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Bassano. Per la restituzione alla città del Ponte, cinque mesi di eventi culturali. Si inizia con la grande mostra “Palladio, Bassano e il Ponte. Invenzione storia mito”, che racconta il mito del ponte, ma contemporaneamente di un ponte concreto e reale da 500 anni, il ponte di Bassano, disegnato da Palladio, distrutto e ricostruito più volte

Il Ponte di Bassano tornato al suo splendore dopo i recenti restauri (foto esseci)

È il Ponte degli Alpini. Ma anche il Ponte Vecchio. In una parola: il Ponte di Bassano, simbolo della cittadina della pedemontana veneta, in realtà opera ingegneristica del genio di Andrea Palladio, progettato nel 1569, e dallo stesso archistar definito “una strada sopra dell’acqua… bella per la forma, e forte”. Cinquecento anni di storia, contrassegnati anche da momenti dolorosi, non solo per la furia delle acque del Brenta che l’hanno più volte danneggiato, ma per la mano dell’uomo, come nel 1813 quando il viceré Eugenio di Beauharnais lo fece incendiare per fermare l’avanzata austriaca, o nel 1945 quando prima le bombe alleate poi le mine dei partigiani lo fecero saltare in aria per salvare la città. Ma fu sempre ricostruito, rimanendo fedeli al modello palladiano. Anche nell’ultimo restauro, durato sette lunghi anni, e finito nel maggio 2021, che ha comportato anche la deviazione del fiume Brenta e l’uso di tecnologie sofisticate per salvarlo dal collasso e restituirlo alla Storia. Ora è tempo per Bassano di tributargli il giusto riconoscimento con un programma di eventi a partire da sabato 29 maggio 2021.

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Locandina della mostra “Palladio, Bassano e il Ponte. Invenzione storia mito” ai Musei civici di Bassano dal 29 maggio al 10 ottobre 2021

A cominciare da una grande mostra “Palladio Bassano e il Ponte. Invenzione storia mito”, dal 29 maggio al 10 ottobre 2021 ai musei civici di Bassano del Grappa, a cura di Guido Beltramini, Barbara Guidi, Fabrizio Magani e Vincenzo Tiné. L’esposizione è stata promossa dall’amministrazione comunale di Bassano del Grappa proprio per celebrare la conclusione del lungo restauro del Ponte Vecchio conosciuto anche come il Ponte degli Alpini. La mostra è frutto di una sinergia fra il museo civico di Bassano, la soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Verona, Rovigo e Vicenza e il Centro Studi Internazionali di Architettura Andrea Palladio-Palladio Museum di Vicenza. “Attendiamo con gioia l’apertura di questa importante mostra”, dichiara il sindaco Elena Pavan, “una mostra che, oltre a farci ripercorrere l’affascinate storia di questo singolare monumento divenuto simbolo di Bassano, rappresenta il primo di una ricca serie di appuntamenti volti a festeggiare la sua restituzione alla città”.

Il Ponte di Bassano in una pagina de “I Quattro libri dell’Architettura” di Andrea Palladio (Venezia, 1570), appartenuta ad Antonio Canova e conservata nella Biblioteca Civica di Bassano (foto comune di bassano)
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“Capriccio con edifici palladiani” di Antonio Canaletto (1750 ca.), olio su tela conservato al Complesso monumentale della Pilotta di Parma (foto pilotta parma)

“A differenza della maggior parte degli architetti cinquecenteschi”, ricorda Guido Beltramini, direttore del CISA e co-curatore della mostra, “Palladio è un architetto di ponti: ponti di pietra, di legno e di carta. Questi ultimi sono senza dubbio quelli che avranno un impatto più marcato sulla cultura figurativa dei secoli successivi: pubblicati sulle pagine dei Quattro Libri, il trattato edito a Venezia nel 1570, diventeranno i protagonisti dei sogni degli artisti del Settecento. Algarotti chiederà a Canaletto di fargli vedere il ponte di Rialto come lo aveva pensato Palladio, ma anche Bellotto, Carlevarijs e Piranesi faranno dei ponti uno dei soggetti privilegiati delle loro vedute. La mostra racconta il mito del ponte, ma contemporaneamente parla di un ponte concreto e reale da 500 anni, il ponte di Bassano, disegnato da Palladio, distrutto e ricostruito più volte in un’epopea che dal Settecento del Ferracina giunge al presente del Ponte degli Alpini. Il racconto della mostra si snoda a partire da disegni originali di Palladio, libri cinquecenteschi, mappe antiche, dipinti del Settecento, fotografie di fine Ottocento, modelli di studio contemporanei”.

“Il Ponte di Bassano” di Roberto Roberti (1807), olio su tela conservato al museo civico di Bassano del Grappa (foto comune di bassano)

La mostra è accompagnata da un volume scientifico, in grado di fornire gli strumenti di lettura della storia del ponte di Bassano e dei suoi secoli di storia. Il volume è articolato in tre sezioni. La prima, di taglio storico, contestualizza la fase di costruzione cinquecentesca del ponte all’interno dell’economia, politica e società bassanese dell’epoca, senza trascurare anche la “preistoria” del ponte, con i diversi attraversamenti dal medioevo in avanti. La seconda sezione, di tema palladiano, rende conto delle novità nelle ricerche su Palladio e i ponti in pietra e in legno, con particolare attenzione al ponte nella città di Bassano e a quello a Cismon del Grappa. Una terza sezione riguarda la “vita materiale” e le trasformazioni del ponte in un arco cronologico che va dalla sua costruzione sino al recente restauro, nonché alla forza del suo mito nelle arti figurative.

“Interno del Ponte Vecchio di Bassano” di Sebastiano Lovison (1826), incisione a bulino conservata al museo civico di Bassano (foto comune di bassano)

Bassano ha predisposto da maggio a ottobre 2021 un ricco programma di appuntamenti per festeggiare la restituzione del Ponte alla città (vedi Il Ponte degli Alpini | Il Ponte Vecchio | Il Ponte di Palladio | Il Ponte di Bassano / Fotonotizie / Comunicazione / Home – Comune di Bassano del Grappa). Gli eventi in programma, che compongono un unico calendario, sono stati idealmente suddivisi in due gruppi: gli appuntamenti strettamente legati alla restituzione del Ponte, e quindi organizzati per questo specifico momento, e il “Fuori Ponte”. Questo secondo, riunisce diverse manifestazioni organizzate ciclicamente da associazioni ed enti cittadini, in collaborazione con l’Amministrazione comunale, che per l’occasione avranno una specifica declinazione a tema. Per il 29 maggio 2021, giorno di inaugurazione della grande mostra ai musei civici, due gli eventi in programma. Alle 19, sul Ponte degli Alpini, “Un ponte in musica”, omaggio a Ennio Morricone. Concerto sul Ponte degli Alpini con il flautista Andrea Griminelli, l’Orchestra Ritmico Sinfonica Italiana e il Coro lirico Opera House diretti dal Maestro Diego Basso. Produzione Due Punti Eventi. Invece alle 15, per “Fuori Ponte”, a Villa Ca’ Erizzo Luca, cerimonia di consegna del Premio letterario nazionale Voci Verdi, a cura dell’Associazione Culturale Va’ Pensiero.

Oderzo. “La necropoli di Opitergium”, giornata di studi on line intorno alla mostra “L’anima delle cose” con la partecipazione di autorevoli studiosi italiani ed esteri

L’allestimento della mostra “L’anima delle cose” a Oderzo (foto Oderzo Cultura)

La mostra “L’Anima delle cose. Riti e corredi dalla necropoli romana di Opitergium”, promossa e organizzata da Oderzo Cultura in collaborazione con il Polo Museale del Veneto e con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso, da poco prorogata fino al 31 maggio 2021, diventa anche l’occasione per un ulteriore arricchimento dal punto di vista scientifico e culturale. Martedì 25 maggio 2021, “La necropoli di Opitergium”, giornata di studi on line intorno alla mostra “L’anima delle cose” sulla tematica dell’esposizione: appuntamento di grande interesse per la partecipazione di autorevoli studiosi italiani ed esteri. Vediamo il programma.

Programma. Alle 10, apertura dei lavori e saluti istituzionali: Maria Teresa De Gregorio, presidente di Oderzo Cultura; Maria Scardellato, sindaco del Comune di Oderzo; Fabrizio Magani, soprintendente Archeologia, Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso. Dalle 10.30 alle 12.30, Prima Sessione. Modera: Marta Mascardi, Oderzo Cultura. Interventi: Marta Mascardi (Oderzo Cultura – museo Archeologico “Eno Bellis”) su “Il progetto espositivo”, Margherita Tirelli (già soprintendenza per i Beni archeologici del Veneto) su “Spolia dalla necropoli opitergina: monumenta”, Giovannella Cresci Marrone (università Ca’ Foscari di Venezia) su “Spolia dalla necropoli opitergina: scripta”, Maria Cristina Vallicelli (soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso) su “I recinti funerari della necropoli opitergina: dallo scavo alla valorizzazione”, Luca Zaghetto (archeologo) su “Lo strano secchio da via Spiné”,  Elisa Possenti (università di Trento) su “Sepolture altomedievali di Oderzo: status quaestionis e problemi aperti”. Dopo la pausa pranzo, dalle 14 alle 16, Seconda Sessione. Modera: Maria Cristina Vallicelli (soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso). Interventi: Bruno Callegher (università di Trieste) su “Davvero “Obolo per Caronte”? Tombe con più monete nella Venetia et Histria”, Véronique Dasen (Université de Fribourg/ERC Locus Ludi) su “Play and toys in funerary contexts”, Margherita Bolla (Musei Civici di Verona) su “Strumenti scrittori in contesti funerari dell’Italia del Nord. Riflessioni a partire dal caso di Oderzo”, Cecilia Rossi (soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna) su “L’ombra dei gesti. Dal dato materiale alla ricostruzione del rito”. Alle 16, Tavolo di discussione e chiusura dei lavori. Modera: Margherita Tirelli già soprintendenza per i Beni archeologici del Veneto.

Al museo civico di Montebelluna “Archeologia del territorio a Montebelluna”: giornata di studi archeologici dalla mostra “Sapiens. Da cacciatore a cyborg” dopo un’impegnativa campagna di studi sulle nuove scoperte archeologiche del territorio e la revisione delle collezioni nei depositi. Webinar gratuito su Zoom

Archeologia del territorio a Montebelluna: giornata di studi archeologici dalla mostra “Sapiens. Da cacciatore a cyborg”, a cura di Emanuela Gilli e Benedetta Prosdocimi. Evento on line organizzata dal museo civico di Montebelluna (Tv) insieme alla competente soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per parlare di archeologia, ricerca, tutela e valorizzazione. Partner scientifici: università di Padova – Dipartimento di Beni Culturali; università di Ferrara – Dipartimento di Studi Umanistici; università Ca’ Foscari Venezia – Dipartimento di Studi Umanistici; università di Verona – Dipartimento di Culture e Civiltà. Tutto questo grazie alla mostra “Sapiens. Da cacciatore a cyborg” allestita al Museo Civico di Montebelluna dopo un’impegnativa campagna di studi sulle nuove scoperte archeologiche del territorio e la revisione delle collezioni nei depositi. Appuntamento mercoledì 31 marzo 2021, mattino: 10.15-12.30 / pomeriggio: 16.30-18.30. Webinar gratuito su piattaforma Zoom. È possibile iscriversi ad entrambe le sessioni oppure ad una soltanto. Iscrizione obbligatoria a info@museomontebelluna.it oppure chiamando lo 0423300465. PROGRAMMA. Ore 10.15: Apertura dei lavori e saluti istituzionali, interviene Fabrizio Magani soprintendente ABAP-Ve-Met; ore 10.30-12.30 | SESSIONE 1 – Pre-Protostoria: “Valorizzare il patrimonio tra tutela, ricerca e comunicazione. Il caso della mostra Sapiens. Da cacciatore a cyborg” con Emanuela Gilli (museo di Storia naturale e Archeologia di Montebelluna), Benedetta Prosdocimi (soprintendenza ABAP-Ve-Met) e Giorgio Vaccari (museo di Storia naturale e Archeologia di Montebelluna). “Art Bonus per lo studio delle collezioni litiche preistoriche del museo civico di Montebelluna” con Nicolò Scialpi (università di Ferrara), Marco Peresani (università di Ferrara). “L’indagine di strutture con indicatori di attività artigianale dell’Età del ferro a Montebelluna-Via Mercato Vecchio” con Veronica Groppo archeologa, Gaspare De Angeli archeologo, Paolo Reggiani (Paleostudy). “Lo studio della tomba 410 dell’Età del Ferro dalla necropoli di Montebelluna-Posmon. Dati archeologici e antropologici a confronto” con Benedetta Prosdocimi funzionario archeologo SABAP-Ve-Met, Nicoletta Onisto antropologa. Ore 16:30-18:30 | SESSIONE 2 – Età Romana: “Montebelluna, una società multiculturale: il caso delle spade celtiche da tombe romane dalla necropoli di Posmon” con Pier Giorgio Sovernigo archeologo. “Microstorie di romanizzazione. Lo studio della tomba 304 dalla necropoli di Montebelluna-Posmon” con Claudia Casagrande archeologa, Giovannella Cresci Marrone (università Ca’ Foscari Venezia), Anna Marinetti (università Ca’ Foscari Venezia), Nicoletta Onisto archeologo (antropologo) professionista, e Michele Asolati (università di Padova). “La fucina romana di Montebelluna. Dallo scavo alla ricostruzione virtuale” con Maria Stella Busana (università di Padova), Denis Francisci (università di Padova), Emanuel Demetrescu (istituto di Scienze del Patrimonio Culturale-CNR). “Nuovi dati sul centro romano di Montebelluna. Il fondo Amistani a Mercato Vecchio” con Attilio Mastrocinque (università di Verona), Luca Arioli archeologo, e Alfredo Buonopane (università di Verona).