Parco archeologico dell’Appia Antica. Per gli “Incontri di archeologia alle Tombe della via Latina” presentazione del libro “Ladri di antichità” a cura di Simona Modeo e Serena Raffiotta, e visita guidata speciale ai nuovi scavi della Villa degli Anicii e nella Basilica di S. Stefano
Tornano gli “Incontri di Archeologia” alle Tombe della Via Latina, occasioni uniche promosse dal parco archeologico dell’Appia antica per incontrare professionisti del settore e scoprire le loro ultime ricerche e pubblicazioni nella suggestiva cornice della sala superiore della Tomba dei Valeri. Appuntamento sabato 9 marzo 2024, alle 10, in via dell’Arco di Travertino 151. Attività gratuita su prenotazione scrivendo a pa-appia.tombelatine@cultura.gov.it. Questa volta si affronterà il tema del traffico illegale del patrimonio culturale con la presentazione del libro “Ladri di antichità” a cura di Simona Modeo e Serena Raffiotta (ed. Lussografica, 2020). Dopo i saluti del direttore Simone Quilici e del responsabile del sito Santino Alessandro Cugno, interverranno le curatrici, Simona Modeo e Serena Raffiotta, in dialogo con Fabio Isman, giornalista e scrittore, e Serena Epifani, archeologa e giornalista. A seguire, i partecipanti potranno effettuare una visita guidata speciale ai nuovi scavi della Villa degli Anicii e nella Basilica di S. Stefano.

Copertina del libro “Ladri di antichità” a cura di Simona Modeo e Serena Raffiotta
Ladri di antichità. Il volume raccoglie i contributi di archeologi, studiosi, giornalisti e rappresentanti delle Istituzioni che, a vario titolo, in passato e di recente, hanno operato al fine di contrastare il traffico clandestino di testimonianze culturali, rubate o scavate illecitamente per arricchire musei e collezioni private di tutto il mondo. In questo contesto, si vuole focalizzare l’attenzione sui danni gravi e irreparabili causati dall’azione devastante dei tombaroli e dei trafficanti di antichità. Contrastare questo fenomeno, che da secoli danneggia la nostra ricchissima terra, equivale a salvaguardare in eterno la nostra storia e le nostre radici.
Roma. Al Complesso di San Michele la presentazione del libro “Un atleta venuto dal mare. Criticità e prospettive di un ritorno” (L’Erma di Bretschneider) di Jessica Clementi, Mariateresa Curcio e Rachele Dubbini nell’ambito dei “Percorsi di lettura” dell’Istituto centrale per l’Archeologia (Ica) per promuovere la riflessione e il dibattito sull’Atleta di Fano, e il contenzioso tra lo Stato italiano e il Paul Getty Museum. In presenza e on line
Per “Percorsi di lettura dell’Istituto centrale per l’Archeologia”, giovedì 22 febbraio 2024, alle 16, a Roma, nella sala conferenze della Biblioteca delle arti del Complesso monumentale del San Michele, presentazione del libro “Un atleta venuto dal mare. Criticità e prospettive di un ritorno” (L’Erma di Bretschneider) curato da Jessica Clementi, Mariateresa Curcio e Rachele Dubbini. Il testo è dedicato a un rinvenimento archeologico avvincente e controverso: quello del cosiddetto “Atleta di Fano” ritrovato nel 1964 nelle acque dell’Adriatico e oggetto di un lungo contenzioso tra lo Stato italiano e il Getty Museum di Malibu. L’evento sarà trasmesso sul canale YouTube dell’Istituto Centrale per l’Archeologia. Dopo i saluti, portati dal direttore generale Archeologia Belle arti e Paesaggio, Luigi La Rocca, e da Massimo Osanna, direttore generale Musei, introduce i lavori Elena Calandra, direttore dell’Istituto centrale per l’archeologia, che animerà il dialogo con le curatrici Jessica Clementi, Mariateresa Curcio e Rachele Dubbini: interverranno Stefania Bisaglia, dirigente del Servizio IV della direzione generale Archeologia Belle arti e Paesaggio, che si occupa della circolazione dei beni culturali; Lorenzo D’Ascia, dell’Avvocatura generale dello Stato, che supporta il ministero della Cultura nella complessa vicenda giudiziaria; ed Eugenio Polito, dell’università di Cassino e del Lazio meridionale, esperto sotto il profilo della storia dell’arte antica. La presentazione intende promuovere la riflessione e il dibattito sui molteplici temi posti da un lavoro editoriale ricco di spunti di interesse, che offre un contributo corale su un’opera scultorea dall’alto valore artistico e identitario.

Copertina del libro “Un atleta venuto dal mare. Criticità e prospettive di un ritorno” (L’Erma di Bretschneider) di Jessica Clementi, Mariateresa Curcio e Rachele Dubbini
Il libro. Un’antica statua in bronzo rinvenuta in mare negli anni Sessanta dai pescatori di Fano: la creazione di un artigiano greco che imita o copia fedelmente un’opera famosa nel mondo romano o l’opera originale dell’illustre scultore Lisippo, razziata dalla Grecia dai conquistatori romani? Di certo siamo di fronte a un bene culturale la cui proprietà è aspramente contesa tra l’Italia e gli Stati Uniti, mentre la memoria del suo rinvenimento e il suo legame con l’Adriatico la rendono parte integrante dell’eredità culturale della città di Fano. L’atleta venuto dal mare è denominato “il Lisippo”, “l’Atleta di Fano”, il “Getty Bronze” o ancora, volendo rimanere più neutrali, “l’Atleta vincitore”. Così come i suoi nomi, numerose sono le questioni aperte che riguardano quest’opera: il volume ospita una discussione che vede protagonisti esperti di varie discipline per affrontare insieme la questione giuridica, la conservazione e la valorizzazione del bene, il rapporto con il territorio adriatico e con le comunità che di questo bene si sentono eredi e il tema della circolazione di opere greche nel mondo romano, al fine di mettere a fuoco possibilità e criticità di un possibile ritorno del pezzo in Italia dal Getty Museum di Los Angeles, ritorno atteso ormai da troppi anni.
Il convegno. Il libro scaturisce dal convegno “Un atleta venuto dal mare. Criticità e prospettive di un ritorno”, promosso dall’università di Ferrara nel 2021 riguardo alla statua dell’Atleta di Fano, così denominato per il luogo di rinvenimento, avvenuto a opera di un peschereccio italiano il 14 agosto 1964 nelle acque antistanti la città. La statua è nota peraltro con varie denominazioni, che ne tradiscono la storia complessa, tra le quali: “il Lisippo”, l’“Atleta vittorioso” e il “Bronzo Getty”. Quest’ultima definizione denuncia l’attuale e controversa proprietà del bene: il John Paul Getty Museum di Malibu, che acquistò l’opera nel 1977 dichiarandone il rinvenimento in acque internazionali. Come spiegato nella prefazione del libro, il ministero della Cultura, i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e l’autorità giudiziaria sono da anni impegnati in un’azione volta “alla restituzione allo Stato italiano dell’opera in forza anche del provvedimento con cui nel 2018 la Corte di Cassazione ne ha reso definitiva la sentenza di confisca, ritenendo che la statua dell’Atleta appartenesse storicamente e culturalmente all’Italia dal cui territorio era stata illecitamente sottratta”. Il museo statunitense si è appellato alla Corte Europea di Giustizia presso cui pende ora il giudizio, ma nel frattempo il convegno e il volume hanno inteso analizzare la statua sotto vari profili. Di essa sono analizzati nella prima sezione il luogo di ritrovamento e i possibili contesti originari (Rachele Dubbini), le denominazioni che si sono sovrapposte a connotarne la poliedrica percezione dell’identità (Materiateresa Curcio), fino alle nuove proposte di valorizzazione (Jessica Clementi); nella seconda parte l’opera è inquadrata nell’ambito del commercio antico delle opere d’arte greca nel Mediterraneo (Alessio Sassù), con un approfondimento sulle sculture d’ornamento a Roma (Alessandra Bravi); la terza parte ripercorre le intricate vicende processuali riguardanti il bronzo (Silvia Cecchi), inquadrandole nella prospettiva della restituzione dei beni archeologici (Serena Epifani); segue la riflessione sulla questione espositiva dei bronzi antichi, sotto il profilo della conservazione (Monica Galeotti e Anna Patera) e della valorizzazione (Francesca Morandini). La quinta sezione del volume guarda alla questione identitaria nel quadro internazionale, della quale l’Atleta è considerato un caso cruciale (Giuditta Giardini), analizzato accanto alle statue-gonfalone simbolo di varie città in età medievale. Il lavoro si chiude con le prospettive di ricerca e di valorizzazione dal contesto di provenienza in senso lato, guardando all’archeologia subacquea nelle Marche (Stefano Finocchi e Stefano Medas), agli spunti per la musealizzazione (Nicoletta Frapiccini), al recupero dell’area del teatro romano di Fanum Fortunae (Stefano Marchegiani). La restituzione all’Italia dell’Atleta è ancora sub iudice, ma innegabile è il valore identitario che si è venuto creando intorno alla statua, che rappresenta un punto di riferimento per i cittadini di Fano e più in generale per la comunità di patrimonio, come la convenzione di Faro insegna.

Jessica Clementi (Sapienza università di Roma)
Jessica Clementi ha conseguito il dottorato in archeologia classica alla Sapienza università di Roma. È assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Scienze della Terra, Sapienza università di Roma e docente di topografia antica all’università di Ferrara. Si occupa di storia dell’arte greca e romana e topografia antica, con molteplici interessi nel campo dell’archeologia funeraria e dei sistemi insediativi nel Delta Padano. La sua ricerca spazia dalla storia dell’archeologia, con una monografia dedicata agli scavi Torlonia sull’Appia Antica, all’applicazione di tecniche remote sensing per il monitoraggio di beni archeologici e la tutela del territorio.

Mariateresa Curcio, Sapienza università (foto cosenza channel)
Mariateresa Curcio ha conseguito il dottorato in archeologia classica, con titolo congiunto tra Sapienza università di Roma e Paris 1 Panthéon-Sorbonne. Ha lavorato come assegnista di ricerca per il dipartimento di Scienze dell’Antichità alla Sapienza e per il dipartimento di Studi umanistici dell’università di Ferrara. È autrice di una monografia sulla produzione artistica romana e di diversi articoli sulla statuaria nel mondo antico, la storia dell’archeologia e le metodologie museologiche. Attualmente si occupa di digitalizzazione del patrimonio culturale e di allestimenti museali.

Rachele Dubbini (università di Ferrara)
Rachele Dubbini è professore associato in Archeologia classica all’università di Ferrara. È la fondatrice del laboratorio “Eredità Culturali e Comunità” specializzato sul rapporto tra il patrimonio culturale e le comunità che lo vivono e dal 2022 è direttrice del progetto di scavo “Appia Antica 39”, che indaga un lotto funerario di epoca imperiale alle porte di Roma. Autrice di numerosi studi sulla Corinto di epoca arcaica, sul paesaggio suburbano della città di Roma e sull’archeologia italiana in epoca fascista, si occupa principalmente dell’archeologia del sacro e dell’archeologia del paesaggio nel mondo greco e romano, della storia dell’archeologia italiana e dell’archeologia pubblica.
Roma. Simposio “La prospettiva italiana. Stato dell’Arte” promosso da The Journal of Cultural Heritage Crime, l’università di Roma “La Sapienza” e il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia in occasione della Giornata internazionale contro il traffico illecito di beni culturali

Il 14 novembre è la Giornata internazionale contro il traffico illecito di beni culturali, istituita dall’UNESCO nel 2020, in ricordo della firma della Convenzione di Parigi del 1970, quale primo strumento di diritto internazionale per la protezione dei beni culturali in tempo di pace. La Convenzione all’Art. 2 recita: “Gli Stati parti della presente Convenzione riconoscono che l’importazione, l’esportazione e il trasferimento illeciti di proprietà di beni culturali costituiscono una delle cause principali di impoverimento del patrimonio culturale dei paesi d’origine di questi beni e che una collaborazione internazionale costituisce uno dei mezzi più efficaci per proteggere i rispettivi beni culturali contro tutti i pericoli che ne sono le conseguenze. A tale scopo, gli Stati partecipanti s’impegnano a combattere tali pratiche con i mezzi di cui dispongono, in particolare sopprimendo le cause, interrompendo il loro svolgersi e aiutando ad effettuare le necessarie riparazioni”. The Journal of Cultural Heritage Crime, l’università di Roma “La Sapienza” e il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia promuovono il 14 novembre 2023, dalle 9.30 a Roma, la prima edizione di un Simposio, che in questa occasione verterà su “La prospettiva italiana. Stato dell’Arte” e che è inteso come un momento di incontro e confronto di pratiche e competenze tra esperti di settore, ricercatori e docenti universitari. L’evento nasce con l’ambizione di diventare l’appuntamento annuale di riferimento per fare il punto sulla tutela del patrimonio culturale e la cooperazione internazionale.

Il punto di vista accademico, prescelto per questa prima edizione, sarà al centro dei lavori del Simposio: la dissertazione di una serie di casi studio, risolti e irrisolti, offrirà una panoramica delle esperienze nazionali di studio, e lascerà altresì spazio alle questioni ancora aperte più che alle soluzioni. I contributi istituzionali sono a cura della direzione generale Archeologia Belle arti e Paesaggio – Ufficio Circolazione, dell’Avvocatura dello Stato, del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, di Interpol e Unidroit. L’evento si svolgerà in presenza al mattino nella Sala della Fortuna del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia (ingresso libero fino a esaurimento posti; prenotazione obbligatoria al link https://forms.gle/wvMEizKjJusMuZiR9), per poi proseguire all’Odeion del museo dell’Arte classica – università “La Sapienza” (Ingresso libero fino a esaurimento posti). In entrambe le sedi è organizzata una speciale visita guidata alle mostre in corso. In contemporanea ai lavori del Simposio sono previsti due momenti dedicati alle scuole. Il Liceo Classico “Augusto” di Roma, nell’ambito del progetto di istituto “Incontri con l’esperto”, ospiterà l’incontro con Fabio Isman, giornalista e autore de I predatori dell’arte perduta (Skira, 2009), L’Italia dell’arte venduta (il Mulino, 2017), Quando l’arte va a ruba (Giunti, 2021). A Villa Rendano (CS), nell’ambito del progetto “Musei. Presidio di legalità” ideato da Anna Cipparrone, direttore del museo Consentia Itinera, e dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza, saranno presentati gli elaborati creativi, grafici o video, prodotti dalle studentesse e dagli studenti di Cosenza del Liceo Classico “B. Telesio”, dell’IC “Spirito Santo” e dell’IC “Fausto Gullo”, e del Liceo Classico “G. Garibaldi” di Castrovillari. Sostengono l’iniziativa: l’associazione APS Art Crime Project, Legambiente, la Monuments Men and Women Foundation, l’associazione nazionale Carabinieri – Tutela Patrimonio Culturale, il museo Consentia Itinera, la fondazione ETS Attilio e Elena Giuliani, la fondazione Santagata per l’Economia della Cultura, il progetto MemO – università di Padova, il CAMNES – Center for Ancient Mediterranean and Near Eastern Studies, l’Istituto per l’Arte e il Restauro – Palazzo Spinelli, Art-Test- Firenze e il liceo classico “Augusto” di Roma.
PROGRAMMA. Sala della Fortuna, museo nazionale Etrusco di Villa Giulia. Alle 9.30, indirizzi di saluto: Valentino Nizzo, direttore ETRU; Claudia Carlucci, Laura Michetti, dip. Scienze antichità università di Roma “La Sapienza”; Serena Epifani, università di Roma “Tor Vergata”; JCHC. PRIMA SESSIONE: 10, “Il contributo italiano al rafforzamento della convenzione UNESCO 1970 e la legislazione europea in materia di importazioni” con Stefania Bisaglia e Lia Montereale, direzione generale Archeologia Belle arti e Paesaggio, Ufficio Circolazione, ministero della Cultura; 10.20, Lorenzo D’Ascia, Avvocatura dello Stato; 10.40, “Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale” con ten. col. Paolo Salvatori, comandante sezione Archeologia, comando Carabinieri TPC Comando TPC; 11, INTERPOL, “Il contrasto al traffico illecito di beni culturali” con Tiziano Coiro, coordinatore della Works of Art Unit di INTERPOL; 11.20, “L’Italia e la Convenzione UNIDROIT del 1995” con Marina Schneider, UNIDROIT; 11.40, pausa. 11.50, “Il caso studio del bronzo di atleta da Fano: il valore del nome per un ritorno possibile” con Rachele Dubbini, università di Ferrara; 12.10, Arianna Traviglia, Centre for Cultural Heritage Technology – Istituto Italiano di Tecnologia; 12.30, “La rete del mercato di antichità. Vecchi problemi, nuove prospettive” con Riccardo Giovanelli, università Ca’ Foscari, Art Crime Project Association; 12.50, “Patrimonio culturale a rischio: stato dell’arte e strategie” con Luca Zamparo, università di Padova; 13.10, discussione. A seguire, visita guidata alla mostra “Spina etrusca. Un grande porto nel Mediterraneo”.
PROGRAMMA. Odeion museo dell’Arte classica, musei Sapienza. Alle 12.45, conferenza stampa mostra “Caere. Storie di dispersione e di recuperi”, museo di Etruscologia e Archeologia italica. Alle 17, visita guidata alla mostra “Caere. Storie di dispersione e di recuperi”. SECONDA SESSIONE. Alle 18, “Il patrimonio archeologico etrusco tra dispersione, recuperi e fruizione digitale. Un progetto del Dipartimento di Scienze dell’Antichità della Sapienza” con Claudia Carlucci, Laura Michetti, università di Roma “La Sapienza”; 18.20, “Attività per il monitoraggio dei siti archeologici a rischio scavi clandestini e tipologie di danni al patrimonio” (MiC-Comando Carabinieri TPC-CNR- UniSalento). “Il caso dei grandi abitati della Puglia Settentrionale” con Marcello Guaitoli, università del Salento; 18.40, “Le urne del sepolcro dei Cacni a Perugia: recupero, restauro e valorizzazione” con Gabriele Cifani, università di Roma “Tor Vergata”; 19, “Traffico illecito di reperti archeologici. Due casi-studio ancora irrisolti” con Daniela Rizzo, già funzionario MIBAC, Ufficio Sequestri; 19.20, discussione.
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