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Adria (Ro). Al museo Archeologico nazionale la conferenza di Sandra Bedetti “I luoghi del primo Cristianesimo ad Adria” in collaborazione con il Gruppo Archeologico “F.A. Bocchi”

Sabato 13 dicembre 2025, alle 16.30, al museo Archeologico nazionale di Adria (Ro), la conferenza “I luoghi del primo Cristianesimo ad Adria” a cura di Sandra Bedetti, in collaborazione con il Gruppo Archeologico “F.A. Bocchi” di Adria. Ingresso gratuito su prenotazione. Info e prenotazioni: 0426 21612; drm-ven.museoadria@cultura.gov.it. “Sarà un aggiornamento su un tema più volte dibattuto ma sempre ricco di nuovi spunti – anticipa Sandra Bedetti – che fa da ponte tra archeologia e storia antica con il medioevo. Un tema che da marzo di quest’anno ha trovato nuova espressione nel rinnovato museo Diocesano della Cattedrale di Adria”.

Rovigo. Al museo dei Grandi Fiumi al via “Padusa incontri” promossi dal CPSSAE su “Le vie d’Acqua. Archeologia, viaggi e scambi nell’antico Polesine”. Ecco il programma

Quattro conferenze dedicate a “Le vie d’Acqua. Archeologia, viaggi e scambi nell’antico Polesine”: sono il programma di “PADUSA INCONTRI”, ciclo di conferenze per la valorizzazione del patrimonio dei beni archeologici, storici ed etnografici polesani, proposto dal CPSSAE per l’anno 2025. Appuntamento in Sala Flumina del museo dei Grandi Fiumi di Rovigo, alle 16, sabato 4 ottobre, sabato 18 ottbre, sabato 15 novembre e venerdì 21 novembre 2025. Il tema di quest’anno sono dunque i fiumi e le vie d’acqua, visti come vettori e connettori attraverso i quali le comunità entravano in relazione con persone, beni materiali e idee anche di provenienze estremamente lontane. Gli incontri, realizzati in collaborazione con il Comune di Rovigo – Museo dei Grandi Fiumi, l’Accademia dei Concordi di Rovigo, e Aqua. Ambiente Cultura Turismo, saranno introdotti e moderati dai soci del CPSSAE Paolo Bellintani, Sandra Bedetti, Alessandra Marcante e dalla direttrice del museo Archeologico nazionale di Adria, Alberta Facchi.

Primo appuntamento sabato 4 ottobre 2025: “Acque e terre emerse nel Polesine medievale” con Raffaele Peretto, già direttore del museo dei Grandi Fiumi, e Giorgio Osti, sociologo UniPD. Dal passato più prossimo e da Rovigo, dove sembra essersi persa la memoria del rapporto città/fiume che invece caratterizzò l’origine del capoluogo polesano.

Secondo appuntamento sabato 18 ottobre 2025: “Un fiume di soldi. Monete e traffici in età antica lungo il Po” con Andrea Stella (numismatico – UniPD) e da Raffaele Peretto (CPSSAE). Lungo vie d’acqua viaggiarono soldi (e soldati) in età romana. La monetazione è una fonte documentaria che ci parla non solo di scambi commerciali ma anche della mobilità delle persone da un capo all’altro dell’impero.

Terzo appuntamento sabato 15 novembre 2025: “Dal Nilo al Po: le origini del vetro in Europa” con Paolo Bellintani (archeologo – CPSSAE) e Ivana Angelini (archeometrista – UniPD). in occasione del Festival “Sulle vie dell’ambra 2025 – ambra e vetro trasparenze erranti”, sposteranno l’attenzione sulla tematica del vetro: dall’Egitto, una delle regioni originarie di questa piro-tecnologia, all’antico delta del Po, in particolare a Frattesina, dove ebbe avvio la prima manifattura vetraria d’Europa.

A conclusione del ciclo, venerdì 21 novembre 2025: “Insediamenti navigazione e portualità lungo l’arco alto Adriatico prima della romanizzazione” con Silvia Paltineri (archeologa – UniPD) e Giovanna Gambacurta (archeologa – UniVE) parleranno di navigabilità e delta padano al tempo di Adria etrusca.

Adria (Ro). Il film “In carne e bronzo. Il santuario di San Casciano dei Bagni” di Eugenio Farioli Vecchioli, Brigida Gullo ha vinto il Premio “Città di Adria” della prima edizione di Adrikà, la rassegna del cinema archeologico Adria Delta del Po. Il commento della regista Brigida Gullo. Il primo bilancio di Emanuela Finesso, Alberta Facchi e Sandra Bedetti

Tutti – ospiti e organizzatori – sul palco virtuale del museo Archeologico nazionale di Adria per la prima edizione di Adrikà 2025 (foto graziano tavan)

Lorenzo Daniele e Alessandra Cilio, direttori artistici di Adrikà 2025 (foto graziano tavan)

A chiudere la tre giorni di proiezioni, incontri e attività collaterali tra il museo Archeologico nazionale di Adria, la Fondazione Franceschetti e Di Cola, l’Auditorium Pertini, sempre con una grande partecipazione di pubblico, non solo adriese, un lungo applauso a tutti partecipanti, ospiti e organizzatori, insieme sul palco virtuale del MAN di Adria, presenti nell’ultima giornata di Adrikà 2025, rassegna internazionale del cinema archeologico “Adria e Delta del Po” (12-13-14 settembre 2025), promossa dal Circolo del cinema “Carlo Mazzacurati” di Adria con il museo Archeologico nazionale di Adria (Ro) e la consulenza del Festival della comunicazione e del cinema archeologico di Licodia Eubea (Ct) e Archeovisiva.

Adrikà 2025: da sinistra, Sandra Bedetti, Alberta Facchi, Lorenzo Daniele, Alessandra Cilio, ed Emanuela Finesso (foto graziano tavan)

Premio “Città di Adria”. Sul palco virtuale per la cerimonia di premiazione, domenica 14 settembre 2025, i cinque artefici di Adrikà 2025: i direttori artistici Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, la presidente del Circolo del Cinema “Carlo Mazzacurati” di Adria Emanuela Finesso, il direttore del museo Archeologico nazionale di Adria Alberta Facchi, l’archeologa e ispettrice onoraria della Soprintendenza Sandra Bedetti. Come ha spiegato Lorenzo Daniele. I primi tre film classificati sono risultati distanziati tra loro solo di qualche decimo di punto, a dimostrazione dell’apprezzamento complessivo del pubblico per i titoli in cartellone. A vincere il Premio “Città di Adria” della prima edizione di Adrikà, con un punteggio medio di 8.6, il film “In carne e bronzo. Il santuario di San Casciano dei Bagni” di Eugenio Farioli Vecchioli, Brigida Gullo (Italia 2024, 56’). Il documentario racconta l’ultima campagna di scavo presso il sito archeologico del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni (Si), terminata a ottobre 2024, che ha rivelato scoperte eccezionali: non solo oggetti in bronzo, tra cui una bellissima statua di bambino, che nasconde il suo segreto in una manina, un busto tagliato a metà con una posa regale, un serpente alato, il demone della vasca sacra e tante monete, ma anche  preziosissimi materiali organici perfettamente conservati tra cui centinaia di uova deposte nell’acqua e ritrovate nel fango, alcune intatte, segno tangibile di un dono che forse allude anch’esso alle capacità generatrici della vasca sacra.

Adrikà 2025: Alberta Facchi, Sandra Bedetti ed Emanuela Finesso con il premio “Città di Adria” (foto graziano tavan)

Particolarmente soddisfatta la regista Brigida Gullo che ha mandato un messaggio vocale agli organizzatori di Adrikà: “Siamo onorati di questo premio, assegnatoci dal pubblico. Soprattutto per noi che facciamo servizio pubblico è importante ricevere un consenso del genere. Siamo arrivati allo scopo che ci eravamo prefissi. Quello di San Casciano è stato un lavoro emozionate, in un luogo cui siamo particolarmente affezionati. Soprattutto tenevano a far capire cosa succede dopo la scoperta. La ricerca archeologica non è una caccia al tesoro, non è questione di fortuna – o almeno non solo -, bisogna anche andare oltre per capire i contesti e il significato vero di ogni singolo reperto. Vi ringrazio”.

Al secondo posto, con un punteggio medio di 8.4, il film “Panorami sommersi. Le origini di Venezia” di Samuele Gottardello (Italia 2022, 52’). E al terzo posto, con un punteggio medio di 8.3, il film “I Leoni di Lissa” di Nicolò Bongiorno (2019; 76’).

Un primo bilancio di Adrikà 2025 è stato affidato alle tre donne che sono state l’anima adriese della manifestazione: Emanuela Finesso, Alberta Facchi e Sandra Bedetti.

“Quando siamo partiti – ricorda Emanuela Finesso, presidente del Circolo del Cinema “Carlo Mazzacurati” di Sdria – era un cimentarsi in un’impresa, era tentare di fare una cosa nuova innovativa per Adria, per questo museo (MAN di Adria, ndr), per il Circolo del Cinema, perché questo modo di fare cinema non era usuale per noi. Quindi questa scoperta, questa sperimentazione era proprio l’idea di tentare qualcosa di nuovo, non sapendo dove andavamo a parare, non sapendo del risultato finale, ma la grande partecipazione di pubblico in tutti i momenti del nostro festival, la partecipazione degli adriesi, dei soci del Circolo, ma anche di persone che non ci conoscono, di persone che sono venute da altre parti del Veneto, ci ha veramente fatto capire – conclude – che la sperimentazione ha avuto successo e possiamo tentare di replicarla. Grazie collettivo a tutti voi del pubblico, a tutti i sostenitori del circolo e della manifestazione”.

“I commenti che ho sentito in questi tre giorni di cinema, di altri eventi che hanno unito la comunità – ammette Alberta Facchi, direttore del museo Archeologico nazionale di Adria -, sono stati tutti bellissimi: abbiamo raccolto un po’ tutti quelli che lavorano o si divertono con l’archeologia nel territorio. Ma il commento più bello che avete fatto è: “Non pensavo che l’archeologia fosse così”. Mi hanno detto: “Ci avete aperto un mondo”, “Ci avete fatto vedere che l’archeologia è archeologia sperimentale, che è giovane, fresca, che non è solo quella dei musei, che non è solo quella degli scavi, ma che l’archeologia è tutto un mondo ed è anche un modo di pensare”. Insomma, quello poi che ovviamente mi è piaciuto di più è il commento di coloro che non avevano mai visto il museo, perché questo festival ha attirato veramente persone da tutta la regione. Questo grazie anche al grosso lavoro dei media, che è stato fatto sui social, e tutti sono rimasti attoniti dall’archeologia di Adria. Quindi io lo dico ai locali, a quelli del territorio, davvero l’archeologia è una risorsa: questo territorio ha la natura e l’archeologia. E io sono molto felice – conclude – perché secondo me in questa occasione per davvero è tangibile la sensazione che sia una risorsa”.

“Bisogna sottolineare l’aspetto trasversale che è la chiave di tutto – sottolinea l’archeologa Sandra Bedetti -. E quindi aver trovato un linguaggio per avvicinare appunto chi non frequenta i musei all’archeologia, ma soprattutto aver avvicinato anche gli archeologi che di solito hanno le loro metodologie, che hanno l’aspetto scientifico, all’idea che l’archeologia va comunicata, e va trovato un linguaggio che sia aperto a tutti. Per me la soddisfazione più grande – conclude – sono stati questi ragazzi, che tra l’altro ho curato fin dall’inizio. Grazie”.

Rovigo. Al museo dei Grandi fiumi al via il ciclo di incontri “Archeologia del sacro: devoti e pellegrini sulle vie del culto” promosso dal Cpssae: quattro incontri per un viaggio attraverso le testimonianze archeologiche legate ai santuari e ai culti, dagli Etruschi al Medioevo

rovigo_grandi-fiumi_incontri-archeologia-del-sacro_programma_locandinaDai santuari etruschi e venti ai pellegrini romei, dai roghi votivi nell’Età del Bronzo al sacro in età romana: dal 26 ottobre al 14 dicembre 2024, il CPSSAE, con Accademia dei Concordi, museo dei Grandi fiumi e il patrocinio del Comune di Rovigo, organizza “Archeologia del sacro: devoti e pellegrini sulle vie del culto”, quattro incontri alle 16 nella Sala Flumina del museo dei Grandi fiumi di Rovigo che offriranno un viaggio attraverso le testimonianze archeologiche legate ai santuari e ai culti che hanno caratterizzato diverse epoche storiche, dal periodo etrusco fino al medioevo. Lo scopo è quello di creare nella cittadinanza una maggiore consapevolezza del patrimonio archeologico locale, anche alla luce degli importanti progetti di ricerca e valorizzazione in corso nel territorio comunale e provinciale. Gli incontri della durata di circa 2 ore, dalle 16 alle 18, si svolgeranno come una sorta di dialogo/intervista tra un socio C.P.S.S.A.E. in continuità con quanto già realizzato nel 2022 – “Dialoghi dal sottosuolo” – e nel 2023 – “Come nasce una città: Rovigo e dintorni dall’età del Bronzo alla modernità” – in collaborazione con il Museo dei Grandi Fiumi e vari studiosi che saranno chiamati ad illustrare ed esplorare il tema del “sacro” attraverso la materialità dell’archeologia in sintonia con forme di devozione, soprattutto popolare.

PROGRAMMA. Sabato 26 ottobre 2024, alle 16: “Santuari e culti tra Etruschi e Veneti” con Giovanna Gambacurta (università Ca’ Foscari di Venezia) e Alberta Facchi (direttore museo Archeologico nazionale di Adria), modera Maria Cristina Vallicelli (Sabap Venezia-Belluno-Padova); sabato 9 novembre 2024, alle 16: “Roghi votivi e altri culti dell’area alpina nelle età del Bronzo e del Ferro” con Franco Marzatico (soprintendente Beni culturali Trento), modera Paolo Bellintani (Cpssae); sabato 30 novembre 2024, alle 16: “Attestazioni del sacro in età romana” con Simonetta Bonomi (Sabap Friuli-Venezia Giulia), modera Raffaele Peretto (Cpssae); sabato 14 dicembre 2024, alle 16: “Le vie dei pellegrini romei” con Raffaele Peretto (Cpssae), modera Sandra Bedetti (Cpssae).

Adria. Al museo Archeologico nazionale conferenza “Presenze ostrogote tra Adige e Po” con dell’archeologa medievista Sandra Bedetti promossa dal gruppo archeologico Adriese “Francesco Antonio Bocchi”

adria_archeologico_conferenza-presenze-ostrogote-tra-adige-e-po_locandinaIn occasione delle GEP 2023, e nell’ambito del XXXIII ciclo di incontri promossi dal gruppo archeologico Adriese “Francesco Antonio Bocchi”, domenica 24 settembre 2023, alle 16, al museo Archeologico nazionale di Adria, conferenza “Presenze ostrogote tra Adige e Po” a cura dell’archeologa medievista Sandra Bedetti. Il territorio del Polesine fu snodo di incontri di culture anche durante i primi secoli del Medio Evo. La dott.ssa Bedetti illustrerà gli importanti rinvenimenti del territorio. In collaborazione con il gruppo Archeologico Adriese “F. A. Bocchi”. Ingresso gratuito alla conferenza su prenotazione: 0426 21612.

Polesine, progetto didattico “Una Storia Antica nella Terra più giovane d’Italia”. Doppio incontro: il primo a Loreo (Ro) “Ritorno al passato. Dalle dune preistoriche all’insediamento veneziano”, il secondo al Centro Turistico Culturale di San Basilio

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Maschera antica conservata al museo Archeologico nazionale di Adria (foto drm-veneto)

Due incontri, uno a Loreo l’altro a San Basilio, alla scoperta dei luoghi del territorio di Loreo, in Polesine, ricchi di cultura, storia e archeologia, nell’ambito del progetto didattico “Una Storia Antica nella Terra più giovane d’Italia” che ha visto coinvolto il Comune di Ariano nel Polesine (capofila del progetto) in partenariato con i Comuni di Adria e Loreo insieme al museo Archeologico nazionale di Adria, la direzione regionale Musei del Veneto, ente parco regionale veneto del Delta del Po, soprintendenza ABAP per le province di Verona Vicenza, Rovigo , e le associazioni CPSSAE, Gruppo Archeologico Adriese ‘F.A. Bocchi’ e CE.RI.DO Delta. Segreteria organizzativa la Pro Loco di Ariano nel Polesine.

loreo_incontro-ritorno-al-passato_locandinaIl primo appuntamento è un incontro a tre voci per il 12 gennaio 2023, alle 21, nella sala consiliare del municipio di Loreo (Ro) dal titolo “Ritorno al passato. Dalle dune preistoriche all’insediamento veneziano”. I tre relatori, Sandra Bedetti, Daniele Bergantin e Luigi Contegiacomo, proporranno un percorso storico ambientale incentrato sulle peculiarità del territorio di Loreo, un centro del delta del Po particolarmente ricco di storia, ma anche di caratteristiche ambientali singolari, dovute alla presenza, non immediatamente percettibile, di cordoni di dune che attestano la vicinanza alla linea di costa in epoca protostorica. La lettura e l’interpretazione di elementi morfologici tramite foto aeree e cartografia storica offrono certamente strumenti che permettono di definire, seppure a grandi linee, l’antico paesaggio suggerendo la ricostruzione di alcune dinamiche insediative in rapporto all’ambiente naturale. I tre relatori cercheranno in questo modo di delineare un percorso nel territorio circostante al centro urbano di Loreo che partendo dalla lettura delle morfologie naturali del periodo protostorico, giunge alla trasformazione dell’ambiente attuata in epoca romana, mediante la documentazione offerta dagli scavi, condotti negli anni ’80 del secolo scorso, dell’insediamento di Corte Cavanella di Loreo, una mansio in prossimità della foce dell’Adige attiva tra il I  e il V secolo d.C. che compare nella Tabula Peutingeriana con la denominazione di Fossis. L’analisi delle attività produttive che si svolgevano nell’epoca e delle particolari forme di adattamento all’ambiente naturale, permettono un singolare confronto con altre forme di insediamento attuate dalla metà del XVI secolo d.C. da alcune famiglie storiche veneziane, che scelgono queste zone del Delta per investimenti fondiari. Il fenomeno denominato delle Ca’ del Delta è stato analizzato da parte di ricercatori di CE.RI.DO. Delta e dell’università di Padova che hanno predisposto il sito www.cadelta.it, dove sono stati censiti gli insediamenti di matrice veneziana nei comuni del delta del Po.

ariano_centro-culturale_conferenza-san-basilio_locandinaIl secondo appuntamento si terrà al Centro Turistico Culturale di San Basilio (Ro) il 14 gennaio 2023, alle 10, l’incontro di fine progetto alla presenza di tutti i partner istituzionali con due interventi. Quello di Alberta Facchi, direttrice del museo Archeologico nazionale di Adria, che parlerà dei progetti di rete che hanno interessato negli ultimi anni il Delta, anche in relazione all’attivazione del Sistema museale nazionale, ponendo solide basi per una strutturazione articolata della fruizione archeologica, che si rivela essere una peculiarità del territorio: progetti (europei e ministeriali, ma non solo) cui hanno partecipato molteplici attori anche con partenariati pubblico-privato.  Il secondo intervento, di Giovanna Falezza, direttrice del museo Archeologico nazionale di Verona, presenterà i progetti di ricerca archeologica in atto nei siti del Delta, San Basilio in particolare.

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Attività didattica al museo Archeologico nazionale di Adria (foto cereda delta)

Il progetto, finanziato con contributo della Regione del Veneto e per una quota parte dai tre Comuni coinvolti ha visto la programmazione di una serie di attività didattiche gratuite al museo Archeologico nazionale per gli studenti delle scuole primarie e secondarie di I e II grado sotto la guida di archeologi esperti.  Due le tipologie di laboratorio proposte: l’utilizzo di tecnologia digitale avanzata, per una fruizione innovativa e interattiva degli splendidi vetri del museo Archeologico di Adria da parte di studenti delle scuole secondarie di II grado, che hanno usufruito della ricostruzione in 3D dei pezzi presente sul catalogo on line dell’ICCD (Istituto Centrale per il Catalogo Digitale) e realizzato nell’ambito del progetto europeo Interreg VALUE; l’attività di manipolazione di alcuni reperti originali da parte di studenti delle scuole primarie e secondarie di I grado  (attività “Vietato NON toccare”). Lezioni con laboratorio di archeologia sperimentale al Centro Turistico Culturale di San Basilio ad Ariano nel Polesine e all’Antiquarium di Loreo.

Adria. Al museo Archeologico nazionale presentazione della nuova Guida a cura di Alberta Facchi e Stefania Paiola per la collana “Quaderni della direzione regionale musei Veneto”

Copertina della nuova Guida del museo Archeologico nazionale di Adria

Il museo Archeologico nazionale di Adria rinnova la propria offerta culturale con la nuova guida: 175 pagine, foto a colori di qualità, testi e schede dei approfondimento. Sabato 30 aprile 2022, alle 17.30, nella sala conferenze del museo (via Badini, 59, Adria), presentazione a cura degli autori della nuova Guida del museo Archeologico nazionale di Adria, edita dalla Direzione regionale Musei del Veneto nella collana “Quaderni della direzione regionale musei Veneto” con il sostegno di BancAdria Colli Euganei Credito cooperativo italiano. Ingresso gratuito all’evento. Info e prenotazioni: 0426 21612. In museo si potrà acquistare una copia della guida (11.40 euro). La Guida è a cura di Alberta Facchi e Stefania Paiola. Testi di Giovanna Gambacurta e Loretta Zega. Schede tematiche di Sandra Bedetti, Fiorenza Bortolami, Alberta Facchi, Marta Franzin, Andrea Gaucci, Stefania Paiola, Cinzia Tagliaferro, Maria Cristina Vallicelli, Federica Wiel-Marin. Anche questa nuova edizione della guida come la precedente del 2012 si sviluppa seguendo il percorso museale e restituendone in maniera incisiva le chiavi di lettura: il visitatore è accompagnato alla scoperta del museo con testi suggestivi e un impianto grafico che aderisce ancora di più al racconto tra le sale e che si dipana attraverso il colore, da sempre cifra caratteristica dell’allestimento. Vera innovazione di questa nuova edizione è l’inserimento di schede focus che valorizzano, arricchendoli di approfondimenti e di dati scientifici aggiornati, alcuni dei temi, delle classi di materiali e dei singoli reperti dell’esposizione.

All’Archeologico prima visita guidata alla mostra “Adria anche dopo i tempi romani” oggi parte integrante del percorso museale. E da sabato novità ai musei di Adria, Fratta Polesine ed Este: visita guidata con la nuova app “Attenti al lupo!” per un percorso multimediale immersivo, fatto di video e realtà aumentata

La locandina per la visita guidata alla mostra “Adria anche dopo i tempi romani” al museo Archeologico nazionale di Adria

In occasione dei 200 anni dalla nascita di Francesco Antonio Bocchi, giovedì 20 maggio 2021, alle 17.30, al museo Archeologico nazionale di Adria, la prima visita guidata, a cura di Sandra Bedetti, alla mostra “Adria anche dopo i tempi romani”. La mostra, che risale al 2018, è diventata ormai parte integrante dell’allestimento del museo, venendo a colmare un periodo della storia adriese, quello rinascimentale, poco trattato. La visita guidata è gratuita con il biglietto di ingresso al museo. Ingresso gratuito per i possessori di abbonamento. Prenotazione obbligatoria allo 042621612.

Un prezioso piatto rinascimentale della collezione Bocchi in mostra ad Adria (foto pm-veneto)

La storia di Adria non si ferma al mondo Antico, come già aveva acutamente osservato nell’Ottocento Francesco Antonio Bocchi, il “padre” dell’archeologia adriese: “…L’arte figulina durò in Adria anche dopo i tempi romani. Non è quindi un caso se proprio al museo Archeologico nazionale di Adria (Ro), un po’ per rendere omaggio alla famiglia Bocchi, un po’ per restituire per la prima volta alla città di Adria un pezzo dimenticato della sua storia, nel dicembre 2017, sia stata inaugurata la mostra (oggi come detto parte integrante del percorso museale) “…Adria anche dopo i tempi romani… Il Rinascimento ritrovato della collezione Bocchi”, su ideazione e coordinamento di Alberta Facchi e Antonio Giolo, e curata dall’archeologa Sandra Bedetti e da Luca Doria, giovane studente dell’ateneo patavino che ha compiuto un lungo tirocinio per l’inventariazione e la ricerca del materiale e il riscontro dei pezzi con l’inventario originale redatto da F. A. Bocchi (vedi “…Adria anche dopo i tempi romani… Il Rinascimento ritrovato della collezione Bocchi”: dai magazzini del museo Archeologico nazionale di Adria per la prima volta esposte in mostra le preziose ceramiche del XVI secolo. Con l’occasione si lancia il restauro di una “pianella” (sandalo rinascimentale veneziano ad alto tacco) da finanziare con l’Art Bonus | archeologiavocidalpassato).

Sabato 22 maggio 2021, al museo Archeologico nazionale di Adria, al museo nazionale Atestino di Este, e al museo Archeologico nazionale di Fratta Polesine arriva la novità: “Attenti al lupo”! Dal 22 maggio infatti il museo si potrà visitare con una nuova narrazione, quella ideata – sulla base della leggenda narrata dallo storico Strabone – da Talea Teatro e TOP-Teatri Off Padova. L’orma di un lupo diventa la chiave di accesso per un percorso multimediale immersivo, fatto di video e realtà aumentata, che mette in relazione i tre musei. Il percorso di visita, attivabile tramite la app di Museum Alive (disponibile gratuitamente per Android e iOS), viene presentato sabato 22 maggio, alle 11.30, con ingresso solo su invito. Nel pomeriggio, seguiranno due visite alle 15.30 e 16.30: due turni di visita guidata all’uso della App da parte del gruppo teatrale Talea Teatro. Prenotazione obbligatoria (max 12 persone). Ingresso a pagamento, ad eccezione dei possessori di abbonamento. Tutte le attività si svolgono nel rispetto della normativa anti Covid.

Rovigo. È nato “Pollìcinum. Museo Polesine”, il Sistema Museale Provinciale Polesine che raccoglie 26 musei del Polesine. Obiettivo: veicolare l’immagine di un territorio a misura d’uomo, ricco di cultura e natura, adatto al turismo lento. Primi risultati: video-clip, mappa, tre itinerari gratuiti, progetto Wikipedia, servizio foto e video, nuovi siti web per 4 grandi musei

Il logo di “Pollìcinum. Museo Polesine”, il Sistema Museale Provinciale Polesine
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Alberta Facchi, funzionario referente per il MuSST, Direzione regionale musei Veneto (foto Provincia Rovigo)

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Cristiano Corazzari, assessore regionale alla Cultura della Regione Veneto (foto Provincia Rovigo)

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Gilberto Muraro, presidente della Fondazione Cariparo (foto Provincia Rovog

Ventisei musei del Polesine hanno unito le proprie forze per veicolare l’immagine di un territorio a misura d’uomo, ricco di cultura e natura, adatto al turismo lento. È nato il Sistema Museale Provinciale Polesine (www.smppolesine.it). Gli obiettivi sono stati quelli di lavorare sull’immagine percepita del Polesine a livello locale, regionale e nazionale al fine di superare gli stereotipi associati al Polesine e veicolare l’immagine di un territorio a misura d’uomo, ricco di cultura e natura, adatto al turismo lento, proponendo una nuova narrazione del territorio. Il progetto ha preso il nome di POLLÌCINUM. MUSEO POLESINE, dalla più antica attestazione del nome nei documenti medievali. Tutte le azioni di progetto sono state coordinate dal Comitato di Pilotaggio del MuSST#2 e dai consulenti della Local Area Network. È una nuova narrazione per i musei della provincia di Rovigo. Il piano strategico di valorizzazione del patrimonio culturale del Polesine, obiettivo del progetto ministeriale MuSST#2, avviato a gennaio 2020 e frutto dell’Intesa tra la Direzione Regionale Musei del Veneto (MiBACT), nella persona di Alberta Facchi, la Regione del Veneto (assessore alla Cultura Cristiano Corazzari), la Provincia di Rovigo (presidente Ivan Dall’Ara) e la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo (presidente Gilberto Muraro), è giunto al suo primo giro di boa. La condivisione delle linee operative e delle azioni intraprese nella prima annualità del progetto MuSST “Musei fra Adige e Po” e l’avvio di un dialogo fra istituti museali afferenti al Sistema Museale Provinciale Polesine e le diverse espressioni culturali, naturalistiche, economiche, ha permesso di focalizzare e raggiungere i primi obiettivi auspicati.

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Panoramica sul museo di Ca’ Vendramin in Polesine (foto Drm-Veneto)

Tutte le azioni di questa prima annata condividono, infatti, la volontà di creare basi solide su cui costruire nei prossimi anni ampie progettualità di rete tra musei, mettendo in atto una sperimentazione da applicare poi a livello regionale e nazionale secondo gli obiettivi del Sistema Museale Nazionale e facendo affidamento su personale formato, su database visuali aggiornati e su contenuti validati. L’approccio metodologico di tipo “partecipativo” promosso ha caratterizzato un’ampia attività di ricerca, documentale e visuale che ha messo in evidenza potenzialità e prospettive diverse sul territorio, coinvolgendo più soggetti: dal CPSSAE (Centro Polesano di Studi Storici Archeologici ed Etnografici) ad ICOM (International Council of Museums) sezione Triveneto, da Rovigo Convention & Visitors Bureau (Promozione culturale e turistica del territorio) ad un team di giovani creativi e artisti, alle imprese culturali del territorio.

La famosa vetrina dei vetri antichi al museo Archeologico nazionale di Adria (foto Drm-Veneto)
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L’ingresso del museo dei Grandi Fiumi a Rovigo (foto Drm-Veneto)

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La mappa del Sistema museale provinciale Polesine “Pollìcino” (foto Provincia Rovigo)

Le azioni e i risultati della prima annualità. 1) Clip Video POLLICINUM. MUSEO POLESINE 90″, un breve video di 90” per raccontare come i musei e il paesaggio conservino la memoria di uomini e miti della terra tra Adige e Po. Ideazione e realizzazione: Camilla Ferrari (musiche originali) e Alberto Gambato (riprese). 2) La Mappa /Flyer dei musei. Ideazione del concept grafico “Pollìcinum. Museo Polesine” frutto di un brainstorming partecipato; progettazione grafica della mappa, adattamento contenuti in base alla linea editoriale funzionale agli obiettivi e traduzione in lingua inglese. Stampa in 10.000 copie: distribuzione di parte di esse ai musei afferenti al Sistema Museale Provinciale Polesine, mentre un’altra parte è destinata alla promozione Coordinamento di tutte le fasi, briefing iniziale, controllo contenuti: Cristina Regazzo per Rovigo CVB. 3) tre itinerari gratuiti sulla piattaforma Izi.travel: https://izi.travel/it/search/polesine. Realizzati in sinergica collaborazione tra i musei e le imprese culturali che offrono servizi museali in Polesine, i tre itinerari collegano i musei del Polesine secondo diverse tematiche e sono rivolti a tre pubblici diversi. Per una fruizione del territorio adatta alle esigenze di ogni età. 4) Il progetto Wikipedia sui musei del Polesine. Progetto di valorizzazione dei musei sull’enciclopedia libera Wikipedia, in collaborazione con il CPSSAE -Centro Polesano Studi Storici Archeologico Etnografici e con giovani laureati in discipline storico-artistiche. effettuata la schedatura della totalità dei musei per il caricamento su Wikipedia. Ciò fornirà le basi per la veicolazione di contenuti di alto livello divulgativo e per l’adesione alla campagna annuale di “wiki loves monuments”, il concorso fotografico appositamente creato da Wikipedia per far conoscere i beni culturali nel mondo. Esempio: https://it.wikipedia.org/wiki/Museo_archeologico_nazionale_di_Adria Ideazione e realizzazione: CPSSAE, Sandra Bedetti (coordinamento); Alessandra Papuzzi, Sara Veggian (redazione e caricamento schede). 5) Il servizio foto e video. Mappatura e riorganizzazione del materiale foto e video esistente e produzione di materiale originale dei singoli istituti, creando un vero a e proprio archivio immagini da mettere a disposizione dei 26 musei per la comunicazione e la valorizzazione. 6) I siti web di 4 musei (in corso di realizzazione): musei Archeologici nazionali di Adria e Fratta Polesine; il museo dei Grandi Fiumi di Rovigo e il museo di Ca’ Vendramin, è stato realizzato un template secondo le regole AGID, con piena accessibilità anche ai disabili. Le novità assolute dei siti saranno l’integrazione con il Catalogo dei Beni Culturali della Regione veneto e del MiBACT, al fine di incorporare e rendere pubbliche le schede dei beni culturali, e la parte di gamification: una sezione di quiz e giochi per interativi sui contenuti dei musei. Il sito del museo archeologico nazionale di Adria renderà pubbliche più di 1500 schede di materiali che verranno incrementate con il tempo. Ideazione e realizzazione: Meeple srl.

I musei e il paesaggio tra Adige e Po conservano la memoria di uomini e miti. Nasce sulla rotta indicata da queste parole il progetto cinematico dal titolo POLLICINUM. MUSEO POLESINE 90, che si propone come nuova narrazione del patrimonio culturale del Polesine. Realizzato dagli artisti Camilla Ferrari e Alberto Gambato, è stato girato interamente nei musei della provincia di Rovigo e nel paesaggio che li circonda. Il flusso delle immagini rende possibile un matrimonio, quello tra il disvelamento del mito di Fetonte e il paesaggio che ne accolse l’epilogo. Il giovane Fetonte, figlio del dio Apollo, ottenne non senza remore paterne di guidare il carro del sole. Ne perse il controllo e, dopo aver devastato quasi tutto il globo terrestre, venne punito con un fulmine da Zeus che lo precipitò nell’Eridano, il fiume Po. Qui, con lacrime trasformate in gocce d’ambra, lo piansero le sorelle, che dallo stesso Zeus furono tramutate in pioppi, ancora oggi presenti sulle rive del fiume. La narrazione video si sviluppa muovendosi dall’alto verso il basso, dal cielo verso la terra, seguendo metaforicamente la caduta di Fetonte, in un panorama silenzioso e timido come quello polesano, dagli orizzonti vaghi e in eterno mutamento, appena accarezzati dalla luce. Una piccola goccia d’acqua accompagna lo spettatore attraverso lo scandaglio del territorio, solcandone i luoghi della memoria. Paesaggi e musei offrono all’uomo i propri tesori tenacemente sopravvissuti allo scorrere del tempo, per raccontarne l’intima poesia. Anche la musica segue la discesa di Fetonte verso l’Eridano, sottolineando gli eventi visivi e di racconto attraverso la voce narrante, poggiata su di una struttura musicale in parte elettronica, ma per larghissimi tratti affidata alla generosità musicale di suoni reali, vividi, generati proprio dagli oggetti conservati nei musei. Le percussioni, ad esempio, nascono dal suono di anfore romane conservate al museo Archeologico nazionale di Adria, mentre le piccole campanelle udibili sono nascoste fra gli ingranaggi delle macchine musicali nel museo della Giostra di Bergantino.

“Archeologia a pedali”: pomeriggio in piena sicurezza alla scoperta in bicicletta delle aree archeologiche di Adria con possibilità di una visita guidata speciale al museo Archeologico nazionale di Adria con la direttrice

La locandina dell’iniziativa “Archeologia a pedali” ad Adria

Basta solo un po’ di buona volontà per un pomeriggio in piena sicurezza alla scoperta delle aree archeologiche di Adria e quattro euro per una visita guidata speciale al museo Archeologico nazionale di Adria. “Archeologia a pedali” è l’originale proposta organizzata il 26 giugno 2020 da Cerido (Centro ricerca e documentazione del Delta), Mibact-museo Archeologico nazionale di Adria, Comune di Adria, Delta Po Experience, Pro Loco Adria, con due guide di eccezione, Sandra Bedetti e Nicola Donà. “Torniamo ad incontrarci in sicurezza, immergiamoci nei paesaggi dell’antico Delta con un percorso archeologico nel centro di Adria”, è l’invito degli organizzatori. Ma, attenzione, la prenotazione è obbligatoria allo 3339977712. Il percorso in bicicletta porterà i partecipanti alla scoperta delle più antiche testimonianze di Adria e delle tracce dell’antico Delta: la storia della città che ha dato il nome all’Adriatico passa attraverso l’insediamento dei greci, degli etruschi, dei celti e dei romani che sono giunti in questi luoghi attratti dai suggestivi paesaggi d’acqua e da terreni particolarmente fertili. “L’iniziativa – sottolineano gli organizzatori – vuole rappresentare un contributo da parte delle guide alla ripartenza del turismo culturale e naturalistico un settore particolarmente colpito dalla pandemia che sta vedendo in questi giorni i primi timidi momenti di lavoro e normalità”.

La famosa vetrina dei vetri antichi al museo Archeologico nazionale di Adria

Il ritrovo venerdì 26 giugno 2020 al museo Archeologico nazionale di Adria in via Badini 59: alle 17.30 partenza della pedalata; alle 19, ritorno in museo. Per chi volesse abbinare alla pedalata una interessante visita al museo nazionale, alle 17, possibilità di visita guidata all’Archeologico da parte della direttrice Alberta Facchi (ingresso al museo per adulti: 4 euro; 2 euro 18-25 anni). Curiosi di sapere dove siano i luoghi di rinvenimento dei reperti del museo di Adria? Ecco un’occasione per rispondere a questa domanda: prendi la bici o il monopattino e unisciti all’ archeologia… a pedali!