Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia iniziato l’esame spettroscopico dell’elmo di Vulci. Nizzo: “Potrebbe essere stato realizzato a Perugia, e non a Vulci come finora ipotizzato”

L’elmo di Vulci torna in prima pagina, con nuove “scoperte”: potrebbe essere stato realizzato a Perugia, e non a Vulci come finora ipotizzato. È passato solo un mese da quando Valentino Nizzo, direttore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, annunciava la scoperta al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia un’iscrizione nascosta all’interno di un elmo di 2400 anni fa, rinvenuto nel 1930 a Vulci, nella tomba 55 della necropoli dell’Osteria, iscrizione che ha restituito il nome di un guerriero e un frammento della sua possibile storia (vedi Roma. Scoperta al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia un’iscrizione nascosta all’interno di un elmo di 2400 anni fa, rinvenuto nel 1930 a Vulci: ci ha restituito il nome di un guerriero e un frammento della sua possibile storia | archeologiavocidalpassato), e già sono iniziate le analisi spettroscopiche.

“Grazie all’IFN – Istituto nazionale di Fisica nucleare, Laboratorio di Frascati, con il quale abbiamo sottoscritto un protocollo di intesa”, spiega Valentino Nizzo, “il nostro elmo e altri oggetti appartenenti allo stesso corredo funerario e custoditi nella medesima vetrina, sono sottoposti a un’indagine molto particolare che consentirà di determinare se sono stati realizzati con la stessa lega metallica”. Le indagini, svolte con la tecnica della spettrofotometria a raggi X – XRF, consentiranno di approfondire lo studio anticipato sul numero di gennaio di Archeologia Viva nel quale vengono avanzate nuove ipotesi in merito al luogo di manifattura degli elmi di questa forma, anche alla luce delle possibili interpretazioni dell’iscrizione recentemente scoperta e nascosta all’interno del paranuca dell’elmo.

“Di fatto, sembra possibile che l’elmo non sia stato prodotto a Vulci come finora si è ritenuto”, anticipa il direttore del museo Etrusco, “ma a Perugia, dove è documentato il maggior numero di esemplari di questo tipo. E tale provenienza potrebbe essere confermata dal gentilizio restituito dall’iscrizione HARNSTE che trova riscontri in una iscrizione latina di Perugia e, forse, ha un nesso con l’antica città umbro-etrusca di Aharna, dai più identificata con l’attuale centro di Civitella d’Arna, vicinissima a Perugia. Insomma, le indagini non finiscono e ci aiuteranno ad aggiungere nuovi elementi alle nostre scoperte”. Ai primi di gennaio, Nizzo aveva annunciato una diretta per dare qualche informazione in più sulla storia di questo elmo (vedi Roma. “L’importanza di chiamarsi Harnste”: Valentino Nizzo, direttore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, annuncia una diretta Fb per approfondire e dare risposte sull’eccezionale scoperta dell’iscrizione all’interno di un elmo di 2400 anni fa rinvenuto a Vulci nel 1930 | archeologiavocidalpassato), e rispondere ad alcune domande: qual è la sua importanza storica e archeologica? Cosa racconta e cosa consente di ipotizzare la nuova iscrizione? Com’è stata interpretata? Ci sono altre possibili spiegazioni oltre quelle finora divulgate? Per chi non ha avuto modo di seguirla, ecco il video completo.
Roma. “L’importanza di chiamarsi Harnste”: Valentino Nizzo, direttore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, annuncia una diretta Fb per approfondire e dare risposte sull’eccezionale scoperta dell’iscrizione all’interno di un elmo di 2400 anni fa rinvenuto a Vulci nel 1930

È rimasta nascosta per circa 2400 anni all’interno dell’elmo della tomba 55 della necropoli dell’Osteria di Vulci ed è stata scoperta tra i reperti esposti al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, all’interno di un elmo che ci ha restituito il nome di un guerriero e un frammento della sua possibile storia: è un’iscrizione etrusca, sfuggita ai suoi scopritori nel 1930, ma non all’occhio digitale e dei restauratori, che offre nuovi dati per la ricostruzione dell’arte della guerra nel mondo etrusco-italico della metà del IV secolo a.C. Ne abbiamo parlato qualche giorno fa (vedi Roma. Scoperta al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia un’iscrizione nascosta all’interno di un elmo di 2400 anni fa, rinvenuto nel 1930 a Vulci: ci ha restituito il nome di un guerriero e un frammento della sua possibile storia | archeologiavocidalpassato).

È lo stesso direttore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, Valentino Nizzo, che su un video (vedi Facebook) introduce il pubblico a questa scoperta con un excursus storico-linguistico che ci permetta di capire meglio l’importanza del rinvenimento all’interno dell’elmo da Vulci.

Ma non è tutto. Il grande interesse e la curiosità suscitati sui media nazionali e internazionali dalla notizia dell’iscrizione rimasta nascosta per oltre 90 anni all’interno di un elmo etrusco di 2400 anni fa scavato nella necropoli dell’Osteria di Vulci da Raniero Mengarelli e Ugo Ferraguti, ha convinto Valentino Nizzo a proporre un approfondimento con una diretta sul suo profilo Facebook lunedì 3 gennaio 2022 alle 18: “L’importanza di chiamarsi Harnste”. In un’ora e un quarto il direttore dell’Etru cercherà di dare risposte ad alcune domande (qual è la sua importanza storica e archeologica? Cosa racconta e cosa consente di ipotizzare la nuova iscrizione? Com’è stata interpretata?) e ad altri interrogativi posti da questa eccezionale scoperta.
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