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Torino. Accordo quadriennale tra Alpitour World e il museo Egizio: Alpitour World in quattro anni investe 800mila euro per sostenere progetti culturali e di rinnovamento dell’Egizio per il bicentenario del 2024. Le interviste di Christian Greco e Pier Ezhaya

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Accordo museo Egizio – Alpitour World: da sinistra, Tommaso Bertini, Pier Ezhaya e Christian Greco (foto graziano tavan)

Il viaggio è iniziato. Con una tappa prestigiosa da raggiungere al meglio, cioè il bicentenario della nascita del museo Egizio di Torino, il più antico al mondo sulla civiltà dei faraoni, e un obiettivo ambizioso: portare il museo fuori dal museo e la città e il mondo dentro il museo, trasmettendo il valore della scoperta, del viaggio – fisico e simbolico – e della cultura. Si può leggere così l’accordo di collaborazione siglato fra Alpitour World e il museo Egizio: entrambe le realtà, infatti, pur essendo radicate storicamente a Torino, hanno un orizzonte internazionale e sono mosse dalla volontà di creare occasioni di incontro per costruire ponti tra popoli, culture e Paesi. Entrambe inoltre hanno intrapreso un percorso di trasformazione, fondato sui valori di innovazione, responsabilità, centralità e inclusione delle persone.

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Rendering della Piazza Egizia, nuova piazza urbana coperta, al museo Egizio di Torino (progetto OMA di Rotterdam)

Il museo Egizio ogni anno richiama visitatori da tutto il mondo: solo nel 2022 ha sfiorato i 900mila ingressi, risultando il museo più visitato della città e superando anche i risultati del 2019. Terzo museo più visitato in Italia nel 2021, il museo Egizio è nato nel 1824 e vanta la seconda collezione di antichità egizie del mondo, nonché la più importante al di fuori dell’Egitto. Nell’aprile 2015, il Museo ha portato a compimento un importante progetto di rinnovamento, coniugando le esigenze della ricerca scientifica con quelle di fruizione del pubblico. Attualmente lo spazio museale è di circa 10600 mq e presenta 11mila oggetti esposti secondo un criterio cronologico che va dal 4900 a.C. al 750 d.C., su circa 44mila reperti conservati. Ora il Museo si appresta nuovamente a cambiare volto: il piano per il bicentenario del 2024 impegnerà 20 milioni di euro (vedi Torino. Per le celebrazioni del bicentenario il museo Egizio cambia volto e si apre alla città: il cortile diventa la Piazza Egizia, urbana e coperta con accesso libero al tempio di Ellesija. Ecco i dettagli del progetto dello studio OMA di Rotterdam vincitore del concorso internazionale indetto dalla Compagnia di San Paolo | archeologiavocidalpassato).

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Il tempio di Ellesiya ricostruito al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)

Il viaggio che unirà Alpitour World, il primo gruppo turistico italiano, al più antico museo di antichità egizie del mondo, il museo Egizio, prevede un piano strategico di quattro anni, del valore di 800mila euro, durante i quali Alpitour World sosterrà alcuni importanti progetti culturali e di rinnovamento dell’Egizio, in vista del bicentenario del Museo nel 2024. Un’iniziativa storica per Alpitour World che, per la prima volta, stanzia un investimento così importante per essere parte di un percorso culturale, di cambiamento e innovazione intrapreso dall’Egizio, un progetto di ampio respiro e di restituzione alla città, che ridisegnerà lo spazio di accesso al Museo, la Galleria dei Re, l’ipogeo e il Tempio di Ellesija, per farli divenire sempre più luoghi di incontro, di scambio, di condivisione e anelli di congiunzione tra digitale e fisico, in un continuum con la città e il territorio. “Siamo grati ad Alpitour World di averci preso a bordo e di averci selezionato come un compagno di viaggio affidabile per i prossimi 4 anni”, commenta la presidente del museo Egizio, Evelina Christillin. “Questo accordo è la rappresentazione plastica di come cultura e turismo non viaggino su binari paralleli, ma anzi insieme possano concretizzare progetti di divulgazione, inclusione di nuovi pubblici e innovazione”.

“Oggi”, spiega il direttore dell’Egizio Christian Greco ad archeologiavocidalpassato.com, “siamo a celebrare un partenariato importante che vede il museo Egizio intraprendere un nuovo viaggio assieme ad Alpitour che ha voluto sposare il nostro progetto culturale, ha creduto a tre parole chiave della nostra programmazione culturale, ovvero inclusione accessibilità e condivisione, e ci aiuterà in questi anni a rendere più aperto e accessibile il museo Egizio. E cominceremo subito questa estate con sette serate che vengono offerte a coloro che non avranno modo di andare in vacanza e che potranno venire in museo gratuitamente a fruire delle nostre collezioni, e al contempo con loro avremo durante quest’estate anche la possibilità di condividere la ricerca che facciamo con dei totem che permetteranno di vedere la digitalizzazione della nostra collezione. Poi Alpitour ci aiuta in un altro nostro progetto importantissimo che è quello di portare il museo fuori dal museo. Molto spesso – lo abbiamo visto durante il periodo del Covid – il museo era quasi un fortino chiuso. Noi abbiamo una serie di iniziative che ci portano fuori. Da anni andiamo nelle scuole, andiamo negli ospedali. Ma adesso, grazie ad Alpitour, andremo anche nei villaggi turistici facendo progetti di formazione per i bambini che si trovano nei villaggi e che possono quindi avere un accrescimento culturale, imparare il luogo in cui sono, imparare l’importanza la complessità della storia e la sua stratificazione. E poi un viaggio che ci accompagnerà – sempre in quest’ottica di apertura, di rendere il museo accessibile aperto a tutti – anche nei lavori di ristrutturazione del 2024. Quindi un viaggio che inizia oggi e che ci porta a lavorare assieme a loro in un’ottica di condivisione de risultati”.

“Oggi è un giorno molto importante”, conferma ad archeologiavocidalpassato.com Pier Ezhaya, direttore generale tour operating Alpitour World, “perché questa alleanza con il museo Egizio è il primo passo di un percorso che è iniziato il 24 novembre 2022 col nuovo logo e la nuova corporate identity del gruppo che mira a far sì che l’azienda non si occupi solo di produrre come deve fare i risultati economici ma anche di occuparsi di ciò che accade attorno a lei. Quindi la cultura è sicuramente un tema molto importante e il museo rappresenta uno spazio formidabile per poter dare corpo a queste nobili intenzioni che son appunto nate con il nuovo percorso del 24 novembre”. E Tommaso Bertini, direttore marketing Alpitour World, dichiara: “Mi piace pensare ad Alpitour World come a un mecenate culturale – dichiara – un’azienda che guarda al valore umano, oltre che a quello di business. Ci sono molti modi per viaggiare: partendo con un aereo verso un paese straniero, oppure volando indietro di millenni, a pochi passi da casa, per ammirare opere, manufatti e usanze di altre epoche. Qualunque sia la sua forma, viaggiare è ciò che più apre la mente: siamo orgogliosi di poter prendere parte a questo intreccio virtuoso che unisce realtà del territorio alla città di Torino”.

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Visitatori alla Galleria dei Re al museo Egizio di Torino (foto graziano tavan)

Oltre a partecipare al progetto di rivisitazione dell’allestimento storico-scientifico della Galleria dei Re (per il quale, per ora, non c’è ancora un rendering disponibile), Alpitour World ha previsto anche delle iniziative per favorire l’inclusione, l’accesso alle visite e alla formazione dei più piccoli. Attività realizzate nello specifico dal Brand Francorosso, marchio di Tour Operating nato nel 1953 a Torino, specializzato sull’Egitto sin dagli anni ’70 e con un approccio di ricerca, rispetto e curiosità verso i luoghi e le popolazioni visitate. seaclub-francorosso_logoFra luglio e agosto, Francorosso organizzerà “Speciale Estate by Francorosso”, un ciclo di sette appuntamenti gratuiti al museo Egizio; realizzerà dei progetti di edutainment insieme al team scientifico e didattico del Museo per raccontare le civiltà del passato agli ospiti più piccoli dei suoi SeaClub. Allo studio, infine, una collaborazione sul progetto espositivo “Liberi di imparare”, che prevede in mostra le copie di alcuni reperti del Museo, realizzate dai detenuti delle sezioni scolastiche della Casa Circondariale dell’Istituto tecnico “Plana” e del Primo Liceo Artistico, nell’ambito di un progetto didattico realizzato dal Museo con l’istituto penitenziario “Lorusso Cutugno” e l’Ufficio del Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Torino.

Varallo Sesia (Vc). Incontro con l’egittologo Beppe Moiso del museo Egizio di Torino su “Virginio Rosa: Varallo Sesia e l’Egitto” alla vigilia della chiusura della mostra “Liberi di Imparare”

Alla vigilia della chiusura della mostra “Liberi di Imparare”, che fino al 13 febbraio 2022 espone a Varallo Sesia copie di reperti del Museo Egizio, realizzate dai detenuti delle sezioni scolastiche della Casa Circondariale dell’Istituto tecnico “Plana” e del Primo Liceo Artistico di Torino, in seguito a un corso di formazione con gli egittologi del Museo, Beppe Moiso, curatore dell’Egizio, tiene un incontro sulla figura di Virginio Rosa. Appuntamento sabato 12 febbraio 2022, alle 15, nel salone dell’Incoraggiamento di Palazzo dei Musei a Varallo Sesia, per l’incontro su “Virginio Rosa: Varallo Sesia e l’Egitto” con l’egittologo Beppe Moiso, curatore del museo Egizio di Torino, i cui studi si rivolgono in particolare alla formazione della collezione torinese, comprendendo l’intera attività archeologica condotta da Ernesto Schiaparelli e Giulio Farina. Curatore della riproduzione informatica degli archivi cartacei e fotografici per la creazione di una banca dati centralizzata, si occupa degli scavi condotti a Gebelein e Assiut, riconducibili all’attività svolta da Virginio Rosa nella campagna del 1911.

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Storica insegna stradale della Pinacoteca di Varallo (foto eventivalsesia.info.it)

L’incontro è organizzato in collaborazione con Unpli (Unione Pro Loco Piemontese), con cui il museo Egizio ha collaborato per il tour regionale della mostra “Liberi di imparare”. Ingresso gratuito su prenotazione: 0163.51424 oppure info@pinacoteavarallo.it. La mostra itinerante “Liberi di imparare” – L’Antico Egitto nel Carcere di Torino era stata inaugurata il 18 dicembre 2021 nella Pinacoteca di Varallo, grazie a UNPLI che ha fatto da collante sul territorio tra Palazzo dei Musei e il Museo Egizio di Torino. Si tratta di un rilevante e ambizioso progetto che ha promosso l’avvio di una collaborazione tra il museo Egizio, che vanta la più antica collezione al mondo dedicata alla cultura egizia e la Pinacoteca di Varallo, che si annovera tra le più importanti a livello regionale.

La pianta della Tomba di Ignoti disegnata da Virginio Rosa (foto Graziano Tavan)

Virginio Rosa, botanico e chimico, cultore di studi archeologici e di antico Egitto, affonda le sue radici a Varallo Sesia, paese natale della madre. A cavallo tra il 1910 e il 1911, l’allora direttore del museo Egizio, Ernesto Schiaparelli, affidò al giovane Rosa la direzione degli scavi a Gebelein e Assiut, in Egitto, nell’ambito della Missione Archeologica Italiana. La sua attività sul campo fu preziosa non solo come direttore degli scavi, ma anche per aver documentato con disegni e sul suo inseparabile “Giornale di Scavo” tutte le fasi dei lavori e i reperti egiziani. Proprio sulla base dei suoi documenti di inizio Novecento, all’Egizio si è potuto procedere ad alcuni riallestimenti delle sale. Tra i reperti scoperti nel corso degli scavi diretti da Rosa si possono ammirare al museo Egizio: la tomba degli Ignoti, quella di Ini e quella di Iti e Neferu. Rosa morì prematuramente a 26 anni, proprio di ritorno dall’Egitto.

Ad Arona (No) prima tappa tra le Pro Loco piemontesi della mostra del museo Egizio “Liberi di imparare” con venti copie di reperti realizzati nel carcere di Torino con la collaborazione dell’istituto tecnico “Plana” e del Primo Liceo Artistico: dalla Cappella di Maia agli affreschi della tomba di Iti e Neferu, dai ritratti del Fayyum all’ostrakon della ballerina

L’ingresso della mostra “Liberi di imparare” al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)

È approdata ad Arona (No) il 10 settembre 2021 la mostra “Liberi di imparare”, frutto della collaborazione iniziata nel 2018 tra il museo Egizio di Torino, la Direzione della Casa Circondariale ‘Lorusso e Cutugno’ e l’Ufficio del Garante dei diritti delle persone private della libertà del Comune di Torino (vedi Torino. Al museo Egizio la mostra “Liberi di imparare” con venti copie di reperti realizzati nel carcere di Torino con la collaborazione dell’istituto tecnico “Plana” e del Primo Liceo Artistico: dalla Cappella di Maia agli affreschi della tomba di Iti e Neferu, dai ritratti del Fayyum all’ostrakon della ballerina | archeologiavocidalpassato), prima tappa di un tour dell’esposizione, ideato in collaborazione con Unpli Piemonte, comitato regionale dell’Unione nazionale pro loco d’Italia, e con il patrocinio della Regione Piemonte. Fino al 17 ottobre 2021 la Pro Loco di Arona ospiterà, all’ufficio turistico della località sul lago Maggiore, la mostra, che proseguirà il suo viaggio sul territorio piemontese, trovando ospitalità di volta in volta nelle altre Pro Loco. Un’opportunità molto apprezzata dal museo Egizio, che da anni dedica attenzione e risorse alla promozione della sua collezione anche in Piemonte. 

La Cappella di Maia e gli affreschi della tomba di Iti e Neferu riprodotti nel carcere di Torino per la mostra “Liberi di imparare” al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)

“Liberi di imparare” espone le copie di alcuni reperti dell’antico Egitto, realizzate dai detenuti delle sezioni scolastiche della Casa Circondariale dell’Istituto tecnico “Plana” e del Primo Liceo Artistico, tra cui la Cappella di Maia, gli affreschi della tomba di Iti e Neferu, i ritratti del Fayyum, l’ostrakon della ballerina. Gli oggetti riprodotti fedelmente dai detenuti, al termine di un corso di formazione con egittologi del museo torinese, hanno ricevuto l’apprezzamento dei vertici del museo Egizio. “Siamo molto orgogliosi di questa nuova iniziativa, che ci permette di far conoscere i nostri reperti in una veste inedita e accessibile e nell’ambito di un’iniziativa di grande valore sociale qual è Liberi di imparare”, dichiarano Evelina Christillin e Christian Greco, presidente e direttore del museo Egizio. “Un progetto che prosegue il nostro impegno nei confronti dei pubblici di prossimità e che proseguirà il tour   in altre località piemontesi”.

Torino. Al museo Egizio la mostra “Liberi di imparare” con venti copie di reperti realizzati nel carcere di Torino con la collaborazione dell’istituto tecnico “Plana” e del Primo Liceo Artistico: dalla Cappella di Maia agli affreschi della tomba di Iti e Neferu, dai ritratti del Fayyum all’ostrakon della ballerina

L’ingresso della mostra “Liberi di imparare” al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)

Si chiama “Liberi di imparare”: è il titolo di un progetto che è diventato una singolare mostra al museo Egizio di Torino con copie di reperti realizzati nel carcere di Torino. Il progetto è nato nel 2018 dalla collaborazione del museo Egizio con la direzione della Casa Circondariale ‘Lorusso-Cutugno’ e l’Ufficio della Garante dei diritti delle persone private della libertà del Comune di Torino. L’Istituto tecnico “Plana” e il Primo Liceo Artistico sono presenti da molti anni con sezioni scolastiche carcerarie presso la Casa Circondariale, dove le classi si sono trasformate dal 2018 in laboratori che hanno coinvolto i detenuti nella realizzazione e decorazione di repliche di reperti della collezione del Museo.  Questa è la seconda edizione della mostra “Liberi di imparare”, aperta per la prima volta nel dicembre 2018 al museo Egizio e che ha fatto tappa anche presso la Caffetteria del Palazzo di Giustizia “Bruno Caccia” nel febbraio 2019. Anche nei mesi difficili della pandemia il progetto è proseguito grazie all’impegno di tutte le istituzioni coinvolte: sono state sviluppate nuove modalità di lavoro che hanno permesso ai detenuti coinvolti di proseguire l’attività, realizzando repliche di grandissima qualità. Queste copie, tecnicamente ineccepibili e risultato di un lavoro svolto con passione, assolvono anche a un importante compito educativo e scientifico, a supporto delle attività dentro e fuori il Museo: tra le iniziative in cui sono state utilizzate vale la pena di citare la mostra itinerante “Papirotour” realizzata in collaborazione con le Biblioteche civiche torinesi, le attività di didattica svolte presso l’ospedale infantile di Torino “Regina Margherita”, nonché alcune handling sessions, ossia esperienze di manipolazione e di studio di reperti, previste per i prossimi mesi.

La Cappella di Maia e gli affreschi della tomba di Iti e Neferu riprodotti nel carcere di Torino per la mostra “Liberi di imparare” al museo Egizio di Torino (foto museo egizio)

Così dal 13 maggio al 18 luglio 2021 il pubblico potrà visitare, in una sala dedicata al secondo piano, un’esposizione di venti copie di altrettanti reperti della collezione torinese, realizzati dai detenuti delle sezioni scolastiche della Casa Circondariale dell’Istituto tecnico “Plana” e del Primo Liceo Artistico. La mostra ospita in particolare copie di alcuni capolavori della collezione del museo Egizio: tra questi la Cappella di Maia, gli affreschi della tomba di Iti e Neferu, i ritratti del Fayyum, l’ostrakon della ballerina e alcuni libri funerari. Gli oggetti riprodotti sono accompagnati da didascalie con le indicazioni che consentono ai visitatori di ritrovare gli originali all’interno della collezione principale del museo.

La saletta al secondo piano del museo Egizio di Torino che ospita la mostra “Liberi di imparare” (foto museo egizio)

“Ben lontani dall’essere una torre d’avorio, proseguiamo nel nostro intento di fare rete con altre istituzioni, anche quelle in apparenza più lontane”, dichiara Christian Greco, direttore del museo Egizio. “Liberi di imparare rappresenta in quest’ottica un’iniziativa di grandissimo valore, capace di far proseguire il dialogo tra la nostra collezione e le sezioni scolastiche carcerarie, nonostante le forti restrizioni dell’ultimo anno”. Ed Evelina Christillin, presidente del museo Egizio, aggiunge: “Tutto ciò non sarebbe possibile senza un incredibile lavoro di squadra, di cui siamo orgogliosi e per cui voglio ringraziare tutte le istituzioni coinvolte. Questa iniziativa dimostra inoltre, ancora una volta, quanto nei mesi passati il Museo non abbia mai smesso di lavorare anche ai propri progetti di integrazione, che ci vedono impegnati nel costruire ponti con numerose istituzioni del territorio, dalla Casa Circondariale all’ospedale infantile Regina Margherita”. “L’esperienza offerta dal museo Egizio alle persone detenute della Casa Circondariale di Torino è senz’altro stata fra le più significative e culturalmente apprezzate non solo dai partecipanti ai laboratori dedicati ma anche da coloro che in più occasioni hanno avuto modo di vedere le opere realizzate”, afferma inoltre Monica Gallo, Garante delle persone private della libertà personale della Città di Torino. “Un progetto di grande valore che come Ufficio abbiamo fortemente voluto e promosso ed auspichiamo che possa continuare ed evolversi”.