A San Giorgio Bigarello (Mn) durante i lavori al parco pubblico di via Tobagi emerse tre tombe di cinquemila anni fa (Età del Rame) nello scavo di emergenza della Sap diretta dall’archeologo Simone Sestito (Sabap Mn). Parla l’antropologa Vittoria Bianchi che a Palazzo Ducale cura le analisi antropologiche e i prelievi

Una delle sepolture a inumazione scoperte nella necropoli dell’età del Rame a San Giorgio Bigarello, alle porte di Mantova (foto sabap cr mn lo)
Scoperta una necropoli dell’età del Rame alle porte di Mantova. A San Giorgio Bigarello nel corso dei lavori del parco pubblico di via Tobagi in località Mottella sono emerse dal sottosuolo almeno tre tombe risalenti a circa cinquemila anni fa (3400 – 2500 a.C. circa), quasi tutte in ottimo stato di conservazione, con la presenza di pugnali e punte di frecce. Un bell’esempio di archeologia di emergenza, con uno scavo condotto da SAP società archeologia srl sotto la direzione di Simone Sestito della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Cremona Mantova e Lodi. Le analisi antropologiche e il prelievo dei campioni sono a cura dell’antropologa Vittoria Bianchi. Le inumazioni sono state fatte nella nuda terra, in posizione flessa, tipica proprio dell’Età del Rame. Gli archeologi hanno recuperato gli scheletri a una profondità di circa 40 centimetri e li hanno trasferiti nei magazzini di Palazzo Ducale per ulteriori studi.
In questo video l’antropologa Vittoria Bianchi racconta alcuni dei primi curiosi dettagli emersi dagli studi. “Sono qui per fare l’analisi antropologica di questo individuo dell’Età del Rame che è stato ritrovato a San Giorgio Bigarello in provincia di Mantova”, spiega Bianchi. “L’analisi antropologica ha come scopo quello di capire il sesso, l’età ed eventuali patologie. Stiamo facendo una prima analisi. Lo scavo è stato condotto molto bene. Bisogna solo proseguire un po’ nella pulizia delle ossa per esporre il periostio e vedere eventuali lesioni e modificazioni delle ossa. A una prima analisi, si tratta di un uomo di età matura, tra i 40 e i 50 anni probabilmente, ma dopo con l’analisi dei denti potrò essere un po’ più precisa. Da un punto di vista paleopatologico, invece, si può già notare da una prima pulizia una osteocondrosi, quindi problemi di mobilità della colonna vertebrale, e anche tutte le varie superfici articolari, tra cui anche le patelle del ginocchio, hanno delle modificazioni dovute allo sforzo e all’utilizzo di queste articolazioni. Quindi si tratta di un uomo maturo che probabilmente ha fatto attività fisica, quindi movimento anche per “lavoro”, quindi uno stress bio-meccanico abbastanza intenso a livello sicuramente degli arti inferiori e della colonna. Adesso vedremo proseguendo se anche il gomito e la spalla hanno delle modificazioni simili. Si è deciso poi di provvedere a un campionamento, in particolare dei denti, per svolgere analisi chimico-fisiche legate agli isotopi della dieta e agli isotopi della mobilità, e anche analisi genetiche”.
Cavaion (Vr). Convegno “La Bastia di San Michele a Cavaion Veronese. Aggiornamenti e nuovi studi”: la soprintendenza ABAP di Verona presenta gli studi e i nuovi dati sulle indagini archeologiche effettuate sul sito dove dal 2014 c’è un Archeoparco

“La Bastia di San Michele a Cavaion Veronese. Aggiornamenti e nuovi studi”: la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo Vicenza, in collaborazione con il Comune di Cavaion Veronese e il CTG “El Preon”, sabato 9 aprile 2022 in sala civica “E. Turri”, Corte Torcolo, via Vittorio Veneto 1 a Cavaion Veronese, presenta gli studi e i nuovi dati sulle indagini archeologiche effettuate sul sito della Bastia di San Michele a Cavaion Veronese e il suo territorio. Il convegno si terrà secondo le vigenti norme anti COVID-19. Programma. Alle 10, i saluti di Sabrina Tramonte, sindaco di Cavaion Veronese, e Vincenzo Tinè, soprintendente; 10.20, Brunella Bruno, Giovanna Falezza su “La Bastia di Cavaion (2002-2022): scavi, restauri, valorizzazione. Un bilancio dopo vent’anni e prospettive future”; 10.40, Luciano Pugliese su “Prima della Bastia, Il contesto territoriale in età classica e tardoantica”; 11, Davide Brombo, Alberto Manicardi su “La rilettura dei dati archeologici alla luce dei nuovi studi”; 11.20, Pausa Caffè. Alle 11.40, Beatrice Zamuner su “I materiali ceramici”; 12, Giuliano Sala su “La chiesa e la bastia di San Michele attraverso le fonti letterarie e archivistiche”; 12.20, Simone Sestito su “Interpretare la Bastia di San Michele: idee per un lavoro in corso”; 12.40, Elisa Lerco, Fabio Saggioro su “Le indagini dell’Università di Verona”. Alle 15, visita guidata all’Archeoparco della Bastia. Sarà possibile accedere all’area archeologica fino alle 18.

Il sito della Bastia di San Michele a Cavaion Veronese dove dal 2014 è stato realizzato un Archeoparco (foto Ctg El Preon)
“Dopo alcuni saggi del professor Brogiolo”, ricorda l’arch. Sabrina Franzoni, animatrice culturale del CTG El Preon e vicepresidente dell’Associazione Archeologica Cavaionese, “gli scavi archeologici sulla Bastia hanno preso l’avvio nel 2003 e sono proseguiti in modo continuativo fino al 2009 per poi avanzare a fasi alterne fino al 2011. Il sito è suddiviso in tre livelli: terrazza inferiore, terrazza mediana e terrazza superiore. La terrazza mediana è uno spazio aperto di rispetto fra le due aree e permetteva l’accesso alla zona superiore attraverso il passaggio tra porte controllate da torri di guardia. La terrazza superiore appartiene a quella fase di incastellamento detta “seconda” di controllo del territorio, databile fra X e XIV secolo. Gli ambienti portati alla luce dagli archeologi sono molto ampi, realizzati in periodi storici differenti. All’interno di essi sono stati trovati suppellettili di ceramica grezza di uso quotidiano. Secondo gli studiosi, nel sito era presente una guarnigione militare di cavalleria, visto il ritrovamento di una gran quantità di ferri e finimenti da parata. Il sito – continua – è stato oggetto di una importante iniziativa della Provincia nel 2013, I Tesori Veronesi, ed è stato inaugurato come Archeoparco nel maggio del 2014. La fortificazione di S. Michele è emersa in tutta la sua grandiosità e potenza, ma sembra che la vastità del complesso sia ancora da scoprire, in quanto l’area militare, al culmine dell’altura probabilmente nasconde altre strutture. Data la sua collocazione geografica e la sua posizione di preminenza, è chiara l’importanza che rivestiva questa fortificazione nel controllo del territorio della Valdadige e del lago di Garda. L’archeologo Luciano Pugliese sostiene infatti che la Bastia di S. Michele abbia le stesse caratteristiche e la stessa importanza della Rocca di Garda, vero e proprio presidio di altura, simbolo del potere”.
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