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Licodia Eubea (Ct). Alla XIII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico la giuria di qualità premia il film “Askòs” e il pubblico “Il Rinascimento nascosto”. Al prof. Ieranò il premio Antonino Di Vita

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Lo staff della XIII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico di Licodia Eubea (foto graziano tavan)

Alla fine tutti sul palco per un grazie corale allo staff che dietro i vulcanici Alessandra Cilio e Lorenzo Daniele, direttore artistici, hanno permesso che la XIII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico girasse al meglio in ogni suo aspetto, senza lasciare al caso il minimo dettaglio. E l’applauso tributato dal pubblico che ha assiepato il Teatro della Legalità di Licodia Eubea (Ct) ne è stato il riconoscimento, giunto al termine della cerimonia di premiazione, momento clou dell’ultima sera.

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Il sindaco di Licodia Eubea Sandro Randone, al centro, con il premio Archeoclub. Da sinistra, Lorenzo Daniele, Angela Roberto, Santo Randone, Giacomo Caruso, Alessandra Cilio e l’assessore Giuliana Pepi (foto graziano tavan)

 

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Frame del film “Il Rinascimento nascosto. Presenze africane nell’arte” di Cristian Di Mattia

Premio Archeoclub d’Italia. Il pubblico ha mostrato di apprezzare molto i film proposti, e la classifica finale ha decretato il vincitore con pochi decimali di differenza. Il premio è stato assegnato al film “Il Rinascimento nascosto. Presenze africane nell’arte” di Cristian Di Mattia (Italia 2023, 90’), che ha ottenuto una votazione media di 9,4. Davanti al film “Sari, sei metri di eleganza” di Diego D’Innocenzo (Italia 2023, 40’) con voto medo 9.1, e terzi ex aequo “Isatis” di Alireza Dehghan (Iran 2021, 75’) e “Uomini e dei: il mare e il sacro” di Massimo D’Alessandro (Italia 2023, 42’) con voto medio 8.8. Il premio è stato consegnato da Angela Roberto, presidente dell’Archeoclub d’Italia di Agrigento.

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La consegna del Premio AudioVisiva 2023 per il film “Askòs. Il canto della sirena”. Da sinistra, Dionysia Kopana, Lada Laura, Francesco Mollo e Antono Martino (foto graziano tavan)

Premio Archeovisiva. Viene conferito dalla giuria internazionale di qualità, composta dalla regista greca Dionysia Kopana e dalla direttrice del Festival internazionale del cinema archeologico di Spalato Lada Laura, presenti in sala, e dalla regista bolognese Sabrina Monno collegata in video. Il premio è stato assegnato al film “Askòs. Il canto della sirena” di Antonio Martino (Italia 2023, 62’): dopo aver fatto il giro del mondo l’Askòs delle Murge, un prezioso reperto trafugato nel 1988, torna a casa nel museo Archeologico nazionale di Crotone. Quattro personaggi raccontano le loro vite trascorse insieme all’archeologia e il loro legame con questo difficile recupero. Il premio è stato consegnato da Lada Laura al regista Antonio Martino e allo sceneggiatore Francesco Mollo, presenti in sala.

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Frame del film “Askòs, il canto della Sirena” di Antonio Martino

Ecco la motivazione: “È un film caratterizzato da un approccio registico sensibile e da una profonda conoscenza del linguaggio cinematografico. L’autore adopera con maestria e attenzione le immagini di repertorio e le integra nel racconto in un modo organico che valorizza il lato emozionale della storia. La musica, sapientemente scelta, completa l’atmosfera del film, aggiungendo profondità al racconto.

La regista greca Dionysia Kopana e la direttrice del Festival internazionale del cinema archeologico di Spalato Lada Laura, membri della Giuria internazionale di Qualità alla XIII edizione del Festival della Comunicazione e del Cinema archeologico, per archeologiavocidalpassato.com fanno un bilancio della loro esperienza di giurati. “Abbiamo visto molti film, film molto belli”, spiega Dionysia Kopana, “ecco perché per noi non è stato facile decidere qual è il migliore ecco perché abbiamo deciso di dare una menzione speciale a un cortometraggio e abbiamo deciso di dare il premio al film Askos perché abbiamo scoperto che si trattava di un tema molto molto speciale, e per me è stato moto interessante il modo in cui ha inserito nel film il materiale d’archivio. L’archivio è la mia materia. E mi è piaciuto molto che fosse così: un film su come la vita moderna cambia il vecchio modo di vivere”. Continua Lada Laura: “Sul film che doveva essere premiato quest’anno al Festival sono totalmente d’accordo con Dionysia. È un film che valorizza la tradizione e tutti gli sforzi della popolazione locale, degli abitanti, e mostra il loro attaccamento e il loro sentimento per il patrimonio culturale. E tutte le battaglie che devono affrontare. E alla fine dà loro la grande soddisfazione di avere ciò che appartiene a loro a casa loro”.

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Frame del “In the beginnig” di Shaun Clark

Come accennava Dionysia Kopana, per la prima volta la giuria di qualità ha assegnato anche una menzione speciale, andata al film “In the beginnig” di Shaun Clark (Gran Bretagna 2022, 11’): il grido rivolto al mondo di una donna avvolta dall’oscurità testimonia la ricerca senza tempo della propria identità e del proprio posto nel mondo nel susseguirsi delle epoche. La giuria ha apprezzato “l’immaginazione e l’approccio creativo”.

“Abbiamo anche deciso”, spiega Lada Laura, “perché ci sono film di durata diversa, argomenti diversi, approcci diversi, abbiamo avuto la libertà di assegnare una menzione speciale al film “In the beginnig” perché ha un approccio fantasioso, creativo e fresco, molto semplice, e noi pensiamo che se lo meriti, che sia giusto”.

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Maria Antonietta Rizzo Di Vita consegna il Premio Antonino Di Vita 2023 a Giorgio Ieranò dell’università di Trento (foto graziano tavan)

Premio Antonino Di Vita. Assegnato a chi spende la propria professione nella promozione della conoscenza del patrimonio storico artistico e archeologico. Il premio è stato consegnato da Maria Antonietta Rizzo Di Vita a Giorgio Ieranò, professore ordinario di Letteratura greca all’università di Trento, saggista e traduttore teatrale, ma anche giornalista e apprezzato comunicatore culturale per case editrici come Feltrinelli, Einaudi e La Terza. I suoi ambiti di ricerca spaziano dalla mitologia alla lirica corale greca e al teatro e alla sopravvivenza dell’antico nelle letterature moderne. Ecco la motivazione. “Per la grande capacità di raccontare con acutezza ed efficacia il mondo antico e i miti che lo popolano alla luce del nostro tempo, dando così vita a un fruttuoso dialogo fra epoche, offrendo spunti di riflessione inediti su quella pluralità di atteggiamenti, tensioni e sentimenti che caratterizzano da sempre l’animo umano”.