Archivio tag | Parco archeologico di Lilibeo-Marsala

Marsala (Tp). Al parco archeologico di Lilibeo la visita guidata con osservazione astronomica dell’eclissi di luna “Lilibeo Astronomica. Un viaggio tra le stelle e la storia millenaria di Marsala”

Domenica 7 settembre 2025, “Lilibeo Astronomica. Un viaggio tra le stelle e la storia millenaria di Marsala”, un evento unico sotto la Luna Rossa. una serata indimenticabile dove archeologia e astronomia si fondono in un’esperienza multisensoriale. “Lilibeo Astronomica” ti porterà alla scoperta dell’antica città di Lilibeo, tra mosaici, domus romane e affreschi millenari, per poi alzare lo sguardo al cielo e ammirare uno degli spettacoli celesti più affascinanti del decennio: l’eclissi totale di Luna, la celebre Luna di Sangue. Visita guidata archeologica alle 18. Appuntamento alle 17.45 alla biglietteria dell’area archeologica di Capo Boeo, lungomare Boeo, Marsala (Tp). Ticket: Intero 15 euro, ridotto 8 euro. Accompagnati dagli archeologi di ArcheOfficina, si esploreranno i luoghi più suggestivi del parco archeologico di Lilibeo, immersi nella luce dorata del tramonto sul mare: Plateia Aelia, antica via romana, cuore pulsante di Lilibeo; Domus sotto il Cine Impero, eleganti mosaici e ambienti residenziali; Domus dell’insula I, terme e mosaici di ispirazione africana; Fortificazioni sul mare, protagoniste della resistenza contro Dionisio I, Pirro e l’assedio romano; Antro della Sibilla, ambiente ipogeo sotto la Chiesa di San Giovanni, legato alle origini mitiche della città. Osservazione astronomica dalle 19.30: con il cielo che si tinge di rosso, inizierà l’osservazione guidata dell’eclissi lunare a cura dell’associazione ORSA Palermo. La Luna sorgerà già in fase di totalità, offrendo uno spettacolo mozzafiato: un disco lunare rosso rame, visibile a occhio nudo e con telescopi messi a disposizione dei partecipanti. Il picco dell’eclissi sarà attorno alle 20.10, e durerà fino alle 23, regalando oltre tre ore di pura meraviglia celeste.

Augusta (Sr). Al Nuovo circolo Tennis “Lilibeo: percorsi della terra e del mare”, secondo incontro del ciclo “Parole e pietre. Rassegna di libri e cultura classica”, promosso dall’Archeoclub di Augusta

Sabato 12 luglio 2025, alle 19.30, al Nuovo circolo Tennis di Augusta (Sr), in contrada Balate, “Lilibeo: percorsi della terra e del mare”, secondo incontro del ciclo “Parole e pietre. Rassegna di libri e cultura classica”, giunta alla IV edizione, quest’anno dedicato a “Parchi archeologici di terra e di mare poco conosciuti o poco raccontati”, promosso dall’Archeoclub d’Italia sede di Augusta. Introduce Mariada Pansera, presidente dell’Archeoclub d’Italia sede di Augusta. Intervengono Maria Grazia Griffo, archeologa del parco di Lilibeo-Marsala; Caterina Greco, già direttore del museo Archeologico regionale “Antonino Salinas” di Palermo.

10 marzo, giornata dei Beni culturali siciliani: ingresso gratuito a tutti i luoghi regionali della cultura per onorare il ricordo di Sebastiano Tusa, il grande archeologo e assessore ai Beni culturali, nell’anniversario della sua tragica scomparsa. Ecco qualche idea da non perdere

sicilia_giornata-dei-beni-culturali-siciliani_sebastiano-tusa_locandinaA cinque anni dalla prematura scomparsa di Sebastiano Tusa, la Regione Siciliana si prepara a onorare il ricordo del grande archeologo e assessore ai Beni culturali attraverso un’intera giornata dedicata al suo straordinario contributo al patrimonio archeologico e artistico. In occasione della commemorazione, che avrà luogo domenica 10 marzo 2024, tutti i luoghi della cultura apriranno gratuitamente le loro porte e offriranno varie iniziative per celebrare la memoria di questo illustre studioso siciliano, tragicamente scomparso in un incidente aereo in Etiopia il 10 marzo 2019 (vedi Archeologia in lutto. Nel disastro aereo del Boing 737 precipitato in Etiopia è morto l’archeologo Sebastiano Tusa: siciliano doc, docente di paletnologia e archeologia marina, ha creato la soprintendenza del Mare. A Malindi con l’Unesco doveva promuovere ricerche subacquee nell’oceano Indiano | archeologiavocidalpassato). Le attività programmate includono visite guidate, conferenze, mostre e altre iniziative finalizzate a promuovere la cultura e la storia, ideali a cui Sebastiano Tusa ha dedicato la sua vita e la sua carriera. Per conoscere le iniziative e i luoghi che aderiscono, è possibile consultare la sezione Eventi e News del portale regionale Sicilia Archeologica (https://parchiarcheologici.regione.sicilia.it/) oppure le pagine web delle singole istituzioni culturali.

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Sebastiano Tusa, 66 anni, archeologo subacqueo di fama internazionale, soprintendente del Mare, assessore ai Beni culturali della Regione Sicilia, morto nel disastro aereo dell’Ethiopian Air LInes il 10 marzo 2019 (foto regione siciliana)

Il presidente della Regione, Renato Schifani, afferma: “Per la Sicilia è un dovere morale celebrare la figura di Sebastiano Tusa. Altrettanto doveroso è dare l’opportunità a quanti più cittadini possibile di poter ammirare, con giornate come quella del 10 marzo, l’inestimabile tesoro culturale che lui stesso ha contribuito a riportare alla luce e a valorizzare. Invitiamo tutti quanti a cogliere quest’occasione per apprezzare un patrimonio storico-artistico che appartiene alla Sicilia e al mondo intero”. L’assessore ai Beni Culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato, sottolinea l’importanza dell’evento: “Questo evento speciale offre a tutti l’opportunità di riflettere sull’importanza della conservazione del patrimonio culturale e di onorare la memoria di una figura così influente nel campo dell’archeologia e della valorizzazione dei beni culturali”.

agrigento_valle-dei-templi_giornata-dei-beni-culturali-siciliani_10-marzo_locandinaPARCO ARCHEOLOGICO DELLA VALLE DEI TEMPLI. Nella Valle dei Templi, alle 10 e alle 11.15, sono previste visite didattiche ai percorsi sotterranei e alle catacombe dei primi cristiani. Alle 12.15, all’agorà del Giardino sensoriale, è in programma “Itinerari Siciliani”, concerto di Eleonora Tabbì (voce) e Mauro Cottone (violoncello) su musiche originali e di autori siciliani. Al museo archeologico regionale “Pietro Griffo” del capoluogo, alle 19, è prevista una visita didattica a cura degli archeologi di CoopCulture. Successivamente, alle 20, si terrà in sala Cavallari il concerto “Prima dei greci” con composizioni originali e standard jazz del pianista Roberto Macrì. Necessaria la prenotazione. Nell’area archeologica di Eraclea Minoa alle 10.30 i bambini tra i 4 e i 10 anni saranno protagonisti di “FacciaNatura”, laboratorio dedicato a come realizzare un mini orto fai da te.

PARCO ARCHEOLOGICO DI GELA. Al parco archeologico di Gela, dalle 9 alle 17, ingresso gratuito al sito di Molino a Vento e alle mura timoleontee. Stessa iniziativa, dalle 9 alle 14, nel complesso minerario di Trabia Tallarita.

PARCO ARCHEOLOGICO DI TINDARI. Al parco archeologico di Tindari, dalle 9 alle 15, l’iniziativa “Alla scoperta dei siti archeologici di Tindari e di Patti Marina” proporrà visite guidate con personale specializzato.

naxos-taormina_parco_giornata-dei-beni-cultrali-siciliani-2024_locandinaPARCO ARCHEOLOGICO DI NAXOS E TAORMINA. Dalle 9 alle 17 ingresso gratuito al Teatro Antico di Taormina e al Museo e area archeologica di Naxos. Alle 17 al museo di Naxos Il parco archeologico Naxos di Taormina organizza l’incontro pubblico “Il Castello di Schisò: da roccaforte a museo, mille storie da scoprire” per illustrare i lavori di recupero, restauro e rifunzionalizzazione della fortezza diventerà il futuro polo museale di Giardini Naxos. Interverranno la direttrice Gabriella Tigano (archeologa) e l’architetto Arturo Alberti. Gabriella Tigano, inquadrerà il complesso architettonico sotto il profilo storico e archeologico sulle tracce dei documenti d’archivio e dei recenti rinvenimenti della campagna di scavo avviata nella primavera del 2021 insieme al primo intervento di restauro dei tetti e messa in sicurezza. A seguire il direttore dei lavori, Arturo Alberti, architetto con una lunga esperienza nel restauro di monumenti architettonici, riferirà al pubblico sui primi risultati dei lavori di questi due anni che partivano dalla necessaria conoscenza dei luoghi: un’operazione di indagine e recupero della memoria di uno spazio che fino alla metà del secolo scorso, insieme all’edificio storico e alla cappella annessa, include anche uno storico stabilimento per la lavorazione e il commercio degli agrumi e che adesso si configura come un esempio di archeologia industriale. Il Castello di Schisò è stato acquistato dal Parco Naxos Taormina nel 2018 e da allora fa parte dei beni della Regione Siciliana.

PARCO ARCHEOLOGICO DI SELINUNTE. A Selinunte visite guidate tematiche, alle 11.45 e alle 12. Previsto alle 10.30 anche un laboratorio per bambini che, partendo dal racconto di Demetra e Kore, celebrerà l’arrivo della primavera con la realizzazione di tanti coloratissimi fiori di carta.

PARCO ARCHEOLOGICO DI SEGESTA. Anche al parco archeologico di Segesta sono previste visite guidate: alle 11 partirà un percorso tematico che si snoderà attraverso il teatro, l’agorà, il tempio dorico e la zona della moschea. Per i bambini, alle 10.30, oltre a una visita delle installazioni della mostra “Elyma” di Gandolfo Gabriele David, è previsto un laboratorio sui pani votivi di San Giuseppe. Dopo il devastante incendio del luglio 2023, la Natura sta facendo il suo corso e l’erba e le piante sono rinate. Salendo verso il Tempio si entra in simbiosi con la mostra e la Natura che rinasce. Una scultura-altare a gradoni, quasi un’ara votiva di grande impatto, che accompagna l’ascesa verso l’ultimo livello, all’interno del Tempio, dove sta spuntando il grano antico seminato dai bambini della 2B dell’I.C. Vivona di Calatafimi-Segesta. Un’azione performativa e rito collettivo, condiviso con la comunità locale, che ha visto nel ciclo del grano la resilienza della vita di fronte alle avversità, la natura che supera le fiamme.

lilibeo-marsala_parco_giornata-dei-beni-culturali-siciliani_il-museo-segreto_locandinaPARCO ARCHEOLOGICO DI LILIBEO – MARSALA. Al parco archeologico Lilibeo di Marsala l’iniziativa “Alla scoperta dei tesori” proporrà dalle 10.30 alle 12.30 visite guidate per conoscere il patrimonio meno conosciuto, ma non per questo meno importante, custodito nei ricchi depositi del museo: “Il Museo Segreto”, visite ai giacimenti culturali nei depositi del Parco archeologico di Lilibeo- Marsala. Presentazione a cura di Maria Grazia Griffo, archeologa del Parco; visite guidate a cura di Giovanni Polizzi, ricercatore UNIPA – “S.A.M.O.T.H.R.A.C.E.” SiciliAnMicroNanOTech Research And innovationCEnter. Gli apparati decorativi delle case di Lilibeo (atrio depositi): Maria Elena Barbera, Mauro Gandolfo, archeologi. Il lavoro di inventariazione dei giacimenti culturali: materiali inediti dalle necropoli e l’abitato di Lilibeo (deposito n.7). Le visite saranno riservate a gruppi di 30 persone, suddivise in sottogruppi di 15 per ciascuno degli spazi dedicati, ad intervalli di 20 minuti.

trapani_pepoli_giornata-dei-beni-culturali-siciliani_venus-erycina_locandinaMUSEO REGIONALE “AGOSTINO PEPOLI” DI TRAPANI. Alle 10.30 l’evento “Venus Erycina” con la presentazione e l’esposizione della moneta raffigurante il tempio di Venere a cura di Paolo Barrese.

palermo_archeologico_mostra-inserimenti-a-confronto_locandinaPALERMO. Il museo Archeologico regionale “Antonino Solinas” e il museo d’Arte contemporanea RISO avviano un dialogo comune a partire dalle rispettive collezioni con una doppia esposizione unica “Inserimenti a confronto. Accardi / Antiche pietre inscritte”. Si tratterà di uno scambio temporaneo: un’iscrizione funeraria della metà del V secolo a.C. lascerà le teche del Salinas per il Riso e, viceversa, l’opera “Rosso Verde” del 1967 di Carla Accardi, della collezione contemporanea, arriverà al museo archeologico, creando un ponte culturale attraverso i millenni. Al Salinas, l’arte di Carla Accardi entra in dialogo con reperti storici, creando una fusione che supera i confini temporali. La pittura si fa dialogo, il segno diventa ponte tra le ere, in un’esposizione che riscopre il nostro patrimonio culturale. L’esposizione sarà aperta fino al 14 aprile 2024, offrendo ai visitatori la possibilità di esplorare l’evoluzione dell’espressione artistica – dal gesto pittorico primordiale di Accardi alla narrazione epigrafica dell’antica Selinunte.

 

Palermo. Apre a Palazzo Reale la mostra “Terracqueo”, la grande mostra sul Mediterraneo, un tutt’uno di terra e mare: in 324 reperti l’emozionante narrazione di un immenso patrimonio archeologico che racconta dell’incontro e dello scontro tra popoli che hanno solcato il Mediterraneo e abitato le sue terre

Il logo delal mostra “Terracqueo” dal 16 settembre 2020 a Palazzo Reale di Palermo

Dalla geologia ai miti mediterranei, dalla colonizzazione greca ai fenici, dal commercio alla globalizzazione dei giorni nostri. Civiltà e guerre. In una sola parola: “Terracqueo”, la grande mostra sul Mediterraneo, un tutt’uno di terra e mare, che apre il 16 settembre 2020 a Palazzo Reale di Palermo. Non una semplice esposizione ma un racconto, creato dalla Fondazione Federico II e dal comitato scientifico multidisciplinare costituito per l’occasione, in collaborazione con il dipartimento dei Beni culturali e il Centro regionale per il Restauro e con la sinergia tra enti museali e istituzionali siciliani e nazionali come la speciale collaborazione con il museo Archeologico nazionale di Napoli. Un prezioso e proficuo supporto, poi, anche dai musei Capitolini di Roma, dal museo Etrusco di Volterra, dalla soprintendenza del Mare, dal museo Archeologico “Salinas” di Palermo, dal Parco Archeologico Museo Lilibeo, dal museo Pepoli di Trapani, dal museo Archeologico “Paolo Orsi” di Siracusa e dal museo “G.G. Gemmellaro” di Palermo. “Terracqueo” è l’emozionante narrazione di un immenso patrimonio archeologico che racconta dell’incontro e dello scontro tra popoli che hanno solcato il Mediterraneo e abitato le sue terre. Attraverso 324 reperti e 8 sezioni, la Fondazione continua nel lavoro di ricerca dando vita a mostre originali non preconfezionate, che mirano a narrare il contesto socio culturale e catapultare il visitatore in un viaggio tra i secoli rendendolo parte attiva del percorso.

Terracqueo per la Fondazione Federico II rappresenta molto di più di un momento artistico e culturale”, spiega il presidente della Fondazione Federico II Gianfranco Miccichè. “Ancora una volta Palazzo Reale diventa il simbolo della coesistenza dei popoli del Mediterraneo. Nell’arte e nella bellezza si manifesta una pacifica convivenza tra popoli di diversa cultura e religione. Ogni reperto presente a Palazzo Reale per Terracqueo contribuisce a mostrare il Mediterraneo come la più grande fabbrica d’idee del mondo: dalla filosofia, all’arte, alle scienze, alla medicina, all’organizzazione politica, tutto concorre al raggiungimento di principi senza barriere e senza pregiudizi”. E Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II: “Il Mediterraneo è un’area dove il mare e la terra si fondono come principio generatore di un sistema fatto di equilibri. Si potrebbe affermare che il Mediterraneo è esso stesso un’opera d’arte che noi abbiamo ribattezzato Terracqueo. Qui Occidente e Oriente si contaminano in modo alchemico: la pace oltre la guerra e la terra oltre il mare, tutto a rappresentare un comune denominatore. Le società del Mediterraneo entrarono spesso in conflitto tra loro, ma l’aspetto dicotomico tra guerra e pace paradossalmente rappresentò la scintilla per creare civiltà avanzate e raffinatissime. Una forte contaminazione, che ha preservato gli elementi vitali di ogni singola cultura. Contro le dottrine del totalitarismo, la mediterraneità è una filosofia del pensiero in grado di affermarsi come elemento propositivo verso la libertà. Terracqueo non vuole essere una mera esposizione di reperti, ma un racconto della vera anima del Mediterraneo, dalla storia geologica fino ai giorni nostri. Non a caso la Fondazione Federico II ha istituito un comitato scientifico multidisciplinare. Il risultato è che ogni reperto proveniente dal mare racconta la vita sulla terraferma e ogni reperto della terraferma narra le storie del mare”.

Il Mediterraneo visto dalla medina di Algeri nella foto di Lucia Casamassima

La mostra “Terracqueo” è articolata in nove sezioni: Un mare di storia, Un mare di migrazioni, Un mare di commerci, Un mare di guerra, Un mare da navigare, Un mare di risorse, Archeologia subacquea: tra passato e presente, Il mediterraneo oggi, Panormus cittá tutto porto. L’ultima sezione, intitolata “Il Mediterraneo. Oggi”, è una mostra nella mostra. Un viaggio lungo otto mesi in 17 Paesi ha dato vita ad un reportage firmato dal giornalista Carlo Vulpio e dalla fotografa Lucia Casamassima, che nell’allestimento di Terracqueo diventa un’istallazione immersiva in grado di rituffare il visitatore nel presente: non solo attraverso i suoi 46 mila chilometri di litorale, quello è solo l’affaccio sul mare, ma anche nel suo “spazio dilatato” (come lo chiama Maurice Aymard), cioè in quelle aree interne e distanti dalle rive mediterranee – in Africa e in Asia, ma anche nell’Europa balcanica – che vivono in diretta relazione con tutto ciò che avviene in questo luogo, definito “il più grande condominio del mondo”.

Il cratere del Venditore di Tonno conservato al museo Mandralisca di Cefalù (foto fondazione Federico II)

Tre i reperti simbolo della mostra Terracqueo: Cratere del Venditore di tonno. Proviene dal museo Mandralisca di Cefalù il cratere del Venditore di tonno, opera di un artigiano del cosiddetto “gruppo di Dirce”, attivo nella prima metà del IV sec. a.C. in un’area che si è inclini a localizzare in Sicilia. È palese testimonianza di come il tonno sia protagonista della storia siciliana. Nel cratere si può ammirare una scena ritagliata con modalità fortemente realistiche dove un venditore di pesce sta affettando un tonno su un ceppo, e il compratore per concludere l’acquisto è provvisto di una moneta. La scena risulta essere di grande attualità: anche nei mercati rionali odierni è possibile osservare scene dello stesso genere. Non casualmente Aristotele ci racconta della ciclica provenienza del tonno da oltre le ”colonne d’Ercole”.

Il gruppo scultoreo “Nereide su pistrice” del I sec. d.C. conservato al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Mann)

Nereide su pistrice dal Mann. Databile ai primi decenni del I secolo d.C., il gruppo scultoreo venne ritrovato nella villa che Publio Vedio Pollione fece costruire sulla collina un tempo chiamata Pausilypon, oggi Posillipo: rappresenta una giovane donna con il capo rivolto a sinistra, posta sul dorso di un mitologico animale marino. La raffinata esecuzione rimanda a tematiche classiche di altissima scuola, la veste è scolpita regalando al fruitore un effetto che sembrerebbe votato alla trasparenza concedendo una resa che riconduce a un tessuto bagnato dalla brezza. I muscoli appena evidenziati mostrano la continuità con la linea rilevata dal resto della figura. Il mostro è un “Ketos”, più noto come pistrice, rappresentato con un corpo di cavallo con la testa di drago, con dorso e coda di serpente marino. La sezione equina mostra una possente muscolatura indice del movimento, la sezione superiore è invece dotata di una sovrapposizione di squame. L’area serpentina diviene liscia e possente soprattutto nell’area in cui siede la Nereide. La particolarità della Nereide di Posillipo è che non rientra in schemi confrontabili, esclusa la possibilità che possa derivare da un modello ellenico del IV-III secolo a. C. di derivazione scopadea. La statua fu oggetto di restauri e integrazioni per quanto concerne alcuni dettagli anatomici durante la metà dell’800.

L’Atlante Farnese tra i capolavori della collezione farnese al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto Mann)

Atlante Farnese del museo Archeologico nazionale di Napoli. L’Atlante Farnese da sempre fonte di grande interesse da parte degli studiosi, rappresenta una perfetta sintesi tra la passione per l’arte classica e la ricerca scientifica in merito allo studio delle costellazioni. Ritrovato, intorno al 1546, presso le terme di Caracalla a Roma, è una copia romana del II secolo d.C. e viene descritto puntualmente nel 1550 da Ulisse Aldrovandi che ne decanta il valore artistico. Lo stesso Aldrovandi e l’antico disegno del XVI secolo di Stefanus Winandus Pighius raccontano di un’opera marmorea con un globo con i corpi celesti scolpiti, ma priva di volto, braccia e gambe; tale descrizione diverrà la chiave di lettura più importante per rilevare i restauri apportati già a partire dalla fine del Cinquecento sull’Atlante a opera di Guglielmo Della Porta, scultore legato alla famiglia Farnese. L’astronomo Bianchini associò la copia romana dell’Atlante all’iconografia di una moneta, coniata intorno al 158 d.C. sotto l’imperatore Antonino Pio, dove veniva messa in evidenza la presenza oltre che di Giove anche probabilmente di Atlante con il globo sulle spalle, quasi a mostrare una metafora per evidenziare lo sforzo e il valore dell’imperatore. Gli eventi storici condussero, così come volle Carlo di Borbone (figlio di Filippo V di Spagna e di Elisabetta Farnese), al trasferimento della collezione Farnese a Napoli a conclusione di un progetto che rese il Regno delle Due Sicilie una tra le più grandi fucine archeologiche del tempo, durante gli anni in cui vennero scoperte e riportate alla luce Ercolano e Pompei.

Firenze. A Tourisma presentato il nuovo Servizio gestione parchi della Sicilia: in tutto sono 14, diffusi su tutto il territorio regionale organizzati attorno alle grandi realtà archeologiche e siti Unesco. Parello: “Una sfida ambiziosa”

Patrimonio archeologico della Sicilia: in alto, la mappa dei 14 grandi archeologici; sotto, i 14 nuovi parchi archeologici (foto Graziano Tavan)

Vent’anni. Sono passati vent’anni dall’istituzione del sistema regionale dei parchi archeologici con la legge regionale 20/2000 ma finalmente in Sicilia qualcosa si sta muovendo per giungere alla sua applicazione. “In termini anche migliorativi”, assicura Giuseppe Parello intervenuto a Tourisma 2020 nella nuova sezione “A Spasso nel tempo” dedicata alle nuove proposte per la fruizione dei parchi archeologici e ambientali. “Se oggi possiamo parlare di sistema parchi siciliani dobbiamo ringraziare l’opera preziosa di Sebastiano Tusa, scomparso prematuramente nel disastro aereo in Etiopia nel marzo 2019”, spiega Parello, già direttore del parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, ora dirigente del neonato Servizio gestione parchi e siti Unesco della Regione Siciliana. E proprio dalla denominazione dell’ente si capisce la novità e l’evoluzione rispetto al dettato originario della legge 20/2000: l’inclusione dei siti Unesco nel parco archeologico di riferimento. “Complessivamente abbiamo individuato ben 14 parchi regionali, diffusi capillarmente sull’intero territorio dell’isola, una vera sfida per il Servizio gestione parchi che ha il compito di gestione e coordinamento; orientamento e monitoraggio delle attività degli istituti sul territorio; razionalizzazione e ottimizzazione delle proposte e delle risorse; elaborazione di modelli, standard e linee guida in materia di gestione e valorizzazione, nonché di parametri qualitativi e quantitativi diretti a valutare la qualità dei servizi erogati; costruzione di un piano strategico di sviluppo regionale”. Per capire come cambia la gestione del patrimonio archeologico regionale basta guardare la cartina “aggiornata” della Sicilia dove ai 14 punti corrispondenti alle altrettante grandi realtà archeologiche, ora compaiono una serie di punti, aggregati a quei 14 poli e distinti da diversi colori: è il nuovo sistema parchi. “Il vero problema da risolvere”, ammette Parello, “è che il sistema deve funzionare dal punto di vista economico, e al momento sono in pochi a poterlo garantire, cioè Agrigento, Taormina, Piazza Armerina…. E questo fa capire quanto la nostra sia una sfida ambiziosa”. Ecco dunque come sono organizzati i nuovi 14 parchi regionali della Regione Siciliana da cui si capisce la portata della sfida.

Una visione d’insieme della famosa Valle dei Templi ad Agrigento

1. Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi (Agrigento). Il parco comprende il museo Archeologico regionale “Pietro Griffo” di Agrigento; l’area archeologica e il museo di Sant’Angelo Muxaro; la villa Romana di Realmonte; l’area archeologica, l’antiquarium e il teatro di Eraclea Minoa; l’area archeologica di Monte Adranone a Sambuca di Sicilia; l’antiquarium di monte Kronio a Sciacca; la necropoli di Contrada Tranchina a Sciacca; il museo archeologico regionale della Badia a Licata; l’area archeologica di Monte Sant’Angelo a Licata; l’area archeologica di contrada Canale a Naro; l’area archeologica di Monte Saraceno a Ravanusa; il museo archeologico “Lauricella” di Ravanusa; il museo archeologico “Palazzo Panitteri” a Sambuca di Sicilia; l’antiquarium “Di Pisa Guardì” a Castetermini.

Orecchini d’oro conservati al museo archeologico regionale di Gela

2. Parco archeologico di Gela – Mura Timoleontee – Acropoli – Molino a Vento. Il parco comprende il museo archeologico regionale di Gela; l’area archeologica Bagni Greci a Gela; il Bosco Littorio a Gela; il museo archeologico di Marianopoli; il museo interdisciplinare di Caltanissetta.

Le fondamenta del tempio di Atena conservate nel museo archeologico regionale di Camarina (foto Regione Siciliana)

3. Parco archeologico di Kamarina e Cava d’Ispica. Il parco comprende l’area archeologica Caucana di Santa Croce Camerina; il parco Forza a Ispica; il museo regionale e area archeologica di Camarina (Ragusa); il museo archeologico Ibleo a Ragusa; il convento della Croce a Scicli; l’abitato e la necropoli sicula di Castiglione (Ragusa); la villa rustica dei Margi a Giarratana; la necropoli arcaica di contrada Rifriscolaro di Camarina; le miniere di asfalto di Castelluccio di Ragusa; l’abitato e la necropoli sicula di contrada di Monte Casasta a Monterosso Alma.

Veduta dall’alto del parco archeologico della Neapolis a Siracusa, dominato dal teatro greco

4. Parco archeologico di Siracusa, Eloro e Villa del Tellaro. Il parco comprende il ginnasio romano di Siracusa; il castello Eurialo di Siracusa; il museo archeologico regionale “Paolo Orsi” di Siracusa; il tempio di Giove a Siracusa; l’area archeologica di Akrai e Palazzo Cappellani di Palazzolo Acreide; la villa del Tellaro a Noto.

Il manifesto del museo archeologico di Leontinoi

5. Parco archeologico di Leontinoi. Il parco comprende il museo archeologico di Lentini; area archeologica di monte San Basilio a Lentini; area archeologica di Megara Hyblaea ad Augusta.

Una veduta aerea del centro di Catania: ben visibili le strutture romane antiche

6. Parco archeologico e paesaggistico di Catania e della Valle dell’Aci, teatro antico e Odeon. Il parco comprende l’anfiteatro romano di Catania; le terne della Rotonda a Catania; le terme dell’Indirizzo a Catania; l’ipogeo romano a Catania; la mostra permanente Katane a Catania; l’area archeologica Santa Venera al Pozzo di Acicatena; il museo della Ceramica di Caltagirone; l’area archeologica e il museo di Adrano; il Dongione Normanno di Adrano; le mura dionigiane di Adrano.

Il teatro greco nel sito archeologico di Morgantina (Aidone, Enna)

7. Parco archeologico di Morgantina e della Villa Romana del Casale. Il parco comprende il museo archeologico di Aidone; il museo interdisciplinare di Enna; l’area archeologico di Sofiana.

Suggestiva veduta del teatro antico di Taormina (foto parco archeologico Naxos Taormina)

8. Parco archeologico di Naxos e Taormina. Il parco comprende il museo archeologico di Naxos e Giardini Naxos; l’arsenale navale di Naxos a Giardini Naxos; il teatro antico di Taormina; l’Odeon di Taormina; Castel Tauro a Taormina; le Terme di Taormina; l’Isola Bella a Taormina; il monastero e la chiesa basiliana dei SS. Pietro e Paolo d’Agrò a Casalvecchio; l’area archeologica di Francavilla di Sicilia.

L’area archeologica di Tindari (foto Regione Siciliana)

9. Parco archeologico di Tindari. Il parco comprende l’area archeologica Halaesa Arconidea e Antiquarium di Tusa; Antiquarium, casermette ed ex quartieri spagnoli a Milazzo; l’area archeologica di Viale dei Cipressi villaggio preistorico a Milazzo; l’area archeologica di Capo d’Orlando; la villa romana di Patti Marina; la villa romana di San Biagio – 7 Terme di Vigliatore; l’area archeologica Antica Apollonia a San Fratello; la necropoli in contrada Cardusa a Tripi; il sito archeologico di Gioiosa Guardia a Gioiosa Marea; la Grotta San Teodoro ad Acquedolci; l’area archeologica dell’antica Caronia Kalé Akté.

Le acque blu del mare dell’isola di Lipari nell’arcipelago delle Eolie in Sicilia

10. Parco archeologico delle isole Eolie. Il parco comprende il Castello e museo “Luigi Bernabò Brea” di Lipari; area archeologica contrada Diana a Lipari; le Saline di Lingua a Salina; le terme San Calogero a Lipari; il villaggio archeologico Filo Bracco a Filicudi; il villaggio preistorico di Punta Milazzese a Panarea; contrada Barone a Salina; il sito neolitico di Rincedda a Salina; il museo “Luigi Bernabò Brea” a Filicudi; il villaggio preistorico Capo Graziano a Filicudi.

La statua di Zeus conservata al museo archeologico regionale “Antonio Salinas” di Palermo

11. Parco archeologico di Himera, Solunto e Iato. Il parco comprende l’area archeologica di Solunto; l’area archeologica di Monte Iato; l’antiquarium e museo “Pirro Marconi” a Termini Imerese; l’antiquarium di Solunto; l’area archeologica di Monte Maranfusa a Roccamena; l’area archeologica del villaggio dei Faraglioni a Ustica; l’area archeologica Montagnola – museo della Valle dell’Eleuterio al Castello Beccadelli Bologna a Marineo. All’interno del parco c’è poi il museo archeologico regionale “Antonio Salinas” di Palermo che ha una propria autonomia.

Il tempio greco di Segesta

12. Parco archeologico di Segesta. Il parco comprende la grotta Scurati di Custonaci; l’area archeologica di San Miceli a Salemi; l’area archeologica di Mokarta a Salemi; l’area archeologica di Monte Castellazzo a Poggioreale; la Rocca di Entella a Contessa Entellina.

La sala del museo archeologico Baglio Anselmi di Marsala che ospita la nave punica

13. Parco archeologico di Lilibeo-Marsala. Il parco comprende il museo archeologico di Lilibeo “Baglio Anselmi” a Marsala; la grotta del Pozzo a Favignana.

Il cosiddetto Tempio C nel parco archeologico di Selinunte

14. Parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria. Il parco comprende il museo del Satiro nella chiesa di Sant’Egidio a Mazara del Vallo; il castello Grifeo a Partanna; le Cave di Cusa a Campobello di Mazara.