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Giornate europee dell’Archeologia 2025. Alcune proposte da Milano a Verona, da Marzabotto a Roma, da Napoli a Paestum, da Taranto a Palermo

MILANO. In occasione delle Giornate europee dell’archeologia 2025 la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Milano organizza aperture straordinarie con visite guidate alle aree archeologiche dei Mausolei paleocristiani di via Santa Valeria (13 giugno, ore 14.30-18) e del Foro romano (14 giugno, ore 10.30-17.30). Mausolei paleocristiani di via Santa Valeria (ingresso Libreria Brioschi). Nella piccola area archeologica di via Santa Valeria 3, recentemente inaugurata con un nuovo allestimento, sono conservate le preziose testimonianze di alcuni mausolei paleocristiani. Oltre alle murature superstiti di due mausolei lo spazio espositivo ospita alcuni reperti recuperati nella prima campagna di scavi del 1969 e in quella più recente del 2014; tra di essi si segnala un frammento di intonaco dipinto appartenente ad una ‘enigmatica’ scena miracolosa. Area archeologica del Foro Romano in piazza Pio XI angolo via dell’Ambrosiana. L’area archeologica del Foro romano di Mediolanum, situata nei vani ipogei della Veneranda Biblioteca Ambrosiana, fu creata negli anni Novanta del secolo scorso dopo il rinvenimento di una consistente porzione del basolato dell’antica piazza.

CASTELGOMBERTO (Vi). Venerdì 13 giugno 2025, in sala Foscola di Palazzo Barbaran, alle 18, per “Incontri tra Natura e Storia”, conferenza “Immagini di uomini, donne e dei del territorio vicentino in età preromana e romana”: serata divulgativa in compagnia dell’archeologo Luca Zaghetto che parlerà dei popoli antichi che vissero nella Valle dell’Agno e di come rappresentavano se stessi e le divinità. Evento gratuito a corollario della mostra “Con gli occhi della divinità” in corso al museo Zannato di Montecchio Maggiore (Vi).

VERONA. In occasione delle Giornate europee dell’Archeologia i Musei civici di Verona propongono venerdì 13 e sabato 14 giugno 2025 visite guidate gratuite su prenotazione all’Anfiteatro Arena, al museo Archeologico al Teatro Romano, al museo di Castelvecchio e al museo Lapidario Maffeiano. Venerdì 13 giugno, inoltre, è stato organizzato un open day per scoprire da vicino gli scavi archeologici in corso nel cortile di Castelvecchio. Venerdì 13 giugno 2025, al museo Archeologico al teatro Romano, in Regaste redentore 2, alle 12.30, visita guidata alla mostra “Un gladiatore dal Colosseo a Verona” condotta dalla co-curatrice dell’esposizione Francesca Morandini, prenotazione obbligatoria; 16.30, visita guidata, prenotazione obbligatoria. Al museo di Castelvecchio, in corso Castelvecchio 1, dalle 10.30 alle 17.30, open day “Scavi a Castelvecchio: alla riscoperta della chiesa di san Martino in Aquaro”, visite guidate gratuite condotte dai dottorandi e degli studenti impegnati nelle attività di scavo, non è necessaria la prenotazione. Sabato 14 giugno 2025, Anfiteatro Arena, piazza Bra: 9.30, visita guidata alla scoperta del monumento, prenotazione obbligatoria. Al museo Archeologico al Teatro Romano, 10.30 e 16.30, visita guidata gratuita, prenotazione obbligatoria. Museo di Castelvecchio: 16.30, visita guidata gratuita con introduzione allo scavo, visita sulle mura con un focus dedicato ai reperti longobardi del museo, prenotazione obbligatoria. Museo Lapidario Maffeiano. Piazza Bra 28: alle 11, visita guidata gratuita dedicata al sito museale, prenotazione obbligatoria.

ISOLA DELLA SCALA (Vr). In occasione delle Giornate europee dell’Archeologia, il museo Archeologico di isola della Scala propone venerdì 13 giugno 2025, ore 15-18: antichi giochi da tavolo: laboratorio didattico per bambini; visite guidate per adulti e bambini della chiesa di Santa Maria Maddalena e del museo Archeologico; sabato 14 giugno 2025, ore 10-12: “Alle origini di Isola della Scala”: escursione al sito dell’età del Bronzo di Mulino Giarella, alla chiesa della Bastia e alla torre Scaligera: a cura del conservatore del museo Archeologico (ritrovo alle 10 al museo Archeologico); sabato 14 giugno 2025, ore 15-18: laboratori didattici per bambini della scuola primaria: a. come si realizzavano i vasi nella preistoria prima dell’introduzione del tornio? Come veniva tessuta la lana negli antichi telai? Laboratori a cura di operatori didattici del Centro Ambientale Archeologico di Legnago; b. realizzazione di diorami con gladiatori: laboratorio a cura di Giovanna Ziliani, insegnante ed autrice di libri-gioco per bambini; c. quali erano i giochi da tavolo dei romani? laboratorio a cura degli studenti dei LICEI Maffei e Messedaglia di Verona; visite guidate per adulti e bambini della chiesa di Santa Maria Maddalena e del museo Archeologico; domenica 15 giugno 2025, ore 15-18: antichi giochi da tavolo: laboratorio didattico per bambini; visite guidate per adulti e bambini della chiesa di Santa Maria Maddalena e del museo Archeologico. Durante l’attività piccolo rinfresco per i partecipanti. I laboratori si terranno all’aperto nell’area antistante il Museo (via Roma 35), in caso di cattivo tempo si terranno all’interno dell’Auditorium. Le attività sono gratuite. La partecipazione è libera, però per ragioni organizzative è gradita la prenotazione scrivendo al seguente indirizzo:
museo.isoladellascala@gmail.com

MARZABOTTO (Bo). Il museo nazionale Etrusco di Marzabotto, in occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia, ospita gli Archiviozeta per due serate di spettacolo in area archeologica alla luce del tramonto. Venerdì 13 e sabato 14 giugno 2025, alle 19, va in scena “Baccanti” di Euripide. Dopo il successo della versione 𝑠𝑖𝑡𝑒 𝑠𝑝𝑒𝑐𝑖𝑓𝑖𝑐 per Villa Aldini (Bo) e l’ex chiesa di San Mattia (Bo), torna lo spettacolo delle “Baccanti” riadattato per una versione itinerante nell’area archeologica etrusca della città di Kainua. Drammaturgia e regia di Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni, 𝑐𝑜𝑛 Diana Dardi, Gianluca Guidotti, Pouria Jashn Tirgan, Giuseppe Losacco, Andrea Maffetti, Enrica Sangiovanni, Giacomo Tamburini; partitura musicale di Patrizio Barontini; movimenti scenici di Giuditta de Concini. Lo spettacolo è in collaborazione con la direzione regionale Musei Emilia-Romagna. La prenotazione è obbligatoria, acquisto online https://www.archiviozeta.eu/prenotazioni/. Intero: 15+1 euro; RIDOTTO Under 25 o con CARD CULTURA: 10+1 euro. Il biglietto dà diritto a visitare il museo nazionale Etrusco “Pompeo Aria” prima dell’inizio dello spettacolo. Data la natura itinerante, lo spettacolo non è adatto a persone con difficoltà motorie. Si consiglia di indossare calzature adeguate. Durata circa 100 minuti. l’evento in caso di maltempo sarà annullato e i biglietti acquistati potranno essere utilizzati per una replica successiva.

ROMA, DRUGSTORE MUSEUM. Per le iniziative promosse dalla soprintendenza speciale Abap di Roma, in occasione delle Giornate europee dell’archeologia, venerdì 13 giugno 2025, alle 17, presentazione del libro “Metafore di archeologia. Note per un linguaggio della comunicazione disciplinare” di Enrico Proietti. Ne parleranno insieme all’autore Marco Ramazzotti e Ezio Lorenzo Bono, con la moderazione di Alessio De Cristofaro. Il saggio affronta il tema del linguaggio della comunicazione scientifica e della divulgazione partendo dal fatto che l’archeologia è una scienza calata nella società che aiuta a comprendere la trama della storia dell’uomo nel paesaggio, da quello passato a quello futuro. Ha dunque bisogno di una comunicazione che si esprima con linguaggi adeguati. Se questi restassero interni all’ambito dei suoi professionisti e non avessero invece contenuti e forme in grado di rendere efficace quella sua natura, tutto sarebbe vano. Si sarebbe ancora in un’età antica della disciplina che, mutuando un pensiero di Foucault, è definibile “archeologia dell’archeologia”. Occorre trovare una filosofia di questi linguaggi che li renda effettivamente funzionali e sottragga l’archeologia agli stereotipi pieni di sensi erronei ed effimeri. Il libro esamina tutto questo, indagando la vasta portata di una figura retorica, la metafora, che caratterizza la comunicazione dell’archeologia e un cui uso mirato può essere sfruttato, anche in un sorprendente parallelo con la poesia, come base epistemologica di una nuova frontiera, la soglia di verità di un’epoca in cui le parole dell’archeologia condividono sentimenti.

ROMA – MUSEO NAZIONALE ETRUSCO DI VILLA GIULIA. Per le Giornate Europee dell’Archeologia ETRU partecipa con un programma di iniziative rivolte a pubblici diversi, accomunati dalla passione per l’archeologia, aprendo spazi normalmente non accessibili e promuovendo nuove esperienze di fruizione. Venerdì 13 giugno 2025, alle 11, Valentina Belfiore condurrà una visita guidata dal titolo “Alla scoperta della scrittura etrusca. Testi e parole di un importante patrimonio della cultura”. Si tratta di un viaggio affascinante tra le diverse testimonianze scritte che gli Etruschi ci hanno lasciato e che ci hanno permesso di accrescere le nostre conoscenze su di loro. Sabato 14 giugno 2025, alle 11, Stefania de Majo e Valentina Billante porteranno i visitatori “Alla scoperta dei depositi di Villa Giulia” in un percorso nei depositi del Museo alla scoperta di materiali mai visti. La visita è rivolta a un massimo di 10 persone. Visite guidate gratuite, comprese nel biglietto di ingresso al Museo. Prenotazione obbligatoria all’indirizzo e-mail mn-etru.comunicazione@cultura.gov.it, specificando l’iniziativa a cui si intende partecipare. Sabato 14 giugno 2025 torna “Una Notte con gli Etruschi”, apertura straordinaria del Museo dalle 20 alle 8 del mattino, dedicata ai bambini fra gli 8 e i 12 anni. Armati di torcia, sacco a pelo e pigiamino, i piccoli esploratori, accompagnati da un adulto, potranno vivere una notte indimenticabile fra laboratori, caccia al tesoro e storie fantastiche che prendono vita fra le vetrine, prima di addormentarsi circondati da capolavori antichi. Attività dedicata alle bambine e ai bambini dagli 8 ai 12 anni al costo di 30 euro (tariffa valida per un bambino/a partecipante ed un adulto accompagnatore). Prenotazioni: https://bit.ly/UnaNotteconEtruschiSummer. Domenica 15 giugno 2025, dalle 10 alle 16, apertura straordinaria del parco archeologico di Veio. Ingresso libero, senza prenotazione.

CUMA (Na). Per le Giornate Europee dell’Archeologia venerdì 13 giugno 2025, alle 17, sarà possibile visitare il cantiere di scavo nella città bassa di Cuma, necropoli di Porta Mediana, dove il Centre Jean Bérard sta conducendo un’attività di studio e ricerca archeologica. La passeggiata nella necropoli cumana tra vecchi e nuovi scavi avrà come guide Priscilla Munzi (co-direttrice del Centre Jean Bérard), Marcella Leone e Elisa Conca (archeologhe CJB). Ingresso libero su prenotazione fino ad esaurimento posti fino alle 13 di venerdì. Per prenotarsi scrivere a: pa-fleg.comunicazione@cultura.gov.it

NAPOLI – MANN. Per le Giornate Europee dell’Archeologia il museo Archeologico nazionale propone alcuni eventi. Venerdì 13 giugno 2025, il Mann sarà aperto anche in orario serale dalle 19 (ultimo ingresso alle 22.30) con biglietto al costo speciale di 5 euro. Alle 21, visita alla mostra sui tesori ritrovati con la co-curatrice Marialucia Giacco; dalle 19.30 alle 22.45, degustazione doppia al MANNCaffè con prodotti del Mastro Fornaio Esposito di Pompei e limoncello di Villa Beatrice di Sorrento (costo della degustazione: 4 euro). Domenica 15 giugno 2025, alle 10.30, visita- laboratorio alla mostra sui tesori ritrovati, a cura di Annamaria Di Noia e Luigi Oscurato. Il percorso è dedicato a bambini dagli 8 ai 12 anni. Per partecipare agli itinerari guidati, è necessario prenotare telefonicamente (Servizi Educativi del Mann, dal lunedì al venerdì, ore 10-15, tel. 0814422336).

NAPOLI – PISCINOLA E SCAMPIA. In occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia, venerdì 13 giugno 2025 il pubblico sarà invitato a vivere un’intera giornata alla scoperta del patrimonio archeologico dei quartieri di Piscinola e Scampia: “Dalla periferia al centro: alla scoperta dell’antica Neapolis”, evento a cura della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il Comune di Napoli, in collaborazione con ANM e il MOSS – Ecomuseo Diffuso Scampia.

DEPOSITI APERTI – ANM Piscinola, in via Giovanni Antonio Campano 110 (15 minuti a piedi dalla fermata “Chiaiano” della Linea 1 della Metropolitana). Per la prima volta, sarà possibile accedere ai depositi ANM di Piscinola, dove sono custoditi i materiali archeologici provenienti dagli scavi della Linea 1 della Metropolitana. In particolare, all’interno del cosiddetto “deposito C barche” sono conservati, immersi in grandi vasche di acqua dolce, i relitti A e C delle navi onerarie rinvenuti nel 2003-2004 durante gli scavi in piazza Municipio. L’iniziativa prevede quattro turni di visita guidata gratuiti su prenotazione (numero massimo di partecipanti per turno di visita: 15 persone): 9, 10 (turno dedicato ai bambini e alle bambine), 11, 12. I visitatori, guidati dai funzionari archeologi e restauratori della Soprintendenza, saranno condotti lungo un affascinante itinerario articolato in tre tappe: Deposito delle navi romane; Deposito delle ceramiche, con dimostrazione del restauro dei reperti; Deposito degli elementi architettonici. Il turno delle 10 sarà dedicato esclusivamente ai bambini e alle bambine (fascia 6-12 anni). Durante questa visita i più piccoli esploreranno il deposito delle navi romane e, a seguire, ci sarà un momento di letture ad alta voce a tema a cura della libreria “Mio nonno è Michelangelo” di Pomigliano d’Arco. Nel frattempo, gli adulti accompagnatori potranno visitare gli altri due depositi. Al termine di ciascun turno, una navetta gratuita (attiva dalle 9.30 alle 17), messa a disposizione dal Comune di Napoli, per chi ne avesse necessità, accompagnerà i partecipanti per proseguire la giornata a Scampia. I partecipanti al turno delle 9 e delle 10 potranno, al termine della visita ai depositi, fare tappa alla Villa Romana in via Tancredi Galimberti e poi al MOSS – Ecomuseo di Scampia. I partecipanti al turno delle 11 e delle 12 potranno, al termine della visita ai depositi, recarsi direttamente al MOSS – Ecomuseo Diffuso Scampia, dove si svolgerà la seconda parte della giornata.

ARCHEOLOGIA A SCAMPIA – MOSS – Ecomuseo Diffuso Scampia e resti della Villa Romana in via Tancredi Galimberti, in viale della Resistenza 12 (15 minuti a piedi dalla fermata “Piscinola-Scampia” della Linea 1 della Metropolitana). La giornata prosegue nel cuore di Scampia con le attività promosse dal MOSS – Ecomuseo Diffuso Scampia, incentrate sul patrimonio archeologico locale e sulla valorizzazione del territorio. Sono previsti due visite guidate alla Villa Romana in via Tancredi Galimberti alle 10.30 e alle 11.30. Dalle 10.30 alle 16 – visite guidate al MOSS, primo ecomuseo della città di Napoli, che espone il racconto del patrimonio materiale e immateriale del quartiere attraverso installazioni co-prodotte da artisti e abitanti, mostre permanenti e temporanee, proiezioni video e approfondimenti. Per la giornata saranno inaugurate delle nuove installazioni dedicate all’archeologia di Scampia. Archeo-giocando: apertura spazi dedicati alle attività ludico-didattiche per bambini e bambine. Alle 13, pausa pranzo: sarà possibile pranzare presso il ristorante Chikù, situato all’interno dell’Ecomuseo. Alle 15, “L’archeologia nel territorio a Nord dell’antica Neapolis”: presentazione delle principali evidenze archeologiche nel suburbio settentrionale della città (ville rustiche, sepolcreti e strutture produttive), con proiezione di video realizzati dalla Redazione del MOSS e dall’Istituto Superiore Liceo “Elsa Morante”, con la partecipazione di Maria Amodio (MOSS) e Sonia Pomicino (SABAP Comune di Napoli). La partecipazione è gratuita, previa prenotazione tramite form (riceverai una mail di conferma). Numero massimo di partecipanti per turno di visita: 15 persone. Al termine dell’evento sarà disponibile un servizio navetta per il rientro alla fermata “Chiaiano” della Linea 1 della Metropolitana.

ERCOLANO (Na). In occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia tre giorni imperdibili al parco archeologico di Ercolano e alla mostra “Dall’uovo alle mele. La civiltà del cibo e i piaceri della tavola a Ercolano” a Villa Campolieto tra attività didattiche e laboratoriali in collaborazione con CoopCulture: 13 giugno 2025, alle 11, “Il piatto Perfetto” a Villa Campolieto: in questo laboratorio i partecipanti diventeranno aspiranti nutrizionisti, scoprendo l’importanza di un’alimentazione equilibrata, attraverso l’esperienza pratica e la visita guidata alla mostra. Dopo una breve introduzione sui gruppi alimentari e sui loro benefici, durante il percorso di visita alla mostra, i partecipanti riceveranno sagome* che riproducono alimenti, alcuni tra questi utilizzati nel mondo antico. Al termine della visita, acquisiti tutti gli elementi, dovranno comporre il loro piatto, tentando una preparazione bilanciata. Sulla base delle preziose informazioni apprese durante il percorso di visita, facendo tesoro delle pratiche e del sapere antico, potranno capire il valore degli alimenti e combinarli correttamente. Il percorso si conclude scegliendo tra i piatti il più equilibrato. Un’esperienza educativa e divertente per imparare le basi della nutrizione giocando. Ai più piccoli sarà offerta la possibilità di realizzare le sagome di alimenti in laboratorio. Visita Gratuita. 13 e 15 giugno 2025, “Cibus” a Villa Campolieto: l’Itinerario consente l’approfondimento di un tema, quello dell’alimentazione, che è tra le materie centrali per la ricostruzione della quotidianità nelle città vesuviane. La straordinaria documentazione archeologica di Ercolano offre la possibilità di avere una visione d’insieme riguardo l’alimentazione, grazie alla varietà ed il numero di reperti organici e monumenti conservati (termopolia; botteghe; culinae). Obiettivo di questo percorso è proprio la conoscenza approfondita di un aspetto che ha riscontro nella società e nella vita quotidiana ad Ercolano ed in generale nell’area vesuviana in età romana. Visita Gratuita. 14 giugno 2025, “Cibus… per tutti” a Villa Campolieto, alle 11 e alle 16.30: l’Itinerario consente l’approfondimento di un tema, quello dell’alimentazione, che è tra le materie centrali per la ricostruzione della quotidianità nelle città vesuviane. Un percorso genuinamente inclusivo per arricchire il pubblico tutto della condivisione di questa esperienza con persone speciali. Visita Gratuita. 15 giugno 2025, “E il Garum dov’è; mistero in cucina” a Villa Campolieto, alle 11: attraverso un percorso guidato all’interno della mostra, bambine e bambini potranno apprendere in maniera ludica ed accattivante, come veniva preparato il cibo nell’antica Ercolano. Visitando la mostra, alla scoperta di utensili, cibi, ingredienti ed abitudini alimentari, si troveranno nel bel mezzo di un’indagine, durante la quale, in possesso di indizi, potranno accedere ad una antica ricetta e scoprire dove è nascosto il prezioso ingrediente, coinvolgendo in tal modo l’apprendimento degli argomenti centrali della esposizione. La struttura ad enigma mantiene alta l’attenzione e la curiosità degli studenti che imparano in un modo alternativo, attraverso gli indizi e il riconoscimento dei reperti, argomenti trasversali e multidisciplinari. L’approccio agli alimenti, permette ai più piccoli di confrontare le proprie abitudini famigliari e di scoprire sorprendenti analogie con l’alimentazione attuale.

GRANDE POMPEI. “Il deposito va al museo”: dalla celebre statuetta in marmo della Venere di Oplontis, alla cassaforte di Crassius tertius, reperti e oggetti dai depositi escono in mostra nei siti della Grande Pompei, in occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia, l’appuntamento annuale dedicato al patrimonio e alla ricerca archeologica. Diverse le proposte di approfondimento dagli scavi o dai depositi nei giorni 13, 14 e 15 giugno 2025. Venerdì 13 giugno 2025, dalle 9 alle 14, ad Oplontis a Torre Annunziata sarà in esposizione nel peristilio (giardino colonnato) servile della villa, la statuetta in marmo bianco di Venere, probabilmente in origine oggetto di arredo di uno dei saloni di rappresentanza della villa. Saranno previsti degli itinerari con approfondimenti sul tema a cura dell’Archeoclub di Torre Annunziata. All’Antiquarium di Boscoreale sarà, invece, esposta dalle 9 alle 14, la cassaforte di Lucius Crassius Tertius rinvenuta nel 1974 durante lo scavo delle vestigia della Villa omonima o cosiddetta B ad Oplontis; un importante manufatto, realizzato in legno e in ferro con articolati elementi decorativi. Sempre venerdì 13 giugno, dalle 10 alle 12, a Villa San Marco a Castellammare di Stabia è in programma la visita al cantiere di restauro a cura della società Emiliano Africano srl. A Pompei, invece venerdì 13, sabato 14 e domenica 15 giugno 2025 a Pompei, dalle 9 alle 17,30, si potrà visitare la casa di Maio Castricio, nell’Insula Occidentalis, dove è da poco stato ultimato il cantiere della messa in sicurezza, e ammirare gli arredi e dei reperti inediti di vita quotidiana, rinvenuti nel corso degli scavi degli anni ‘60 e ‘70 e mai prima esposti in contesto. Infine, domenica 15 giugno 2025, dalle 9 alle 14, al museo Archeologico di Stabia, saranno previste visite speciali ai depositi archeologici, dedicate al tema “Dallo scavo alla conservazione: i depositi archeologici come luoghi di ricerca”.

PAESTUM – VELIA (Sa). Dal 13 al 15 giugno 2025 i parchi archeologici di Paestum e Velia aderiscono alle Giornate Europee dell’Archeologia con un weekend ricco di attività dedicate alla scoperta del passato. Si inizia venerdì 13 giugno 2025 con “Restauratori per un giorno – Laboratorio pratico per bambini e ragazzi sulle tecniche di restauro”, a cura di Damiana Salier, l’occasione perfetta per mettersi nei panni dei restauratori e scoprire, passo dopo passo, come si ricompone la storia. Nella Sala Cella del Museo di Paestum, alle 10 e alle 11, bambini e ragazzi potranno provare tecniche di ricostruzione, pulitura e reintegro pittorico, esplorando il mondo del restauro con occhi nuovi e mani all’opera. Sabato 14 giugno 2025 il programma si arricchisce con una serie di attività pensate per tutte le età, che uniscono il fascino della storia con l’esperienza diretta della scoperta. Al museo di Paestum, si svolgeranno due appuntamenti dedicati alle monete antiche, realizzati in collaborazione con l’università di Salerno: ⁠alle 10, “Piccoli numismatici al museo”, a cura di Teresa Marino, un’attività ludico-didattica per bambini dai 6 ai 12 anni con visita guidata tematica e focus sulle monete esposte; alle 12, ⁠“La storia tra le dita”, a cura di Teresa Marino, visita tematica guidata rivolta ad un pubblico adulto, per comprendere il ruolo della numismatica nello studio del passato. A Velia, invece, alle 11, “Dall’Acropoli di Elea si vede il mare…”, a cura di Francesco Uliano Scelza, visita guidata per tutti tra monumenti e paesaggi; alle 17, ⁠“Laboratorio di Pittura murale. Materie, tecniche e decorazioni parietali”, a cura di Chiara Cammarano, attività dedicata alla pittura murale, con un percorso di conoscenza, pratica e introduzione al restauro, pensato per partecipanti dai 10 anni in su. Domenica 15 giugno 2025 ultimo appuntamento con le Giornate Europee dell’Archeologia, con una serie di attività che permetteranno di scoprire ancora più in profondità la storia di Paestum e Velia. A Paestum, i percorsi tematici “Racconto di uno stile: l’evoluzione del dorico a Paestum” guideranno i visitatori attraverso l’evoluzione dell’architettura dorica: alle 10, con Silvio Leone, tra i templi monumentali del sito; alle 16, con Maria Boffa, tra i reperti custoditi nel museo e nei depositi.

TARANTO. Per le Giornate europee dell’Archeologia il 13 e il 14 giugno 2025 il MArTA propone un programma interamente dedicato ai più piccoli, chiamati a vestire i panni di giovani archeologi. L’attività li vedrà impegnati in un laboratorio che si terrà nel chiostro Del Museo Archeologico nazionale di Taranto, dove insieme simuleremo uno scavo archeologico e il momento della scoperta dei reperti. Le attività si terranno il 13 giugno dalle 16.30 alle 18.30 e il 14 giugno dalle 18.30 alle 21 e saranno rivolte ai bambini di età compresa tra i 7 e i 12 anni. Prima dall’attività pratica, i piccoli partecipanti visiteranno il museo per conoscere da vicino i reperti. Successivamente metteranno in pratica le indicazioni degli archeologi, cimentandosi in uno scavo simulato. Durante il laboratorio useranno strumenti originali utilizzati dagli archeologi, come la trowel, ma anche palette e pennelli. Ad ogni ritrovamento realizzeranno il disegno dell’oggetto e compileranno le relative schede di scavo. L’esperienza, dalla durata di circa un’ora e mezza, è riservata ai bambini dai 7 ai 12 anni (accompagnati da un adulto), con posti limitati. L’attività sarà gratuita per i bambini, mentre il costo del biglietto di ingresso al museo per gli accompagnatori sarà di 10 euro, salvo le gratuità o le riduzioni previste dalla legge e dalle convenzioni. La prenotazione di tutte le attività (obbligatoria) dovrà essere effettuata al numero 099 4532112 sino ad esaurimento dei posti disponibili, comunicando il proprio nome e cognome, email, telefono e numero di partecipanti. Apertura straordinaria serale il 14 giugno 2025 sino alle 23.30 con chiusura della biglietteria alle 23.

LOCRI (RC). Fine settimana al parco archeologico di Locri Epizefiri: venerdì 13 giugno 2025, alle 17.30, al museo Archeologico nazionale, presentazione del libro “La famiglia nella pittura italiana. Ritratto di gruppo e scena di genere” di Ilenia Falbo (Silvana editoriale). Introduce Elena Trunfio, direttrice del museo e parco archeologico di Locri. Discute con l’autrice la storica dell’arte Stefania Fiato. Domenica 15 giugno 2025, alle 10, per le Giornate europee dell’archeologia, laboratorio per ragazzi (prenotazione obbligatoria).

SELINUNTE (Tp). In occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia, il parco archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria ospita il 13 giugno 2025, alle 16.30, al Baglio Florio, “Sulle vie della Storia”, un appuntamento speciale dedicato alla comunicazione e alla valorizzazione del patrimonio culturale, un articolato momento di confronto tra archeologi, direttori di parchi, giornalisti ed esperti di innovazione culturale, con uno sguardo rivolto al dialogo tra la Sicilia e il Mediterraneo. Il programma prevede tre panel tematici: la nuova comunicazione culturale, con la partecipazione di giornalisti di testate nazionali e internazionali, e rappresentanti di importanti istituzioni culturali; un passato da raccontare: dalla Sicilia al Mediterraneo, dedicato alle sfide dell’innovazione nei parchi archeologici siciliani, tra tecnologia, sostenibilità e nuove narrazioni; iniziative di comunicazione culturale sperimentali, che illustreranno esperienze e progetti come il Tour della Sicilia in barca a vela, la gamification del Parco di Selinunte, e il progetto europeo NEXT ROUTES. L’iniziativa è promossa in collaborazione con La Rotta dei Fenici – Itinerario culturale del Consiglio d’Europa – e con il contributo di numerosi partner istituzionali e associativi.

PALERMO. Per le Giornate europee dell’Archeologia il museo Archeologico regionale “Antonino Salinas”, l’Ordine degli Architetti, l’Archeoclub d’Italia e Coop Culture organizzano una iniziativa che esplora l’affascinante connessione tra il patrimonio archeologico e l’arte contemporanea. Un’occasione per comprendere come l’archeologia non sia solo studio del passato, ma dialogo vivo con il presente attraverso l’arte, la tecnologia e la creatività contemporanea. Venerdì 13 giugno 2025, alle 16.30, nell’Agorà del museo Salinas, con ingresso gratuito fino a esaurimento posti: saluti istituzionali di Giuseppe Parello, direttore del museo Archeologico regionale Salinas; 16.45, presentazione dell’esposizione ArcheoArt dell’artista e architetto Loredana Daniele e del tema del convegno “Archeologia e Arte: dialoghi tra passato e presente”. Momenti musicali di Salvatore La Carrubba, medico e cantautore. Interventi: Fabrizio Agnello (università di Palermo – Dipartimento di Architettura) “Metodi digitali per lo studio e la divulgazione del patrimonio culturale”; Daniela Raia (archeologa – ArcheOfficina) “Dall’indagine archeologica alla fruizione pubblica: esempi di progetti di musealizzazione di siti archeologici”. Modera Rosa Vitale, Architetto E Presidente di ArcheoClub d’Italia – Sede di Palermo. Alle 18.30, presentazione del libro “Archeologia Industriale. Memoria d’impresa nell’area metropolitana di Palermo” di Maria Antonietta Spadaro. Dialogherà con l’autrice l’arch. Rosa Vitale

Roma. Riparte, ogni martedì e giovedì, riparte “Una Notte al Colosseo”, visita guidata notturna nel primo ordine dell’Anfiteatro Flavio dal punto di vista degli spettatori e dei protagonisti degli spettacoli, tra cacce (venationes) e combattimenti gladiatorii (munera)

Da martedì 13 maggio 2025 torna il percorso di visita più amato: il parco archeologico del Colosseo apre i cancelli per le visite notturne dell’Anfiteatro Flavio con l’iniziativa “Una Notte al Colosseo”. Il percorso guidato, della durata di circa 60 minuti, si sviluppa anche per questa edizione lungo il primo ordine del monumento, il piano dell’arena e i sotterranei. Le visite, in italiano e in inglese, programmate ogni martedì e giovedì dalle 20 alle 24 con ultimo ingresso alle 22.30, sono riservate a un massimo di 25 persone per turno. I biglietti sono disponibili 7 giorni prima della data prevista per la visita che sarà prevalentemente dedicata al racconto del Colosseo dal punto di vista degli spettatori e dei protagonisti degli spettacoli che si svolgevano nell’arco della giornata, tra cacce (venationes) e combattimenti gladiatorii (munera).

“Una notte al Colosseo”: visita guidata al primo ordine dell’Anfiteatro Flavio (foto PArCo)

L’itinerario prevede la partenza dal fornice Nord, anticamente l’entrata principale dell’Imperatore, con un approfondimento sull’ingresso imperiale e le decorazioni in stucco. Qui, dal piano dell’arena, si potrà avere una visione completa della cavea e un racconto degli spettacoli offerti dagli imperatori. Si prosegue poi nei sotterranei, dove sarà possibile esplorare la nuova esposizione permanente “Spettacoli nell’Arena del Colosseo. I protagonisti”, curata da Alfonsina Russo, Federica Rinaldi e Barbara Nazzaro. La mostra conserva i punti di forza della precedente esposizione temporanea “Gladiatori nell’arena. Tra Colosseo e Ludus Magnus” e prevede un rinnovato allestimento permanente incentrato sui protagonisti degli spettacoli, ovvero i gladiatori e gli animali impegnati nelle venationes.

Un gladiatore secutor che avanza nel buio: proiezione olografica realizzata da Katatexilux (foto PArCo)

L’allestimento prevede la suggestiva proiezione olografica con i gladiatori che avanzano dal buio del criptoportico orientale (realizzata da Katatexilux su idea e curatela di Federica Rinaldi), il mosaico bianco e nero di II sec. d.C. con scena di caccia, i gradini della cavea con i graffiti riproducenti i combattimenti tra gladiatori e gli inseguimenti tra animali, le lucerne, i modelli di montacarichi e i sistemi di sollevamento di uomini e animali, veri apparati tecnologici ante litteram. I reperti sono posti in dialogo con le riproduzioni al vero delle armature dei gladiatori nelle diverse tipologie del reziario, del secutor, del trace, del mirmillone, del provocator e dell’oplomachus, facenti parte della collezione del PArCo. Tra i reperti in mostra si segnala la copia realizzata da modello digitale eseguito con laser scanner 3D ad alta precisione di un rilievo proveniente dall’isola di Coo conservato presso il museo d’Antichità J.J. Winckelmann del Comune di Trieste. Il rilievo rappresenta il combattimento tra un reziario e un secutor con un’iscrizione in greco che riconduce con ogni probabilità allo scioglimento del vincolo contrattuale dell’auctoramentum, il sacramento alla divinità con cui il gladiatore accettava di rischiare la propria vita scendendo nell’arena e combattendo fino al giudizio del popolo.

La testa di gladiatore proveniente dal museo Archeologico al Teatro Romano di Verona esposta nei sotterranei del Colosseo (foto PArCo)

Novità del 2025 è la presenza della testa di gladiatore “Gallus prestata dal museo Archeologico al Teatro Romano di Verona, una straordinaria testa lapidea di gladiatore dell’inizio del I sec. d.C. proveniente dall’Anfiteatro di Verona e risalente alla prima metà del I secolo d. C. (la cosiddetta Arena). Successivamente, il percorso esplorerà la struttura dei corridoi sotterranei attraverso una passeggiata al chiaro di luna lungo la passerella fino alla camera di manovra occidentale.

Verona. Accordo dei musei civici con il parco archeologico del Colosseo: a Roma nei sotterranei dell’anfiteatro flavio (allestimento “Spettacoli nell’arena del Colosseo. I protagonisti”), esposta la testa di gladiatore scoperta nell’anello esterno dell’Arena, al museo Archeologico al Teatro Romano la lastra in marmo con graffito un gladiatore (esposizione “Ospiti fuori dal Comune. Un gladiatore dal Colosseo a Verona”)

“Scambio” di gladiatori lungo l’asse Verona-Roma.  Dal 10 aprile al 15 ottobre 2025 è ospitato negli ipogei del Colosseo, nel nuovo allestimento permanente dedicato agli Spettacoli nell’Arena, un nuovo protagonista: grazie al prestito garantito dal museo Archeologico al Teatro Romano di Verona (I MUV – I Musei di Verona), la straordinaria testa lapidea di gladiatore dell’inizio del I sec. d.C. proveniente dall’Anfiteatro di Verona della prima metà del I secolo d. C. (la cosiddetta Arena) entra a far parte del percorso di visita curato da Alfonsina Russo, Federica Rinaldi e Barbara Nazzaro, contribuendo ad ampliare la conoscenza sul mondo dei gladiatori e sulla loro complessa organizzazione. La testa lapidea appartiene con ogni probabilità alla tipologia del “gallo” (Gallus), ovvero a quella categoria di gladiatori che, come il sannita e il trace, prende origine dalla provenienza geografica dei popoli nemici di Roma. E dal 16 aprile al 15 ottobre 2025, grazie a questo scambio di opere tra l’Arena di Verona e il Colosseo, consente di poter vedere al museo Archeologico al Teatro Romano di Verona una lastra in marmo proveniente dal Colosseo di Roma con un graffito che riproduce un gladiatore. Questo accordo di collaborazione tra i Musei Civici di Verona e il Parco archeologico del Colosseo porterà ad attività comuni, conferenze e workshop in merito allo studio, valorizzazione e gestione di questa tipologia di monumenti antichi. Il progetto è a cura di Francesca Rossi e Francesca Morandini (Musei Civici di Verona); Alfonsina Russo, Federica Rinaldi e Barbara Nazzaro (Parco Archeologico del Colosseo).

Testa di gladiatore con elmo scoperta nell’anello esterno dell’Arena di Verona e conservata al museo Archeologico al Teatro Romano di Verona (foto i-muv)

“Collaborare tra aree archeologiche significa unire saperi e beni culturali per trasformare il patrimonio in un racconto vivo e condiviso”, commenta l’assessore alla Cultura del Comune di Verona Marta Ugolini. “Siamo grati di questa opportunità di prestito, che porta una parte di Verona a Roma, nel sito archeologico più visitato in Italia, il Colosseo, uno dei simboli storici e culturali più iconici del paese. La sinergia tra il Parco archeologico del Colosseo e i Musei civici di Verona fa emergere storie che parlano al presente, dove ogni reperto diventa testimonianza di un’eredità comune, da custodire e valorizzare”. “Esprimo la mia grande soddisfazione per la reciprocità che si è instaurata con i Musei Civici di Verona e in particolare tra l’Arena e il Colosseo, due anfiteatri che senza dubbio occupano nella storia ma anche nel mondo contemporanea un posto di rilievo per la loro funzione iconica e simbolica”, dichiara Alfonsina Russo, direttore del parco archeologico del Colosseo. “La mission del Parco archeologico del Colosseo è quello di costruire relazioni che siano di volano alla condivisione di valori e di promozione della cultura, contribuendo alla circolarità della storia e alla crescita culturale ed esperienziale dei nostri pubblici”. “Abbiamo accolto con vero piacere la richiesta di collaborazione del Parco archeologico del Colosseo a partecipare all’allestimento permanente degli ipogei del Colosseo con il prestito della testa di gladiatore rinvenuta all’anfiteatro di Verona”, dichiara Francesca Rossi, direttore dei Musei civici di Verona. “Si tratta di un frammento della decorazione statuaria dell’Arena, di cui si conservano pochi pezzi, alcuni anche in bronzo; la reciprocità dello scambio, con la lastra graffita dal Colosseo, ci permette di stringere i contatti tra le nostre istituzioni e di poterci confrontare in merito ai complessi aspetti museali e gestionali di edifici così iconici quali sono gli anfiteatri di età romana, che tuttavia rivestono un ruolo molto importante anche all’interno della città contemporanea”.

La testa di gladiatore proveniente dal museo Archeologico al teatro Romano di Verona esposta nei sotterranei del Colosseo (foto PArCo)

Dal 10 aprile 2025, dunque la testa di gladiatore, proveniente dall’arena di Verona e conservata al museo Archeologico al Teatro Romano, è esposta a Roma, nel percorso museale ipogeo del Colosseo, come opera ospite d’apertura dell’allestimento “Spettacoli nell’arena del Colosseo. I protagonisti”, a cura di Alfonsina Russo, Federica Rinaldi, Barbara Nazzaro. Questo format, ideato dal Colosseo per integrare il percorso permanente allestito negli ipogei dell’anfiteatro, dopo alcuni elmi originali in bronzo della Caserma dei Gladiatori di Pompei dal museo Archeologico nazionale di Napoli (luglio 2023 a febbraio 2024) e un rilievo conservato al museo d’Antichità Winkelmann di Trieste (giugno 2024 a febbraio 2025) e proveniente dall’isola di Coo con la raffigurazione del combattimento tra un reziario e un secutor e iscrizione in greco che riconduce con ogni probabilità allo scioglimento del vincolo contrattuale dell’auctoramentum, il sacramento alla divinità con cui il gladiatore accettava di rischiare la propria vita scendendo nell’arena e combattendo fino al giudizio del popolo, ospita ora la testa di una statua di gladiatore che venne scoperta nella zona dell’anello esterno dell’Arena di Verona in via dietro anfiteatro nel 1889. Il volto dell’atleta è coperto da un elmo, forse di tipo gallico, che presenta unicamente due fori per gli occhi. La richiesta del prestito ha costituito un’occasione per attivare una collaborazione tra i Musei Civici di Verona, specialmente quelli archeologici, con il parco archeologico del Colosseo, per avviare uno scambio reciproco di progetti e di buone pratiche in merito alla gestione e alla valorizzazione di due degli anfiteatri più conosciuti al mondo e meglio conservati, appunto l’Arena di Verona e il Colosseo. Si tratta di edifici di età romana che ancora oggi ricoprono un ruolo di rilievo nella città contemporanea, pur portando ancora i segni della loro lunga e variegata storia e delle numerose funzioni che hanno accolto nel corso degli anni.

Lastra in marmo con graffito un gladiatore proveniente dal Colosseo (foto PArCo)

A Verona, dal 16 aprile al 15 ottobre 2025, l’esposizione “Ospiti fuori dal Comune. Un gladiatore dal Colosseo a Verona” è visitabile in orario museale (10-18 escluso il lunedì) ed è compresa nel biglietto di accesso al museo Archeologico al Teatro Romano. La lastra in marmo proveniente dal Colosseo di Roma con un graffito che riproduce un gladiatore è affiancata nell’allestimento dalla riproduzione di altri graffiti e dalle testimonianze di altri gladiatori conosciuti anche a Verona. L’esposizione è nella sezione del museo dedicata all’anfiteatro.

Verona. Alla Gran Guardia la conferenza, in presenza e on line, “100 anni del Museo Archeologico al Teatro Romano 1924-2024”: dal processo di formazione delle collezioni all’istituzione del museo Archeologico nel 1924 fino al nuovo allestimento inaugurato nel 2016

verona_gran-guardia_conferenza-100-anni-del-Museo-Archeologico-al-Teatro-Romano_locandinaCadeva l’anno 1924 quando a Verona il museo Archeologico al Teatro Romano apriva ufficialmente le porte al pubblico. Nell’anno del centenario, martedì 10 dicembre 2024, alle 17, nella sala Convegni della Gran Guardia, si terrà la quinta conferenza dei Musei Civici 2024 – 2025 con il titolo “100 anni del Museo Archeologico al Teatro Romano 1924-2024”: l’accesso è libero e consentito fino ad esaurimento dei posti disponibili. È possibile seguire l’incontro anche in diretta streaming sul canale YouTube https://www.youtube.com/@imuv-imuseidiverona. Durante l’incontro, in apertura, i saluti di benvenuto dell’assessore alla Cultura Marta Ugolini. Seguiranno gli interventi di Francesca Rossi, direttrice dei Musei Civici di Verona; Andrea Rosignoli, soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza; Margherita Bolla, già curatrice del museo Archeologico al Teatro Romano e del museo Maffeiano; Andrea Augenti, professore ordinario università di Bologna, coordinatore del Corso di Dottorato in Scienze storiche e archeologiche. Memoria, civiltà e patrimonio.

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L’ex convento di San Girolamo dei Gesuati, sopra il teatro romano di Verona, sede del museo civico Archeologico al Teatro romano (foto imuv)

Il museo Archeologico al Teatro Romano è stato inaugurato il 10 marzo 1924. Questa data segna il momento in cui viene ufficializzato il distacco delle collezioni archeologiche dall’originario Museo Civico che le conteneva ed esponeva a Palazzo Pompei, già dal 1854. Alla fine dell’Ottocento in questa sede si erano accumulati i dipinti e le sculture, le raccolte naturalistiche, i reperti archeologici e una grande quantità di oggetti recuperati tra il 1890-1892 nel corso dei cosiddetti scavi d’Adige. La sede naturale, che venne individuata per ospitare le collezioni archeologiche, fu il convento del XV secolo di San Gerolamo dei Gesuati, che insisteva sul teatro sorto alla fine del I secolo a.C. sul fianco del colle di San Pietro. L’esistenza del teatro era nota, così come la sua ricostruzione, attraverso i disegni degli artisti del Rinascimento. L’edificio però ritornò ad essere visibile solo nel 1815 quando per caso emersero alcuni gradini della cavea; il resto era in parte interrato, in parte coperto dalle costruzioni civili ed ecclesiastiche sorte nei secoli. Furono l’impegno e la determinazione di Andrea Monga, esponente della borghesia veronese e uomo alla ricerca di un sogno, che permisero di riportare alla luce buona parte dell’edificio nell’arco di circa dieci anni a partire dal 1834.

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L’area del teatro romano di Verona prima dei lavori del Monga (foto imuv)

Agli inizi del Novecento era matura a Verona la coscienza collettiva di appropriazione pubblica di un luogo così rilevante della città antica. Lo scavo archeologico si protrasse con interventi non continuativi fino al 1939, ma già nel 1923 l’allora direttore del Museo Civico, Antonio Avena, provvide a trasferire all’interno del convento dei Gesuati i materiali archeologici, compresi quelli di età preistorica e protostorica. Il criterio di allestimento, in coerenza con la sua personale inclinazione alla scenografia, mirava a realizzare un museo-giardino di aspetto romantico. Tale scopo fu perseguito con il reimpiego di materiali da altri siti e con la distribuzione fra piante e vigneti di colonne ricostruite, capitelli, sculture e blocchi funerari.

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Il teatro romano di Verona affacciato sull’Adige ospita gli spettacoli dell’Estate Teatrale Veronese (foto comune verona)

Ad Avena per primo è da attribuire l’idea di utilizzare il teatro per gli spettacoli moderni e nel 1948, in effetti, iniziò l’Estate Teatrale Veronese che costituisce un appuntamento fisso per veronesi e turisti. Nel lungo periodo fra la sua riapertura dopo la guerra e il riallestimento inaugurato nel 2016, nel teatro e nel museo sono stati necessari numerosi interventi di tipo conservativo, dovuti anche alla specificità della loro collocazione. I lavori recenti hanno voluto ampliare lo spazio espositivo e rinnovare integralmente l’allestimento.

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Il chiostro del museo Archeologico al Teatro Romano di Verona (foto MATR)

In occasione della ricorrenza del centenario, verrà ripercorso il processo di formazione delle collezioni e dell’istituzione del museo Archeologico nel 1924. Si proporrà un confronto tra l’allestimento di Antonio Avena e il nuovo allestimento inaugurato nel 2016. Saranno inoltre illustrate le attività di ricerca che hanno avuto come esito la catalogazione e la pubblicazione delle raccolte, oltre alla divulgazione della loro conoscenza attraverso mostre tematiche tenute nel museo stesso. Saranno considerati anche gli interventi di tutela e conservazione del Teatro nel contesto del colle di San Pietro, le relazioni del museo con la rete museale cittadina e, infine, le prospettive di sviluppo del progetto culturale del museo per soddisfare le esigenze in costante divenire dei diversi pubblici e più in generale della società contemporanea.

Verona. Al museo civico Archeologico al Teatro romano quattro workshop formativi, una domenica al mese, su “La ruota dell’anno: storie di argilla” nell’ambito della mostra temporanea “Immagini di Terracotta”

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Locandina della mostra “Immagini di terracotta” al museo civico Archeologico al Teatro romano di Verona dall’8 novembre 2023 al 6 ottobre 2024

Al museo civico Archeologico al Teatro romano di Verona quattro workshop formativi su storia e immagini di argilla: una domenica al mese, dal 21 gennaio al 21 aprile 2024, dalle 15 alle 17, sul tema “La ruota dell’anno: storie di argilla”, realizzati dai Musei civici veronesi e TerraCrea nell’ambito della mostra temporanea “Immagini di Terracotta”, allestita nella sede museale al Teatro romano fino a ottobre 2024. Si inizia domenica 21 gennaio, alle 15, con “Tra cielo e terra. Un amuleto di terracotta per l’anno nuovo”; quindi domenica 18 febbraio, alle 15, con “Propizia rinascita personale. Un rito di terracotta nel mese della salute”; domenica 24 marzo, alle 15, “Trova la tua dea. Un’offerta di terracotta alla Madre Terra”; domenica 21 aprile, alle 15, “Incontra il tuo aiutante magico. Il bestiario sacro: animali d’aria, di terra, d’acqua e di fuoco”. Durata del laboratorio: 2 ore. Costo: 50 euro ad incontro, comprensivo di biglietto d’ingresso al museo. Prenotazione obbligatoria (posti limitati). Un’opportunità per approfondire le particolarità della ricca collezione di 380 figure di terracotta, conservate negli archivi del Museo e solitamente non esposte al pubblico, attualmente protagoniste di una esposizione ad hoc. Si tratta di immagini provenienti dal territorio veronese e appartenenti a collezioni private poi confluite nei Musei Civici di Verona. In esposizione anche statuine di bambini, o rappresentazioni di singole parti del corpo (braccia, mani, piedi), legate alla sfera del divino quali invocazioni per buona salute, fertilità o protezione per il buon esito di un viaggio. Una sezione viene dedicata inoltre agli animali domestici, fonte di nutrimento e di ricchezza: raffigurazioni di suini, bovini, o di sole parti di animali – come le teste o le zampe – si accompagnano a un gruppo di piccole offerte di animali in bronzo, legati al Nord dell’Etruria, come preghiere agli dei per garantire loro benessere.

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Alcune figure in terracotta esposte al museo civico Archeologico al Teatro romano di Verona (foto muv-vr)

La mostra “Immagini di terracotta”. Allestita nella sala dedicata alle esposizioni temporanee, la mostra, curata da Margherita Bolla, è aperta al pubblico fino al 6 ottobre 2024 e svela alcune delle 380 figurine di terracotta conservate presso il Museo Archeologico solitamente non esposte al pubblico. Offerte nei santuari, richieste di grazia agli dei oppure omaggio per una grazia già ricevuta, in mostra vengono esposte teste o mezze teste maschili e femminili, realizzate con molta cura, che, in alcuni casi, conservano ancora traccia del colore con cui erano ricoperta. In mostra anche statuine di bambini, o rappresentazioni di singole parti del corpo (braccia, mani, piedi), legate alla sfera del divino quali invocazioni per buona salute, fertilità o protezione per il buon esito di un viaggio. Una sezione viene dedicata agli animali domestici, fonte di nutrimento e di ricchezza: raffigurazioni di suini, bovini, o di sole parti di animali – come le teste o le zampe – si accompagnano a un gruppo di piccole offerte animali in bronzo, legati al nord dell’Etruria, come preghiere agli dei per garantire loro benessere. Accanto alle parti anatomiche e alle teste, trovano spazio anche statuette a tutto tondo raffiguranti divinità, usate sia nei santuari, sia in ambiente domestico o nei corredi tombali. L’ultima sezione, infine, espone i reperti provenienti dalla fornace di Menà di Castagnaro, in cui la produzione spaziava dai laterizi, ai pesi da telaio decorati, alle tubature e alle antefisse architettoniche. La mostra è collegata al catalogo generale delle terrecotte del Museo, in corso di preparazione, a cura di Margherita Bolla e Roby Stuani.

Verona. Per i lavori della linea MT portato alla luce in piazza Bra un ambiente con pavimento in cementizio di una domus romana già individuata nel 1911

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Il piccolo cantiere di scavo in piazza Bra, a Verona, a ridosso dei giardini, dove è stato scoperto l’ambiente di una domus romana (foto sabap-vr)

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Dettaglio dell’ambiente di domus romana scoperto in piazza Bra a Verona (foto sabap-vr)

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Domus in piazza Bra a Verona: dettaglio del pavimento di cementizio con crustae lapidee e punteggiato in frammenti calcarei bianchi (foto sabap-vr)

Il ritrovamento della domus romana a poco più di un metro di profondità a ridosso dei giardini della Bra, nel cuore di Verona, dove normalmente sono parcheggiati i taxi, non è stato una sorpresa: la domus era stata individuata nel 1911 quando furono realizzati i bagni sotterranei presso i giardini della piazza. All’epoca venne alla luce un mosaico geometrico figurato policromo con la figura di Dioniso con pantere, che fu prelevato e conservato al museo Archeologico al Teatro romano. Ma i lavori per la nuova linea di MT a cura di V-RETI, in piazza Bra a Verona, ha permesso agli archeologi della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo e Vicenza di avere nuove informazioni sulla domus: si tratta di un ambiente, dotato di pavimento di cementizio con crustae lapidee e punteggiato in frammenti calcarei bianchi. Venerdì 15 settembre 2023 sono state concluse le attività di scavo e documentazione della domus romana e ora i resti saranno protetti e reinterrati.

Verona. Fino all’Epifania si potranno visitare le collezioni dei Musei civici accompagnati gratuitamente da guide specializzate

verona_musei-civici_festività_visite-guidate_locandinaProgrammate dalla vigilia di Natale 2022 all’Epifania 2023 una serie di visite guidate gratuite ai Musei civici veronesi. Opportunità diverse per ammirare e conoscere il ricco patrimonio artistico attualmente in esposizione ai musei Archeologico, Storia Naturale, Affreschi, Castelvecchio e Galleria d’Arte Moderna. I tour saranno effettuati tutti a partire dalle 11.30. Sabato 24 e 31 dicembre al museo Archeologico al Teatro Romano. Lunedì 26 dicembre e 2 gennaio al museo di Storia Naturale. Martedì 27 dicembre e 3 gennaio al museo degli Affreschi ‘G.B. Cavalcaselle’ alla Tomba di Giulietta. Mercoledì 28 dicembre e 4 gennaio alla Galleria d’Arte moderna “Achille Forti” al Palazzo della Ragione. Giovedì 29 dicembre e 5 gennaio al museo Lapidario Maffeiano. Venerdì 30 dicembre e 6 gennaio al museo di Castelvecchio. La partecipazione è gratuita, con il solo pagamento dell’ingresso ai musei. Tutti i musei, oltre al consueto orario di apertura, effettueranno apertura straordinaria anche nelle giornate del 26 dicembre, del 2 e 6 gennaio. Per le visite alla Casa di Giulietta, ingresso fino all’8 gennaio 2023 dal Teatro Nuovo in piazzetta Navona.

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Locandina della mostra “Animali nel mondo antico” al museo Archeologico al Teatro romano di Verona dal 25 ottobre 2022 al 1° ottobre 2023

Principali eventi in programmazione. Museo di Castelvecchio. Fino al 26 marzo 2023, in sala Boggian, la mostra ‘I disegni di Ferruccio Franzoia e la lezione di Carlo Scarpa’ a cura di Ferruccio Franzoia, Ketty Bertolaso, Alba Di Lieto. Nel giardino di Castelvecchio, fino ad ottobre 2023, esposizione dell’opera Remoto di Giorgio Andreotta Calò, a cura di Elena Forin. Galleria d’Arte moderna “Achille Forti”. Fino ad ottobre 2023 la mostra “Contemporaneo Non-Stop. Il respiro della natura – AQUA”, a cura di Patrizia Nuzzo. Nella Cappella dei Notai, fino al 30 settembre 2023, Alba di Giulio Malinverni, l’opera site-specific realizzata dall’artista vincitore dell’edizione 2021 del Premio Level 0 di ArtVerona. Dal 17 dicembre 2022, la mostra “Piero Dorazio – la nuova pittura. OPERE 1963-1968’ a cura di Francesco Tedeschi, in collaborazione con Archivio Piero Dorazio. Esposizione allargata che coinvolge gli spazi della Galleria d’Arte Moderna”!Achille Forti” e della Galleria dello Scudo. Museo Archeologico al Teatro Romano. Fino al 1° ottobre 2023 esposizione “Animali nel mondo antico”, a cura di Margherita Bolla e Brunella Bruno. Museo degli Affreschi “G.B. Cavalcaselle”. Fino al 19 dicembre l’iniziativa ‘Cantiere aperto’ per il restauro del fregio di Palazzo Fiorio della Seta. Le operazioni di restauro, curate dall’Accademia di Belle Arti di Verona, possono essere seguite “dal vivo” dai visitatori del museo quando le restauratrici e i restauratori sono all’opera il martedì.

Verona. Al museo Archeologico al Teatro Romano apre la mostra “Animali nel mondo antico” con oggetti dalle collezioni civiche e nuovi ritrovamenti

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Locandina della mostra “Animali nel mondo antico” al museo Archeologico al Teatro romano di Verona dal 25 ottobre 2022 al 1° ottobre 2023

“Animali nel mondo antico” è il tema affrontato dalla nuova mostra al museo civico Archeologico al Teatro Romano di Verona, allestita nella sala dedicata alle esposizioni temporanee dal 25 ottobre 2022 al 1° ottobre 2023, curata da Margherita Bolla e Brunella Bruno, frutto della collaborazione tra l’assessorato alla Cultura – Direzione Musei, e la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza. L’esposizione intende illustrare alcuni aspetti dell’affascinante tema degli animali nel mondo antico, presentando non solo oggetti del MATR normalmente non esposti al pubblico e provenienti in gran parte dalle collezioni confluite nel Museo nel corso del tempo, ma anche – grazie alla collaborazione con la Soprintendenza – dedicando una vetrina a un ritrovamento molto interessante avvenuto in anni recenti nella città di Verona.

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Cavallino in bronzo “testimonial” della mostra “Animali del mondo antico” al museo Archeologico al Teatro romano (foto muv-sabap-vr)

La mostra prende avvio da alcune piccole ma preziose testimonianze relative al ruolo degli animali nell’antico Egitto, in particolare all’uso di mummie di specie diverse come offerte agli dei nei luoghi di culto, attestato dai contenitori rimasti, in questo caso in bronzo. Più ampia ed articolata la documentazione presentata sul mondo classico, in cui gli animali avevano un ruolo importante sia in ambito mitologico e religioso in quanto compagni di importanti divinità (basti pensare alla civetta di Atena/Minerva o all’aquila di Giove), sia in ambito sociale come simboli di prestigio (il cavallo), ma anche all’interno della casa e altrove come decorazioni raffinate, o nell’abbigliamento personale sotto forma ad esempio di fibule, e così via.

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Statuetta di cavallo marino di età romana imperiale dalla collezione di Jacopo Verità conservato al museo Archeologico al Teatro romano di Verona (foto muv)

Un’attenzione particolare è riservata ai serpenti, che potevano avere nel mondo classico un significato positivo, ad esempio come animali curativi nel culto di Esculapio, dio della medicina. Viene così introdotto il ritrovamento avvenuto pochi anni fa a Verona, in via Oberdan (all’esterno delle mura), con la scoperta di un edificio romano, che subì un grave incendio fra il III e il IV secolo d.C. Il crollo del soffitto, avvenuto per la combustione, sigillò in due ambienti adiacenti un gruppo di lucerne e un gruppo di statuette in bronzo, probabilmente costituenti il larario della casa, fra le quali una interessante figura di dea seduta, con diversi serpenti.

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Elemento in bronzo di applicazione a testa di grifone, con orecchie equine e becco di rapace (foto muv)

L’esposizione si chiude con l’illustrazione di creature fantastiche, raffigurate di frequente nel mondo antico (ad esempio sfingi e grifoni), e con una sezione dedicata al fascino che questi esseri esercitarono nelle epoche successive all’antichità, producendo imitazioni e rielaborazioni.

Archeologia pubblica. In via delle Logge a Montorio (Vr) visita straordinaria al mosaico parte di una villa dell’epoca di re Teodorico, con presentazione dei lavori di scavo e di restauro prima della sua ricopertura. Le richieste e le curiosità della gente, le risposte di archeologi e restauratori. Ecco le interviste per archeologiavocidalpassato

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Tanti cittadini attorno alla trincea in via delle Logge a Montorio (Vr) a guadare il mosaico romano del V sec. d.C. (foto graziano tavan)

verona_montorio_presentazione-finale-mosaico_locandinaGuardano con attenzione la grande conchiglia che riprende i suoi vivaci colori grazie a un velo di acqua vaporizzata. Cercano di individuare i due delfini contrapposti e attorcigliati attorno a un tridente. Soprattutto non si capacitano che quel “tesoro” ritrovato tra le loro case, e che sentono come un proprio “bene” debba essere ri-sepolto. Forse per sempre. Attorno a quello che fino a qualche decennio fa sarebbe stato considerato un “buco” in mezzo alla strada che creava solo problemi e disagi, e quei lacerti di mosaico quattro pietre senza valore “con tutti quelli che già ci sono in giro”. Invece venerdì 5 agosto 2022 attorno a quella trincea aperta per la posa di nuove tubature del gas in via delle Logge a Montorio, frazione di Verona sulle colline a Nord-Est della città, c’erano veramente tanti cittadini richiamati dall’opportunità data dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona della “apertura straordinaria del mosaico di via delle Logge a Montorio con presentazione dei lavori di scavo archeologico e restauro”, prima di essere ricoperto.

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La conchiglia rappresentata sul mosaico romano del V sec. d.C. riaffiorato in via delle Logge a Montorio (Vr) durante la posa delle condotte del gas (foto graziano tavan)

Il mosaico a soggetto marino era stato rinvenuto nella primavera 2022 durante i lavori di posa delle nuove tubature del gas da parte di Agsm-Aim (vedi Verona. Durante la posa di condotte del gas, scoperto nella frazione di Montorio un prezioso mosaico romano del 500 d.C. parte di un’enorme villa appartenuta forse allo stesso re Teodorico: l’area è nota per i mosaici già conservati al museo del Teatro romano e nei depositi della soprintendenza | archeologiavocidalpassato).

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La trincea aperta in via delle Logge a Montorio per la posa di nuove condotte del gas portando alla luce parte di un mosaico di una ricca villa romana del V sec. d.C. (foto graziano tavan)

E probabilmente non era stata del tutto una sorpresa. Tutta la frazione di Montorio è nota agli archeologi perché ricca di manufatti e ritrovamenti di epoca romana e per questo la zona è vincolata: reperti da Montorio e, in particolare, da un’enorme villa appartenuta a famiglie di alto rango, forse allo stesso re Teodorico, sono conservati al museo civico Archeologico al Teatro Romano di Verona e nei depositi della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo e Vicenza. E il lacerto di mosaico romano di via delle Logge, databile intorno al 500 d.C., apparterrebbe proprio a questa villa legata, con ogni probabilità alla gestione delle acque di cui la zona è ricchissima, ipotesi che sarebbe indirettamente confermata dal soggetto marino dei mosaici: a Montorio ci sono infatti le risorgive, e da qui partiva in epoca romana anche un acquedotto che serviva la città di Verona.

Il mosaico di via delle Logge, una storia tutta da scrivere. A raccontarne ad archeologiavocidalpassato.com qualche capitolo, dalla sua scoperta al restauro conservativo, è l’archeologo Davide Brombo, della Ar.Tech. che ha curato le indagini archeologiche su concessione della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo e Vicenza.

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Mosaico romano di via delle Logge a Montorio (Vr): dettaglio dei due delfini contrapposti e attorcigliati attorno al tridente (foto graziano tavan)

La presenza di un archeologo era prevista nel cantiere perché in una zona “sensibile”. E le aspettative non sono rimaste deluse: individuati lembi di pavimenti appartenenti allo straordinario complesso residenziale fortificato tardo-antico noto sin dall’800. Grazie al finanziamento della ditta che eseguiva la posa delle condotte è stati possibile allargare la trincea e mettere in sicurezza il mosaico, in modo da poterlo ricoprire in modo corretto e sicuro. “Purtroppo – spiega Brombo – non è possibile lasciarlo alla visione del pubblico. Ci sono problemi tecnici. Non si può ricoprire con un vetro, perché – come successo altrove – dopo un po’ non sarebbe più visibile e comunque richiederebbe una manutenzione impegnativa. Non si può proteggere con una copertura perché la pendenza della strada comporterebbe l’allagamento del mosaico e quindi la necessità di installare pompe molto costose in rapporto alle dimensioni del mosaico. Non si po’ strappare, perché l’operazione richiederebbe degli spazi liberi attorno al mosaico che non esistono e soprattutto per la presenza si sottoservizi in eternit”.

Un restauro di conservazione per il futuro. Perché restaurare se poi il mosaico viene ricoperto? A spiegarlo ad archeologiavocidalpassato.com è la restauratrice Maria Chiara Ceriotti, del Consorzio Arkè di Roma – servizi di restauro di opere d’arte, che ha diretto le operazioni di messa in sicurezza.

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Dettaglio del mosaico romano di via delle Logge a Montorio (Vr) dopo i lavori di messa in sicurezza da parte dei restauratori (foto graziano tavan)

“C’è stata una leggera pulitura della superficie – spiega la restauratrice -, si è rimossa il più possibile la terra di scavo, e poi si è provveduto a un consolidamento con malte idrauliche di tutti i distacchi tra le tessere e lungo i bordi. Questo mosaico è particolarmente frammentato nella sua parte più stretta e quindi l’intervento è stato estremamente puntuale. Le lacune sono state colmate con stuccature o con il ricollocamento di tessere trovate sparse nel corso dello scavo. Il riposizionamento delle tessere metter maggiormente in sicurezza il mosaico. Purtroppo questo mosaico sarà ricoperto. Speriamo comunque di aver fatto un lavoro estremamente curato in modo che chi in futuro vorrà indagare ancora in questa zona lo ritrovi nella migliore condizione possibile”.

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Dettaglio delle decorazioni del mosaico romano del V sec. d.C. di via delle Logge a Montorio (Vr) (foto graziano tavan)

Bell’esempio di archeologia pubblica. Davide Brombo non si è risparmiato e per tutto il pomeriggio ha risposto alle domande, ai dubbi, alle curiosità sollevate dai cittadini presenti attorno allo scavo. E poi ha regalato una piccola “lezione” riassuntiva di quanto fatto in quattro mesi, cercando di dare una risposta convincente alle varie problematiche emerse.

Verona. Durante la posa di condotte del gas, scoperto nella frazione di Montorio un prezioso mosaico romano del 500 d.C. parte di un’enorme villa appartenuta forse allo stesso re Teodorico: l’area è nota per i mosaici già conservati al museo del Teatro romano e nei depositi della soprintendenza

Un tratto di pavimento a mosaico di età teodoriciana scoperto a Montorio Veronese (foto daily verona network)

Un prezioso mosaico romano del 500 d.C. parte di un’enorme villa appartenuta a famiglie di alto rango, forse allo stesso re Teodorico, è stato ritrovato durante alcuni scavi di Agsm-Aim nella frazione veronese di Montorio, sulle colline a Nord-Est della città. Lo scavo era programmato per la posa delle condotte del gas. Ma tutta la frazione di Montorio è nota agli archeologi perché ricca di manufatti e ritrovamenti di epoca romana e per questo la zona è vincolata: reperti da Montorio e, in particolare, da questa villa sono conservati al museo civico Archeologico al Teatro Romano di Verona e nei depositi della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo e Vicenza, come ha ricordato il soprintendente Vincenzo Tinè. Così i lavori effettuati da Agsm a Montorio, in via delle Logge, per la sostituzioni di tubature per sottoservizi, sono stati seguiti dagli archeologi. E le aspettative non sono rimaste deluse: individuati lembi di pavimenti appartenenti allo straordinario complesso residenziale fortificato tardo-antico noto sin dall’800. “Le strutture finora messe in luce”, spiegano in soprintendenza, “suggeriscono la presenza di un palazzetto fortificato esteso su circa 15mila mq, dotato di sale di rappresentanza e aule termali. Tra questi vi era anche un grande ambiente poliabsidato con una singolare pavimentazione musiva costituita da almeno 24 pannelli, oggi in gran parte perduti, decorati con motivi geometrici alternati talora a cesti e calici. Alcuni dei mosaici sono conservati al museo del Teatro romano di Verona”. In tempi più recenti, interventi della soprintendenza hanno riportato alla luce altri mosaici e pavimenti in opus sectile di marmi di importazione.

I mosaici scoperti a Montorio Veronese appartenevano a una villa romana di una famiglia di rango, forse dello stesso re Teodorico (foto daily verona network)

“Non si può ancora dettagliare l’assetto planimetrico complessivo, né fissare con sicurezza la cronologia delle diverse fasi costruttive, già databili nei primi secoli dell’età imperiale”, continuano. “I motivi dei lacerti musivi rinvenuti sono caratteristici della fine del IV-VI secolo e riferibili alla tradizione nord-italica, con confronti in ambito altoadriatico e ravennate. Il complesso è verosimilmente da attribuire ad una committenza di età teodoriciana e non è escluso che sia da riconoscervi una delle proprietà del re o di un personaggio del suo entourage”. In via delle Logge, nei giorni scorsi, sono stati aperti, a cura degli archeologi della Società Artech, otto sondaggi, di cui solo i sei hanno restituito resti di pavimentazioni di più ambienti. “Assai interessante è il vano decorato da un mosaico policromi a motivi figurati nei quali si riconosce una conchiglia bivalve, un calice e una composizione a foglie lanceolate. Tutte queste pavimentazioni, ormai in parte asportate, appaiono obliterate da un livello di natura idromorfa, verosimilmente da collegare ad un’alluvione del vicino Fibbio, che sancì il definitivo abbandono della struttura”.

Tra la soprintendenza e Agsm è in via di elaborazione un progetto di studio di valorizzazione delle evidenze archeologiche finalizzato alla restituzione grafica e alla divulgazione dell’importante complesso tardoantico. Intanto il mosaico verrà mappato e poi ricoperto, in attesa di decisioni successive. Sulla scoperta è interessante un servizio curato dalla TGR Veneto (vedi A Montorio, frazione di Verona, scoperto un mosaico di epoca romana – Arte & Cultura – TGR Veneto (rainews.it)).