Archivio tag | Margherita Corrado

Napoli. A Palazzo Serra di Cassano presentazione del libro “Aspettando la ricostituzione del Museo Torlonia. Quando abbiamo rischiato che i marmi finissero al J. Paul Getty Museum e come sono scivolati nel turbine delle mostre-evento internazionali” di Margherita Corrado (edizioni Scienze e Lettere)

napoli_presentazione-libro-aspettando-la-ricostituzione-del-Museo-Torlonia_margherita-corrado_locandinaFresco di stampa, il libro “Aspettando la ricostituzione del Museo Torlonia. Quando abbiamo rischiato che i marmi finissero al J. Paul Getty Museum e come sono scivolati nel turbine delle mostre-evento internazionali” di Margherita Corrado (edizioni Scienze e Lettere), viene presentato venerdì 20 settembre 2024, alle 17, a Napoli, Palazzo Serra di Cassano, in via Monte di Dio, sede della Galleria Borbonica, per iniziativa dell’istituto italiano per gli Studi filosofici con il patrocinio morale della Nuova Accademia Araldica “Giovanni Battista di Crollalanza”. Intervengono, con l’autrice, Demetrio Baffa Trasci Amalfitani di Crucoli e lo storico dell’arte Pasquale Greco. Il libro è articolato in due capitoli. Nel primo (Gli antefatti, XIX e XX sec.), si affrontano “I primi cento anni” e “I Torlonia a processo per lo smantellamento del museo e il ruolo di Antonio Cederna”; nel secondo (L’accordo pubblico-privato e le vicende successive, XXI sec.), si parla de “La grande magia e il suo (parziale) smascheramento”, “Fase 1. Il naufragio del sogno degli Aboutaam: 15 maggio 2015”, “Fasi 1-2. I fratelli Aboutaam Fase 3. L’accordo MiBACT – Torlonia del 15 marzo 2016”, “Fase 4. I presunti accordi MiBACT – Torlonia post 15 marzo 2016 e lo stato dell’arte”, “2020-2024: la pandemia fa saltare i piani ma solo temporaneamente”.

Roma. Per il ciclo di conferenze “The Clash. Libri e discussioni sul Patrimonio Culturale” dell’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte (INASA) presentazione del libro “Archeologia e potere. L’altra faccia della propaganda. Dialoghi intorno alla catastrofe pompeiana (2014-2020 d.C.)” a cura di Helga Di Giuseppe

roma_inasa_the-clash_libro-archeologia-e-potere_presentazione_locandinaAll’Istituto nazionale di Archeologia e Storia dell’arte (INASA) di Roma nuovo incontro del ciclo “The Clash 2024”, discussioni sul Patrimonio culturale. Appuntamento martedì 21 maggio 2024, alle 16.30, nella sede dell’INASA, in piazza San Marco 49 a Roma, per la presentazione del libro “Archeologia e potere. L’altra faccia della propaganda. Dialoghi intorno alla catastrofe pompeiana (2014-2020 d.C.)” a cura di Helga Di Giuseppe. Gino Famiglietti e Maria Luisa Nava dialogano con gli autori Margherita Corrado, Manlio Lilli, Carlo Pavolini, Luigi Malnati, Rita Paris, Carmelina Ariosto, Alessio De Cristofaro, Mariella Vitale, Gemma Guerrini, Marco Di Branco, Filippo Coarelli, Marina De Franceschini, Helga Di Giuseppe. Modera Massimo Pomponi. L’incontro può essere seguito in streaming sulla piattaforma Zoom al link https://us02web.zoom.us/j/82005228436… ID riunione: 820 0522 8436 Codice d’accesso: 729513.

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Copertina del libro “Archeologia e potere” a cura di Helga Di Giuseppe

Archeologia e potere. “Un’immersione perigliosa nella Grande Bellezza tra commedia dell’arte, cavalieri sanza armatura, sanza paura, sanza calzari, sanza denari, resistenze, sconfitte, messe al bando, codici bavaglio, estorsioni, cacciate dal paradiso, pizze e altre prossimità, propaganda mediatica e politica, albizucche e zucocche, sonni che generano mostre. Vi condurremo in un vero e proprio girone dantesco dei beni culturali, ricco di sorprese e colpi di scena. Il pianto e il riso sono assicurati … ancora una volta!”.

 

Roma. Due appuntamenti al Drugstore Museum: presentazione del libro “Roma. Villa di Livia a Prima Porta. Dieci anni di indagini (2002-2012)” e visita di tre ipogei sepolcrali “privati”

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Ambienti della Necropoli Portuense al Drugstore Museum a Roma (foto ssabap-roma)

Il Drugstore Museum di via Portuense 317 sta per riaprire le porte con una nuova stagione di iniziative all’insegna della cultura e della condivisione. In cantiere una nuova grande mostra che prosegue il percorso inaugurato con l’arte contemporanea del Virus Group, con l’archeologia con Tre Storie dalla via Campana e che proseguirà in autunno con un progetto legato alla Poesia come Patrimonio immateriale. In attesa della riapertura ufficiale del Drugstore Museum, si terranno venerdì 15 e sabato 16 settembre 2023 due eventi da non perdere. Tutti gli appuntamenti sono come sempre gratuiti a ingresso libero fino ad esaurimento posti. Per contribuire alle attività del Circuito Necropoli Portuense – Drugstore Museum è possibile fare una donazione liberale tramite Art Bonus https://bit.ly/33Tac4N.

libro_roma-villa-di-livia-a-prima-porta_dieci-anni-di-indagini_copertina-locandinaVenerdì 15 settembre 2023, alle 17.30, appuntamento con la presentazione del volume di Matilde Carrara, “Roma. Villa di Livia a Prima Porta. Dieci anni di indagini (2002-2012)” che raccoglie i contributi di Alessandro Bozzetti, Allan Klynne, Ivan Di Stefano Manzella, Gemma Jansen, Hubertus Manderscheid, Alberto Mazzoleni, Cristiano Russo e con la prefazione di Adriano La Regina. Il volume affronta le ricerche archeologiche nella Villa di Livia a Prima Porta condotte dalla soprintendenza speciale di Roma tra il 2000 e il 2012 e ne parleranno insieme all’autrice Margherita Corrado e Angelina De Laurenzi.

roma_drugstore-museum_roma-sotterranea_ipogei-sepolcrali_locandinaSabato 16 settembre 2023, alle 11, tornano gli appuntamenti con Roma sotterranea a cura di Carlo Pavia che condurrà il pubblico alla scoperta degli ipogei sepolcrali. La Roma sotterranea è ricchissima di ambienti sepolcrali praticamente sconosciuti. Si tratta di perle artistiche rarissime ma il loro accesso può andare da un tombino su marciapiede a una botola su strada se non addirittura una porticina in cantina. Stavolta Carlo Pavia porterà alla scoperta di tre ipogei privati straordinari.

Mercato illegale. Il Getty Museum di Los Angeles sarebbe pronto a restituire a settembre l’eccezionale gruppo scultoreo “Orfeo e le Sirene”, di provenienza tarantina, richiesto da oltre vent’anni. E il museo Archeologico nazionale di Taranto è pronto ad accoglierle

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“Orfeo e le Sirene”, il gruppo scultoreo magnogreco del IV sec. a.C. esposto nelle sale del Getty Museum di Los Angeles (foto MArTa)

Il museo Archeologico nazionale di Taranto è pronto ad ospitare “Orfeo e le Sirene”, il gruppo scultoreo del IV secolo a.C. conservato al Getty Museum di Los Angeles che, se l’anticipazione di ieri del “Los Angeles Times” è corretta, sta per essere recuperato al patrimonio nazionale e a settembre 2022 dovrebbe essere restituito all’Italia, dove in un primo tempo verranno esposte nel museo dell’Arte Salvata. Il gruppo in terracotta policroma è costituito dal giovane Orfeo, seduto, intento a suonare la cetra, e due Sirene stanti, una delle quali musicante anch’essa: una possibile traduzione della sfida che oppose lo straordinario cantore alle creature mitologiche dal busto umano e corpo d’uccello, che, allocate alle porte dell’Ade, nell’immaginario classico univano il suono dei loro strumenti e il loro canto a quello dei parenti dei defunti, accompagnandone la discesa agli inferi.

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Orfeo che suona la cetra, statua parte del gruppo scultoreo del IV sec. a.C. conservato al Getty Museum di Los Angeles (foto mic)

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Dettaglio del trono su cui siede Orfeo del gruppo scultoreo del IV sec. a.C. conservato al Getty Museum di Los Angeles (foto mic)

Le statue, veri e propri capolavori del IV secolo a.C., costituiscono un gruppo scultoreo di figure in terracotta a grandezza naturale e proverrebbero proprio dall’area tarantina a cui lo stesso Getty aveva già restituito negli anni scorsi antichi manufatti ceramici di produzione apula esposti poi al MArTA nella mostra “Mitomania” nell’aprile del 2019. “Quando un patrimonio di così inestimabile valore torna in patria è una grande conquista civica e morale, non soltanto per l’eredità culturale che rappresenta, ma anche per la vittoria del senso della legalità e del rapporto con i territori come ci insegna la stessa Convenzione di Faro”, commenta così la direttrice del museo Eva Degl’Innocenti che aggiunge: “Sarebbe pertanto auspicabile che Orfeo e le Sirene tornassero a casa e potessero entrare a far parte dell’esposizione permanente del MArTA. Dopo l’esposizione romana, dunque, il MArTA sarebbe pronto ad ospitare il gruppo di figure in terracotta, anche in virtù del progetto in corso di nuovo allestimento espositivo che consentirebbe al gruppo scultoreo di poter recuperare il proprio contesto identitario”.

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Il gruppo scultoreo del IV sec. a.C. di Orfeo e le Sirene dovrebbe rientrare in Italia a settembre 2022 (foto mic)

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Una Sirena del gruppo scultoreo del IV sec. a.C. conservato al Getty Museum di Los Angeles (foto mic)

“A luglio 2020, eccezionalmente (poiché la percentuale di risposta del MiC alle mie interrogazioni è inferiore al 10%)”, ricorda la senatrice Margherita Corrado della commissione Beni culturali, “il ministro Franceschini sostenne che la rivendicazione dei tre manufatti esposti nel J.P. Getty Museum di Los Angeles, asseritamente acquistati nel 1976 (prima, cioè, che gli Stati Uniti ratificassero, nel 1983, la Convenzione UNESCO di Parigi del 1970), era scientemente rallentata in attesa di sciogliere il nodo di altre quattro restituzioni attese dallo stesso museo, al fine di onorare i principi di leale e reciproca collaborazione ai quali gli accordi bi- e multi-laterali si ispirano. Principi che, come commentai allora, sembrano valere solo per gli italiani. In realtà, la provenienza del gruppo scultoreo ‘tarantino’ dal mercato illegale dell’arte è certa, com’è certa la sua esportazione illecita dopo il recupero, anch’esso clandestino, in un sito ignoto della Magna Grecia. Lo attestano le polaroid che un famigerato spoliatore di siti archeologici inserì nel suo catalogo di proposte ai potenziali acquirenti, mostrate al pubblico anche in una puntata memorabile della trasmissione “Petrolio – Ladri di bellezza” andata in onda a dicembre 2018. La richiesta di restituzione di quell’opera di straordinaria fattura ed eccezionale stato di conservazione – continua la senatrice – pende, perciò, da oltre vent’anni: era già parte dei 52 capolavori richiesti al Getty Museum dall’inizio degli anni 2000, poi scesi a 46. Nel 2006 fu deciso il rientro di 26 reperti, mentre alcuni dei 20 rimasti sono tornati in Italia a partire dal 2007 ma il museo californiano ha sempre opposto particolare resistenza a rilasciare il gruppo tarantino, conscio della sua unicità. Ora, finalmente, sembra prossimo il momento in cui il museo statunitense – a settembre, secondo il “Los Angeles Times” – restituirà a Roma il ‘maltolto’, così proseguendo la lenta opera di ripulitura della propria reputazione di museo troppo spesso disattento ai principi etici cui dichiara di ispirarsi. Ma aspettiamo il Getty Museum alla ‘prova’ dell’Atleta di Fano…”.