Torino. Sabato sera gratuito al museo Egizio, tra luglio e agosto, grazie allo “Speciale Estate con Francorosso”

Accordo museo Egizio – Alpitour World: da sinistra, Tommaso Bertini, Pier Ezhaya e Christian Greco (foto graziano tavan)
Sabato sera gratuito al museo Egizio di Torino grazie allo “Speciale Estate con Francorosso”. Quest’estate si potrà visitare gratuitamente il museo Egizio ogni sabato sera, dalle 18.30 alle 22.30, da sabato 1° luglio a sabato 12 agosto 2023, nell’ambito delle azioni di sostegno alla cultura ed al territorio promosse da Alpitour World con il suo nuovo piano di responsabilità sociale. Grazie all’iniziativa Speciale Estate, Francorosso, Premium Brand del gruppo turistico Alpitour World, offrirà al pubblico i biglietti del museo Egizio, prenotabili on line. Per visitare gratuitamente il museo Egizio il sabato sera è infatti necessario prenotarsi on line: https://egizio.museitorino.it/categoria/speciale-estate-con-francorosso/. Durante queste serate sarà presente lo staff di Francorosso e per tutti coloro che parteciperanno a questi appuntamenti, ci sarà la possibilità di ricevere un buono da 100 euro, spendibile su una prossima vacanza con Francorosso.

La postazione multimediale in Sala 4 consente di accedere a parte dell’Archivio fotografico del museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
In occasione dello “Speciale Estate con Francorosso” è stata collocata, nella sala 4 al secondo piano del Museo, una postazione multimediale, che renderà fruibile al pubblico una parte della collezione dell’Archivio storico fotografico che da tre anni è oggetto di un lavoro certosino di studio, catalogazione e digitalizzazione. L’Archivio Storico Fotografico del Museo Egizio è una miniera di storie inedite che custodisce 45mila documenti, di cui 1500 scatti dei primi del Novecento, inseriti nel dicembre 2021 su un sito dedicato, per poi crescere di numero di mese in mese. Un grande lavoro volto a ricostruire un racconto attraverso immagini delle Missioni Archeologiche Italiane, in 14 località in Egitto dal 1903 al 1937, che portarono a Torino oltre 30mila reperti. Ernesto Schiaparelli (1856-1928), fondatore delle Missioni Archeologiche Italiane, nonché direttore del Museo Egizio, ebbe l’intuizione di introdurre la fotografia al museo e di documentare tramite le immagini il suo lavoro di archeologo in Egitto. Correva l’anno 1903 quando partì da Torino per le campagne di scavi archeologici in Egitto, portando con sé alcuni fotografi e istituendo poi un’abitudine che fu raccolta anche dai suoi successori, come Giulio Farina. Furono così immortalati per la prima volta reperti che oggi sono a Torino, ma vengono studiati in tutto il mondo e momenti che ormai fanno parte della storia dell’egittologia. Per oltre un secolo quegli scatti sono stati custoditi con cura, senza però essere accessibili a studiosi e appassionati.

Cartoline dal passato: il ritrovamento della statua di Pendua e Nefertari all’inizio del Novecento dalla Missione archeologica italiana in Egitto (foto archivio museo egizio)
Ora grazie a Francorosso un centinaio tra gli scatti più significativi di inizio secolo, selezionati da Beppe Moiso e Tommaso Montonati, egittologi e archivisti del Museo Egizio, sono a disposizione di chiunque visiti il museo, non solo di sabato. Inoltre, attraverso la postazione multimediale il visitatore potrà portarsi a casa simbolicamente un piccolo pezzo di antico Egitto: potrà infatti scaricare gratuitamente sul proprio smartphone le fotografie che più preferisce, cartoline dal passato che documentano il momento esatto, all’inizio del Novecento, in cui furono ritrovati i reperti presenti nelle sale (ad esempio la statua di Pendua e Nefertari, il sarcofago di Duaenra, la tomba di ignoti e molti altri). L’archivio fotografico digitale del Museo Egizio si è aggiudicato il Premio Museo Open Culture Italia 2022, riconoscimento Icom-Italia (International Council of Museum), Wikimedia Italia e Creative Commons Italia e dedicato ai progetti di valorizzazione del patrimonio di musei e istituti culturali, tramite l’adozione di strumenti per il pubblico dominio o di licenze open access.
Torino. 2300 reperti antichi del museo Egizio digitalizzati e interamente accessibili sui progetti Wikimedia grazie alla collaborazione con Wikimedia Italia e Creative Commons Italia. Un esempio da seguire per i musei italiani

Operatori al lavoro per caricare le immagini dal sito del Museo su Wikimedia Commons (foto museo egizio)
Sono 2300 i reperti del museo Egizio digitalizzati e accessibili su Wikimedia, su un patrimonio di circa 40mila conservati a Torino all’interno del museo più antico al mondo dedicato alla civiltà nilotica. È il primo risultato della convenzione quadriennale stipulata nel 2022 tra Wikimedia Italia, museo Egizio e Creative Commons Italia, che prevede una collaborazione tra gli enti per rendere disponibili on line le riproduzioni fotografiche e i contenuti delle collezioni del museo Egizio, adottando gli strumenti e le licenze Creative Commons. Grazie a questa collaborazione, saranno rese disponibili online le immagini di migliaia di reperti custoditi al museo Egizio, insieme ai dati relativi alla cronologia, alla provenienza dei reperti e ai loro materiali. Si tratta di materiale che arricchisce in maniera puntuale e con testi scientificamente corretti le voci di Wikipedia nelle varie edizioni linguistiche e che permette di facilitare la ricerca su internet di immagini, dati e informazioni sulle collezioni del museo Egizio. Nel quadro della collaborazione tra il Museo, Wikimedia e Creative Commons, Wikimedia Italia sta caricando le immagini provenienti dal sito del Museo dedicato alla collezione su Wikimedia Commons, la più grande banca dati al mondo che già ospita oltre 90 milioni di immagini liberamente utilizzabili, e Wikidata, il database collaborativo che favorisce la ricerca di contenuti online.

Il direttore del museo Egizio di Torino, Christian Greco (foto museo Egizio)
“I musei sono l’enciclopedia materiale delle generazioni che ci hanno preceduto”, dichiara Christian Greco, direttore del museo Egizio. “Come sottolinea l’articolo 9 della nostra Costituzione, la Repubblica custodisce il patrimonio culturale e la ricerca tecnico-scientifica. Le nostre collezioni, quindi, appartengono alla res pubblica e rappresentano un pezzo di memoria collettiva che le generazioni precedenti ci hanno lasciato in eredità. Dunque, per far vivere la collezione, per far in modo che lo studio si sviluppi e che si sviluppi l’industria culturale e creativa, c’è necessità assoluta che tutte le collezioni siano accessibili a tutti e in ogni luogo”. E Iolanda Pensa, presidente di Wikimedia Italia: “L’apertura del museo Egizio è un importante esempio di come le istituzioni hanno l’opportunità di aprirsi al pubblico, essere accessibili e inclusive e potenziare la propria funzione al servizio della società, in collaborazione con Wikipedia, i progetti Wikimedia e usando strumenti e licenze libere Creative Commons. Siamo molto felici di sostenere il museo Egizio in questo percorso e siamo a disposizione per affiancare tutte le altre istituzioni italiane che vogliono adottare l’Open Access e muoversi sempre di più verso la definizione di museo dell’International Council of Museums (ICOM), che li vuole proprio accessibili, inclusivi e aperti al pubblico”. “L’esperienza con il museo Egizio può fare da modello apripista per tutte le istituzioni che intendono condividere il proprio patrimonio culturale con la collettività”, dichiara Deborah De Angelis, lead di Creative Commons Italia. “Realizzando la missione che le caratterizza di conservazione e divulgazione della cultura e del sapere. La cultura aperta si identifica in uno spazio di libertà e di condivisione, nel quale è possibile per chiunque, in modo democratico ed egualitario, avere accesso alla conoscenza in ogni parte del mondo, per non perdere le opportunità offerte dalle tecnologie emergenti e sostenere l’innovazione e il progresso sociale, nonché incentivare le forme di creazione collaborativa”.

Una pagina del sito web del museo Egizio “Turin Papyrus Online Platform” (foto museo Egizio)
L’Egizio è tra i musei all’avanguardia in Italia sulla digitalizzazione e sul tema dell’Open Access. Già prima della pandemia aveva lanciato il Turin Papyrus Online Platform (TPOP), vincitore del Premio del Patrimonio/ Premio Europa Nostra 2020 nella categoria “Ricerca”, che contiene fotografie ad alta risoluzione, descrizioni in inglese e talvolta traslitterazioni e trascrizioni geroglifiche di una parte dei 700 manoscritti, interi o riassemblati, e oltre 17mila frammenti di papiro, che documentano più di 3000 anni di cultura materiale scritta in sette scritture e otto lingue, conservati nella papiroteca del Museo. Un work in progress volto a rendere accessibile la Collezione papiri dell’Egizio, che è esposta in minima parte.

Home page delle Collezioni online del museo Egizio di Torino (foto museo egizio)
Sul sito http://collezioni.museoegizio.it i visitatori e studiosi possono consultare una selezione di quasi 3000 dei circa 4000 oggetti della collezione del museo Egizio. Le immagini sono scaricabili e riutilizzabili liberamente sotto licenza Creative Commons CC BY 2.0. Mentre nell’autunno 2021 è iniziata la digitalizzazione dell’archivio storico fotografico del Museo, che custodisce circa 45mila suddivise tra lastre in vetro e su celluloide, stampe ottocentesche e novecentesche, diapositive, che documentano un arco temporale tra la seconda metà dell’Ottocento e i primissimi anni Duemila e che documenta per immagini le Missioni archeologiche italiane dal 1903 al 1937 in 14 località in Egitto, che portarono a Torino oltre 30mila reperti. L’archivio storico fotografico digitale l’anno scorso è stato insignito del Premio Museo Open Culture Italia, ideato da Icom-Italia (International Council of Museum), Wikimedia Italia e Creative Commons Italia. Nell’ambito di questa strategia volta a digitalizzare e a portare sui pc di appassionati e studiosi i reperti dell’antico Egitto, si inserisce la collaborazione con Wikimedia e Creative Commons.
La collaborazione tra Wikimedia Italia e il museo Egizio può essere d’esempio per molti altri musei italiani più cauti rispetto al tema dell’open access. Per facilitarli, Wikimedia Italia ha lanciato “Tutti i musei su Wikipedia”, promosso in collaborazione con ICOM Italia, Creative Commons Italia, il Dipartimento di Economia e Statistica “Cognetti de Martiis” dell’Università di Torino, con il co-finanziamento di Wikimedia Foundation. L’iniziativa ha l’obiettivo di invitare tutte le oltre 3000 istituzioni culturali italiane a collaborare con Wikipedia e i progetti Wikimedia, accompagnandole nell’elaborazione di una Open Access Policy e nella pubblicazione di una selezione di immagini e documenti con strumenti e licenze libere. È rivolta a tutti i musei del territorio italiano, che grazie a questa collaborazione possono raggiungere nuovi visitatori e studiosi attraverso internet.
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