Paestum. Parte dalla XXIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico la proposta di un Itinerario Europeo del Patrimonio Culturale Subacqueo del Mediterraneo nell’ambito della prima Conferenza Mediterranea sul Turismo Archeologico Subacqueo. All’archeologa Lina G. Mendoni, ministro greco della Cultura, il premio “Paestum Mario Napoli”

Parte dalla XXIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (BMTA), che si terrà a Paestum dal 25 al 28 novembre 2021, la proposta di un Itinerario Europeo del Patrimonio Culturale Subacqueo del Mediterraneo, che coinvolgerà quattro regioni italiane e altrettanti Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum. Nel corso della prima Conferenza Mediterranea sul Turismo Archeologico Subacqueo (venerdì 26 novembre 2021 al Tabacchificio Cafasso) sarà presentata ufficialmente la candidatura di certificazione dell’Itinerario Culturale Europeo “Mediterranean Underwater Cultural Heritage”, che coinvolgerà Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Grecia, Egitto, Israele e Turchia. In particolare, i siti archeologici subacquei di Baia Sommersa nei Campi Flegrei e Parco Sommerso di Gaiola (Campania); Isole Egadi, Pantelleria, Plemmirio e Ustica (Sicilia); Egnazia, Isole Tremiti, San Pietro in Bevagna (Puglia); Capo Rizzuto (Calabria); Pavlopetri e Peristera (Grecia); Alessandria d’Egitto (Egitto); Cesarea Marittima (Israele); Kizlan (Turchia). L’Itinerario rappresenta una risorsa chiave per il turismo responsabile e sostenibile, rispondendo ai requisiti richiesti dal Consiglio d’Europa e con la considerazione che ci sono ancora pochi siti attrezzati e fruibili al pubblico, sia in Italia che nel resto del Mediterraneo. La richiesta di certificazione al Consiglio d’Europa ha, dunque, l’obiettivo di mettere in luce le potenzialità del turismo archeologico subacqueo, che può offrire al viaggiatore un’esperienza inedita nel segno dell’archeologia.


Ugo Picarelli, direttore della Bmta
La candidatura nasce da un’intuizione di Ugo Picarelli, direttore e fondatore della BMTA: “L’itinerario va a colmare un vuoto, dal momento che tra i 45 itinerari attualmente certificati non ce n’è uno dedicato all’archeologia”, ha spiegato Picarelli. “Grazie all’archeologo Sebastiano Tusa, che nel 2004 ha istituito la Soprintendenza del Mare in Sicilia, ho compreso le grandi potenzialità di sviluppo turistico ed economico offerte dal patrimonio sommerso. La Sicilia vanta 23 itinerari in 16 località, frutto del grande lavoro di Sebastiano, ma è manchevole sul fronte dello sviluppo dei servizi turistici integrati nelle località di interesse per cui, almeno per adesso, non può offrire un vero prodotto turistico”. Picarelli ha, poi, posto l’accento sulle opportunità offerte “da Baia Sommersa nei Campi Flegrei e dal Parco di Gaiola, a Napoli” che, con la mediazione di Fabio Pagano, direttore del Parco Archeologico dei Campi Flegrei e Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico di Napoli (Mann), potranno innescare “un processo di sviluppo dei territori costieri campani noti per il patrimonio sommerso”.


Louis Godart, accademico dei Lincei e componente del consiglio scientifico della “Maison de l’histoire européenne” al Parlamento Europeo
Sulla valenza culturale di questo Itinerario si è soffermato Louis Godart, accademico dei Lincei e componente del consiglio scientifico della “Maison de l’histoire européenne” al Parlamento Europeo. “L’Itinerario Culturale Europeo “Mediterranean Underwater Cultural Heritage” insiste su un aspetto fondamentale legato alla riscoperta dell’immenso patrimonio archeologico e storico legato al Mare Nostrum”, ha sottolineato Godart. “È essenziale far conoscere la ricchezza rappresentata dai reperti, che da millenni giacciono sui fondali del Mediterraneo e che gli scavi subacquei condotti ovunque, e in particolare nelle acque dell’Italia e della Grecia, hanno riportato e stanno riportando alla luce”. Godart si è impegnato, in qualità di esperto, designato dalla Commissione e dal Parlamento Europeo per contribuire alla grande Conferenza sul Futuro dell’Europa, a “sostenere la candidatura di questa iniziativa di fronte alle istanze europee”. “La ricerca archeologica subacquea è una disciplina relativamente giovane, ma è già riuscita a riportare alla luce testimonianze di straordinario valore, che cambiano radicalmente le nostre conoscenze sul passato del Mediterraneo”, ha precisato Godart. “Il ritrovamento dei Bronzi di Riace, per esempio, ha rivoluzionato le nostre conoscenze sulla statuaria greca e anche sui rapporti tra Grecia e Magna Grecia. La scoperta del relitto di Ulu Burun, databile al II millennio a.C. lungo le coste della Turchia, permette oramai di illustrare in modo concreto non solo l’intensità dei rapporti tra il Vicino Oriente e l’Egeo, ma anche la diffusione della scrittura in ambito non palaziale. Lo scavo del compianto Sebastiano Tusa ha riportato alla luce le straordinarie testimonianze della battaglia delle Egadi del 10 marzo 241 a.C. e aperto una nuova pagina nel grande libro della storia”.


L’archeologo subacqueo Luigi Fozzati, coordinatore scientifico della Conferenza Mediterranea sul Turismo Archeologico Subacqueo
Luigi Fozzati, coordinatore scientifico della Conferenza Mediterranea sul Turismo Archeologico Subacqueo, ha invece posto l’accento sull’importanza di preservare i siti di archeologia subacquea, disciplinando anche il flusso turistico. “I siti sommersi sono meta internazionale di un numero sempre maggiore di turisti subacquei”, ha spiegato Fozzati. “Sono circa 30milioni i subacquei certificati a livello mondiale e circa 6milioni quelli che si sono tuffati almeno una volta senza certificazione. La crescita esponenziale di questa attrazione pone già alcuni problemi o esigenze primarie: tutela, conservazione, manutenzione e ricerca scientifica devono avere la precedenza assoluta. Il turismo archeologico, per svolgere appieno le proprie potenzialità, esige un sistema turistico locale integrato ed efficiente, nel quale attori diversi accettino e sappiano interagire nell’ambito di un’équipe interdisciplinare che comunque preveda sempre la presenza di restauratori e manutentori professionali”. Fozzati ha, poi, precisato che “non va trascurato l’elemento tecnologia: il turismo archeologico subacqueo è da subito anche una pratica tecnologica, in quanto necessita di una serie di apparecchiature”.


L’archeologa Lina G. Mendoni, ministro della Cultura e dello Sport della Grecia
Sulla valorizzazione dei siti di archeologia sommersa punta anche l’archeologa Lina G. Mendoni, ministro della Cultura e dello Sport della Grecia, che alla prima Conferenza Mediterranea sul Turismo Archeologico Subacqueo riceverà il premio “Paestum Mario Napoli”. In particolare il ministro greco focalizza l’attenzione su Pavlopetri, al largo della costa della Laconia meridionale, e Peristera, nelle Sporadi, che vanta il primo museo sottomarino della Grecia, inaugurato nell’agosto 2020. “Il patrimonio archeologico subacqueo in Grecia è enorme e valorizzarlo è uno degli obiettivi principali del Ministero della Cultura e dello Sport greco che negli ultimi anni, in collaborazione con gli enti locali, ha avviato una campagna di valorizzazione e riqualificazione dei siti archeologici subacquei in varie zone del Paese, nel pieno rispetto della normativa nazionale ed internazionale. Lo scopo principale di questa campagna è quello di rendere i siti sottomarini, sia vicino alla costa che in mare aperto, accessibili e attraenti non solo per la comunità subacquea ma anche per il grande pubblico. Pavlopetri e Peristera sono due siti in cui sono già state realizzate le necessarie opere infrastrutturali, nell’ambito di progetti pilota volti a rendere accessibile a tutti i due siti, anche attraverso sistemi di imaging digitale”. Il ministro ellenico ha, poi, sottolineato: “Sostenibilità, sviluppo controllato e distribuzione uniforme dei flussi turistici durante tutto l’anno, e non su base stagionale, sono i principi chiave delle politiche attuate dal ministero della Cultura e dello Sport ellenico. Questo è particolarmente vero per i siti costieri e sottomarini che sono per natura più vulnerabili e sono sempre più minacciati dagli effetti dei cambiamenti climatici”.
Appello per la Gaiola. Lettera-manifesto promossa dal museo Archeologico nazionale di Napoli con enti e università in rete per sensibilizzare su un “Luogo della cultura” unico al mondo dal punto di vista storico, archeologico e paesaggistico: il Parco sommerso di Gaiola che nel dopo Covid-19 rischia di essere dimenticato. Riapre invece il limitrofo parco archeologico ambientale del Pausilypon
Difendiamo la Gaiola! Salviamo la Gaiola! Sono già cinquanta, primo firmatario Paolo Giulierini, ad aver sottoscritto il “manifesto” per la Gaiola, promosso dal museo Archeologico nazionale di Napoli e dalla sua rete con istituzioni culturali ed Università: una lettera aperta per sensibilizzare alla fruizione consapevole di un luogo unico dal punto di vista storico, archeologico e paesaggistico. A Napoli esiste infatti un “Luogo della cultura” unico al mondo. Unico al mondo per essere probabilmente la perfetta sintesi tra la storia della natura, la storia dell’uomo e quella dei vulcani che da sempre forgiano le nostre terre. Si chiama Parco Sommerso di Gaiola, un patrimonio di tutti, da amare e da proteggere. Il Parco Sommerso di Gaiola è oggi sia una Riserva marina dello Stato (Decreto Interministeriale 7 agosto 2002) che un ‘Luogo della cultura’ (art. 101 del Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 “Codice dei beni culturali e del paesaggio”) e in queste sue due anime risiede la sua unicità, di patrimonio naturalistico e culturale.
La storia ci dice che, proprio per la bellezza e amenità dei luoghi nel I sec. a.C. il ricco cavaliere romano Publio Vedio Pollione volle costruire qui la sua villa d’otium che chiamò Pausilypon, “luogo dove cessano gli affanni”. Alla sua morte divenne dimora imperiale, ed oggi le testimonianze di questo antico sfarzo sono sparse ovunque, sopra e sotto la superficie del mare. Risalendo la collina dalle profondità marine, infatti, si passa dai resti di strutture portuali, peschiere, e aree termali fino a giungere sulle sommità dove sorgono l’Odeion e il Teatro oggi racchiusi nel Parco Archeologico ambientale del Pausilypon. In epoca più recente l’area divenne tappa obbligata dei viaggiatori del Grand tour e poi a partire dalla fine dell’ottocento proprietà di facoltosi personaggi come Paul Getty, Maurice Sandoz, Gianni Agnelli, fino a quando nel 1989 la villa sull’Isola fu messa all’asta giudiziaria e passò in mano pubblica. In poco meno di 20 anni l’area purtroppo andò incontro ad un progressivo degrado che ne trasfigurò la sua stessa identità. Nel 2002 l’istituzione del Parco Sommerso di Gaiola ed il paziente lavoro di recupero dal basso di un gruppo di ricercatori hanno tenacemente ridato dignità e bellezza al sito. Quel gruppo di ricercatori, il Centro Studi Interdisciplinari Gaiola onlus, è un esempio virtuoso di questa Città, che il Ministero dell’Ambiente e quello dei Beni culturali, di concerto, hanno riconosciuto quale Ente gestore del Parco, e oggi come allora continua a remare sempre nella stessa direzione, quella della salvaguardia di un bene comune inestimabile.
Come è noto, l’emergenza Covid ha avuto un effetto deflagrante sull’intero Paese e sul settore dei beni culturali che pian piano stanno trovando la strada della riapertura seppur tra le tante difficoltà e un complesso quadro normativo da seguire per tutelare la salute dei cittadini e riaprire al mondo le porte del nostro patrimonio. Tra questi il Parco Sommerso della Gaiola si trova a percorrere una strada più erta rispetto a molti altri luoghi della cultura, proprio per la sua particolarità e fragilità. Mentre si accolgono con entusiasmo le riaperture di vari siti culturali, chiusi per i medesimi motivi, e si prepara per il 5 luglio 2020 l’auspicata ripresa delle visite al limitrofo Parco del Pausilypon, il rischio è che il Parco Sommerso di Gaiola venga considerato meramente per questioni relative agli aspetti legati alla balneazione tralasciando l’immenso valore storico, culturale e naturalistico del sito stesso.
“Sosteniamo quindi il CSI Gaiola onlus”, si appellano i firmatari del Manifesto per la Gaiola, “nella quotidiana e caparbia lotta di salvaguardia di questo straordinario tesoro della nostra Città, e invitiamo le amministrazioni locali e i cittadini con i loro comportamenti consapevoli ad affiancare il Soggetto gestore affinché la riapertura al pubblico del Parco Sommerso di Gaiola, dopo questo duro e provante periodo di crisi per tutto il Paese, sia accompagnata da un nuovo paradigma di fruizione del sito, che metta al primo posto la tutela del nostro patrimonio culturale e ambientale nel rispetto dei luoghi e dei visitatori. Lavoriamo insieme per difendere e valorizzare un luogo unico al mondo”. Ecco i primi cinquanta firmatari: Paolo Giulierini, direttore museo Archeologico nazionale di Napoli; Fabio Pagano, direttore Parco Archeologico Campi Flegrei; Giuliano Volpe, professore di archeologia all’università di Bari e presidente della Federazione delle Consulte universitarie di archeologia; Daniela Savy, docente di Diritto Europeo dei Beni Culturali, università di Napoli “Federico II”; Giovanni Fulvio Russo, professore ordinario di Ecologia nell’università Parthenope e presidente della Società Italiana di Biologia Marina; Carla Langella, docente di Design all’università di Napoli “Federico II”; Francesco Bifulco, docente di Economia delle Imprese Culturali, università di Napoli “Federico II”; Stefano Consiglio, docente di Organizzazione aziendale, direttore dipartimento Scienze sociali, università di Napoli “Federico II”; Antonino Miccio, direttore Area Marina Protetta “Regno di Nettuno”; Maria Rosaria De Divitiis, presidente FAI Campania; Giorgio Ventre, docente di Sistemi delle elaborazioni delle informazioni, direttore dipartimento di Ingegneria elettrica e tecnologie dell’informazione, direttore della Apple Academy, università di Napoli “Federico II”; Laura Valente, presidente fondazione Donnaregina per le arti contemporanee Museo Madre; Matteo Lorito, docente di Patologia vegetale, direttore dipartimento di Agraria, università di Napoli “Federico II”; Stefano Mazzoleni, docente di Botanica ambientale applicata, università di Napoli “Federico II” e direttore centro MUSA, Reggia di Portici; Riccardo Motti, docente di Botanica forestale, università di Napoli “Federico II” e direttore dell’Orto Botanico di Portici; Enrico Gallocchio, funzionario responsabile Parco Sommerso di Baia; Piergiulio Cappelletti, docente di Georisorse minerarie e applicazioni mineralogico-petrografiche per l’ambiente e i beni culturali, università di Napoli “Federico II” e direttore del Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche dell’università “Federico II”; Benedetto De Vivo, già professore ordinario alla “Federico II” e adjunct prof Virginia Tech USA; Mariangela Contursi, direttore generale Campania New Steel; Rosalba Giugni, presidente Marevivo; Maria Cristina Gambi, primo ricercatore alla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli; Roberto Sandulli, prof ordinario di zoologia e biologia marina, università “Parthenope” di Napoli; Franco Cutugno, docente di glottologia e linguistica, università di Napoli “Federico II”; Paolo Jorio, direttore museo del Tesoro di San Gennaro e del museo civico Gaetano Filangieri; Francesca Amirante, presidente associazione Progetto Museo; Gianluca Minin, presidente Galleria Borbonica; Ornella Capezzuto, presidente WWF Napoli; Maurizio Fraissinet, presidente ASOIM (Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale); Vincenzo Porzio, Coop. La Paranza, Catacombe di S. Gennaro; Giovanna Moresco, vice presidente associazione “Getta la rete”; Sonia Mignano, Purgatorio ad Arco; Luca Borriello, direttore INWARD Osservatorio Nazionale sulla Creatività Urbana – Parco dei Murales, presidente Rotary Community Corp Napoli Est – villa romana di Caius Olius Ampliatus, Ponticelli; Stefano Fusco, associazione Vergini Sanità; Christian Leperino, artista e presidente Smmave centro per l’arte contemporanea; Mimmo Matania, presidente Napulitanata; Ugo de Flaviis, presidente fondazione San Giuseppe dei Nudi; Massimo Faella, presidente associazione Respiriamo Arte; Lorenza Iuliano, fondazione San Giuseppe dei Nudi; Rosalba Impronta, fondazione Made in Cloister; Alessandra de Francesco, fondazione Made in Cloister; Carlo Leggieri, Celanapoli; Pippo Pirozzi, associazione Vergini Sanità; Mariano Tosti, comunicazione MUSA Reggia di Portici; Luca Simeone, presidente Napoli Pedala; Raffaele Iovine, associazione Pietrasanta Polo Culturale ONLUS; Francesco Uliano Scelza, Parco Archeologico di Paestum e Velia; Simona Di Gregorio, soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio della Basilicata; Flegra Bentivenga, Bioparco di Roma, già direttrice dell’Acquario di Napoli Anton Dohrn; Barbara Mussi, presidente Oceanomare Delphis; Marco Giglio, presidente Gruppo Archeologico Napoletano; Gabriele de Filippo, presidente Istituto Gestione della Fauna onlus; Osvaldo Cammarota, presidente ARCI Pesca Campania; Roberto Gabriele, presidente associazione Vivara onlus; Fabrizio Canonico, direttore Riserva naturale dello Stato “Oasi degli Astroni”. Per aderire: https://forms.gle/W5J1eQsaLEHXtCpB7.
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