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Nella dieta dell’Homo Sapiens anche farina senza glutine. Scoperta a Firenze una macina di 30mila anni fa. La ricerca presentata a Expo 2015. A settembre mostra sulla “dieta preistorica” (quasi mediterranea)

La macina usata dall'Homo Sapiens 30mila anni fa ritrovata a Bilancino nel Mugello, in Toscana

La macina usata dall’Homo Sapiens 30mila anni fa ritrovata a Bilancino nel Mugello, in Toscana

La dieta mediterranea non era stata ancora codificata, ma i nostri antenati dell’età della pietra già andavano sperimentando qualcosa di simile, associando i carboidrati alla tradizionale (e scontata) carne. “La dieta dell’uomo paleolitico, vissuto circa 30mila anni fa, era più sana perché più varia di quanto si conoscesse fino ad oggi”, rivela una ricerca internazionale coordinata dall’Istituto italiano di preistoria e protostoria con sede a Firenze, la più prestigiosa istituzione del nostro Paese in questo campo, promossa dall’assessorato alle Politiche agricole della Regione Toscana e dal ministero per i Beni e le attività culturali e del turismo, e sostenuta da un contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze. L’Homo Sapiens si nutriva infatti non solo in prevalenza di cacciagione (come ritenuto fino ad oggi) ma anche i vegetali costituivano una parte importante della sua alimentazione, in particolare i carboidrati complessi sotto forma di farina, ma senza glutine. È stato dunque un primo passo verso la “dieta mediterranea”. e sta rivoluzionando le conoscenze sulla dieta dell’Homo sapiens che, fatte le dovute proporzioni, stava sicuramente meglio di quanto stiamo noi oggi. La ricerca è stata presentata a Palazzo Strozzi di Firenze nell’ambito delle giornate di approfondimento e di divulgazione collegate a Expo 2015. Hanno introdotto i lavori Maria Bernabò Brea, presidente dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria; Andrea Pessina, soprintendente Archeologo della Toscana; Pierluigi Rossi Ferrini, vice presidente Ente Cassa di Risparmio di Firenze e sono poi intervenuti Biancamaria Aranguren, della soprintendenza Archeologia della Toscana; Anna Revedin, dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria; Giuseppe Rotilio dell’Università di Roma 2. Ha concluso la giornata l’assessore alle Politiche agricole della Regione Toscana.

Così l'Homo Sapiens utilizzava la macina per prodursi la farina

Così l’Homo Sapiens utilizzava la macina per prodursi la farina

La scoperta. “La ricerca”, ha spiegato la sua coordinatrice Anna Revedin, direttore dell’Istituto di preistoria, “è nata dal rinvenimento, durante i lavori per la costruzione della nella zona della diga di Bilancino nel Mugello, di una macina e di un macinello in pietra usati per produrre la più antica farina della storia risalente a 30 mila anni fa, molto prima dell’invenzione dell’agricoltura, utilizzando vegetali selvatici, in particolare i rizomi, cioè le radici, di piante palustri”. Finora si credeva che l’uomo moderno avesse imparato a praticarla 10mila anni fa, ma questa scoperta ha rivelato come proprio i carboidrati complessi sotto forma di farina, ma senza glutine, giocassero un ruolo determinante nella dieta dell’Homo sapiens che già conosceva ed era in grado di trattare le piante più opportune per la sua alimentazione. Essa era infatti a base di carne magra, frutta, verdura, semi (mandorle, noci, nocciole) carboidrati senza glutine e ben si adattava ad una vita fatta di tantissimo movimento.

A settembre una mostra a Firenze sulla dieta preistorica illustrerà i risultati della scoperta di Bilancino

A settembre una mostra a Firenze sulla dieta preistorica illustrerà i risultati della scoperta di Bilancino

Homo Sapiens ed Expo 2015. Gli studi sulla dieta dell’uomo del Paleolitico, in particolare a partire dalla comparsa dell’uomo con caratteristiche morfologiche attuali (circa 40mila anni fa), hanno una doppia valenza, sia per la ricostruzione della Storia dell’evoluzione umana, sia per avere nuovi elementi di comprensione sulle disfunzioni dell’uomo attuale correlabili al cibo ed agli stili di vita dei paesi industrializzati. Si tratta di un argomento molto dibattuto attualmente nel campo della Preistoria e della Paleoantropologia per le nuove metodologie che permettono di avere nuovi dati – testimonianze dirette sulla dieta dell’uomo paleolitico. Questi stessi temi, ha annunciato il vice presidente dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze Pierluigi Rossi Ferrini, saranno al centro di una mostra proposta dall’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria che si terrà a settembre nella sede dell’Ente Cassa in via Bufalini e che prende le mosse dal dibattito promosso da Expo Milano 2015 che ha per tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”. L’esposizione illustrerà gli ultimi risultati scientifici sulla dieta preistorica, utili anche a comprendere le attuali problematiche alimentari, e documenterà la storia dello scavo dell’insediamento Preistorico di Bilancino che è stato diretto, con fondi regionali, da Biancamaria Aranguren della soprintendenza Archeologica della Toscana.

“Chi siamo. La storia della diversità umana”: a Milano incontro con Luca e Francesco Cavalli Sforza

Luigi Luca Cavalli Sforza, genetista e antropologo

Luigi Luca Cavalli Sforza, genetista e antropologo

Nel 1993 Luca e Francesco Cavalli Sforza – autorità mondiale della genetica il primo, regista e narratore il secondo -, davano alle stampe “Chi siamo. La storia della diversità umana”, divenuto subito un classico della divulgazione scientifica che, provando l’origine comune africana dell’umanità moderna e smontando pezzo per pezzo il concetto di razza, portava con sé un messaggio di unità e tolleranza. Vent’anni dopo quel messaggio è più attuale che mai, e “Chi siamo” per i tipi di Codice Edizioni torna in una veste nuova, rinnovata nei contenuti ma soprattutto nell’iconografia. Giovanni Porzio, fotoreporter giramondo, è stato nei luoghi di Cavalli Sforza e ne è tornato con una serie di suggestivi scatti, l’ideale contrappunto visivo al racconto delle nostre origini, ma anche un omaggio al viaggio umano e professionale di uno dei più grandi scienziati del Novecento.

Chi siamo. La storia della diversità umana

Chi siamo. La storia della diversità umana

Martedì 11 febbraio alle 18 la nuova edizione del libro “Chi siamo” (Codice Edizioni) sarà presentata al teatrino di Palazzo Visconti in via Cino del Duca a Milano, in occasione dell’appuntamento di apertura della terza edizione del ciclo “Fondazione Bracco incontra”. E gli ospiti di eccezione saranno appunto Luca e Francesco Cavalli Sforza e Giovanni Porzio in “Diversi ma uguali. Storia delle molte differenze che ci accomunano”. L’incontro, moderato da Armando Massarenti, affronta un tema di grande rilevanza in vista di Expo Milano 2015: riconciliare le differenze di razza, lingua e colore sulla base di una comune radice, origine della nostra storia di esseri umani.

Chi siamo: immagine di Giovanni Porzio

Chi siamo: immagine di Giovanni Porzio

Chi siamo noi? La somma di una storia evolutiva che in ogni individuo lascia traccia? O siamo esseri avulsi dal passato, immersi in un presente fluido e “globale”? Quale è la nostra percezione della diversità (sia essa fisica, di razza, di idioma o culturale) e la nostra capacità di accoglierla? Questa è la domanda da porci in vista di Expo Milano 2015, che ospiterà un’ampia varietà di popoli e culture del nostro pianeta, con l’intento di offrire il senso più attuale del cammino compiuto sino a oggi e una rinnovata agenda di sfide per il futuro: crescita sostenibile, responsabile uso delle risorse, benessere.

Di tutto questo se ne parlerà martedì a Milano con Luca Cavalli Sforza, una delle massime autorità in tema di genetica e antropologia che ha “riassunto” una vita di ricerche nella recente mostra “Homo Sapiens”, e professore emerito dell’università di Stanford; con il figlio Francesco, regista e autore di libri di divulgazione scientifica, e con Giovanni Porzio, giornalista reporter e fotografo giramondo, autori del libro “Chi siamo. La storia della diversità umana”.