Siena. All’auditorium Santa Chiara Lab la conferenza “La gestione museale tra piani strategici e gaming: l’esperienza del MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli” con Giulierini, Solima e Viola

L’esperienza del museo Archeologico nazionale di Napoli e le tematiche legate alla gestione del museo: se ne parla mercoledì 5 giugno 2024, alle 16, all’auditorium Santa Chiara Lab in via Valdimontone 1 a Siena, nella conferenza “La gestione museale tra piani strategici e gaming: l’esperienza del MANN Museo Archeologico Nazionale di Napoli” promossa dal dipartimento di Scienze storiche e dei Beni culturali dell’università di Siena che, in qualità di Dipartimento di Eccellenza 2023-2027, sta promuovendo un percorso focalizzato sui temi della sostenibilità culturale, anche attraverso il digitale, con la collaborazione del Santa Chiara Lab, delle Scuole di specializzazione in Beni storico-artistici e in Beni archeologici, del dottorato in Storia dell’Arte UNISI-UNISTRASI, ma anche del DISPOC – dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive, del DISAG – dipartimento di Studi aziendali e giuridici, del DFCLAM – dipartimento di Filologia e Critica delle Letterature. La conferenza è inoltre patrocinata da ICOM Italia attraverso il Coordinamento Toscano, dalla Regione Toscana, dalla Fondazione Musei Senesi e dall’Ordine degli Architetti di Siena. L’ingresso è libero ma è consigliata la prenotazione online (ISCRIZIONI APERTE).

Museo Archeologico nazionale di Napoli: da sinistra, Fabio Viola, Paolo Giulierini, Ludovico Solima (foto mann)
Intervengono: Paolo Giulierini, già direttore del MANN di Napoli; Ludovico Solima, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese, Università della Campania “Luigi Vanvitelli”; Fabio Viola, curatore del museo nazionale del Cinema di Torino e fondatore del collettivo TuoMuseo. Modera: Elisa Bruttini, università di Siena; ICOM Toscana. Successivamente, dalle 18 alle 19, sarà possibile visitare il FabLab dell’università di Siena e visionare i prototipi del progetto europeo “Beaucoup” per la fruizione ludica del patrimonio culturale a persone con disabilità.
Napoli. Il direttore Giulierini traccia un bilancio del suo mandato nel libro “Otto anni alla guida del Mann”: nella conversazione con Ludovico Solima esce la potenzialità del suo progetto visionario. E con l’arrivo del secondo frammento dell’iscrizione del tempio dei Dioscuri, annuncia la sezione Neapolis, da fine 2024. Lettera di Zuchtriegel

Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli, nelle sale che ospiteranno la sezione Vascolare e il Tesoro della Legalità del Mann (foto mann)

Copertina del libro “Otto anni alla guida del Mann”: una conversazione tra Paolo Giulierini e Ludovico Solima (Arte’m edizioni)
“Quello che non sono riuscito a fare è completare quello che avevamo dichiarato, ci troveremo a uno spartiacque in cui avremo realizzato l’80%, o forse un po’ di più, mentre il restante è in corso, ed è progettato. Chiaramente avrei voluto completare tutto, ma forse è proprio l’idea di completare un progetto di museo che è semplicemente impossibile. Quello che non mi sarei mai aspettato, e lo dico a rischio di essere banale, è l’abbraccio della città. E credo che questo sia l’unico, vero, senso di questi otto anni”. Paolo Giulierini chiude così, con queste parole, la lunga conversazione con Ludovico Solima raccolta nel libro “Otto anni alla guida del Mann” a cura di Serena Venditto, un’ottantina di pagine, corredate da splendide immagini di Luigi Spina, Valentina Cosentino e Claudia Pescatori, in cui il professore di Economia e Gestione delle Imprese e professore ordinario di Management delle Imprese Culturali all’università della Campania “Luigi Vanvitelli”, che collabora con il direttore del Mann fino dal suo arrivo a Napoli nel 2015 dalla piccola Cortona, fa raccontare a Giulierini la sua esperienza. Ne esce un quadro esemplare di come un direttore visionario abbia saputo trasformare un museo straordinario per ricchezza di reperti e storia, ma chiuso in se stesso, avulso dalla città prima ancora che dal mondo, quasi addormentato se non ammuffito, in una macchina culturale che dialoga con Napoli e il mondo, punto di riferimento per studiosi e appassionati, ma anche per non addetti ai lavori che nel grande palazzo borbonico trovano stimoli e risposte in un dialogo costante tra antico e contemporaneità, tra oggetti e persone, tra palazzo e periferia.

Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli, e Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Pompei (foto proloco pompei today)
Un libro tutto da leggere per capire cosa significa museo nel XXI secolo. Come ha ben sottolineato Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Pompei, che non era presente fisicamente alla presentazione del libro-bilancio di Giulierini l’altro giorno al Mann, ma lo è stato con una lettera aperta al “Caro Paolo”: “Avrei voluto essere con te oggi, ma purtroppo non è stato possibile. Dunque ecco una mia lettera per una giornata che rimarrà alla storia del Museo. Ricordo una serata di otto anni fa, durante la Borsa del turismo archeologico a Paestum. Eravamo appena stati nominati. Avevamo cominciato a entrare nel vivo del nostro compito di trasformare dei luoghi bellissimi, ma lontani dall’esprimere la loro immensa potenzialità, in istituzioni museali aperte, dinamiche e propulsive. Oggi forse non tutti ricordano da dove siamo partiti. Al museo di Paestum pioveva dentro le sale. Il Mann era un luogo senza legami con la città, con molte sezioni chiuse. Eravamo forse un po’ spaventati davanti all’enormità della sfida. Ma anche molto entusiasti e con una gran voglia di metterci in gioco. Oggi ti voglio fare i complimenti per due motivi. Uno, perché hai vinto la sfida. Insieme ai tuoi collaboratori e collaboratrici, hai trasformato il tuo museo. Due, non hai mai perso quell’entusiasmo iniziale, nonostante le difficoltà che c’erano, eccome. Grazie per tutto, soprattutto per la tua amicizia”.

l’arrivo simbolico al museo Archeologico nazionale di Napoli della seconda parte dell’iscrizione che coronava il fregio del tempio dei Dioscuri (I sec. d.C.) (foto mann)

La prima parte dell’epigrafe del fregio dei Dioscuri, con il nome del dedicatario Iulio Tarso, conservata al Mann (foto mann)
Ma da Paolo Giulierini ci si poteva aspettare solo un “saluto”, per quanto emozionato e ricambiato da grande affetto? Impossibile. Così anche nel giorno del “congedo” dal suo amato Mann, con l’illustrazione del libro sul bilancio di mandato (Arte’m edizioni) e del rapporto annuale 2022/2023 (Electa editore), ecco anticipare la nuova sezione Neapolis che sarà inaugurata tra un anno, alla fine del 2024, con un coup de théâtre: l’arrivo simbolico al museo Archeologico nazionale di Napoli della seconda parte dell’iscrizione che coronava il fregio del tempio dei Dioscuri (I sec. d.C.). Il prestito di lunga durata, garantito dalla Curia arcivescovile di Nola e promosso dalla soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Napoli (soprintendente Mariano Nuzzo), consentirà di completare quanto scritto sul fregio del tempio: la prima parte dell’epigrafe, con il nome del dedicatario Iulio Tarso, appartiene al Mann. Così Giulierini ancora una volta ha sottolineato il suo legame con il capoluogo campano: “La sezione Neapolis aprirà a fine 2024 e l’arrivo dell’epigrafe sancisce tre elementi: il riferimento costante alla città, la necessità di interagire con il territorio, la programmazione di ricerche scientifiche di rilievo”.

La lastra, parte dell’iscrizione a coronamento del fregio del tempio dei Dioscuri, rinvenuta nella chiesa di Santa Maria del Plesco a Casamarciano (foto mann)
L’iscrizione è stata rinvenuta nella chiesa di Santa Maria del Plesco a Casamarciano, dove era stata murata all’interno di un altare (la parte iscritta non era visibile) nel corso del Settecento durante i lavori di rifacimento diretti da Domenico Antonio Vaccaro. Vaccaro, negli stessi anni, era impegnato nel rifacimento della chiesa di San Paolo Maggiore di Napoli, dove si trovavano le rovine del tempio dei dioscuri. L’iscrizione di dedica del tempio dei dioscuri di Neapolis era ben nota da trascrizioni fatte da studiosi sin dal Quattrocento: si conosceva un unico frammento, rinvenuto nel 1901 nella certosa di San Martino ed esposto al Mann nella sezione Neapolis. Questo di Casamarciano è il secondo frammento superstite, scoperto nel 2020 e reca parte del nome dei dioscuri. I Dioscuri erano venerati a Napoli da tempo, sicuramente sin dalla fondazione della colonia.
Napoli. Giulierini: “Il mio mandato termina improrogabilmente il 14 novembre. Grazie al Mann e a Napoli, nella speranza di tornare”. E venerdì presenta il “Rapporto annuale 2022-2023” e il libro “Otto anni alla guida del Mann”

Paolo Giulierini, direttore del Mann, nei depositi sotterranei delle Cavaiole (foto graziano tavan)

Una immagine curiosa di Paolo Giulierini con una statuetta del presepe napoletano che lo riproduce (foto mann)
Non ci sarà la proroga alla proroga. Martedì 14 novembre 2023, per Paolo Giulierini, come per gli altri direttori in scadenza, sarà l’ultimo giorno alla direzione del museo Archeologico nazionale di Napoli. Lo ha comunicato lui stesso martedì 7 novembre 2023: “Ieri ho avuto il riscontro ufficiale del termine della mia prorogatio al giorno 14 novembre 2023. Con il cuore pensavo che questa data non dovesse mai arrivare, ma razionalmente ne ero consapevole. Sono stati 8 anni fantastici vissuti con colleghi e cittadini fuori dal comune. Posso solo dire grazie al Mann e a Napoli, nella speranza di poter tornare. Vi ho voluto e vi voglio bene. Tutto quello che potevo fare l’ho fatto”. E a tifare per la sua riconferma non ci sono solo gli amici e i colleghi più vicini, ma anche moltissimi napoletani (che lo hanno “adottato”, un po’ come era successo per Maradona) e moltissimi visitatori che hanno toccato con mano come il museo Archeologico nazionale di Napoli è cambiato sotto la sua direzione.

Il direttore Paolo Giulierini saluta il ministro Gennaro Sangiuliano al suo arrivo al Mann (foto mann)

2015: Paolo Giulierini, direttore all’Archeologico di Napoli, proveniente dal museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona (foto maec)

I direttori Paolo Giulierini (Mann) e Michail Piotrovsky (Ermitage) a San Pietroburgo nel 2018 (foto mann)

Il direttore Paolo Giulierini con il gioco “Monopoly MANN” (foto valentina cosentino)
Paolo Giulierini è stato nominato direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli il 1° ottobre 2015 per un primo mandato quadriennale, rinnovato poi fino al 2023. Come direttore del Mann, ha progettato e curato la riapertura delle sezioni Egizia, Epigrafica, Magna Grecia e Preistoria. Durante il suo primo mandato, sono state realizzate numerose mostre di materia archeologica e di arte contemporanea al Mann; molteplici i prestiti internazionali con cui sono state progettate importanti esposizioni all’estero. Ha curato, tra l’altro, la stipula dei protocolli d’intesa con l’Ermitage di San Pietroburgo, il J.P. Getty di Los Angeles, il parco archeologico del Colosseo e la Regione Siciliana. Ha favorito una nuova comunicazione del brand museale, tramite la realizzazione del primo videogioco archeologico (“Father and son”) e il programma universitario di disseminazione culturale “Obvia”. Nel 2017, Art Tribune ha riconosciuto il MANN come miglior museo d’Italia per l’innovazione; nel 2018, sempre Art Tribune ha insignito Giulierini come miglior direttore d’Italia.
Se Giulierini non verrà confermato alla direzione del Mann, ora divenuto museo di prima fascia, venerdì 10 novembre 2023, sarà la sua ultima uscita ufficiale importante alla guida dell’Archeologico. Alle 10.30, all’auditorium del Mann, sarà in programma una doppia presentazione: seguendo il percorso tracciato da due volumi, si partirà dal “Rapporto annuale 2022/2023” del Mann, a cura di Ludovico Solima (Electa), per poi effettuare un bilancio degli otto anni di mandato del direttore dell’Istituto, Paolo Giulierini, col libro “Otto anni alla guida del Mann” a cura di Serena Venditto: conversazione tra Paolo Giulierini e Ludovico Solima.
Napoli. Il museo Archeologico nazionale presenta “Father and son 2”, il sequel del videogioco lanciato nel 2017, già scaricabile su Google Play e App Store. Il direttore Giulierini: “Il gaming è diventato arte”

Ragazzini provano il videogioco “Father and son 2” nella sala del Toro Farnese al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mario laporta / Kontrolab)
“Videogioco o arte?” Nella sala del Toro Farnese, risuona la domanda di Marianna: ha sedici anni, studia al liceo classico “Pietro Giannone” di Benevento e, al museo Archeologico nazionale di Napoli, è la prima giocatrice del videogioco “Father and son 2”. Accanto a lei c’è Luigi, allievo di Design della Comunicazione all’Accademia di Belle Arti di Napoli, già esperto del capitolo uno di “Father and son”. In questo flash dell’ufficio comunicazione del Mann la cronaca emozionale delle prove di gaming con il pubblico di “Father and son 2”, sequel del videogioco lanciato nel 2017 dal museo Archeologico nazionale di Napoli in collaborazione con l’associazione TuoMuseo, e che ora è giunto nel proprio luogo di nascita, dopo l’anteprima a “We Make Future”, il più grande festival sull’Innovazione digitale e sociale (Fiera di Rimini, 16-18 giugno 2022).

Il direttore del Mann, Paolo Giulierini, gioca col videogioco “Father and son 2” (foto mario laporta / Kontrolab)
“L’avventura di Father and Son continua. Siamo orgogliosi di presentare, all’interno del piano di digitalizzazione del Mann”, commenta il direttore del museo, Paolo Giulierini, “la seconda attesa ‘puntata’ del nostro videogame. Il Mann è stato il primo museo in Italia e probabilmente il primo archeologico in assoluto a puntare sul videogame come strumento di coinvolgimento dei più giovani nell’ambito di una azione di comunicazione che abbiamo subito immaginato globale. E grazie all’incontro con uno specialista di profonda cultura come Fabio Viola il gaming è diventato arte”. “Il videogioco come forma d’arte e, al contempo, strumento per raggiungere e coinvolgere nuovi pubblici internazionali”, afferma Fabio Viola, game designer e fondatore di TuoMuseo. “Un modello di narrazione interattivo e partecipativo che aiuta il museo ad andare nei tempi e negli spazi dei larghi pubblici. Questo sequel cambia la prospettiva ponendo al centro una protagonista femminile per far riflettere i giocatori su come un Si o un No possano cambiare per sempre le nostre e altrui vite”. E Ludovico Solima (università della Campania “Luigi Vanvitelli”), che ha curato la supervisione del progetto del game, conclude: “Dopo il successo davvero straordinario della prima -puntata-, il Mann ha dunque ritenuto di voler proseguire nella strada tracciata qualche anno fa. Nuovi protagonisti, nuovi contesti, nuovi periodi storici, nuove emozioni: un nuovo approccio alla creazione e diffusione di prodotti culturali, nel segno dell’accessibilità”.

Frame del videogioco “Father and son 2” realizzato dal team internazionale di TuoMuseo guidato da Fabio Viola e Massimiliano Elia (foto mann)
Già selezionato dal Segretariato Generale del Ministero della Cultura tra i progetti innovativi per promuovere le attività di valorizzazione digitale degli istituti italiani, “Father and son 2” è scaricabile su Google Play e App Store: dopo il successo della prima puntata (cinque milioni di download in tutto il mondo, traduzioni nelle principali lingue europee, in arabo e in cinese, una versione in napoletano), c’è attesa per la continuazione del gioco dedicato al Mann e pensato non solo per i più giovani. “Così, nella sala del Toro Farnese”, raccontano al museo, “sono in tanti a cimentarsi con il game in un clima di festa: tra questi Tina, abbonata Openmann, gli studenti dell’Accademia di Belle Arte di Napoli con il loro docente di fotogiornalismo Mario Laporta, le gemelline Gemma e Aurora, che hanno il cellulare scarico, ma si fanno prestare il telefonino per entrare a far parte dei players”.
“Father and son 2” ha come protagonista una giovane donna, Sofia, impiegata al Mann e vicina alla laurea in archeologia. Sofia è la compagna di Michael, il ragazzo che, nella prima puntata del videogioco, andava alla ricerca del padre scomparso, un tempo archeologo proprio al museo Archeologico nazionale di Napoli. Il game ha come filo conduttore il tema dell’amore, declinato secondo diverse sfaccettature: punti nodali della storia sono l’incontro con un antico etrusco a Capua nel 475 a.C. e le vicende di Cleopatra e Marcantonio in navigazione nel Mediterraneo. Senza sacrificare un’incursione nella storia più recente: dal viaggio di Charles Dickens a Napoli nel 1844 sino a giungere circa cento anni dopo, ai momenti più tragici ed emozionanti delle Quattro Giornate che sconvolsero Napoli nel 1943, durante la Seconda guerra mondiale. “Father and Son 2” è stato realizzato dal team internazionale di TuoMuseo guidato da Fabio Viola e Massimiliano Elia; della squadra fanno parte il game designer Sean Wenham, il compositore Arkadiusz Reikowski, lo sviluppatore Francesco Bizzini e l’animatore Angelo La Farina. In prospettiva, anche l’inserimento del Mann nell’universo Minecraft e la realizzazione di un’audiogame per non vedenti.
Napoli. Al museo Archeologico nazionale la mostra “Red Venus” di Franz Cerami: arte e tecnologia per rappresentare la dea della bellezza. E il 18 maggio due affreschi digitali proiettati sulla volta del salone della Meridiana

Nel laboratorio di Franz Cerami: “Painting Venus” (foto mann)
La dea della bellezza incontra le nuove tecnologie: nella sala 90 del museo Archeologico nazionale di Napoli, dal 4 al 24 maggio 2022, è in programma la mostra “Red Venus” di Franz Cerami. Giovedì 18 maggio 2022, l’esposizione sarà accompagnata da una suggestiva videoinstallazione: sulla volta del Salone della Meridiana saranno proiettati due affreschi digitali, con dieci minuti di immagini in loop dedicate al tema della passione e valorizzate dalla colonna sonora degli “You are here”. “Cerami riesce a suscitare forti emozioni smaterializzando le opere tramite il digitale e, al contempo, proponendone una versione fisica”, afferma il direttore Paolo Giulierini. “Abbiamo voluto proiettare la sua creazione nel salone voltato della Meridiana, perché lì compare la nota iscrizione Iaceant nisi pateant voluta da Ferdinando IV, e riferita alle opere d’arte che si perdono se non sono esposte. Venere, dea della Bellezza, ci porta a incontrare in ogni tempo l’arte ed è rossa come la lava, il fuoco e la passione del cuore”.

Lightbox Venus Madonna di Franz Cerami alla mostra “Red Venus” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)
Il progetto di Cerami, realizzato in collaborazione con l’università Suor Orsola Benincasa di Napoli, si sviluppa attraverso due passaggi: l’allestimento, che includerà diciotto opere su carta dipinte con olio e grafite e otto lightbox retroilluminati, in dialogo con l’affresco di Marte e Venere in volo (il reperto appartiene alle collezioni del Mann, proviene da Ercolano e risale alla seconda metà del I sec. d.C.); il percorso sperimentale, che si riallaccia non solo all’intervento di arte pubblica itinerante con cui venne illuminato, nel 2019, il campanile di piazza Carità a Marcianise, ma si proietta anche verso una nuova mostra a Vienna nel 2023. Cerami racconta Venere come universo semantico polimorfo e tecnologico: “Red Venus è il colore Rosso”, commenta l’artista. “La fertilità, il colore del sangue. Sangue fertilità. Sangue che dà vita. Sangue battaglia. Sangue che si perde. Temi ricorrenti che continuano sotto traccia a lavorare nelle comunità e a definirne le identità”.

“Mars”, olio e grafite su carta di Franz Cerami alla mostra “Red Venus” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)
Il ricorso al linguaggio video rappresenta una prospettiva originale per incrociare il mondo classico, come dichiara la storica dell’arte Dominique Lora: “Le sequenze animate realizzate site-specific aprono un varco tra spazio immaginario e spazio reale, generando un luogo comunicativo”. Non a caso, il progetto di Cerami rientra anche nel più ampio framework sull’accessibilità proposto dal Mann in rete con l’accademia: “anche quando un’installazione di Franz Cerami si conclude, rimane in quel luogo come un riverbero di colore e di suoni, che dura nel tempo”, prospetta Ludovico Solima (università della Campania Luigi Vanvitelli).

L’artista Franz Cerami protagonista al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)
Franz Cerami. Il connubio tra arte e tecnologia è il punto focale della sua ricerca, condotta attraverso una tecnica mista che intreccia pittura classica, pittura digitale e videomapping. Seguendo questo fil rouge, Franz Cerami ha dato vita ad installazioni ed eventi di risonanza internazionale. Franz Cerami è nato a Napoli, dove risiede, nel 1963. Dal 2011 insegna Retorica e Digital Storytelling dei Beni Culturali presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Ha realizzato grandi dipinti murali digitali in musei come il Madre di Napoli, il Teatro dell’Opera di Yerevan, il Castel dell’Ovo di Napoli e negli spazi urbani e periferici di città come Yerevan, San Paolo, Lisbona, San Pietroburgo, Napoli. Nel 2020 ha realizzato, per il famoso brand italiano Voiello/Barilla, Magica, un’installazione su riti, segni e simboli di Napoli: un inno alla magia e al mistero della vita. Nel 2020 e nel 2021 è stato insignito, dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, della prestigiosa nomina di Ambasciatore del Design Italiano nel mondo.
Manca ormai pochissimo al convegno nazionale “La gestione dei Musei di Enti Locali. Criticità, modelli innovativi, prospettive di sviluppo” in programma al Palazzo della Gran Guardia in piazza Bra a Verona il 22 e il 23 novembre 2023: i posti in sala sono ormai esauriti, ma se non vi è registrati si potrà seguire le due giornate in diretta streaming sul canale YouTube dei Musei civici di Verona:
Videogames, Tour Virtuali, App, video istallazioni e ricostruzioni 3D, il lancio della pagina 




LE APP. MANNapp, presentata da Gianluigi De Lucia di Artware, da due mesi è la app gratuita riservata ai visitatori del museo. “ArtWareCaronte” è scaricabile gratuitamente inquadrando un QR Code o attraverso app-store. I contenuti audiovisivi, anche inediti, sono nel segno dell’inclusività. Tra le novità anche la possibilità per i visitatori di interagire commentando in tempo reale. Ulteriore elemento di innovazione è rappresentato da Archimede, la Web App dedicata alla visualizzazione dei dati sui visitatori mediante modelli di Data Science e Machine Learning. APP extraMANN: l’app di mappatura collaborativa che promuove il protagonismo attivo delle persone nel racconto dei siti extraMANN e del patrimonio culturale della città di Napoli, illustrata da Ilaria Vitellio di Cityopensource coinvolge gli oltre 40 siti della rete Obvia-ExtraMANN. 
















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