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Torino. Al museo Egizio per “Dialoghi di Archeologia” Daniele Manacorda e Mirco Modolo dialogano con il direttore Christian Greco e Andrea Augenti sul loro libro “Le immagini del patrimonio culturale. Un’eredità condivisa?” (Pacini editore). In presenza e on line

torino_egizio_dialoghi-di-archeologia_le-immagini-del-patrimonio-culturale_manacorda-modolo_locandinaAl museo Egizio di Torino nuovo appuntamento con la serie di incontri “Dialoghi di Archeologia”. Giovedì 18 gennaio 2024, alle 18, gli autori Daniele Manacorda e Mirco Modolo, insieme a Christian Greco, dialogheranno con Andrea Augenti sul loro libro “Le immagini del patrimonio culturale. Un’eredità condivisa?”, edito da Pacini Editore. L’evento si tiene nella sala Conferenze del Museo e l’ingresso è libero con prenotazione obbligatoria su Eventbrite: https://www.eventbrite.it/…/biglietti-le-immagini-del… L’incontro sarà trasmesso anche in streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del museo Egizio. Durante la serata sarà possibile acquistare il volume oggetto dell’incontro. Le riforme del Codice dei beni culturali avviate nell’ultimo decennio hanno generato un ampio confronto, non solo fra gli addetti ai lavori. In particolare la liberalizzazione dell’uso delle immagini del patrimonio culturale pubblico per fini di studio, ricerca e libera manifestazione del pensiero, introdotta nel 2014 (c.d. Art bonus), ha suscitato una presa di coscienza dell’importanza della percezione della pubblicità del patrimonio da parte della popolazione italiana. Il dibattito si è quindi esteso a considerare l’ipotesi di libero riutilizzo delle riproduzioni di beni culturali, anche per quelle finalità commerciali rimaste sinora escluse dal regime di liberalizzazione. Al centro di questo libro, nel quale sono pubblicati gli atti dell’omonimo convegno promosso dalla Fondazione Aglaia (Firenze, 11/06/2022), si collocano interrogativi di stringente attualità: ha senso oggi porre limiti, in piena era digitale, alla diffusione delle immagini del patrimonio culturale pubblico? Come impedire l’uso di un bene immateriale che appartiene a tutti? E, soprattutto, perché?

Roma. All’Archivio centrale dello Stato apre la mostra fotografico-documentaria “Italia-Libia: i luoghi dell’archeologia. Dagli archivi all’impegno sul campo” che racconta 70 anni di missioni archeologiche italiane in Cirenaica, Tripolitania, Fezzan a partire dagli anni ‘50 del secolo scorso col contributo delle fonti archivistiche

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Locandina della mostra fotografico-documentaria “Italia-Libia: i luoghi dell’archeologia. Dagli archivi all’impegno sul campo”: all’Archivio centrale dello Stato dal 9 al 30 giugno 2022

I paesaggi archeologici della Libia, che coincidono con i luoghi dove ancora oggi sono attive le missioni operanti in seno al Dipartimento di Antichità della Libia (DoA), rappresentano un patrimonio che negli anni dell’occupazione italiana della Libia (1911-1943) si è prestato a lungo a narrazioni retoriche con finalità apertamente propagandistiche. A partire dagli anni Cinquanta il confronto con questa eredità si è espresso in un dialogo sempre più costruttivo tra il DoA e le missioni archeologiche italiane: il processo di rinnovamento è stato segnato da ricerche che esulano totalmente dalla tradizione coloniale e che sono ancora oggi sostanziate dal proficuo scambio con altre missioni straniere presenti in Libia. La ricerca archeologica, senza dimenticare il passato – le fonti documentarie sono lì a ricordarlo – si presenta oggi totalmente rinnovata negli obiettivi, nelle metodologie e nell’assunzione di nuove responsabilità sotto il segno di una nuova cooperazione. Giovedì 9 giugno 2022, alle 9.30, a Roma. all’Archivio centrale dello Stato, verrà inaugurata la mostra fotografico-documentaria “Italia-Libia: i luoghi dell’archeologia. Dagli archivi all’impegno sul campo” organizzata dall’Archivio centrale dello Stato, l’ISMEO e la Fondazione MedA col patrocinio del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. Con l’occasione sarà presentato il catalogo della mostra “Libia-Italia: un’archeologia condivisa” (Tripoli, 22 settembre-22 dicembre 2021). Il programma. Dopo i saluti istituzionali, intervengono: alle 10.15, Mohamed Faraj al-Faloos, presidente Dipartimento di Antichità della Libia; 10.30, Giorgio Sobrà, Istituto centrale per il restauro – MiC; 10.45, Mirco Modolo, Archivio Centrale dello Stato – MiC; 11, Mustafa A. Turjman, Dipartimento Antichità della Libia; 11.15, Bashir O. Galgham, Dipartimento Antichità della Libia. Presentazione catalogo mostra “Libia-Italia: un’archeologia condivisa” (Tripoli: 22 settembre-22 dicembre 2021); 12, Andrea Manzo, ISMEO; 12.30, Emanuele Papi, direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene. A seguire: visita alla mostra e buffet. La mostra è allestita nell’atrio della sede monumentale di piazzale degli Archivi e si propone il duplice scopo di raccontare 70 anni di missioni archeologiche italiane in Cirenaica, Tripolitania, Fezzan a partire dagli anni ‘50 del secolo scorso e di mettere in evidenza il ruolo delle fonti archivistiche per ricostruire la storia della ricerca archeologica italiana in Libia. Ne sono un esempio i fondi archivistici dell’Archivio centrale dello Stato e le fotografie della Biblioteca IsIAO (Biblioteca nazionale centrale di Roma), che aprono il percorso espositivo. La mostra resterà aperta al pubblico, con accesso gratuito, dal 9 al 30 giugno 2022, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18.