Verona. Alla Gran Guardia la conferenza, in presenza e on line, “100 anni del Museo Archeologico al Teatro Romano 1924-2024”: dal processo di formazione delle collezioni all’istituzione del museo Archeologico nel 1924 fino al nuovo allestimento inaugurato nel 2016
Cadeva l’anno 1924 quando a Verona il museo Archeologico al Teatro Romano apriva ufficialmente le porte al pubblico. Nell’anno del centenario, martedì 10 dicembre 2024, alle 17, nella sala Convegni della Gran Guardia, si terrà la quinta conferenza dei Musei Civici 2024 – 2025 con il titolo “100 anni del Museo Archeologico al Teatro Romano 1924-2024”: l’accesso è libero e consentito fino ad esaurimento dei posti disponibili. È possibile seguire l’incontro anche in diretta streaming sul canale YouTube https://www.youtube.com/@imuv-imuseidiverona. Durante l’incontro, in apertura, i saluti di benvenuto dell’assessore alla Cultura Marta Ugolini. Seguiranno gli interventi di Francesca Rossi, direttrice dei Musei Civici di Verona; Andrea Rosignoli, soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza; Margherita Bolla, già curatrice del museo Archeologico al Teatro Romano e del museo Maffeiano; Andrea Augenti, professore ordinario università di Bologna, coordinatore del Corso di Dottorato in Scienze storiche e archeologiche. Memoria, civiltà e patrimonio.

L’ex convento di San Girolamo dei Gesuati, sopra il teatro romano di Verona, sede del museo civico Archeologico al Teatro romano (foto imuv)
Il museo Archeologico al Teatro Romano è stato inaugurato il 10 marzo 1924. Questa data segna il momento in cui viene ufficializzato il distacco delle collezioni archeologiche dall’originario Museo Civico che le conteneva ed esponeva a Palazzo Pompei, già dal 1854. Alla fine dell’Ottocento in questa sede si erano accumulati i dipinti e le sculture, le raccolte naturalistiche, i reperti archeologici e una grande quantità di oggetti recuperati tra il 1890-1892 nel corso dei cosiddetti scavi d’Adige. La sede naturale, che venne individuata per ospitare le collezioni archeologiche, fu il convento del XV secolo di San Gerolamo dei Gesuati, che insisteva sul teatro sorto alla fine del I secolo a.C. sul fianco del colle di San Pietro. L’esistenza del teatro era nota, così come la sua ricostruzione, attraverso i disegni degli artisti del Rinascimento. L’edificio però ritornò ad essere visibile solo nel 1815 quando per caso emersero alcuni gradini della cavea; il resto era in parte interrato, in parte coperto dalle costruzioni civili ed ecclesiastiche sorte nei secoli. Furono l’impegno e la determinazione di Andrea Monga, esponente della borghesia veronese e uomo alla ricerca di un sogno, che permisero di riportare alla luce buona parte dell’edificio nell’arco di circa dieci anni a partire dal 1834.

L’area del teatro romano di Verona prima dei lavori del Monga (foto imuv)
Agli inizi del Novecento era matura a Verona la coscienza collettiva di appropriazione pubblica di un luogo così rilevante della città antica. Lo scavo archeologico si protrasse con interventi non continuativi fino al 1939, ma già nel 1923 l’allora direttore del Museo Civico, Antonio Avena, provvide a trasferire all’interno del convento dei Gesuati i materiali archeologici, compresi quelli di età preistorica e protostorica. Il criterio di allestimento, in coerenza con la sua personale inclinazione alla scenografia, mirava a realizzare un museo-giardino di aspetto romantico. Tale scopo fu perseguito con il reimpiego di materiali da altri siti e con la distribuzione fra piante e vigneti di colonne ricostruite, capitelli, sculture e blocchi funerari.

Il teatro romano di Verona affacciato sull’Adige ospita gli spettacoli dell’Estate Teatrale Veronese (foto comune verona)
Ad Avena per primo è da attribuire l’idea di utilizzare il teatro per gli spettacoli moderni e nel 1948, in effetti, iniziò l’Estate Teatrale Veronese che costituisce un appuntamento fisso per veronesi e turisti. Nel lungo periodo fra la sua riapertura dopo la guerra e il riallestimento inaugurato nel 2016, nel teatro e nel museo sono stati necessari numerosi interventi di tipo conservativo, dovuti anche alla specificità della loro collocazione. I lavori recenti hanno voluto ampliare lo spazio espositivo e rinnovare integralmente l’allestimento.

Il chiostro del museo Archeologico al Teatro Romano di Verona (foto MATR)
In occasione della ricorrenza del centenario, verrà ripercorso il processo di formazione delle collezioni e dell’istituzione del museo Archeologico nel 1924. Si proporrà un confronto tra l’allestimento di Antonio Avena e il nuovo allestimento inaugurato nel 2016. Saranno inoltre illustrate le attività di ricerca che hanno avuto come esito la catalogazione e la pubblicazione delle raccolte, oltre alla divulgazione della loro conoscenza attraverso mostre tematiche tenute nel museo stesso. Saranno considerati anche gli interventi di tutela e conservazione del Teatro nel contesto del colle di San Pietro, le relazioni del museo con la rete museale cittadina e, infine, le prospettive di sviluppo del progetto culturale del museo per soddisfare le esigenze in costante divenire dei diversi pubblici e più in generale della società contemporanea.
Verona. Al museo civico Archeologico al Teatro romano quattro workshop formativi, una domenica al mese, su “La ruota dell’anno: storie di argilla” nell’ambito della mostra temporanea “Immagini di Terracotta”


Locandina della mostra “Immagini di terracotta” al museo civico Archeologico al Teatro romano di Verona dall’8 novembre 2023 al 6 ottobre 2024
Al museo civico Archeologico al Teatro romano di Verona quattro workshop formativi su storia e immagini di argilla: una domenica al mese, dal 21 gennaio al 21 aprile 2024, dalle 15 alle 17, sul tema “La ruota dell’anno: storie di argilla”, realizzati dai Musei civici veronesi e TerraCrea nell’ambito della mostra temporanea “Immagini di Terracotta”, allestita nella sede museale al Teatro romano fino a ottobre 2024. Si inizia domenica 21 gennaio, alle 15, con “Tra cielo e terra. Un amuleto di terracotta per l’anno nuovo”; quindi domenica 18 febbraio, alle 15, con “Propizia rinascita personale. Un rito di terracotta nel mese della salute”; domenica 24 marzo, alle 15, “Trova la tua dea. Un’offerta di terracotta alla Madre Terra”; domenica 21 aprile, alle 15, “Incontra il tuo aiutante magico. Il bestiario sacro: animali d’aria, di terra, d’acqua e di fuoco”. Durata del laboratorio: 2 ore. Costo: 50 euro ad incontro, comprensivo di biglietto d’ingresso al museo. Prenotazione obbligatoria (posti limitati). Un’opportunità per approfondire le particolarità della ricca collezione di 380 figure di terracotta, conservate negli archivi del Museo e solitamente non esposte al pubblico, attualmente protagoniste di una esposizione ad hoc. Si tratta di immagini provenienti dal territorio veronese e appartenenti a collezioni private poi confluite nei Musei Civici di Verona. In esposizione anche statuine di bambini, o rappresentazioni di singole parti del corpo (braccia, mani, piedi), legate alla sfera del divino quali invocazioni per buona salute, fertilità o protezione per il buon esito di un viaggio. Una sezione viene dedicata inoltre agli animali domestici, fonte di nutrimento e di ricchezza: raffigurazioni di suini, bovini, o di sole parti di animali – come le teste o le zampe – si accompagnano a un gruppo di piccole offerte di animali in bronzo, legati al Nord dell’Etruria, come preghiere agli dei per garantire loro benessere.

Alcune figure in terracotta esposte al museo civico Archeologico al Teatro romano di Verona (foto muv-vr)
La mostra “Immagini di terracotta”. Allestita nella sala dedicata alle esposizioni temporanee, la mostra, curata da Margherita Bolla, è aperta al pubblico fino al 6 ottobre 2024 e svela alcune delle 380 figurine di terracotta conservate presso il Museo Archeologico solitamente non esposte al pubblico. Offerte nei santuari, richieste di grazia agli dei oppure omaggio per una grazia già ricevuta, in mostra vengono esposte teste o mezze teste maschili e femminili, realizzate con molta cura, che, in alcuni casi, conservano ancora traccia del colore con cui erano ricoperta. In mostra anche statuine di bambini, o rappresentazioni di singole parti del corpo (braccia, mani, piedi), legate alla sfera del divino quali invocazioni per buona salute, fertilità o protezione per il buon esito di un viaggio. Una sezione viene dedicata agli animali domestici, fonte di nutrimento e di ricchezza: raffigurazioni di suini, bovini, o di sole parti di animali – come le teste o le zampe – si accompagnano a un gruppo di piccole offerte animali in bronzo, legati al nord dell’Etruria, come preghiere agli dei per garantire loro benessere. Accanto alle parti anatomiche e alle teste, trovano spazio anche statuette a tutto tondo raffiguranti divinità, usate sia nei santuari, sia in ambiente domestico o nei corredi tombali. L’ultima sezione, infine, espone i reperti provenienti dalla fornace di Menà di Castagnaro, in cui la produzione spaziava dai laterizi, ai pesi da telaio decorati, alle tubature e alle antefisse architettoniche. La mostra è collegata al catalogo generale delle terrecotte del Museo, in corso di preparazione, a cura di Margherita Bolla e Roby Stuani.
Verona. Per i lavori della linea MT portato alla luce in piazza Bra un ambiente con pavimento in cementizio di una domus romana già individuata nel 1911

Il piccolo cantiere di scavo in piazza Bra, a Verona, a ridosso dei giardini, dove è stato scoperto l’ambiente di una domus romana (foto sabap-vr)

Dettaglio dell’ambiente di domus romana scoperto in piazza Bra a Verona (foto sabap-vr)

Domus in piazza Bra a Verona: dettaglio del pavimento di cementizio con crustae lapidee e punteggiato in frammenti calcarei bianchi (foto sabap-vr)
Il ritrovamento della domus romana a poco più di un metro di profondità a ridosso dei giardini della Bra, nel cuore di Verona, dove normalmente sono parcheggiati i taxi, non è stato una sorpresa: la domus era stata individuata nel 1911 quando furono realizzati i bagni sotterranei presso i giardini della piazza. All’epoca venne alla luce un mosaico geometrico figurato policromo con la figura di Dioniso con pantere, che fu prelevato e conservato al museo Archeologico al Teatro romano. Ma i lavori per la nuova linea di MT a cura di V-RETI, in piazza Bra a Verona, ha permesso agli archeologi della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo e Vicenza di avere nuove informazioni sulla domus: si tratta di un ambiente, dotato di pavimento di cementizio con crustae lapidee e punteggiato in frammenti calcarei bianchi. Venerdì 15 settembre 2023 sono state concluse le attività di scavo e documentazione della domus romana e ora i resti saranno protetti e reinterrati.
Verona. Fino all’Epifania si potranno visitare le collezioni dei Musei civici accompagnati gratuitamente da guide specializzate
Programmate dalla vigilia di Natale 2022 all’Epifania 2023 una serie di visite guidate gratuite ai Musei civici veronesi. Opportunità diverse per ammirare e conoscere il ricco patrimonio artistico attualmente in esposizione ai musei Archeologico, Storia Naturale, Affreschi, Castelvecchio e Galleria d’Arte Moderna. I tour saranno effettuati tutti a partire dalle 11.30. Sabato 24 e 31 dicembre al museo Archeologico al Teatro Romano. Lunedì 26 dicembre e 2 gennaio al museo di Storia Naturale. Martedì 27 dicembre e 3 gennaio al museo degli Affreschi ‘G.B. Cavalcaselle’ alla Tomba di Giulietta. Mercoledì 28 dicembre e 4 gennaio alla Galleria d’Arte moderna “Achille Forti” al Palazzo della Ragione. Giovedì 29 dicembre e 5 gennaio al museo Lapidario Maffeiano. Venerdì 30 dicembre e 6 gennaio al museo di Castelvecchio. La partecipazione è gratuita, con il solo pagamento dell’ingresso ai musei. Tutti i musei, oltre al consueto orario di apertura, effettueranno apertura straordinaria anche nelle giornate del 26 dicembre, del 2 e 6 gennaio. Per le visite alla Casa di Giulietta, ingresso fino all’8 gennaio 2023 dal Teatro Nuovo in piazzetta Navona.

Locandina della mostra “Animali nel mondo antico” al museo Archeologico al Teatro romano di Verona dal 25 ottobre 2022 al 1° ottobre 2023
Principali eventi in programmazione. Museo di Castelvecchio. Fino al 26 marzo 2023, in sala Boggian, la mostra ‘I disegni di Ferruccio Franzoia e la lezione di Carlo Scarpa’ a cura di Ferruccio Franzoia, Ketty Bertolaso, Alba Di Lieto. Nel giardino di Castelvecchio, fino ad ottobre 2023, esposizione dell’opera Remoto di Giorgio Andreotta Calò, a cura di Elena Forin. Galleria d’Arte moderna “Achille Forti”. Fino ad ottobre 2023 la mostra “Contemporaneo Non-Stop. Il respiro della natura – AQUA”, a cura di Patrizia Nuzzo. Nella Cappella dei Notai, fino al 30 settembre 2023, Alba di Giulio Malinverni, l’opera site-specific realizzata dall’artista vincitore dell’edizione 2021 del Premio Level 0 di ArtVerona. Dal 17 dicembre 2022, la mostra “Piero Dorazio – la nuova pittura. OPERE 1963-1968’ a cura di Francesco Tedeschi, in collaborazione con Archivio Piero Dorazio. Esposizione allargata che coinvolge gli spazi della Galleria d’Arte Moderna”!Achille Forti” e della Galleria dello Scudo. Museo Archeologico al Teatro Romano. Fino al 1° ottobre 2023 esposizione “Animali nel mondo antico”, a cura di Margherita Bolla e Brunella Bruno. Museo degli Affreschi “G.B. Cavalcaselle”. Fino al 19 dicembre l’iniziativa ‘Cantiere aperto’ per il restauro del fregio di Palazzo Fiorio della Seta. Le operazioni di restauro, curate dall’Accademia di Belle Arti di Verona, possono essere seguite “dal vivo” dai visitatori del museo quando le restauratrici e i restauratori sono all’opera il martedì.
Verona. Al museo Archeologico al Teatro Romano apre la mostra “Animali nel mondo antico” con oggetti dalle collezioni civiche e nuovi ritrovamenti

Locandina della mostra “Animali nel mondo antico” al museo Archeologico al Teatro romano di Verona dal 25 ottobre 2022 al 1° ottobre 2023
“Animali nel mondo antico” è il tema affrontato dalla nuova mostra al museo civico Archeologico al Teatro Romano di Verona, allestita nella sala dedicata alle esposizioni temporanee dal 25 ottobre 2022 al 1° ottobre 2023, curata da Margherita Bolla e Brunella Bruno, frutto della collaborazione tra l’assessorato alla Cultura – Direzione Musei, e la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza. L’esposizione intende illustrare alcuni aspetti dell’affascinante tema degli animali nel mondo antico, presentando non solo oggetti del MATR normalmente non esposti al pubblico e provenienti in gran parte dalle collezioni confluite nel Museo nel corso del tempo, ma anche – grazie alla collaborazione con la Soprintendenza – dedicando una vetrina a un ritrovamento molto interessante avvenuto in anni recenti nella città di Verona.

Cavallino in bronzo “testimonial” della mostra “Animali del mondo antico” al museo Archeologico al Teatro romano (foto muv-sabap-vr)
La mostra prende avvio da alcune piccole ma preziose testimonianze relative al ruolo degli animali nell’antico Egitto, in particolare all’uso di mummie di specie diverse come offerte agli dei nei luoghi di culto, attestato dai contenitori rimasti, in questo caso in bronzo. Più ampia ed articolata la documentazione presentata sul mondo classico, in cui gli animali avevano un ruolo importante sia in ambito mitologico e religioso in quanto compagni di importanti divinità (basti pensare alla civetta di Atena/Minerva o all’aquila di Giove), sia in ambito sociale come simboli di prestigio (il cavallo), ma anche all’interno della casa e altrove come decorazioni raffinate, o nell’abbigliamento personale sotto forma ad esempio di fibule, e così via.

Statuetta di cavallo marino di età romana imperiale dalla collezione di Jacopo Verità conservato al museo Archeologico al Teatro romano di Verona (foto muv)
Un’attenzione particolare è riservata ai serpenti, che potevano avere nel mondo classico un significato positivo, ad esempio come animali curativi nel culto di Esculapio, dio della medicina. Viene così introdotto il ritrovamento avvenuto pochi anni fa a Verona, in via Oberdan (all’esterno delle mura), con la scoperta di un edificio romano, che subì un grave incendio fra il III e il IV secolo d.C. Il crollo del soffitto, avvenuto per la combustione, sigillò in due ambienti adiacenti un gruppo di lucerne e un gruppo di statuette in bronzo, probabilmente costituenti il larario della casa, fra le quali una interessante figura di dea seduta, con diversi serpenti.

Elemento in bronzo di applicazione a testa di grifone, con orecchie equine e becco di rapace (foto muv)
L’esposizione si chiude con l’illustrazione di creature fantastiche, raffigurate di frequente nel mondo antico (ad esempio sfingi e grifoni), e con una sezione dedicata al fascino che questi esseri esercitarono nelle epoche successive all’antichità, producendo imitazioni e rielaborazioni.
Archeologia pubblica. In via delle Logge a Montorio (Vr) visita straordinaria al mosaico parte di una villa dell’epoca di re Teodorico, con presentazione dei lavori di scavo e di restauro prima della sua ricopertura. Le richieste e le curiosità della gente, le risposte di archeologi e restauratori. Ecco le interviste per archeologiavocidalpassato

Tanti cittadini attorno alla trincea in via delle Logge a Montorio (Vr) a guadare il mosaico romano del V sec. d.C. (foto graziano tavan)
Guardano con attenzione la grande conchiglia che riprende i suoi vivaci colori grazie a un velo di acqua vaporizzata. Cercano di individuare i due delfini contrapposti e attorcigliati attorno a un tridente. Soprattutto non si capacitano che quel “tesoro” ritrovato tra le loro case, e che sentono come un proprio “bene” debba essere ri-sepolto. Forse per sempre. Attorno a quello che fino a qualche decennio fa sarebbe stato considerato un “buco” in mezzo alla strada che creava solo problemi e disagi, e quei lacerti di mosaico quattro pietre senza valore “con tutti quelli che già ci sono in giro”. Invece venerdì 5 agosto 2022 attorno a quella trincea aperta per la posa di nuove tubature del gas in via delle Logge a Montorio, frazione di Verona sulle colline a Nord-Est della città, c’erano veramente tanti cittadini richiamati dall’opportunità data dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona della “apertura straordinaria del mosaico di via delle Logge a Montorio con presentazione dei lavori di scavo archeologico e restauro”, prima di essere ricoperto.

La conchiglia rappresentata sul mosaico romano del V sec. d.C. riaffiorato in via delle Logge a Montorio (Vr) durante la posa delle condotte del gas (foto graziano tavan)
Il mosaico a soggetto marino era stato rinvenuto nella primavera 2022 durante i lavori di posa delle nuove tubature del gas da parte di Agsm-Aim (vedi Verona. Durante la posa di condotte del gas, scoperto nella frazione di Montorio un prezioso mosaico romano del 500 d.C. parte di un’enorme villa appartenuta forse allo stesso re Teodorico: l’area è nota per i mosaici già conservati al museo del Teatro romano e nei depositi della soprintendenza | archeologiavocidalpassato).

La trincea aperta in via delle Logge a Montorio per la posa di nuove condotte del gas portando alla luce parte di un mosaico di una ricca villa romana del V sec. d.C. (foto graziano tavan)
E probabilmente non era stata del tutto una sorpresa. Tutta la frazione di Montorio è nota agli archeologi perché ricca di manufatti e ritrovamenti di epoca romana e per questo la zona è vincolata: reperti da Montorio e, in particolare, da un’enorme villa appartenuta a famiglie di alto rango, forse allo stesso re Teodorico, sono conservati al museo civico Archeologico al Teatro Romano di Verona e nei depositi della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo e Vicenza. E il lacerto di mosaico romano di via delle Logge, databile intorno al 500 d.C., apparterrebbe proprio a questa villa legata, con ogni probabilità alla gestione delle acque di cui la zona è ricchissima, ipotesi che sarebbe indirettamente confermata dal soggetto marino dei mosaici: a Montorio ci sono infatti le risorgive, e da qui partiva in epoca romana anche un acquedotto che serviva la città di Verona.
Il mosaico di via delle Logge, una storia tutta da scrivere. A raccontarne ad archeologiavocidalpassato.com qualche capitolo, dalla sua scoperta al restauro conservativo, è l’archeologo Davide Brombo, della Ar.Tech. che ha curato le indagini archeologiche su concessione della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo e Vicenza.

Mosaico romano di via delle Logge a Montorio (Vr): dettaglio dei due delfini contrapposti e attorcigliati attorno al tridente (foto graziano tavan)
La presenza di un archeologo era prevista nel cantiere perché in una zona “sensibile”. E le aspettative non sono rimaste deluse: individuati lembi di pavimenti appartenenti allo straordinario complesso residenziale fortificato tardo-antico noto sin dall’800. Grazie al finanziamento della ditta che eseguiva la posa delle condotte è stati possibile allargare la trincea e mettere in sicurezza il mosaico, in modo da poterlo ricoprire in modo corretto e sicuro. “Purtroppo – spiega Brombo – non è possibile lasciarlo alla visione del pubblico. Ci sono problemi tecnici. Non si può ricoprire con un vetro, perché – come successo altrove – dopo un po’ non sarebbe più visibile e comunque richiederebbe una manutenzione impegnativa. Non si può proteggere con una copertura perché la pendenza della strada comporterebbe l’allagamento del mosaico e quindi la necessità di installare pompe molto costose in rapporto alle dimensioni del mosaico. Non si po’ strappare, perché l’operazione richiederebbe degli spazi liberi attorno al mosaico che non esistono e soprattutto per la presenza si sottoservizi in eternit”.
Un restauro di conservazione per il futuro. Perché restaurare se poi il mosaico viene ricoperto? A spiegarlo ad archeologiavocidalpassato.com è la restauratrice Maria Chiara Ceriotti, del Consorzio Arkè di Roma – servizi di restauro di opere d’arte, che ha diretto le operazioni di messa in sicurezza.

Dettaglio del mosaico romano di via delle Logge a Montorio (Vr) dopo i lavori di messa in sicurezza da parte dei restauratori (foto graziano tavan)
“C’è stata una leggera pulitura della superficie – spiega la restauratrice -, si è rimossa il più possibile la terra di scavo, e poi si è provveduto a un consolidamento con malte idrauliche di tutti i distacchi tra le tessere e lungo i bordi. Questo mosaico è particolarmente frammentato nella sua parte più stretta e quindi l’intervento è stato estremamente puntuale. Le lacune sono state colmate con stuccature o con il ricollocamento di tessere trovate sparse nel corso dello scavo. Il riposizionamento delle tessere metter maggiormente in sicurezza il mosaico. Purtroppo questo mosaico sarà ricoperto. Speriamo comunque di aver fatto un lavoro estremamente curato in modo che chi in futuro vorrà indagare ancora in questa zona lo ritrovi nella migliore condizione possibile”.

Dettaglio delle decorazioni del mosaico romano del V sec. d.C. di via delle Logge a Montorio (Vr) (foto graziano tavan)
Bell’esempio di archeologia pubblica. Davide Brombo non si è risparmiato e per tutto il pomeriggio ha risposto alle domande, ai dubbi, alle curiosità sollevate dai cittadini presenti attorno allo scavo. E poi ha regalato una piccola “lezione” riassuntiva di quanto fatto in quattro mesi, cercando di dare una risposta convincente alle varie problematiche emerse.
Verona. Durante la posa di condotte del gas, scoperto nella frazione di Montorio un prezioso mosaico romano del 500 d.C. parte di un’enorme villa appartenuta forse allo stesso re Teodorico: l’area è nota per i mosaici già conservati al museo del Teatro romano e nei depositi della soprintendenza

Un prezioso mosaico romano del 500 d.C. parte di un’enorme villa appartenuta a famiglie di alto rango, forse allo stesso re Teodorico, è stato ritrovato durante alcuni scavi di Agsm-Aim nella frazione veronese di Montorio, sulle colline a Nord-Est della città. Lo scavo era programmato per la posa delle condotte del gas. Ma tutta la frazione di Montorio è nota agli archeologi perché ricca di manufatti e ritrovamenti di epoca romana e per questo la zona è vincolata: reperti da Montorio e, in particolare, da questa villa sono conservati al museo civico Archeologico al Teatro Romano di Verona e nei depositi della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo e Vicenza, come ha ricordato il soprintendente Vincenzo Tinè. Così i lavori effettuati da Agsm a Montorio, in via delle Logge, per la sostituzioni di tubature per sottoservizi, sono stati seguiti dagli archeologi. E le aspettative non sono rimaste deluse: individuati lembi di pavimenti appartenenti allo straordinario complesso residenziale fortificato tardo-antico noto sin dall’800. “Le strutture finora messe in luce”, spiegano in soprintendenza, “suggeriscono la presenza di un palazzetto fortificato esteso su circa 15mila mq, dotato di sale di rappresentanza e aule termali. Tra questi vi era anche un grande ambiente poliabsidato con una singolare pavimentazione musiva costituita da almeno 24 pannelli, oggi in gran parte perduti, decorati con motivi geometrici alternati talora a cesti e calici. Alcuni dei mosaici sono conservati al museo del Teatro romano di Verona”. In tempi più recenti, interventi della soprintendenza hanno riportato alla luce altri mosaici e pavimenti in opus sectile di marmi di importazione.

“Non si può ancora dettagliare l’assetto planimetrico complessivo, né fissare con sicurezza la cronologia delle diverse fasi costruttive, già databili nei primi secoli dell’età imperiale”, continuano. “I motivi dei lacerti musivi rinvenuti sono caratteristici della fine del IV-VI secolo e riferibili alla tradizione nord-italica, con confronti in ambito altoadriatico e ravennate. Il complesso è verosimilmente da attribuire ad una committenza di età teodoriciana e non è escluso che sia da riconoscervi una delle proprietà del re o di un personaggio del suo entourage”. In via delle Logge, nei giorni scorsi, sono stati aperti, a cura degli archeologi della Società Artech, otto sondaggi, di cui solo i sei hanno restituito resti di pavimentazioni di più ambienti. “Assai interessante è il vano decorato da un mosaico policromi a motivi figurati nei quali si riconosce una conchiglia bivalve, un calice e una composizione a foglie lanceolate. Tutte queste pavimentazioni, ormai in parte asportate, appaiono obliterate da un livello di natura idromorfa, verosimilmente da collegare ad un’alluvione del vicino Fibbio, che sancì il definitivo abbandono della struttura”.
Tra la soprintendenza e Agsm è in via di elaborazione un progetto di studio di valorizzazione delle evidenze archeologiche finalizzato alla restituzione grafica e alla divulgazione dell’importante complesso tardoantico. Intanto il mosaico verrà mappato e poi ricoperto, in attesa di decisioni successive. Sulla scoperta è interessante un servizio curato dalla TGR Veneto (vedi A Montorio, frazione di Verona, scoperto un mosaico di epoca romana – Arte & Cultura – TGR Veneto (rainews.it)).



























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