Aquileia (Ud). “4.600 spettatori in piazza e 23.223 utenti unici da 13 Paesi in diretta streaming”: il presidente di Fondazione Aquileia dà i numeri della XVI edizione dell’Aquileia Film Festival. “L’AFF si conferma uno degli appuntamenti più attesi della programmazione culturale di Aquileia e dell’intero Friuli Venezia Giulia”

Aquileia Film Festival: suggestiva panoramica di piazza Capitolo gremita vista da drone (foto n.oleotto / fondazione aquileia)
Con la serata che ha visto protagonista Altan e con uno straordinario successo di pubblico in piazza e in streaming la XVI edizione dell’Aquileia Film Festival, “Strati di memoria”, la rassegna di cinema arte e archeologia, che ha animato Aquileia per 6 serate, con 9 film e 12 ospiti delle conversazioni, organizzata dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con Archeologia Viva, Firenze Archeofilm con il sostegno di PromoTurismoFvg e di Cassa Rurale Fvg. E a dare i numeri che danno la misura di questo successo è lo stesso presidente della Fondazione Aquileia, Roberto Corciulo.

Roberto Corciulo, presidente della Fondazione Aquileia, con Francesco Tullio Altan (foto n. oleotto / fondazione aquileia)
“La splendida piazza Capitolo con la Basilica dei Patriarchi illuminata scenograficamente per l’occasione sono state il palcoscenico naturale di un’edizione che ha visto una straordinaria partecipazione”, sottolinea Corciulo, “quasi tutti esauriti, spesso già in fase di prenotazione, ogni sera gli 800 posti a sedere in piazza per un totale di 4600 persone in presenza e 23.223 utenti unici collegati in diretta streaming dall’Italia e dall’estero (Italia, Francia, Belgio, Croazia, Inghilterra, Stati Uniti, Svizzera, Austria, Germania, Canada, Sud Africa, Thailandia, Argentina). Il 15% del pubblico in piazza appartiene alla fascia d’età 35-54, il 58% circa è over 55. Circa il 73% proviene dal Friuli Venezia Giulia, di cui poco meno della metà dalla provincia di Udine. Altre presenze dal Veneto, Lombardia e Lazio. L’Aquileia Film festival si conferma – continua Corciulo – uno degli appuntamenti più attesi della programmazione culturale di Aquileia e dell’intero Friuli Venezia Giulia. Un evento che unisce cinema, conoscenza e comunità e che ogni anno diventa occasione per riflettere sul valore della memoria come ponte tra passato e presente. Questa edizione è stata pensata per essere accessibile a tutti grazie a film sottotitolati, audiodescrizioni e trascrizioni in tempo reale delle conversazioni, permettendo a un pubblico sempre più ampio di partecipare e sentirsi coinvolto”.
Anche sul web e sui social il festival è stato molto seguito: il sito internet della Fondazione Aquileia ha avuto un incremento di utenti del 21.7% nell’ultimo trimestre con 21.2% di nuovi utenti concentrati prevalentemente a cavallo di luglio e agosto nelle giornate del Festival. Sui social il pubblico risulta essere al 60% circa declinato al femminile con 77.000 utenti raggiunti nell’ultimo mese su Facebook, un incremento del 33% delle visite alla pagina. “La prossima edizione – annuncia Roberto Corciulo, presidente della Fondazione Aquileia – si terrà dal 28 luglio al 4 agosto 2026”.
Aquileia. Bilancio campagna 2024: nuove scoperte alle Grandi Terme, dalla grande abside del frigidarium alle statue, alle colonne colossali. Gli archeologi dell’università di Udine hanno anche anticipato all’inizio del IV secolo d.C. la costruzione del maestoso complesso termale

Grandi terme di Aquileia, scavi archeologici dell’università di Udine: la grande abside del frigidarium, vista dal drone (foto uniud)
Un’abside (ambiente semicircolare) monumentale di circa 30 metri di ampiezza, una decina di parti di statue di divinità e di imperatori, o alti dignitari, e frammenti di colonne, tra cui una colossale del cosiddetto marmo africano (l’odierna Turchia). Sono le principali scoperte fatte nell’area delle Grandi Terme di Aquileia dagli archeologi dell’università di Udine nell’ultima campagna di scavi. Gli studiosi dell’ateneo friulano hanno inoltre scoperto che la costruzione del complesso è iniziata intorno al 300 d.C., cioè almeno un decennio prima di quanto finora ipotizzato. E questo grazie all’analisi radiocarbonica di un palo di ontano utilizzato dai romani per la bonifica dell’area al momento della costruzione dell’edificio e portato alla luce durante gli scavi. La missione è condotta su concessione ministeriale, in accordo con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il Friuli Venezia Giulia, con la collaborazione scientifica e il supporto finanziario della Fondazione Aquileia. Le ricerche sono condotte da un team di archeologi del dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’università di Udine guidato da Matteo Cadario, insieme a Marina Rubinich e Antonio Dell’Acqua, e con la collaborazione scientifica della Fondazione Aquileia e del suo direttore, Cristiano Tiussi. Agli scavi hanno partecipato anche 35 studenti dei corsi di laurea triennale e magistrale dell’Ateneo e della Scuola di specializzazione in beni archeologici. La presenza dell’Ateneo friulano alle Grandi Terme è ormai consolidata da oltre due decenni. Le prime ricerche infatti risalgono al 2002. Nelle campagne di scavo annuali, in concessione ministeriale, si sono formati oltre 700 studenti di archeologia che hanno potuto acquisire i crediti di tirocinio previsti dal loro percorso di studio. Dal 2016, anno della prima concessione di scavo dal Ministero, allora dei beni e delle attività culturali, fu avviata una nuova e proficua collaborazione con la Soprintendenza e con la Fondazione Aquileia, che aveva appena acquisito l’area in gestione, e che partecipa attivamente alla progettazione dei nuovi interventi di scavo e alla loro valorizzazione.
“Le novità portate alla luce nella campagna 2024 sono di valore straordinario sia per lo stato di conservazione delle strutture che per il significato dei reperti rinvenuti per la ricostruzione della funzione dell’edificio”, sottolinea il direttore degli scavi Matteo Cadario. Nel corso dei 23 anni di scavo dell’area, iniziato nel 2002, l’Ateneo friulano sta progressivamente mettendo in luce la grandiosità e lo sfarzo delle Grandi Terme, confermando anche l’importanza strategica di Aquileia durante l’impero romano. “Le evidenze emerse e i nuovi dati acquisiti grazie agli scavi dell’università di Udine”, dichiara la soprintendente, Valentina Minosi, “dimostrano l’importanza della collaborazione proficua che si è da anni instaurata fra Università e Soprintendenza e che si esplicita attraverso l’affidamento in concessione delle attività di scavo da parte del Ministero della cultura e attraverso il costante confronto fra le Istituzioni sulle indagini conoscitive svolte e per assicurare le attività di tutela”.
LA GRANDE ABSIDE DEL FRIGIDARIUM. La scoperta dell’abside di 30 metri, muri compresi, è avvenuta nell’area del percorso balneare delle terme. Era infatti aperta sulla grande aula del frigidarium (la zona destinata ai bagni in acqua fredda). Pavimentata in lastre di marmo e di calcare, l’abside chiude a est l’asse centrale delle terme. Trova una perfetta corrispondenza nella più piccola abside del calidarium (la zona destinata ai bagni in acqua calda), larga 15 metri, situata sul lato opposto e messa in luce tra il 2021 e il 2023. Le fondazioni dei muri dell’abside, larghe più di 5 metri, dovevano sostenere un imponente alzato a più piani che doveva contenere nicchie per statue e serviva anche da facciata monumentale delle terme verso la città di Aquileia. “È una novità eccezionale”, spiega il professor Cadario, “che conferma ulteriormente lo splendore e la maestosità dell’edificio e consente di comprenderne meglio la pianta. Come si comprende dai confronti con le terme Erculee di Milano e con le Kaiserthermen di Trier, il modello è caratteristico delle terme imperiali di età tetrarchica, ossia costruite tra il 293 e il 305 d.C., quando l’impero fu governato da quattro imperatori”.

Frammento di statua togata proveniente dalle Grandi Terme di Aquileia, scoperta nella campagna 2024 (foto uniud)
LE STATUE E LA COLONNA. Nel corso dello scavo è stata scoperta anche una decina di frammenti di statue di epoche diverse. Le statue furono riunite all’inizio del IV secolo d.C. per ornare adeguatamente il frigidarium, che si presentava quindi come la sala più splendida dell’edificio. Spiccano due parti di statue maschili in toga, una in origine colossale, e una statua con indosso la corazza di dimensioni pari al vero, probabilmente raffiguranti in origine imperatori o alti dignitari. Ma sono stati trovati anche alcuni frammenti di statue di divinità, tra cui la parte inferiore di un Esculapio, dio della medicina, e una probabile statuetta di Giove con egida (la pelle della capra Amaltea che il dio usava come mantello). Sono stati portati alla luce anche diversi elementi dell’architettura dell’edificio, che spesso dovevano essere stati recuperati da edifici più antichi per essere riusati. “Il frigidarium doveva ospitare colonne colossali di marmo africano”, commenta Antonio Dell’Acqua, “e basi riccamente decorate, simili a quelle impiegate nelle terme inaugurate da Caracalla a Roma nel 216 d.C.”. Dalla stessa zona proviene anche la statua di Diomede scoperta dagli archeologi dell’Ateneo friulano nel 2003 a conferma della ricchezza dell’arredo scultoreo che contribuiva a trasformare le terme imperiali tardoantiche in “musei”. Le indagini proseguiranno anche nel settore dove sorgeva il caldarium e nel settore corrispondente a una serie di ambienti di più fasi adiacenti il corpo centrale nella zona Nord-Est dell’edificio.

Grandi Terme di Aquileia: campagna di scavo 2024, veduta da drone dell’abside del calidarium (foto uniud)
Retrodatato l’inizio della costruzione. Gli archeologi dell’università di Udine hanno anche scoperto che i lavori di costruzione delle Grandi Terme sono iniziati probabilmente all’inizio del IV secolo d.C. anziché diversi decenni più tardi. “Abbiamo fatto analizzare al carbonio 14”, racconta Marina Rubinich, “un palo di ontano che abbiamo scoperto effettuando un carotaggio nell’area dell’abside del frigidarium, e che era stato utilizzato dai romani per bonificare la zona prima di costruire il muro”. La costruzione dell’edificio iniziò quindi al tempo di Massimiano e Diocleziano, i due Augusti che abdicarono nel 305 d.C. Costantino, che conquistò Aquileia nel 312 d.C., potrebbe quindi aver solo completato l’opera, prima del 325, appropriandosi però del merito e intestandosi le terme.

Grandi Terme di Aquileia, campagna di scavo 2024: fotopiano dell’abside del frigidarium (foto uniud)
La collaborazione con Fondazione Aquileia. “L’area delle Grandi Terme non smette di rivelare nuovi e importanti tasselli della sua affascinante storia grazie all’impegno congiunto dell’università di Udine e della Fondazione Aquileia sancito da un accordo di collaborazione scientifica ed economica”, affermano il presidente Roberto Corciulo e il direttore Cristiano Tiussi. “La prosecuzione e l’ampliamento delle ricerche archeologiche nelle aree conferite dal ministero della Cultura rappresentano una fonte inesauribile di conoscenza e costituiscono perciò una delle linee strategiche fondamentali della Fondazione Aquileia verso la costituzione del parco archeologico”, spiegano Corciuolo e Tiussi. “Il Piano strategico degli interventi, approvato ad aprile 2024, definisce anche per il prossimo quinquennio un sostanzioso impegno economico per le indagini in collaborazione con le Università – evidenziano i vertici della Fondazione –. Nel caso specifico, abbiamo inteso intraprendere programmaticamente nel Piano i passaggi preliminari per l’apertura al pubblico dell’area delle Grandi Terme, la più vasta tra quelle conferite dal ministero della Cultura alla Fondazione Aquileia con i suoi 8 ettari di estensione. Essa include – spiegano Corciulo e Tiussi – due complessi monumentali di primaria importanza nell’urbanistica aquileiese, le terme e il teatro, e inoltre si collega a due aree già aperte al pubblico, il decumano di Aratria Galla con le mura altomedievali e il Sepolcreto. Due distinti itinerari attraverseranno questa zona: uno più prettamente archeologico, l’altro di carattere naturalistico collegato alla storica Roggia del Mulino, della quale stiamo trattando con il Demanio il conferimento e la gestione. Così come per lo scavo del vicino teatro, la collaborazione con l’università di Udine – sottolineano infine Corciulo e Tiussi – pone anche le basi per pensare concretamente alla futura valorizzazione del complesso termale, di cui nel progetto scientifico allegato all’accordo di programma si è inteso prima di tutto determinare le considerevoli dimensioni. L’emozionante scoperta dei numerosi frammenti di statue avvenuta quest’anno, oltre a quella già nota dei bellissimi mosaici, rendono la sfida ancor più affascinante”.

Grandi Terme di Aquileia, campagna di scavo 2024: colonna colossale in marmo africano (foto uniud)
Il contesto storico. Le Grandi Terme di Aquileia, o Thermae felices Constantinianae, come sono chiamate nell’iscrizione di una base di statua di Costantino rinvenuta nell’area, erano state realizzate in una città che era uno dei porti principali del Mediterraneo e una delle nuove residenze imperiali. In età tetrarchica l’impero era stato infatti suddiviso tra quattro imperatori, due Augusti e due Cesari. Gli imperatori cessarono di abitare a Roma, scegliendo altre città, tra cui Aquileia, come loro sedi e dotandole degli edifici adeguati al prestigio di una “capitale”. “La collocazione delle terme nello spazio dell’ampliamento della città protetto dalle nuove mura tardoantiche”, sottolinea Cadario, “prova inoltre la volontà imperiale di beneficare l’otium della popolazione aquileiese, dotandola di una magnifica struttura termale, come avvenne anche a Milano, Trier, Arles, Antiochia e poi Costantinopoli”.
Gli scavi dell’università di Udine, ricollegandosi a quelli condotti dalla locale Soprintendenza archeologica nel corso del ‘900, hanno permesso di ricostruire un edificio “fuori scala” anche per una città importante come Aquileia. Un complesso con elevati superiori a 10 metri e un corpo centrale di circa 10000 metri quadrati di estensione e un fronte di ben 138 metri, paragonabile quindi solo alle grandi terme imperiali costruite a Roma e nelle altre nuove “capitali”. Come di norma nelle terme imperiali, l’edificio era organizzato intorno a un asse centrale di più di 90 metri di lunghezza, formato dalle sale che offrivano bagni in acque di temperature diverse (caldarium, tepidarium e frigidarium) secondo il modello di pratica balneare tipico del mondo romano.

Grandi Terme di Aquileia, campagna di scavo 2024: pavimento dell’abside in lastre di pavonazzetto (foto uniud)
Il fulcro dell’edificio era l’enorme frigidarium pavimentato in lastre di marmi colorati, affiancato da due grandi spogliatoi (apodyteria), a nord e a sud, con raffinati pavimenti musivi. In particolare, dall’aula nord provengono gli splendidi mosaici opera di maestranze greco-orientali, oggi conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, e raffiguranti soggetti marini e atletici. Questi ultimi ricordano che le terme imperiali ospitavano anche spazi per allenamento e agonismo sportivo, attività che proprio i tetrarchi stessi spesso sponsorizzarono, confermando così la coerenza dell’impianto aquileiese con l’ideologia tetrarchica. Al corpo centrale si ricollegano gli ambienti del settore nord-orientale dove è ancora visibile la sovrapposizione di tre fasi successive, con ambienti musivi nelle ultime due. Questa sequenza dimostra che la frequentazione dell’edificio continuò fino alla fine del V secolo d.C. In seguito, tra il VI e il VII secolo i resti dell’edificio, parzialmente crollati, furono riutilizzati a fini abitativi, mentre, dopo il definitivo abbandono e il crollo finale di volte ed elevati, l’edificio diventò una cava di marmi e mattoni da riutilizzare come materiale da costruzione o da cuocere per ottenere calce.

Grandi terme di Aquileia, campagna di scavo 2024: frammenti di tre statue (foto uniud)
La spoliazione dei resti delle terme continuò tra XIII-XIV secolo eliminando tutti i resti delle strutture fino alle fondazioni dei muri e trasformando completamente l’aspetto del sito. Prima dell’inizio degli scavi moderni l’area si presentava infatti come un campo coltivato (Braida Murada), reso tale proprio grazie a grandi riporti di terra disposti sulle macerie. Oggi delle terme si conservano quindi solo i pavimenti circondati dalle trincee di spoliazione dei muri depredati fino all’età moderna. Varie zone dell’edificio sono state indagate più volte nel corso del XX secolo dalla locale Soprintendenza e da alcuni dei nomi più noti dell’archeologia aquileiese: Giovanni Battista Brusin (1922-1923); Luisa Bertacchi (1961); Paola Lopreato (1981-1987).
Venezia. A Ca’ Foscari presentazione della nuova guida accessibile in simboli CAA “Alla scoperta del Porto fluviale di Aquileia” a cura di Daniela Cottica (Ca’ Foscari), Giovanna De Appolonia (fondazione Radio Magica ETS) e Elena Rocco (Ca’ Foscari)
Lunedì 2 dicembre 2024, alle 16.30, nell’aula Baratto a Ca’ Foscari, Dorsoduro 3246 a Venezia, alla vigilia della Giornata Mondiale dei Diritti delle persone con disabilità, verrà presentata la nuova guida accessibile in simboli CAA (comunicazione aumentativa alternativa) dedicata “Alla scoperta del porto fluviale di Aquileia”. Le autrici sono Daniela Cottica (dipartimento di Studi umanistici, università Ca’ Foscari), Giovanna De Appolonia (fondazione Radio Magica ETS) e Elena Rocco (Venice School of Management, università Ca’ Foscari). Il progetto è un’iniziativa sostenuta nell’ambito dei progetti di Public Engagement 2024 dell’università Ca’ Foscari Venezia, con il co-finanziamento di Fondazione Aquileia, Fondazione Radio Magica ETS, Regione Friuli Venezia Giulia (Avviso Divulgazione Umanistica 2024) e di Progetto PNRR CHANGES (Cultural Heritage Active Innovation for Sustainable Society, cod. progetto PE00000020 – CUP H53C22000850006 nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, Missione 4 “Istruzione e ricerca” – Componente 2 “Dalla ricerca all’impresa” – Investimento 1.3, finanziato dall’Unione europea – NextGenerationEU”) ed il supporto della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il Friuli Venezia Giulia. Il progetto è stato selezionato da Ca’ Foscari per il suo valore educativo, culturale e sociale.
Programma. Alle 16.30, i saluti istituzionali di Alessio Cotugno, prorettore alla Comunicazione e alla Valorizzazione delle Conoscenze; di Maria Del Valle Ojeda Calvo, prorettrice alla Ricerca; di Daniele Baglioni, direttore del dipartimento di Studi umanistici; e di Marco Tolotti, vicedirettore Venice School of Management università Ca’ Foscari Venezia. Seguono gli interventi dei partner. Alle 16.50, Roberto Corciulo, presidente Fondazione Aquileia (via Zoom): “Aquileia: il porto più settentrionale del Mediterraneo durante l’Impero romano”; 17.10, Cristiano Tiussi, direttore Fondazione Aquileia: “Il porto f luviale di Aquileia: i progetti di valorizzazione e accessibilità”; 17.30, Daniela Cottica, DSU università Ca’ Foscari Venezia: “La guida accessibile in CAA del porto fluviale di Aquileia: un progetto sinergico fra ricerca, didattica e public engagement”; 17.50, Elena Rocco, VSM, università Ca’ Foscari Venezia e Fondazione Radio Magica: “Linguaggi accessibili come strategia per ampliare la fruizione di un sito Unesco. La nuova guida in CAA per scoprire il Porto Fluviale di Aquileia”; 18.10, discussione e conclusioni. La presentazione sarà moderata da Cinzia Dal Maso, giornalista e fondatrice di Archeostorie Magazine.

Veduta panoramica dell’antico porto fluviale di Aquileia (foto nicola oleotto)
Questa guida è stata progettata per spiegare il porto fluviale in modo accessibile grazie all’impiego di tre “codici” diversi ma complementari per supportare la trasmissione del messaggio: foto e illustrazioni, testo facile da leggere e simboli della CAA (comunicazione aumentativa alternativa) utili a bambini in età prescolare e, in generale, a persone con difficoltà linguistiche e/o cognitive. Il punto di forza dell’iniziativa è la sinergia tra i membri di un team multidisciplinare: archeologi, esperti di comunicazione, di didattica e di comunicazione aumentativa alternativa, uniti dalla sfida comune di rendere accessibile al pubblico più vasto le conoscenze generate da anni di ricerca e indagini archeologiche presso il porto fluviale di Aquileia. La trasposizione in simboli è a cura della dott.sse Barbara Porcella e Valentina Baraghini, esperte di comunicazione aumentativa alternativa (CAA) e fondatrici di Liberoaccesso. La guida accessibile sarà disponibile in formato cartaceo e in formato video dal sito www.radiomagica.org mentre copie in cartaceo saranno disponibili per la distribuzione durante l’evento.
“Come docente di comunicazione”, commenta Elena Rocco (università Ca’ Foscari), coautrice del libro, “ritengo strategico che ogni prodotto, sia esso tangibile o intangibile, trovi nuovi linguaggi capaci di parlare al pubblico più vasto, soprattutto al pubblico più fragile che è a rischio di esclusione”. “L’archeologia scava nel passato”, aggiunge Daniela Cottica (archeologa dell’università Ca’ Foscari), “ma i suoi “occhi” devono guardare al futuro, sposando progetti multidisciplinari sperimentali, come quello che ha permesso la realizzazione della guida accessibile al porto fluviale di Aquileia”. Il presidente e il direttore di Fondazione Aquileia nel salutare con piacere la realizzazione di questa guida, sottolineano che è un dovere imprescindibile per ogni istituzione culturale applicare i principi sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità per promuovere, proteggere e garantire a tutti il pieno godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Questo impegno include l’adozione di accomodamenti ragionevoli che assicurino il diritto alla partecipazione culturale e all’istruzione, rispettando appieno la dignità di ciascun individuo”.





















Il 5 e 6 dicembre 2024 Aquileia celebra i 26 anni dal riconoscimento Unesco e i 90 anni dall’apertura dell’area archeologica del porto fluviale e della “via Sacra” con due convegni che si terranno negli spazi della cantina Ca’ Tullio (via Beligna 41, Aquileia) aperti al pubblico e agli operatori. In particolare giovedì 5 dicembre a partire dalle 9.30 istituzioni, professionisti e operatori del settore turistico-culturale, ma anche giornalisti, editori e camminatori dialogheranno e si confronteranno nell’ambito del convegno “Aquileia meta sostenibile”, su tematiche di grande rilevanza non solo per Aquileia, dove vie di mare e di terra si incrociano sin dall’antichità, ma anche per il più ampio territorio regionale. “Aquileia vuole essere una destinazione che guarda con impegno al futuro”, sottolinea Roberto Corciulo, presidente della Fondazione Aquileia, “promuovendo la consapevolezza nella comunità locale e nei visitatori sul tema della sostenibilità. Tutti dobbiamo essere custodi consapevoli del sito e del suo valore universale per garantire che la valorizzazione di questi luoghi prosegua in maniera responsabile, proponendo pratiche turistiche sostenibili, e che il grande patrimonio di Aquileia sia trasmesso intatto alle future generazioni. Preservare questo patrimonio significa impegnarci a proteggere il sito, favorendo allo stesso tempo la fruizione da parte del pubblico e garantire a chi verrà dopo di noi la possibilità di apprezzare e comprendere la nostra storia. Da qui l’impegno in numerosi interventi di restauro e valorizzazione, le collaborazioni con le Università e la Soprintendenza per gli scavi e la ricerca, la scelta di costituire il dipartimento didattico “Educa” per il sito Unesco, le iniziative sul tema dell’inclusività. Alla base di tutto l’importanza del lavoro costante in stretta sinergia con gli enti e le associazioni del territorio in nome di quei valori per i quali l’UNESCO ha riconosciuto Aquileia Patrimonio dell’Umanità”.
Giovedì 5 dicembre 2024. In quest’ottica la giornata propone una riflessione sui cammini come motore di sviluppo consapevole e lancia un nuovo Festival dedicato agli itinerari e ai percorsi che si intrecciano proprio ad Aquileia che si terrà nella primavera 2025; altri temi sono le progettualità transfrontaliere per GO! 2025; gli esempi concreti di creatività imprenditoriale applicata alla valorizzazione culturale e l’impatto del cambiamento climatico sul patrimonio archeologico e culturale. Grande ospite della giornata Luca Mercalli, presidente dell’associazione Società Meteorologica Italiana, climatologo e giornalista che dialogherà con Paolo Mosanghini, direttore del Messaggero Veneto sul tema patrimonio culturale e cambiamento climatico. A seguire il focus si sposterà su Aquileia entrando nel vivo dei risultati delle recenti analisi scientifiche per discutere di linee strategiche e misure di salvaguardia. La giornata si chiuderà con la presentazione del libro “Adriatico. Mare d’inverno” edito da Artem, curato da Cristiana Colli che racconta l’Adriatico dal mare, dalla terra e dal cielo, a pelo d’acqua, lungo le rive, nelle comunità-simbolo, nelle città invisibili dei mondi sottomarini, dalle distanze immense dei satelliti geostazionari attraverso le parole di 38 autori. Nell’occasione saranno presenti la curatrice Cristiana Colli, il direttore della Fondazione Aquileia Cristiano Tiussi ed Elena Commessatti, scrittrice e giornalista che hanno raccontato rispettivamente Aquileia e Grado. L’evento è organizzato dalla Fondazione Aquileia, in collaborazione con il Comune di Aquileia, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il FVG, la Direzione Regionale Musei FVG – Museo archeologico di Aquileia, la Basilica di Aquileia e PromoTurismoFVG. L’evento si inserisce inoltre nelle progettualità verso GO! 2025. La prenotazione è consigliata sulla piattaforma Eventbrite (ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili).
Per il secondo anno consecutivo Fondazione Aquileia è Gold Sponsor di Barcolana e, per la prima volta, da mercoledì 9 a domenica 13 ottobre 2024, verrà allestito sulle Rive uno stand dedicato al sito UNESCO di Aquileia – che verrà inaugurato ufficialmente venerdì 11 alle 11.30 alla presenza del vicepresidente della Fondazione Aquileia e sindaco di Aquileia Emanuele Zorino – realizzato grazie alla collaborazione tra Fondazione Aquileia, Comune di Aquileia, Basilica di Aquileia, Direzione regionale Musei Fvg – museo Archeologico nazionale di Aquileia, Associazione Imprenditori Aquileia Te Salutat e Pro Loco Aquileia. “Quest’anno – dichiara Roberto Corciulo, presidente della Fondazione Aquileia – abbiamo deciso di essere presenti al più importante evento dedicato alla cultura del mare con uno spazio dove il pubblico potrà scoprire tutti i giorni la storia, i luoghi della cultura, gli eventi e ricevere tutte le informazioni utili per organizzare una visita. L’area lounge ospiterà invece, le eccellenze enogastronomiche del territorio. Evento clou – annuncia Corciulo – sarà l’accensione mercoledì 9 ottobre, alle 19.30, grazie alla collaborazione tra Fondazione Aquileia e Solaris Yachts, di uno spettacolare videomapping realizzato da Italy q.b. sul Solaris 50 allestito al centro di piazza Unità (inaugurazione ufficiale giovedì 10 ottobre alle 19.30)”.
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