Arezzo. Al museo Archeologico nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” presentazione del libro di Orazio Licandro “Cesare deve morire. L’enigma delle Idi di Marzo”: rilettura approfondita e innovativa di uno dei più interessanti enigmi dell’antichità
L’assassinio di Giulio Cesare è stato di certo un evento cardinale nella storia di Roma repubblicana. Come Alessandro Magno, anche Cesare mirava forse a conquistare un vasto impero? Temevano i cesaricidi che tornasse in patria in trionfo, accolto dalla folla come un nuovo sovrano di stampo ellenistico? Partendo da queste domande, e alla luce dei nuovi ritrovamenti e delle nuove scoperte in campo epigrafico, il saggio di Orazio Licandro offre una rilettura approfondita e innovativa di uno dei più interessanti enigmi dell’antichità, una di quelle vicende sulle quali la Storia e la storiografia non smettono mai di interrogarsi. Venerdì 24 novembre 2023, alle 17, nella Sala delle Ceramiche del museo Archeologico nazionale “Gaio Cilnio Mecenate” e anfiteatro romano di Arezzo sarà presentato il libro di Orazio Licandro “Cesare deve morire. L’enigma delle Idi di Marzo” (Baldini+Castoldi). Introdurranno e dialogheranno con l’autore Maria Gatto (direttrice del Museo), Annalisa Gualdani (università di Siena, Polo di Arezzo), Valerio Marotta (università di Pavia), Iolanda Ruggiero (università di Siena, Polo di Arezzo) ed Emanuele Stolfi (università di Siena).

Copertina del libro “Cesare deve morire. L’enigma delle Idi di marzo” di Orazio Licandro
“Cesare deve morire. L’enigma delle Idi di Marzo”. L’assassinio di Giulio Cesare – evento cardinale nella storia della repubblica romana – è stato studiato e analizzato per secoli: la storiografia moderna sembra concordare sul fatto che i tre cesaricidi abbiano agito per impedire il disegno del generale di instaurare la monarchia a Roma attraverso la dittatura a vita, uno strumento assolutamente inedito e che minacciava di sconvolgere l’ordine istituzionale e sociale costituito. Tuttavia, il recente ritrovamento di una tavola su cui è inciso l’elenco delle liste magistratuali del 45-44 a.C., gli anni in cui maturò e si realizzò la congiura, riapre la discussione: Cesare era infatti stato già nominato dictator perpetuus; ma l’aggettivo perpetuus non significava “a vita”. Se Cesare non voleva farsi re, allora cosa cercavano di impedire Gaio Cassio, Marco e Decimo Bruto? E quale fu il vero ruolo di Antonio? Attraverso un’analisi attenta e dettagliata delle fonti antiche e della storiografia moderna, Orazio Licandro rilegge l’intera vicenda e, scandagliando i fondali oscuri della lotta politica, presta ascolto a un altro grande condottiero, sorta di alter ego di Cesare, ovvero Napoleone: anche lui, infatti, sospettava che ci fosse un’altra ragione dietro l’omicidio di un uomo che, col suo potere e la sua geniale irruenza, avrebbe potuto cambiare il corso della Storia. La sua azione militare, del resto, dopo la conquista esemplare della Gallia, era orientata verso Oriente come a voler ripercorrere le orme di un idolo del passato: Alessandro Magno.
Venerdì 20 maggio 2022, alle 18, il museo Archeologico nazionale di Taranto, in collaborazione con il Dipartimento Jonico in Sistemi giuridici ed economici del Mediterraneo. Società, Ambiente, Culture dell’università di Bari “Aldo Moro”, l’università di Siena e l’associazione italiana di Cultura Classica (AICC)- delegazione di Taranto “Adolfo Mele”, organizza un’importante conferenza con uno dei maggiori esperti italiani di cultura giuridica dell’antica Grecia, di diritti greci e di fondamenti romanistici del diritto europeo. Si tratta del prof. Emanuele Stolfi, professore ordinario di Fondamenti romanistici del diritto europeo, Diritti greci e Diritto e letteratura dell’università di Siena che, per l’appuntamento del MArTA , relazionerà su “Giustizia e potere nella cultura greca del V secolo a.C.: tragici e storici”. Ingresso gratuito limitato esclusivamente alla sala Incontri. Per accedere alle sale espositive è necessario acquistare il biglietto di ingresso. “Un percorso interno a due grandi laboratori del pensiero politico (e della coscienza giuridica) dell’Occidente: la poesia tragica e l’analisi storiografica fiorite nell’Atene del V secolo a.C. Attraverso un approccio intersettivo, sulle tracce di motivi ricorrenti in saperi diversi e in apparenza lontani”, spiega il prof. Emanuele Stolfi, “si cercherà di far emergere alcune cruciali questioni che furono allora sollevate attorno a senso e implicazioni della giustizia, natura e derive del potere, prestazione egualitaria della legge, criticità della democrazia e rischi sempre incombenti di torsioni autocratiche”.
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