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Napoli. Nel giorno del suo 80.mo compleanno, il museo Archeologico nazionale celebra Lucio Dalla con la mostra “Lucio Dalla. Il sogno di essere napoletano” 

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Locandina della mostra “Lucio Dalla. Il sogno di essere napoletano” al museo Archeologico nazionale di Napoli dal 4 marzo al 25 giugno 2023

4 marzo 1943: quel giorno è nato Lucio Dalla che della sua data di nascita e della sua storia ha fatto una delle sue canzoni più famose. Oggi, 4 marzo 2023, in quello che sarebbe stato il suo 80.mo compleanno, arriva a Napoli l’affascinante viaggio nel mondo di Lucio Dalla, iconico e innovativo cantautore, immortale, prerogativa solo dei grandissimi artisti. Non esiste luogo migliore per celebrarlo con la grande mostra-evento ribattezzata per l’occasione “Lucio Dalla. Il sogno di essere napoletano” dedicata al genio umano e musicale, dal 4 marzo al 25 giugno 2023 al museo Archeologico nazionale di Napoli, tra le più antiche e importanti istituzioni culturali al mondo. Un viaggio che parte dall’infanzia e ripercorre un percorso straordinario di vita e memoria collettiva, al ritmo delle note delle sue straordinarie canzoni. La mostra, promossa dal Mann, diretto da Paolo Giulierini, e Fondazione Lucio Dalla con il ministero della Cultura, con la collaborazione e il sostegno di Regione Campania e Fondazione Campania dei Festival, è organizzata e prodotta da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare, Special partner Lavoropiù. L’esposizione, a cura di Alessandro Nicosia con la Fondazione Lucio Dalla, fa parte delle iniziative “Il MANN per la città” e vede la partecipazione di Archivio Luce Cinecittà con il patrocinio di RAI e la collaborazione tecnica di SIAE Società Italiana degli Autori e degli Editori, Universal Music Publishing Group, Grand Hotel Vesuvio e BIG|Broker Insurance Group. Catalogo Skira editore.

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Lucio Dalla all’inaugurazione del Caruso roof garden presso il Grand Hotel Vesuvio a Napoli nel 2010 (foto mann)

Non è un’impresa facile raccontare in una esposizione cinquant’anni di storia. Tutto nasce da una lunga ricerca di materiali, molti dei quali esposti per la prima volta, che documentano l’intero cammino umano e artistico di uno dei più amati artisti italiani e internazionali. Lucio Dalla ha segnato in modo assolutamente unico e innovativo la storia della musica italiana. Un cantore di vita e suoni che con graffiante ironia e sguardo poetico ha conquistato il cuore di tutti; non solo musicista ma anche attore, scrittore, regista teatrale, amante dello sport e appassionato di motori, danza, opera lirica, pittura, letteratura, con un numero impressionante di interessi. Così, attraverso documenti, foto, copertine dei dischi, video, oggetti, abiti di scena, locandine dei film cui ha partecipato, manifesti, la ricca collezione di cappelli e berretti, sarà possibile scoprire l’intimità di Lucio e vivere la forza della sua musica.

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Lucio Dalla nella suite One of a Kind Enrico Caruso del Grand Hotel Excelsior Vittoria a Sorrento, con il pianoforte con il quale compose “Caruso” (foto mann)

Oltre dieci le sezioni in cui è suddivisa l’esposizione: La sua musica, Famiglia-Infanzia-Amicizie-Inizi musicali, Dalla si racconta, Il clarinetto, Dalla e Napoli, il cinema, il teatro, la televisione, Dalla e Roversi, Universo Dalla, Il museo Lucio Dalla. La sezione inedita Dalla e Napoli è dedicata al rapporto tra il cantante e il capoluogo campano, città che inevitabilmente lo ha incantato e grande fonte di ispirazione per le sue canzoni. Insieme ai documenti che ci raccontano la sua vita, l’arte e le sue passioni, la mostra offre allo spettatore l’opportunità di un incontro unico e speciale con l’artista. La mostra è arricchita anche da un importante catalogo edito da Skira che contiene storia, immagini e anche un lungo elenco di straordinarie testimonianze che aiutano a comprendere nel profondo il suo eclettico carattere.

La “Via Appia. Regina Viarum” è ufficialmente candidata a essere inserita nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Firmato il protocollo d’intesa tra il ministero della Cultura, 4 Regioni, 12 tra Province e Città metropolitane, 73 Comuni, 15 Parchi, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e 25 atenei

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Il sottosegretario al MiC Gianmarco Mazzi firma il protocollo d’intesa per la candidatura Unesco della Via Appia Regina Viarum (foto mic)

Ora c’è la firma. La “Via Appia. Regina Viarum” è ufficialmente candidata a essere inserita nella lista del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. È stato firmato martedì 10 gennaio 2023, a Roma, alle Terme di Diocleziano, il Protocollo di intesa per la candidatura del sito “Via Appia. Regina Viarum” all’Unesco con un’intesa tra il ministero della Cultura, 4 Regioni, 12 tra Province e Città metropolitane, 73 Comuni, 15 Parchi, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e 25 atenei, italiani e stranieri. Il 20 gennaio 2023 la candidatura sarà valutata dal Consiglio direttivo della Commissione nazionale italiana Unesco. A seguire, la richiesta sarà inviata a Parigi.

firenze_TourismA-2022_Appia-candidatura-Unesco_locandinaL’antica strada consolare, circa 900 km di tracciato da Roma a Brindisi inclusa la variante traianea, rappresenta non solo il prototipo del sistema viario romano, ma è anche simbolo millenario delle relazioni tra le civiltà del Mediterraneo e quelle dell’Oriente e dell’Africa. Alla cerimonia, sono intervenuti, tra gli altri, il sottosegretario al MiC, Gianmarco Mazzi; il presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, mons. Pasquale Iacobone; il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi; il presidente vicario della Regione Lazio, Daniele Leodori; l’assessore al Turismo della Giunta Regionale Campania, Felice Casucci; la delegata alle politiche culturali della Regione Puglia, Grazia Di Bari, e l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor. Il Protocollo d’intesa è stato presentato dalla dirigente dell’ufficio Unesco del MiC, Mariassunta Peci, dalla coordinatrice scientifica della candidatura, Angela Maria Ferroni. Ad aprire i lavori è stato il direttore del Museo Nazionale Romano, Stéphane Verger, che ha ospitato la cerimonia.

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Un tratto ben conservato della Via Appia Antica, la Regina Viarum (foto mic)

Il Ministero sta investendo nel restauro e nella valorizzazione di evidenze archeologiche e architettoniche situate lungo il percorso della Via Appia. L’obiettivo è coniugare le ragioni della conservazione e valorizzazione di questo importante patrimonio con lo sviluppo sostenibile dei territori coinvolti. Quest’ultimo elemento si rivela fondamentale anche per la crescita sociale ed economica di molte delle zone coinvolte che, spesso, sono aree interne e quindi fuori dai grandi circuiti turistici.

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Il totem che ricorda la Via Appia Regina Viarum candidata Unesco (foto mic)

“La Via Appia è un esempio della grandezza romana, la prima via pubblica e il prototipo, anche dal punto di vista tecnico, di altre strade che hanno poi costruito i romani. Ma è anche molto di più, era un crocevia culturale, parte del sistema culturale e sociale del mondo romano: questa era forse la sua importanza principale e questo sarà l’aspetto sul quale puntiamo”, ha commentato il sottosegretario Mazzi. “Il Ministero ha già investito 19 milioni di euro in restauri, conservazione e per la preparazione del fascicolo. Speriamo di farcela. Quando gli italiani giocano uniti, nessun risultato è impossibile”.

Grandi mostre tra 2022 e 2023. Al museo Archeologico nazionale di Napoli la mostra “Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario” curata da Federico Marazzi. L’introduzione del direttore Paolo Giulierini

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La mostra “Bizantini” nel Salone della Meridiana al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto sergio siano)

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Locandina della mostra “Bizantini” al museo Archeologico nazionale di Napoli dal 21 dicembre 2022 al 13 febbraio 2023

“Bizantini”: è una delle grandi mostre che il 2022 lascia in eredità al nuovo anno. Al museo Archeologico nazionale di Napoli il 21 dicembre 2022 è stata inaugurata la mostra “Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario”, curata da Federico Marazzi (università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli), che rimarrà aperta fino al 13 febbraio 2023. Il progetto scientifico dell’esposizione è stato sviluppato da un team di studiosi italiani della civiltà bizantina, team guidato dallo stesso Federico Marazzi e composto da Lucia Arcifa, Ermanno Arslan, Isabella Baldini, Salvatore Cosentino, Edoardo Crisci, Alessandra Guiglia, Marilena Maniaci, Rossana Martorelli, Andrea Paribeni ed Enrico Zanini. La mostra, coordinata da Laura Forte (responsabile Ufficio mostre al Mann) e organizzata da Villaggio Globale International, è realizzata con il sostegno della Regione Campania (POC Campania 2014-2020) e in collaborazione con l’università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli. Il progetto di allestimento è di Andrea Mandara e quello grafico di Francesca Pavese.

Il progetto. A introdurci alla mostra “Bizantini” è il direttore del Mann, Paolo Giulierini. “Il progetto della mostra dei Bizantini – spiega ad archeologiavocidalpassato.com –, nasce dopo lunghe interlocuzioni con importanti partner greci, con Venezia, con Ravenna. Alla fine, tramite il coordinamento di Villaggio Globale, abbiamo deciso di realizzare la prima grande tappa a Napoli, a partire dal 21 dicembre 2022 e fino al 13 febbraio 2023, con un’eventuale proroga. La mostra prende in considerazione il volto di Napoli bizantina, di quello che fu il ducato intorno al 1000 d.C. Ma soprattutto dà un quadro di quello che fu l’impero bizantino dal suo sorgere fino alla sua caduta alla metà del Cinquecento. Si parlerà dell’Imperatore e della sua corte, degli edifici di culto, e degli edifici pubblici e privati nella vita quotidiana, delle gioiellerie, dell’esercito, e insomma di quanto fu difficile tenere il punto ancora per mille anni dopo la caduta di Roma, e perché ancora le idee del mondo classico resistessero e di come poi, dopo la caduta avvenuta per via dei Turchi, i germi della classicità passassero attraverso la fuga di alcuni sapienti greci da Costantinopoli a Firenze, alla corte di Lorenzo de’ Medici, e ispirassero l’Umanesimo e poi il Rinascimento”.

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L’allestimento della mostra “Bizantini” nel salone della Meridiana al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

Il celebre scrittore inglese Robert Byron attribuiva la grandezza di Bisanzio alla “triplice fusione” di un corpo romano, una mente greca, un’anima orientale e mistica. Una fusione che l’arte e la cultura interpretarono e seppero diffondere attraverso i secoli, come emerge dalla ricchissima mostra che sviluppa in quindici sezioni le fasi storiche successive all’impero Romano d’Occidente, dedicando un focus a Napoli (città “bizantina” per circa sei secoli, dopo la conquista da parte di Belisario e le sue armate nel 536 d.C.) e approfondendo i legami fra Grecia e Italia meridionale.

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Il direttore del Mann, Paolo Giulierini, nella mostra “Bizantini” (foto mann)

“Esiste una Campania archeologica dopo la caduta di Roma e raccontare in una grande mostra i mille anni di questo impero è per il Mann una nuova tappa del percorso, partito dai Longobardi, verso una più completa identità del nostro stesso museo”, commenta Giulierini. “Napoli bizantina è un tema cruciale e per molti sarà una sorpresa, alla scoperta di un intreccio di destini tra la città e l’impero lungo sei secoli, dopo la sottomissione a Roma, il tratto più lungo della sua storia. E anche quando il dominio bizantino di Napoli evaporò, questo legame con l’Impero non fu mai rinnegato e si trasformò in volano per tenere vivi i contatti con il Mediterraneo, la tensione verso altri mondi. Il Mann è quindi il luogo ideale in Italia per raccontare questa storia”.

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Sant’Anastasia: icona dell’ultima metà del XIV secolo proveniente da Naxos (foto Eforato delle Antichità delle Cicladi)

Diversi i temi affrontati: la struttura del potere e dello Stato; l’insediamento urbano e rurale; gli scambi culturali; la religiosità; le arti e le espressioni della cultura scritta, letteraria e amministrativa. Sono oltre quattrocento le opere esposte, provenienti dalle collezioni del Mann e da prestiti concessi da 57 dei principali musei e istituzioni che custodiscono in Italia e in Grecia materiali bizantini (33 istituti italiani, 22 musei greci isole incluse, Musei Vaticani e Fabbrica di San Pietro). Grazie alla prestigiosa collaborazione con il ministero ellenico della Cultura, molti dei materiali in allestimento sono visibili per la prima volta: diversi manufatti sono stati rinvenuti, infatti, nel corso degli scavi per la realizzazione della metropolitana di Salonicco. Altri reperti, concessi in prestito dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, sono stati ritrovati negli scavi della linea 1 della metropolitana.

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Frammento di un pavimento a mosaico del V secolo conservato al museo Bizantino e Cristiano di Atene (foto museo bizantino cristiano)

Gli oggetti in mostra si distinguono per la varietà di materia e funzione: sculture, mosaici, affreschi, instrumentum domesticum, sigilli, monete, ceramiche, smalti, suppellettili d’argento, oreficerie ed elementi architettonici danno conto di una complessa realtà, connotata da eccellenze manifatturiere e artistiche. Grazie ai simboli dell’Impero d’Oriente, la creatività del mondo antico “transita”, così, verso il Medioevo, con un linguaggio rinnovato dalla fede cristiana e arricchito da innesti culturali iranici e arabi.

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L’allestimento della mostra “Bizantini” nel salone della Meridiana al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

Premesse storiche e ragioni di una mostra: il mito di Bisanzio. Dopo circa quarant’anni dall’ultima esposizione in Italia, una mostra racconta il mondo affascinante e complesso dell’Impero Bizantino: quell’Impero Romano d’Oriente (Romèi erano chiamati e si autodefinivano i suoi abitanti), sopravvissuto per quasi dieci secoli alla caduta della pars Occidentis, quando il barbaro Odoacre nel 476 riuscì a deporre l’ultimo imperatore d’Occidente, Romolo Augustolo. Fu allora che Costantinopoli, la città sul Bosforo, l’antica Byzantion rifondata nel 330 dall’Imperatore Costantino come “Nuova Roma”, divenne il centro e il cuore politico, istituzionale e culturale dell’Impero Romano. Un Impero che, di fatto, continuò a vivere fino al 1453 (anno della caduta della capitale in mano ai Turchi di Maometto II), assumendo nel tempo connotati diversi: la lingua greca, ad esempio, era usata per gli atti ufficiali e il Cristianesimo era stato assunto come religione di stato, fondante l’identità dell’Impero. Questo “mutamento di pelle” indusse gli eruditi, dal Seicento in poi, a cercare un nuovo nome – Impero Bizantino – per indicare una realtà politica che connetteva Oriente e Occidente, contribuendo così innegabilmente non solo alla formazione dell’Europa medievale, ma anche alla genesi dell’Umanesimo. Una volta superati i pregiudizi primo-settecenteschi, che associavano al bizantinismo le negatività di una burocrazia invalidante e di una società statica, il mito di Bisanzio, impero multietnico, è cresciuto in questi ultimi tempi.

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Anello in oro e gemma in pasta vitrea proveniente da Senise (PZ)) e conservato al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

Uno sguardo al presente. La mostra di Napoli getta uno sguardo su un mondo che è lo specchio di tutto quanto l’Occidente aveva perduto con il crollo dell’Impero Romano e che avrebbe lentamente e faticosamente riconquistato nei secoli successivi all’anno Mille: tecniche artistiche e produttive, modi di intendere l’estetica degli oggetti, scritti e saperi. L’esposizione getta luce anche sulle strutture di un impero universale e autocratico ma capace, allo stesso tempo, di tenere unita una società multietnica e composita, di cui sono stati eredi sia l’impero zarista che l’Islam sultaniale. A partire dalla presa di Costantinopoli anche il sultano ottomano userà il titolo di “imperatore di Roma” e nel suo Impero la cultura romano-bizantina sarà perpetuata di fatto. La storia ci aiuta sempre a capire il presente: le contrapposizioni successive e molte delle tensioni e dei conflitti, che tutt’oggi interessano quell’area definita da Fernand Braudel “Mediterraneo Maggiore”, hanno di fatto trovato linfa nel vuoto determinato dalla caduta di Bisanzio e dalle ceneri dell’Impero.

Napoli. Al museo Archeologico nazionale apre la mostra “Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario”: con oltre 400 reperti racconta “il millennio bizantino”, dalla rifondazione dell’antica Byzantion da parte di Costantino nel 330, fino alla presa di Costantinopoli con la quarta crociata nel 1204

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Il Salone della Meridiana al museo Archeologico nazionale di Napoli al buio, pronto a svelare i tesori della mostra “I Bizantini” (foto francesco pio chinelli)

Ci siamo. Il 21 dicembre 2022, quando si accenderanno le luci del Salone della Meridiana al museo Archeologico nazionale di Napoli brilleranno agli occhi dei visitatori i tesori di quel mondo raffinato che aveva il suo punto di riferimento nella capitale Bisanzio: alle 11.30, sarà presentata la mostra “Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario”. Dal 22 dicembre 2022, apertura al pubblico.

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Il direttore del Mann, Paolo Giulierini, nella mostra “I Bizantini” (foto valentina cosentino)

L’esposizione, realizzata con il sostegno della Regione Campania nell’ambito del Poc 2014/2020, sviluppa il tema delle fasi storiche successive all’impero romano d’Occidente, con un focus sulla Grecia, su Napoli (città “bizantina” per circa cinque secoli dopo la conquista da parte delle armate guidate da Belisario nel 536 d.C.) e sull’Italia meridionale. Curata da Federico Marazzi (università Suor Orsola Benincasa di Napoli), la mostra racconta “il millennio bizantino” dalla rifondazione dell’antica Byzantion da parte di Costantino nel 330, fino alla presa di Costantinopoli con la quarta crociata nel 1204 (momento cruciale nel processo di dissoluzione dell’Impero), approfondendo diversi temi: la struttura del potere e dello Stato, l’insediamento urbano e rurale, gli scambi culturali, la religiosità e le espressioni della cultura scritta, letteraria e amministrativa. In mostra, oltre quattrocento reperti, appartenenti alle collezioni del Mann o concessi in prestito dai principali musei e siti archeologici che custodiscono, in Italia e in Grecia, materiali bizantini: anche grazie alla sinergia con il ministero ellenico della Cultura, molti manufatti sono visibili per la prima volta e provengono dagli scavi della linea metropolitana a Salonicco. In mostra anche materiali scavati nella linea metropolitana di Napoli.

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Histamenon di Basilio II in oro della Zecca di Costantinopoli (1005-1025 d.C.) conservato al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

Il progetto scientifico dell’esposizione è stato sviluppato da un gruppo di studiosi italiani della civiltà bizantina, gruppo coordinato dallo stesso Federico Marazzi e composto da Lucia Arcifa, Ermanno Arslan, Isabella Baldini, Salvatore Cosentino, Edoardo Crisci, Alessandra Guiglia, Marilena Maniaci, Rossana Martorelli, Andrea Paribeni ed Enrico Zanini. La mostra, coordinata da Laura Forte (responsabile Ufficio mostre al Mann) e organizzata da Villaggio Globale International, è realizzata con la collaborazione dell’università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli. Il progetto di allestimento è di Andrea Mandara e quello grafico di Francesca Pavese. L’esposizione, infine, prevede un ricco apparato editoriale, che include il catalogo (in uscita a gennaio 2023), la guida breve, la pubblicazione degli itinerari bizantini della Campania e un volume destinato ai bambini, tutto edito da Electa.

POMPEII ARTEBUS. Riattivato il servizio navetta che collega i siti del parco archeologico di Pompei: da Pompei alle ville romane di Boscoreale, Oplontis, Stabia e al museo Archeologico di Stabia Libero D’orsi – Reggia di Quisisana

pompei_POMPEII ARTEBUS_locandinaÈ ripartita POMPEII ARTEBUS: dal 16 dicembre 2022, la navetta ideata per i visitatori del parco archeologico di Pompei che renderà più agevole il collegamento tra i vari siti gestiti del Parco. Da Pompei alla villa rustica di Boscoreale, Villa Regina, alle ville nobiliari di Oplontis, Villa di Poppea e di Stabia, Villa Arianna e Villa San Marco, fino al Museo archeologico di Stabia “Libero D’Orsi” nella Reggia di Quisisana. L’iniziativa è realizzata dal parco archeologico di Pompei in collaborazione con l’EAV e con la SCABEC, società in house della Regione Campania, e il suo progetto campania>artecard che offre a turisti ed appassionati la possibilità di fruire del patrimonio culturale campano e di viaggiare comodamente a bordo del trasporto pubblico locale. Dopo il positivo riscontro raccolto durante l’intero anno, con circa 2000 visitatori che hanno usufruito della navetta per raggiungere da Pompei gli altri siti del Parco, il servizio è attivo dal 16 dicembre 2022 al 31 gennaio 2023.

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Il servizio navetta “Pompeii ArteBus” da Pompei ai siti archeologici del parco (foto parco archeologico pompei)

Due minibus per 25 persone partiranno da piazza Esedra a Pompei con due diversi percorsi. Il biglietto avrà un costo di 2 euro e sarà acquistabile tramite App Unico Campania. Il primo accompagna i visitatori a Villa Regina a Boscoreale e alla Villa di Poppea nel sito di Oplontis a Torre Annunziata, con 7 corse giornaliere a partire dalle 9.30; per questo itinerario il servizio sarà attivo per tutti i giorni di apertura del parco archeologico di Pompei, fatta eccezione per i martedì e il 25 dicembre. Il secondo bus, invece, sempre con partenza alle 9.30, prevede 5 corse giornaliere con destinazione Villa San Marco e Villa Arianna e la Reggia di Quisisana e sarà attivo dal venerdì alla domenica eccetto il 25 dicembre 2022. I bus sono facilmente riconoscibili per la loro veste grafica che richiama le iniziative Artecard.

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Il servizio “Pompeii ArteBus” è valido anche con l’abbonamento MyPompeii Card o il pass Campania>Artecard (foto parco archeologico pompei)

L’accesso ai siti oltre che agevole è anche più conveniente con la tessera di abbonamento annuale MyPompeii card che al costo di 35 € (8€ per gli under 25), consente un acceso illimitato per tutto l’anno a tutti i siti (Pompei, Villa di Poppea/Oplontis, e Villa Regina/Boscoreale, Ville di Stabia e Museo archeologico di Stabia Libero D’Orsi/Reggia di Quisisana). A bordo i passeggeri del Pompeii Artebus troveranno un codice sconto riservato per l’acquisto di campania>artecard; tra i pass che gli utenti potranno acquistare a un prezzo dedicato, oltre alla Campania 3 Giorni e alla Campania 7 Giorni, figura anche l’abbonamento Gold 365, la card che consente di visitare oltre 50 siti culturali campani in un anno.

Parco archeologico di Pompei. Le ville dell’area vesuviana di Torre Annunziata, Boscoreale e Stabiae interamente accessibili (con l’App) a persone con disabilità uditiva grazie al progetto E.LIS.A. (Enjoy LIS Art)

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Il gruppo di visitatori sordi che ha effettuato la prima visita in LIS alla villa di Poppea a Oplontis presenti Gabriel Zuchtriegel e Lucia Fortini (foto parco archeologico pompei)

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I grandi pannelli elettronici che guidano le visite nelle ville vesuviane per le persone con disabilità uditiva (foto parco archeologico pompei)

Le ville dell’area vesuviana di Torre Annunziata, Boscoreale e Stabiae, tesori archeologici che completano la conoscenza del territorio oltre Pompei, sono ora interamente accessibili a persone con disabilità uditiva. Il 1° dicembre 2022 sono stati inaugurati gli itinerari culturali in Lingua dei segni nei siti esterni del parco archeologico di Pompei con presentazione nella Villa di Poppea di Oplontis (Torre Annunziata). Proprio la grande villa residenziale della metà del I secolo a.C., probabilmente appartenuta a Poppea Sabina, seconda moglie dell’imperatore Nerone, ha accolto un nutrito gruppo di visitatori sordi che ha effettuato la prima visita in LIS presenti il direttore del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel; il presidente dell’ENS Consiglio regionale Campania, Gioacchino Lepore; e l’assessore regionale a Scuola Politiche sociali e Politiche giovanili, Lucia Fortini.

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La brochure per guidare le persone con disabilità uditiva nelle ville vesuviane (foto parco archeologico pompei)

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App per visita guidata nelle ville vesuviane per persone con disabilità uditiva (foto parco archeologico pompei)

Grazie al progetto “Enjoy LIS Art – Percorsi multimediali inclusivi sul patrimonio artistico e culturale della Campania accessibili per le persone sorde” promosso dalla Regione Campania assessorato alla Scuola, alle Politiche sociali e alle Politiche giovanili in collaborazione con ENS – Ente Nazionale per la protezione e assistenza dei sordi – in questi siti sono oggi a disposizione itinerari multimediali accessibili e universali per la rimozione delle barriere alla comprensione e alla comunicazione, che consentono una visita multisensoriale delle ville del suburbio pompeiano, dalle lussuose dimore di otium di Oplontis a Torre Annunziata (Villa di Poppea) e Stabiae (Villa Arianna e Villa San Marco) alla fattoria rustica di Boscoreale (Villa Regina). Il visitatore sarà accompagnato passo dopo passo alla scoperta della storia di ciascuna villa e dei dettagli architettonici e decorativi dei vari ambienti attraverso video racconti in Lingua dei segni, presenti nella sezione E.LIS.A dell’App MyPompeii del Parco archeologico, scaricabile gratuitamente o attraverso i monitor presenti nei principali ambienti delle Ville.

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L’incontro di persone con disabilità uditiva alla Villa di Poppea di Oplontis (foto parco archeologico pompei)

Il progetto E.LIS.A. è stato realizzato con il contributo della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio per le Politiche in favore delle persone con disabilità. L’ENS – ENTE NAZIONALE SORDI ha fortemente voluto l’implementazione del progetto E.LIS.A. per la valorizzazione delle risorse culturali disponibili per fruizione universale, anche da parte delle persone affette da sordità o ipoacusia. La collaborazione con gli Ambiti Territoriali della Campania ha reso più efficace e produttivo l’intervento rivolto alle comunità locali più fragili. L’IFEL Campania si è occupata del project management e del supporto tecnico e amministrativo dell’iniziativa. Il partenariato vede coinvolti oltre al parco archeologico di Pompei, anche il museo Archeologico nazionale di Napoli e il museo e real bosco di Capodimonte, con l’obiettivo di mettere in rete politiche comuni di itinerari culturali inclusivi.

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Danilo Ragona e Luca Paiardi sulla loro carrozzina attraversano una strada di Pompei sui passaggi pedonali sopraelevati (foto parco archeologico di Pompei)

Questo progetto si aggiunge alle molteplici azioni che il parco archeologico di Pompei ha messo in campo negli ultimi anni per assicurare le migliori condizioni di fruizione dei siti archeologici, al fine di promuovere uno sviluppo inclusivo della cultura. Tra questi l’itinerario “Pompei per tutti”, inaugurato nel 2016, che prevede un percorso agevolato con abbattimento delle barriere architettoniche, è stato il primo intervento all’interno del sito di Pompei finalizzato a migliorare i livelli di fruizione della città antica nella sua interezza e complessità. Anche negli altri siti del territorio vesuviano gestiti dal parco archeologico di Pompei sono in corso interventi volti a migliorare l’accessibilità fisica a tali luoghi.

Napoli. Al museo Archeologico nazionale slitta di due settimane la presentazione della mostra “Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario” che con oltre quattrocento reperti sviluppa il tema delle fasi storiche successive all’impero romano d’Occidente

napoli_mann_mostra-i-bizantini_invito-presentazioneSlitta di due settimane, dal 7 al 21 dicembre, l’annunciata presentazione al museo Archeologico nazionale di Napoli della mostra “Bizantini. Luoghi, simboli e comunità di un impero millenario” (vedi Napoli. Ecco la speciale offerta del Natale al museo Archeologico nazionale: mostra-evento sui Bizantini, un giardino restituito, il presepe con allestimenti multimediali e un libro, avvio stagione concertistica, gli scacchi del Mann e il nuovo abbonamento OpenMANN | archeologiavocidalpassato). L’esposizione, realizzata con il sostegno della Regione Campania nell’ambito del Poc 2014/2020, sviluppa il tema delle fasi storiche successive all’impero romano d’Occidente, con un focus sulla Grecia, su Napoli (città “bizantina” per circa cinque secoli dopo la conquista da parte delle armate guidate da Belisario nel 536 d.C.) e sull’Italia meridionale. Curata da Federico Marazzi (università Suor Orsola Benincasa di Napoli), la mostra racconta “il millennio bizantino”, approfondendo diversi temi: la struttura del potere e dello Stato, l’insediamento urbano e rurale, gli scambi culturali, la religiosità e le espressioni della cultura scritta, letteraria e amministrativa.

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Histamenon di Basilio II in oro della Zecca di Costantinopoli (1005-1025 d.C.) conservato al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

Il progetto scientifico dell’esposizione è stato sviluppato da un gruppo di studiosi italiani della civiltà bizantina, gruppo coordinato dallo stesso Federico Marazzi e composto da Lucia Arcifa, Ermanno Arslan, Isabella Baldini, Salvatore Cosentino, Edoardo Crisci, Alessandra Guiglia, Marilena Maniaci, Rossana Martorelli, Andrea Paribeni ed Enrico Zanini. La mostra, coordinata da Laura Forte (responsabile Ufficio Mostre al Mann) e organizzata da Villaggio Globale International, è realizzata con l’università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli. Il progetto di allestimento è di Andrea Mandara e quello grafico di Francesca Pavese. L’esposizione, infine, prevede un ricco apparato editoriale, che include il catalogo, la guida breve, la pubblicazione sugli itinerari bizantini della Campania e il volume per bambini.

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Tetravangelo greco (Plut.6.23) dell’XI-XII secolo conservato alla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze (foto mann)

In allestimento, oltre quattrocento reperti, appartenenti alle collezioni del Mann o concessi in prestito dai principali musei e siti archeologici che custodiscono, in Italia e in Grecia, materiali bizantini: anche grazie alla sinergia con il Ministero ellenico della Cultura, molti manufatti sono visibili per la prima volta e provengono dagli scavi della linea metropolitana a Salonicco. In allestimento, anche materiali scavati nella linea metropolitana di Napoli.

Napoli. Ecco la speciale offerta del Natale al museo Archeologico nazionale: mostra-evento sui Bizantini, un giardino restituito, il presepe con allestimenti multimediali e un libro, avvio stagione concertistica, gli scacchi del Mann e il nuovo abbonamento OpenMANN

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Paolo Giulierini, direttore del Mann, presenta la mostra “Bizantini” (foto valentina cosentino)

Natale al Mann, più che un’idea. Il museo Archeologico nazionale di Napoli, per festeggiare l’ultimo mese del 2022, ha preparato una ricca offerta natalizia dedicata a cittadini e turisti: una mostra-evento sui Bizantini, un giardino restituito alla città, il presepe con allestimenti multimediali e un libro di approfondimento, l’avvio della stagione concertistica, gli scacchi del Mann e il nuovo abbonamento OpenMANN.

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Tetravangelo greco (manoscritto Pluteo, 6.23) dell’XI-XII secolo conservato alla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze (foto mann)

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Histamenon di Basilio II in oro della Zecca di Costantinopoli (1005-1025 d.C.) conservato al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

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Missorio di Flavius Ardabur Aspar, piatto in argento di provenienza incerta (Ravenna, Cartagine, Antiochia?) del V secolo d.C. conservato al museo Archeologico nazionale di Firenze (foto maf)

Un grande itinerario archeologico: dal 7 dicembre 2022 al 13 febbraio 2023, nel Salone della Meridiana, è in programma l’esposizione “Bizantini. Luoghi simboli e comunità di un impero millenario” che, sulla scia dell’allestimento dedicato ai Longobardi, sviluppa il tema delle fasi storiche successive all’impero romano d’Occidente, con un focus particolare sulla Grecia, su Napoli (città “bizantina” per circa cinque secoli dopo la conquista da parte delle armate guidate da Belisario nel 536 d.C.) e sull’Italia meridionale. Curata da Federico Marazzi (università Suor Orsola Benincasa di Napoli), la mostra racconta “il millennio bizantino”, approfondendo diversi temi: la struttura del potere e dello Stato, l’insediamento urbano e rurale, gli scambi culturali, la religiosità e le espressioni della cultura scritta, letteraria e amministrativa. In allestimento, circa cinquecento reperti concessi in prestito dai principali musei e siti archeologici che custodiscono, in Italia e in Grecia, materiali bizantini: anche grazie alla sinergia con il ministero greco della Cultura, molti manufatti sono visibili per la prima volta e provengono dagli scavi della linea metropolitana a Napoli e Salonicco. Il progetto scientifico dell’esposizione è stato sviluppato da un gruppo di studiosi italiani della civiltà bizantina, gruppo coordinato dallo stesso Federico Marazzi e composto da Lucia Arcifa, Ermanno Arslan, Isabella Baldini, Salvatore Cosentino, Edoardo Crisci, Alessandra Guiglia, Marilena Maniaci, Rossana Martorelli, Andrea Paribeni ed Enrico Zanini. La mostra, coordinata da Laura Forte (responsabile Ufficio Mostre al Mann) e organizzata da Villaggio Globale International, è realizzata con il sostegno della Regione Campania e in collaborazione con l’università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli. Il progetto di allestimento è di Andrea Mandara e quello grafico di Francesca Pavese. L’esposizione, infine, prevede un ricco apparato editoriale, che include il catalogo, la guida breve, la pubblicazione sugli itinerari bizantini della Campania e il volume per bambini.

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Rendering del progetto del nuovo allestimento del Giardino della Vanella al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

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Giardino della Vanella al museo Archeologico nazionale di Napoli: pianta del progetto Bianchi 1832 (foto archivio mann)

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Giardino della Vanella nella sistemazione tra gli anni ’30 e ’39 del Novecento (foto archivio mann)

Il cuore verde del Mann batte più forte. Dal 19 dicembre 2022, riapre il Giardino della Vanella del Mann, presentato al pubblico secondo una prospettiva di armonizzazione con i lavori di riallestimento del cosiddetto Braccio Nuovo. Superando i criteri allestitivi otto-novecenteschi, il terzo cuore verde del Museo assume un aspetto diverso: lo sviluppo del Giardino segue un asse principale, al cui centro vi è la peschiera voluta da Amedeo Maiuri nel 1932; da qui si dipartono viali secondari più piccoli, che conducono verso l’edificio del Braccio Nuovo, dove oggi sono ospitati Auditorium, area didattica e laboratori di restauro. Le aree che nascono da questo intreccio di linee sono spazi liberi, trattati a prato o con arbusti e fioriture. La parte centrale del giardino è completamente pavimentata in modo da permettere una maggiore libertà di fruizione. In prospettiva, parallelamente al rinnovamento dell’Atrio, anche il Giardino della Vanella sarà concepito come spazio ad accesso libero e gratuito per la cittadinanza. Il progetto di recupero del Giardino della Vanella è curato dall’architetto e paesaggista Silvia Neri.

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L’associazione Presepistica Napoletana allestisce anche quest’anno il presepe al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

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Copertina del libro “Il presepe” di Marino Niola ed Elisabetta Moro

Il tema del Natale. ​Non manca, anche per il 2022, il classico appuntamento con il presepe del museo Archeologico nazionale di Napoli: dal 7 dicembre 2022, nelle sale della Villa dei Papiri, ecco il nuovo allestimento firmato dall’associazione Presepistica Napoletana e dedicato alla figura di Carlo III di Borbone. L’inaugurazione è accompagnata dalla presentazione del nuovo libro “Il Presepe” (Il Mulino) di Marino Niola ed Elisabetta Moro che, con lo sguardo degli antropologi, raccontano il patrimonio culturale (non più soltanto esclusivamente napoletano) espresso dal presepe. Per quest’anno, il Museo ospita, dal 1° dicembre 2022, un percorso multimediale che, partendo dalla ricostruzione di una notte alla corte di Carlo III di Borbone, presenta, anche con il sussidio delle nuove tecnologie, i principali personaggi e le caratteristiche scenografie del presepe. L’allestimento è curato da Fabrizia Fiore e i contenuti multimediali sono realizzati da Marco Capasso- studio creativo.

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Gli scacchi del Mann realizzati dallo studio 3DnA srl (foto mann)

In atmosfera festiva, da non perdere la partenza della nuova stagione concertistica del Festival Barocco Napoletano (12 dicembre 2022) e la presentazione degli scacchi del MANN (21 dicembre 2022), realizzati dallo studio 3DnA srl (Alessandro Manzo, Fabio Tango, Stefano Ciaramalla, Mariano Abbate). I pezzi del gioco sono costituiti da immagini dei reperti esposti al Museo. Rinnovata, anche per Natale 2022, la promozione dell’abbonamento annuale OpenMANN, la card che consente accessi illimitati a collezioni permanenti ed esposizioni del Museo dalla data di prima attivazione.

Paestum. Tutto pronto per la XXIV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico: ecco alcuni dei principali appuntamenti nei quattro giorni di kermesse a ingresso gratuito. Oltre 100 conferenze, incontri con i protagonisti, premi internazionali, workshop, salone espositivo, archeovirtual e tanto altro

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Veduta aerea del Santuario Meridionale a Paestum con il tempio di Nettuno e la Basilica (foto pa-paeve)

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Ugo Picarelli, fondatore e direttore della Borsa mediterranea del Turismo archeologico a Paestum (foto bmta)

paestum_BMTA22-XXIV-edizione_logoConto alla rovescia per la XXIV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico che si svolgerà a Paestum al Tabacchificio Cafasso (sito di archeologia industriale “simbolo della Piana del Sele”, così definito da Gillo Dorfles), l’area archeologica e il museo nazionale, la Basilica da giovedì 27 a domenica 30 ottobre 2022. La BMTA è promossa da Regione Campania, Città di Capaccio Paestum e parco archeologico di Paestum e Velia ed è ideata e organizzata dalla Leader srl, fondatore e direttore Ugo Picarelli. L’ingresso alla BMTA è gratuito, con la registrazione online consigliata per evitare file. Inoltre, i visitatori accreditati, grazie alla preziosa collaborazione del parco archeologico di Paestum e Velia e della Direzione regionale Musei della Campania, usufruiscono dell’ingresso gratuito alle aree archeologiche di Paestum e Velia e ai musei nazionali di Paestum, Capua, Eboli, Padula e Pontecagnano. Previste anche, su prenotazione, visite guidate gratuite a Paestum e Velia venerdì 28 e sabato 29 ottobre. Frecciarossa Treno Ufficiale della BMTA: per chi partecipa all’evento e raggiunge Napoli o Salerno con Le Frecce, sconto del 30% sul prezzo Base del biglietto del treno.

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Una conferenza alla Borsa mediterranea del Turismo archeologico 2021 a Paestum (foto bmta)

In questa edizione 100 conferenze (di cui 50 tra incontri e laboratori a cura del ministero della Cultura) si svolgeranno in 5 sale in contemporanea con 500 relatori tutti in presenza. Tra le principali iniziative in programma ricordiamo la Conferenza con i Direttori dei Parchi e Musei Statali Autonomi (giovedì 27 ottobre, 12-16.30. Diretta on line). A seguito della Riforma del ministro Franceschini del 2014, che ha dato da allora l’autonomia a circa 40 tra Parchi e Musei, è consuetudine della Borsa inaugurare la prima giornata con i Direttori dei Parchi e Musei Statali Autonomi per un confronto sulle tematiche più attuali in termini di gestione, valorizzazione e innovazione. La prima sessione Il sostegno del PNRR alle destinazioni, ai parchi e musei archeologici per la valorizzazione dei territori, dei siti e per la promozione del turismo culturale si svolge in collaborazione con l’Ufficio Italia del Parlamento Europeo con la partecipazione dei vertici del Parlamento Europeo e dei ministeri del Turismo e della Cultura, dei presidenti delle Organizzazioni datoriali (Marina Lalli per Federturismo Confindustria e Vittorio Messina per Assoturismo Confesercenti). Nella seconda sessione Parchi e Musei Archeologici a confronto partecipano due prestigiosi musei esteri con Ahmed Farouk Ghoneim Direttore Museo Nazionale della Civiltà Egiziana e Fatma Naït Yghil direttore museo del Bardo di Tunisi e i fondatori del turismo archeologico organizzato Willy Fassio per Il Tucano Viaggi Ricerca e Piergianni Addis per I Viaggi di Maurizio Levi e Kel12. Presentazione dei volumi: “Campania – Regno dell’archeologia” de Le Guide di Repubblica; “Toscana Etrusca. Un viaggio contemporaneo in una terra millenaria” – Cairo Ed. realizzata per conto di Toscana Promozione Turistica.

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Le Catacombe di Siracusa protagoniste alla Borsa Mediterranea del Turismo archeologico 2022 (foto bmta)

Conferenza sull’Archeologia Sotterranea in Italia (sabato 28 ottobre, 10-13. Diretta on line) intende dare risalto ai tanti luoghi sotto le nostre città realizzati dall’uomo, quali caverne, cripte, catacombe, gallerie, labirinti, al fine di individuare contenuti e strumenti per promuovere una offerta contrassegnata da bellezza, unicità, percorsi emozionali, sostenibilità, dove città e territori sono protagonisti. La partecipazione della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra con il segretario generale mons. Iacobone, dell’ENIT con il Consigliere Pappalardo, del Touring Club Italiano con il presidente Iseppi con Comuni e Regioni ha l’obiettivo di lanciare un progetto interregionale dei territori protagonisti. Presentazione del progetto co-finanziato dal programma COSME dell’Unione Europea “EU DigiTOUR”, dedicato a PMI e startup del settore turismo per accedere a un programma di supporto tecnico e finanziario. Una opportunità per un pubblico business (in particolare PMI turistiche, policy maker, incubatori, acceleratori con programmi dedicati a startup del turismo) di conoscere dati, trend e progettualità sul tema della Digital Transformation e la sua rilevanza per il settore turistico; l’evento presenta il progetto EU DigiTOUR, co-finanziato dal programma COSME della Unione Europea e le opportunità di supporto tecnico e finanziario dedicate alle PMI del turismo. La seconda sessione verte sul tema della formazione in campo digitale ad alto tasso di interazione per un pubblico business e per studenti che vogliono incrementare le proprie competenze e sperimentarle sul campo. Saranno approfondite le tecnologie digitali più rilevanti per il turismo: Artificial Intelligence (AI), Internet of Things (IoT), Augmented Reality e Virtual Reality (AR; VR) e big data; inoltre, Mentoring, workshop e un mini-hackathon guideranno i partecipanti nell’adozione e uso di queste tecnologie. Il mini-hackathon aperto a studenti (diplomandi e laureandi) e professionisti, imprese turistiche e startup utilizzerà la metodologia CO*STAR (customer opportunity solution team advantages result), ideata appositamente per lo sviluppo creativo di progetti innovativi.

paestum_bmta_Award Khaled al-Asaad-2022_locandinaInternational Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” (venerdì 28 ottobre, 18-19.30. Diretta on line). La BMTA in collaborazione con Archeo, il primo mensile archeologico in Italia, dal 2015 premia le scoperte archeologiche votate dalle principali testate archeologiche internazionali media partner della Borsa: Antike Welt (Germania), AiD Archäologie in Deutschland (Germania), Archéologia (Francia), as. Archäologie der Schweiz (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia). Il Premio, alla 8ª edizione e intitolato all’archeologo di Palmira che ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale, è l’unico riconoscimento a livello mondiale dedicato alle scoperte archeologiche e ai suoi archeologi, che con sacrificio, dedizione, competenza e ricerca scientifica affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio del territorio. Partecipano alla Cerimonia di consegna Fayrouz Asaad figlia archeologa di Khaled, Stefano Ravagnan inviato speciale del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per la crisi in Siria e Mohamad Saleh ultimo direttore del Turismo di Palmira. Il Premio 2021 sarà conferito per la scoperta della “città d’oro” fondata da Amenhotep III, riaffiorata dal deserto nei pressi di Luxor in Egitto, a Zahi Hawass già ministro delle Antichità e direttore della Missione archeologica. Presentazione di “e-Archeo” (sabato 29 ottobre, 9-30-13.30. Diretta on line), grande progetto nazionale per la valorizzazione multimediale e tecnologica di 8 siti archeologici. Commissionato ad ALES spa dal ministero della Cultura, il progetto e-Archeo è stato realizzato in collaborazione con diverse università italiane e con il CNR ISPC, con l’intento di offrire una modalità di lettura e fruizione di alcuni siti archeologici con un notevole potenziale narrativo ancora non pienamente espresso. Sono stati scelti 8 siti del Patrimonio Culturale di fondazione etrusca, greca, fenicio-punica, indigena e romana: Egnazia (Puglia), Sibari (Calabria), Velia (Campania), Nora (Sardegna), Alba Fucens (Abruzzo), Cerveteri (Lazio), Marzabotto (Emilia Romagna) e le Ville di Sirmione e Desenzano (Lombardia). Per questi otto siti e-Archeo costituisce un progetto di valorizzazione multimediale integrato e multicanale con soluzioni trasversali, da cui si attivano singole applicazioni per vari usi e tipologie di pubblico, promuovendo questo patrimonio in modalità sia scientifica che narrativa ed emozionale.

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La giornalista Donatella Bianchi riceve il premio Tusa 2021 da Patrizia Li Vigni e Dalila Nesci, presente Ugo Picarelli (foto bmta)

2ª Conferenza Mediterranea sul Turismo Archeologico Subacqueo e Premio Internazionale di Archeologia Subacquea “Sebastiano Tusa” (sabato 29 ottobre, 14.30-17. Diretta on line). In occasione dell’edizione 2019 la BMTA assegnò postumo il Premio “Paestum Mario Napoli” a Sebastiano Tusa, per onorare la memoria del grande archeologo, dello studioso, dell’amico della Borsa, ma soprattutto dell’uomo del Sud, che ha vissuto la sua vita al servizio delle istituzioni per contribuire allo sviluppo locale e alla tutela del Mare Nostrum. Proprio nel ricordo dell’archeologo siciliano dal 2021 la Borsa organizza la Conferenza Mediterranea sul Turismo Archeologico Subacqueo per promuoverne le destinazioni mediterranee e il Premio Internazionale di Archeologia Subacquea “Sebastiano Tusa”. Grazie al coordinamento scientifico di Luigi Fozzati, intervengono alla Conferenza Barbara Davidde soprintendente nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo, Ulrike Guérin programme specialist 2001 Convention on the Protection of the Underwater Cultural Heritage UNESCO Culture Sector, Valeria Patrizia Li Vigni presidente fondazione Sebastiano Tusa, Ferdinando Maurici soprintendente del Mare della Regione Siciliana, Fabio Pagano direttore parco archeologico dei Campi Flegrei, Cristiano Tiussi direttore fondazione Aquileia, mentre ricevono il Premio Internazionale di Archeologia Subacquea “Sebastiano Tusa”: per il riconoscimento alla carriera Eric Rieth direttore emerito del CNRS Centre National de la Recherche Scientifique di Francia per conto dell’università Paris 1 Panthéon-Sorbonne-CNRS e responsabile del dipartimento di Archeologia navale al museo nazionale della Marina di Parigi; per il progetto più innovativo a cura di istituzioni, musei e parchi archeologici Andrea Camilli direttore del museo delle Navi Antiche di Pisa; per il progetto “Grande Tirreno” per il miglior contributo giornalistico in termini di divulgazione Pippo Cappellano giornalista, regista, foto cineoperatore subacqueo e autore di documentari.

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L’incontro con Zahi Hawass alla Borsa Mediterranea del Turismo archeologico nel 2016 (foto bmta)

Incontri con i protagonisti (sabato 29 ottobre. Diretta on line). Il grande pubblico con i più noti divulgatori culturali, archeologi, direttori di musei, accademici, giornalisti: alle 17, Syusy Blady che interviene su “Ingegneri del Cosmo”, un sorprendente viaggio cosmico; alle 18.30, Zahi Hawass archeologo, già ministro egiziano delle Antichità e direttore degli scavi a Giza, Saqqara e Valle dei Re; alle 17.45, Barbara Jatta direttore musei Vaticani; Fatma Naït Yghil direttore museo del Bardo di Tunisi; Alfonsina Russo direttore generale parco archeologico del Colosseo. AIGU Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO: il progetto ECO ricongiunge l’uomo alla sua biosfera. In continuità con la tematica trattata alla BMTA 2021, le azioni suggerite dal Manifesto di AIGU Next Generation You trovano la giusta collocazione nell’ambito di una visione strategica condotta sul territorio nazionale, che ha portato a trattare i contenuti sul Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO allo scorso Italian Youth Forum di Cagliari 2022 e che continuerà a interessare il tema del Living Heritage al prossimo Italian Youth Forum di Torino 2023, dedicato alle Città creative UNESCO. AIGU rivolge la propria attenzione all’uomo e al suo ecosistema allo scopo di ricongiungerlo intimamente alla natura dei luoghi che abita e promuovere una più profonda consapevolezza nei confronti delle sue origini e della sua storia, che ancora oggi ne influenzano le tradizioni.

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Il salone espositivo all’ex Tabacchificio Galasso di Paestum (foto bmta)

SALONE ESPOSITIVO. 150 espositori (ben 17 territori regionali rappresentati, 12 Regioni, Roma Capitale con il Municipio X e il Ministero della Cultura con 500 mq dedicati ai Parchi e Musei autonomi, dal Colosseo a Paestum e Velia, da Sibari ai Campi Flegrei, dal MANN di Napoli al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria e ancora Europa Creativa, Ales, Parco di Gaiola), di cui 20 Paesi Esteri (per la prima volta Arabia Saudita, Libano, Palestina, la Macedonia greca e il ritorno di Cina, Cipro, Spagna). Il ministero della Cultura nel proprio spazio presenterà la candidatura della Via Appia Antica, nel percorso integrale da Roma a Brindisi e comprensivo della variante traianea, per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO (4 Regioni, 74 Comuni, 14 Parchi, 13 tra Città Metropolitane e Province, 14 Parchi, 25 Università, 28 uffici dello stesso Ministero, oltre a numerose comunità territoriali si sono uniti per tutelare, valorizzare e promuovere la candidatura di questo percorso, che si sviluppa quasi per intero nel Mezzogiorno d’Italia). L’antico asse di comunicazione, il primo concepito come via publica, fu il prototipo dell’intero sistema viario romano con i suoi 120.000 km di lunghezza complessiva.

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Alla borsa mediterranea del turismo archeologico workshop con i buyer europei selezionati da Enit (foto bmta)

WORKSHOP CON I BUYER EUROPEI SELEZIONATI DA ENIT. 30 buyer tra tour operator europei selezionati dall’ENIT (provenienti da Austria, Belgio, Francia, Germania, Olanda, Spagna) e nazionali di ArcheoIncoming presenti al Workshop di sabato 29 ottobre ore 10-18, che intende sviluppare la domanda turistica di prossimità europea e nazionale da parte dei tour operator specialisti, da sempre vocati all’outgoing, ma dalla pandemia in poi proiettati anche sul nostro Bel Paese. Negli ultimi anni la BMTA è orientata nella scelta dei buyer al solo mercato europeo per dare una opportunità agli operatori turistici dell’offerta di recuperare quote della domanda estera di prossimità, che negli ultimi decenni a scapito del Sud Italia ha preferito i paesi viciniori competitori. Saranno presenti i migliori tour operator interessati al segmento archeologico del turismo culturale, che non hanno mai partecipato negli anni al Workshop di Paestum.

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Archeoincoming è la nuova sezione della Borsa mediterranea del Turismo archeologico (foto bmta)

ARCHEOINCOMING (giovedì 27 ottobre, 16.30-19.30. Diretta on line). La BMTA dal 2019 si è impegnata sulla domanda di prossimità europea e nazionale, presentando la neo sezione ArcheoIncoming, dove sono protagonisti i tour operator specialisti, da sempre vocati all’outgoing. Come nel 2021 numerosi i tour operator presenti quest’anno nel Salone Espositivo (Carrani Tours, Cosertour, Il Tucano Viaggio Ricerca, Jockey Viaggi, Key to Italy, Mondo Emozioni, Viaggi dell’Elefante, Yanez Viaggi), che in qualità di buyer rafforzano anche il Workshop rappresentando la domanda nazionale nell’incontro con gli operatori turistici dell’offerta. Grazie alla BMTA nel confronto messo in atto con gli imprenditori del turismo archeologico precursori del viaggio esperienziale è stato dagli stessi richiesto un coordinamento tecnico all’ENIT, necessario a seguito della riprogrammazione dei cataloghi imposti dalla pandemia, consapevoli di promuovere sempre più le destinazioni archeologiche nazionali, in particolare del Centro Sud.

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Il segretario della Bmta Ugo Picarelli consegna alla vedova Valeria Li Vigni l premio “Paestum Mario Napoli” 2019 assegnato postumo a Sebastiano Tusa durante la XXII Bmta (foto bmta)

PREMIO “PAESTUM MARIO NAPOLI”. Istituito nel 2005 nel nome di “Paestum” e intitolato dal 2018, in occasione del 50° anniversario della scoperta della Tomba del Tuffatore, a Mario Napoli, archeologo e studioso della Magna Grecia, Soprintendente Archeologico di Sa, Av, Bn nel 1964, quando vennero alla luce a Velia la Porta Rosa (singolare complesso costruttivo del II-III sec. a.C.) e nel 1968 a 1,5 km a sud di Paestum nella necropoli di Tempa del Prete, la Tomba del Tuffatore (unica testimonianza in ambito greco di pittura non vascolare, datata al 480 a.C. circa) è assegnato a personalità e organismi, che contribuiscono al dialogo interculturale, alla valorizzazione del patrimonio culturale, alla promozione del turismo archeologico. Ricevono il Premio per il 2022: Associazione della Stampa Estera in Italia, Musei Vaticani, Museo Archeologico di Reggio Calabria, Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, Touring Club Italiano.

ARCHEOVIRTUAL. In collaborazione con l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del CNR, ArcheoVirtual da 15 edizioni è il fiore all’occhiello della BMTA con in mostra le produzioni più significative nel panorama internazionale delle tecnologie digitali al servizio del patrimonio. L’edizione 2022 dal tema “Verso il Metaverso” vuole introdurre il pubblico alle prospettive, che si delineano nel campo dei nuovi mondi virtuali. Il patrimonio culturale si avvia verso la sfida dei nuovi ambienti immersivi e dei mondi artificiali. L’annunciato avvento del Metaverso, pur non rappresentando una novità assoluta (i primi ambienti di metaverso dedicati ai beni culturali risalgono a circa quindici anni fa), fa intravedere rilevanti trasformazioni nelle modalità di comunicazione, intrattenimento, commercio, che toccheranno tutti gli ambiti della vita sociale. Che ruolo avranno la cultura e il patrimonio archeologico in questo contesto? Ad oggi le caratteristiche del fenomeno non sono ancora ben delineate, ma idealmente ogni rilievo o modellazione ricostruttiva può divenire, in un prossimo futuro, un ambiente immersivo in cui muoversi, incontrare altri utenti, apprendere informazioni e intrecciare relazioni. Le produzioni presenti: Arzachena Civiltà Millenaria CNR ISPC – Comune di Arzachena, e-Archeo HI Cerveteri BlueCinemaTV, Due passi al Louvre con il tuo avatar! No Real Interactive, MAPOD4D ArcheOs Tec, Progettosl Rete di imprese – Leicon, Realverso Lucanum iInformatica, MetaHeritage. Metaverso per l’archeologa 7eMezzo.biz – MetaHeritage, ATON per il Metaverso CNR ISPC. Inoltre, il pubblico avrà come guida d’eccezione Lucrezia, l’archeologa virtuale che dialogherà con i visitatori di ArcheoVirtual tramite i loro cellulari. Alla Mostra si affianca un Workshop tematico sull’evoluzione delle applicazioni digitali nei beni culturali, sulle relative professionalità e sulle forme e le tecniche di narrazione del passato, quest’anno sulle trasformazioni in atto, legate all’avvento di questo mondo virtuale e della blockchain, che muteranno drasticamente le prospettive emotive ed economiche della fruizione del patrimonio culturale. Intervengono Augusto Palombini CNR ISPC, Coordinatore Scientifico di ArcheoVirtual, Costanza Miliani Direttore CNR ISPC, Daniele Bursich Imprenditore digitale 7eMezzo-biz, Ciro Cacciola Direttore MAV Museo Archeologico Virtuale di Ercolano, Antonella Negri Funzionario Istituto Centrale per la digitalizzazione del patrimonio culturale Ministero della Cultura, George Partskhaladze Research Council Member Georgian National Museum, Antonella Pellettieri Dirigente di ricerca CNR ISPC, Luciano Ragazzi Direttore esecuzione MTC SIC Ecosistema digitale per la cultura – Regione Campania. Ancora,

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Alla Borsa mediterranea del Turismo archeologico ArcheoExperience con i Laboratori di Archeologia Sperimentale (foto bmta)

ArcheoExperience con i Laboratori di Archeologia Sperimentale per la divulgazione delle tecniche utilizzate dall’uomo per realizzare i manufatti di uso quotidiano, ArcheoLavoro orientamento post diploma e post laurea a cura delle Università (oltre 2.000 studenti da 35 scuole provenienti da Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Puglia) e ArcheoStartup per la presentazione delle imprese giovanili del turismo culturale, in collaborazione con l’Associazione Startup Turismo, mentre la community di IgersItalia si ritroverà a Paestum con uno stand e la riunione del consiglio direttivo.

Pompei. Per il quinto appuntamento della rassegna “Palestra Culturale” lezione concerto su “La lira di Orfeo, i miti classici nella musica occidentale” con Giovanni Bietti

pompei_campania-by-night_palestra-grande_palestra-culturale_orfeo-bietti_locandinaUna lezione concerto dedicata a “La lira di Orfeo. I miti classici nella musica occidentale” per il quinto appuntamento della rassegna “Palestra culturale” agli scavi di Pompei il 29 settembre 2022, alle 19, nella suggestiva location della Palestra Grande. L’evento si svolgerà al coperto sotto il portico nord della palestra. L’iniziativa fa parte del programma Campania by Night, rassegna di eventi culturali e di spettacolo promossa dalla Regione Campania attraverso la Scabec, società regionale di valorizzazione dei beni culturali. Una vera e propria palestra culturale dove allenare la mente e lo spirito attraverso la bellezza e la storia di Pompei, ma anche attraverso incontri speciali con scrittori e artisti. Questo nuovo incontro rientra nella sezione “Il Fantasma dell’antico. Dialoghi sulla tradizione classica” a cura di Gennaro Carillo e vede protagonista Giovanni Bietti, compositore, pianista, musicologo, considerato tra i maggiori divulgatori musicali italiani.

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Il gruppo scultoreo dell’ermafrodito dalla Villa A di Oplontis al centro della mostra “Arte e sensualità nelle case di Pompei” (foto parco archeologico di pompei)

Al termine dell’incontro sarà possibile effettuare una visita guidata alla mostra “Arte e sensualità nelle case di Pompei”, allestita all’interno di uno dei portici della Palestra Grande, curata dal direttore Gabriel Zuchtriegel e dall’archeologa Maria Luisa Catoni, professoressa all’IMT Alti Studi Lucca, che spiega l’onnipresenza di immagini sensuali nella vita quotidiana della città antica. L’ingresso all’evento e la visita alla mostra “Arte e sensualità nelle case di Pompei” sono gratuiti, fino ad esaurimento posti. Prenotazione consigliata su www.ticketone.it (costo prenotazione 1,50 €, effettuando l’acquisto di un biglietto gratuito).

Carillo-Gennaro

Gennaro Carillo, curatore della rassegna “Gli ozi di Ercole”

“Il mito classico è un repertorio pressoché inesauribile cui attinge a piene mani il nostro immaginario. Letterario ma non solo. Si pensi alle arti figurative, al cinema, al teatro. Se dunque Eschilo campava di rendita con le briciole del banchetto di Omero, noi – più o meno consapevolmente – facciamo altrettanto. Con Omero e con tutti coloro che sono venuti dopo di lui. La musica non fa eccezione. Qualche nome a caso? Monteverdi, Händel, Cherubini, Strauss, Stravinskij. Alla lezione/concerto di Giovanni Bietti il compito di accompagnarci in un viaggio musicale nella tradizione classica”. Così il curatore della rassegna Gennaro Carillo, professore ordinario di Storia del pensiero politico nel Dipartimento di Scienze umanistiche dell’università Suor Orsola Benincasa di Napoli, dove insegna anche Storia della filosofia e Filosofia teoretica. Al Dipartimento di Architettura della Federico II insegna Filosofie della polis. Ha scritto su Vico, i tragici e i comici greci, la storiografia antica, Antifonte, Platone, Balzac, Simone Weil, oltre a occuparsi da tempo delle riscritture moderne e contemporanee del mito di Diana e Atteone. Condirettore artistico di Salerno Letteratura, è il curatore de Gli Ozi di Ercole al parco archeologico di Ercolano e di Fuoriclassico. La contemporaneità ambigua dell’antico al Mann di Napoli.