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Napoli. Atmosfere natalizie al museo Archeologico nazionale: mostra “Il Presepe cortese”, libro “Il Presepe”, presepe continuum su Carlo III di Borbone. E campagna promozionale di abbonamento al Museo. Giulierini: “Raccontiamo l’arte presepiale con un nuovo spirito di comunicazione”

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Atmosfere natalizie al museo Archeologico nazionale di Napoli con la mostra “Il Presepe cortese” (foto valentina cosentino)

Atmosfere natalizie al museo Archeologico nazionale di Napoli. Dal 1° dicembre 2022 al 31 gennaio 2023, in tre sale limitrofe alla sala della Meridiana, la mostra “Il Presepe cortese”: i primi due ambienti ospitano un video immersivo, che permette al visitatore di entrare letteralmente nelle scene e nelle architetture del presepe di Carlo, mentre l’ultimo spazio è riservato a pezzi da collezione di pastori settecenteschi. Mercoledì 7 dicembre 2022, alle 11.30, in auditorium, prima presentazione napoletana del libro “Il Presepe” (Il Mulino Edizioni) di Elisabetta Moro e Marino Niola. E a seguire, inaugurazione del presepe continuum del Mann, realizzato dall’Associazione presepistica napoletana: l’edizione 2022, allestito nelle sale della Villa dei Papiri, è dedicato alla figura di Carlo III di Borbone.

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Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e il direttore del Mann Paolo Giulierini alla inaugurazione della mostra “Il Presepe cortese” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto valentina cosentino)

Mostra “Il Presepe cortese”. Tradizione e multimedialità si incontrano per raccontare il presepe napoletano del Settecento: si parte, virtualmente, dalla corte di Carlo III di Borbone, sovrano promotore di una “moda” che, nei secoli, sarebbe diventata arte, tradizione, folclore. “Il presepe cortese”, commenta il direttore del Mann, Paolo Giulierini, “è un’iniziativa di altissimo profilo culturale, perché sublima la grande arte presepiale con uno spirito contemporaneo di comunicazione. Questa esperienza immersiva è un vero e proprio atto d’amore per un mondo che vale il riconoscimento UNESCO”.

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Particolarmente coinvolgente l’allestimento multimediale della mostra “Il Presepe cortese” al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto valentina cosentino)

Curato da Fabrizia Fiore (presidente associazione “Il miracolo di Carlo III”), l’allestimento multimediale è realizzato dall’architetto Marco Capasso e dal suo studio creativo: anche grazie alle musiche evocative di Antonio Fresa, il pubblico riesce a scoprire, in dettaglio, i personaggi, le storie e i significati simbolici del “grande teatro” rappresentato dal presepe settecentesco. In questo viaggio suggestivo, che intreccia i termini del sacro e del profano, sono molteplici i riferimenti storici da approfondire: dal dinamismo di Carlo di Borbone, che lanciò la “nouvelle vague” presepiale al fermento di una capitale europea come Napoli, vero e proprio baluardo per gli intellettuali di tutto il mondo. 

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Alla mostra “Il Presepe cortese” al Mann esposti pezzi da collezione (foto valentina cosentino)

L’esposizione si conclude con una carrellata di pezzi collezionistici che sono imperdibili, per gli intenditori e non solo:  una “Natività” di Giuseppe Sanmartino, appartenente alla collezione Accardi; un Oste di Nicola Somma (la statuetta, con la sua espressione arcigna e il porro sulla fronte, simboleggia nel presepe il Demonio, perché nel racconto evangelico fu proprio l’oste a cacciare la Madonna e San Giuseppe, costringendoli a rifugiarsi in una stalla); un nobile di Salvatore Di Franco, in abito tipico del Settecento in velluto e seta di San Leucio, con bottoni in filigrana d’argento alla catalana, rappresenta la variegata società del tempo; un nobile orientale, con cane, di Matteo Bottiglieri (nel gruppo è raffigurato il Corteo dei Magi in omaggio alle ambasciate del Sultano Ottomano e del Bey di Tripoli che, in visita a Napoli tra il 1740 e 1741, destarono lo stupore della popolazione e, per questo, furono inserite nel Presepe).

napoli_mann_promozione-openMann-2022_locandinaL’evento “Il Presepe cortese” inaugura la programmazione natalizia del Museo: come da tradizione, riparte anche la campagna di abbonamento annuale OpenMANN. Dal 4 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023, è possibile acquistare la card a prezzi promozionali: 19 euro per adulto; 34 per coppie (due adulti over 25 anni + minorenni); 4 per opzione Academy (studenti universitari o iscritti alle scuole di specializzazione, senza limiti di età). OpenMANN permette di accedere illimitatamente a collezioni permanenti ed esposizioni dell’Archeologico per 365 giorni dalla data di prima attivazione: chi si abbona presso la biglietteria dell’Istituto ha anche un piccolo cadeau. ​

napoli_mann_scaffale_libro-il-presepe_locandinaIl libro “Il Presepe” (Il Mulino Edizioni) di Elisabetta Moro e Marino Niola viene presentato per lo “Scaffale del Mann”, come si diceva, in auditorium, mercoledì 7 dicembre 2022, alle 11.30, dal direttore Paolo Giulierini che dialoga con gli autori. Il presepe è la Buona Novella che diventa presente. È la Natività che rinasce. E ogni anno si fa storia viva. Universale e locale. Perché ogni paese ne fa lo specchio di sé stesso. Il presepe francescano rappresenta la Natività, il presepe napoletano rappresenta l’umanità; e per questo ha conquistato l’immaginario globale, ed è amato da credenti e non credenti. Perché la versione partenopea della nascita di Gesù è un teatro della devozione dove si fondono e si confondono sacro e profano. E dove, in pochi centimetri quadrati di sughero e cartapesta, si raduna una straboccante folla multicolore e multietnica: pastori, mercanti, suonatori, venditori ambulanti, osti, lavandaie, cuoche, contadine, tessitrici, balie, re neri, visir ottomani, schiavi nubiani. Cui anno dopo anno si aggiungono personaggi dell’attualità. Risultato, una storia infinita e sorprendente, nella quale alla viva voce degli autori si sovrappone il racconto di testimonial eccellenti. Viaggiatori, artisti, scrittori, teologi e anche Papa Francesco che, in una lettera ai fedeli, esorta le famiglie a continuare questa tradizione che si può considerare un Made in Italy della religione.

Napoli. Ecco la speciale offerta del Natale al museo Archeologico nazionale: mostra-evento sui Bizantini, un giardino restituito, il presepe con allestimenti multimediali e un libro, avvio stagione concertistica, gli scacchi del Mann e il nuovo abbonamento OpenMANN

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Paolo Giulierini, direttore del Mann, presenta la mostra “Bizantini” (foto valentina cosentino)

Natale al Mann, più che un’idea. Il museo Archeologico nazionale di Napoli, per festeggiare l’ultimo mese del 2022, ha preparato una ricca offerta natalizia dedicata a cittadini e turisti: una mostra-evento sui Bizantini, un giardino restituito alla città, il presepe con allestimenti multimediali e un libro di approfondimento, l’avvio della stagione concertistica, gli scacchi del Mann e il nuovo abbonamento OpenMANN.

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Tetravangelo greco (manoscritto Pluteo, 6.23) dell’XI-XII secolo conservato alla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze (foto mann)

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Histamenon di Basilio II in oro della Zecca di Costantinopoli (1005-1025 d.C.) conservato al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

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Missorio di Flavius Ardabur Aspar, piatto in argento di provenienza incerta (Ravenna, Cartagine, Antiochia?) del V secolo d.C. conservato al museo Archeologico nazionale di Firenze (foto maf)

Un grande itinerario archeologico: dal 7 dicembre 2022 al 13 febbraio 2023, nel Salone della Meridiana, è in programma l’esposizione “Bizantini. Luoghi simboli e comunità di un impero millenario” che, sulla scia dell’allestimento dedicato ai Longobardi, sviluppa il tema delle fasi storiche successive all’impero romano d’Occidente, con un focus particolare sulla Grecia, su Napoli (città “bizantina” per circa cinque secoli dopo la conquista da parte delle armate guidate da Belisario nel 536 d.C.) e sull’Italia meridionale. Curata da Federico Marazzi (università Suor Orsola Benincasa di Napoli), la mostra racconta “il millennio bizantino”, approfondendo diversi temi: la struttura del potere e dello Stato, l’insediamento urbano e rurale, gli scambi culturali, la religiosità e le espressioni della cultura scritta, letteraria e amministrativa. In allestimento, circa cinquecento reperti concessi in prestito dai principali musei e siti archeologici che custodiscono, in Italia e in Grecia, materiali bizantini: anche grazie alla sinergia con il ministero greco della Cultura, molti manufatti sono visibili per la prima volta e provengono dagli scavi della linea metropolitana a Napoli e Salonicco. Il progetto scientifico dell’esposizione è stato sviluppato da un gruppo di studiosi italiani della civiltà bizantina, gruppo coordinato dallo stesso Federico Marazzi e composto da Lucia Arcifa, Ermanno Arslan, Isabella Baldini, Salvatore Cosentino, Edoardo Crisci, Alessandra Guiglia, Marilena Maniaci, Rossana Martorelli, Andrea Paribeni ed Enrico Zanini. La mostra, coordinata da Laura Forte (responsabile Ufficio Mostre al Mann) e organizzata da Villaggio Globale International, è realizzata con il sostegno della Regione Campania e in collaborazione con l’università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli. Il progetto di allestimento è di Andrea Mandara e quello grafico di Francesca Pavese. L’esposizione, infine, prevede un ricco apparato editoriale, che include il catalogo, la guida breve, la pubblicazione sugli itinerari bizantini della Campania e il volume per bambini.

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Rendering del progetto del nuovo allestimento del Giardino della Vanella al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

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Giardino della Vanella al museo Archeologico nazionale di Napoli: pianta del progetto Bianchi 1832 (foto archivio mann)

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Giardino della Vanella nella sistemazione tra gli anni ’30 e ’39 del Novecento (foto archivio mann)

Il cuore verde del Mann batte più forte. Dal 19 dicembre 2022, riapre il Giardino della Vanella del Mann, presentato al pubblico secondo una prospettiva di armonizzazione con i lavori di riallestimento del cosiddetto Braccio Nuovo. Superando i criteri allestitivi otto-novecenteschi, il terzo cuore verde del Museo assume un aspetto diverso: lo sviluppo del Giardino segue un asse principale, al cui centro vi è la peschiera voluta da Amedeo Maiuri nel 1932; da qui si dipartono viali secondari più piccoli, che conducono verso l’edificio del Braccio Nuovo, dove oggi sono ospitati Auditorium, area didattica e laboratori di restauro. Le aree che nascono da questo intreccio di linee sono spazi liberi, trattati a prato o con arbusti e fioriture. La parte centrale del giardino è completamente pavimentata in modo da permettere una maggiore libertà di fruizione. In prospettiva, parallelamente al rinnovamento dell’Atrio, anche il Giardino della Vanella sarà concepito come spazio ad accesso libero e gratuito per la cittadinanza. Il progetto di recupero del Giardino della Vanella è curato dall’architetto e paesaggista Silvia Neri.

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L’associazione Presepistica Napoletana allestisce anche quest’anno il presepe al museo Archeologico nazionale di Napoli (foto mann)

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Copertina del libro “Il presepe” di Marino Niola ed Elisabetta Moro

Il tema del Natale. ​Non manca, anche per il 2022, il classico appuntamento con il presepe del museo Archeologico nazionale di Napoli: dal 7 dicembre 2022, nelle sale della Villa dei Papiri, ecco il nuovo allestimento firmato dall’associazione Presepistica Napoletana e dedicato alla figura di Carlo III di Borbone. L’inaugurazione è accompagnata dalla presentazione del nuovo libro “Il Presepe” (Il Mulino) di Marino Niola ed Elisabetta Moro che, con lo sguardo degli antropologi, raccontano il patrimonio culturale (non più soltanto esclusivamente napoletano) espresso dal presepe. Per quest’anno, il Museo ospita, dal 1° dicembre 2022, un percorso multimediale che, partendo dalla ricostruzione di una notte alla corte di Carlo III di Borbone, presenta, anche con il sussidio delle nuove tecnologie, i principali personaggi e le caratteristiche scenografie del presepe. L’allestimento è curato da Fabrizia Fiore e i contenuti multimediali sono realizzati da Marco Capasso- studio creativo.

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Gli scacchi del Mann realizzati dallo studio 3DnA srl (foto mann)

In atmosfera festiva, da non perdere la partenza della nuova stagione concertistica del Festival Barocco Napoletano (12 dicembre 2022) e la presentazione degli scacchi del MANN (21 dicembre 2022), realizzati dallo studio 3DnA srl (Alessandro Manzo, Fabio Tango, Stefano Ciaramalla, Mariano Abbate). I pezzi del gioco sono costituiti da immagini dei reperti esposti al Museo. Rinnovata, anche per Natale 2022, la promozione dell’abbonamento annuale OpenMANN, la card che consente accessi illimitati a collezioni permanenti ed esposizioni del Museo dalla data di prima attivazione.

Napoli. “Mann, che Storia. I tesori del Museo Archeologico Nazionale di Napoli”: lunedì presentazione in auditorium del libro di Paolo Giulierini su percorsi, progetti e visioni dell’Archeologico con contributi di firme autorevoli, e messaggio del ministro Franceschini. Il libro giovedì in allegato con “La Repubblica Napoli”

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La copertina del libro “Mann, che Storia. I tesori del Museo Archeologico Nazionale di Napoli” di Paolo Giulierini con un’immagine di Mimmo Jodice dei corridori della Villa dei Papiri

Il Museo come custode di uno straordinario patrimonio archeologico, che si riflette non soltanto nelle celebri sezioni museali (dalla statuaria Farnese alla sezione Egizia, dai mosaici agli affreschi, dalla Collezione Magna Grecia alla Preistoria), ma anche nei nuovi allestimenti che saranno presto restituiti alla fruizione del pubblico (Campania romana, Sezione tecnologica, Antichità orientali, sezione del Mediterraneo); i progetti del Museo, con focus sulle strategie di promozione digitale dopo l’emergenza Covid; il quartiere della cultura, in cui l’Archeologico è centro simbolico di una rete virtuosa per promuovere il territorio. Simbolo dell’incessante lavoro di rilancio del Mann è, forse, uno dei tanti protagonisti dei capolavori del Museo: si racconta che Alessandro Magno, sino agli ultimi istanti della propria vita, abbia inseguito il miraggio della tigre blu che, alle soglie del terzo millennio, è un invito sempre valido a non tradire sogni e attese. Sono questi i tre sentieri tematici in cui si muove Paolo Giulierini, direttore del museo Archeologico nazionale di Napoli, nel libro “Mann, che Storia. I tesori del Museo Archeologico Nazionale di Napoli”, che fa parte della collana “Novanta-Venti”, nata in occasione dei trent’anni della redazione de “La Repubblica Napoli”: il libro, che verrà distribuito gratuitamente in edicola giovedì 31 marzo 2022 come supplemento al giornale, sarà presentato lunedì 28 marzo 2022, alle 17, all’auditorium del museo Archeologico nazionale di Napoli.

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Un’immagine di Riccardo Siano (La Repubblica) dal libro “Mann, che Storia. I tesori del Museo Archeologico Nazionale di Napoli” di Paolo Giulierini

Ѐ il ministro della Cultura, Dario Franceschini, ad inaugurare, con il proprio messaggio, il viaggio culturale del libro: l’attenzione è rivolta non soltanto ai risultati dell’autonomia degli istituti culturali nel sistema museale nazionale, ma anche alla ricchezza delle collezioni del Mann. Il direttore de “La Repubblica”, Maurizio Molinari, dedica la prefazione alle caratteristiche  ontologiche della collana “Novanta-Venti”, pubblicata da Guida editore: l’intelligenza divulgativa, tra archeologia e giornalismo, è il filo conduttore della narrazione sul Mann. Nella sua introduzione, ancora, il responsabile della redazione partenopea de “La Repubblica”, Ottavio Ragone, descrive il dialogo empatico che nasce tra i visitatori e i capolavori del Museo. Il libro “Mann, che storia” è corredato da un ricco apparato di immagini, scattate da Riccardo Siano (“La Repubblica”) o fornite dall’Archivio Fotografico del MANN; il volume è realizzato anche con il contributo di: università di Napoli Federico II, Metropolitana di Napoli SpA, Protom,  Studio Trisorio,  D’Orta, Sophia Loren Restaurant- Firenze e Milano.

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Il direttore Paolo Giulierini con un piccolo visitatore alla riapertura del Mann (foto giorgio albano)

Paolo Giulierini descrive il Museo che cambia, tra i la valorizzazione delle collezioni più celebri, i progetti di riallestimento delle sezioni e le iniziative di promozione del territorio. “Mann, che storia” contiene numerose finestre di approfondimento: Antonella Carlo (responsabile ufficio Comunicazione del Museo) descrive il metodo per valorizzare il patrimonio culturale, unendo tagli divulgativi diversi in un racconto armonico che non perde unità; Antonio Ferrara (giornalista de “La Repubblica”) seleziona alcuni capolavori dell’Archeologico, per un’analisi che parte dal valore emozionale  dello sguardo e giunge alla storia delle opere e delle collezioni; Paolo De Luca (giornalista de La Repubblica) si sofferma sugli itinerari sperimentali del Mann, dal progetto sulla cromia delle statue antiche al videogame “Father and son”, dal lavoro di scavo nei depositi al riallestimento degli spazi aperti al pubblico, come la caffetteria.

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I depositi del museo Archeologico nazionale di Napoli fotografati da Riccardo Siano (La Repubblica) per il libro “Mann, che Storia. I tesori del Museo Archeologico Nazionale di Napoli” di Paolo Giulierini

Il Museo come patrimonio di tutti: il libro si chiude con le pagine di voci autorevoli che raccontano il “loro” Mann. Mimmo Jodice, che dona anche l’immagine di copertina del volume con un suggestivo ritratto fotografico di un corridore proveniente dalla Villa dei Papiri, esprime le emozioni per un luogo del cuore, motivo di appartenenza alla città e al suo patrimonio. Non può mancare il racconto di Alberto Angela, divulgatore d’eccellenza dei tesori dell’Archeologico e delle scoperte svelate dai depositi; storia e attualità si combinano nel ritratto dei Tirannicidi di Luciano Canfora, mentre Camila Raznovich e Mario Tozzi, che hanno raccontato il Museo nelle loro seguitissime trasmissioni, parlano rispettivamente di un istituto dai mille volti e di uno scrigno in cui scoprire la vita intima dei nostri antenati. Il Museo è guardato con la curiosità degli antropologi da Elisabetta Moro e Marino Niola, mentre Sara Bilotti, Lorenzo Marone, Maurizio Braucci, Alessandro Rak e Giuseppe Miale di Mauro privilegiano un taglio letterario per vivere, con le parole, le sale del Mann; Benedetta Craveri e Ippolita di Majo, ancora, dedicano un’attenzione privilegiata ad alcune opere-simbolo dell’Istituto; Marisa Laurito rappresenta l’Archeologico come spazio di riconoscimento dello spirito partenopeo e Matteo Lorito, infine, traccia un cammino di valorizzazione che parte dalle sinergie interistituzionali.

Ercolano. Al via “Gli ozi di Ercole. Materia e corpi tra antico e moderno”, dieci lezioni-spettacolo, spunto per una riflessione più ampia su desiderio e appetito, anzi appetiti, in un andirivieni costante tra antico e moderno e un’attenzione peculiare riservata all’eros. Ecco tutto il programma

Locandina de “Gli ozi di Ercole”, dieci lezioni spettacolo a Ercolano tra il 9 settembre e il 16 ottobre 2021

L’antichista Laura Pepe, che parlerà del modo in cui mangiavano gli antichi e in particolare delle rappresentazioni del cibo (su tutte, quella di Petronio nel Satyricon), cui farà da contrappunto la lettura scenica di Anna Bonaiuto, tra le interpreti più raffinate e colte del panorama attuale, apre giovedì 9 settembre 2021 al parco archeologico di Ercolano il ciclo di dieci lezioni-spettacolo “Gli ozi di Ercole. Materia e corpi tra antico e moderno”, dal 9 settembre al 16 ottobre 2021, fortemente voluto dal direttore del parco archeologico di Ercolano, Francesco Sirano, che ne ha affidato la cura a Gennaro Carillo, e reso possibile con il finanziamento dello Stato Italiano e della Regione Campania, nell’ambito del POC Campania 2014-2020. Ingresso libero fino a esaurimento posti con prenotazione obbligatoria. Per info, prenotare e scoprire il programma: www.gliozidiercole.it – tel 3929851289 – email: gliozidiercole@gmail.com. L’accesso ai singoli incontri sarà vincolato al rispetto delle norme anti-covid vigenti. Motivo conduttore del ciclo – corollario di due mostre importanti promosse dal Parco, rispettivamente dedicate ai legni e al cibo – sarà la cultura materiale, indagata nei suoi aspetti antropologici, storici, filosofici e soprattutto come elemento costitutivo dell’immaginario occidentale. Il tema della materia e del corpo offrirà lo spunto per una riflessione più ampia sulla questione del desiderio e dell’appetito, anzi degli appetiti, in un andirivieni costante tra antico e moderno e un’attenzione peculiare riservata all’eros.

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Il nodo di Ercole, nuovo logo del parco archeologico di Ercolano

Il sistema di valori alla base della nuova identità visiva del Parco Archeologico di Ercolano ispira le diverse attività di valorizzazione promosse nel corso del 2021, dando spunto anche alla rassegna “Gli ozi di Ercole. Materia e corpi tra antico e moderno”.  Il mito e la storia, il passato e il futuro, la ricerca e la valorizzazione, il territorio e la città antica sono uniti simbolicamente nel segno del nodo di Ercole e trovano, ad esempio, concreta espressione nel racconto proposto ai visitatori del Parco durante le passeggiate serali estive, che rappresentano una suggestiva occasione per scoprire il mito dell’eroe fondatore della città attraverso le immagini e i riferimenti che accompagnavano ogni giorno la vita quotidiana degli antichi Ercolanesi, ispirando loro valori di coraggio, resilienza e solidarietà, attuali allora come oggi. Anche le mostre in corso di allestimento sono accomunate dalla volontà di evidenziare i talenti passati e futuri di Ercolano, incentrate una sull’arte della lavorazione del legno e della creazione degli arredi, l’altra sul cibo e ai piaceri della tavola.

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Laura Pepe e Anna Bonaiuto a Ercolano (foto paerco)

Si inizia giovedì 9 settembre 2021, alle 20, al Parco Maiuri di Ercolano: Laura Pepe e Anna Bonaiuto con “Banchettare di uomini e dei. Dal bue di prometeo al cinghiale di Trimalcione”. Mangiare non è mai stato solo un bisogno primario che l’uomo condivide con il resto del vivente. Investito di valori simbolici, il cibo rinvia sempre a qualcos’altro. Ci sono dunque tanto un’erotica quanto una retorica e una politica del cibo, nel mondo antico come in quello moderno.

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Elisabetta Moro e Marino Niola a Ercolano (foto paerco)

Si prosegue sabato 11 settembre 2021, alle 20, alle terme maschili del parco archeologico di Ercolano con un viaggio tra antropologia e archeologia della dieta mediterranea, condotto da due specialisti come Marino Niola ed Elisabetta Moro, di cui è in libreria e in edicola il volume “Baciarsi” (Einaudi/La Repubblica). La dieta mediterranea ha una storia antica, anzi antichissima. Ripercorrerla, tra archeologia e antropologia, significa compiere un viaggio nella vita materiale di chi ci ha preceduto ma anche entrare nei territori del mito e del rito che di quella stessa vita sono componenti essenziali. Basi pensare soltanto al grano e a quanti numina, quanti dii agrestes, propiziassero ogni momento del suo ciclo.

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Gennaro Rispoli e Francesco Sirano a Ercolano (foto paerco)

Sabato 18 settembre 2021, alle 20, alle terme maschili del parco archeologico di Ercolano, “Scaricare il peso della natura. Sulle deiezioni tra archeologia e scienza”. È il turno di un duo d’eccezione, formatosi per l’occasione: Francesco Sirano, archeologo e direttore del Parco, dialogherà con un chirurgo e storico della medicina, Gennaro Rispoli, sul più materico e corporale dei temi, le deiezioni, di cui Ercolano custodisce una testimonianza di formidabile valore. La città antica di Ercolano ci ha restituito un giacimento straordinario di materiale organico. È come se la vita – nella sua dimensione fisiologica, ‘bassa’, escrementizia – si fosse in qualche modo conservata sotto la lava, nel segno di quel nihil interit (niente perisce) caro a Ovidio. Far luce su questo mondo fossile e fuori scena significa fare archeologia dei corpi, sani o malati che siano, ricavandone indizi per la storia naturale di una vitalissima città morta.

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Laura Pepe e Valentina Carnelutti a Ercolano (foto paerco)

Bis di Laura Pepe e Valentina Carnelutti, giovedì 23 settembre 2021, alle 20, alle terme maschili del parco archeologico di Ercolano, con “Dietro la porta chiusa. Eros tra Ercolano e Pompei”, un confronto col tema dell’eros, dei costumi e delle scostumatezze sessuali tra Ercolano e Pompei. Che succede dietro la porta chiusa? Cosa è lecito fare e cosa no, in un’alcova? Le delizie della vita coniugale o, più in generale, l’uso dei piaceri, oltre a essere una risorsa narrativa pressoché inesauribile, costituiscono materia di riflessione per l’etica antica e di disciplina minuziosa per una morale ancora capace di spiazzarci.

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Giovanni Bietti a Ercolano (foto paerco)

Si prosegue mercoledì 29 settembre 2021, alle 20, a Villa Campolieto (Ercolano) con uno dei pezzi forti del ciclo: Giovanni Bietti, musicologo, terrà una lezione/concerto sul barbaro appetito del don Giovanni di Mozart/Da Ponte, mito moderno per eccellenza e concentrato di desideri smodati, da quello sessuale a quello alimentare. Don Giovanni è un’iperbole. Eccede in tutto. Il suo appetito, a detta del servo Leporello, è barbaro. Questo perché don Giovanni non riconosce alcun dio al di sopra di sé che lo freni, contenendone con la paura le pulsioni, siano esse erotiche o alimentari. Mettere in musica questa dismisura – e questo desiderare a vuoto – è stato uno dei miracoli di Mozart.

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Corrado Bologna a Ercolano (foto paerco)

In continuità non solo cronologica, ma anche tematica, con don Giovanni, sabato 2 ottobre 2021, alle 11.30,  alle terme maschili del parco archeologico di Ercolano, sarà la lezione, sempre inedita, che Corrado Bologna dedicherà alle salsicce di Sancho e al tema del cibo nel “Chisciotte” di Cervantes (tenendo presente la lezione di Massimo Mila, che assimilava Sancho a Sganarello/Leporello, servitore di don Giovanni). La coppia don Chisciotte/Sancho Panza personifica la quintessenza del comico. Se Chisciotte è un hidalgo incline all’astrazione, magro come uno stecco e delirante dal senso comune per eccesso di letture, Sancho incarna – in tutti i sensi – il basso corporeo, la dimensione ventrale, macaronica, dell’esistenza, ma anche una concretissima saggezza pratica che lo apparenta al Bertoldo di Giulio Cesare Croce.

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Ivano Dionigi e Massimo Popolizio a Ercolano (foto paerco)

A Ercolano, poi, la città della Villa dei Papiri, culla della tradizione epicurea, non poteva mancare una lezione su Lucrezio: domenica 3 ottobre 2021, alle 11.30, alle terme maschili del parco archeologico di Ercolano, “Lucrezio: la natura senza veli”. La terrà uno specialista come Ivano Dionigi, al quale farà da contrappunto la voce attoriale straordinaria di Massimo Popolizio. Il desiderio e il piacere, temi cruciali sia del pensiero antico sia di quello moderno, saranno trattati in una lezione preziosa da una delle voci più fresche e innovative della scena filosofica europea, quella di Ilaria Gaspari. Con la sua biblioteca di opere di filosofia ellenistica, la Villa dei Papiri di Ercolano fu un tempio dell’epicureismo. Lucrezio, nel De rerum natura, si propose di addolcire l’amaro assenzio della filosofia epicurea col miele della poesia, sforzandosi di restituire in esametri latini un vocabolario tecnico greco di difficile, e talora impossibile, traduzione. Tutto il poema potrebbe valere come summa ed epigrafe di questo ciclo: ha per tema lo svelamento della natura, il disinganno e la purificazione dello sguardo, la liberazione del soggetto dalla paura e dalla superstizione. La riscoperta del poema nel 1417, a opera di Poggio Bracciolini, cambiò il corso del pensiero moderno, contribuendo in maniera decisiva alla crisi della coscienza europea. Da allora, non abbiamo smesso di fare i conti con Lucrezio.

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Ilaria Gaspari a Ercolano (foto paerco)

Giovedì 7 ottobre 2021, alle 18.30, a Villa Campolieto (Ercolano), Ilaria Gaspari in “I piaceri e i giorni, tra antico e moderno”. I piaceri, in particolare quelli del corpo, sono stati messi al bando dalla filosofia moderna. Non è toccata sorte migliore alla felicità. Desiderio, piacere e felicità – sebbene rigorosamente distinti – costituiscono invece il problema principale delle etiche antiche. Anzi, delle nostre scelte quotidiane (I piaceri e i giorni è il titolo che Proust diede a una sua raccolta di poesie e prose antecedente alla Recherche). Ce ne parla Ilaria Gaspari, capace come pochi di fare filosofia raccontandosi e mettendosi in gioco.

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Edoardo Camurri a Ercolano (foto paerco)

Sabato 9 ottobre 2021, alle 11.30, alle terme maschili del parco archeologico di Ercolano, “Le porte della percezione”: si continua con una lezione/spettacolo sul tema delle porte, metafora del passaggio al di là e della percezione di altri mondi: di scena una voce assai nota di Radio 3 e un volto diventato molto famoso durante i lunghi mesi di confinamento che abbiamo vissuto: Edoardo Camurri.  Che succede dietro la porta chiusa? Cosa è lecito fare e cosa no, in un’alcova? Le delizie della vita coniugale o, più in generale, l’uso dei piaceri, oltre a essere una risorsa narrativa pressoché inesauribile, costituiscono materia di riflessione per l’etica antica e di disciplina minuziosa per una morale ancora capace di spiazzarci.

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Alfonso Iaccarino, Marino Niola e Edoardo Camurri a Ercolano (foto paerco)

Gran finale sabato 16 ottobre 2021, alle 11.30, al Parco Maiuri di Ercolano, “Lo chef stellato sopra di me. Critica della ragion cuoca”: incontro che fin dal titolo (Critica della ragion cuoca) si propone di mettere in questione l’eccesso retorico che accompagna il cibo e le sue rappresentazioni: Edoardo Camurri e Marino Niola dialogheranno con un’autorità indiscussa della cucina mondiale, come Alfonso Iaccarino. Oggi il cibo, come in un incubo platonico, ha conquistato una sorta di egemonia nel discorso pubblico. Si cucina di continuo e altrettanto ininterrottamente si parla di cucina. Ormai i cuochi non si limitano a cucinare ma officiano un culto, sacerdoti di una religione misterica. E al ristorante la rappresentazione del cibo conta molto di più di quello che effettivamente si mangia, a volte assai poco…