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Taranto. Per i “Mercoledì del MArTA”, nell’ambito del ciclo “Taras e i doni del mare. Oltre la Mostra. Conversazioni sul mare e le sue risorse”, appuntamento on line con Franco Cambi, Laura Pagliantini e Claudia Abatino (università di Siena) ed Edoardo Vanni (ricercatore indipendente) su “Vivere sul mare in età romana. La villa delle Grotte all’isola d’Elba”, introdotto da Eva Degl’Innocenti direttrice del museo Archeologico nazionale

taranto_mercoledì-del-marta_villa-delle-grotte-all-isola-d-elba_conferenza_locandinaNuovo appuntamento del ciclo di conferenze “Taras e i doni del mare. Oltre la Mostra. Conversazioni sul mare e le sue risorse” inserito nei “Mercoledì del Marta” con il coordinamento scientifico della direttrice del museo Archeologico nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti, e dei professori Danilo Leone e Maria Turchiano dell’università di Foggia. Mercoledì 15 giugno 2022, alle 18, conferenza on line del prof. Franco Cambi (università di Siena), della dott.ssa Laura Pagliantini (università di Siena), della dott.ssa Claudia Abatino (università di Siena) e del prof. Edoardo Vanni (ricercatore indipendente) su “Vivere sul mare in età romana. La villa delle Grotte all’isola d’Elba”. La conversazione, che sarà introdotta dalla direttrice Eva Degl’Innocenti, sarà diffusa in diretta on-line sulle pagine Facebook, YouTube e Linkedln del MArTA.

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Il monumentale edificio romano noto come Villa romana delle Grotte (I secolo a.C.), nella rada di Portoferraio, all’Isola d’Elba (foto marta)

Il monumentale edificio romano noto come Villa romana delle Grotte (I secolo a.C.), nella rada di Portoferraio, all’Isola d’Elba, è stato oggetto di ricerche a partire dal 1700. Interpretato come una delle lussuose villae maritimae costruite nelle isole dell’arcipelago toscano da nobili esponenti delle classi aristocratiche di Roma per i loro otia, l’edificio è da alcuni anni oggetto di un profondo riesame. Tre anni di scavi e ricerche fanno pensare che si trattasse, prima che di una villa, di un monumentale apprestamento nel quale l’acqua rappresentava l’elemento centrale: un grande castellum aquarum con al centro un santuario.

Taranto. Per i “Mercoledì del MArTA”, nell’ambito del ciclo “Taras e i doni del mare. Oltre la Mostra. Conversazioni sul mare e le sue risorse”, appuntamento on line con Francesco Meo, della Scuola di Specializzazione in Archeologia “Dinu Adamesteanu” dell’università del Salento, su “Taranto e i doni del suo mare: la porpora e il bisso”

taranto_mercoledì-del-marta_la-porpora-e-il-bisso_francesco-meo_locandinaIl progetto FISH&C.H.I.P.S. (Fisheries and Cultural Heritage, Identity, Participated Societies), realizzato grazie al Programma Interreg V-A Greece-Italy, torna a Taranto con la narrazione di una delle più importanti tradizioni artigianali legate al mare. Mercoledì 8 giugno 2022, per i “Mercoledì del MArTa”, alle 18, protagonisti del ciclo di conferenze “Taras e i doni del mare. Oltre la Mostra. Conversazioni sul mare e le sue risorse” – con il coordinamento scientifico della direttrice del museo Archeologico nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti, e dei professori Danilo Leone e Maria Turchiano dell’università di Foggia – saranno la porpora e il bisso nella conversazione on-line “Taranto e i doni del suo mare: la porpora e il bisso” di Francesco Meo, archeologo e docente della Scuola di Specializzazione in Archeologia “Dinu Adamesteanu” dell’università del Salento. Diretta sui canali Facebook, YouTube e Linkedin del museo Archeologico nazionale di Taranto.

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L’archeologo Francesco Meo

La conferenza si concentrerà sull’importante lavorazione dei murici per la porpora e della pinna nobilis per la pregiata produzione tessile tarantina del bisso, la “seta di mare”. Una delle caratteristiche che rendeva particolarmente preziose le stoffe tarantine era la loro tintura con la porpora estratta dai murici, i molluschi marini conosciuti a Taranto come “coccioli”. Il loro uso per l’estrazione del colorante, che Plinio chiama rubra Tarentina, era talmente elevato che nei pressi del Mar Piccolo si era creata una collinetta di gusci: il Monte dei Coccioli. Altra preziosa sostanza estratta dal mare è il bisso, il filamento con il quale il più grande mollusco marino, la pinna nobilis, è ancorato sul fondo del mare. Questo ciuffo, una volta ripulito e pettinato, può essere utilizzato nella tessitura e, se reso lucente, brilla come l’oro alla luce del sole, dando vita a numerose leggende. “Il bisso marino e la porpora erano, per Taranto, due risorse naturali di straordinaria importanza”, afferma Francesco Meo, “perché attorno a esse era sviluppata una vera e propria attività economica. Il filamento del bisso diveniva dorato ed era usato per produrre piccoli oggetti e per decorare preziosi abiti. L’estrazione della porpora era talmente importante che Taranto era conosciuta in tutto il Mediterraneo per la produzione di una tonalità di colore, la rubra tarentina appunto, che prendeva proprio il nome dalla città. Conoscere il valore di queste materie prime è importante perché vuol dire riscoprire le tradizioni e l’economia della stessa Taranto in età antica”.

Taranto. Per i “Mercoledì del MArTA”, nell’ambito del ciclo “Taras e i doni del mare. Oltre la Mostra. Conversazioni sul mare e le sue risorse”, appuntamento on line con Francesco Sirano, direttore del parco archeologico di Ercolano, su “La spiaggia sepolta di Ercolano”, introdotto da Eva Degl’Innocenti direttrice del museo Archeologico nazionale

taranto_mercoledì-del-marta_la-spiaggia-sepolta-di-ercolano_sirano_locandinaNuovo appuntamento, mercoledì 1° giugno 2022, alle 18, con le conversazioni “Taras e i doni del mare. Oltre la mostra. Conversazioni sul mare e le sue risorse”. Francesco Sirano, direttore del parco archeologico di Ercolano, parlerà de “La spiaggia sepolta di Ercolano”. La conversazione, che sarà introdotta dalla direttrice del museo Archeologico nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti, e dai professori dell’università di Foggia, prof. Danilo Leone e prof.ssa Maria Turchiano, co-curatori della rassegna di conferenze “Taras e i doni del mare” si potrà seguire on line sulle pagine Facebook, YouTube e Linkedln del MArTA.

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Francesco Sirano, direttore del parco archeologico di Ercolano, vicino ai fornici dell’antica spiaggia di Ercolano dove sono stati trovati i resti dei fuggiaschi (foto Paerco)

L’antica spiaggia e il fronte mare di Herculaneum: ricerca, conservazione, fruizione nell’ambito di un progetto pubblico-privato. “Gli scavi condotti in quell’area”, spiega il direttore Francesco Sirano, “hanno dimostrato come l’estremo interesse storico-archeologico si estendeva anche a quello topografico e urbanistico dal momento che è stato posto in luce l’unico fronte a mare di una città romana quasi interamente conservato”. Le ricerche iniziate negli anni ’80 del secolo scorso hanno riportato alla luce un campione antropologico unico rappresentato da oltre 300 vittime dell’eruzione, in gran parte rifugiate all’interno di alcuni magazzini legati all’approdo. Dopo alcuni interventi negli anni ‘90 del 900, grazie al partenariato pubblico-privato con il Packard Humanities Institute (PHI), l’area è stata inserita all’interno di una strategia mirata a scavi, ricerche, conservazione e fruizione secondo approcci innovativi basati sulla multidisciplinarità degli interventi programmati. Nella primavera del 2021 sono ripresi i lavori in questo settore così importante dell’area archeologica, con un progetto complesso ed ambizioso che punta a ridisegnare e valorizzare l’antico litorale ercolanese, restituendolo ad una fruizione potenziata e ad una più immediata comprensione delle dinamiche insediative e di seppellimento del sito.

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Travi e legni carbonizzati circondano i resti dello scheletro del fuggiasco all’antica spiaggia di Ercolano (foto sirano / paerco)

Interessanti dati sono emersi dai primi lavori, con il rinvenimento di migliaia di reperti lignei, perlopiù appartenenti alle coperture degli edifici divelte e scaraventate sulla spiaggia dalla violenza dei flussi piroclastici del 79 d.C. Particolare interesse riveste il recupero dello scheletro di un uomo, il primo dopo le campagne di scavo degli anni ’80 e ‘90, trascinato in mare dalla forza dell’eruzione insieme ai suoi averi, conservati in una sacca di tessuto. La comunicazione illustrerà la ripresa delle indagini su questo settore così importante della città antica e nuovi dati dalla revisione degli scavi del secolo scorso.

Taranto. Per i “Mercoledì del MArTA”, nell’ambito del ciclo “Taras e i doni del mare. Oltre la Mostra. Conversazioni sul mare e le sue risorse”, appuntamento on line col prof. Francesco D’Andria (Accademia nazionale dei Lincei) su “Castrum Minervae. Il santuario sul mare”, introdotto da Eva Degl’Innocenti direttrice del museo Archeologico nazionale

taranto_mercoiledì-del-marta_castrum-minervae_d-andria_locandinaNuovo appuntamento del ciclo di conferenze “Taras e i doni del mare. Oltre la Mostra. Conversazioni sul mare e le sue risorse” inserito nei “Mercoledì del Marta” con il coordinamento scientifico della direttrice del museo Archeologico nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti, e dei professori Danilo Leone e Maria Turchiano dell’università di Foggia. Mercoledì 25 maggio 2022, alle 18, conferenza on line del prof. Francesco D’Andria, Accademia nazionale dei Lincei, professore emerito dell’università del Salento e direttore del museo Archeologico di Castro,  su “Castrum Minervae. Il santuario sul mare”. La conversazione, che sarà introdotta dalla direttrice Eva Degl’Innocenti e dal prof. Danilo Leone, sarà diffusa in diretta on-line sulle pagine Facebook, YouTube e Linkedln del MArTA.

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Lo scavo di Castrum Minervae a Castro, nel Leccese (foto MArTa)

La conferenza intende presentare i risultati di una delle più fortunate ricerche archeologiche realizzate in Puglia a partire dal 2000: quella appunto del Santuario di Atena affacciato sul mare di Castro, in provincia di Lecce. “Questa ricerca “, dice il prof. Francesco D’Andria, “ha permesso di identificare a Castro il Santuario di Atena, la dea che protegge i naviganti ed offre loro il dono di interpretare i venti e le correnti”. Posto sul promontorio iapigio, in posizione strategica, da un’altura sul porto, il santuario domina un tratto di mare, sul quale si affacciano i monti Cerauni della costa albanese e le isole di fronte a Corfù. “A questo celebre luogo di culto si riferisce il poeta Virgilio nell’Eneide”, continua il prof. D’Andria, “quando descrive il primo approdo di Enea in Italia, dopo un periglioso viaggio da Troia ormai distrutta dalle fiamme”. Gli scavi hanno riportato alla luce straordinarie opere della scultura antica, come la stessa statua di culto della dea che indossa l’elmo frigio ad indicare, come Enea, la sua origine troiana. A Castro era attiva, nel IV sec. a.C., una officina di scultori tarantini; le loro creazioni, insieme alle offerte votive, alla ceramica, alle iscrizioni attestano la presenza della città bimare lungo le coste del Salento, nel periodo della sua massima fioritura.

Taranto. Per i “Mercoledì del MArTA”, nell’ambito del ciclo di conferenze “Taras e i doni del mare. Oltre la Mostra. Conversazioni sul mare e le sue risorse”, appuntamento on line con Carmela Roscino (università di Bari) su “MareMiti. Scene mitologiche di ambientazione marina in Grecia e in Magna Grecia”, introdotto da Eva Degl’Innocenti direttrice del museo Archeologico nazionale

taranto_mercoledì-del-marta_maremiti_carmela-roscino_locandinaÈ il tempo dei Miti nel ciclo di conferenze “Taras e i doni del mare. Oltre la Mostra. Conversazioni sul mare e le sue risorse” inserito nei “Mercoledì del Marta” con il coordinamento scientifico della direttrice del museo Archeologico nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti, e dei professori Danilo Leone e Maria Turchiano dell’università di Foggia. Il ciclo di incontri è offerto al pubblico dal progetto FISH&C.H.I.P.S. (Fisheries and Cultural Heritage, Identity, Participated Societies), realizzato grazie al Programma Interreg V-A Greece-Italy. Mercoledì 18 maggio 2022, alle 18, in diretta su Facebook, YouTube e Linkedin del museo Archeologico nazionale di Taranto, conferenza della prof.ssa Carmela Roscino , professore associato di Archeologia e storia dell’arte greca, Storia dell’archeologia e Iconografia e iconologia del mondo classico dell’università di Bari “Aldo Moro”, su di “MareMiti. Scene mitologiche di ambientazione marina in Grecia e in Magna Grecia”. La conversazione sarà introdotta dalla direttrice del museo Archeologico nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti, e dai professori Danilo Leone e Maria Turchiano dell’Università di Foggia.

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Vaso a figure nere, conservato al museo Archeologico nazionale di Taranto, con scene di miti legati al mare (foto MArTa)

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La prof.ssa Carmela Roscino (università di Bari)

“Nell’immaginario mitico della Grecia antica, il mare non è semplicemente il medium liquido della comunicazione tra terre lontane, ma paesaggio del mistero, dell’ignoto e del sogno, mondo parallelo popolato da esseri divini e mostruosi, spazio di imprese eroiche avventurose, sede dell’incredibile che si avvera, luogo simbolico di vita, morte e rinascita”, afferma la prof.ssa Carmela Roscino. “Tutto ciò è raccontato nelle storie archetipiche di dei ed eroi e trasposto in immagini nell’immenso repertorio dell’arte figurativa ellenica. Nel corso della nostra conversazione, entreremo insieme in questo mondo straordinario e affascinante prendendo le mosse da alcuni dei più significativi materiali conservati al MArTA”. E la direttrice Eva Degl’Innocenti: “Alcuni esemplari di ceramica conservati nel Museo Archeologico Nazionale di Taranto ci consentiranno di compiere questo viaggio nel tempo e nel mito attraverso le storie di Eracle e Giasone, Europa e Andromeda, tra l’avventura e il mistero, racconti d’amore e morte attorno al mare, alla scoperta dei mille significati rivestiti dal mare per l’osservatore antico”.

Taranto. Al via il nuovo ciclo di conferenze dei “Mercoledì del MArtA” che da maggio a luglio saranno dedicati al mare e alle sue risorse a corollario della mostra “Taras e i doni del mare”. Si inizia con Ester Cecere su “L’Istituto Talassografico di Taranto: più di cento anni di ricerche sul mare”

taranto_archeologico_vaso-con-scena-di-mare_foto-MArTaConversazioni sul mare e le sue risorse: sono i temi scelti per i “Mercoledì del MArTa” che da maggio a luglio saranno proposti on line dal museo Archeologico nazionale di Taranto. “Cras ingens iterabimus aequor”, ovvero “Domani torneremo a navigare l’immenso mare”, diceva il celebre poeta Quinto Orazio Flacco. Ed è quel ritorno al contesto socio-culturale del mare, del passato e del presente, degli scambi commerciali e culturali e delle attività di pesca ad aver ispirato le Conversazioni inserite nel programma Interreg V-A Greece-Italy del progetto FISH & C.H.I.P.S. (Fisheries and Cultural Heritage, Identity, Participated Societies) che dopo le attività di ricerca e studio, i laboratori, le mappe di comunità, i quaderni didattici, è ora protagonista della mostra figitale “Taras e i doni del mare” e dei nove appuntamenti di approfondimento scientifico. Mentre la mostra si muove a metà tra il fisico (le vetrine del MArTA caratterizzate dalla grafica di alcuni pesci, ndr) e il digitale (l’APP “Taras’ Gift”), le conversazioni scientifiche saranno tutte on-line con l’intento preciso di poter raccontare il “Mare Nostrum” a tutti. È da queste premesse che è nata la rassegna “Taras e i doni del mare. Oltre la mostra. Conversazioni sul mare e le sue risorse”, con il coordinamento scientifico di Eva Degl’Innocenti, direttrice del museo Archeologico nazionale di Taranto, e dei professori Danilo Leone e Maria Turchiano, docenti dell’università di Foggia. Si inizia l’11 maggio e si termina il 13 luglio 2022 inserendosi nelle conversazioni del “Mercoledì del MArTA”, diventato ormai appuntamento tradizionale di approfondimento e conoscenza del Museo tarantino. Ecco il programma del ciclo di conferenze “Taras e i doni del mare. Oltre la mostra. Conversazioni sul mare e le sue risorse”. Mercoledì 11 maggio, ore 18: “L’Istituto Talassografico di Taranto: più di cento anni di ricerche sul mare” con Ester Cecere (Istituto Sperimentale Talassografico “A.Cerruti”); mercoledì 18 maggio, ore 18: “MareMiti. Scene mitologiche di ambientazione marina in Grecia e in Magna Grecia” con Carmela Roscino (università “Aldo Moro” di Bari); mercoledì 25 maggio, ore 18: “Castrum Minervae. Il santuario sul mare” con Francesco D’Andria (Accademia nazionale dei Lincei); mercoledì 1° giugno, ore 18: “L’Antica Spiaggia e il fronte a mare di Herculaneum: ricerca, conservazione, fruizione nell’ambito di un progetto pubblico-privato” con Francesco Sirano (parco archeologico di Ercolano); mercoledì 8 giugno, ore 18: “Le cetariae ellenistiche e romane in Sicilia” con Daniele Malfitana (università di Catania) e Darío Bernal-Casasola (universidad de Cádiz); mercoledì 15 giugno, ore 18: “Vivere sul mare in età romana. La villa delle grotte all’isola d’Elba” con Franco Cambi (università di Siena), Laura Pagliantini (università di Siena) ed Edoardo Vanni (ricercatore indipendente); mercoledì 22 giugno, ore 18: “I doni di Taras. Bisso e porpora” con Francesco Meo (università del Salento); mercoledì 6 luglio, ore 18: “Il mare di Reggio” con Carmelo Malacrino (museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria); mercoledì 13 luglio, ore 18: “Navigando sui muri. I graffiti navali del Salento” con Angelo Cossa (archeologo subacqueo).

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Molluschicoltura nelle acque di Taranto (foto MArTa)

Il ciclo di conferenze “Taras e i doni del mare. Oltre la mostra. Conversazioni sul mare e le sue risorse” inizia dunque mercoledì 11 maggio 2022, alle 18, con una conversazione on-line sul Talassografico di Taranto, partendo proprio dal cuore di Taranto e da una delle istituzioni scientifiche più antiche di Puglia: l’Istituto Talassografico intitolato ad Attilio Cerruti, fondatore nel novembre nel 1913 dell’antico Ispettorato Tecnico per la molluschicoltura. È il primo dei nove appuntamenti che in diretta on-line, sui profili Facebook, Youtube e Linkedln del MArTA, ci condurranno nel viaggio verso il “Mare Nostrum”, all’interno del progetto FISH&C.H.I.P.S. (Fisheries and Cultural Heritage, Identity, Participated Societies) – finanziato nell’ambito del programma Interreg V-A Greece-Italy – con il coordinamento scientifico della direttrice del museo Archeologico nazionale di Taranto, Eva Degl’Innocenti, e dei professori Danilo Leone e Maria Turchiano dell’università di Foggia. A relazionare in questo primo appuntamento sarà la dott.ssa Ester Cecere, ricercatrice dell’Istituto Sperimentale Talassografico “A. Cerruti” di Taranto, sul tema “L’Istituto Talassografico di Taranto: più di cento anni di ricerche sul mare”. “Dopo un breve excursus sull’attività dell’Istituto Talassografico nella prima metà del secolo scorso, la presentazione verterà sugli studi effettuati negli ultimi quarant’anni”, afferma Cecere. “L’istituto, infatti, nel tempo è divenuto multidisciplinare e si occupa di biologia, ecologia, microbiologia e chimica marine nonché di sostenibilità ambientale dell’acquacoltura e di economia circolare. In quasi 110 anni di ricerche, il suo contributo per la salvaguardia dei mari di Taranto e delle sue storiche attività produttive è stato di fondamentale importanza per la città come lo è oggi quello volto all’individuazione di nuove attività produttive e alla loro sostenibilità”. La conversazione ci condurrà sino all’interno dello storico edificio, sulle rive del primo seno del Mar Piccolo, che dal 1928 ospita l’importante istituto ora sede secondaria dell’Istituto per la Ricerca sulle Acque (IRSA).

Taranto. Per i “Mercoledì del MArTA”, secondo appuntamento con il progetto FISH. & C.H.I.P.S: presentazione live al museo Archeologico nazionale di Taranto del documentario “Ionio. A Dialogue between two seas” di Lorenzo Scaraggi con Nicolò Carnimeo

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Il video documentario “Ionio. A dialogue between two seas” di Lorenzo Scaraggi (foto MArTa)

Una breve ma intensa narrazione tra solchi delle mani e banchine dei porti, imbarcazioni, lingue e suoni, rimandi storici e memorie dei luoghi. È presentato così il documentario “Ionio. A Dialogue between two seas”, realizzato dallo sceneggiatore e regista Lorenzo Scaraggi e con la cura dello sceneggiatore e protagonista, il prof. Nicolò Carnimeo, nell’ambito della rassegna FISH. & C.H.I.P.S. finanziato dal Programma di Cooperazione Transfontraliera Interreg V-A Grecia-Italia 2014-2020. Il video documentario sarà presentato ufficialmente all’interno del museo Archeologico nazionale di Taranto, il 16 giugno 2021, in una diretta live alle 18 sulle pagine Facebook e YouTube del MArTA. Il docufilm sarà presentato dalla direttrice del MArTA, Eva Degl’Innocenti, dall’assessore alla Cultura, Tutela e sviluppo delle imprese culturali, Turismo, Sviluppo e Impresa turistica della Regione Puglia Massimo Bray, dall’assessore a Cultura e Sport del Comune di Taranto Fabiano Marti; dal coordinatore del progetto FISH. & C.H.I.P.S. e docente dell’università di Foggia prof. Danilo Leone, dal coordinatore del segretariato congiunto Programma Interreg V-Greece-Italy Gianfranco Gadaleta; dalla prof.ssa Maria Turchiano (università di Foggia), dal prof. Kostas Sbonias (Ionian University) e da Diamanto Rigakou (Ephorate Corfù). “Il docufilm”, spiegano dalla produzione, “nasce con l’obiettivo di far dialogare due mari, due città: Taranto e Corfù. Due punti di attracco che per secoli hanno visto partire e approdare marinai, mercanti, guerrieri, filosofi, artisti e sognatori”. E la direttrice del MArTA Eva Degl’Innocenti: “È un racconto visivo fatto di narrazioni diverse, in lingue diverse che parlano, però, lo stesso linguaggio: quello del mare e della storia”.

Al museo Archeologico nazionale si è parlato di “Taranto e le risorse del mare”, prima conferenza del progetto FISH. & C.H.I.P.S, Il mare come valore identitario ed esperienziale da non perdere

Tutta la storia di Taranto è legata al mare: tema approfondito dal progetto FISH. & C.H.I.P.S. (Fisheries and Cultural Heritage, Identity and Participated Societies) che ha coinvolto anche il museo Archeologico nazionale di Taranto (foto MArTA)

Tutta la storia di Taranto è legata al mare. Dal mare arrivano, nel corso della storia del territorio, cultura, popoli, progresso, invenzioni, biodiversità, pratiche sociali e religiose, sviluppo e il talento di trarre dal mare i propri mezzi di sostentamento. E proprio al mare come valore identitario ed esperienziale da non perdere si è ricolto il progetto FISH. & C.H.I.P.S. (Fisheries and Cultural Heritage Identity and Participated Societies) tra Taranto e Corfù, realizzato nell’ambito del programma Interreg V/A Grecia-Italia 2014-2020 dall’università di Foggia (capofila), dalla Regione Puglia, da Confcommercio Taranto e dal museo Archeologico nazionale di Taranto, in collaborazione con l’Istituto Talassografico CNR, l’associazione Maremosso, il Teatro Le Forche, l’associazione I Cavalieri de le Terre Tarentine e il GAL Luoghi del Mito e delle Gravine, per l’Italia, e dall’università Ionia di Corfù, dall’Eforeia di Corfù (ministero della Cultura) e dalla comunità dei pescatori di Petriti, per la Grecia. Il progetto si è incentrato su uno studio globale e multi-interdisciplinare delle attività produttive legate al mare e/o che gravitavano intorno ad esso, analizzando il ruolo dello sfruttamento del mare nelle economie locali, regionali e mediterranee e la loro struttura sociale e organizzativa nella lunga durata, a partire dall’archeologia, e identificando e valorizzando gli aspetti identitari delle comunità costiere in relazione alla “memoria storica” del territorio (variazioni nel tempo dell’identità sociale dei pescatori). Il progetto ha valorizzato la tradizione e il grande patrimonio di esperienze nell’ambito della pesca e della mitilicoltura, creando intorno alla storia da recuperare nelle due aree del Mediterraneo oggetto del progetto, ovvero Taranto e Corfù, un asse di interventi conservativi e di valorizzazione dei beni culturali materiali e immateriali del patrimonio costiero e marino dell’Adriatico e dello Ionio.

Fin dall’antichità il mare ha rappresentato per Taranto una risorsa (foto MArTA)

“Il progetto FISH. & C.H.I.P.S., concepito nell’ambito Programma Interreg V-A Grecia-Italia 2014-2020 è nato per contribuire a ristabilire un rapporto tra Taranto e il mare, rarefattosi, se non del tutto annullatosi, negli ultimi decenni”, dichiara il prof. Danilo Leone, coordinatore scientifico del progetto. “Con l’aiuto delle comunità di pescatori pugliesi e greche, in questi tre anni abbiamo cercato di dare spessore storico e culturale a una pratica di lunga durata, di recente provata dalla crisi, e di avviare un processo di sviluppo sostenibile dei due territori, valorizzando il patrimonio culturale, materiale e immateriale, costiero e marino, e restituire agli stessi integrità e valore. In questi mesi siamo saliti sulle barche dei pescatori, abbiamo vissuto accanto a loro, registrando le singole azioni, gli strumenti, i racconti, le esperienze. Questa rassegna intende restituire alla comunità il racconto di questi viaggi, le tante storie delle acque di Taranto, storie di resilienza, di resistenza, di lavoro, di viaggio, di commercio”.

La conferenza introduttiva della rassegna FISH. & C.H.I.P.S. che si è tenuta on-line mercoledì 9 giugno 2021 racconta questo percorso. Relatori dell’appuntamento il prof. Danilo Leone, la prof.ssa Maria Turchiano e il prof. Giuliano De Felice, docenti dell’università di Foggia, introdotti dagli interventi della direttrice del MArTA, Eva Degl’Innocenti, dell’assessore allo sviluppo economico e turismo del Comune di Taranto Fabrizio Manzulli e del direttore del dipartimento di studi umanistici dell’università di Foggia prof. Sebastiano Valerio. Una storia legata in realtà ai due mari, il mar Piccolo e il mar Grande, e alle loro risorse che da sempre, fino a tempi recenti, hanno costituito la base dell’economia e uno degli elementi identitari della città di Taranto. Non è un caso che Aristotele, in un passo della Politica, parli proprio di Taras, insieme a Bisanzio, come esempio di una polis il cui demos era prevalentemente costituito da pescatori. La strategica posizione e la favorevole conformazione geografica di Taranto furono sin dalla Preistoria alla base della fiorente economia del pescato. I porti di età greca e romana, che videro sbarcare le flotte di Silla, Cesare e Ottaviano, hanno lasciato poche tracce, ma sono noti attraverso le descrizioni di Strabone, Plutarco, Procopio di Cesarea e altri autori. Questo storico e imprescindibile rapporto con il mare si era rarefatto negli ultimi decenni, quasi trasformando quella che è sempre stata città di mare, in una città sul mare. Per chi avesse piacere di seguire (o rivedere) la conferenza del 9 giugno, ecco il link della diretta:

Taranto. Per i “Mercoledì del MArTA”, appuntamento on line con gli archeologi subacquei Danilo Leone e Maria Turchiano su “Archeologia subacquea in Albania: porti, approdi e rotte commerciali”

La locandina della conferenza di Danilo Leone e Maria Turchiano su “Archeologia subacquea in Albania”

All’archeologia subacquea, uno dei settori di ricerca più importanti per un paese, come l’Italia, circondato dal mare e per l’esame di quelle rotte che videro proprio Taranto e il suo porto tra le mete più interessanti nelle tratte tra Oriente e Occidente, è dedicato il nuovo appuntamento on line dei “Mercoledì del MArTA” promosso dal museo Archeologico Nazionale di Taranto: “Archeologia subacquea in Albania: porti, approdi e rotte commerciali”, focus su un territorio per certi aspetti inesplorato come l’Adriatico della vicina Albania. A parlarne in diretta mercoledì 10 febbraio 2021, alle 18, insieme alla direttrice del museo di Taranto, Eva Degl’Innocenti, saranno i professori dell’università di Foggia Danilo Leone e Maria Turchiano che dal 2007, in qualità di condirettori, seguono il Progetto Internazionale di ricerche archeologiche subacquee Liburna. All’incontro porterà il suo saluto Barbara Davidde, la dirigente di fresca nomina della soprintendenza nazionale per il Patrimonio culturale subacqueo che ha sede proprio a Taranto. La video conferenza sarà trasmessa in diretta sui canali Facebook e YouTube del MArTA.

Ricerche di archeologia subacquea nell’ambito del Progetto Liburna (foto unifg)

Negli ultimi decenni, si è registrato un rinnovato interesse per lo studio dell’Adriatico, analizzato sempre più come sistema complesso, grazie alla convergenza di una serie di ricerche di carattere storico, archeologico, antropologico, economico e politico. L’oggetto storiografico di alcuni di questi studi è il mare a partire dai suoi paesaggi costieri, dalle sue rotte, dalla circolazione di merci, persone e idee, dalle stratificazioni delle sue civiltà. L’archeologia subacquea ha contribuito a rivelare alcuni aspetti di questo mare stretto e lungo, caratterizzato da sempre da traffici molto intensi e solcato sia da navi di grandi dimensioni, sia da imbarcazioni per il medio e piccolo cabotaggio. Ed è proprio in questo scenario che è maturato il progetto di ricerche Liburna sui paesaggi costieri e subacquei dell’Albania, nato dall’esigenza di indagare contesti di straordinaria importanza quasi del tutto inesplorati, e coordinato dall’università di Foggia, promosso dalla Regione Puglia, dal ministero per gli Affari Esteri, dal ministero della Cultura albanese, dall’Istituto nazionale Archeologico dell’Accademia delle Scienze e dall’università di Tirana, e sostenuto dall’Agenzia per il patrimonio culturale Euromediterraneo, dalla Guardia di Finanza, dalla Marina Militare albanese e da Asso Onlus.

Reperti portati in superficie nelle ricerche di archeologia subacquea del Progetto Liburna (foto unifg)
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L’archeologo Danilo Leone dell’università di Foggia

Gli studiosi Danilo Leone e Maria Turchiano spiegano che si tratta di un terreno di esplorazione tutto ancora da svelare perché il divieto delle attività subacquee imposto dall’ex regime comunista aveva impedito lo sviluppo di ricerche sistematiche e di strutture logistiche di supporto a queste attività. Al momento dell’avvio delle indagini si avevano limitate indicazioni su relitti antichi e su siti sommersi, ad eccezione di alcune notizie su rinvenimenti isolati, in particolare anfore e ancore, conservati in vari musei albanesi. Il Progetto Liburna si è sviluppato nel corso di quattro campagne di ricognizione con due principali obiettivi: l’elaborazione di una carta archeologica del litorale albanese, con l’indagine di alcuni siti di particolare interesse, e la realizzazione di attività mirate alla formazione professionale e alla tutela e valorizzazione del patrimonio sommerso.