Paestum. Scoperto un altro tempio dorico (VI sec. a.C.) “incorporato” in quello del V sec. a.C. individuato nel 2019 a ridosso delle mura. Il direttore Tiziana D’Angelo: “Nuova luce sulla polis magnogreca e sull’architettura dorica a Poseidonia. Presto sarà l’area sarà accessibile al pubblico”

Veduta a volo d’uccello dell’area di scavo del tempietto dorico a ridosso delle mura di Poseidonia-Paestum (foto mic)
Neppure il tempo di archiviare il brindisi di Capodanno per aver chiuso un 2023 da record per il parco archeologico di Paestum e Velia, con l’annuncio degli ambiziosi progetti scientifici, di ricerca e valorizzazione, che già arriva la prima buona notizia del 2024: scoperti a Paestum due nuovi templi dorici. il tempietto dorico intercettato nel 2019 a ridosso delle mura della città di Poseidonia non era l’unico, ma ne “nascondeva” un altro: il primo del V e l’altro del VI sec. a.C. Infatti per costruire nel V secolo il nuovo tempietto sono stati riutilizzati elementi architettonici di quello preesistente del VI secolo. Questi edifici sacri consentono di fare nuova luce sulle origini e lo sviluppo urbanistico della polis magnogreca e forniscono dati cruciali per comprendere l’evoluzione dell’architettura dorica a Poseidonia e in Magna Grecia. Ad annunciarlo è il direttore del parco archeologico di Paestum e Velia, Tiziana D’Angelo: “A breve le attività di scavo saranno concluse e siamo già al lavoro per creare un nuovo percorso di fruizione che renda questo importante santuario accessibile al pubblico”.

Veduta zenitale del tempietto dorico con l’annesso altare scoperto a ridosso delle mura di Paestum (foto mic)
“Ai margini occidentali dell’antica città di Poseidonia – Paestum, a ridosso della cinta muraria e a poche centinaia di metri dal mare”, spiega il direttore Tiziana D’Angelo, “è in corso una campagna di scavo stratigrafico che ha portato alla luce non uno bensì due templi greci di stile dorico. Il primo si data all’inizio del V secolo a.C. Di fronte, a circa 9 metri di distanza, è il suo altare. L’edificio rappresenta un unicum nel contesto dell’architettura sacra, ma le indagini delle ultime settimane hanno condotto a un’ulteriore straordinaria scoperta: quella di un secondo tempio, precedente a quello fino ad ora conosciuto. A rivelarlo sono 14 capitelli frammentari riutilizzati forse a scopo rituale nelle fondazioni del tempio successivo. Siamo di fronte quindi a due nuovi templi che sono profondamente legati alle origini della città di Poseidonia e che ci aiutano a comprenderne la profonda trasformazione culturale”.

Tiziana D’Angelo, direttore del parco, accompagna il ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano il direttore generale dei Musei Massimo Osanna e il direttore generale ABAP Luigi La Rocca, all’inaugurazione delle nuove sale del museo Archeologico nazionale di Paestum (foto pa-paeve)

Il cantiere aperto all’ex stabilimento Cirio a Paestum (foto pa-paeve)
E il ministro Gennaro Sangiuliano: “Le recenti scoperte avvenute a Paestum ci confermano quanto ci sia ancora molto da fare in termini di valorizzazione, di ricerca scientifica e ovviamente di nuovi scavi in questo importante e fondamentale sito. Il ministero è impegnato in tantissime iniziative, alcune delle quali sono già state realizzate. Ho personalmente partecipato all’inaugurazione del museo Archeologico nazionale interno al sito, dopo un importante lavoro di riallestimento e di rigenerazione, e mi recherò a Paestum per sottolineare l’intervento da 20 milioni di euro nell’area dell’ex stabilimento Cirio. Inoltre a Velia abbiamo inaugurato la mostra “Elea. La rinascita” ed è stato fatto un primo stanziamento affinché possa anche nascere il museo di Velia”.

Stilobate e crepidoma del tempietto dorico a ridosso delle mura di Paestum (foto mic)
Il primo tempio, inizialmente intercettato nel giugno del 2019 (vedi Paestum lancia una raccolta fondi con l’Artbonus per riportare alla luce il tempio dorico individuato all’inizio dell’estate: lungo le mura emersi alcuni frammenti di un edificio sacro del V sec. a.C. | archeologiavocidalpassato) e indagato a partire da settembre del 2022 (vedi Paestum. La direttrice Tiziana D’Angelo riapre lo scavo del tempietto arcaico lungo le mura e decide di raccontarlo in diretta sui canali social | archeologiavocidalpassato), si data ai primi decenni del V secolo a.C., e a oggi costituisce, per caratteristiche architettoniche e dimensionali, un assoluto unicum dell’architettura templare di ordine dorico. È conservato nelle porzioni dello stilobate (basamento delle colonne) e del crepidoma (gradini dove veniva costruito il tempio) e misura 11.60×7.60 m., con una peristasi di 4×6 colonne (vedi Paestum. Al via la rubrica “Diari di Archeologia”: nel primo episodio il direttore Tiziana D’Angelo con gli archeologi Manuela Ferraioli e Francesco Mele alla scoperta del tempietto dorico | archeologiavocidalpassato).

Frammenti di capitelli dorici, al di sotto della peristasi del tempio dorico del V sec. a.C., databili al VI sec. a.C. (foto mic)

Frammenti di capitelli dorici, al di sotto della peristasi del tempio dorico del V sec. a.C., databili al VI sec. a.C. (foto mic)
Da indagini svolte nelle ultime settimane, la storia del santuario sembra tuttavia essere ancora più antica. All’interno della struttura templare, al di sotto della peristasi, sono stati reimpiegati, probabilmente a scopo rituale, 14 capitelli dorici frammentari e altri materiali architettonici. I capitelli sono di dimensioni analoghe a quelli del tempietto finora esplorato. La tipologia è, invece, differente e confrontabile con quella dei capitelli del tempio di Hera I cosiddetto “Basilica”, il più antico dei tre templi maggiori di Paestum. Questi ultimi eccezionali rinvenimenti dimostrano che siamo di fronte a un altro tempio, di modeste dimensioni ma con caratteristiche architettoniche simili a quelle dei primi grandi templi pestani e da datarsi al VI secolo a.C. Per motivi ancora da accertare, forse un crollo, all’inizio del secolo successivo questa struttura è stata sostituita, nella medesima area, da un nuovo tempio.

Veduta zenitale del tempietto dorico a ridosso delle mura di Paestum, dimostrando che nel VI secolo non erano ancora state costruite (foto mic)

I gradini di accesso al tempietto dorico a ridosso delle mura di Paestum (foto mic)
La portata della scoperta non si limita all’architettura e alla storia del santuario ma amplia notevolmente la nostra conoscenza dell’impianto urbanistico della città. Alle spalle del tempio è stato smontato il crollo del paramento interno delle mura di cinta della città antica che aveva investito il tempio causandone un crollo parziale. Al di sotto di tale crollo è stato individuato il tracciato di una strada battuta, che corre parallela al tempio e ha, invece, un orientamento diverso rispetto alle mura. Si tratta di un rinvenimento di estremo interesse in quanto documenta che alla fine del VI secolo a.C., quando il tempio più antico fu eretto, la città di Poseidonia non era ancora dotata di mura difensive. In un periodo di forte crescita e monumentalizzazione della polis i coloni di Poseidonia edificarono un santuario in un luogo strategico, a protezione dello spazio urbano e visibile direttamente dal mare. L’importanza di questo spazio sacro è confermata dalle sue complesse fasi edilizie, che vedono la costruzione di ben due templi dorici, e dalla sua lunga e ininterrotta frequentazione, che per oltre mezzo millennio segna una fondamentale continuità di culto attraverso l’epoca greco-lucana e quella romana.

Frammento del fregio del tempietto dorico scoperto a ridosso delle mura di Paestum (foto mic)
“I nuovi scavi pestani sono l’ennesima dimostrazione di come lo studio e la ricerca siano assi portanti nella gestione del patrimonio culturale”, sottolinea il direttore generale Musei, Massimo Osanna, “e strumenti fondamentali delle funzioni di tutela e di valorizzazione che lo Stato è chiamato ad espletare, in un’ottica quanto più ampiamente sinergica tra le varie professionalità coinvolte a diverso titolo nelle investigazioni archeologiche. La messa in rete delle competenze, infatti, è veicolo del miglioramento della conoscenza e della fruizione dei beni culturali, con lo scopo di renderli ‘leggibili’ agli occhi di un pubblico dalle abilità diverse, ma tutte meritevoli delle stesse possibilità di accesso. Sono questi, d’altronde, gli obiettivi perseguiti dal Sistema museale nazionale, progetto ambizioso di livello nazionale che mira a fissare dei livelli minimi di qualità della valorizzazione per tutti i luoghi della cultura, di cui il Parco archeologico di Paestum e Velia, con le sue politiche intelligenti di cura e promozione dei siti in esso inclusi, rappresenta un esempio virtuoso, certamente foriero di ulteriori futuri affascinanti ritrovamenti”.
Paestum. Partiti i lavori per il restauro e il riallestimento del museo del Santuario di Santa Venera, dell’ex stabilimento Cirio e della nuova porta di accesso al parco e al museo Archeologico

L’ex stabilimento Cirio a Paestum (foto pa-paeve)
Al via i lavori per il restauro e il riallestimento del museo del Santuario di Santa Venera, dell’ex stabilimento Cirio e della nuova porta di accesso al parco e al museo Archeologico di Paestum. L’ambizioso progetto apre un nuovo capitolo nella storia del patrimonio culturale pestano e si concentra intorno a un’icona della città capaccese. L’ex fabbrica di pomodori “Cirio” fu costruita nel 1907 in parte sugli antichi resti di un santuario dedicato ad Afrodite la cui presenza è ancora oggi ricordata nel toponimo della zona “Santa Venere”. I lavori appena iniziati si pongono come obiettivo prioritario il ripristino dello stato di conservazione dell’edificio purtroppo in condizioni molto precarie con corpi di fabbrica pericolanti o crollati e la pulizia dell’area esterna da rovi infestanti e vegetazione spontanea. Dopo la necessaria operazione di bonifica da eventuali ordigni bellici è in programma la messa in sicurezza e l’allestimento del cantiere in tutto il lotto, l’avvio dei lavori di preparazione delle murature storiche da restaurare, lo smantellamento dei piccoli corpi di fabbrica, la demolizione dei manufatti ammalorati e delle coperture pericolanti. Seguirà l’avvio del restauro vero e proprio.
I primi risultati dei lavori e la programmazione degli interventi futuri saranno presentati nei prossimi giorni nella sala Cella del museo Archeologico nazionale di Paestum dove interverranno il direttore del parco archeologico di Paestum e Velia, Tiziana D’Angelo; il direttore generale del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel; il sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri; il direttore del museo nazionale di Matera e responsabile unico del Procedimento, arch. Annamaria Mauro; il direttore dei lavori, arch. Luigi Di Muccio; i progettisti dello Studio Guicciardini & Magni Architetti e l’impresa Consorzio CONPAT S.c.a.r.l. aggiudicatrice dei lavori.

Partiti i lavori all’ex stabilimento Cirio di Paestum (foto pa-paeve)

Tiziana D’Angelo, direttore del parco archeologico di Paestum e Velia, nel Tempio di Nettuno a Paestum (foto pa-paeve)
“L’avvio dei lavori all’ex stabilimento Cirio”, dichiara Tiziana D’Angelo, direttore del parco archeologico di Paestum e Velia, “segna l’impegno concreto ad ampliare e ridefinire il complesso del Parco archeologico di Paestum e Velia e a potenziare il suo rapporto con il territorio. A pochi passi dalla cinta muraria, il Santuario di Santa Venera torna a essere accessibile e soprattutto offre l’opportunità unica di legare armoniosamente il passato più recente e quello antico della città per creare una realtà dinamica, una vera e propria fabbrica in cui costruire nuovi progetti culturali”. E il direttore generale Musei, Massimo Osanna: “I lavori in programma porteranno alla creazione di un nuovo luogo della cultura, spazio di conoscenza, apprendimento e ispirazione per le comunità del territorio e per i pubblici provenienti da tutto il mondo. Un progetto virtuoso capace di creare valore partendo dalla riqualificazione di un edificio industriale e di un’area archeologica segnata dalla presenza dell’importante Santuario extraurbano dedicato ad Afrodite, scavato e studiato a partire dagli anni ’80 dal grande maestro Mario Torelli insieme all’Università del Michigan”.

Il santuario di Afrodite nella zona di Santa Venera a pochi passi dalla cinta muraria di Paestum (foto pa-paeve)

Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Pompei (foto parco archeologico Pompei)
Gabriel Zuchtriegel, direttore generale del parco archeologico di Pompei: “È una grande opportunità per il territorio che lega uno dei santuari più importanti dell‘antica Poseidonia, quello di Afrodite, alle spalle del complesso e di una forma rara ma non senza confronti, come ha mostrato il compianto Mario Torelli evidenziandone le similitudini con il cosiddetto Heroon di Olimpia, alla Paestum medievale, all‘archeologia industriale, all’arte contemporanea e alla dieta mediterranea. Una factory culturale in grado di esprimere tutta la ricchezza dell’eredità della Magna Grecia”. Gli fa eco il sindaco della Città di Capaccio Paestum, Franco Alfieri: “I lavori che, tra le altre cose, porteranno al restauro e alla riqualificazione dell’ex stabilimento Cirio si inseriscono nella stagione di rinascita che la Città di Capaccio Paestum sta vivendo negli ultimi anni. Congratulazioni al direttore D’Angelo per questo importante risultato conseguito”.

Il cantiere aperto all’ex stabilimento Cirio a Paestum (foto pa-paeve)

L’architetto Annamaria Mauro del parco archeologico di Paestum e Velia (foto pa-paeve)
“Il binomio archeologia classica e archeologia industriale”, interviene Annamaria Mauro, responsabile unico del Procedimento, “si sposa in questo cantiere unico e straordinario. Restaurare, valorizzare e aprire al pubblico l’area dell’ex stabilimento Cirio costituisce l’obiettivo primario dell’intervento. L’articolato cantiere mette a sistema, dopo un’approfondita analisi storica e tipologica che ci ha portati a delle scelte mirate di restauro critico, e quindi a tutelare e valorizzare soprattutto ciò che è rimasto del primo nucleo storico della fabbrica del 1910 e dell’ampliamento del 1950, sia a livello spaziale che materico, la realizzazione di un polo culturale strettamente connesso all’area archeologica e al Museo che sarà centro di informazione e di accoglienza per i visitatori e che ospiterà eventi di arte contemporanea, mostre e manifestazioni, depositi visitabili, un auditorium, un centro di studi e ricerca e diversi approfondimenti sul patrimonio immateriale, sulle tradizioni locali e sul paesaggio”. Chiude Luigi Di Muccio, direttore dei lavori: “Alla base della trasformazione di questa ex fabbrica c’è la volontà di creare un centro pulsante di conoscenza, ispirazione ed educazione. Un luogo in cui la storia parla, dove le generazioni possono imparare dalle sfide e dalle vittorie del passato. Un luogo in cui l’identità di Santa Venera è celebrata e condivisa. Questi sono i temi e i valori che hanno indirizzato i progettisti e che animano i lavori appena iniziati”.
Da ex fabbrica di pomodori a nuovo polo culturale di Paestum: presentati i nuovi interventi di valorizzazione all’ex stabilimento Cirio di Paestum e riallestimento del museo del santuario di Afrodite-Venere a Santa Venera. Zuchtriegel: un centro per lo sviluppo del territorio

Il progetto del nuovo accesso al parco archeologico di Paestum, dall’ex stabilimento Cirio con l’area del santuario di Santa Venera fino al museo Archeologico nazionale di Paestum (foto Pa-Paeve)

Lo scavo del santuario di Afrodite-Venere nell’area di Santa Venera (dal libro di Johannowsky-Pedley-Torelli del 1983)
Da ex fabbrica di pomodori a nuovo polo culturale di Paestum. Riflettori puntati sull’ex stabilimento della Cirio a Capaccio-Paestum (Sa). Nei giorni scorsi nel museo Archeologico nazionale di Paestum è stato presentato il progetto per il restauro e il riallestimento del museo del santuario di Santa Venera e per la riqualificazione dell’ex fabbrica di pomodori, esempio di archeologia industriale. In programma la realizzazione di un polo culturale strettamente connesso all’area archeologica e al museo di Paestum che sarà centro di informazione e di accoglienza per i visitatori e che ospiterà eventi di arte contemporanea, mostre e manifestazioni, depositi visitabili, un auditorium, un centro di studi e ricerca e diversi approfondimenti sul patrimonio immateriale, sulle tradizioni locali e sul paesaggio; altra specificità del nuovo polo sarà quella di confrontare archeologia classica e archeologia industriale. Al tavolo dei relatori, il direttore del parco archeologico di Paestum e Velia, Gabriel Zuchtriegel; il sindaco di Capaccio-Paestum, Franco Alfieri; il responsabile unico del procedimento e architetto del MiBACT, Annamaria Mauro; i progettisti Marco Magni e Giuseppe Lo Presti dello studio Guicciardini & Magni Architetti. Positivi i pareri di tutti gli enti amministrativi coinvolti nella conferenza di servizi che ha dato il via libera al bando di gara per i lavori.

La ristrutturazione dell’ex stabilimento Cirio nello studio Guicciardini Magni: qui l’area delle mostre temporanee
“L’ex fabbrica di pomodori Cirio è un’icona della città di Paestum”, dichiara il direttore del Parco. “Fu costruita a partire dal 1907 in località Santa Venera, in parte sulle antiche strutture di un santuario dedicato ad Afrodite-Venere e riportate alla luce in più campagne di scavo nel secolo scorso. Oggi l’edificio è di proprietà dello Stato e rientra nella competenza del parco archeologico di Paestum e Velia, come stabilito dalla riforma Franceschini nel 2014. Un progetto lungimirante e innovativo che pone al centro il territorio e il suo sviluppo, pensato in un’ottica di sostenibilità. Immaginiamo un polo che sia elemento di aggregazione sociale e culturale dell’intera comunità che da sempre ha visto la Cirio come un’opportunità di miglioramento. I lavori, inoltre, rappresentano un importante tassello per la riqualificazione urbana e per il potenziamento delle infrastrutture comunali, per cui ringrazio il sindaco di Capaccio-Paestum, Franco Alfieri per la costante collaborazione. In programma anche una maggiore accessibilità e fruizione del santuario di Afrodite che era tra i più importanti della Poseidonia antica”.

Visione assonometrica 3D da Sud del progetto di recupero dell’area dell’ex stabilimento Cirio di Paestum da parte dello studio Guicciardini-Magni
Il progetto è finanziato con Fondi Cipe per un importo totale di 20 milioni di euro di cui 1,1 milioni di euro riservati alla progettazione che è stata affidata con procedura di gara gestita da Invitalia allo studio Guicciardini & Magni. La restante parte del finanziamento è destinata ai lavori. Il progetto prevede la realizzazione di nuovi servizi per i visitatori e per gli addetti ai lavori tra cui bookshop, laboratori didattici, sale espositive e depositi archeologici visitabili; inoltre verranno sistemati gli spazi esterni con aree di sosta e parcheggi. Attenzione sarà riservata al miglioramento dei percorsi interni e al rifacimento dei sistemi impiantistici.
Anche il sindaco Alfieri ha colto l’occasione per presentare il piano dei lavori pubblici in programma al Comune di Capaccio-Paestum. “Lo stabilimento ex Cirio rappresenta un bene ricco di potenzialità. Anche per questo, la Comunità di Capaccio Paestum attendeva da lungo tempo l’avvio di un concreto processo di valorizzazione. Oggi, finalmente, quel giorno è arrivato”, commenta il sindaco Alfieri. “È importante sottolineare che l’intervento andrà a integrarsi con altri progetti strategici avviati dalla nostra Amministrazione in questa parte di territorio comunale. Penso, in primo luogo, a quello relativo all’anello ciclopedonale che correrà lungo le mura della città antica; un intervento in collegamento con la pista ciclabile intercomunale, il cui progetto è stato recentemente candidato a finanziamento su fondi MIT. Non tralascerei assolutamente gli interventi di miglioramento della mobilità urbana, a partire dai lavori di riqualificazione di via Magna Grecia e dal progetto del nuovo sottopasso ferroviario, che renderanno più semplice e razionale la viabilità nella zona di Paestum. Desidero infine sottolineare l’ottimo livello di cooperazione istituzionale fra Comune di Capaccio Paestum e Parco Archeologico di Paestum e Velia, reso possibile anche dalla sincera apertura al confronto e al lavoro comune dimostrata dal direttore Gabriel Zuchtriegel”.




Commenti recenti