Agli scavi archeologici nel Modenese nel 2017 è dedicata la seduta di studio della deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi: focus sull’insediamento neolitico di Corletto, le strutture altomedievali di Formigine e la mansio di Forum Gallorum
Dall’insediamento in località Corletto alla cittadella altomedievale di Formigine alla mansio romana di Forum Gallorum, sono solo alcune, le principali, tra le ultime novità e ricerche in campo archeologico nel territorio modenese cui è dedicata la seduta di studio del 26 maggio 2018 della deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi, con relatori Sara Campagnari e Donato Labate, archeologi della soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara. Appuntamento dunque sabato 26 maggio 2018, alle 16, all’Aedes Muratoriana, in via Pomposa a Modena con “Gli scavi archeologici nel Modenese nel 2017”, ingresso libero. Campagnari e Labate illustreranno gli scavi archeologici realizzati nell’ambito della città di Modena e della sua provincia nel corso del 2017, seguiti dalla soprintendenza.

Sepolture a inumazione databili al Neolitico scoperte in località Corletto (frazione di Modena tra Marzaglia e Baggiovara)
Tra gli scavi del 2017 va segnalata, per il particolare interesse, la scoperta in località Corletto (frazione di Modena tra Marzaglia e Baggiovara) di un insediamento di età Neolitica che continua a restituire resti di strutture abitative, infrastrutture (tre pozzi) e tombe, portate alla luce in seguito ai controlli eseguiti dalla Soprintendenza in aree soggette ad attività estrattive. Nelle cave di Corletto sono anche emerse alcune tombe alla cappuccina messe in relaziona alla presenza di un rustico di età tardo antica scoperto nelle vicinanze.
Gli scavi effettuati nel 2017 nella provincia di Modena derivano in massima parte dalle indagini archeologiche preliminari contemplate nella pianificazione comunale, come a Formigine, dove sono state messe in luce sia le strutture dell’ospitale costruito in prossimità della chiesa di Colombaro, sia altre strutture come una calcara, una strada e un piccolo cimitero.
Le recenti indagini archeologiche a Formigine hanno infatti svelato la fisionomia di un grande monastero risalente al XII secolo e quindi contemporaneo alla Pieve romanica di San Giacomo Maggiore, che era luogo di sosta per i pellegrini in viaggio per Roma. Durante le ultime fasi di scavo sono state anche messe alla luce sei sepolture ubicate in un’area che all’epoca presumibilmente fungeva da sagrato. Si tratta, con ogni probabilità, di abitanti del luogo. I corpi erano collocati in una semplice fossa terragna e la disposizione di tutti i defunti segue l’orientamento canonico est-ovest con la testa ad ovest e il volto che guardava verso oriente, simbolo della rinascita nel mondo ultraterreno. Nessun elemento era posto a corredo: l’anima, nella cultura cristiana, doveva presentarsi completamente spoglia davanti a Dio. Solo nel caso della sepoltura di un bambino, è stata trovata una moneta, elemento essenziale per la datazione dei resti.
Alla procedura di verifica preventiva dell’interesse archeologico si deve inoltre l’importante scoperta di una mansio, una stazione di posta di epoca romana a Castelfranco Emilia, la quale, oltre ad integrare i pochi dati di scavo attualmente a disposizione sull’antico centro di Forum Gallorum, rappresenta un raro caso di studio di una struttura messa a disposizione del cursus publicus, ovvero il servizio di posta di epoca romana, riorganizzato dall’imperatore Augusto. Fra il II e il I secolo a.C. il fertile territorio agricolo di Castelfranco Emilia, compreso nella colonia di Mutina (l’odierna Modena), viene suddiviso in lotti da assegnare ai coloni romani e inserito nelle maglie della centuriazione, lungo la via Emilia realizzata nel 187 a.C. dal console Marco Emilio Lepido. Proprio a Marco Emilio Lepido e alla sua politica di pacificazione si deve probabilmente la nascita – a partire dal 173 a.C. – di Forum Gallorum (oggi identificata nell’odierna Castelfranco Emilia), un centro caratterizzato dall’integrazione con i coloni italici di genti dell’antico substrato etrusco-padano, celti e liguri sopravvissuti alle sanguinose guerre con Roma (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2017/10/06/a-castelfranco-emilia-nel-rinnovato-museo-archeologico-simonini-apre-la-mostra-alle-soglie-della-romanizzazione-storia-e-archeologia-di-forum-gallorum-viaggio-in/).
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CHI SIAMO
Graziano Tavan, giornalista professionista, per quasi trent’anni caposervizio de Il Gazzettino di Venezia, per il quale ho curato centinaia di reportage, servizi e approfondimenti per le Pagine della Cultura su archeologia, storia e arte antica, ricerche di università e soprintendenze, mostre. Ho collaborato e/o collaboro con riviste specializzate come Archeologia Viva, Archeo, Pharaos, Veneto Archeologico. Curo l’archeoblog “archeologiavocidalpassato. News, curiosità, ricerche, luoghi, persone e personaggi” (con testi in italiano)



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