Parchi archeologici di Paestum e Velia. Ingresso gratuito per la #domenicalmuseo e per la Befana i laboratori di ceramica “Keramos” dedicati a Demetra

Due occasioni da non perdere per visitare i parchi archeologici di Paestum e Velia. Il 5 gennaio 2025 torna #domenicalmuseo, l’iniziativa del ministero della Cultura che consente l’ingresso gratuito nei musei e nei parchi archeologici italiani ogni prima domenica del mese. A Paestum, sarà possibile visitare anche la nuova sezione del Museo, intitolata all’archeologo Mario Torelli, che racconta le tappe della città romana fino al Medioevo. A Velia, l’esperienza si arricchisce con il percorso sul Crinale degli Dei, tra terrazze sacre e scorci suggestivi. Durante la giornata sarà possibile accedere ai depositi del Museo di Paestum, una visita esclusiva per scoprire tesori nascosti e storie affascinanti. Sono inoltre previste attività didattiche per tutte le età, con percorsi che riscoprono i viaggiatori del Grand Tour e le divinità di Velia, accompagnati da guide esperte. Per rendere l’esperienza ancora più completa, è previsto un servizio navetta gratuito che collega i due siti. I siti saranno aperti dalle 8.30 alle 19.30, con ultimo ingresso consentito alle 18.30.
Il 6 gennaio 2025, giorno dell’Epifania, il museo Archeologico nazionale di Paestum invita a un evento speciale che celebra l’arte e la tradizione: i laboratori di ceramica “Keramos” dedicati a Demetra, la dea della fertilità e del rinnovamento. I laboratori, adatti a visitatori di tutte le età, offrono un’occasione unica per immergersi nell’arte ceramica e creare con le proprie mani manufatti ispirati al mondo antico. Potrete modellare ex voto, vasi miniaturistici, statuette votive e giocattoli in ceramica, rivivendo antiche tradizioni in un contesto festivo e inclusivo. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con l’associazione Pandora Artiste Ceramiste, garantendo un’esperienza autentica e guidata da esperte del settore.
Paestum (Sa). Focus del Tour Guide, incontro di formazione per guide turistiche abilitate ed operatori del settore, sul nuovo allestimento “Paestum: dalla città romana a oggi”: ecco la presentazione di Tiziana D’Angelo, Massimo Osanna, Alfonsina Russo e Teresa Marino
Pensato come una stratigrafia archeologica che guida i visitatori attraverso le epoche, il museo Archeologico nazionale di Paestum ha arricchito il suo percorso espositivo con una nuova sezione, dedicata alla storia della città dalla fondazione della colonia latina nel 273 a.C. fino all’età moderna. E martedì 10 dicembre 2024, dalle 10.30 alle 14.30, il Tour Guide, l’incontro di formazione per guide turistiche abilitate ed operatori del settore, sarà dedicato alla conoscenza e all’approfondimento del nuovo allestimento “Paestum: dalla città romana a oggi”. La formazione sarà tenuta dal direttore, Tiziana D’Angelo, e dagli archeologi in servizio ai parchi archeologici di Paestum e Velia.
La nuova Sezione “Paestum: dalla città romana a oggi”, aperta al pubblico dal 16 novembre 2024 e intitolata all’archeologo Mario Torelli a 25 anni dal primo allestimento da lui curato (vedi Paestum. A 25 anni dal primo allestimento al museo Archeologico nazionale apre al pubblico la sezione “Paestum: dalla città romana a oggi” intitolata a Mario Torelli. All’inaugurazione intervengono Osanna e Alfonsina Russo | archeologiavocidalpassato), ripercorre la storia di Paestum dalla fondazione della colonia latina nel 273 a.C. fino all’età moderna: le vecchie e nuove forme della religiosità, gli spazi pubblici e privati, la monetazione, i grandi protagonisti e la vita quotidiana della città prendono vita in uno spazio completamente riallestito, dove si espongono opere identitarie come la statua in bronzo del sileno Marsia e si presentano per la prima volta reperti inediti provenienti da scavi più o meno recenti oppure selezionati all’esito di una capillare ricognizione dei depositi e di una accurata fase di studio e documentazione. Il percorso di visita prosegue con l’esposizione del volume di G.B. e F. Piranesi con vedute dei templi, appartenente alla collezione del museo, e con dieci opere a incisione, acquerello, gouache e altre tecniche, appartenenti alla collezione della Fondazione Giambattista Vico, che testimoniano la “riscoperta” del sito avvenuta alla metà del Settecento in connessione con il fenomeno del Grand Tour e la sua rappresentazione nell’immaginario di viaggiatori ed eruditi dell’Ottocento. Documenti originali e fotografie raccontano, infine, l’avvio della grande stagione di scavi, studi e ricerche nel Novecento, che proseguono tuttora nel segno della tutela e della valorizzazione del patrimonio archeologico pestano.
In questo video prodotto dai parchi archeologici di Paestum e Velia gli interventi dei protagonisti del progetto di valorizzazione e ampliamento del percorso di visita dedicato alla fase romana del sito archeologico all’inaugurazione della nuova sezione “Paestum: dalla città romana a oggi”.
Tiziana D’Angelo, direttore dei parchi archeologici di Paestum e Velia: “Oggi si inaugura una nuova sezione del museo Archeologico nazionale di Paestum, quella dedicata a Paestum dalla città romana a oggi. È una sezione che ci accompagna in un viaggio che prende avvio nel III secolo a.C. quando Paestum diventa una colonia latina. Attraversa poi l’epoca tardoantica, quella medievale, moderna fino a raggiungere la riscoperta del sito nel corso del ‘700 nel contesto del fenomeno culturale del Grand Tour”
Massimo Osanna, direttore generale dei Musei; “Un bellissimo nuovo spazio espositivo dedicato alla Paestum romana che innanzitutto è all’insegna dell’accessibilità: testi molto chiari, il percorso intuitivo e soprattutto fruibile da tutti. Questo è uno dei punti chiave per la nostra idea di museo. E poi è bello che si riapra una sezione che aveva creato Mario Torelli, un maestro indimenticabile degli archeologi italiani, tra l’altro anche il mio maestro, ed è bello che sia dedicata a lui”.
Alfonsina Russo, capo dipartimento per la Valorizzazione del Patrimonio culturale: “Una sala ben allestita che arricchisce il racconto della città di Paestum che parte dall’età protostorica nei piani inferiori, attraversa la città attraverso il periodo greco e quindi si arriva al periodo romano. Ma arriviamo anche al Grad Tour, quindi la fortuna di questi territori anche dopo l’abbandono e quello che hanno rappresentato per la civiltà europea”.
Teresa Marino, archeologa dei parchi archeologici di Paestum e Velia: “L’allestimento realizzato è frutto di un grande lavoro di collaborazione e di squadra a cui hanno partecipato numerosissimi professionisti e studiosi, e molte alter figure professionali e di tutti coloro che quotidianamente studiano ciascuno degli ambiti che sono qui esposti: dalla scultura alle monete alla ceramica all’architettura. Insomma, un lavoro collettivo per il quale siamo veramente lieti di poter presentare i risultati”.
Tiziana D’Angelo: “All’interno di un museo che è concepito quasi fosse uno scavo stratigrafico la sezione romana rappresenta la fase più recente della vita del sito. Questo nuovo allestimento contiene numerose novità, a partire da reperti che sono stati recuperati attraverso una ricognizione molto attenta dei materiali conservati all’interno dei nostri depositi fino invece a oggetti che provengono da scavi recenti o ancora in corso, come ad esempio una testa in calcare che apparteneva al capitello di una colonna corinzia del tempio cosiddetto della Pace all’interno del Foro di Paestum”.
Arpino (Fr). Con la conferenza “Marianna Candidi Dionigi tra Lanuvio, Arpino e le città del calcare” di Luca Attenni, direttore dei musei civici di Lanuvio e Alatri, al via il ciclo di incontri “Arpino e il suo territorio: un percorso alternativo nelle rotte del Grand Tour”
Con la conferenza “Marianna Candidi Dionigi tra Lanuvio, Arpino e le città del calcare” Luca Attenni, direttore dei musei civici di Lanuvio e Alatri, apre il ciclo di incontri “Arpino e il suo territorio: un percorso alternativo nelle rotte del Grand Tour” dedicato ai viaggiatori del Grand Tour. Appuntamento sabato 13 gennaio 2024, alle 17.30, nella sala consiliare ad Arpino (Fr). Introducono Stefano Petrocchi, direttore regionale Musei del Lazio, e Monica Di Gregorio, funzionario responsabile Torre di Cicerone. L’ingresso alla conferenza è libero, fino ad esaurimento posti. La conferenza sarà dedicata alle affascinanti vicende dei cosiddetti “viaggiatori di scoperta” che per primi richiamarono l’attenzione sulle cinte murarie in opera poligonale del Lazio meridionale, intraprendendo percorsi al di fuori delle direttrici tradizionali di viaggio seguendo l’itinerario delle “città del calcare”. In particolare, Luca Attenni si concentrerà sulla storia di un interessante personaggio, Marianna Candidi Dionigi, studiosa molto raffinata e animatrice di salotti letterari, nonché unica donna, tra diversi uomini, ad esplorare le cinque città “saturnie”: Ferentino, Anagni, Alatri, Arpino e Atina.
Roma. Aperto al Tempio di Romolo al Foro Romano “Lo sguardo del tempo. Il Foro Romano in età moderna”, il nuovo allestimento temporaneo vera e propria introduzione alla visita del Foro Romano

Locandina della mostra “Lo sguardo del tempo” al Tempio di Romolo al Foro romano dal 21 novembre 2023 al 28 aprile 2024
Una inedita introduzione alla visita del Foro Romano è quanto si propone “Lo sguardo del tempo. Il Foro Romano in età moderna”, il nuovo allestimento temporaneo al Tempio di Romolo, al Foro Romano, a cura di Alfonsina Russo, Roberta Alteri, Alessio De Cristofaro, inaugurato il 21 novembre 2023 e aperto al pubblico da mercoledì 22 novembre 2023 fino al 28 aprile 2024, tutti i giorni, dalle 9 alle 15.30, con qualsiasi tipo di biglietto in corso di validità.

Panorama del Foro Romano e, in fondo, c’è il Colosseo (foto PArCo)

Veduta del Foro Romano in un’acquaforte di Giambattista Piranesi (foto PArCo)
Il Foro Romano oggi si presenta ai visitatori e ai turisti nell’aspetto assunto a partire dagli anni dell’Unità d’Italia, dopo una lunga serie di scavi, ma pochi conoscono quale sia stato l’aspetto di questi luoghi prima della stagione di scavi e allestimenti più recenti, quando l’area del Foro Romano era uno straordinario paesaggio semi-rurale ai margini della città abitata, che tuttavia rappresentava per viaggiatori ed eruditi di tutta Europa il cuore antico dell’Urbe e uno dei luoghi più amati e celebrati della cultura internazionale. Il nuovo allestimento temporaneo “Lo Sguardo del Tempo. Il Foro Romano in età moderna” è stato ideato per colmare questa lacuna.

La mostra “Lo sguardo del tempo” al Tempio di Romolo al Foro Romano (foto simona murrone)

Pianta topografica di Roma Antica: tra i documenti esposti nella mostra “Lo sguardo del tempo” al Tempio di Romolo al Foro Romano (foto simona murrone)
Attraverso una ricca serie di testimonianze iconografiche riproposte in copia o in digitale (disegni, stampe, quadri, fotografie, filmati) e l’esposizione di una piccola raccolta di oggetti-memoria legati alla cultura materiale del Grand Tour e alla vita quotidiana e professionale di chi visse e lavorò nel Foro Romano (stampe, quadri, modelli, libri, micro-mosaici, ventagli, strumenti scientifici, etc.), l’allestimento racconta la storia del Foro Romano come paesaggio tra il Cinquecento e il Novecento, concentrando la sua attenzione su alcuni temi nodali: la riscoperta dell’Antico nel Rinascimento, ma anche l’uso del Foro Romano come cava di materiali per la Roma moderna, come paesaggio classico ideale e come spazio rurale (Campo Vaccino); il Grand Tour e l’interesse degli eruditi; i primi studi scientifici e progetti di sistemazione dell’area; l’uso civico e politico dello spazio durante l’età dei nazionalismi e nella contemporanea civiltà di massa.
Parco archeologico di Paestum e Velia: boom di ingressi nell’estate 2022. Superato il record del 2019. Bilancio di tre mesi eccezionali con la direttrice Tiziana D’Angelo

Grande partecipazione di pubblico nelle iniziative, come la Notte Bianca, proposte per l’estate 2022 dal parco archeologico di Paestum e Velia (foto pa-paeve)
Boom di ingressi: superato il record del 2019. Il parco archeologico di Paestum e Velia ha concluso un’estate che non dimenticherà facilmente grazie ai successi collezionati in questi ultimi tre mesi e alle novità introdotte nel campo della promozione e valorizzazione dei due siti archeologici magno-greci della provincia di Salerno.

Primi visitatori nel riaperto percorso di Porta Rosa a Velia (foto pa-paeve)
Questa del 2022 è anche la prima estate post pandemia vissuta senza ingombranti restrizioni anti Covid-19 o contingentamenti del pubblico, oltre che la prima pianificata sotto la nuova direzione di Tiziana D’Angelo. Nel periodo tra inizio giugno e fine agosto 2022 il museo e l’area archeologica di Paestum e l’area archeologica di Velia sono stati visitati da 156.231 persone. La cifra è significativa se paragonata ai numeri record dell’estate 2019 che sono stati ampiamente recuperati e superati quest’estate con un +18% complessivo di visitatori paganti, in particolare oltre +30% nel mese di agosto. Particolarmente significativo è il dato dei visitatori dell’area archeologica di Velia che nel mese di agosto 2022 sono triplicati rispetto allo stesso mese del 2019, quando il sito ancora non era stato accorpato all’autonomia pestana. Rispetto al biennio 2020 e 2021, i risultati del 2022 confermano la graduale e generale ripresa nella fruizione dei luoghi della cultura che, nel caso del parco archeologico di Paestum e Velia, registra un generale incremento del +28% rispetto ai mesi estivi del 2021 e del +85% rispetto ai visitatori del trimestre giugno-agosto 2020.

Tiziana D’Angelo, direttrice del parco archeologico di Paestum e Velia, accoglie i visitatori al Tempio di Nettuno (foto pa-paeve)
“Questa prima estate a Paestum e Velia mi ha regalato grandi soddisfazioni”, dichiara il direttore, Tiziana D’Angelo. “Assieme ai miei collaboratori, abbiamo lavorato con dedizione per costruire rapidamente una programmazione ampia, diversificata e innovativa. In risposta alla ripresa del turismo nazionale e internazionale a seguito dell’uscita dall’emergenza sanitaria, abbiamo creato nuovi percorsi di visita e reso i nostri siti sempre più accessibili, migliorando anche i collegamenti tra Paestum e Velia. Il rilancio di Velia costituisce un’importante priorità e i nostri sforzi di valorizzazione del sito hanno già sortito risultati eccellenti. Un altro obiettivo – continua D’Angelo – era quello di consolidare il rapporto con il territorio e le sue comunità, per le quali i siti di Paestum e Velia sono fondamentali spazi aggregativi dal forte potere identitario. In tal senso, mostre, spettacoli teatrali, concerti e laboratori di degustazione hanno contribuito ad aprire il Parco a nuovi segmenti di pubblico e a promuovere la sinergia tra turismo culturale, balneare ed enogastronomico. La risposta dei visitatori è stata estremamente positiva e calorosa: lo straordinario numero di ingressi registrati negli ultimi mesi racconta di una vivace ed eclettica comunità che cresce e vive il Parco a tutto tondo, come spazio di condivisione ed espressione. Dietro al successo di quest’estate c’è un eccezionale lavoro di squadra, di cui sono orgogliosa e profondamente grata. I risultati ottenuti – conclude – ci motivano a proseguire con sempre più impegno e tenacia verso nuovi obiettivi, tra cui la creazione di collaborazioni e progetti che ci consentano di destagionalizzare la fruizione del Parco, con un impatto positivo su tutto il tessuto socio-economico del territorio”.

“Oltre il museo. Storie dai depositi”: apertura al pubblico con visite guidate ai depositi del museo Archeologico nazionale di Paestum (foto pa-paeve)

La direttrice Tiziana D’Angelo, al centro, alla riapertura della Porta Rosa a Velia (foto pa-paeve)
A contribuire all’aumento dei visitatori del Parco anche le numerose innovazioni nell’ambito della fruizione, promozione e valorizzazione di Paestum e Velia, tra cui la riapertura al pubblico dei depositi del museo di Paestum, visitati da 1750 persone dal 18 giugno 2022, e la riapertura del percorso di visita di Porta Rosa, il monumento simbolo di Velia e la più antica testimonianza di arco a tutto sesto della Magna Grecia. Fondamentale anche l’istituzione del servizio navette gratuito dedicato ai possessori del biglietto di ingresso al Parco che nei fine settimana di agosto ha consentito a circa 300 passeggeri di raggiungere Velia da Paestum e di godere di una visita libera al tramonto nella città bassa e sull’acropoli. Un’altra simile iniziativa è stata organizzata nel Comune di Ascea, in collaborazione con la Pro Loco, con l’istituzione di un servizio gratuito di navette per collegare la fascia costiera con il sito archeologico di Velia.

Il concerto di Vinicio Capossela al Tempio di Nettuno di Paestum ha segnato oltre 4mila ingressi (foto pa-paeve)

La direttrice Tiziana D’Angelo nelle serate di “Musica&Parole” al Tempio di Nettuno di Paestum (foto pa-paeve)
Un grande successo sono state le sedici aperture straordinarie serali rientranti nel Piano di valorizzazione del MiC 2022 che, con un biglietto di ingresso di soli 5 euro, hanno annotato la partecipazione di circa 16mila ospiti a concerti di musica, mostre, visite guidate, laboratori e giochi per bambini. Grande protagonista delle serate al Parco è stata la terza edizione della Rassegna “Musica & Parole”, con otto spettacoli tra Paestum e Velia. Si contano 13.840 presenze ai concerti di Roberto Vecchioni, Paolo Belli, Gegè Telesforo, Danilo Rea e Luciano Biondini a Velia e, a Paestum, di N.O.I. La Nuova Orchestra Italiana, Malika Ayane, Raphael Gualazzi e Simona Molinari e Vinicio Capossela, che detiene il record di ingressi con 4.169 spettatori.

Grande affluenza di pubblico per la “Notte con gli Dei” con la riapertura del Tempio di Nettuno e della Basilica a Paestum (foto pa-paeve)
Nelle altre otto serate del Piano di valorizzazione 2022 sono stati realizzati importanti eventi come la mostra “Vedute pestane”, in collaborazione con la Fondazione Giambattista Vico, con l’esposizione nel Santuario meridionale di Paestum di quindici quadri di artisti del Grand Tour. Dallo scorso 17 luglio, in occasione dell’evento “Notte con gli dei”, i templi dorici di Paestum sono stati riaperti al pubblico e resi nuovamente accessibili dopo la chiusura forzata a causa della pandemia: le visite all’interno del tempio di Nettuno e della c.d. Basilica sono ora incluse nell’ordinario percorso di visita e, insieme alle visite ai depositi del Museo, ampliano e rendono unica l’offerta culturale del Parco. A Velia, invece, le serate sono state animate dalle note del maestro Roberto Laneri e dalla Rassegna internazionale di musica da camera e organo antico dell’associazione “L.V. Beethoven”, oltre che dalla grande novità di quest’anno: i laboratori del gusto a cura di “Amici di Paestum & Velia”.

Per la “Notte bianca tra i templi di Paestum” performance artistiche di musica, danza e teatro
Impossibile non menzionare il grande successo della prima “Notte bianca tra i templi di Paestum” che ha donato a 3.677 persone la possibilità di vivere per una notte l’intera area archeologica illuminata e fruibile in sicurezza, e di partecipare a un fitto programma di performance artistiche di musica, danza e teatro; attività di gioco e didattiche per adulti e bambini; visite guidate e laboratori con degustazioni di prodotti locali DOP. Altri concerti hanno animato l’estate pestana, come quello della Fanfara dei Carabinieri e della Fanfara della Polizia di Stato, due appuntamenti di solidarietà dal forte valore etico e sociale, e il concerto della Nuova orchestra Scarlatti diretta dal maestro Beatrice Venezi realizzato in collaborazione con il Comune di Capaccio Paestum: ai tre concerti hanno partecipato 3.792 spettatori.
Dopo l’estate già si lavora alla programmazione delle prossime iniziative: il parco archeologico di Paestum e Velia aderisce all’appuntamento nazionale delle Giornate Europee del Patrimonio con visite ai cantieri di scavo, laboratori del gusto e attività didattiche per bambini nei due siti di Paestum e Velia in programma il 24 e il 25 settembre 2022, con costo del biglietto a 1 euro per l’apertura serale di sabato 24 settembre 2022.
Paestum. Tra i templi dorici apre la mostra itinerante “Vedute pestane” con quadri del Grand Tour del ‘700 e ‘800 accompagnata da un’estemporanea di pittura e da un laboratorio per bambini
Mostra itinerante al chiaro di luna lungo il percorso di visita che costeggia i due templi dorici del Santuario meridionale. Domenica 24 luglio 2022 il parco archeologico di Paestum e Velia, in collaborazione con la Fondazione Giambattista Vico, presenta la mostra “Vedute pestane” con l’esposizione nell’area archeologica di Paestum di quadri del Grand Tour del ‘700 e dell’800. La serata, che rientra nell’ambito delle aperture straordinarie del Parco promosse dal ministero della Cultura, vuole essere un omaggio all’architettura dorica di Paestum e, in particolare, alle vedute che questi monumenti millenari hanno ispirato ai viaggiatori del Grand Tour e da cui è dipesa la fortuna di Paestum nel mondo. L’esposizione si arricchisce di due momenti di partecipazione per adulti e bambini. L’obiettivo è sentirsi dei novelli viaggiatori del Grand Tour e creare delle nuove “vedute pestane” con gli occhi del mondo contemporaneo. In particolare, per domenica 24 luglio 2022, saranno organizzate le seguenti attività. Estemporanea di pittura: artisti professionisti e amatori potranno dipingere, secondo la tecnica a loro più congeniale, la loro visione dei templi di Paestum. I lavori saranno pubblicizzati sul sito web e sui canali social del Parco. Ai primi tre classificati sarà riconosciuto un piccolo premio. È consigliata la prenotazione all’indirizzo e-mail: pa-paeve.promozione@cultura.gov.it specificando nell’oggetto “ESTEMPORANEA DI PITTURA AL CHIARO DI LUNA”. Sarà possibile accedere all’area archeologica di Paestum dalle 20 alle 23 del giorno 24 luglio 2022 previo pagamento del biglietto Paestum By Night del costo di 5 euro. Se l’artista desidera donare la sua opera al parco archeologico di Paestum e Velia verrà utilizzata per future mostre di arte contemporanea. Laboratori di pittura per bambini: in occasione della mostra “Vedute pestane” del 24 luglio si propone un laboratorio, per tutti a partire dai 6 anni, sul tema del Grand Tour: i visitatori saranno accompagnati al chiaro di luna presso i luoghi della mostra, per conoscere i capolavori della collezione della Fondazione Giambattista Vico. Al termine del percorso, diventeranno loro stessi protagonisti del tour elaborando una propria idea dei templi di Paestum. Il laboratorio inizierà alle 20 e il costo per ogni partecipante è di 3 euro (massimo 30 partecipanti). Consigliata la prenotazione all’email: arte@lenuvole.com o tel: 081 2395653. Le opere realizzate verranno fotografate e pubblicate sui canali social e sul sito web istituzionale del parco archeologico di Paestum e Velia.








“Il lavoro che abbiamo condotto sul telamone e sull’intera area dell’Olympeion – dice Roberto Sciarratta, direttore del Parco della Valle dei templi – risponde perfettamente alla nostra mission di tutela e valorizzazione della Valle dei Templi, insieme all’identificazione, alla conservazione, agli studi, alla ricerca e alla promozione di ogni intervento che porti lo sviluppo di risorse del territorio. Sin dal 2019, da quando sono alla guida del Parco, ho fatto mio il progetto del precedente direttore Pietro Meli, ma ho anche risposto al grande fascino esercitato da questi colossi di pietra, dal tempo antico ad oggi”. Il Parco Valle dei templi, con il supporto di CoopCulture, ha già annunciato eventi formativi per le guide turistiche a cui parteciperanno studiosi e archeologi coinvolti nel progetto di musealizzazione. È stata integrata, inoltre, l’app gratuita per i visitatori della Valle con notizie sul telamone e sull’antico Olympieion e sono stati realizzati cartelli esplicativi in italiano e inglese lungo il percorso che conduce all’area del tempio. È nata anche una linea di merchandising dedicata al telamone, in vendita nei bookshop della Valle dei Templi. Sempre a cura di CoopCulture, nella prima domenica del mese (3 marzo 2024, alle 16) a ingresso gratuito sarà invece organizzata una visita laboratorio “All’ombra del telamone”, quasi una caccia al tesoro tra i ruderi del tempio, per bambini tra 6 e 12 anni che potranno così scoprire le caratteristiche, i segreti e le curiosità dell’antica e colossale struttura. Altre iniziative coinvolgeranno gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Agrigento: si sta lavorando a un puzzle in 3D che resterà nel Parco e all’organizzazione di giornate di “disegno en plein air”, sullo stile degli acquerellisti del Grand Tour, usando le diverse tecniche artistiche.
Vinta la sfida della delocalizzazione dell’esposizione dei reperti, conferma dell’importanza della rete per lo sviluppo territoriale. All’indomani della chiusura della mostra “Materia. Il legno che non bruciò a Ercolano”, prodotta dal parco archeologico di Ercolano con il consueto affiancamento del Packard Humanities Institute, nella settecentesca Reggia di Portici, residenza estiva della famiglia reale borbonica e sede del Herculanense Museum, tra i primi musei archeologici al mondo e meta dei viaggiatori del Grand Tour, si esulta per il successo del progetto culturale che non è solo la risposta del pubblico, più di 50mila visitatori, ma anche l’efficacia della partnership che ha soddisfatto tutti. La mostra è nata infatti da una straordinaria collaborazione interistituzionale con la Città metropolitana di Napoli, il dipartimento di Agraria e del Musa (Centro museale Reggia di Portici) dell’università di Napoli “Federico II” e con un finanziamento della Regione Campania. 










Katriona Munthe, nipote e custode della memoria di Axel Munthe, una delle personalità svedesi più rilevanti del Novecento, ha voluto aprire i suoi archivi di famiglia selezionando 140 fotografie degli inizi del XX secolo, immagini che testimoniano la passione del nonno per il mondo classico: una vera e propria avventura esistenziale che, partendo da Napoli e dal cuore del Mediterraneo, testimonia la ricerca del senso della Bellezza. Il mondo privato di Axel Munthe si scopre al Mann: il celebre medico svedese è raccontato con testimonianze inedite nella mostra “Honesta Voluptas – Il Giardino di Axel Munthe, riportato alla luce da Jordi Mestre”, in programma dal 19 gennaio al 19 marzo 2023 nelle sale della cosiddetta Farnesina del museo Archeologico nazionale di Napoli. L’esposizione, curata dalla nipote Katriona Munthe e da Michele Iodice, ripercorre la biografia di Munthe, appassionato di archeologia e natura e legato a doppio filo alla nostra regione, dove elesse la sua residenza a Capri, in Villa San Michele. Il restauro delle immagini è opera del maestro catalano Jordi Mestre, uno dei massimi esperti nel recupero della fotografia d’archivio. Nell’allestimento, figurano anche piante da giardino e due sagome di Munthe e Amedeo Maiuri. “Abbiamo accolto con entusiasmo il progetto di Katriona Munthe e Michele Iodice e, quindi, con piacere ospitiamo le memorie del celebre medico svedese che tanto amò l’archeologia, la città di Napoli e la cultura mediterranea”, commenta il direttore del museo, Paolo Giulierini. “Nell’occasione voglio ricordare che già da qualche anno con il sito di Villa San Michele ad Anacapri, ricco di antiche vestigia e importanti rimandi alle collezioni del Mann, è attiva una convenzione per la realizzazione di attività culturali e di promozione”. E i curatori: “Munthe inseguiva il mito e la magia della Vis medicatrix naturae, adorava gli animali, ed era consapevole dell’effetto straordinario dello spirito del luogo e l’energia rigenerativa dell’ambiente. Per cui la sua scelta di creare la sua dimora sull’isola di Capri, e la costruzione della stessa casa, con gli scavi che portavano alla luce le sculture, i marmi, i bronzi dell’Impero romano, era una scelta che gli consentiva di abbracciare il fascino e la grazia del mondo antico attraverso l’armonia della bellezza”.


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