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Roma. A Palazzo Altemps presentazione del restauro di alcuni degli affreschi della cosiddetta Villa del Giurista, insieme al libro “La retorica dei frammenti” di Giorgio Sobrà e al video “La retorica dei frammenti” di Edoardo Mariani e Francesco Scognamiglio

roma_palazzo-altemps_presentazione-restauri-dipinti-villa-del-giurista_locandinaNel 2013 gli scavi di archeologia preventiva condotti dalla Soprintendenza Speciale di Roma nell’ambito dei lavori di ampliamento dell’Autostrada A24 portarono alla luce, in corrispondenza del Cavalcavia di Salone (IV Municipio di Roma Capitale), i resti di un’importante complesso residenziale di età tardo-repubblicana. Grazie al rinvenimento di frammenti di intonaco dipinto con la raffigurazione di temi e formule del diritto romano la proprietà della villa è stata attribuita, da Felice Costabile, al giurista Quinto Mucio Scevola (140-82 a.C.). Il restauro di alcuni degli affreschi della cosiddetta Villa del Giurista è protagonista dell’evento che si tiene venerdì 28 marzo 2025, alle 18.30, al teatro di Palazzo Altemps e che vede coinvolti la soprintendenza Speciale di Roma, il museo nazionale Romano, l’Istituto Centrale per il Restauro e la Fondazione Paola Droghetti Onlus. Intervengono Edith Gabrielli, direttrice generale delegata del museo nazionale Romano; Daniela Porro, soprintendente speciale di Roma; con Fabrizio Santi, funzionario archeologo responsabile del territorio; Luigi Oliva, direttore dell’Istituto Centrale per il Restauro; e Vincenzo Ruggieri, presidente della Fondazione Paola Droghetti onlus. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.

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Copertina del libro “La retorica dei frammenti. I dipinti murali di età repubblicana dalla “Villa del Giurista” in via di Salone – Studi e restauri” a cura di Giorgio Sobrà

Nell’occasione verranno presentati il video “La retorica dei frammenti” di Edoardo Mariani e Francesco Scognamiglio, prodotto dalla fondazione Paola Droghetti onlus, e il libro “La retorica dei frammenti. I dipinti murali di età repubblicana dalla “Villa del Giurista” in via di Salone – Studi e restauri” a cura di Giorgio Sobrà (Gangemi editore), XXXII volume della collana INTERVENTI d’arte sull’arte, che racconta e documenta un progetto di restauro di straordinaria importanza: il recupero e la valorizzazione di alcuni preziosi frammenti architettonici dipinti appartenenti a una villa romana di epoca repubblicana detta “la villa del Giurista” scavata in occasione della costruzione del Cavalcavia di Salone sul GRA dell’A24. “Le pagine di questo volume”, scrive nell’Introduzione Vincenzo Ruggieri, presidente della Fondazione Paola Droghetti, “non solo ripercorrono le fasi del restauro, ma offrono anche uno sguardo sulle scelte metodologiche adottate e sulle sfide affrontate. La complessità di questo lavoro si è rivelata in tutta la sua difficoltà quando i restauratori e gli studiosi si sono trovati di fronte a centinaia di frammenti, ognuno portatore di una storia, ma privato del proprio contesto originale. Ogni frammento era un tassello di un intricato puzzle in cui la pazienza e la competenza delle restauratrici si intrecciavano per restituire forma e significato a ciò che il tempo aveva frammentato”

Reggio Calabria. Progetto check up Bronzi: al museo Archeologico nazionale al via la campagna di manutenzione programmata sui Bronzi di Riace, grazie a un accordo con l’Istituto Centrale per il Restauro. L’ultimo intervento risale al 2009-2013

reggio-calabria_archeologico_check-up-bronzi-2024_locandinaAl via la campagna di manutenzione programmata sui Bronzi di Riace. Nell’ambito di un accordo quadro tra il museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria e l’Istituto Centrale per il Restauro (ICR), è partita una nuova campagna di verifica e controllo dello stato di conservazione dei Bronzi di Riace e di Porticello. Nel marzo 2023 Museo e ICR hanno condiviso un programma di verifiche, strumentali e visive dello stato di conservazione dei reperti custoditi in Sala Bronzi, con le prime attività di controllo svolte già nel mese di settembre 2023. Le funzionarie del MArRC Barbara Fazzari, responsabile del Laboratorio di Restauro, e Daniela Costanzo, responsabile dell’Ufficio Collezioni, hanno coordinato e curato i rapporti tra il Museo e l’ICR e, insieme al direttore Fabrizio Sudano, seguiranno in prima persona i lavori in sala Bronzi. Il cronoprogramma della prima fase delle attività di verifica e monitoraggio predisposto in accordo con l’Istituto Centrale per il Restauro, prevede, nei mesi tra aprile a settembre 2024, una media di due/tre giorni di attività svolti dal gruppo di esperti che sarà impegnato in indagini autoptiche e diagnostiche sui Bronzi di Riace e di Porticello. Il primo sopralluogo è previsto per il 15 e 16 aprile 2024, seguiranno gli altri incontri fissati dal 27 al 30 maggio 2024, dal 17 al 18 giugno 2024, dal 1 al 3 luglio 2024 e dal 16 al 18 settembre 2024.

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Uno dei due Guerrieri adagiato durante i restauri a Palazzo Campanella a Reggio Calabria (foto soprintendenza beni archeologici)

L’ultimo intervento di restauro sui Bronzi di Riace, che risale agli anni 2009-2013, è stato effettuato presso la sede del Consiglio Regionale della Calabria a Palazzo Campanella grazie alla collaborazione tra l’Istituto Centrale per il Restauro e l’allora soprintendenza ai Beni archeologici della Calabria. Le due statue, rientrate al Museo la notte del 21 dicembre del 2013, in questi anni sono state oggetto di interventi di manutenzione ordinaria e controlli strumentali da parte dei restauratori e degli archeologi del MArRC.

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I tecnici, dopo i lunghi restauri, hanno riscontrato nei Bronzi microfratture che li rendono estremamente fragili (foto soprintendenza beni archeologici)

“Una grande opportunità per il MArRC”, esordisce Fabrizio Sudano. “A dieci anni dall’ultimo intervento di restauro sui Bronzi di Riace, avviamo una campagna di verifica e monitoraggio indispensabile per pianificare i futuri interventi di manutenzione e restauro sui nostri capolavori più pregiati. Abbiamo studiato e proposto all’ICR una modalità di indagini il più possibile attenta alle esigenze del visitatore, che potrà osservare da piazza Paolo Orsi le attività di check up in sala Bronzi. Visitatore che è sempre più attento alle problematiche di conservazione e restauro e potrà così essere informato direttamente dai professionisti del restauro e comprendere il perché ma soprattutto come si interviene su un bene di una tale importanza”. “Fin dall’arrivo delle preziose sculture bronzee al museo nazionale di Reggio Calabria (1983), l’Istituto Centrale per il Restauro”, commenta il direttore delegato, arch. Giorgio Sobrà, “ha progettato e messo in atto campagne di studio, ricerca e restauro volte alla loro salvaguardia e conservazione, congiuntamente con i colleghi reggini. Assolutamente attuale è, al riguardo, il pensiero di Giovanni Urbani, poi ripreso da Michele Cordaro, circa la prioritaria necessità di prevenire il deterioramento dei materiali costitutivi dei beni culturali per mezzo di un’accurata politica di manutenzione e di un controllo costante delle condizioni ambientali. Nel solco di questa tradizione, l’ICR mette dunque a disposizione la propria decennale esperienza, al fine di definire le migliori strategie di conservazione per queste opere straordinarie”.

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I Bronzi di Riace esposti nel museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria (foto MArRC)

“Le verifiche sullo stato di conservazione dei Bronzi di Riace e Porticello”, commenta Barbara Fazzari, “rientrano in uno dei concetti più importanti del restauro moderno, ovvero la conservazione preventiva, che consiste nel pianificare tutte quelle azioni volte a prevenire i fenomeni di degrado, in modo tale che le opere abbiano sempre meno bisogno di essere restaurate. Accompagnati dagli esperti dell’ICR condivideremo infatti le strategie per minimizzare le possibili cause di alterazione dei bronzi, programmando tutte le attività di verifica e monitoraggio e gli interventi di manutenzione necessari a garantirne la corretta conservazione nel tempo”. “Le prime indagini videoendoscopiche che abbiamo condotto all’interno delle due statue”, ricorda Roberto Ciabattoni, responsabile scientifico del progetto per l’ICR, “hanno permesso di attuare, nel corso degli anni nuovi protocolli di intervento, primi per tecnologia applicativa, che hanno consentito lavorazioni remotizzate all’interno di manufatti. In questa nuova campagna di approfondimento scientifico, si metteranno a punto, in collaborazione con i professori Paolo Piccardo e Roberto Spotorno dell’università di Genova (UNIGE), dipartimento di Chimica e Chimica industriale, gruppo di ricerca Metal, delle procedure specifiche per gli approfondimenti diagnostici sulle leghe metalliche”.

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La sala asettica che ospita i Bronzi di Riace nel museo nazionale Archeologico di Reggio Calabria (foto marrc)

“La tutela delle collezioni è un obiettivo prioritario per ogni istituto di cultura”, prosegue Daniela Costanzo, “ma naturalmente l’importanza dei Bronzi di Riace esige una particolare attenzione per la salvaguardia di questi capolavori e la loro trasmissione alle generazioni future. Si tratta di un lavoro quotidiano e silenzioso, svolto di norma quando il Museo è chiuso al pubblico, ma in questo caso, vista la complessità delle attività da svolgere, abbiamo cercato un equilibrio tra le esigenze di tutela e quelle di fruizione pubblica, riducendo al minimo l’interdizione al pubblico della sala Bronzi”. “Le superfici delle sculture bronzee”, ricordano infine i restauratori dell’ICR Francesca Angelo, Davide Fodaro e Livia Sforzini, “rivelano la loro lunga storia, a partire dal momento dell’esecuzione, passando per la giacitura in ambiente marino e attraverso i vari interventi conservativi cui sono state sottoposte. L’obiettivo della presente campagna di verifica e controllo mira a rilevare, comprendere e registrare, con metodologie integrate, la complessità delle patine presenti, morfologicamente diversificate e composite, al fine di poter monitorare nel tempo le superfici con la massima attenzione, proseguendo gli studi le ricerche per definire al meglio i protocolli conservativi mediante azioni dirette e indirette”. L’attività di monitoraggio diventa quindi un momento di scambio con il pubblico che così può comprendere quanto sia delicato e complesso il lavoro fatto per mantenere ciò che ci è stato tramandato, acquisendo una maggiore sensibilità sul concetto di salvaguardia e prevenzione del patrimonio archeologico. Nelle giornate di attività del team scientifico, i visitatori avranno la possibilità di seguire i lavori in corso attraverso le vetrate di piazza Paolo Orsi e di approfondire vari aspetti relativi agli studi e al restauro dei Bronzi attraverso i contenuti multimediali appositamente predisposti. Inoltre, grazie alla collaborazione con la società Coopculture, concessionario dei servizi aggiuntivi del MArRC, i visitatori che acquisteranno il biglietto per le date in cui il progetto Check-up sarà all’opera, potranno utilizzare lo stesso titolo di accesso per entrare in sala Bronzi, entro 30 giorni dalla prima data di visita.

Roma. All’Archivio centrale dello Stato apre la mostra fotografico-documentaria “Italia-Libia: i luoghi dell’archeologia. Dagli archivi all’impegno sul campo” che racconta 70 anni di missioni archeologiche italiane in Cirenaica, Tripolitania, Fezzan a partire dagli anni ‘50 del secolo scorso col contributo delle fonti archivistiche

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Locandina della mostra fotografico-documentaria “Italia-Libia: i luoghi dell’archeologia. Dagli archivi all’impegno sul campo”: all’Archivio centrale dello Stato dal 9 al 30 giugno 2022

I paesaggi archeologici della Libia, che coincidono con i luoghi dove ancora oggi sono attive le missioni operanti in seno al Dipartimento di Antichità della Libia (DoA), rappresentano un patrimonio che negli anni dell’occupazione italiana della Libia (1911-1943) si è prestato a lungo a narrazioni retoriche con finalità apertamente propagandistiche. A partire dagli anni Cinquanta il confronto con questa eredità si è espresso in un dialogo sempre più costruttivo tra il DoA e le missioni archeologiche italiane: il processo di rinnovamento è stato segnato da ricerche che esulano totalmente dalla tradizione coloniale e che sono ancora oggi sostanziate dal proficuo scambio con altre missioni straniere presenti in Libia. La ricerca archeologica, senza dimenticare il passato – le fonti documentarie sono lì a ricordarlo – si presenta oggi totalmente rinnovata negli obiettivi, nelle metodologie e nell’assunzione di nuove responsabilità sotto il segno di una nuova cooperazione. Giovedì 9 giugno 2022, alle 9.30, a Roma. all’Archivio centrale dello Stato, verrà inaugurata la mostra fotografico-documentaria “Italia-Libia: i luoghi dell’archeologia. Dagli archivi all’impegno sul campo” organizzata dall’Archivio centrale dello Stato, l’ISMEO e la Fondazione MedA col patrocinio del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale. Con l’occasione sarà presentato il catalogo della mostra “Libia-Italia: un’archeologia condivisa” (Tripoli, 22 settembre-22 dicembre 2021). Il programma. Dopo i saluti istituzionali, intervengono: alle 10.15, Mohamed Faraj al-Faloos, presidente Dipartimento di Antichità della Libia; 10.30, Giorgio Sobrà, Istituto centrale per il restauro – MiC; 10.45, Mirco Modolo, Archivio Centrale dello Stato – MiC; 11, Mustafa A. Turjman, Dipartimento Antichità della Libia; 11.15, Bashir O. Galgham, Dipartimento Antichità della Libia. Presentazione catalogo mostra “Libia-Italia: un’archeologia condivisa” (Tripoli: 22 settembre-22 dicembre 2021); 12, Andrea Manzo, ISMEO; 12.30, Emanuele Papi, direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene. A seguire: visita alla mostra e buffet. La mostra è allestita nell’atrio della sede monumentale di piazzale degli Archivi e si propone il duplice scopo di raccontare 70 anni di missioni archeologiche italiane in Cirenaica, Tripolitania, Fezzan a partire dagli anni ‘50 del secolo scorso e di mettere in evidenza il ruolo delle fonti archivistiche per ricostruire la storia della ricerca archeologica italiana in Libia. Ne sono un esempio i fondi archivistici dell’Archivio centrale dello Stato e le fotografie della Biblioteca IsIAO (Biblioteca nazionale centrale di Roma), che aprono il percorso espositivo. La mostra resterà aperta al pubblico, con accesso gratuito, dal 9 al 30 giugno 2022, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18.