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Roma. Per il finissage della mostra “La Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo” al Colosseo, il parco archeologico del Colosseo propone in Curia Iulia e on line il convegno internazionale “La fortuna della Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo”, una nuova Web App e il podcast “Il monolite dell’Impero”

roma_curia-iulia_convegno-internazionale-la-fortuna-della-colonna-il-racconto-di-un-simbolo_locandinaIn occasione del finissage della mostra “La Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo” al Colosseo (chiude il 30 aprile 2024) il parco archeologico del Colosseo promuove e organizza nella Curia Iulia nel Foro Romano nei giorni 22 e 23 aprile 2024 un convegno internazionale di studi a cura di Alfonsina Russo, Federica Rinaldi, Angelica Pujia e Giovanni Di Pasquale. Ingresso solo su prenotazione da largo della Salara Vecchia. L’incontro sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook del parco archeologico del Colosseo.

roma_curia-iulia_convegno-internazionale-la-fortuna-della-colonna-il-racconto-di-un-simbolo_programma_locandinaIl convegno – dal titolo “La fortuna della Colonna Traiana. Il racconto di un simbolo” – prevede una prima giornata di studi il 22 aprile 2024, con approfondimenti sul contesto storico e topografico della Colonna, specificamente nelle trasformazioni post antiche, seguiti da interventi sulla fortuna iconografica del monumento nei secoli dell’età moderna e contemporanea. Il secondo giorno invece, 23 aprile 2024, è prevista una tavola rotonda interamente dedicata alle tematiche della tutela e conservazione: partendo dal cantiere di restauro condotto nel decennio tra gli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, verranno ripercorse le tappe di quell’esperienza che vide un intervento integrato di manutenzione, documentazione grafica e fotografica, ricerca e pubblicazione dei dati; a quell’esperienza ormai da qualche anno il PArCo ha attinto per impostare il proprio programma di interventi di tutela, conoscenza e valorizzazione anche con accordi e protocolli d’intesa necessari per il coinvolgimento di Enti di ricerca impegnati nell’applicazione delle nuove tecnologie; non mancherà uno sguardo sul futuro interessato dal grande cantiere della linea metropolitana Metro C a piazza Venezia rispetto al quale è già in atto una felice collaborazione pubblico-privata per il monitoraggio del monumento. Al convegno intervengono le più importanti personalità del mondo scientifico e accademico da sempre interessate alla Colonna, tra gli altri Salvatore Settis, Marcello Fagiolo, Paolo Desideri, Eugenio La Rocca, Vincenzo Farinella, cui si aggiungono, nella tavola rotonda, i protagonisti del grande cantiere degli anni Ottanta, tra gli altri Bruno Zanardi, Cinzia Conti, Michele Campisi, Carlo Birrozzi, oltre ai curatori e conservatori della Colonna e agli specialisti del mondo accademico. Il respiro internazionale del convegno è garantito dalla presenza dell’Ambasciatrice di Romania a Roma S.E. Gabriela Dancau che porta i saluti istituzionali del popolo romeno da sempre fortemente legato alla Colonna che celebra le campagne daciche di Traiano, mentre la conservatrice del museo nazionale di Storia di Bucarest partecipa con un contributo finalizzato al rapporto della Colonna Traiana con la costruzione dell’identità nazionale nello stato romeno moderno. Tra le istituzioni straniere fondamentale anche la partecipazione dei Musei Vaticani depositari dell’opera di calcatura più completa e imponente, pari a uno sviluppo di circa 200 metri di lunghezza, realizzata nel 1861-1862 per volere di Napoleone III da un gruppo di formatori vaticani guidati da Alessandro Malpieri su impulso di Papa Pio IX.

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L’home page della web app sulla Colonna Traiana del parco archeologico del Colosseo

Il convegno non è l’unica attività che in questi mesi ha tenuto accesa l’attenzione sulla Colonna. È di poco tempo fa il lancio della Web App a cura di Sergio Fontana con Federica Rinaldi, un prodotto interattivo e multimediale pensato come un sussidio completo alla visita e alla conoscenza della Colonna, utilizzabile sia sul sito durante la visita, sia da remoto collegandosi al link https://colonnatraiana.cultura.gov.it./ La Web App è fruibile senza limitazioni su tutti i dispositivi mobili e anche su PC. Questo tipo di prodotto permette all’utente di non dover scaricare alcun dato sul proprio telefono o tablet; per fruirne infatti è necessario soltanto collegarsi al sito https://colonnatraiana.cultura.gov.it. Questo tipo di approccio ha reso possibile l’utilizzo di immagini della Colonna ad altissima qualità. Cuore del progetto infatti è lo svolgimento integrale dei 300 metri del fregio che raccontano per immagini le guerre condotte dall’imperatore Traiano nel 101-102 d.C. e nel 105-106 d.C. per sottomettere la Dacia, l’odierna Romania. Lo strumento digitale permette ciò che non era mai stato possibile dal vivo in 1911 anni di storia: una visione completa dei rilievi alla portata di tutti!

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Una pagina della sezione “Srotola il fregio” della web app sulla Colonna Traiana del parco archeologico del Colosseo

L’App è suddivisa in quattro sezioni principali. Racconto: L’utente può girare virtualmente attorno alla Colonna accompagnato da una voce narrante che descrive gli avvenimenti narrati. Srotola il fregio: l’intero fregio della Colonna è stato restituito assemblando migliaia di immagini ad alta risoluzione. La storia si trova letteralmente nelle mani dell’utente che la può scorrere con le dita accompagnato da sottotitoli descrittivi. Viaggiando nel tempo: le vicende del periodo romano, medievale e moderno sono narrate da 3 brevi documentari; il nostro device si trasforma in una vera macchina del tempo per esplorare il paesaggio urbano intorno alla Colonna. Possiamo accedere a 16 ricostruzioni immersive a 360° e ritrovarci nei pressi della Colonna nel 125 d.C., nel 1450, nel 1750 e nel 1815. Le ricostruzioni, durante la visita sul sito, grazie all’utilizzo dell’accelerometro e della bussola dei dispositivi, si posizionano esattamente nello spazio permettendo un diretto confronto con l’attuale stato dei luoghi. Focus: attraverso una serie di ulteriori brevi documentari vengono approfonditi vari aspetti della Colonna Traiana: i numeri della Colonna, le Guerre Daciche, personaggi e interpreti, l’iscrizione della Colonna, la tomba di Traiano. La Web App è anche multilingue: in Italiano, inglese e rumeno (la versione in lingua rumena è stata realizzata a cura dell’Ambasciata di Romania in Italia). I testi sono stati scritti con un linguaggio semplice e accessibile a tutti. La possibilità di utilizzo anche su PC consente di adoperare questo strumento di conoscenza anche nelle scuole di ogni ordine e grado. L’App è stata curata da Sergio Fontana con Federica Rinaldi, lo sviluppo informatico è stato realizzato da Lecreo srl.

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L’home page dei podcast “Il monolite e l’impero” del parco archeologico del Colosseo con il primo episodio “L’imperatore e l’architetto”

Le novità non finiscono qui: al racconto permanente della Colonna e della sua fortuna è infine dedicato anche un podcast. Tre episodi intitolati “Il monolite dell’impero romano”, promossi dal Parco archeologico del Colosseo, con la curatela di Federica Rinaldi, scritti e narrati da Luca Lancise, raccontano la Colonna da un punto di vista inedito, quello del suo Architetto progettista e costruttore, il grande Apollodoro di Damasco interpretato da Pierangelo Menci. Il podcast sarà scaricabile dal canale Spotify del PArCo: https://bit.ly/PArCo_Spotify.

Roma. Al Collegio Romano (e in diretta su YouTube) il convegno “Allestire l’archeologia. Progetti in corso e nuove proposte per i musei e i parchi archeologici nazionali”: in due giornate illustrati e discussi circa 40 progetti con oltre 100 esperti tra archeologi, architetti, ingegneri, docenti universitari, museologi e museografi

roma_mic_convegno-allestire-l-archeologia_locandinaOltre 100 esperti tra archeologi, architetti, ingegneri, docenti universitari, museologi e museografi si riuniscono il 26 e il 27 febbraio 2024 a Roma, al ministero della Cultura, al Collegio Romano, per il convegno organizzato dalla direzione generale Musei “Allestire l’archeologia. Progetti in corso e nuove proposte per i musei e i parchi archeologici nazionali”. Nel corso delle due giornate verranno illustrati e discussi circa 40 progetti, studiati per realizzare ex novo o per rinnovare gli allestimenti di altrettanti musei e parchi archeologici nazionali di tutta Italia. I lavori si concluderanno con una tavola rotonda, coordinata da alcune tra le personalità attualmente più competenti per animare il dibattito intorno all’intreccio tra ricerca, comunicazione e musei. Diretta sul canale YouTube del Ministero della Cultura ai seguenti link: 26 febbraio https://www.youtube.com/watch?v=tXYIwEtPCUo ; 27 febbraio https://youtube.com/live/MT5Q9kEkrkY. Finanziati con gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (M1C3 Cultura 4.0), talora messi a sistema con altri finanziamenti del ministero della Cultura, i nuovi allestimenti dovranno saper rispondere a molteplici esigenze: la chiarezza, per veicolare nitidamente informazioni selezionate, con il ricorso, secondo opportunità, anche a supporti digitali; l’accessibilità, per includere ogni persona che intraprenda la visita; la sostenibilità, per inserirsi nel ciclo di conservazione e rigenerazione delle risorse del pianeta; la flessibilità e la praticità, per agevolare la rotazione delle collezioni esposte e la continuità della ricerca; l’estetica, per contribuire al benessere durante la permanenza; l’originalità, per permettere a ciascun contesto di emergere nella sua specificità e diversità. I contenuti scientifici e storici relativi al patrimonio archeologico trovano un decisivo canale di espressione negli allestimenti permanenti dei musei e dei parchi archeologici, attraverso i quali in pochi anni cambieranno l’impatto, l’attrattività e l’efficacia della comunicazione archeologica in Italia.

LUNEDÌ 26 FEBBRAIO 2024. Sala Spadolini: alle 9.30, saluti istituzionali. SESSIONE MATTUTINA “Paradigmi per il cambiamento”, presiede Alfonsina Russo. Alle 10, Andrea Viliani, “Museo delle Civiltà, il museo antropologico contemporaneo come ecosistema: nuovi allestimenti per esperienze accessibili e plurali, multidisciplinari e interspecie”; 10.15, Filippo Demma, Serena Guidone, Camilla Brivio, “#sibarinprogress: per una museologia del provvisorio”; 10.30, Andrea Bruciati, “Variae, Multiplices et Multiformes: le VILLÆ”; 10.45, Lorenza Campanella, Santino Alessandro Cugno, “MUVI Appia: il museo virtuale del Parco archeologico dell’Appia Antica. Opportunità e prospettive attraverso l’esempio offerto dal contesto delle tombe della via Latina”; 11, pausa.

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Nuovo allestimento del museo nazionale del Paleolitico di Isernia (foto mic)

“Nuovi allestimenti per la Preistoria”: alle 11.30, Pierangelo Izzo, Annarosa Di Nucci, Carlo Peretto, “Il riallestimento del Museo nazionale del Paleolitico di Isernia: tra archeologia, architettura, arte e design”; 11.45, Mari Hirose, Verena Frignani, Alessandro Sartori, “Un nuovo progetto di allestimento per il Museo archeologico nazionale di Mantova”. “Magna Grecia accessibile”: alle 12, Tiziana D’Angelo, Antonella Manzo, Teresa Marino, “Musei per tutti: nuovi progetti di allestimento, fruizione e accessibilità a Paestum”; 12.15, Fabrizio Sudano, Giuseppina Cassalia, Antonino Giordano, Elena Nicolò, Claudia Ventura, “Spazi inclusivi al MArRC: percorsi e strumenti narrativi per l’eliminazione delle barriere all’accessibilità culturale del patrimonio archeologico”; 12.30, dibattito; 13, pausa. SESSIONE POMERIDIANA “Terre etrusche”, presiede Simone Verde. Alle 14, Denise Tamborrino, Patrizia Cirino, Federica Timossi, Fabio Fornasari, “Patrimonio vivo: contemporaneità ed inclusione. Il nuovo riallestimento del Museo nazionale etrusco di Marzabotto”; 14.15, Giorgio Rocca, Alessandro Nocentini, “Verso la valorizzazione del patrimonio etrusco a Orvieto: dalla Necropoli al Museo”; 14.30, Alessandra Gobbi, Gabriella Musto, Daniela Borgese, “Percorsi veienti”; 14.45, Maria Cristina Tomassetti, Vincenzo Bellelli, Agostino Caterina, Melania Bisegna, “Il Museo archeologico nazionale di Tarquinia: work in progress”; 15, Lara Anniboletti, Giorgio Pala, Paolo Monesi, “Il progetto di riqualificazione e riallestimento del Museo archeologico nazionale di Civitavecchia”; 15.15, Mario Iozzo, Barbara Arbeid, “Il progetto di riallestimento del Museo archeologico nazionale di Firenze: 67 anni dopo l’alluvione del 1966”; 15.30, pausa.

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L’edificio che ospita il museo delle Navi romane di Nemi (foto mic)

“Emersi dall’acqua”: alle 16, Daniela De Angelis, Andrea Mandara, “Il nuovo allestimento del Museo delle Navi Romane di Nemi. Passato, presente e futuro”; 16.15, Andreina Contessa, Marta Novello, Francesca Condò, “Il nuovo Museo nazionale di Archeologia subacquea dell’Alto Adriatico di Grado (GO)”; 16.30, Daniele Ferrara, Maria Letizia Pulcini, Giulia Passante, Annunziata Genchi, “Da Hospitale a Museo. La nascita del nuovo Museo archeologico nazionale della Laguna di Venezia”; “Oltre l’Antico”: alle 16.45, Angela Borzacconi, “Il Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli: nuove forme per consolidate identità. Rigenerazione di uno spazio espositivo che racconta le radici dell’Europa altomedievale”; 17, Alessandra Mongelli, Claudia Lucchese, “Alla corte del tempo. Costruire nuovi percorsi di visita al Castello Svevo di Bari fra esperienze immersive e allestimenti archeologici”; 17.15, dibattito.

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Il suggestivo allestimento della mostra “Gli Dei ritornano. I bronzi di San Casciano” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto graziano tavan)

MARTEDÌ 27 FEBBRAIO 2024. Sala della Crociera: SESSIONE MATTUTINA “Sinergie moltiplicatrici”, presiede Francesca Cappelletti. Alle 9.30, Gabriele Nannetti, Ada Salvi, Federico Salvini, Jacopo Tabolli, Guglielmo Malizia, Roberto Vannata, “Dall’acqua al Museo: oltre la scoperta del santuario di Bagno Grande. Progetti e prospettive per il futuro Museo archeologico nazionale di San Casciano dei Bagni”; 9.45, Valeria Acconcia, Lara Anniboletti, Claudio Borgognoni, Alessandra Gobbi, Daniela Quadrino, Ursula Piccone, “Antichi popoli italici: dalla mostra temporanea al Museo archeologico nazionale di Veroli”; 10, Pietro Copani, Vincenzo Corrado, Anita Rocco, “Il nuovo Museo archeologico nazionale di Canosa di Puglia nell’edificio scolastico Mazzini”; 10.15, Massimo Osanna, Luigi La Rocca, Paolo Desideri, “Il Museo pompeiano al Real Albergo dei Poveri a Napoli”; 10.30, pausa. “Allestire l’archeologia in situ”: alle 11, Alfonsina Russo, Federica Rinaldi, Paola Quaranta, “Sotto un’altra luce. Progetti di accessibilità e innovazione tecnologica nel Parco archeologico del Colosseo”; 11.15, Alessandro D’Alessio, Cristina Genovese, “Spazi da esporre, spazi per esporre: i nuovi progetti di allestimento del Parco archeologico di Ostia antica”; 11.30, Enrico Rinaldi, Pierangelo Izzo, Michele Laurenzana, Lorenzo Romacciato, “Strategie innovative per i vari livelli di accessibilità nel Parco archeologico di Sepino”; 11.45, Marianna Bressan, Elisabetta Baldan, Francesca Farroni Gallo, “Allestire per aggregare. I progetti in corso ad Altino (Venezia)”; 12, Alessandra Guerrini, Marcella Mancusi, Massimo Molinelli, Antonella Traverso, “Museo nazionale e zona archeologica di Luni. L’accessibilità fisica e cognitiva: i progetti in corso”; 12.15, dibattito; 13, pausa.

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Depositi del museo Archeologico nazionale di Aquileia: Massimo Osanna, direttore generale musei; Andreina Contessa, direttrice regionale Musei del Friuli Venezia Giulia; Marta Novello, direttrice Man Aquileia (foto drm-fvg)

SESSIONE POMERIDIANA “Allestire l’archeologia nei musei”, presiede Luigi La Rocca. Alle 14, Stéphane Verger, “Presentazione del progetto “Urbs, dalla città alla campagna romana” e il nuovo percorso espositivo del Museo Nazionale Romano”; 14.15, Marta Novello, Elena Braidotti, Annalisa de Franzoni, Ilaria Fedele, “I nuovi depositi del Museo archeologico nazionale di Aquileia: strategie per una nuova narrazione museale”; 14.30, Daniele Ferrara, Annunziata Genchi, Marcella De Paoli, “Museo archeologico nazionale di Venezia. Il volto classico della Serenissima”; 14.45, Massimo Osanna, Francesco Sirano, Marialucia Giacco, Laura Forte, “Il progetto di riallestimento della Villa dei Papiri di Ercolano”; 15, Luigi Gallo, Diego Voltolini, “Restaurare, rifunzionalizzare, innovare. Il masterplan di intervento sul Museo archeologico nazionale delle Marche”; 15.15, Silvia Casciarri, Francesco Di Lorenzo, Silvia Dainese, Stefano Gris, “Nuovi percorsi espositivi al Museo archeologico nazionale e Teatro romano di Spoleto”; 15.30, pausa.

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Rendering dei nuovi allestimenti del museo Archeologico di Stabia “Libero d’Orsi” (foto parco archeologico di pompei)

“Allestire l’archeologia nei musei”: alle 16, Addolorata Bilardi, Antonio Salerno, Marco Magni, Valeria Parisi, “Il Museo archeologico di Calatia a Maddaloni (CE): nuove opportunità espressive del sistema spazio-collezione-tecnologia”; 16.15, Maria Rispoli, “Il progetto di ampliamento del Museo archeologico di Stabia “Libero D’Orsi”: il museo che indaga e interpreta”; 16.30, Annamaria Mauro, “La rete museale statale della Basilicata. Nuovi orizzonti: accessibilità, inclusione e fruizione dei luoghi e delle collezioni”; 16.45, Francesco Muscolino, Luana Toniolo, Luciano Cannas, “Spazi ripensati: il nuovo allestimento del Museo nazionale archeologico ed etnografico “Giovanni Antonio Sanna” di Sassari”; 17, Tavola rotonda conclusiva: interverranno prof. Nadia Barrella, università della Campania “Luigi Vanvitelli”; prof. Maria Luisa Catoni, IMT Scuola Alti Studi Lucca; prof. Paolo Coen, università di Teramo; arch. Mario Cucinella. Mario Cucinella Architects; prof. Christian Greco, Museo Egizio di Torino; prof. Carlo Rescigno, università della Campania “Luigi Vanvitelli”. Modera prof. Massimo Osanna, direttore generale Musei.

I Bronzi di Riace non sono più soli. Dopo dieci anni di lavori, aperto il nuovo museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (MarRC): 4 piani, 200 vetrine con tesori dal paleolitico all’età romana. Viaggio nell’affascinante storia dell’archeologia calabrese

Il manifesto ufficiale dell'inaugurazione del MarRC il 30 aprile 2016

Il manifesto ufficiale dell’inaugurazione del MarRC il 30 aprile 2016

Il taglio del nastro del nuovo museo archeologico nazionale di Reggio Calabria alla presenza del premier Matteo Renzi

Il taglio del nastro del nuovo museo archeologico nazionale di Reggio Calabria alla presenza del premier Matteo Renzi

Scorcio delle nuove sale espositive del MarRC (foto Maria Mento)

Scorcio delle nuove sale espositive del MarRC (foto Maria Mento)

I Bronzi di Riace non sono più soli. A due anni e mezzo dal loro ritorno a Palazzo Piacentini (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2013/12/21/oggi-riapre-a-reggio-calabria-il-museo-archeologico-della-magna-grecia-la-casa-dei-bronzi-di-riace/), il 30 aprile 2016 è stato finalmente inaugurato il nuovo museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, il MarRC (secondo la nuova moda di chiamare con una sigla le nostre eccellenze culturali), già noto come museo archeologico nazionale della Magna Grecia. Il progetto di ristrutturazione del museo nazionale e di restauro della sede reggina, un edificio progettato, fra i primi in Italia, ai soli fini dell’esposizione museale, sulla centrale piazza De Nava, opera di Marcello Piacentini, uno dei massimi architetti del periodo fascista, che lo concepì in chiave moderna dopo aver visitato i principali musei di Europa, era stato avviato dieci anni fa dall’allora ministro ai Beni culturali Francesco Rutelli nel secondo governo Prodi. Non è dunque fuori luogo che la data del 30 aprile 2016 sia da considerarsi storica, come hanno sottolineato con la loro presenza il premier Matteo Renzi e il ministro ai Beni culturali Dario Franceschini. “Un giorno di festa”, ribadisce Nicola Irto, presidente del consiglio regionale della Calabria. “Il più importante museo della nostra regione viene restituito alla piena fruizione del pubblico. Nel lungo periodo in cui è rimasto aperto solo in minima parte, il Marc è riuscito a diventare il primo del Mezzogiorno d’Italia per numero di visitatori, attratti dalla straordinaria bellezza dei Bronzi di Riace e da altre testimonianze di inestimabile valore dell’arte magnogreca”. E aggiunge: “Il fatto di averlo atteso così a lungo, probabilmente, ha fatto comprendere a tutti noi quanto sia prezioso per Reggio Palazzo Piacentini, i cui lavori di ristrutturazione rientravano nell’ambito delle opere programmate per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Adesso il museo, sotto la guida del direttore Carmelo Malacrino, può tornare a essere l’elemento qualificante dell’offerta turistica e culturale della Città metropolitana e di tutta la regione”.

Palazzo Piacentini sede del MarRC, realizzato negli anni Trenta de Novecento dall'architetto Piacentini per ospitare le ricche collezioni magnogreche

Palazzo Piacentini sede del MarRC, realizzato negli anni Trenta de Novecento dall’architetto Piacentini per ospitare le ricche collezioni magnogreche

Una corona d'oro esposta nel nuovo museo archeologico di Reggio Calabria

Una corona d’oro esposta nel nuovo museo archeologico di Reggio Calabria

“Il museo nazionale di Reggio Calabria è il più grande attrattore culturale calabrese, uno dei principali musei italiani, la cui valenza è stata sancita anche dalla recente riforma ministeriale”, gli fa eco il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio. “La sua riapertura, con il rinnovato allestimento dell’intero percorso espositivo, rende fruibile una raccolta di reperti di inestimabile valore, che costituisce la testimonianza più completa del retaggio della Magna Grecia. Un museo che custodisce i Bronzi di Riace, simbolo della Calabria e dell’arte antica a livello planetario ma che non sono gli unici protagonisti dell’immenso repertorio visitabile. Migliaia di manufatti, provenienti da tutta la regione, a volte di dimensioni monumentali, compongono un patrimonio archeologico unico, che il mondo ci invidia. Per tutti i calabresi è un motivo di vanto. Per questo abbiamo fortemente sostenuto la tanto attesa riapertura dell’intero museo, possibile anche grazie all’allestimento finanziato dalla Regione Calabria, che riporta questa prestigiosa collezione al centro dell’attenzione internazionale. Abbiamo programmato ingenti risorse sulla tutela e la valorizzazione dei beni culturali – continua-, anche per offrire opportunità di lavoro nella salvaguardia dei siti e degli istituti di cultura calabresi. Stiamo completando la definizione delle aree di rilevanza strategica culturale per spendere oculatamente i fondi delle risorse comunitarie della nuova programmazione 2014-2020, appena partita con i primi bandi. Nel Pon Cultura abbiamo puntato, assieme al ministero sul circuito archeologico della Magna Grecia, per valorizzare al meglio siti di grande rilevanza, in un’ottica finalmente di sistema. Le possibilità tracciate anche nei contenuti del Patto della Calabria rappresentano una occasione imperdibile per sostenere il tessuto economico e sociale calabrese, anche in ottica di promozione turistica. Per tutto questo, il 30 di aprile costituisce, certamente, per la Calabria una data molto importante”.

La vista mozzafiato sullo Stretto dalla caffetteria del nuovo museo archeologico di Reggio Calabria

La vista mozzafiato sullo Stretto dalla caffetteria del nuovo museo archeologico di Reggio Calabria

La grande copertura in vetro del cortile interno, progettata dallo studio ABDR

La grande copertura in vetro del cortile interno, progettata dallo studio ABDR

“Nel progetto di restauro del nuovo museo archeologico di Reggio Calabria siamo riusciti fondere insieme l’archeologia, il paesaggio, la tecnologia più avanzata. Una ricchezza di temi e una complessità di programmi che rende davvero unico questo progetto”, interviene Paolo Desideri, architetto e fondatore dello studio ABDR (Arlotti, Beccu, Desideri, Raimondo),che ha curato il restauro del MarRC. “Un concentrato di primati e di sorprese che ha caratterizzato ogni scelta di noi progettisti. Dal nuovo allestimento museale che accompagna la narrazione espositiva, alla nuova lobby che funziona come grande polmone bioclimatico dell’edificio, alla sorprendente tensegrity che supporta la copertura vetrata del cortile interno, alla nuova caffetteria che apre alla spettacolare vista dello stretto, al sofisticato impianto di filtrazione dell’aria della sala bronzi, il museo è oggi in grado di riprendersi la scena che gli compete nel circuito dei grandi musei internazionali, e addirittura di primeggiare grazie ai suoi tesori”.

La sala che espone i Bronzi di Riace, star del museo e simbolo della Calabria

La sala che espone i Bronzi di Riace, star del museo e simbolo della Calabria

La famosa lastra Griso Laboccetta tra i capolavori esposti al MarRC

La famosa lastra Griso Laboccetta tra i capolavori esposti al MarRC

Il museo di Reggio Calabria si presenta con 4 livelli di esposizione permanente (il piano terra era stato inaugurato dall’ex ministro Bray, con il trasferimento dei Bronzi di Riace dalla sede del Consiglio Regionale della Calabria, al museo nel 2013) e circa 200 vetrine, i cui reperti spaziano dal Paleolitico alla tarda età romana. Il direttore, Carmelo Malacrino, che ha assunto le funzioni dal primo ottobre 2015, ha deciso di arricchire l’offerta anche con un grande mosaico con scena di palestra, del II-III secolo a.C., ritrovato sotto Palazzo Guarna, sul lungomare di Reggio Calabria, e rimasto fino ad oggi nei depositi del museo. I costi dell’ingresso sono di 8 euro per l’intero, 5 euro il ridotto. Ogni mercoledì, invece, in promo, i biglietti costeranno di meno, 6 euro l’intero e 4 euro il ridotto. Rete ferroviaria italiana ha poi dedicato un nuovo look alla stazione Lido di Reggio Calabria, arricchita da una cartellonistica efficace per indirizzare i visitatori a Palazzo Piacentini. “È una nuova immagine del museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria”, spiega il direttore Carmelo Malacrino, “quella che offriamo dal 30 aprile. Un museo che si apre all’area dello Stretto, nel cuore del Mediterraneo, storico crocevia di culture e tradizioni. Al MArRC l’archeologia si traduce in curiosità e suggestioni, accompagnando i visitatori nell’affascinante storia dell’antichità calabrese. Con uno sguardo al futuro e ad eventi e mostre di livello internazionale. Un luogo vitale e inclusivo, in cui tutti i calabresi possano ritrovare le loro radici identitarie. L’auspicio è di dare inizio a una nuova avventura da vivere insieme per conoscere, raccontare e trasmettere una grande storia”.

Oggi riapre a Reggio Calabria il museo archeologico della Magna Grecia: la casa dei Bronzi di Riace

I Bronzi di Riace nell'allestimento al museo archeologico della Magna Grecia a Reggio Calabria

I Bronzi di Riace nell’allestimento al museo archeologico della Magna Grecia a Reggio Calabria

L’attesa è finita. Inizia l’emozione. Oggi, sabato 21 dicembre, alle 16.30, riapre a Reggio Calabria la casa dei Bronzi di Riace, Palazzo Piacentini, sede del museo archeologico nazionale della Magna Grecia. A più di 40 anni dalla loro scoperta sui fondali del mare prospiciente Riace; a 33 dalla loro prima esposizione a Firenze – dopo il primo lungo delicato restauro a cura dell’Opificio delle Pietre Dure -; a 4 dal loro trasferimento a Palazzo Campanella sede del Consiglio regionale della Calabria dove, come chiusi in un acquario, sotto gli occhi degli occasionali visitatori sono stati distesi e sottoposti a un nuovo ancora più delicato restauro conservativo; a meno di due settimane dal loro ritorno a casa a Palazzo Piacentini, da oggi sarà possibile ammirare di nuovo in posizione eretta le due statue bronzee simbolo dell’arte greca (o magno-greca) del V sec. a.C. in tutto il loro splendore.

L'architetto Paolo Desideri spiega il progetto

L’architetto Paolo Desideri spiega il progetto

L’accelerata imposta dal ministro per i Beni culturali Massimo Bray all’operazione “ritorno a casa” dei Bronzi di Riace ha avuto successo. E oggi pomeriggio il ministro Bray con la soprintendente Simonetta Bonomi e il governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti, sarà in prima fila all’inaugurazione del Museo della Magna Grecia nel palazzo progettato da Marcello Piacentini nella seconda metà degli anni Trenta del secolo scorso e “ripensato” come un grande museo moderno dall’architetto Paolo Desideri, con un costo complessivo di 32 milioni. “I Bronzi di Riace, dopo quattro anni di restauro, tornano al Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria. Si tratta del ritorno all’esposizione di un patrimonio culturale della Calabria ma anche dell’intera umanità”, ha dichiarato visibilmente soddisfatto il ministro Bray.

I Bronzi di Riace in museo su piedistalli antisismici

I Bronzi di Riace in museo su piedistalli antisismici

Dopo la delicata operazione per riportare i due guerrieri nel museo, cui ha assistito il ministro Bray, i tecnici hanno lavorato per rimettere in piedi i due bronzi. È toccato prima alla statua del “vecchio”, denominato con la lettera B, e poi, sabato scorso, a quella del “giovane”, la statua A. “I due bronzi – spiegano i tecnici – sono stati issati su speciali piedistalli a più strati, con una prima parte ancorata al pavimento sulla quale poggiano 4 sfere di marmo sopra le quali è stato fissato il basamento con il guerriero. È stato poi aggiunto un sistema di contrappesi per bilanciare la statua. Si tratta di una struttura sperimentale fortemente italiana anche nella scelta del materiale, che è marmo di Carrara.

La copertura trasparente del cortile interno del museo di Reggio Calabria

La copertura trasparente del cortile interno del museo di Reggio Calabria

Il grande cortile interno coperto del museo della Magna Grecia

Il grande cortile interno coperto del museo della Magna Grecia

“Il visitatore del nuovo Museo di Reggio Calabria”, spiegano l’architetto Paolo Desideri dello studio ABDR che si è avvalso della collaborazione dell’artista calabrese Alfredo Pirri, “avrà la sensazione di entrare in una piazza per assistere ad uno spettacolo teatrale con gli attori principali. Uno spazio consegnato alla città per la fruizione continua, soprattutto se andrà in porto la realizzazione dell’accesso diretto da Piazza De Nava.

Progetto di ampliamento del Museo di Reggio Calabria dello studio Desideri

Progetto di ampliamento del Museo di Reggio Calabria dello studio ABDR di Paolo Desideri

Creando una specie di partitura musicale/letteraria, soggetta alle variazioni della luce del giorno a motivo della sua struttura tridimensionale, Pirri ha creato un nuovo proscenio che lascia intravedere le ombre dei tre protagonisti (Bronzi e Testa del Filosofo) collocati nel piano principale del Museo, il mito della Magna Grecia”. Paolo Desideri ha illustrato le scelte operate e i successivi interventi tecnici su quello che a breve diventerà un nuovo punto di riferimento per la città: “Benché la struttura fosse stata realizzata interamente in cemento armato, era necessario adeguarla alle nuove norme antisismiche e dotarla di una moderna impiantistica. Per evitare un forte impatto visivo si è scelto di rafforzare l’edificio con un nucleo centrale posto nell’ex corte esterna come elemento stabilizzatore dell’intera struttura e spina dorsale dei nuovi impianti. Questo nucleo centrale risolve i problemi strutturali e consente di avere un nuovo spazio che servirà da ingresso per portare i visitatori nel rinnovato percorso museale. I reperti saranno parte di un preciso contesto storico e di percorso che dalla preistoria si conclude nella sala dei Bronzi; squarci di quotidianità remota e non semplici oggetti in bella mostra. In cima al Museo è stato creato un ulteriore piano destinato a caffetteria con un piano calpestabile trasparente dell’ex cortile esterno costruito con una struttura geodetica (Tensegrity)”.

Il governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti

Il governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti

L’apertura al pubblico riguarderà inizialmente un piano del monumentale museo nazionale della Magna Grecia. Ma si sta già lavorando al riallestimento totale della struttura, che sarà pronta entro aprile 2014. Ci sarà poi la ristrutturazione della piazza antistante, piazza De Nava, con i lavori già finanziati con fondi europei (10 milioni da spendere entro il 2015). La riapertura del Museo è, a tutti gli effetti, una delle notizie più attese nel mondo culturale e, a Reggio Calabria, è stata accolta con grande commozione. “La Calabria può mettere in mostra la sua vera natura: quella culturale. È l’inizio della rinascita”, ha proclamato il governatore Scopelliti, che già sogna le masse di turisti riversarsi a Reggio Calabria come avvenne nel lontano 1980 a Firenze, alla prima esposizione dei Bronzi, mostra che aprì in un certo senso la strada alle grandi mostre archeologiche di forte richiamo per il grande pubblico.  Ma proprio quel pubblico che mostrò di amare i due guerrieri, sembrò negli anni aver perso la strada per venirli ad ammirare nella loro casa a Reggio Calabria. Ora quella casa è diventata più accogliente ed è pronta a ricevere gli appassionati da tutto il mondo.