Aquileia. Bilancio campagna 2024: nuove scoperte alle Grandi Terme, dalla grande abside del frigidarium alle statue, alle colonne colossali. Gli archeologi dell’università di Udine hanno anche anticipato all’inizio del IV secolo d.C. la costruzione del maestoso complesso termale

Grandi terme di Aquileia, scavi archeologici dell’università di Udine: la grande abside del frigidarium, vista dal drone (foto uniud)
Un’abside (ambiente semicircolare) monumentale di circa 30 metri di ampiezza, una decina di parti di statue di divinità e di imperatori, o alti dignitari, e frammenti di colonne, tra cui una colossale del cosiddetto marmo africano (l’odierna Turchia). Sono le principali scoperte fatte nell’area delle Grandi Terme di Aquileia dagli archeologi dell’università di Udine nell’ultima campagna di scavi. Gli studiosi dell’ateneo friulano hanno inoltre scoperto che la costruzione del complesso è iniziata intorno al 300 d.C., cioè almeno un decennio prima di quanto finora ipotizzato. E questo grazie all’analisi radiocarbonica di un palo di ontano utilizzato dai romani per la bonifica dell’area al momento della costruzione dell’edificio e portato alla luce durante gli scavi. La missione è condotta su concessione ministeriale, in accordo con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per il Friuli Venezia Giulia, con la collaborazione scientifica e il supporto finanziario della Fondazione Aquileia. Le ricerche sono condotte da un team di archeologi del dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’università di Udine guidato da Matteo Cadario, insieme a Marina Rubinich e Antonio Dell’Acqua, e con la collaborazione scientifica della Fondazione Aquileia e del suo direttore, Cristiano Tiussi. Agli scavi hanno partecipato anche 35 studenti dei corsi di laurea triennale e magistrale dell’Ateneo e della Scuola di specializzazione in beni archeologici. La presenza dell’Ateneo friulano alle Grandi Terme è ormai consolidata da oltre due decenni. Le prime ricerche infatti risalgono al 2002. Nelle campagne di scavo annuali, in concessione ministeriale, si sono formati oltre 700 studenti di archeologia che hanno potuto acquisire i crediti di tirocinio previsti dal loro percorso di studio. Dal 2016, anno della prima concessione di scavo dal Ministero, allora dei beni e delle attività culturali, fu avviata una nuova e proficua collaborazione con la Soprintendenza e con la Fondazione Aquileia, che aveva appena acquisito l’area in gestione, e che partecipa attivamente alla progettazione dei nuovi interventi di scavo e alla loro valorizzazione.
“Le novità portate alla luce nella campagna 2024 sono di valore straordinario sia per lo stato di conservazione delle strutture che per il significato dei reperti rinvenuti per la ricostruzione della funzione dell’edificio”, sottolinea il direttore degli scavi Matteo Cadario. Nel corso dei 23 anni di scavo dell’area, iniziato nel 2002, l’Ateneo friulano sta progressivamente mettendo in luce la grandiosità e lo sfarzo delle Grandi Terme, confermando anche l’importanza strategica di Aquileia durante l’impero romano. “Le evidenze emerse e i nuovi dati acquisiti grazie agli scavi dell’università di Udine”, dichiara la soprintendente, Valentina Minosi, “dimostrano l’importanza della collaborazione proficua che si è da anni instaurata fra Università e Soprintendenza e che si esplicita attraverso l’affidamento in concessione delle attività di scavo da parte del Ministero della cultura e attraverso il costante confronto fra le Istituzioni sulle indagini conoscitive svolte e per assicurare le attività di tutela”.
LA GRANDE ABSIDE DEL FRIGIDARIUM. La scoperta dell’abside di 30 metri, muri compresi, è avvenuta nell’area del percorso balneare delle terme. Era infatti aperta sulla grande aula del frigidarium (la zona destinata ai bagni in acqua fredda). Pavimentata in lastre di marmo e di calcare, l’abside chiude a est l’asse centrale delle terme. Trova una perfetta corrispondenza nella più piccola abside del calidarium (la zona destinata ai bagni in acqua calda), larga 15 metri, situata sul lato opposto e messa in luce tra il 2021 e il 2023. Le fondazioni dei muri dell’abside, larghe più di 5 metri, dovevano sostenere un imponente alzato a più piani che doveva contenere nicchie per statue e serviva anche da facciata monumentale delle terme verso la città di Aquileia. “È una novità eccezionale”, spiega il professor Cadario, “che conferma ulteriormente lo splendore e la maestosità dell’edificio e consente di comprenderne meglio la pianta. Come si comprende dai confronti con le terme Erculee di Milano e con le Kaiserthermen di Trier, il modello è caratteristico delle terme imperiali di età tetrarchica, ossia costruite tra il 293 e il 305 d.C., quando l’impero fu governato da quattro imperatori”.

Frammento di statua togata proveniente dalle Grandi Terme di Aquileia, scoperta nella campagna 2024 (foto uniud)
LE STATUE E LA COLONNA. Nel corso dello scavo è stata scoperta anche una decina di frammenti di statue di epoche diverse. Le statue furono riunite all’inizio del IV secolo d.C. per ornare adeguatamente il frigidarium, che si presentava quindi come la sala più splendida dell’edificio. Spiccano due parti di statue maschili in toga, una in origine colossale, e una statua con indosso la corazza di dimensioni pari al vero, probabilmente raffiguranti in origine imperatori o alti dignitari. Ma sono stati trovati anche alcuni frammenti di statue di divinità, tra cui la parte inferiore di un Esculapio, dio della medicina, e una probabile statuetta di Giove con egida (la pelle della capra Amaltea che il dio usava come mantello). Sono stati portati alla luce anche diversi elementi dell’architettura dell’edificio, che spesso dovevano essere stati recuperati da edifici più antichi per essere riusati. “Il frigidarium doveva ospitare colonne colossali di marmo africano”, commenta Antonio Dell’Acqua, “e basi riccamente decorate, simili a quelle impiegate nelle terme inaugurate da Caracalla a Roma nel 216 d.C.”. Dalla stessa zona proviene anche la statua di Diomede scoperta dagli archeologi dell’Ateneo friulano nel 2003 a conferma della ricchezza dell’arredo scultoreo che contribuiva a trasformare le terme imperiali tardoantiche in “musei”. Le indagini proseguiranno anche nel settore dove sorgeva il caldarium e nel settore corrispondente a una serie di ambienti di più fasi adiacenti il corpo centrale nella zona Nord-Est dell’edificio.

Grandi Terme di Aquileia: campagna di scavo 2024, veduta da drone dell’abside del calidarium (foto uniud)
Retrodatato l’inizio della costruzione. Gli archeologi dell’università di Udine hanno anche scoperto che i lavori di costruzione delle Grandi Terme sono iniziati probabilmente all’inizio del IV secolo d.C. anziché diversi decenni più tardi. “Abbiamo fatto analizzare al carbonio 14”, racconta Marina Rubinich, “un palo di ontano che abbiamo scoperto effettuando un carotaggio nell’area dell’abside del frigidarium, e che era stato utilizzato dai romani per bonificare la zona prima di costruire il muro”. La costruzione dell’edificio iniziò quindi al tempo di Massimiano e Diocleziano, i due Augusti che abdicarono nel 305 d.C. Costantino, che conquistò Aquileia nel 312 d.C., potrebbe quindi aver solo completato l’opera, prima del 325, appropriandosi però del merito e intestandosi le terme.

Grandi Terme di Aquileia, campagna di scavo 2024: fotopiano dell’abside del frigidarium (foto uniud)
La collaborazione con Fondazione Aquileia. “L’area delle Grandi Terme non smette di rivelare nuovi e importanti tasselli della sua affascinante storia grazie all’impegno congiunto dell’università di Udine e della Fondazione Aquileia sancito da un accordo di collaborazione scientifica ed economica”, affermano il presidente Roberto Corciulo e il direttore Cristiano Tiussi. “La prosecuzione e l’ampliamento delle ricerche archeologiche nelle aree conferite dal ministero della Cultura rappresentano una fonte inesauribile di conoscenza e costituiscono perciò una delle linee strategiche fondamentali della Fondazione Aquileia verso la costituzione del parco archeologico”, spiegano Corciuolo e Tiussi. “Il Piano strategico degli interventi, approvato ad aprile 2024, definisce anche per il prossimo quinquennio un sostanzioso impegno economico per le indagini in collaborazione con le Università – evidenziano i vertici della Fondazione –. Nel caso specifico, abbiamo inteso intraprendere programmaticamente nel Piano i passaggi preliminari per l’apertura al pubblico dell’area delle Grandi Terme, la più vasta tra quelle conferite dal ministero della Cultura alla Fondazione Aquileia con i suoi 8 ettari di estensione. Essa include – spiegano Corciulo e Tiussi – due complessi monumentali di primaria importanza nell’urbanistica aquileiese, le terme e il teatro, e inoltre si collega a due aree già aperte al pubblico, il decumano di Aratria Galla con le mura altomedievali e il Sepolcreto. Due distinti itinerari attraverseranno questa zona: uno più prettamente archeologico, l’altro di carattere naturalistico collegato alla storica Roggia del Mulino, della quale stiamo trattando con il Demanio il conferimento e la gestione. Così come per lo scavo del vicino teatro, la collaborazione con l’università di Udine – sottolineano infine Corciulo e Tiussi – pone anche le basi per pensare concretamente alla futura valorizzazione del complesso termale, di cui nel progetto scientifico allegato all’accordo di programma si è inteso prima di tutto determinare le considerevoli dimensioni. L’emozionante scoperta dei numerosi frammenti di statue avvenuta quest’anno, oltre a quella già nota dei bellissimi mosaici, rendono la sfida ancor più affascinante”.

Grandi Terme di Aquileia, campagna di scavo 2024: colonna colossale in marmo africano (foto uniud)
Il contesto storico. Le Grandi Terme di Aquileia, o Thermae felices Constantinianae, come sono chiamate nell’iscrizione di una base di statua di Costantino rinvenuta nell’area, erano state realizzate in una città che era uno dei porti principali del Mediterraneo e una delle nuove residenze imperiali. In età tetrarchica l’impero era stato infatti suddiviso tra quattro imperatori, due Augusti e due Cesari. Gli imperatori cessarono di abitare a Roma, scegliendo altre città, tra cui Aquileia, come loro sedi e dotandole degli edifici adeguati al prestigio di una “capitale”. “La collocazione delle terme nello spazio dell’ampliamento della città protetto dalle nuove mura tardoantiche”, sottolinea Cadario, “prova inoltre la volontà imperiale di beneficare l’otium della popolazione aquileiese, dotandola di una magnifica struttura termale, come avvenne anche a Milano, Trier, Arles, Antiochia e poi Costantinopoli”.
Gli scavi dell’università di Udine, ricollegandosi a quelli condotti dalla locale Soprintendenza archeologica nel corso del ‘900, hanno permesso di ricostruire un edificio “fuori scala” anche per una città importante come Aquileia. Un complesso con elevati superiori a 10 metri e un corpo centrale di circa 10000 metri quadrati di estensione e un fronte di ben 138 metri, paragonabile quindi solo alle grandi terme imperiali costruite a Roma e nelle altre nuove “capitali”. Come di norma nelle terme imperiali, l’edificio era organizzato intorno a un asse centrale di più di 90 metri di lunghezza, formato dalle sale che offrivano bagni in acque di temperature diverse (caldarium, tepidarium e frigidarium) secondo il modello di pratica balneare tipico del mondo romano.

Grandi Terme di Aquileia, campagna di scavo 2024: pavimento dell’abside in lastre di pavonazzetto (foto uniud)
Il fulcro dell’edificio era l’enorme frigidarium pavimentato in lastre di marmi colorati, affiancato da due grandi spogliatoi (apodyteria), a nord e a sud, con raffinati pavimenti musivi. In particolare, dall’aula nord provengono gli splendidi mosaici opera di maestranze greco-orientali, oggi conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, e raffiguranti soggetti marini e atletici. Questi ultimi ricordano che le terme imperiali ospitavano anche spazi per allenamento e agonismo sportivo, attività che proprio i tetrarchi stessi spesso sponsorizzarono, confermando così la coerenza dell’impianto aquileiese con l’ideologia tetrarchica. Al corpo centrale si ricollegano gli ambienti del settore nord-orientale dove è ancora visibile la sovrapposizione di tre fasi successive, con ambienti musivi nelle ultime due. Questa sequenza dimostra che la frequentazione dell’edificio continuò fino alla fine del V secolo d.C. In seguito, tra il VI e il VII secolo i resti dell’edificio, parzialmente crollati, furono riutilizzati a fini abitativi, mentre, dopo il definitivo abbandono e il crollo finale di volte ed elevati, l’edificio diventò una cava di marmi e mattoni da riutilizzare come materiale da costruzione o da cuocere per ottenere calce.

Grandi terme di Aquileia, campagna di scavo 2024: frammenti di tre statue (foto uniud)
La spoliazione dei resti delle terme continuò tra XIII-XIV secolo eliminando tutti i resti delle strutture fino alle fondazioni dei muri e trasformando completamente l’aspetto del sito. Prima dell’inizio degli scavi moderni l’area si presentava infatti come un campo coltivato (Braida Murada), reso tale proprio grazie a grandi riporti di terra disposti sulle macerie. Oggi delle terme si conservano quindi solo i pavimenti circondati dalle trincee di spoliazione dei muri depredati fino all’età moderna. Varie zone dell’edificio sono state indagate più volte nel corso del XX secolo dalla locale Soprintendenza e da alcuni dei nomi più noti dell’archeologia aquileiese: Giovanni Battista Brusin (1922-1923); Luisa Bertacchi (1961); Paola Lopreato (1981-1987).
Aquileia (Ud). Al museo Archeologico nazionale al via il ciclo di conferenze quest’anno “Suggestioni archeologiche” dedicato alle “Ultime notizie da Aquileia: le università raccontano gli scavi”: aprono Cottica e Cipolato (Ca’ Foscari) con “Le indagini archeologiche presso la sponda orientale del porto fluviale (ex fondo Sandrigo)”
“Ultime notizie da Aquileia: le università raccontano gli scavi”: torna anche quest’anno “Suggestioni archeologiche”, il ciclo di conferenze estive a tema archeologico organizzate nella suggestiva cornice del museo Archeologico nazionale di Aquileia in collaborazione con l’associazione nazionale per Aquileia: appuntamento ogni giovedì, dal 4 luglio al 1° agosto 2024, alle 17.15. In questa edizione ogni incontro sarà dedicato al racconto degli scavi da parte dei diversi team di ricerca impegnati nelle campagne di scavo della assolata estate aquileiese. Si comincia giovedì 4 luglio 2024, alle 17.15, incontro su “Le indagini archeologiche presso la sponda orientale del porto fluviale (ex fondo Sandrigo)” con Daniela Cottica e Andrea Cipolato (università di Venezia Ca’ Foscari) che parleranno delle indagini archeologiche sulla sponda orientale del porto fluviale (ex fondo Sandrigo). “Sarà anche l’occasione anche per illustrare i primi risultati della campagna di scavo 2024”, anticipa la professoressa Cottica. La partecipazione è gratuita. Prenotazione consigliata a: 0431 91016 / museoaquileiaeventi@cultura.gov.it.

Campagna di scavo 2023 al Fondo ex Pasqualis dell’università di Verona (foto univr / fondazione aquileia)
Il programma di incontri continua giovedì 11 luglio 2024, alle 17.15, con Patrizia Basso e Diana Dobreva (università di Verona) su “Le mura e i mercati tardoantichi: lavori in corso (ex fondo Pasqualis)”; giovedì 18 luglio 2024, alle 17.15, con Andrea Raffaele Ghiotto e Guido Furlan (università di Padova) su “Lo scavo del teatro romano”; giovedì 25 luglio 2024, alle 17.15, con Emanuela Murgia (università di Trieste) su “La “Casa dei Putti danzanti” in via Gemina”; e giovedì 1° agosto 2024, alle 17.15, con Matteo Cadario e Marina Rubinich (università di Udine) su “Nuovi dati dalle “Grandi Terme” di Aquileia”.

Venticinque anni fa, il 5 dicembre 1998, l’Unesco riconosceva l’eccezionale valore universale di Aquileia e inseriva l’“area archeologica e Basilica patriarcale di Aquileia” nella Lista del Patrimonio dell’Umanità. Le motivazioni a fondamento dell’iscrizione si riferiscono al fatto che Aquileia è stata una delle più grandi e più ricche città dell’Impero romano e che potenzialmente la sua struttura urbanistica potrebbe essere riportata alla luce estesamente, poiché ancora oggi giace per buona parte sotto i campi agricoli. E poi c’è il complesso della basilica patriarcale di Aquileia, che testimonia il ruolo decisivo di Aquileia nella diffusione del Cristianesimo in un’ampia area dell’Europa. Il 5, 6, 7 dicembre 2023 la Fondazione Aquileia, in collaborazione con il Comune di Aquileia, la Basilica di Aquileia, la direzione regionale Musei FVG – museo Archeologico nazionale di Aquileia, PromoTurismoFVG organizza tre giornate di incontro, aperte al pubblico, per una riflessione e confronto tra istituzioni e operatori sui principale temi del settore culturale – dalla gestione alla valorizzazione, comunicazione, accessibilità e didattica – e per fare rete con i siti Unesco del Friuli Venezia Giulia in prospettiva futura anche in vista dell’importante traguardo di GO! 2025.


L’apertura dei lavori alle 14 nella sede dell’azienda Ca’ Tullio con la conferenza “UN NUOVO PIANO DI GESTIONE PER IL SITO UNESCO DI AQUILEIA: DOPO 5 ANNI COSA È CAMBIATO?”, sulla presentazione dell’aggiornamento del piano di gestione del sito UNESCO di Aquileia: il Piano di Gestione è uno strumento di programmazione, pianificazione e coordinamento tra gli istituzioni e gli enti che si occupano del sito UNESCO di Aquileia, e come tale ha un valore fondamentale per stabilire i passaggi che nei prossimi cinque anni dovranno essere compiuti in direzione di un obiettivo condiviso: la creazione di un parco archeologico vivo e integrato nel tessuto urbano e sociale esistente. Coordina Paolo Mosanghini, vice direttore del Messaggero Veneto. Intervengono Emanuele Zorino, sindaco di Aquileia; Cristiano Tiussi, direttore, e Roberto Corciulo, presidente della Fondazione Aquileia; Laura Acampora, funzionario archeologo, ufficio UNESCO del ministero della Cultura; Andrea Pessina, soprintendente ad interim Archeologia Belle arti e Paesaggio del FVG; Marco Valle, responsabile del dominio di ricerca Innovation in Culture, Society and Public Administration; Silvia Soldano, Program Manager; Roberta De Bonis Patrignani, Ricercatore senior, della Fondazione Links; Ramon Pascolat, architetto, Studio mod. Land.
Seguirà alle 15.15 la tavola rotonda RICERCA, CONSERVAZIONE E VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO DI AQUILEIA”, dedicata all’attività di ricerca archeologica, restauro, conservazione e valorizzazione intraprese dai numerosi enti, università ed istituzioni sul territorio. Coordina Piero Pruneti, direttore Archeologia Viva. Intervengono: Serena Di Tonto, funzionario archeologo, Sabap FVG; Cristiano Tiussi, direttore della Fondazione Aquileia; Luca Villa, presidente dell’associazione nazionale per Aquileia; Giuseppe Cuscito, Centro di Antichità Altoadriatiche; Marta Novello, direttrice museo Archeologico nazionale di Aquileia; Annarita Lepre, MAN Aquileia; Marina Rubinich, professore associato di Archeologia classica dell’università di Udine; Federica Fontana, professore associato di Archeologia classica all’università di Trieste; Patrizia Basso, professore ordinario di Archeologia classica dell’università di Verona; Jacopo Bonetto, professore ordinario di Archeologia classica dell’università di Padova; Andrea Ghiotto, professore associato di Archeologia classica dell’università di Padova; Daniela Cottica, professore associato di Archeologia classica dell’università Ca’ Foscari di Venezia; Anna Caterino, restauratrice, Gruppo Mosaicisti di Ravenna; Luisa Fogar, restauratrice, A.Re.Con. Arte Restauro Conservazione; Alessandro Volpini, comandante del Nucleo TPC del Friuli Venezia Giulia.
Chiuderà la giornata tavola rotonda “LA GESTIONE DI SITI ARCHEOLOGICI: 2 ESPERIENZE ITALIANE” con l’illustrazione dell’esperienza di gestione della Fondazione Mont’e Prama in relazione al “Sistema di valorizzazione integrata territoriale del Sinis – Terra di Mont’e Prama” e della Fondazione RavennAntica. Coordina: Piero Pruneti, direttore Archeologia Viva. Intervengono: Anthony Muroni, presidente di Fondazione Mont’e Prama; Francesca Masi, direttore di Fondazione RavennAntica.
La giornata di mercoledì 6 dicembre 2023 si aprirà con due panel: il primo, alle 9.30, è la tavola rotonda “LA RETE DEI SITI UNESCO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA: confronto tra piani di gestione, strategie di valorizzazione e sinergie future” al quale parteciperanno i rappresentanti della Regione Friuli Venezia Giulia, di Aquileia, Cividale del Friuli, Palmanova, Palù di Livenza e Fondazione Dolomiti, del Parco delle Prealpi Giulie e della Camera di Commercio di Pordenone-Udine. Coordina Stefano Grimaz, chairholder cattedra UNESCO dell’università di Udine. Intervengono: Marisa Dovier, direzione centrale cultura e sport della Regione Friuli Venezia Giulia; Roberto Corciulo, presidente Fondazione Aquileia; Emanuele Zorino, sindaco di Aquileia; Daniela Bernardi, sindaco di Cividale del Friuli; Silvia Savi, assessore Cultura Turismo e grandi eventi, rapporti con le associazioni di riferimento, del Comune di Palmanova; Mara Nemela, direttore della Fondazione Dolomiti UNESCO; Dino Salatin, sindaco del Comune di Caneva – Sito Palafitticolo Palù di Livenza; Antonio del Fiol, sindaco del Comune di Polcenigo – Sito Palafitticolo Palù di Livenza; Stefano Santi, direttore del parco naturale delle Prealpi Giulie; Alessandro Tollon, consigliere della Camera di commercio di Pordenone-Udine.
Alle 11.15, è la tavola rotonda “VERSO LA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA GO! 2025”. Coordina Gioia Meloni, giornalista. Intervengono: Anna Del Bianco, direttore della direzione centrale Cultura e sport della Regione Friuli Venezia Giulia; Marco Marinuzzi, Project Manager GO! 2025 di GECT GO / EZTS GO; Stojan Pelko, direttore di Zavod GO! 2025; Emanuele Zorino, sindaco di Aquileia; Patrizia Artico, assessore a GO! 2025 del Comune di Gorizia; Comune di Nova Gorica. Seguirà la presentazione degli itinerari culturali e quelli riconosciuti dal Consiglio d’Europa che si intrecciano con il territorio di Aquileia con la tavola rotonda “GLI ITINERARI CULTURALI DEL CONSIGLIO D’EUROPA: PROSPETTIVE DI SVILUPPO INTERNAZIONALE”. Coordina: Piero Pruneti, direttore Archeologia Viva. Intervengono: Antonio Barone, direttore Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa – La Rotta dei Fenici; Dana Danova, presidente del comitato direttivo Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa – Cyril and Methodius Route; Aleksandra Grbic/Viola Gaudiano, Project Manager AERS Associazione Europea Romea Strata; Cristiano Tiussi, presidente Roman Roads Heritage – Iter Romanum. Segue inaugurazione della mostra dedicata al “Cammino culturale del consiglio d’Europa dei SS. Cirillo e Metodio”
Nel pomeriggio, a partire dalle 14, tavola rotonda “NEW MEDIA, EVENTI CULTURALI E INCLUSIVITA’ PER UN’EFFICACE DIFFUSIONE DELLA CONOSCENZA” con la presentazione delle attività di diffusione della conoscenza del patrimonio culturale – dai podcast al manuale di viaggio “Aquileia una guida” all’Aquileia Film festival, i concerti nella basilica e le mostre. Coordina: Giulia Pruneti, giornalista Archeologia Viva. Intervengono: Andrea W. Castellanza, NWFactory.media, “Nuove forme di comunicazione digitale: il podcast Aquileia Città Frontiera”; Elena Commessatti, scrittrice e giornalista, “Strumenti per un turismo slow: il manuale di viaggio Aquileia una guida”; Erica Zanon, responsabile area Promozione e Comunicazione di Fondazione Aquileia, “Divulgare attraverso il cinema: Aquileia Film Festival – La scelta di Maria – Le donne di Pasolini”; Annalisa de Franzoni e Ilaria Fedele, MAN Aquileia, “Un ciclo di eventi espositivi al MAN di Aquileia: Mirabilia, capolavori a confronto”; Sara Zamparo, Responsabile concerti della Basilica di Aquileia, “La musica in Basilica”; Morena Maresia, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio del FVG, “Parole per comprendere e per comprendersi. Educazione, partecipazione e inclusione culturale tra i mosaici della Basilica di Aquileia”.
Seguiranno le sessioni dedicate al tema della rievocazione storica, alla presentazione del progetto Creattivo#4 – arte e impresa FVG in cammino, sviluppato da Maravee Projects e al tema dell’accessibilità e didattica nei luoghi della cultura. Tavola rotonda “ACCESSIBILITA’ E DIDATTICA NEI LUOGHI DELLA CULTURA”. Coordina: Giulia Pruneti, giornalista Archeologia Viva. Intervengono: Alessia del Bianco, Area Cultura, “PromoTurismoFVG”; Elena Braidotti, MAN Aquileia, “Omnibus. Il museo per tutti – museo Archeologico nazionale di Aquileia”; Anna Maria Viganò, responsabile progetto Basilica per Tutti della Basilica di Aquileia, “Aquileia per tutti – Basilica di Aquileia”; Elena Rocco, Ideatrice di Radio Magica, ricercatrice universitaria e Segretario Generale di Fondazione Radio Magica, “Storytelling digitale per i più piccoli: la Mappa Parlante di Aquileia”; Luciana Mandruzzato, archeologa, “Le attività degli Open day e Archeologia sperimentale”; Angela Borzacconi, direttore, “Attività didattica al museo Archeologico nazionale di Cividale del Friuli”; Elisa Morandini, direttore, “Accessibilità al Museo Cristiano del Duomo di Cividale”; Francesca Masi, direttore, “Un caso studio esterno: RavennAntica per la didattica”. Tavola rotonda “PROMUOVERE IL TERRITORIO ATTRAVERSO LA RIEVOCAZIONE STORICA NEI SITI UNESCO DEL FRIULI VENEZIA GIULIA”. Coordina: Giulia Pruneti, giornalista Archeologia Viva. Intervengono: Markus Maurmair, consigliere Regione Friuli Venezia Giulia; Emanuele Zorino, sindaco di Aquileia “Tempora in Aquileia”; Daniela Bernardi, sindaco di Cividale, “Palio di San Donato”; Silvia Savi, assessore Cultura Turismo e grandi eventi, Rapporti con le associazioni di riferimento, “Palma alle armi – Comune di Palmanova”; Polonca Vodopivec, coordinatrice di progetti europei; Tanja Dimitrijević, coordinatrice di progetti europei, “RIMROM – Comune di AjdovŠčina”. Conferenza “PROGETTO CREAttivo #4 – arte e impresa FVG in cammino”. Coordina: Sabrina Zannier, ideatrice del progetto Maravee Projects. Intervengono: Roberto Corciulo, presidente Fondazione Aquileia; Emanuele Zorino, sindaco di Aquileia; Gian Piero Brovedani, direttore Scuola Mosaicisti del Friuli; Azienda Legnolandia; Azienda Gervasoni; Fabio Turchini, presidente Eupragma – Your Evolution Partner.
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