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Castelfranco Emilia (Mo). Presentazione de “I colori del Museo”, la nuova installazione multimediale immersiva del museo civico Archeologico “A. C. Simonini”

L’hanno chiamata “I colori del Museo”: è la nuova installazione multimediale immersiva del museo civico Archeologico “A. C. Simonini” di Castelfranco Emilia (Mo), che propone un inedito percorso di scoperta e valorizzazione del patrimonio archeologico cittadino attraverso luce, suono e tecnologia. “I colori del Museo” viene presentata domenica 30 novembre 2025, alle 17, nella sala polivalente di Santa Maria Assunta e museo civico Archeologico di Castelfranco Emilia. L’iniziativa, gratuita con ingresso libero, promossa dalla Città di Castelfranco Emilia e dalla Regione Emilia-Romagna, rappresenta un passo importante nel processo di innovazione e accessibilità del museo, rendendo l’esperienza di visita più coinvolgente e contemporanea.

Programma. Alle 17, saluti istituzionali: Giovanni Gargano, sindaco della Città di Castelfranco Emilia; Silvia Cantoni, assessore alla Cultura della Città di Castelfranco Emilia; Gessica Allegni, assessore alla Cultura della Regione Emilia Romagna. Interventi: Silvia Ferrari, funzionario settore Patrimonio culturale, Regione Emilia Romagna; Lara Sabbionesi, funzionaria della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Modena Reggio Emilia e Ferrara; Marcello Ganzerli, manager in grafica, digital rendering e marketing. Alle 18.15, al museo civico Archeologico “A.C. Simonini”, presentazione della nuova installazione “I colori del Museo”.

Bologna. All’Archiginnasio l’incontro “Gli Etruschi a Bologna e nella Valle del Po” con Giulierini e Sassatelli in occasione della pubblicazione di due libri: “Gli Etruschi nella Valle del Po”, atti del convegno e “Bologna etrusca. La città invisibile” di Giuseppe Sassatelli

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Copertina del “Bologna etrusca. La città invisibile” di Giuseppe Sassatelli (Editore Bologna University Press)

Il 25 settembre 2024, dalle 17.30 alle 19, alla Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio, Sala dello Stabat Mater, in piazza Galvani 1 a Bologna, si terrà l’incontro “Gli Etruschi a Bologna e nella Valle del Po” in occasione della recente pubblicazione dei due libri: “Gli Etruschi nella Valle del Po”, atti del convegno (Editore Giorgio Bretschneider) e “Bologna etrusca. La città invisibile” di Giuseppe Sassatelli (Editore Bologna University Press). In collaborazione col museo civico Archeologico di Bologna. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti a sedere disponibili. Intervengono Mauro Felicori, assessore alla Cultura e al Paesaggio, Regione Emilia-Romagna; Paolo Giulierini, già direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli; Giuseppe Sassatelli, presidente dell’istituto nazionale di Studi Etruschi e Italici.

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Copertina del libro “Gli Etruschi nella Valle del Po”, atti del convegno (Editore Giorgio Bretschneider)

Nell’immaginario collettivo gli Etruschi sono il popolo dell’Etruria antica, una regione che corrisponde all’odierna Toscana e al Lazio settentrionale. Sono gli Etruschi di Veio, Tarquinia, Cerveteri e Populonia (e di altre città di questo territorio) che tutti conoscono e identificano agevolmente. In realtà la loro presenza consolidata e molto lunga nel tempo è un dato ormai pienamente acquisito anche per la pianura padana dove tra X e IV secolo a.C. essi furono protagonisti di una formidabile organizzazione del territorio, valorizzandone assai precocemente le straordinarie potenzialità agricole, anche attraverso innovazioni importanti come la rotazione delle colture che ancora oggi viene praticata; impostandone la funzione commerciale, con un sistema di città di cui furono gli inventori e che erano tra loro politicamente confederate. Tra queste città un ruolo speciale va attribuito alla Bologna etrusca che, al contrario delle ”città invisibili” di Italo Calvino le quali esistevano solo nella fantasia di Marco Polo e nella credulità del Kublai Kan, oggi non ha tracce visibili sul terreno, ma è reale e concreta nella sua documentazione archeologica che gli scavi, specie degli ultimi decenni, hanno individuato: un abitato di straordinaria estensione tra i fiumi Aposa e Ravone; diversi luoghi di sepoltura, dislocati attorno all’abitato, che sono lo specchio fedele della società dei vivi e dei cittadini; una solida economia agricola con il controllo e lo sfruttamento della fertile pianura padana; una ricca e variegata dimensione produttiva; un importante ruolo di intermediazione commerciale tra il Mediterraneo e l’Europa dei Celti. Per la prima e unica volta nella sua storia, grazie agli Etruschi, Bologna è stata una grande capitale. Di tutto questo si parlerà nell’incontro narrando in particolare una storia, lunga e complessa, che in assenza di racconti scritti da parte degli storici antichi, quasi del tutto assenti, può basarsi essenzialmente sulla documentazione archeologica.

Bologna. Al via “Musei sotto le stelle”: i Musei Civici di Bologna si raccontano in piazza Maggiore prima delle proiezioni gratuite dei film in programma nel cartellone “Sotto le stelle del Cinema”. Ecco il calendario

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Piazza Maggiore a Bologna per “Sotto le stelle del Cinema” (foto Lorenzo Burlando / courtesy Fondazione Cineteca di Bologna)

bologna_musei_logoI Musei Civici di Bologna si raccontano sotto le stelle in piazza Maggiore dal 1° luglio al 9 agosto 2024. Sono sei gli appuntamenti serali con “Musei sotto le stelle” che, grazie alla collaborazione tra il Settore Musei Civici Bologna e la Fondazione Cineteca di Bologna, alle 21.30 nel mese di luglio e alle 21.15 in agosto, precederanno le proiezioni gratuite dei film in programma nel cartellone Sotto le stelle del Cinema, manifestazione promossa da Cineteca di Bologna e Comune di Bologna con il sostegno di ministero della Cultura e Regione Emilia-Romagna. Main sponsor Gruppo Hera. Fa inoltre parte di Bologna Estate 2024, il cartellone di attività promosso da Comune di Bologna e Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.

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bologna_cineteca_logoDurante uno dei riti più amati dai cittadini bolognesi, dai cinefili di tutto il mondo e dai tanti turisti che affollano la città in estate, i volti e le voci di coloro che dirigono e lavorano nei Musei Civici si alterneranno per raccontare in prima persona le storie e i patrimoni culturali museali attraverso varie e differenti trame narrative di percorsi espositivi permanenti, mostre, progetti in corso. I musei escono dai propri confini materiali e dialogano con il grande pubblico che vive la magia del cinema all’aperto più bello del mondo. “Siamo molto felici di questa collaborazione tra il nostro Settore Musei Civici Bologna e la Fondazione Cineteca di Bologna”, dichiara Eva Degl’Innocenti, direttrice Settore Musei Civici Bologna, “di cui i sei appuntamenti di Musei sotto le stelle sono soltanto la piccola parte di una collaborazione culturale che vedrà uniti i nostri musei e la Cineteca per la realizzazione e la promozione di progetti, attività culturali, eventi, nonché per la partecipazione congiunta a bandi, con particolare attenzione al rapporto tra patrimonio culturale, musei e cinema”. Ecco il calendario.

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La mostra di Robert Kuśmirowski “P E R S O [A] N O M A L I A” al MAMbo di Bologna (foto Ornella De Carlo / courtesy l’artista, Foksal Gallery Foundation e Freak Andò di Maurizio Marzadori)

Lunedì 1° luglio 2024, ore 21.30: Lorenzo Balbi (direttore MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna) e Marinella Paderni (curatrice e docente) e la mostra di Robert Kuśmirowski “P E R S O [A] N O M A L I A”. In occasione del 44° anniversario della strage di Ustica, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna presenta fino al 29 settembre 2024, nello spazio della Sala delle Ciminiere, P E R S O [A] N O M A L I A, una grande mostra dell’artista polacco Robert Kuśmirowski a cura di Lorenzo Balbi e Marinella Paderni, realizzata con il contributo di Istituto Polacco di Roma, Ministero della Cultura e del Patrimonio Nazionale della Repubblica Polacca, Adam Mickiewicz Institute e con il supporto di Foksal Gallery Foundation. L’esposizione, facendo eco al tragico evento del 27 giugno 1980, affida al linguaggio dell’arte contemporanea una riflessione sulla memoria collettiva in un particolare momento di ripiegamento della storia su se stessa. Sul filo di questa evocazione, Kuśmirowski esplora la complessità del ricordo e dell’oblio attraverso installazioni in cui si combinano elementi visivi, sonori e sensoriali. La serie di ambienti, di diversa natura e per la maggior parte inediti, dialogano tra loro creando un ponte tra passato e presente che genera una palpabile atmosfera sospesa ed enigmatica. Info: www.museibologna.it/mambo. A seguire il film “Omicidio a luci rosse” (USA/1984) di Brian De Palma (114′).

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La mostra “Conoscenza e Libertà. Arte islamica al Museo Civico Medievale di Bologna”: fiala in vetro blu decorato a smalti policromi e oro (Siria, XIII secolo) (foto bologna musei)

Domenica 7 luglio 2024, ore 21.30: Silvia Battistini (direttrice Musei Civici d’Arte Antica) e la mostra “Conoscenza e Libertà. Arte islamica al Museo Civico Medievale di Bologna”. Il Museo Civico Medievale conserva un prezioso nucleo di manufatti islamici che riflette l’interesse collezionistico di illustri personaggi bolognesi verso l’arte orientale fin dalla seconda metà del XVIII secolo. Fino al 15 settembre 2024, la mostra “Conoscenza e Libertà. Arte islamica al Museo Civico Medievale di Bologna” consente di riscoprire vicende e percorsi che, da secoli, costituiscono una parte significativa della storia culturale della città attraverso una selezione di manufatti di altissima qualità – tra metalli, ceramiche, maioliche, vetri e manoscritti – realizzati dall’inizio del XIII al XVIII secolo. L’obiettivo della curatrice Anna Contadini è quello di mettere in evidenza l’influenza che le culture materiali di produzione islamica hanno avuto sull’arte e sul pensiero occidentali, in particolare nella trasmissione di saperi scientifici e tecniche di manifattura e decorazione diventate parte di un vocabolario artistico globale. La mostra nasce da una collaborazione scientifica internazionale tra Musei Civici d’Arte Antica di Bologna e SOAS University of London ed è realizzata in collaborazione con Museo di Palazzo Poggi | SMA – Sistema Museale di Ateneo e Dipartimento di Storia Culture e Civiltà | Alma Mater Studiorum – Università di Bologna. Info: www.museibologna.it/medievale. A seguire il film “Deriva a Tokyo” (Gia/1966) di Seijun Suzuki (82’).

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Il nuovo allestimento del ripostiglio di San Francesco al museo civico Archeologico di Bologna (foto giorgio bianchi / Comune di Bologna)

Giovedì 18 luglio 2024, ore 21.30: Anna Dore (curatrice della Sezione Etrusca, fase villanoviana Museo Civico Archeologico) e la mostra “Il dolio delle meraviglie. Un nuovo allestimento per il Ripostiglio di San Francesco”. Il Museo Civico Archeologico continua ad aggiornarsi, in una dialettica proficua fra rispetto degli allestimenti storicizzati e moderne esigenze di fruizione. Con questo spirito è stata recentemente interessata da un accurato restyling con nuovi apparati multimediali una delle sale che più incuriosiscono il pubblico: quella dedicata al Ripostiglio di San Francesco, eccezionale rinvenimento riferibile all’inizio del VII sec. a.C. Si tratta probabilmente del deposito di una fonderia, costituito da un grande vaso (dolio) riempito con più di 14.000 oggetti in bronzo, che ci svelano informazioni sulle dinamiche economiche e sociali della Bologna etrusca. Oltre al numero, eccezionale risulta la varietà dei pezzi presenti, tra i quali figurano quasi tutte le categorie di manufatti in uso nella Prima Età del Ferro: armi, oggetti di ornamento e di prestigio, utensili e attrezzi si affiancano a frammenti di vasellame, lamine ritagliate, verghette, pani metallici di varie dimensioni, scarti di fusione e scorie. Numerosi in particolare gli strumenti da lavoro, preziosi per ricostruire le principali attività artigianali e di sussistenza della comunità villanoviana. Il riallestimento, curato da Laura Bentini, è stato realizzato anche grazie al sostegno di Settore Patrimonio Culturale – Regione Emilia-Romagna, Fondazione Luigi Rovati e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Info: www.museibologna.it/archeologico. A seguire il film “Dune” (USA/2021) di Denis Villeneuve (155’).

Museo Civico del Patrimonio Industriale di Bologna

La mostra “L’antica Bologna dell’acqua e della seta” al museo civico del Patrimonio Industriale di Bologna (foto roberto serra / Iguana)

Mercoledì 7 agosto 2024, ore 21.15: Alessio Zoeddu (funzionario Museo del Patrimonio Industriale) e la mostra “L’antica Bologna dell’acqua e della seta”. Fin dal XII secolo Bologna si dota di un complesso sistema idraulico artificiale composto da chiuse, canali e chiaviche che distribuiscono a rete l’acqua, prevalentemente utilizzata come fonte di energia per il funzionamento di numerosi opifici. Tra questi spicca il mulino da seta “alla bolognese”, di cui in museo è presente un modello in scala 1:2 funzionante, utilizzato per la torcitura del filo di seta al fine di ottenere il velo, prodotto che rende celebre Bologna per oltre quattro secoli, ampiamente commercializzato in tutta Europa e spesso riprodotto nell’iconografia occidentale. L’abbondanza della risorsa idrica, unita all’alta tecnologia raggiunta dai mulini da seta, permette così ad una città, non dotata di significativi corsi d’acqua naturali, né di uno sbocco sul mare, di recitare un ruolo da protagonista nel panorama della proto-industria europea e del grande commercio internazionale fino alla fine del XVIII secolo. Info: www.museibologna.it/patrimonioindustriale. A seguire il film “Divorzio all’italiana” (Ita/1961) di Pietro Germi (105’).

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La mostra “Wandrè La chitarra del futuro” al museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna (foto roberto serra / musei civici bologna)

Giovedì 8 agosto 2024, ore 21.15: Marco Ballestri (curatore) e la mostra “Wandrè La chitarra del futuro”. In occasione dei 20 anni dall’apertura, il Museo internazionale e biblioteca della musica presenta l’esposizione “Wandrè La chitarra del futuro”, promossa in collaborazione con Regione Emilia-Romagna – Assessorato alla Cultura e Paesaggio e la sponsorship tecnica di Assimusica (Cremona), visitabile con ingresso gratuito fino all’8 settembre 2024. Antonio “Wandrè” Pioli (Cavriago, 1926 – 2004) ha fondato negli anni Cinquanta la prima fabbrica di chitarre elettriche in Italia e inventato negli anni Sessanta e Settanta alcuni dei modelli più innovativi e sperimentali nella storia mondiale di questo strumento. Le sue “sculture sonore”, distanti dai modelli convenzionali dell’epoca, sono vere e proprie opere d’arte pop intrise di futurismo, surrealismo, metafisica e astrattismo, ancora oggi tra le più ricercate dai collezionisti di tutto il mondo. Il curatore dell’esposizione Marco Ballestri, membro del collettivo I Partigiani di Wandrè, introduce il pubblico a questa figura leggendaria accompagnato da una clip del documentario Wandrè. Utopia elettrica (2024/23’30”), un progetto di Regione Emilia-Romagna – Assessorato alla Cultura e Paesaggio realizzato da 3D Produzioni, integralmente visibile in mostra. Info: www.museibologna.it/musica. A seguire il film “I Compagni” (Ita/1963) di Mario Monicelli (128’).

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Il monumento di Gaetano Simoli al cimitero monumentale della Certosa di Bologna (foto alberto alvisi)

Venerdì 9 agosto 2024, ore 21.15: Roberto Martorelli (referente per la valorizzazione culturale del Cimitero Monumentale della Certosa per il Museo civico del Risorgimento) e “Le forme del passato, la scoperta del presente. La Certosa, museo a cielo aperto”. Sepolcreto etrusco, monastero certosino, cimitero. La Certosa di Bologna testimonia 2500 anni di trasformazioni del territorio, ma soprattutto, con la sua estensione su 25 ettari, è il più grande museo cittadino, dove si intrecciano storia, arte, cultura e costume. Un luogo straordinario creato da chi ci ha preceduto per riflettere sul passato, il presente e il futuro. Un modo insolito e suggestivo per scoprirlo è con la rassegna “Certosa di Bologna”. Calendario estivo che propone un ricco programma di attività al tramonto e di sera: per dare voce alle memorie custodite nella sale, nelle gallerie e sotto i portici del cimitero monumentale, alla scoperta di storie di vita grandi e piccole tra incantevoli architetture, pitture e sculture. Info: www.museibologna.it/risorgimento. A seguire il film “Matrimonio all’italiana” (Ita/1964) di Vittorio De Sica (102′).

Bologna. Al museo civico Archeologico nuovo allestimento del Ripostiglio di San Francesco, il più importante deposito dell’Età del Ferro italiana: nuova illuminazione, recupero delle vetrine ottocentesche e selezione del materiale esposto

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Il nuovo allestimento del Ripostiglio di San Francesco al museo civico Archeologico di Bologna (foto bologna musei)

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La sala del ripostiglio di San Francesco nel suo allestimento originario ottocentesco al museo civico Archeologico di Bologna (foto Bologna Musei)

È pronto il nuovo allestimento del Ripostiglio di San Francesco al museo civico Archeologico di Bologna e sarà presentato in anteprima, su invito, giovedì 8 febbraio 2024: si sono infatti conclusi i lavori per il nuovo allestimento del Ripostiglio di San Francesco nella Sala Xb, una delle sale della Sezione Etrusca più amate dal pubblico e di straordinaria rilevanza scientifica per conoscere le dinamiche economiche e sociali dell’antica Bologna etrusca. Nel primo allestimento del museo civico, inaugurato nel 1881, i materiali del Ripostiglio furono esposti integralmente nella Sala XI. Fu solo all’inizio degli anni ’70 del Novecento che l’intero complesso fu trasferito nella Sala Xb. Per agevolare la comprensione e la fruizione delle migliaia di oggetti che compongono questo eccezionale complesso archeologico, l’intervento di riqualificazione ha interessato la revisione dell’impianto illuminotecnico ed espositivo con il recupero delle vetrine ottocentesche, rese più funzionali secondo gli attuali standard espositivi seppure intatte nel loro fascino originario, e una consistente selezione del materiale esposto rispetto al precedente ordine espositivo. Il nuovo allestimento della Sala Xb è stato realizzato anche grazie al contributo di Regione Emilia-Romagna, nell’ambito dei Piani 2019-2021 dell’ex IBC ora Settore Patrimonio Culturale, Fondazione Luigi Rovati (Milano) e Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.

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Materiali scoperti nel ripostiglio di San Francesco, conservato al museo civico Archeologico di Bologna (foto bologna musei)

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Frammento metallico con iscrizione etrusca dal ripostiglio di San Francesco a Bologna (foto Unibo)

La scoperta del Ripostiglio di San Francesco, il più importante deposito dell’Età del Ferro italiana, avvenne nel 1877 quando l’ingegnere, architetto e archeologo Antonio Zannoni rinvenne, presso l’attuale Basilica di San Francesco a Bologna, un massiccio vaso di terracotta (dolio), sepolto tra i 2 e 3,25 metri di profondità al centro di una capanna villanoviana, contenente 14.838 oggetti metallici, tra interi e frammentari, sia di produzione locale che di altre provenienze, per un peso complessivo di oltre 14 quintali. La cronologia dei materiali va dalla fine dell’Età del Bronzo agli inizi del VII secolo a.C., data in cui avvenne la deposizione del grande vaso e l’accurata sistemazione del suo contenuto. Oltre al numero di pezzi, eccezionale risulta la varietà degli oggetti presenti, tra i quali figurano quasi tutte le categorie di manufatti in uso nella Prima Età del Ferro: armi, oggetti di ornamento e di prestigio, utensili e attrezzi si affiancano a frammenti di vasellame, lamine ritagliate, verghette, pani metallici di varie dimensioni, scarti di fusione e scorie. Zannoni e la maggior parte degli studiosi hanno interpretato il rinvenimento come riserva di metallo pertinente a una fonderia, occultata agli inizi del VII secolo a.C., per la presenza di oggetti semilavorati e rotti destinati alla rifusione, pani di metallo, carbone di cenere, cenere e tracce di ossido di bronzo. Accanto a questa, negli ultimi anni è stata proposta una diversa lettura che vede nel Ripostiglio di San Francesco una sorta di tesoro pubblico, forse deposto ritualmente in un’occasione speciale.

Bologna. In Sabap l’incontro “Carsismo e Grotte nelle Evaporiti dell’Appennino Settentrionale. Un patrimonio e un percorso da condividere tra tutela e fruizione” per presentare il sito seriale UNESCO EKCNA

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Ingresso grotta dei gessi (foto Francesco Grazioli)

bologna_sabap_carsismo-e-grotte-appennino-settentrionale_patrimonio-unesco_locandinaL’UNESCO World Heritage Committee, riunito per la sua 45ma sessione a Riyad in Arabia Saudita, il 19 settembre 2023 ha iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale il Carsismo e Grotte nelle Evaporiti dell’Appennino Settentrionale (Evaporitic Karst and Caves of Northern Apennines) come sito naturale. Martedì 21 novembre 2023, dalle 15 alle 18, a Palazzo Dall’Armi Marescalchi, sede Sabap, in via IV Novembre 5 a Bologna, la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara e la Regione Emilia Romagna promuove l’incontro “Carsismo e Grotte nelle Evaporiti dell’Appennino Settentrionale. Un patrimonio e un percorso da condividere tra tutela e fruizione” per presentare il sito seriale UNESCO EKCNA (Evaporitic Karst and Caves of Northern Apennines) in territorio emiliano. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Si tratta di un sito seriale, ovvero articolato in più componenti separate fisicamente, che interessa la regione Emilia Romagna, estendendosi sulle province di Reggio Emilia, Bologna, Rimini e Ravenna. In questo incontro si intendono illustrare i principali valori, naturali, ambientali, paesaggisti e storico-archeologici presenti nei territori di competenza della Soprintendenza ABAP di Bologna e porre l’attenzione sull’importanza di un percorso condiviso per la tutela e la fruizione di questo patrimonio. Introduce Francesca Tomba, soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bologna e le Province di Modena Reggio Emilia e Ferrara. Intervengono: Barbara Lori, assessore alla Programmazione territoriale e paesaggistica, parchi, forestazione e UNESCO – Regione Emilia Romagna; Piero Lucci, Massimo Ercolani (Federazione Speleologica dell’Emilia-Romagna) “Soprintendenza e Federazione Speleologica Regionale: una collaborazione molto proficua”. PRIMA PARTE: I valori naturali. Stefano Lugli (università di Modena e Reggio Emilia) “Gli intonaci rosa di Cologno (RE), un patrimonio da conservare”; Massimiliano Costa (Ente di Gestione per i Parchi e la Bioversità – Delta del Po) “I valori biologici dei Gessi dell’Emilia-Romagna”. SECONDA PARTE: I valori paesaggistici. Loredana Ponticelli (A²studio) “Il riconoscimento UNESCO: la protezione di un bene naturale attraverso i vincoli paesaggistici”; Barbara Marangoni (soprintendenza ABAP Bologna) “Riconoscimento dei valori e opportunità delle tutele paesaggistiche ex art. 136 del D. Lgs. 42/2004) “I gessi e l’uomo”; Chiara Guarnieri, Monica Miari (soprintendenza ABAP Bologna) “Gessi e archeologia. Dalla frequentazione delle grotte in età preistorica al Lapis specularis”; Stefano Piastra (università di Bologna) “I gessi emiliani tra natura e cultura”. Modera Annalisa Capurso (soprintendenza ABAP Bologna).

Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia apre la mostra “Spina etrusca a Villa Giulia. Un grande porto nel Mediterraneo”, terza e ultima tappa delle celebrazioni per il Centenario della scoperta di Spina: oltre 700 opere tra cui prestiti inediti (come il frammento di tripode vulcente proveniente dall’Acropoli di Atene esposto per la prima volta in Italia accanto alla celeberrima Hydria Ricci)

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Locandina della mostra “Spina etrusca a Villa Giulia. Un grande porto nel Mediterraneo” al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia dal 10 novembre 2023 al 7 aprile 2024

Con un’apertura serale straordinaria fino alle 24 (ultimo ingresso ore 23) con biglietto al costo di 5 euro, venerdì 10 novembre 2023, alle 20, prende il via al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma la mostra “Spina etrusca a Villa Giulia. Un grande porto nel Mediterraneo”, terza e ultima tappa delle celebrazioni per il Centenario della scoperta di Spina, l’importante centro etrusco dell’Adriatico venuto alla luce nel 1922 nei pressi di Comacchio.

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Locandina della mostra “Spina etrusca. Un grande porto nel Mediterraneo” al museo Archeologico nazionale di Ferrara dal 22 dicembre 2022 al 23 aprile 2023

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Locandina della mostra “Spina 100. Dal mito alla scoperta” al museo del Delta antico dal 1° giugno al 16 ottobre 2022

Dopo le due esposizioni dello scorso anno tenutesi rispettivamente a museo del Delta Antico di Comacchio (vedi Comacchio. A Palazzo Bellini apre la mostra “Spina 100. Dal mito alla scoperta” per le celebrazioni nazionali del centenario della scoperta della città etrusca di Spina (1922-2022) | archeologiavocidalpassato) e al museo archeologico nazionale di Ferrara (vedi Ferrara. Al museo Archeologico nazionale aperta la mostra “Spina etrusca: un grande porto nel Mediterraneo”, culmine delle celebrazioni Spina100: racconta di una città costruita sull’acqua e votata alla navigazione per mare, potente centro dell’alto Adriatico in dialogo paritario con l’Atene di età classica | archeologiavocidalpassato), sarà così lo straordinario contesto del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia a chiudere la serie di eventi in programma, con un percorso espositivo multimediale, arricchito da opere provenienti da istituzioni italiane ed estere, che racconteranno l’eccezionale contributo scientifico dato dagli scavi di Spina alla conoscenza dell’archeologia e della storia del Mediterraneo. E mireranno a riannodare i fili della conoscenza attorno agli Etruschi e alle loro relazioni culturali, commerciali e sociali, allargando lo sguardo alle città dell’Etruria tirrenica.

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Dettaglio dell’Hydria Ricci (530 a.C.) proveniente dalla necropoli della Banditaccia di Cerveteri e conservata al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia (foto etru)

Nelle sale della mostra, aperta al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia fino al 7 aprile 2024, trovano spazio oltre 700 opere provenienti da istituti culturali italiani ed esteri, tra cui prestiti inediti (come il frammento di tripode vulcente proveniente dall’Acropoli di Atene con l’apoteosi di Eracle, esposto per la prima volta in Italia accanto alla celeberrima Hydria Ricci), in dialogo con i reperti delle collezioni permanenti e dei depositi del museo, in un accostamento significativo tra immaginario mitico e storia condivisa.

spina100_logoL’esposizione rientra nel progetto del centenario di Spina che ha già previsto numerose iniziative scientifiche e divulgative coordinate dal comitato promotore e dalla direzione generale Musei , in collaborazione con istituti territoriali del ministero della Cultura, enti locali e università, fra cui la direzione regionale Musei Emilia Romagna e la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e per le province di Modena Reggio Emilia e Ferrara, con le amministrazioni locali (il Comune di Comacchio, il Comune di Ferrara e la Regione Emilia Romagna) e le università nazionali e internazionali che da anni effettuano ricerche sull’insediamento.

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Le Valli di Comacchio che conservano le tracce dell’antica città etrusca di Spina (foto http://www.rivadelpo.it)

Fino al 1922 Spina era poco più di una leggenda, persa nel tempo nonostante diverse fonti letterarie ne avessero testimoniato la grandezza. Grazie all’avvio dei lavori di bonifica della Valle Trebba e poi agli scavi di Valle Pega, nell’arco di pochi decenni Spina tornava finalmente alla luce con oltre quattromila sepolture per lo più intatte e uno dei più importanti nuclei al mondo di ceramiche di importazione attica.

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Dettaglio del monumentale cratere della tomba 579 di Valle Trebba e conservato al museo del Delta antico a Comacchio (foto etru)

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Altorilievo in terracotta dal frontone posteriore del Tempio A di Pyrgi (Santa Severa) (470-460 a.C.) con episodi del mito dei Sette contro Tebe: Zeus (al centro) fulmina Capaneo mentre Atena (a sinistra) si allontana alla vista di Tideo che morde il cranio di Melanippo (in basso), conservato al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia (foto etru)

Adriatico e Tirreno, Spina e Pyrgi, porti strategici che intrecciano le loro vicende con le dibattute origini degli Etruschi. Immaginario mitico e storia condivisa si uniscono quindi e si raccontano attraverso oltre 700 opere in mostra, provenienti da istituti culturali italiani ed esteri, in dialogo con gli oggetti delle collezioni permanenti e dei depositi del Museo. Fra i prestiti inediti, per la prima volta in Italia il frammento di tripode vulcente proveniente dall’Acropoli di Atene con l’apoteosi di Eracle, esposto accanto alla celeberrima Hydria Ricci. Parimenti straordinario e inedito l’accostamento tra il monumentale cratere della tomba 579 di Valle Trebba e il coevo Altorilievo di Pyrgi con due tra le più significative raffigurazioni del mito dei Sette contro Tebe. Un progetto condiviso, fortemente voluto dal ministero della Cultura, che ha coinvolto studiosi di primo piano e impegnato numerose istituzioni di livello sia nazionale che internazionale. L’esposizione sarà presto raccontata nella sezione dedicata del sito web istituzionale www.spina100.museoetru.it

Ferrara. Al via in Fiera la 28.ma edizione di “Restauro – Salone Internazionale dei Beni culturali e Ambientali, dei Musei e delle Imprese”: tre intense giornate, punto di riferimento a livello mondiale nell’ambito dei beni culturali e luogo d’incontro di aziende, istituzioni e mondo della ricerca

ferrara_expo_XXVIII-restauro_locandinaTorna “Restauro – Salone Internazionale dei Beni culturali e Ambientali dei Musei e delle Imprese” dal 10 al 12 maggio 2023 a Ferrara Expo: prima e unica in Italia, la manifestazione, quest’anno alla 28esima edizione, è il punto di riferimento a livello mondiale nell’ambito dei beni culturali e luogo d’incontro di aziende, istituzioni e mondo della ricerca che contribuiscono alla tutela della storia e alla valorizzazione della cultura tangibile. Il quartiere fieristico della città estense ospita tre intense giornate di manifestazione che vedono confermata la collaborazione con il ministero degli Affari esteri e la cooperazione internazionale, agenzia ICE grazie alla quale saranno presenti, durante le tre giornate di manifestazione, oltre 50 delegati provenienti da 8 Paesi: Arabia Saudita, Giordania, Iran, Iraq, Israele, Kosovo, Libano, Turchia. Stand espositivi, tecnologie all’avanguardia, imprese d’eccellenza, esempi virtuosi, business meetings, mostre, premi, incontri B2B con operatori italiani e stranieri, momenti convegnistici e molto altro: la XXVIII edizione di Restauro – Salone Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali, dei Musei e delle Imprese si preannuncia un appuntamento da non perdere sia per gli addetti ai lavori che per un pubblico più ampio di appassionati e curiosi. Gli incontri saranno trasmessi anche in streaming su https://www.youtube.com/@FieraRestauro

ferrara_Restauro-Salone-Internazionale-dei-Beni-Culturali-e-Ambientali-dei-Musei-e-delle-Imprese_locandinaNumerose sono le presenze istituzionali di prestigio come quella di Assorestauro – associazione italiana per il restauro architettonico, artistico, urbano – partner storico del Salone, che partecipa con le proprie aziende associate tra le quali produttori di materiali, attrezzature e tecnologie e i fornitori di servizi e imprese specializzate. Per la prima volta al Salone internazionale del Restauro di Ferrara partecipa il Consiglio nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) che approfondirà attraverso un convegno l’importanza della valorizzazione e conservazione del patrimonio culturale per lo sviluppo sostenibile. Presente anche l’ente di formazione Formedil che l’11 maggio si collegherà in diretta con l’area del restauro dei palchi storici del Palio di Siena. Il MiC – Ministero della Cultura è come sempre presente in manifestazione con un’importante area istituzionale che, oltre ad ospitare 40 tra istituti, direzioni generali, segretariati, musei e soprintendenze ospiterà una serie di laboratori didattici che vedranno il coinvolgimento di numerosi studenti liceali e universitari, il nostro futuro prossimo.

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Restauro virtuoso di Palazzo dei Diamanti a Ferrara (foto Marco Cappelletti / courtesy Labics)

Anche la convegnistica è di tutto rispetto, ospitata in una sala appositamente realizzata che vedrà interessanti seminari svolgersi a ciclo continuo durante le tre giornate di manifestazione. Tanti inoltre sono i temi approfonditi grazie al ricco programma convegnistico: dalla digitalizzazione dei beni culturali alla sicurezza sismica degli edifici storici fino ad arrivare alla transizione ecologica e al ruolo strategico del patrimonio culturale. Appuntamento quindi a Ferrara Expo per conoscere le ultime novità del settore con particolare riguardo all’innovazione dei materiali, ai software e alle nuove tecnologie, all’impiantistica, allo sviluppo sostenibile ed ecologico, al restauro architettonico e archeologico. Al Salone saranno inoltre presentati alcuni importanti progetti virtuosi di restauro come quello del Palazzo dei Diamanti di Ferrara o delle opere artistiche del Perugino del Nobile Collegio del Cambio.

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Il Made in Italy alla 28.ma edizione di “Restauro” a Ferrara Expo (foto salone restauro)

L’Advisory Board e il Comitato Tecnico-Scientifico. Grande novità di questa edizione è la costituzione di un prestigioso Advisory Board: un Tavolo Tecnico Operativo composto da realtà e professionisti che sono massima espressione delle attività di tutela, recupero e conservazione dei Beni culturali e ambientali, allo scopo di favorire la condivisione delle opportunità e le interlocuzioni fra tutti gli stakeholders che compongono la filiera. Grazie al loro fattivo supporto la manifestazione sarà luogo di nuovi approfondimenti e potrà contare sulla massima diffusione presso tutte le realtà partecipanti al Tavolo. Una sinergia trasversale e costruttiva, generatrice di contenuti e volano della comunicazione che porterà al Salone grandi novità e interessanti collaborazioni. L’elenco completo dei componenti dell’Advisory Board è disponibile sul sito della manifestazione al link https://www.salonedelrestauro.com/advisory-board/. Si riconferma inoltre il lavoro dell’autorevole Comitato Tecnico-Scientifico del Salone internazionale del Restauro il quale riunisce un team di esperti del settore che indirizzano le attività presenti e future della manifestazione e promuovono l’innovazione nel mondo del restauro artistico e architettonico Made in Italy. “Il lavoro del Comitato parte dalla consapevolezza del primato che il Restauro Made in Italy ha nel mondo grazie alla capacità di unire consapevolezza metodologica, sensibilità interpretativa e innovazione operativa”, commenta il presidente prof. arch. Alessandro Ippoliti.

ferrara_expo_XXVIII-restauro_1_locandinaIl programma convegnistico: alcune anticipazioni. Anche per l’edizione 2023 il Salone internazionale del Restauro presenta un ricco palinsesto convegnistico, dove i contenuti sono espressione delle tematiche e delle tecnologie che costituiscono la vera avanguardia del settore. Saranno approfonditi infatti temi di estrema attualità attraverso la partecipazione di importanti istituzioni e imprese, punti di riferimento del settore: in programma mercoledì 10 maggio 2023 è il convegno organizzato dal Comitato Tecnico Scientifico congiunto di Assorestauro e del Salone sul tema “Restauro e Archeologia”. Il seminario intende presentare le diverse modalità degli interventi di prevenzione, dallo scavo alle operazioni di manutenzione e restauro dei complessi archeologici. Il tema sarà sviluppato attraverso la presentazione di alcuni casi esemplificativi, che focalizzano diversi aspetti quali ad esempio la prevenzione da rischi idro-geologici, la messa in sicurezza di aree a rischio, la mitigazione dei rischi derivanti dal cambiamento climatico, la conservazione preventiva dal cantiere di scavo a quello di restauro.

“Il patrimonio culturale come risorsa strategica per la transizione ecologica” è il titolo del convegno presentato dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (CNAPPC) del 12 maggio 2023. La transizione ecologica, resa urgente dal cambiamento climatico, è tra le priorità del PNRR ed il settore della cultura può rappresentare un elemento fondamentale nel raggiungimento di questo importante obiettivo. Il principio dello sviluppo sostenibile è la chiave di lettura per affrontare il rapporto tra la tutela-valorizzazione del patrimonio culturale e gli interessi pubblici.

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San Carlo: terremoto 2012 in Emilia (foto salone restauro)

Confermata la presenza della Regione Emilia-Romagna che al Salone Internazionale del Restauro porterà due importanti convegni in programma l’11 maggio 2023: “La ricostruzione dei beni culturali” organizzato dall’Agenzia per la Ricostruzione Sisma 2012 della Regione Emilia-Romagna; “La strategia regionale per il patrimonio culturale” dedicato alla valorizzazione e conservazione dei paesaggi culturali del territorio regionale.

Sulla digitalizzazione delle lettere di Lucrezia Borgia, una delle nobildonne più famose del Rinascimento italiano, sarà dedicato il convegno in programma il 10 maggio 2023, organizzato da Haltadefinizione in collaborazione con l’Archivio di Stato di Modena e il Centro interdipartimentale di Ricerca sulle Digital Humanities dell’università di Modena e Reggio Emilia (DHMoRe). Il carteggio della duchessa è una fonte di grande importanza per comprendere la quotidianità della sua figura e la digitalizzazione ha permesso di avere una panoramica più completa e dettagliata dello stato conservativo.

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Digitalizzazione dei Beni culturali (foto salone restauro)

Ad arricchire il programma convegnistico saranno inoltre le best practice relative ai progetti afferenti alle opere artistiche del Perugino del Nobile Collegio del Cambio nell’anno delle celebrazioni del cinquecentenario approfondite nel convegno “Digitalizzazione 3D e indagini diagnostiche: il Nobile Collegio del Cambio di Perugia” in programma l’11 maggio 2023, organizzato da Archimede Arte.

Tre infine sono i convegni organizzati grazie alle idee e riflessioni emerse durante le riunioni del nuovo Advisory Board del Salone: mercoledì 10 maggio 2023, il convegno dal titolo “Le Indagini di conoscenza ed il nuovo Codice Appalti – dalla definizione del piano delle indagini alla esplicitazione del quadro economico per indagini, ricerche, prove e controlli: come cambia la disciplina a seguito del dlgs 36/2023” organizzato dall’associazione Codis in collaborazione con ISI Ingegneria Sismica Italiana, IBIMI building SMART Italy e Assorestauro. Giovedì 11 maggio 2023, al mattino, “InFormazione&Restauro” organizzato da IGIIC, dove si affronterà la tematica della formazione nell’ambito del restauro. Giovedì 11 maggio 2023, nel pomeriggio, “La sicurezza sismica del patrimonio edilizio storico italiano dalla conoscenza alla digitalizzazione” organizzato da ISI Ingegneria Sismica Italiana in collaborazione con Associazione Codis e IBIMI building SMART Italy. In questa occasione saranno approfonditi alcuni dei capitoli di spesa previsti dal PNRR, dal recupero del patrimonio all’adeguamento degli edifici con funzione pubblica. Particolare attenzione sarà, infatti, posta all’edilizia storica, con le sue necessità di tutela da un lato e gli alti livelli di rischio e la elevata vulnerabilità dall’altro. La partecipazione alle sessioni convegnistiche è gratuita previa pre-registrazione sul sito www.salonedelrestauro.com.

Ferrara. Al museo Archeologico nazionale aperta la mostra “Spina etrusca: un grande porto nel Mediterraneo”, culmine delle celebrazioni Spina100: racconta di una città costruita sull’acqua e votata alla navigazione per mare, potente centro dell’alto Adriatico in dialogo paritario con l’Atene di età classica

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Ricostruzione di un’abitazione di Spina (foto università di zurigo)


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Le Valli di Comacchio che conservano le tracce dell’antica città etrusca di Spina (foto http://www.rivadelpo.it)

“L’impresa archeologica più importante nell’ambito dell’Italia settentrionale preromana”: così Nereo Alfieri, primo direttore del museo Archeologico di Ferrara, chiosò nel 1960 l’epica vicenda degli scavi di Spina, che andavano allora chiudendosi dopo una stagione assai intensa di scoperte e ritrovamenti, campagne di scavo e trafugamenti, clamore mediatico e partecipazione popolare. Nella tarda primavera del 1922, durante le bonifiche dei bacini lagunari attorno a Comacchio, tra operai al lavoro e trincee colme di acque di risalita, riemerse dall’oblio la ricca città portuale degli Etruschi fondata in prossimità del delta del Po alla fine del sesto secolo a.C., sommersa per secoli dalle acque dolci e dal fango e perduta alla conoscenza diretta degli uomini. Solo le fonti antiche e i poeti (Boccaccio e Carducci, per fare qualche nome) ne conservarono memoria fino a cento anni fa.

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Locandina della mostra “Spina etrusca. Un grande porto nel Mediterraneo” al museo Archeologico nazionale di Ferrara dal 22 dicembre 2022 al 23 aprile 2023

 

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Presentazione della mostra “Spina etrusca”: da sinistra, Massimo Osanna, Vittorio Sgarbi e Giorgio Cozzolino (foto drm-emilia-romagna)

Dopo un secolo dall’impresa archeologica, il museo Archeologico nazionale di Ferrara, diretto da Tiziano Trocchi, nato per Spina e inaugurato nel 1935, intende celebrare questa ricorrenza con una mostra ospitata nei saloni di Palazzo Costabili, che – inaugurata il 22 dicembre 2022 – rimarrà aperta al pubblico fino al 23 aprile 2023: “Spina etrusca: un grande porto nel Mediterraneo” (nel video, la presentazione ufficiale con Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura; Giorgio Cozzolino, direttore regionale Musei Emilia-Romagna; Massimo Osanna, direttore generale Musei; Monica Miari, soprintendente ABAP-BO reggente; Cristina Ambrosini, responsabile Cultura della Regione Emilia-Romagna; Marco Gulinelli, assessore alla Cultura del Comune di Ferrara; Giuseppe Sassatelli, presidente dell’istituto nazionale di Studi etruschi ed italici e presidente del comitato scientifico della mostra). La mostra racconta di una città costruita sull’acqua e votata alla navigazione per mare, potente centro dell’alto Adriatico in dialogo paritario con l’Atene di età classica, porto dalla strategia aggressiva a controllo delle rotte verso occidente. La mostra rappresenta il culmine delle iniziative per le celebrazioni del centenario, coordinate dalla direzione generale Musei in stretta collaborazione con la direzione regionale Musei Emilia-Romagna e il museo Archeologico nazionale di Ferrara, d’intesa con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e per le province di Modena Reggio Emilia e Ferrara, con la partecipazione di Regione Emilia-Romagna, delle amministrazioni comunali di Ferrara e Comacchio e delle università di Ferrara, Bologna e Zurigo.

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Allestimento della mostra “Spina etrusca” al museo Archeologico nazionale di Ferrara (foto drm-emilia-romagna)

L’allestimento sceglie di affidarsi in modo consistente al linguaggio delle tecnologie di ricostruzione dei paesaggi e dei contesti antichi per dare vita a una narrazione di forte suggestione. Al di là dell’indubbio splendore materico dei reperti esposti – con importanti prestiti dai principali musei archeologici italiani e prestigiosi materiali provenienti dal Metropolitan Museum of Art di New York, alla cui presenza in mostra ha contribuito anche la Regione Emilia-Romagna -, la mostra intende suggerire ai visitatori il significato del grande porto di Spina per gli Etruschi del V secolo a.C. e per i cittadini “mediterranei” del 2022.

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Ceramiche esposte nella mostra “Spina etrusca: un grande porto del Mediterraneo” al museo Archeologico nazionale di Ferrara (foto drm-emilia-romagna)

Col tragitto per mare dal Pireo fino al delta del Po, su imbarcazioni percorse da marinai, cariche di contenitori di vino e profumi, ricche di raffigurazioni mitiche ben note agli Etruschi, comincia il percorso espositivo, accompagnato dalle narrazioni mitologiche che ambientavano qui, alla foce dell’Eridano (antico nome del fiume Po), le tristi vicende di Fetonte e di Icaro, degli eroi greci civilizzatori per antonomasia, Diomede ed Eracle. Il profilo di Spina, per chi vi approdava dal mare, si mostrava coi dossi e le depressioni delle sue necropoli, ancora evocati nella rappresentazione delle carte geografiche del Salone d’Onore del museo, e dichiarava nelle scelte del rituale funebre la complessità della comunità che vi abitava.

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Corredi dalla necropoli di Spina (foto drm-emilia-romagna)

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Bronzetto esposto nella mostra “Spina etrusca: un grande porto nel Mediterraneo” al museo Archeologico nazionale di Ferrara (foto drm-emilia-romagna)

Gli spineti si facevano seppellire con ricchi corredi di materiali ceramici e bronzei di provenienza eterogenea, che evocavano analoghe scelte nel rituale condivise con le élites aristocratiche degli altri grandi centri etruschi della Penisola. È una rete complessa di echi, di rimandi, somiglianze ed evocazioni quelle che si dipana tra gli oggetti delle tombe da Spina e da Pisa, Adria o Cerveteri. Ma la vita quotidiana degli spineti si muoveva tra l’abitato, con le sue costanti esigenze di manutenzione e adattamento all’ambiente lagunare, e il porto, fulcro dell’attività commerciale ed economica della città e dei suoi dintorni. Mercanti, anfore e marinai, rumori di sartie e di magazzini, prezzi e contrattazioni in più lingue. Anche testimonianze di culto, per pregare e ringraziare di un viaggio pericoloso giunto a destinazione. Il richiamo all’attualità, evocata con discrezione per associazione di funzioni e significati, senza mai sottintendere confronti impossibili, invita il visitatore a immaginare la storia “organica” che sfugge ai metodi di ricerca della disciplina archeologica: gli uomini, i rumori, gli odori che dovevano seguire il percorso dei bellissimi capolavori di ceramica attica oggi esposti in museo. Due mari, Tirreno e Adriatico, due porti, e lo stesso privilegio: come ci tramandano Dionigi e Strabone, entrambe le città etrusche di Spina e Pyrgi (Cerveteri), a cui la mostra dedica un’intera sezione, ebbero l’onore di costruire un donario nel santuario panellenico di Delfi.

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Preziose ceramiche a figure rosse dagli scavi di Spina (foto drm-emilia-romagna)

L’incredibile mobilità che connota la comunità spinete si riflette nella pluralità delle provenienze degli oggetti delle necropoli e nella molteplicità culturale ed etnica della compagine cittadina, frequentata da persone che parlavano e scrivevano in lingue differenti. La mostra non trascura di raccontare anche di una mobilità più recente, che testimonia i fenomeni di dispersione del patrimonio emerso dalle valli di Spina in diversi musei italiani e stranieri. Il prestigioso prestito dei vasi del Metropolitan Museum of Art di New York si fa portavoce di questo racconto e porta luce sulla presenza internazionale di Spina in numerose esposizioni museali. Il viaggio per mare dalle coste della Grecia si conclude con un percorso che termina a Ferrara, nel momento della scoperta della necropoli di Valle Trebba e nella conseguente decisione di dar vita al Regio Museo di Spina, oggi Museo archeologico nazionale di Ferrara. La mostra che celebra a Ferrara il centenario della scoperta di Spina segue dopo quasi vent’anni l’ultima grande esposizione dedicata alla città etrusca e vuole narrare il volto di un centro nodale nei traffici mediterranei e adriatici di età classica.

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Hydria etrusca a figure nere del Pittore del Vaticano 238 dal museo nazionale Etrusco di Villa Giulia (foto drm-emilia-romagna)

Nella seconda metà del 2023 la mostra “Spina etrusca” sarà ospitata dal museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, ultima tappa del suo viaggio. “Un grande motivo di orgoglio”, commenta il direttore Valentino Nizzo, “di cui dobbiamo ringraziare la direzione regionale musei dell’Emilia Romagna e la Direzione generale Musei del MiC. Cercheremo di onorare adeguatamente l’impegno rendendo omaggio a Spina e a ciò che rappresenta nell’archeologia, nell’arte, nella storia e nel mito”.

Bologna. Il museo civico Archeologico presenta un nuovo percorso di accessibilità col progetto “Musei… Speciali, per Tutti”, in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità 

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Una delle postazioni del percorso allestita nella grande sala del museo civico Archeologico dedicata a Bologna etrusca (foto Ornella De Carlo / Bologna Musei)

In occasione della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità proclamata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite il 3 dicembre, il museo civico Archeologico di Bologna si dota di un nuovo percorso di accessibilità realizzato nell’ambito del progetto “Musei… Speciali. Per Tutti”, proposto e sostenuto dall’ex IBACN (Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali dell’Emilia Romagna), oggi Settore Patrimonio culturale all’interno dell’assessorato alla Cultura e paesaggio della Regione Emilia-Romagna, per promuovere l’inclusione delle persone disabili e garantire a tutti un accesso arricchito al pieno godimento del patrimonio artistico, culturale e naturale. “Musei… Speciali, per Tutti” ha visto la partecipazione di nove musei selezionati nei nove ambiti provinciali della regione Emilia-Romagna, in collaborazione con gli istituti scolastici di riferimento individuati dall’Ufficio scolastico regionale, con l’obiettivo della definizione di chiavi interpretative del carattere generale del museo o di temi specifici relativi a percorsi tra i beni del museo e/o correlati col territorio. Individuato per l’Area di Bologna, per diventare “Speciale” il museo civico Archeologico ha stabilito come obiettivo la predisposizione di un percorso semplificato, inclusivo – cioè offerto a chiunque entri in museo -, fruibile in autonomia e senza prenotazione per le sale espositive che documentano la storia di Bologna nell’antichità dalla preistoria all’età romana.

Ravenna. Aperte le prevendite al Festival della Storia “Ravenna Historia Mundi” quest’anno intitolato “Verso Teodorico 1500° 526 – 2026 d.C.”

Sono aperte le prevendite di “Ravenna Historia Mundi”, Festival della Storia “Verso Teodorico 1500° 526 – 2026 d.C.” in programma dal 9 all’11 settembre 2022, rivolto sia agli appassionati di arte e cultura che ai turisti e agli abitanti del territorio, per rivivere a 360° scene di vita quotidiana e attività in uso nell’antichità. Ravenna Historia Mundi è organizzata da Fondazione RavennAntica – Parco Archeologico di Classe, Comune di Ravenna, Spasso di Ravenna e dal Comitato Cittadino di Classe grazie al prezioso supporto di Regione Emilia-Romagna, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Gruppo Hera, Coop Alleanza 3.0, Edison, Romagna Acque, T&C Traghetti e Crociere, Camera di Commercio di Ravenna. Il festival prevede: venerdì 9 settembre, dalle 20.45 alle 23, un corteo storico, che animerà le vie del centro cittadino di Ravenna. Un gruppo di rievocatori, protagonisti in passato di numerosi speciali televisivi condotti da Alberto Angela, coinvolgerà la città. Sabato 10 settembre, dalle 10 alle 23, e domenica 11 settembre, dalle 10 alle 18, il parco antistante il Museo Classis Ravenna sarà protagonista di un vero e proprio viaggio nel tempo. Numerosi accampamenti storici riproporranno scene di vita passata, in un ideale percorso storico (dal I sec. d. C. fino al VII secolo d. C.) che illustra le civiltà che si sono susseguite in queste zone; un periodo che ha portato Ravenna ad essere 3 volte capitale. In programma laboratori didattici per bambini, conferenze storiche, proiezioni di film a tema ed incontri con autori e divulgatori del web. Tariffe e info sul sito: www.ravenninformazioni e sul sito www.ravennahistoriamundi.it. Col biglietto del Festival della Storia sabato 10 e domenica 11 settembre 2022 l’accesso al Museo Classis Ravenna sarà gratuito. Vendita online attiva sul sito www.ravennahistoriamundi.it.