Archaeological Mission in Sudan” con i membri della missione e i colleghi di Naga, Wad Ben Naga e Hugair Gubli

venezia_ca-foscari_convegno-Jebel-Barkal-Mezzo-secolo-della-Missione-Archeologica-Italiana-in-Sudan_locandinaÈ tutto pronto. Gli egittologi della Missione Italiana a Jebel Barkal (Sudan) Jebel con i colleghi di Naga (@nagaproject), Wad Ben Naga (@narodnimuzeum), Hugair Gubli (@egittologiasapienza), @university_khartoum, pronti per le celebrazioni dei cinquant’anni della missione in Sudan: “Celebriamo questi lunghi 50 anni, sì”, spiegano a Ca’ Foscari, “ma celebriamo soprattutto il Sudan, il suo patrimonio archeologico, la sua gente, che da decenni ci ospita e collabora con tutti noi alla realizzazione di un progetto culturale che diventi una forza e una risorsa per la stessa popolazione di questo fiero, tormentato, straordinario Paese”. Appuntamento il 1° dicembre 2023 in aula Baratto dell’università Ca’ Foscari di Venezia, in Dorsoduro 3246, per la giornata di studi “Jebel Barkal. Half a Century of the Italian Archaeological Mission in Sudan”. Link al convegno: https://unive.zoom.us/j/87466460227…. Tra gli ospiti: Paola Buzi e Angelo Colonna di Egittologia e civiltà copta dell’università Sapienza di Roma, che ha accolto la missione con Sergio Donadoni dal 1973 al 2004; Alessandro Roccati, successivo direttore fino al 2010; Karla Kroeper e Christian Perzlmeier, con il loro progetto quasi trentennale nel sito di Naga (https://naga-project.com/naga-online/) ; Pavel Onderka e Vlastimil Jung Vrtal, che ci racconteranno dei loro scavi a Wad Ben Naga, sito in parte coevo a quello di Jebel Barkal; Nuha Abdelhafiz, che testimonierà le relazioni tra le due università di Venezia e di Khartoum. E poi ci saranno tutti i membri della Missione Italiana in Sudan a Jebel Barkal.

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Foto di gruppo della missione archeologica italiana in Sudan a Jebel Barkal: al centro, accosciate, Federica Pancin e Francesca Iannarilli; in piedi, Emanuele Ciampini (foto mai-sudan)

PROGRAMMA. Alle 8.30, saluti; 8.45, Emanuele M. Ciampini (Ca’ Foscari University of Venice, Jebel Barkal Mission) “The Way We Were. Past and future of an Archaeological Mission”; 9, Karla Kroeper – Christian Perzlmeier (Staatliches Museum Ägyptischer Kunst, Naga Project) “Naga city: what is a palace. Naga city: where is a palace”; 9.30, Francesca Iannarilli – Nuha Abdel Hafiz (Ca’ Foscari University of Venice, Jebel Barkal Mission – Khartoum University) “Jebel Barkal today and tomorrow: the latest excavations and new Venice-Khartoum exchange projects”; 10, Paola Buzi – Angelo Colonna (Sapienza University of Rome, Hugair Gubli Mission) “After Jebel Barkal. Sapienza University and Nubia today”; 10.30, discussione; 10.45, pausa caffè; 11.15, Alessandro Roccati (Jebel Barkal Mission) “The Times of Natakamani”; 11.30, Silvia Callegher – Federica Pancin (Jebel Barkal Mission) “Pieces of the past: interpreting and reconstructing the façades of the Palace of Natakamani”; 12, Pavel Onderka – Vlastimil Vrtal (National Museum in Prague, Wad Ben Naga Expedition) “The Isis Temple at Wad Ben Naga and Its Egyptian Inscriptions – Account of Giuseppe Ferlini on his excavations at Wad Ben Naga (Vod-Benaga)”; 12.30, discussione finale.

Torino. Al museo Egizio Vincent Rondot del musée du Louvre su “Nubian studies”: gli ultimi risultati sul culto di Amon a Meroe. Conferenza on line in collaborazione con Acme

Il tema dell’organizzazione del culto di Amon nell’isola di Meroë, cuore dell’Impero Meroitico, è ancora molto aperto. Ne parlerà il professor Vincent Rondot martedì 25 maggio 2021, alle 18, al museo Egizio di Torino, nella conferenza online “Nubian studies”, in collaborazione con ACME.

Viale di Sfingi a Meroe in Nubia (Sudan) (foto museo egizio)

Se il tema dell’organizzazione del culto di Amon è ancora aperto ci sono molte ragioni: le condizioni di conservazione dei monumenti presenti sull’isola, perlopiù in rovina, compreso il Grande Tempio di Amon annesso alla capitale; la conservazione relativamente buona dei due siti di Naga e Mussawarat es-Sufra, che tendono a catalizzare l’attenzione relativamente a questo tema; e il gran numero di siti che potenzialmente includono un tempio di Amon tra i loro monumenti reali che sono ancora sconosciuti o scarsamente documentati. Da quando è stata avviata nel 2000, la Missione di El-Hassa ha cercato di gettare ulteriore luce su questo argomento: dopo vent’anni, è possibile presentare una serie di nuovi dati che offrono molti spunti (archeologici, architettonici, epigrafici, iconografici e storici) sulla politica e l’evoluzione del culto di Amon nella regione.

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Vincent Rondot è direttore del dipartimento di Antichità egizie del museo del Louvre (foto musée du louvre)

Vincent Rondot è direttore del dipartimento di Antichità egizie del museo del Louvre dal 2014 e ricercatore presso il Centre national de la recherche scientifique (CNRS) dal 1997. È stato inoltre membro dell’Institut français of oriental archaeology al Cairo (1988-1992 ) e, dal 2004 al 2009, direttore dell’Unità archeologica francese a Khartoum. Al Louvre ha curato la riorganizzazione della collezione del Dipartimento di antichità egizie (1993-1997). Epigrafista e archeologo, le sue ricerche si concentrano sui culti al dio Amon, sia in Sudan che in Egitto, e sui culti del dio coccodrillo Sobek nel Fayum in epoca greco-romana. I suoi interessi di ricerca più recenti riguardano, tra gli altri, la questione dell’iconografia divina e l’impatto dell’ellenismo durante gli ultimi secoli del paganesimo, sia in Sudan che in Egitto.