Capo Colonna (Kr). “Dentro agli scavi. Open day al parco archeologico nazionale di Capo Colonna”: Filippo Demma e Carlo Rescigno illustreranno i risultati delle recenti indagini archeologiche
Al Santuario di Hera Lacinia a Capo Colonna (Kr) la storia continua a svelarsi, strato dopo strato. I parchi archeologici di Crotone e Sibari sono pronti a raccontare i primi risultati emersi dalle campagne di scavo condotte in queste settimane con “Dentro agli scavi. Open day al parco archeologico nazionale di Capo Colonna”. Sabato 15 novembre 2025, dalle 15.30 alle 17, Filippo Demma, direttore dei parchi archeologici di Crotone e Sibari, e Carlo Rescigno, professore della Scuola superiore meridionale di Napoli, illustreranno i risultati delle recenti indagini archeologiche e i progetti futuri che coinvolgeranno il Parco archeologico. Un’occasione unica per avvicinarsi al cuore della ricerca archeologica e conoscere da vicino la storia di questo incredibile sito.
Crotone. Al parco di Capo Colonna “open day” al cantiere di scavo nel sito del Santuario di Hera Lacinia con illustrazione delle scoperte e aperitivo. La sera concerto jazz

Campagna di scavo 2024 della Scuola Superiore Meridionale nel sito del Santuario di Hera Lacinia a Capo Colonna (Kr) (foto drm-calabria)

Campagna di scavo 2024 della Scuola Superiore Meridionale nel sito del Santuario di Hera Lacinia a Capo Colonna (Kr) (foto drm-calabria)
Venerdì 2 agosto 2024 termina la campagna di indagini archeologiche nel sito del Santuario di Hera Lacinia a Capocolonna (Kr). La direzione dei parchi archeologici di Crotone e Sibari propone un open day per conoscere le scoperte emerse dalla campagna di indagini archeologiche nel sito del Santuario di Hera Lacinia. A partire dalle 17.30 e fino alle 19.30, sarà possibile visitare il cantiere dove gli archeologi della Scuola Superiore Meridionale, guidati dal prof. Carlo Rescigno, e il direttore dei parchi archeologici di Crotone e Sibari, Filippo Demma, illustreranno le scoperte e risponderanno alle domande del pubblico. L’ingresso, consentito con il biglietto del Museo, sarà gratuito.

Veronica Parilla & Carlo Maria Manna Quartet (foto guido milli – drm-calabria)
A seguire, al Punto Ristoro del Parco sarà possibile prendere un aperitivo accompagnato da prodotti tipici crotonesi, nell’attesa del concerto serale, organizzato da Consorzio Jobel al Giardino di Hera, dove la serata potrà concludersi con le note Jazz di Veronica Parilla & Carlo Maria Manna Quartet (Ingresso al concerto 10 euro. Info e prenotazioni: 0962.27697 – 379.1338626).
Barletta dedica una mostra ad Annibale, il genio militare della battaglia di Canne, che inflisse a Roma una delle più pesanti sconfitte: “Annibale. Un viaggio”, da Cartagine alla Spagna e all’Italia, fino alla vittoria di Canne, al suo ritorno in Africa e alla disfatta di Zama

Corazza in bronzo dorato di fattura magnogreca del III sec. a.C. conservata al museo del Bardo di Tunisi
La testa di Atena con collana di ghiande, elmo attico crestato e cimiero centrale a collo di cigno risplendeva nella pugna incisa a sbalzo sulla corazza di bronzo dorata di un mercenario italico. Fu ritrovata nel 1909 in una tomba punica nel deserto tunisino, sopra un sarcofago contenente le spoglie di un guerriero. E ora quell’eccezionale reperto di età annibalica (III secolo a.C.), di fattura magnogreca, conservata al museo archeologico del Bardo a Tunisi, è esposta da qualche giorno nel castello di Barletta dove è allestita la mostra “Annibale. Un viaggio”, inaugurata a Barletta il 2 agosto scorso, in occasione dell’anniversario della battaglia di Canne (216 a.C.). La corazza (“Pezzo straordinario”, l’ha definito il direttore del Polo museale di Puglia, Fabrizio Vona) torna in Italia dopo quasi 30 anni, tanti ne sono passati dall’esposizione “I Fenici” del 1988 a Palazzo Grassi a Venezia ed è una delle poche opere autorizzate a lasciare il museo del Bardo dopo l’attentato terroristico del marzo 2015. “Così come il busto di Annibale, anche questa corazza”, ha commentato il sindaco di Barletta, Pasquale Cascella, “ha un forte valore simbolico, quello del legame della nostra città con una storia millenaria”. E il sottosegretario ai Beni culturali, Antonio Cesaro: “La presenza di questo reperto oltre a testimoniare la generosità del museo del Bardo getta le basi per una collaborazione fra due Paesi che si slarga su orizzonti sempre più ampi e che incentiverà il flusso dei visitatori, già rivelatosi molto intenso, a dimostrazione che i beni culturali sono un asset strategico per l’economia dei territori”.
La Puglia dunque dedica una grande mostra al condottiero cartaginese che proprio qui, nelle campagne di Barletta, presso l’antica Canne, visse uno dei suoi più grandi giorni di gloria. La battaglia di Canne del 2 agosto del 216 a.C. è stata infatti una delle principali battaglie della seconda guerra punica. L’esercito di Cartagine, comandato con estrema abilità da Annibale, accerchiò e distrusse quasi completamente un esercito numericamente superiore della Repubblica romana guidato dai consoli Lucio Emilio Paolo e Gaio Terenzio Varrone. La battaglia è considerata come una delle più grandi manovre tattiche della storia militare e, in termini di caduti in combattimento, una delle più pesanti sconfitte di Roma, seconda solo alla battaglia di Arausio. “Prope iam fessis caede magis quam pugna adiungit” ([I Cartaginesi] furono quasi più spossati per la strage compiuta che per la fatica del combattere): così scrive lo storico romano Tito Livio nella sua Ab urbe condita.
La mostra “Annibale. Un viaggio” al castello di Barletta, promossa e organizzata dal Comune di Barletta, con il ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo e la Regione Puglia, e aperta fino al 22 gennaio 2017, prende spunto da un recente libro di Paolo Rumiz in cui si legge: “Annibale il crudele, il guercio, l’avido, lo sleale, l’uomo nero… Annibale uomo senza donne, senza amici, senza figli, senza discendenza, senza emuli”, ma anche “esemplare unico e irripetibile. Un genio militare capace di leggere i pensieri dello stratega avversario e di condividere con le sue truppe i disagi più spaventosi (…) che a differenza di Napoleone, non ha lasciato monumenti di sé. I Romani ne hanno cancellato ogni traccia”. Un viaggio per immagini ed esperienze multimediali, attraverso i luoghi percorsi dal generale e filtrati attraverso la sua personalità e la sua cultura, luoghi che segneranno le tappe fisiche e insieme simboliche del percorso della mostra. Un personaggio raccontato nella sua fisionomia di storico avversario di Roma, ma soprattutto come l’artefice di uno straordinario epico viaggio tra l’Africa e l’Europa. Ecco i temi del suo rapporto con la guerra, con i soldati, con le popolazioni italiche e, soprattutto, con i luoghi attraversati.
Otto le sezioni principali in cui è articolato il percorso della mostra, tra testi di approfondimento, immagini, reperti e video-installazioni immersive: si parte dallo scenario mediterraneo nel III e II secolo, con il ruolo di Cartagine e Roma sullo sfondo; segue un focus sulla città di Annibale, Cartagine, prima tappa ideale del suo “viaggio”; le leggende sulla sua infanzia come il suo giuramento da bambino, un episodio che avrebbe segnato il suo destino; il suo epico viaggio dalla Spagna all’Italia, attraverso una lunga serie di straordinarie imprese; il drammatico scontro di Canne; gli ultimi anni in Italia e l’inizio del declino; poi la sosta nel santuario di Hera Lacinia presso Crotone con la sua dedica alla dea in greco e punico, che segnerà la fine di un viaggio e della sua avventura, e infine l’imbarco verso l’Africa e la sconfitta definitiva a Zama.
Tra i molti reperti presenti in mostra, prestati da importanti musei italiani ed esteri, ha un ruolo importante (come ha sottolineato il sottosegretario Cesaro) il busto di Annibale delle Gallerie del Quirinale, tornato in Italia dopo la sua recente esposizione a Tunisi nel museo del Bardo, in un’ideale testimonianza da parte della Presidenza della Repubblica del rilievo storico della figura di Annibale nell’area del Mediterraneo. La mostra vuole essere anche un tramite per il rafforzamento dei rapporti culturali, di scambio e collaborazione, con tutti i paesi gravitanti intorno al Mediterraneo. L’esposizione si avvale del supporto e contributo dei maggiori esperti e delle più importanti istituzioni scientifiche italiane e si affianca al progetto “La Rotta dei Fenici”, Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa. Il percorso si snoda lungo due ali divergenti del settore sudorientale della fortezza: nella prima il visitatore esplora come in una emozionante premessa le vicende umane e culturali che segnarono l’infanzia e la giovinezza di Annibale e ne determinarono la svolta verso la grande impresa per cui è rimasto famoso. La seconda ala il cui perno è costituito da un monumentale spazio circolare è interamente dedicata al viaggio di Annibale e alle sue tappe in successione dalla Spagna all’Italia fino al rientro definitivo in Africa. I pannelli didascalici, pensati come un diario di viaggio con appunti, immagini e citazioni di storici antichi e contemporanei, in italiano e inglese, si alternano a nuclei di oggetti selezionati per rappresentare i momenti clou di questo percorso e la fisionomia delle popolazioni incontrate e a installazioni multimediali che attraverso immagini e piccole storie in movimento rendono emozionante la visita. In particolare è la proiezione che anima la grande cupola della sala circolare a comunicare al visitatore una suggestiva esperienza di totale immersione nel viaggio di Annibale.
“Da teatro di drammi umanitari e diffidenze reciproche a spazio geografico fecondo di scambi e conoscenza tra popoli di sponde diverse”: questo, secondo Cesaro, deve tornare a essere il Mediterraneo, così come lo è stato per tanti secoli nel passato. “La cultura”, conclude il sottosegretario ai Beni culturali, “ancora una volta si propone come la migliore diplomazia per favorire il dialogo e il rispetto reciproco. Lo stesso castello di Barletta con le sue sovrapposizioni architettoniche di epoca sveva, normanna e angioina è un simbolo di come la Puglia, al pari di tutto il Mezzogiorno italiano, abbia tratto vantaggio dalle millenarie contaminazioni culturali tra popoli e religioni differenti. Grazie al suo corredo multimediale e al suo coinvolgente storytelling questa esposizione rappresenta un valore aggiunto nell’offerta turistica pugliese che mai come quest’anno è in grado di proporre a italiani e stranieri delle alternative culturali di qualità al consueto soggiorno balneare”.
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CHI SIAMO
Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)









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