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Paestum (Sa). Al museo Archeologico nazionale presentazione in anteprima del corto “Elea – La Rinascita” da un’idea del direttore Tiziana D’Angelo: il progetto cinematografico si inserisce in un più ampio percorso di valorizzazione del sito di Velia

Il 15 maggio 2025, alle 10, nella sala Spazio pubblico del museo Archeologico nazionale di Paestum, i parchi archeologici di Paestum e Velia presentano in anteprima il cortometraggio “Elea – La Rinascita”, un progetto cinematografico che affonda le radici nell’antichità per riflettere su temi quanto mai attuali: migrazione, identità e rinascita. Nato da un’idea di Tiziana D’Angelo, direttore dei Parchi, con la regia di Luigi Marmo e la sceneggiatura di Luca Apolito, il corto è realizzato in collaborazione con il Giffoni Film Festival e co-finanziato dalla Regione Campania. L’opera si inserisce in un più ampio percorso di valorizzazione del sito di Velia, avviato con la mostra “Elea – La Rinascita” (2023–2024), e ispirato alle recenti e significative scoperte emerse durante gli scavi archeologici sull’Acropoli, tuttora in corso. L’anteprima sarà l’occasione per riflettere, insieme a studenti, istituzioni e pubblico, sull’universalità della storia antica e di come il cinema possa restituire senso, emozione e accessibilità a un passato che continua a parlare alle nuove generazioni.

Nel corso della giornata di presentazione, interverranno: Tiziana D’Angelo, direttore dei parchi archeologici di Paestum e Velia; Jacopo Gubitosi, direttore generale di Giffoni; Giuseppe Coccorullo, presidente del parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni; e Filippo Ungaro, portavoce di UNHCR Italia, il quale offrirà un contributo sul tema delle migrazioni, cuore pulsante del film. Presenti inoltre Luigi Marmo, regista del cortometraggio e, in rappresentanza del cast, l’attore Orazio Cerino, volto noto del cinema e del teatro. Porterà il saluto istituzionale anche il sindaco di Ascea, Stefano Sansone, in rappresentanza del territorio che ospita l’antica Velia. Saranno anche presenti le classi della scuola secondaria di I grado dell’Istituto Comprensivo Carducci Capaccio Trentinara e il Forum dei Giovani di Ascea.

Il sito archeologico di Velia (foto pa-paeve)

Una proiezione permanente per tutti i visitatori. Dopo l’anteprima del 15 maggio 2025, il cortometraggio sarà proiettato quotidianamente presso l’Antiquarium della Canonica, sull’Acropoli di Velia, durante tutto l’orario di apertura del sito. A Paestum, invece, la proiezione avverrà ogni giorno alle 11 e alle 17 nella sala Spazio pubblico del museo Archeologico nazionale. Un’iniziativa che arricchisce l’esperienza di visita, offrendo a famiglie, studenti e viaggiatori un’occasione di approfondimento emozionale e visivo. Un modo nuovo per entrare in dialogo con il passato, attraverso la forza delle immagini e la potenza dei sentimenti.

La trama. Teos e Thalia: il viaggio di due fratelli tra storia e contemporaneità. Nel cuore della notte, Teos e Thalia, fratello e sorella adolescenti, fuggono da Focea, una città sotto assedio, prossima alla distruzione. Le mura tremano, il futuro è incerto. I genitori sono scomparsi, forse caduti in battaglia, e ai due giovani non resta che un’ultima indicazione: fuggire. Andare lontano. Attraversare il mare. Cercare una nuova terra dove ricominciare. È da questa premessa drammatica che prende vita il cortometraggio “Elea – La Rinascita”, ambientato in una Focea sospesa tra passato e presente, tra l’antica città ionica e una città contemporanea devastata dalla guerra. Il confine tra epoche si dissolve: la storia dei due fratelli si colloca in un tempo indefinito e, proprio per questo, profondamente universale. Una fuga attraverso paesaggi in rovina e mari agitati, dove ogni passo porta con sé la paura e la speranza. A rendere unico il cammino dei due protagonisti, il continuo mutamento dei loro volti e delle loro voci: a ogni tappa attori diversi, provenienti da contesti e paesi differenti. Un espediente narrativo potente e simbolico, che restituisce al racconto una dimensione collettiva e globale. I due adolescenti diventano così simboli di tutti i migranti, rifugiati, esuli di ogni epoca; la loro storia attraversa i secoli, unisce civiltà, culture, geografie. Il loro viaggio si conclude a Elea, la nuova patria, fondata da esuli come loro. Con questo racconto per immagini, il cortometraggio “Elea – La Rinascita” restituisce dignità e centralità a storie troppo spesso dimenticate, e ci invita a guardare alla storia antica non come a un frammento lontano, ma come a uno specchio del nostro presente.

L’archeologo Francesco Uliano Scelza con il direttore del parco archeologico di Paestum e Velia Tiziana D’Angelo (foto pa-paeve)

“Questo progetto”, sottolinea Tiziana D’Angelo, direttore dei parchi archeologici di Paestum e Velia, “rappresenta un modo nuovo e potente per raccontare la storia di Velia: attraverso il linguaggio simbolico del cinema, i valori di accoglienza, resilienza e trasformazione, che hanno segnato la nascita della polis, riaffiorano come insegnamenti vivi per il nostro tempo”. E Jacopo Gubitosi, direttore generale del Giffoni Film Festival, dichiara: “Abbiamo realizzato questo cortometraggio in stretta collaborazione con il parco archeologico di Paestum e Velia, condividendo l’obiettivo di avvicinare i giovani a un patrimonio culturale di straordinaria importanza. Velia, l’antica Elea, custodisce una storia che merita di essere raccontata con nuovi linguaggi: attraverso il cinema, abbiamo voluto dare forma a un racconto capace di emozionare, educare e creare connessioni profonde tra passato e presente. Unendo immagini, archeologia e memoria, abbiamo costruito insieme un ponte verso le nuove generazioni”.

“Questo cortometraggio e la storia di Elea sono di grandissima attualità, e ci portano a riflettere sul valore della solidarietà e dell’accoglienza”, afferma Filippo Ungaro, portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati – UNHCR Italia. “Oggi più che mai, visto che il numero delle persone nel mondo che scappano da conflitti e persecuzioni ha raggiunto la cifra record di oltre 120 milioni. A fronte di questo aumento dei bisogni, le risorse a disposizione sono sempre più scarse. L’intero sistema umanitario è a un punto di rottura: alle carenze di lunga data nell’assistenza umanitaria, si somma l’attuale brutale crisi dei finanziamenti, il cui impatto sulla vita dei rifugiati è già devastante e peggiorerà ulteriormente. Non si tratta solo di una carenza di fondi, ma di una crisi di responsabilità. Il costo dell’inerzia si misurerà in sofferenza, instabilità e futuro perduto. Tagliando gli aiuti umanitari si tradiscono principi di solidarietà che definiscono la nostra umanità. È una ferita ai valori su cui si fondano le società giuste”.

Napoli. Presentata al teatro Mercadante l’ottava edizione della rassegna POMPEII THEATRUM MUNDI al Teatro Grande di Pompei dal 20 giugno al 20 luglio, promossa dal Teatro di Napoli-Teatro Nazionale e dal parco archeologico di Pompei. Zuchtriegel confermato direttore per il secondo quadriennio

Il Teatro di Napoli-Teatro Nazionale presieduto da Luciano Cannito e diretto da Roberto Andò ed il parco archeologico di Pompei diretto da Gabriel Zuchtriegel presentano l’ottava edizione della rassegna POMPEII THEATRUM MUNDI, in programma dal 20 giugno al 20 luglio 2025 al Teatro Grande di Pompei, realizzata con il sostegno del ministero della Cultura, del Comune di Napoli, della Regione Campania, della Città Metropolitana di Napoli, e in collaborazione con Campania Teatro Festival. Il programma della nuova edizione della rassegna, ormai tra le maggiori e più attese dell’estate italiana dei festival, è stato illustrato al Teatro Mercadante di Napoli dal direttore Roberto Andò e dal direttore generale Gabriel Zuchtriegel, preceduti dagli interventi istituzionali del presidente Luciano Cannito, del sindaco dei Napoli Gaetano Manfredi, del Capo di Gabinetto della Regione Campania Almerina Bove. In calendario quattro spettacoli: GOLEM diretto da Amos Gitaï che aprirà la rassegna venerdì 20 giugno 2025, alle 21, con replica sabato 21 giugno sempre alle 21; seguirà NOTTE MORRICONE, con regia e coreografia di Marcos Morau venerdì 4 e sabato 5 luglio 2025, alle 21. I successivi due spettacoli, ovvero ELETTRA di Sofocle con la regia di Roberto Andò, in scena venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 luglio 2025 e LISISTRATA di Aristofane con la regia di Serena Sinigaglia di venerdì 18, sabato 19 e domenica 20 luglio 2025, avranno inizio alle 20 (non alle 21): un inizio con la luce naturale del giorno, che ripropone la stessa modalità in cui queste opere venivano rappresentate nell’antica Grecia.

Con i suoi quattro titoli in programma, la rassegna estiva del Teatro Nazionale di Napoli conferma la sua natura di vetrina di inedite riletture o rivisitazioni di testi e opere della classicità, ma non solo. “Pompeii Theatrum Mundi – annota infatti Roberto Andò – è il festival dove si confrontano la grande eredità classica e la visione artistica contemporanea». «E mai – sottolinea ancora Andò – come in questo frangente storico la cultura deve continuare a essere, al di fuori da ogni retorica, uno strumento essenziale di libertà”. Anche il Presidente Cannito sottolinea come «Pompeii Theatrum Mundi anno dopo anno conferma il proprio valore culturale e simbolico… Anche quest’anno il Festival rinnova un rito condiviso tra pubblico e artisti, portando in scena opere che mettono in dialogo la grande drammaturgia antica con la sensibilità del nostro tempo”. Il direttore generale del parco archeologico Gabriel Zuchtriegel sottolinea che “domani (6 aprile 2025, ndr) è l’ultimo giorno del mio primo mandato a Pompei; ringrazio il ministro Alessandro Giuli e il capo del Dipartimento per la Valorizzazione, Alfonsina Russo, per la fiducia che hanno dimostrato affidandomi per altri quattro anni la guida del parco archeologico più bello del mondo, con una squadra eccezionale al mio fianco e tante sfide che ci attendono. Farò del mio meglio, e il teatro avrà un ruolo centrale nel nostro impegno di portare Pompei fuori Pompei, di creare sviluppo culturale, sociale ed economico in tutto il territorio vesuviano”.

All’auditorium degli Scavi (e on line) il parco archeologico di Pompei e l’Agenzia del Demanio presentano l’avviso di consultazione di mercato per la valorizzazione del Real Polverificio Borbonico di Scafati (Sa)

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Il Real Polverificio Borbonico a Scafati (foto parco archeologico pompei)

Come verrà valorizzato il Real Polverificio Borbonico di Scafati (Sa)? Chi è interessato a investire in questo immobile dello Stato di grande valore storico-culturale? L’obiettivo dichiarato dall’Agenzia del Demanio e dal parco archeologico di Pompei è quello di generare sviluppo economico, sociale, culturale e ambientale sul territorio, nel rispetto della sua identità storica e della sua vocazione agricola. Con questo obiettivo, l’Agenzia del Demanio e il parco archeologico di Pompei organizzano un incontro con stakeholder e investitori privati per illustrare l’iter di valorizzazione del Real Polverificio Borbonico di Scafati e i termini dell’avviso di consultazione di mercato in corso che terminerà il 30 aprile 2025. L’evento si tiene il 4 marzo 2025, alle 11, all’auditorium del parco archeologico di Pompei. L’evento potrà essere seguito in streaming sul canale youtube del parco archeologico di Pompei.

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Il Real Polverificio Borbonico a Scafati in un panorama dominato dal Vesuvio (foto parco archeologico pompei)

Il programma. Saluti, introduzione e moderazione di Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Pompei. Seguono i saluti istituzionali di Pasquale Aliberti, sindaco di Scafati; Carmine Lo Sapio, sindaco di Pompei; Giovanni Capasso, responsabile Unità Grande Pompei; Bruno Discepolo, assessore Urbanistica e pianificazione territoriale della Regione Campania. Intervengono Cetti Lauteta, partner The European House – Ambrosetti S.p.A. responsabile Practice Scenario Sud TEHA Group; Alessandra dal Verme, direttore dell’Agenzia del Demanio; Vincenzo Calvanese, responsabile del Real Polverificio Borbonico di Scafati e RUP dell’avviso di consultazione di mercato.

Napoli. A Palazzo Reale, sede Sabap, si firma l’accordo per la tutela paesaggistica e valorizzazione dei vigneti campani: progetto innovativo di tutela e valorizzazione del patrimonio paesaggistico e agricolo campano

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La Regione Campania, la soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Napoli, la soprintendenza ABAP per le province di Caserta e Benevento, la soprintendenza ABAP per le province di Salerno e Avellino uniscono le forze per un progetto innovativo di tutela e valorizzazione del patrimonio paesaggistico e agricolo campano. L’accordo, che sarà ufficialmente firmato il 29 novembre 2024, alle 10, nella Sala Giovanni Carbonara di Palazzo Reale a Napoli, rappresenta un passo concreto per la salvaguardia dei vigneti campani, simbolo di tradizione e qualità, e per la promozione di un’agricoltura sostenibile e integrata con il paesaggio storico-culturale della regione. Interverranno Mariano Nuzzo, soprintendente ABAP per l’Area Metropolitana di Napoli e per le province di Caserta e Benevento; Nicola Caputo, assessore all’Agricoltura della Regione Campania; Ciro Lungo, Comandante della Regione Carabinieri Forestale “Campania”; Raffaella Bonaudo, soprintendente ABAP per le province di Salerno e Avellino; Maria Passari, direttore generale delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali della Regione Campania; Giuseppe Rosario Mazzeo, dirigente UOD Politica Agricola Comune della Regione Campania; Sonia Colandrea, funzionario responsabile ufficio rapporti e accordi istituzionali della SABAP NA-MET. L’Accordo sancisce una collaborazione istituzionale tra la Regione Campania e le Soprintendenze, per garantire la tutela del patrimonio culturale e paesaggistico nel contesto delle attività agricole, con particolare riferimento agli interventi di impianto e reimpianto di vigneti. L’obiettivo principale è quello di snellire i processi tecnico-amministrativi, rispettando al contempo le normative di tutela vigenti. Le Finalità dell’accordo sono quelle di razionalizzare le procedure per il rilascio delle autorizzazioni necessarie, garantire la tutela del patrimonio archeologico, storico-artistico e paesaggistico regionale e promuovere un dialogo costruttivo tra le istituzioni coinvolte e i soggetti privati. L’iniziativa rappresenta un passo significativo verso una gestione integrata e sostenibile del territorio campano, coniugando la salvaguardia del patrimonio culturale con le esigenze del settore agricolo.

Paestum (Sa). Al via la XXVI edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico: quattro giorni con un ricco programma di incontri, confronti, approfondimenti; molti i premi assegnati; appuntamento di incontro tra domanda e offerta per tutte le destinazioni turistico-archeologiche a livello internazionale. Ecco qualche idea nel ricco programma

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Next, ex Tabacchificio Cafasso, sede della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico a Paestum (foto bmta)

paestum_bmta-2024_locandinaCon la cerimonia del taglio del nastro al Next al via giovedì 31 ottobre 2024 la XXVI edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, a Paestum fino a domenica 3 novembre 2024. La BMTA è promossa da Regione Campania, Città di Capaccio Paestum, parchi archeologici di Paestum e Velia in collaborazione con la Camera di Commercio di Salerno, la Provincia di Salerno, il parco nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni. Ideata e organizzata dalla Leader srl. Il Next, ex Tabacchificio Cafasso, sito di archeologia industriale risalente agli anni Venti, quando vi lavoravano 300 tabacchine e in occasione dello sbarco a Paestum del 1943 sede del comando degli Alleati, “simbolo della Piana del Sele” come lo definì il critico d’arte e filosofo Gillo Dorfles. Ingresso gratuito alla BMTA, esteso anche al Parco archeologico e al Museo nazionale, oltre allo sconto del 30% sulle Frecce di Trenitalia per chi raggiunge Napoli o Salerno. Info su bmta.it

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L’area archeologica di Paestum, sito Unesco (foto parco archeologico Paestum)

Tutto inizia prima del 1998, quando il sito archeologico di Paestum viene candidato a Patrimonio dell’Umanità UNESCO, circostanza che fa scattare l’intuizione in Ugo Picarelli, fondatore e direttore della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, il quale pose le basi per un evento di grande respiro, che potesse accompagnare il processo di valorizzazione dell’area archeologica, la cui notorietà era surclassata di gran lunga dal brand della mozzarella di bufala. Così la BMTA partì con la sua prima edizione qualche settimana prima dell’annuncio dell’inserimento nella Lista Unesco, che fu dato a Kyoto in Giappone il 5 dicembre. E a 26 anni di distanza rimane l’unico appuntamento di incontro tra domanda e offerta per tutte le destinazioni turistico-archeologiche a livello internazionale. Obiettivo della BMTA è sempre stato, partendo dal sito dell’antica Poseidonia della Magna Grecia, quello di promuovere non solo le bellezze del Mezzogiorno d’Italia e del nostro “Bel Paese”, un “museo a cielo aperto”, favorendo e facendo crescere soprattutto l’offerta turistica del Sud in ambito culturale, ma anche le destinazioni di più continenti.

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Ugo Picarelli, fondatore e direttore della Borsa mediterranea del Turismo archeologico a Paestum (foto bmta)

I FONDI EUROPEI Il Parlamento Europeo con l’Ufficio Italia e la Commissione Europea con la Rappresentanza Italiana in collaborazione con Associazione Civita aprono il 31 ottobre con una conferenza sui fondi europei per il patrimonio e il turismo culturale, relatori Carlo Corazza, direttore Ufficio Italia del PE; Simonetta Giordani, segretario generale Associazione Civita; Barbara Casagrande, segretario generale ministero Turismo; Enrico Martino, direttore generale Unità di Missione per il PNRR ministero Turismo; Angelantonio Orlando, direttore generale Unità di Missione per il PNRR ministero Cultura; Vittorio Messina, presidente Assoturismo Confesercenti; Renzo Iorio, vice presidente vicario Federturismo Confindustria.

UNIONCAMERE PROTAGONISTA CON ISNART E MIRABILIA NETWORK Giovedì 31 ottobre si svolge l’incontro a cura di ISNART Istituto Nazionale Ricerche Turistiche “ECCELLENZA LOCALE, PRESTIGIO MONDIALE: I RICONOSCIMENTI UNESCO E LA CATENA DI VALORE TURISTICO PER I TERRITORI. L’effetto del riconoscimento sui flussi turistici e le nuove progettualità del Sistema camerale per la valorizzazione delle destinazioni UNESCO” con l’introduzione del presidente di Unioncamere Andrea Prete e il presidente di ISNART Istituto Nazionale Ricerche Turistiche Loretta Credaro; modera Vito Signati coordinatore nazionale Associazione Mirabilia Network; intervengono Paolo Bulleri di ISNART, Tommaso De Simone presidente Camera di Commercio di Caserta, Lucia Di Bisceglie presidente Camera di Commercio di Bari, Girolamo Pettrone commissario straordinario Camera di Commercio Irpinia Sannio, Michele Somma presidente Camera di Commercio della Basilicata, Angelo Tortorelli presidente associazione Mirabilia Network.

ARCHEOLOGIA PUBBLICA Negli anni il nuovo approccio dell’archeologia pubblica ha trovato nella BMTA terreno fertile per approfondire con la governance di Musei e Parchi il valore identitario che ogni sito rappresenta per le comunità locali, quale strumento di crescita per la cittadinanza attiva, tema che nel pomeriggio del 31 ottobre – in occasione della Conferenza “Imprese, professioni e volontariato nel patrimonio archeologico” – affronta il volontariato delle associazioni professionali e di promozione sociale, meritevoli dell’apertura di musei civici e siti: FAI Fondo per l’Ambiente Italiano, Touring Club, Legambiente, Gruppi Archeologici, Archeoclub, UNPLI Unione Nazionale Pro Loco d’Italia, Associazione Nazionale Archeologi, Confederazione Italiana Archeologi. Inoltre, nel corso della Conferenza, viene presentata la ricerca “Il valore sociale ed economico del volontariato a sostegno del patrimonio culturale e archeologico” a cura di S.R.M. Studi e Ricerche per il Mezzogiorno Centro Studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo che evidenzia quanto siano rilevanti le attività svolte dalle associazioni di volontariato, e dal Terzo Settore in generale, nel contribuire al “valore” (circa 3,3 miliardi di euro) dei nostri numerosi beni culturali e archeologici (53 siti Unesco, 4.416 luoghi culturali). Gli oltre 730mila volontari, in gran parte giovani, a tempo pieno e qualificati ma tutti fortemente motivati, rendono possibile una fruizione ampia e completa delle nostre attrazioni che spesso soffrono di carenza di personale, cosa che ne limiterebbe le possibilità di piena fruizione. Un ulteriore fattore che qualifica l’apporto del Terzo Settore è la rete di relazioni molto alta e variegata che esso riesce a sviluppare con chi governa il territorio, con chi si occupa di formazione (scuole, Università, enti di ricerca) e con chi gestisce risorse umane e finanziarie (istituti di credito, fondazioni ex bancarie, ecc.). Quindi i volontari e tutti gli operatori del Terzo Settore diventano una fondamentale leva per sostenere, gestire, comunicare e “amplificare” a tutti noi il grande valore storico-culturale, sociale e relazionale che i beni archeologici rappresentano per la comunità.

TURISMO ESPERIENZIALE E SOSTENIBILE NELLE AREE INTERNE Il fondatore della BMTA, Ugo Picarelli, da sempre consegna ai territori e ai decisori pubblici visioni e buone pratiche, ultima quella di una intermodalità sostenibile nelle aree interne e nei parchi, anche per individuare soluzioni all’overtourism nei capoluoghi regionali delle città d’arte, collegando in rete le stazioni dei piccoli Comuni con treni regionali e storici, dalle quali con navette personalizzate raggiungere i siti culturali più vicini. Nelle biglietterie e uffici, da tempo dismessi, delle stesse stazioni insediare cooperative e imprese giovanili per offrire servizi turistici, noleggio di auto e bike elettriche, cammini lungo i sentieri del CAI, itinerari di turismo equestre, al fine di valorizzare borghi e beni culturali e riqualificare l’offerta turistica in una chiave esperienziale e sostenibile. Altra proposta, nata grazie allo straordinario patrimonio sommerso del Sud, in primis Baia – fiore all’occhiello del parco archeologico dei Campi Flegrei – e al grande lavoro per la fruizione di ben 26 itinerari di Sebastiano Tusa, artefice 20 anni fa della nascita in Sicilia della soprintendenza del Mare e poi assessore regionale ai Beni culturali (in sua memoria la BMTA assegna dal 2021 per l’archeologia subacquea un Premio alla carriera, al miglior progetto museale, alla comunicazione), è la certificazione del Consiglio d’Europa di un itinerario culturale europeo dei siti archeologici subacquei, sulla falsariga della Via Francigena, attraverso un partenariato mediterraneo tra le Regioni del sud e i Paesi del “mare nostrum”.

I PARTNER E LA COOPERAZIONE CULTURALE Partner ufficiali: oltre al riconfermato ACI Automobile Club d’Italia, che illustrerà agli studenti nella sezione “ArcheoLavoro” le regole per una guida sicura e una mobilità sostenibile, anche AICS Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, preposta all’attuazione della politica di cooperazione allo sviluppo definita dal ministero degli Affari Esteri, nel salone con un’area di 70 mq e venerdì 1° novembre con la Conferenza “Il patrimonio culturale nel Mediterraneo come fattore di sviluppo: le iniziative dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo” sui progetti a favore del patrimonio culturale in Tunisia, Marocco, Libano e Giordania, in quanto il valore e l’efficacia delle azioni in questi ambiti sono volano di crescita economica, benessere e sviluppo per i paesi destinatari, anche mediante la creazione di servizi turistici sostenibili e di qualità (tra i relatori il Direttore di AICS Marco Riccardo Rusconi, il direttore generale del Patrimonio culturale ministero della Cultura del Marocco Mustapha Jlok, il vice direttore generale delle Antichità del ministero della Cultura della Siria Human Saad, il direttore generale del museo di Baghdad in Iraq Luma Yas Jassim). Invece, la direzione generale della Diplomazia Pubblica e Culturale del ministero degli Esteri sempre il 1° novembre organizza la conferenza “Archeologia italiana: tradizione, innovazione e sviluppo locale” con i direttori delle missioni archeologiche italiane in Iraq, Libia e Siria, presenti Paolo Matthiae emerito della Sapienza Università di Roma, che 50 anni fa in Siria scoprì Ebla, Filippo La Rosa Vice dir. gen. della direzione generale Diplomazia Pubblica e Culturale, Stefano Ravagnan Inviato speciale del Ministero per la crisi siriana e prossimo ambasciatore a Damasco in vista della riapertura delle relazioni diplomatiche.

paestum_bmta-2024_premio-khaled-asaad_locandinaIL DIALOGO INTERCULTURALE E IL PREMIO INTITOLATO A Khaled al-Asaad Già dai tempi della distruzione dei Buddha di Bamiyan, poi dei siti e musei archeologici in Afghanistan e in Iraq, la Borsa ha avuto un occhio sempre attento ai Paesi vetrina di guerre o conflitti. Nel 2015, dopo che la BMTA per anni ha sempre eletto un Paese ospite ufficiale, la drammatica distruzione del sito archeologico di Palmira e l’attentato al Museo del Bardo a Tunisi trovarono protagonismo nell’immagine coordinata a ricordo di quanto accaduto, così come fu istituito annualmente un premio dedicato a Khaled al-Asaad, l’International Archaeological Discovery Award, l’archeologo che aveva pagato con la vita per mano dell’Isis e che premia la scoperta archeologica dell’anno a livello internazionale, quale riconoscimento per gli archeologi, protagonisti nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti a servizio dell’umanità. La 10ª edizione dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” è stata vinta dalla scoperta del MOLA Museum of London Archaeology dei resti di un mausoleo romano a Londra nel quartiere di Southwark. Il Premio si inserisce a pieno titolo come buona pratica di dialogo interculturale e della cooperazione tra popoli, tematiche che la BMTA ha portato a Paestum quale luogo di incontro (legittimato dalla partecipazione dei vertici delle Nazioni Unite della Cultura di Parigi, UNESCO, e del Turismo di Madrid, UNWTO, ora UN Tourism) tra accademici, archeologi e operatori turistico culturali, che hanno lavorato a progetti e tavoli comuni, nel solco di una visione culturale, dove non esistono frontiere e ideologie, vedi anche il gemellaggio con Palmira nel 2018 e quest’anno l’incontro “Cultura, archeologia, turismo: identità mediterranee” organizzato dal “Cortile dei Gentili” (Fondazione guidata dal Card. Gianfranco Ravasi per promuovere il dialogo tra credenti e non credenti sulle grandi questioni etiche e culturali del nostro tempo) in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede e con la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e con la partecipazione dei direttori del Colosseo Alfonsina Russo e di Pompei Gabriel Zuchtriegel.

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“Archeovirtual” è una delle sezioni della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (foto bmta)

LA BMTA ALL’INSEGNA DELL’INNOVAZIONE E DELLA INCLUSIONE ArcheoVirtual è la sezione multimediale della BMTA sulle applicazioni digitali e sui progetti di archeologia virtuale in collaborazione con il Digital Heritage Innovation Laboratory, Istituto delle Scienze del Patrimonio Culturale del Consiglio Nazionale delle Ricerche. ArcheoVirtual vuole essere una finestra sulla disciplina che si occupa di studiare, interpretare, comprendere e comunicare il patrimonio archeologico e il suo contesto attraverso un processo di acquisizione dei dati, ricostruzione, verifica continua e ogni anno, dal 2006, si articola nella mostra e anche nel workshop tematico, che affianca la rassegna dei progetti esposti. In considerazione della grande attenzione che il PNRR ha riservato con un investimento di 300 milioni di euro per il nostro patrimonio culturale nel segno dell’inclusività per la rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi italiani, ArcheoVirtual dal titolo “DiversaMente” mette al centro dell’attenzione i diversi tipi di pubblico e i loro universi esperienziali per una fruizione del patrimonio modellata sulle esigenze e aspettative di ciascuno attraverso l’uso sapiente delle tecnologie. La mostra al museo Archeologico nazionale si indirizza ai diversi orientamenti e tipi di funzionamenti della persona, all’inclusività e all’accessibilità in tutte le sue forme, nell’idea di disegnare i musei di domani secondo modelli che i visitatori sentano sempre più vicini. Il workshop “DiversaMente: la diversificazione dell’offerta per i pubblici della cultura”, che insieme alla mostra approfondisce il tema annuale, vede tra gli altri la partecipazione per la prima volta dell’UN Tourism con la partecipazione del Dipartimento Ethics, Culture, & Social Responsibility.

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Il Salone Next alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (foto bmta)

BMTA 2024: IL SALONE ESPOSITIVO DI 5.000 MQ AL COPERTO Lo spazio più ampio è del ministero della Cultura, protagonista con 36 incontri, ai quali partecipano 160 relatori, presso la sala convegni all’interno dei 350 mq, che annoverano anche 14 laboratori didattici; presenti, inoltre con un proprio stand i Parchi del Colosseo, Pompei, Appia Antica, Sibari e Crotone, Cerveteri e Tarquinia, Campi Flegrei, Paestum e Velia e il museo nazionale Romano, il museo Archeologico di Reggio Calabria, la soprintendenza nazionale del Patrimonio Subacqueo. Tra le presenze non statali il parco sommerso di Gaiola, il Mav di Ercolano, il museo di Fara in Sabina e per l’estero il museo de Arqueología de Catalunya.

Per la prima volta il Parlamento Europeo Ufficio per l’Italia, la Commissione Europea Rappresentanza Italiana e l’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, così come i partner ufficiali della BMTA 2024 ACI Automobile Club d’Italia e l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), quest’ultima con un’area di 70 mq.

Tra i Paesi Esteri il Vaticano con la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, Cina, Siria, Tunisia, Macedonia del Nord, Cipro, Guatemala, Serbia, Estonia, Spagna.

Numerose le regioni presenti: la Sicilia con il parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi che promuoverà Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025, Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna con Visit Romagna, Lazio, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta, Roma Capitale con il Municipio X sede del parco archeologico di Ostia Antica, Città Metropolitana di Roma Capitale, Provincia di Trento, Fondazione Aquileia, parco nazionale dell’Aspromonte, parco geominerario della Sardegna e i Gal Valle del Belice, Sinis, Anglona, Vesuvio. Inoltre, le Diocesi Agrigento e di Salerno e numerose delegazioni regionali delle Pro Loco dell’UNPLI e la Pro Loco di Ragusa.

Carraro Lab, poi, arricchirà l’offerta di esperienze turistiche da parte di borghi, centri storici e siti archeologici, grazie alla stratificazione storica ricostruita digitalmente attraverso realtà aumentata, virtuale e intelligenza artificiale, permettendo di estendere il viaggio nella dimensione del tempo con ambienti e oggetti sintetici del passato che compaiono nel mondo reale e interagiscono con il turista, mentre Glossa srl impresa di cultura digitale esporrà i suoi asset di sviluppo software digitalizzazione e multimedialità nell’ambito delle tecnologie applicate ai beni culturali.

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Lo stand della Regione Campania alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (foto bmta)

La Regione Campania, con uno stand di 160 mq a cura dell’assessorato al Turismo e della direzione generale per le Politiche culturali e il Turismo, promuoverà il patrimonio archeologico dei grandi attrattori, ma soprattutto delle aree interne. Presenti, in primis il Comune di Napoli e la Città Metropolitana di Napoli, oltre a Glossa srl impresa di cultura digitale nell’ambito delle tecnologie applicate ai beni culturali campani. Grande attesa per Napoli Salerno Airports Gesac, che presenterà ai buyer europei ospiti l’offerta dell’Aeroporto di Salerno Costa d’Amalfi, di recente operativo.

110 Conferenze e 600 Relatori: tra le numerose conferenze la XVI Riunione Scientifica della SISTUR Società Italiana di Scienze del Turismo “Prospettive e tendenze del turismo, fra viaggi, identità culturali e ospitalità” con due tavole rotonde su turismo delle radici e su turismo culturale e 8 sessioni con 55 abstract.

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Archeoincontri alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (foto bmta)

LE SEZIONI DELLA BMTA Fiore all’occhiello i “Laboratori di Archeologia Sperimentale”, rappresentazione di edutainment attraverso la riproduzione delle tecniche usate dall’uomo per realizzare i manufatti di uso quotidiano, dalle armi agli utensili a cura di 30 rievocatori, quest’anno con la partecipazione straordinaria di Rome Word, il Parco a tema dell’Antica Roma per vivere la storia e una giornata da antico romano in un viaggio che porta 2000 anni indietro nel tempo; “ArcheoIncoming” con i tour operator specialisti delle destinazioni turistico-archeologiche, Carrani Tours, Destination Italia, Kel 12, Mondo Emozioni; “ArcheoLavoro”, orientamento post diploma e post laurea a cura delle Università, presenti Salerno, Basilicata, Suor Orsola Benincasa di Napoli; “Incontri con i Protagonisti” dove il grande pubblico entra in contatto con i grandi archeologi: Nikolaos Stampolidis, direttore Museo dell’Acropoli di Atene, mentre, Luigi Malnati e Paolo Giulierini, autori di recenti libri sull’Italia prima di Roma, interverranno con la conduzione di Anthony Muroni, presidente Fondazione Mont’e Prama, che quest’anno celebra i 50 anni del ritrovamento dei “Giganti di pietra”;

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Workshop con i buyer esteri e nazionali alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (foto bmta)

Workshop con i buyer esteri e nazionali, incontro b2b tra la domanda europea selezionata dall’Enit (20 buyer provenienti da Austria, Francia, Germania, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna, Svizzera e 4 tour operator specialisti italiani) e l’offerta del turismo culturale, che avrà luogo sabato 2 novembre dalle 10 alle 18.

paestum_bmta_premio-archeologia-subacquea_sebastiano-tusa_locandinaI PREMI Il premio “Paestum Mario Napoli” a Acropolis Museum, Atene; e Fondazione Mont’e Prama, Sardegna. Il premio internazionale di Archeologia Subacquea “Sebastiano Tusa” alla migliore mostra dalla valenza scientifica internazionale “Le vie dell’acqua a Mediolanum” al civico museo Archeologico di Milano: la mostra ha documentato per la prima volta lo straordinario lavoro di ingegneria idraulica messo in opera a Mediolanum in epoca romana e in gran parte conservatosi nel sottosuolo urbano. Metodologicamente ha un suo valore didattico e disciplinare per ciò che si intende come archeologia subacquea, ovvero il rapporto tra l’uomo e l’acqua nel tempo, conservatosi sott’acqua o in ambiente umido. Il premio al progetto più innovativo a cura di Istituzioni, Musei e Parchi Archeologici a White Crane Ridge (Baiheliang) Underwater Museum, Cina: il primo museo sottomarino della Cina e “il primo museo sottomarino accessibile senza immersioni al mondo” riconosciuto dall’UNESCO. Il premio al miglior contributo giornalistico in termini di divulgazione a John Pedeferri giornalista Sky TG24, ideatore e curatore del podcast “Trafug’Arte”. Numerose le puntate dedicate all’archeologia subacquea, tra le quali memorabili quelle sui Bronzi di Riace e sull’Atleta di Lisippo rinvenuto nell’Adriatico davanti alla città di Fano. Le sue trasmissioni si distinguono per il coinvolgimento di personaggi del mondo scientifico quanto di persone che vivono nei luoghi vicino al rinvenimento di opere d’arte, poi, in parte o totalmente finite all’estero. Il premio riconoscimento alla carriera a Luis Filipe Monteiro Vieira de Castro: professore di archeologia subacquea alla prestigiosa Università di Coimbra, si è affermato come archeologo subacqueo navale attraverso una lunga carriera maturata in Portogallo, Stati Uniti, Italia. Ha saputo coniugare archeologia subacquea, archeologia navale e storia, antropologia: questa modalità interdisciplinare gli ha permesso di raggiungere risultati importanti per la storia del rapporto tra l’uomo e il mare, non solo nell’antichità. Il premio “Antonella Fiammenghi” conferito agli studenti universitari che hanno svolto la migliore tesi di laurea sul turismo archeologico.

Castello di Baia (Na). Al museo Archeologico dei Campi Flegrei apre la mostra “La pittura della voce. L’alfabeto prima e dopo Cuma”: 35 reperti da tutta Italia esplorano il mondo dell’alfabeto e del suo impatto sui processi culturali nel mondo antico

baia_castello_mostra-la-pittura-della-voce-l-alfabeto-prima-e-dopo-cuma_locandinaDa dove arrivava quell’alfabeto giunto circa 2700 anni fa sulle rive cumane e portato in dote dalle genti provenienti dalla Grecia? Quali conseguenze culturali, sociali e politiche ebbe questo approdo sulle comunità locali? Cosa successe dopo? Verso quali strade e forme si diressero i caratteri portati dall’Eubea? Queste domande, affascinanti e cruciali per comprendere l’evoluzione della cultura e della società dell’Italia antica trovano risposta in una serie di oggetti, provenienti dai più importanti musei archeologici italiani, recanti iscrizioni di varia natura, redatte con alfabeti diversi ma strettamente interconnessi, esposti nella mostra “La pittura della voce. L’alfabeto prima e dopo Cuma” che apre lunedì 6 maggio 2024, alle 16, al Castello di Baia, sede del museo Archeologico dei Campi Flegrei, e resterà aperta al pubblico fino al 30 giugno 2024. Interverranno Massimo Osanna (direttore generale Musei) e Rosanna Romano (direttore generale per le politiche culturali e il turismo, Regione Campania). La mostra nasce da un progetto condiviso tra il parco archeologico dei Campi Flegrei e l’università della Campania “Luigi Vanvitelli” di un progetto coordinato dal direttore del Parco, Fabio Pagano, e da Matilde Civitillo e Carlo Rescigno, docenti dell’Università “Vanvitelli”. L’intento è quello di ribadire il ruolo centrale dei Campi Flegrei come centro propulsore di importanti innovazioni culturali nel mondo antico, di riflettere sui cambiamenti innescati nel momento in cui la scrittura ha iniziato a essere lo strumento essenziale per tramandare la memoria, ma anche di porsi domande sul ruolo della scrittura nel mondo di oggi e in quello di domani.

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L’acropoli di Cuma nell’area archeologica del parco (foto parco campi flegrei)

Il museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia sarà il palcoscenico di un’affascinante esplorazione nel mondo dell’alfabeto e del suo impatto sui processi culturali nel mondo antico. “Abbiamo voluto raccontare l’introduzione dell’alfabeto greco a Cuma e ricordare la centralità dei Campi Flegrei come ponte di contatto tra mondi e vettore di innovazione culturale”, spiegano al Parco. “Per farlo ci siamo affidati a 35 splendidi reperti, provenienti da importanti musei Archeologici italiani, per la prima volta in mostra insieme nel museo Archeologico dei Campi Flegrei nel Castello di Baia. Un viaggio tra le righe nelle culture dell’Italia antica”.

Castellammare di Stabia (Na). Nella reggia di Quisisana apre al pubblico il museo Archeologico di Stabia “Libero d’Orsi” nel suo rinnovato allestimento, con un percorso ampliato, depositi visitabili e scuola di formazione e digitalizzazione. Zuchtriegel: “Un vero e proprio polo culturale e centro di ricerca di richiamo internazionale”

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Reggia di Quisisana: il nuovo allestimento del museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi” (foto parco archeologico pompei)

 

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Inaugurazione del museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi”: da sinistra, Mauro Passerotti, viceprefetto; Massimo Osanna, direttore generale Musei; Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura; Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Pompei; Maria Rispoli, direttore del museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi” (foto parco archeologico pompe)

A due giorni dall’inaugurazione del nuovo percorso museale assieme al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, con il direttore generale dei Musei, Massimo Osanna; il vice prefetto capo della commissione straordinaria di Castellammare di Stabia, Mauro Passerotti; il direttore generale del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel; la direttrice del museo Archeologico di Stabia Libero D’Orsi, Maria Rispoli (vedi Castellammare di Stabia (Na). Dopo un anno di stop per il nuovo allestimento, riapre il museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi”. Inaugurazione con il ministro Sangiuliano. Uno spazio anche per il Doriforo di Stabia, trafugato dai clandestini ed esposto a Minneapolis (USA).  Il procuratore Fragliasso fa il punto sull’iter giudiziario per far tornare il capolavoro in Italia | archeologiavocidalpassato), e dopo un anno di stop, il museo Archeologico di Stabia “Libero d’Orsi” riapre al pubblico il 6 marzo 2024 nel suo rinnovato allestimento, con un percorso ampliato, depositi visitabili e scuola di formazione e digitalizzazione.

Si duplicano le sale e si arricchisce la collezione di opere provenienti dalle ville del territorio stabiese. 507 i reperti ora esposti, tra dipinti murali, arredi marmorei, suppellettili in ceramica e bronzo. Il percorso si integra con tecnologie e apparati multimediali didattici che implementano l’accessibilità fisica e culturale delle opere e dei contenuti. Valorizzati anche i depositi del complesso, secondo un nuovo concept finalizzato a renderli non più solo luoghi di conservazione ma anche di fruizione e ricerca, aperti al pubblico. Oggi il percorso di visita è stato ampliato con l’introduzione di nuovi reperti restaurati mentre quello esistente è stato rivisitato alla luce dell’introduzione delle nuove tecnologie, di apparati multimediali e didattici.

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Reggia di Quisisana: il nuovo allestimento del museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi” (foto parco archeologico pompei)

Per la prima volta gli allestimenti mettono insieme gli apparati decorativi delle ville marittime rinvenute sulla collina di Varano durante gli scavi di età borbonica e quelli scoperti da Libero D’Orsi a partire dal 1950. L’allestimento che vede riuniti, dopo oltre 250 anni, i reperti stabiesi conservati al Mann e quelli rinvenuti dal preside, oggi custoditi al Quisisana, è stato possibile grazie all’Accordo siglato con il Mann per la valorizzazione del patrimonio stabiano che consente al museo di avere in prestito per tre anni molti dei reperti rinvenuti a Stabia secondo cicli di rotazione. Pertanto, per la prima volta sarà possibile fruire degli apparti decorativi organizzati per contesti di provenienza.

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Inaugurazione del museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi”: da sinistra, Massimo Osanna, direttore generale Musei; Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura; Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Pompei (foto parco archeologico pompe)

“La riapertura al pubblico del museo Archeologico di Stabia, con il suo nuovo allestimento, le sue collezioni arricchite dai reperti provenienti dalle ville stabiesi e la riunione temporanea con quelli conservati al Mann, le sue sale rinnovate, il centro di formazione avanzato”, dichiara il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, “è una notizia bellissima per la cultura. Questo è un sito unico che, grazie al lavoro di tutti, torna a splendere e a offrire ai cittadini e agli appassionati un’offerta incredibile di testimonianze storiche di grandissimo rilievo. Un tassello fondamentale dell’operazione strategica di valorizzazione di questa area, all’interno del progetto della Grande Pompei, ovvero quell’immenso parco della storia diffuso, entro cui insistono le aree archeologiche di Pompei, Ercolano, Stabia, Oplontis, Boscoreale e tutto il territorio circostante. Il nuovo museo di Stabia sarà una delle perle di questo progetto che testimonia, ancora una volta, la centralità che la Campania ha per l’archeologia mondiale e la nostra scelta di continuare ad investire su queste meravigliose ricchezze del patrimonio culturale della Nazione. Su Castellammare c’è anche un finanziamento del Ministero pari a 4 milioni di euro per il restauro e la rifunzionalizzazione del Convento di San Francesco, alle spalle del Museo Diocesano. Il progetto esecutivo è in consegna. Entro l’estate avvieremo i lavori”.

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Firma della convenzione tra Gaetano Cimmino (sindaco) e Massimo Osanna (dg Pompei) per allestire il museo Archeologico di Stabia nella Reggia di Quisisana (foto parco archeologico pompei)

“Oggi si raccolgono i frutti di un progetto ambizioso in cui ho creduto da sempre, impegnandomi in prima linea per la valorizzazione della Reggia di Quisisana, divenuta, dal 2020, il naturale e prestigioso spazio espositivo del patrimonio archeologico dell’antica Stabiae”, interviene il direttore generale dei Musei, Massimo Osanna. “Visitare il museo Archeologico di Stabia significa non soltanto comprendere la vita e la cultura del passato, ma anche proiettarsi verso il futuro: qui, infatti, si intende costruire un modello virtuoso di dialogo con il territorio, una buona pratica basata sulla sinergia interistituzionale e sulla ricerca scientifica sperimentale. L’istituto, che riapre al pubblico con un nuovo allestimento arricchito nella compagine di reperti esposti e nella metodologia di comunicazione didattica, è un invito alla scoperta della nostra storia: anche l’accordo di valorizzazione con il museo Archeologico nazionale di Napoli ha permesso di proporre ai visitatori un viaggio straordinario tra manufatti appena sottoposti a un’attenta campagna di restauro”

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Reggia di Quisisana: i depositi accessibili del museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi” (foto parco archeologico pompei)

“Il museo Archeologico di Stabia è molto più di un museo di opere archeologiche di pregio, per quantità e qualità che evidenziano il valore storico e culturale del territorio stabiano”, sottolinea il direttore del parco Gabriel Zuchtriegel, “ma un vero e proprio polo culturale e centro di ricerca di richiamo internazionale, in quanto sede di una scuola di formazione per la valorizzazione dei beni culturali dotata di attrezzature per la digitalizzazione e depositi accessibili per la ricerca e lo studio”

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La Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia ospita il museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi” (foto parco archeologico di pompei)

Il museo è ospitato dal 2020 negli spazi della Reggia di Quisisana – edificio che vanta una storia di oltre sette secoli, poi valorizzato in epoca borbonica – come spazio dedicato all’esposizione di numerosi e prestigiosi reperti del territorio stabiano, insieme a preziose testimonianze della vita quotidiana, in particolare quella che si svolgeva nelle ville romane d’otium (lussuose residenze finalizzate al riposo, del corpo e dello spirito, dalle attività e dagli affari) e nelle ville rustiche (simili nella concezione alle moderne fattorie), site in posizione panoramica con “vista” sul Golfo di Napoli. L’operazione di valorizzazione del complesso del Quisisana, in concessione d’uso dal Comune di Castellammare, fu curata e promossa dal parco archeologico di Pompei diretto all’epoca dall’attuale direttore generale dei Musei, Massimo Osanna, consentendo di restituire al patrimonio italiano il più antico sito reale borbonico, oggi sede di un prestigioso Museo e centro di cultura.

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Il plastico multimediale nel museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi” (foto parco archeologico pompei)

Il percorso multimediale. I 6 dispositivi multimediali lungo il percorso raccontano, attraverso modalità immersive e partecipative, le forti relazioni tra la città antica e quella contemporanea. Si racconta di un sito archeologico straordinario, l’antica Stabiae, due volte distrutta e due volte rinata. Conquistata e devastata nel corso della Guerra Sociale dalle truppe di Silla, come punizione per essere passata dalla parte dei ribelli italici, riprende vita come pagus di Nocera e diventa sede di importanti e prestigiose ville marittime, dotate di meravigliosi e lussuosi apparati decorativi. Successivamente verrà distrutta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. alla stregua di Pompei ed Ercolano, ma a differenza di queste ultime rinasce già nel 90 d.C. come riporta il poeta Stazio. Stabiae era sede di una statio della flotta misenate e continuerà ad esserlo anche in età post eruzione, come ci dimostrano i reperti rinvenuti sotto la Cattedrale di Castellammare di Stabia. Nella prima sala un plastico multimediale entra in relazione con i reperti esposti, raccontando in un lungo arco temporale le trasformazioni del territorio – compreso tra Ercolano, il Vesuvio, Pompei fino a Sorrento sul versante napoletano e Nocera e i Monti Lattari su quello salernitano; e i due diversi momenti di scoperta della città antica di Stabia, la prima in età borbonica (negli anni in cui furono scoperte Pompei ed Ercolano); la seconda a opera del preside Libero D’Orsi, negli anni ‘50.  Quest’ultimo momento, in particolare, viene ripercorso attraverso un diario multimediale con la voce, le foto e gli appunti del preside D’Orsi. Un libro cartaceo multimediale che i visitatori possono sfogliare virtualmente per scoprire tutti i particolari che hanno fatto la storia e la fortuna degli scavi. Per la realizzazione di questa installazione è stato importante il contributo del Comitato scavi di Stabia, che conserva il prezioso patrimonio documentale di Libero D’Orsi.

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Museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi”: esposti i preziosi reperti provenienti dai complessi residenziali dell’ager stabiano (foto parco archeologico pompei)

Le relazioni con il territorio. Il nuovo concept del museo è fortemente orientato a mettere in risalto le connessioni che l’antica Stabiae seppe creare con le risorse del suo ager (territorio) circostante, corrispondente oggi ai comuni di S. Antonio Abate, Santa Maria La Carità, Gragnano, Casola, Pimonte. Un ricco e variegato territorio che, in epoca romana, fu connotato dall’impianto di interessanti complessi residenziali e produttivi nel rispetto della vocazione di ciascun fondo agricolo. Contesti poco conosciuti dalla comunità che il Museo intende valorizzare e raccontare nella sua specificità. Un’ampia sezione è dedicata ai ritrovamenti provenienti da questi complessi, dotati di apparati di importante impegno architettonico e decorativo, dalle stanze di soggiorno, ai triclini e ai cubicula (stanze da letto) fino ad arrivare ai raffinati complessi termali. Il progetto scientifico è stato curato dal direttore generale Gabriel Zuchtriegel e da Maria Rispoli, direttrice del museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi”. Hanno contribuito alla realizzazione dei contenuti, studiosi del territorio, allievi della SSM – Scuola Superiore Meridionale e ricercatori dell’università della Campania “Luigi Vanvitelli”.

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Museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi”: la nuova sezione è completamente dedicata al paesaggio. Gli allestimenti evocano le grandi sale affacciate sul Vesuvio e sul golfo stabiano (foto parco archeologico pompei)

La nuova sezione è completamente dedicata al paesaggio visto come determinante per la costruzione del rapporto tra natura e ambiente costruito. Gli allestimenti evocano le grandi sale affacciate sul Vesuvio e sul golfo stabiano che rappresentano ancora oggi quinte sceniche proiettate sul mare. Nel museo il paesaggio che era godibile in età pre 79 d.C. è stato riscostruito fedelmente sul fondo della sala, spogliandolo di tutte le costruzioni contemporanee, e riproponendolo in una proiezione dinamica che cambia nell’arco delle 24 ore della giornata. La proiezione diventa la quinta prospettica agli arredi rinvenuti nei peristili e nei giardini delle ville di Varano. Su di essi si affacciavano gli ambienti dedicati al soggiorno e al riposo diurno, all’otium e alla lettura, alla convivialità e all’ospitalità che mantenevano perennemente lo sguardo proiettato sul panorama: Ischia e Capo Miseno, Capri e la penisola sorrentina ma anche le alte e verdi montagne di cui Simmaco elogia la qualità e la salubrità del latte prodotto dagli armenti che qui pascolavano. Alle pareti le numerose figure di offerenti, i ritratti dei proprietari di casa, le figure femminili e maschili colte in atteggiamento pensieroso e languido. I volti sono visti nella loro intimità, assorti e pensanti, profondamente in simbiosi con il contesto. Campeggiano sulle pareti delle sale le parole di Cicerone, che scrive una lettera all’amico Marco Mario: Non ho dubbi in proposito: hai tratto un’apertura nella tua camera da letto e ti sei spalancato un panorama sul golfo di Stabia […]. Il ritrovamento del carro interamente conservato con i suoi cavalli, lungo le rampe di Villa Arianna, è testimonianza di una viabilità interna tra il pianoro di Varano e il mare ma è anche segno di una strage, quella dell’eruzione pliniana, che ha distrutto e sepolto l’antica città. Ma a differenza di Pompei ed Ercolano, Stabiae rinasce. Scomparsa Pompei, Stabiae rappresentava l’unico sbocco per Nocera. Le sue vie, quella per terra e quella per mare, l’hanno salvata dall’oblio. La rinascita è raccontata mediante un’installazione multimediale interattiva e dai reperti ricevuti in prestito dal museo Diocesano sorrentino stabiese, che conserva ed espone i reperti rinvenuti sotto il duomo di Castellammare di Stabia, che risalgono al II e al III d.C.

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Reggia di Quisisana: i depositi accessibili del museo Archeologico di Stabia “Libero D’Orsi” (foto parco archeologico pompei)

I depositi archeologici di Stabia-reggia di Quisisana. I depositi, che saranno visitabili e aperti alla pubblica fruizione, sono stati ideati e progettati non solo come luoghi deputati alla conservazione di un patrimonio archeologico sconosciuto ai non addetti ai lavori, ma anche come spazi dedicati alla conoscenza e alla condivisione, aperti al pubblico e alle professionalità più diverse per lo studio e per il lavoro. Tutti gli ambienti sono stati progettati per essere fruibili al pubblico, suddivisi in spazi perennemente accessibili e per aperture occasionali: l’obiettivo è di accompagnare il visitatore in un inedito “dietro le quinte”, nel cuore pulsante di un lungo processo conoscitivo e scientifico che va dallo scavo del reperto fino alla sua musealizzazione. È stato avviato un importante progetto di digitalizzazione di tutta la collezione dei reperti stabiani, il cui progetto è curato da Maria Rispoli e da Alberto Bruni. I primi dati saranno sin da subito fruibili mediante postazioni multimediali collocate nelle sale dei depositi. Essi saranno a disposizione di visitatori e di studiosi che potranno consultare i database secondo livelli di fruizione diversificata.

regione-campania_progetto-iside_locandinaCentro di formazione e laboratorio di digitalizzazione 3D della reggia di Quisisana. All’interno della Reggia di Quisisana è stato realizzato un centro di formazione avanzato, grazie al progetto “ISIDE – Percorso formativo condiviso e federato per la Safety&Security dei luoghi della cultura del MiC della Regione Campania”, finanziato con risorse del “PON Legalità” 2014-2020 del ministero dell’Interno. Grazie a tale progetto è stato possibile realizzare delle aule multimediali appositamente attrezzate con dotazioni tecnologiche estremamente avanzate, inclusi visori 3D per esperienze di formazione immersiva. All’interno di tali aule, unitamente a quelle realizzate negli altri luoghi della cultura della Regione Campania, è stata già avviata un’attività di formazione (con lezioni sia in diretta, erogate dai docenti presenti in una delle aule, sia in differita, grazie a una piattaforma didattica appositamente realizzata che può essere utilizzata dai partecipanti all’interno delle aule o da remoto, da qualunque tipo di postazione) riguardante gli aspetti della sicurezza, intesa sia come Safety che come Security, e della tutela del patrimonio al fine di aumentare le competenze e le conoscenze di tutto il personale del MiC della Regione Campania. Il progetto è strettamente connesso con un analogo progetto della Regione Calabria, grazie alla visione federata alla base della loro realizzazione. Le aule, attrezzature, infrastrutture potranno essere inoltre utilizzate per altre iniziative e progetti di formazione, al fine di garantire la giusta diffusione e disseminazione culturale in tutti i settori di interesse del MiC (e non solo), potendo operare in sinergia con università e altri istituti/enti nazionali e internazionali. All’interno degli spazi è stato anche realizzato in collaborazione con la Scuola Superiore Meridionale un apposito laboratorio per la digitalizzazione 3D dei reperti e degli oggetti artistici, attrezzato con apparecchiature e dispositivi all’avanguardia dal punto di vista tecnologico. L’intervento di ampliamento del Museo è parte di un insieme di progetti per la Reggia e il suo giardino storico per un importo complessivo di 7 milioni 616mila euro.

Ercolano. La mostra “Materia. Il legno che non bruciò a Ercolano” alla Reggia di Portici ha chiuso con un doppio successo: la risposta dei visitatori e la delocalizzazione dei reperti che conferma l’importanza della rete per lo sviluppo territoriale. Presto nuovi progetti in sinergia. Intanto i preziosi reperti lignei saranno esposti a rotazione nell’Antiquarium del Parco archeologico

portici_reggia_mostra-materia_locandinaVinta la sfida della delocalizzazione dell’esposizione dei reperti, conferma dell’importanza della rete per lo sviluppo territoriale. All’indomani della chiusura della mostra “Materia. Il legno che non bruciò a Ercolano”, prodotta dal parco archeologico di Ercolano con il consueto affiancamento del Packard Humanities Institute, nella settecentesca Reggia di Portici, residenza estiva della famiglia reale borbonica e sede del Herculanense Museum, tra i primi musei archeologici al mondo e meta dei viaggiatori del Grand Tour, si esulta per il successo del progetto culturale che non è solo la risposta del pubblico, più di 50mila visitatori, ma anche l’efficacia della partnership che ha soddisfatto tutti. La mostra è nata infatti da una straordinaria collaborazione interistituzionale con la Città metropolitana di Napoli, il dipartimento di Agraria e del Musa (Centro museale Reggia di Portici) dell’università di Napoli “Federico II” e con un finanziamento della Regione Campania. 

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Visitatori sullo scalone della Reggia di Portici che porta alla mostra “Materia. Il legno che non bruciò a Ercolano” (foto musa)


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Francesco Sirano, direttore del parco archeologico di Ercolano, all’ingresso della mostra “Materia. Il legno che non bruciò a Ercolano” alla Reggia di Portici (foto giorgia bisanti)

Il legno e la sua materia, primi attori indiscussi per 12 mesi nelle lussuose sale della Reggia, reperti intrisi di umanità, hanno raccontato ai visitatori storie di ritrovamenti, utilizzi, impieghi nella quotidianità degli antichi e non solo. Tutti questi elementi sono stati protagonisti anche dei social con le “Schegge del Parco”, il nuovo format lanciato di recente dove Francesco Sirano, direttore del parco archeologico di Ercolano, narra la storia del reperto, e con una trasposizione all’interno del Parco, ne mostra poi il luogo del ritrovamento. Ma non finisce qui. Ai visitatori del Parco verrà offerta l’opportunità di poter fruire ancora dei reperti in legno, grazie a una programmazione cadenzata che permetterà di rivedere i pezzi nella cornice dell’Antiquarium del Parco.

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Francesco Sirano, direttore del parco archeologico di Ercolano, accompagna i giovani visitatori del territorio alla mostra “Materia” nella Reggia di Portici (foto paerco)

“Gli straordinari reperti in legno, particolarità unica al mondo del nostro patrimonio”, dichiara Sirano, “sono diventati, nello spirito UNESCO, occasione per proseguire la tessitura di rete territoriale valorizzando anche altri meravigliosi luoghi ricadenti nella buffer zone, quali la splendida Reggia di Portici. Non ci è parso sostenibile continuare a tenere i reperti in legno all’interno dei depositi e abbiamo scelto di condividerli sul territorio e con la comunità, non nell’Antiquarium del Parco, ma nel sito che fu la sede del primo museo borbonico dedicato ai siti vesuviani. Oggi i reperti tornano al Parco e, dato il successo della Mostra, questo non sarà un addio ma un arrivederci perché il Parco lavorerà ad esporre i reperti in Antiquarium, così come continueranno la collaborazione con i partner istituzionali e le ricerche con il dipartimento di Agraria”.

“Si è conclusa il 31 dicembre 2023 la straordinaria mostra Materia: il legno che non bruciò ad Ercolano”, interviene il direttore del Centro MUSA – Musei delle Scienze Agrarie, Stefano Mazzoleni. “Inaugurata a dicembre 2022, nella maestosa Reggia di Portici, la mostra ha rappresentato un’esperienza culturale senza precedenti, conducendo i visitatori in un viaggio attraverso la storia e l’archeologia, sottolineando il forte legame tra l’antica Ercolano e la settecentesca Reggia borbonica. La Reggia fu realizzata nel Settecento come residenza estiva per la famiglia reale borbonica e divenne sede dell’Herculanense Museum, uno dei primi musei archeologici al mondo, meta del Grand Tour da tutta Europa. Successivamente, dal 1872, diventò invece sede della Real Scuola di Agricoltura di Portici, oggi dipartimento di Agraria dell’università di Napoli “Federico II”. La mostra ha inoltre contribuito a rafforzare il legame di collaborazione tra l’ateneo federiciano e il parco archeologico di Ercolano, custode dei millenari reperti archeologici. Nonostante la fine di questa mostra unica, il legato culturale e storico continuerà a vivere, promuovendo la consapevolezza e l’apprezzamento della ricca eredità dell’area. Guardiamo avanti a nuove iniziative che continueranno a celebrare e preservare la storia di questo luogo straordinario. Un grazie a tutti i visitatori che hanno condiviso con noi l’entusiasmo e la meraviglia di fronte a delle opere assolutamente uniche ed affascinanti. La grande partecipazione e l’entusiastico interesse dei visitatori ha anche rinsaldato il legame tra il territorio e le istituzioni culturali”.

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Visitatori alla mostra “Materia. Il legno che non bruciò a Ercolano” nella Reggia di Portici (foto musa)

Soddisfazione anche da parte di Matteo Lorito, rettore dell’università di Napoli “Federico II”: “Si chiude una mostra di rara bellezza, frutto di una collaborazione virtuosa tra istituzioni, che ha consentito di riportare nella reggia voluta da Carlo di Borbone reperti archeologici unici al mondo esposti in un contesto straordinario e con modalità che hanno consentito a migliaia di persone di immergersi nella quotidianità dell’epoca romana. Si ringrazia il parco archeologico di Ercolano e la Città metropolitana per aver voluto prestare al dipartimento di Agraria legni fossilizzati. Un dipartimento nel quale da molti anni, tra le tante discipline scientifiche, si studiano legni fossili anche del Neolitico”. E Danilo Ercolini, direttore del dipartimento di Agraria: “Ospitare la mostra Materia a Portici è stato, oltre che un piacere, un chiaro esempio di proficua collaborazione tra istituzioni. Abbiamo a cuore la valorizzazione della reggia di Portici, e ogni collaborazione con altri enti territoriali che aiuta questa valorizzazione sarà benvenuta. I numerosi visitatori della mostra, unica e favolosa nel suo genere, hanno avuto anche occasione, non soltanto di visitare la reggia di portici e apprezzarne il valore, ma pure di entrare in contatto con la nostra realtà universitaria, maturando consapevolezza delle numerose attività di didattica, ricerca e terza missione svolte dal dipartimento di Agraria, dipartimento di eccellenza per il quinquennio 2023-’27”.

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Veduta dall’alto della Reggia di Portici che ospita la mostra “Materia” promossa dal parco archeologico di Ercolano (foto paerco)

Entusiasta della collaborazione anche Gaetano Manfredi, sindaco della Città Metropolitana, nel cui patrimonio immobiliare rientra la Reggia: “Si è trattato di un’esperienza molto positiva. Innanzitutto per la grande e proficua sinergia, che ha consentito di mettere insieme realtà istituzionali diverse che hanno lavorato tutte per un unico obiettivo. Ma soprattutto perché, grazie a questa mostra – che ha consentito a migliaia di visitatori non solo di ammirare reperti unici al mondo, ma anche di scoprire lo straordinario palazzo reale borbonico, di passeggiare nelle sue splendide stanze, nei suoi giardini, nel ricchissimo orto botanico – possiamo affermare che è iniziata una nuova era per la Reggia di Portici: quella in cui si è finalmente aperta al mondo, ritrovando la sua funzione originaria di polo museale e di attrattore culturale e turistico per tutto il territorio. Il grande impegno messo in campo dalla Città Metropolitana, con la realizzazione di importanti lavori di restauro per la valorizzazione del patrimonio architettonico e storico-artistico del complesso monumentale, che è oggi tra i più splendidi esempi in Europa di residenza estiva della famiglia reale borbonica, sta portando ora i suoi frutti. Il successo di questa mostra ci dimostra che dobbiamo andare avanti su questa strada”.

Archeologia 2024. Ecco le date da fissare in agenda per le grandi kermesse di incontri e confronti, e le rassegne del cinema archeologico in Italia

Siamo all’inizio di gennaio. Avete pronta l’agenda per fissare le date degli appuntamenti da non perdere? Le grandi kermesse di incontri e confronti aprono e chiudono l’anno. Le rassegne del cinema archeologico più importanti sono concentrate tra l’ultimo scorcio dell’inverno e l’avvio dell’autunno.

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L’ingresso al Palacongressi di Firenze per tourismA (foto archeologia viva)

Si inizia a febbraio con tourismA – Salone dell’Archeologia e del Turismo Culturale, momento di esposizione, divulgazione e confronto di tutte le iniziative legate alla comunicazione del mondo antico e alla valorizzazione delle sue testimonianze promosso da Archeologia Viva, diretta da Piero Pruneti (Giunti editore). Appuntamento al Palacongressi di Firenze dal 23 al 25 febbraio 2024): sarà la decima edizione che, a detta degli organizzatori si annuncia straordinaria. Inaugurazione generale: giovedì 22 febbraio 2024, nel nuovo tempio della cultura Giunti Odeon; inaugurazione riservata a operatori e ospiti: venerdì 23 febbraio 2024, in Palazzo Strozzi Sacrati sede della Regione Toscana.

Si chiude a novembre con la XXIV Borsa mediterranea del Turismo archeologico, promossa da Regione Campania, Città di Capaccio Paestum e Parco Archeologico di Paestum e Velia, col patrocinio del ministero della Cultura, del ministero del Turismo, e del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. Appuntamento al Next – ex tabacchificio di Paestum (Sa) dal 31 ottobre al 3 novembre 2024: 160 espositori, 20 Paesi esteri. 150 conferenze e incontri con 600 relatori, workshop con bayer europei e nazionali, un viaggio nell’antichità con la mostra di archeologia virtuale e i laboratori di archeologia sperimentale, orientamento alla formazione e al lavoro.

firenze_archeofilm_2024_logo-locandinaA marzo arriva il Firenze Archeofilm, il Festival Internazionale del Cinema di Archeologia Arte Ambiente, giunto alla sesta edizione, organizzato da Archeologia Viva (Giunti Editore) nell’ambito delle manifestazioni promosse da “tourismA”. Appuntamento dal 6 al 10 marzo 2024 a Firenze, al Cinema La Compagnia (via Cavour 50r), con ingresso libero e gratuito. Anche in questa edizione saranno selezionati documentari prodotti a livello mondiale.

rovereto_rassegna-RAM-2024_logo-locandinaA ottobre, invece, è il momento del RAM film festival – Rovereto Archeologia Memorie, giunto alla 35.ma edizione, organizzato dalla Fondazione Museo Civico Rovereto, dedicato all’archeologia e al patrimonio culturale materiale e immateriale. Appuntamento a Rovereto, sede principale il teatro Zandonai, dal 2 al 6 ottobre 2024, con proiezioni, incontri, esposizioni, corsi di formazione, visite guidate alla scoperta del territorio e molto altro, in una contaminazione tra conoscenza, emozione e informazione. In programma i più recenti e spettacolari documentari, docu-fiction e corti animati sulla ricerca archeologica e sul patrimonio culturale materiale e immateriale – siti, monumenti, popoli, culture e tradizioni lontane – per sensibilizzare il pubblico rispetto alla bellezza e alle fragilità dei tesori del nostro passato e del nostro presente attraverso la prospettiva esperienziale del cinema.

licodia-eubea_festival-della-comunicazione-e-del-cinema-archeologico_logoNeanche il tempo di archiviare l’edizione roveretana che è già il momento del Festival della Comunicazione e del Cinema Archeologico di Licodia Eubea (Ct) giunto alla XIV edizione, evento cinematografico dedicato alla divulgazione dell’Antico attraverso le arti visive, organizzato dall’associazione culturale Archeovisiva con la collaborazione logistica dell’Archeoclub d’Italia di Licodia Eubea “Mario Di Benedetto” e il sostegno di Regione Siciliana, Sicilia Film Commission, ministero della Cultura e Comune di Licodia Eubea. Appuntamento al teatro della Legalità e nella chiesa di San Benedetto e Santa Chiara di Licodia Eubea, piccolo borgo nel cuore degli Iblei, dal 7 al 13 ottobre 2024.

“Il restauro storico di giardini e parchi storici”: al parco archeologico di Pompei un corso di formazione per “Giardinieri d’arte”

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Il giardino della Casa degli Amorini di Pompei (foto parco archeologico pompei)

C’è tempo fino alle 18 di mercoledì 27 dicembre 2023 per presentare la domanda di partecipazione al “Corso di qualificazione professionale per giardiniere d’arte per giardini e parchi storici” finanziato dalla Regione Campania a cura dell’ente di formazione Bridge in collaborazione con il parco archeologico di Pompei, la Società REAM, ditta specializzata di manutenzione del verde e con il supporto de Il Tulipano soc coop sociale, già impegnata nel Parco in progetti di agricoltura sociale con ragazzi con autismo e/o disabilità cognitivo.

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Giardino della Casa dell’Ancora a Pompei (foto parco archeologico pompei)

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Giardino della Casa delle Nozze d’Argento a Pompei (foto parco archeologico pompei)

Il bando-programma prevede 150 ore di lezioni teoriche presso le sedi di Pompei e di Napoli, 150 ore di formazione on line, 120 ore di laboratorio e 180 ore di stage presso il parco archeologico di Pompei e le aziende del territorio. I corsi prenderanno avvio dal mese di gennaio 2024. Saranno selezionati attraverso prova scritta e orale 20 partecipanti e 4 uditori. Il programma delle lezioni comprende temi e approfondimenti di botanica, agronomia, paesaggio, archeologia, restauro, rilievo, tecniche colturali, sicurezza, informatica, pratiche gestionali. Al termine del corso sarà rilasciato un attestato abilitante all’esercizio dell’attività di manutenzione del verde art. 12 legge numero 154/2016 e accordo conferenza Stato regioni-22 febbraio 2018.

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Giardini dei praedia di Giulia Felice a Pompei (foto pier paolo metelli)

Il corso si svolgerà in buona parte presso il parco archeologico di Pompei, che da anni investe nella gestione, manutenzione e valorizzazione del verde e del paesaggio delle aree archeologiche, nonché nella ricostruzione storica dei giardini delle domus, attraverso il vivaio del Parco, vero e proprio laboratorio di studio agricolo ai fini della produzione di colture “antiche”. La formazione prevede un percorso gratuito di 600 ore capace di formare professionalità in grado di intervenire nel processo di conservazione, rinnovamento, manutenzione e restauro di giardini e parchi storici, pubblici o privati, rispettandone le forme originarie e valorizzandone le peculiarità storiche, di cultura materiale, architettoniche, ambientali, paesaggistiche, attraverso l’utilizzo delle tecniche e dei materiali più idonei al tipo di intervento da realizzare.