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Roma. Al sito archeologico di Arco di Malborghetto la mostra “Malborghetto: memorie archeologiche di pellegrini e giubilei” che approfondisce il fenomeno del pellegrinaggio lungo la Via Flaminia dal IV al XVII secolo

Reperti in mostra in “Malborghetto: memorie archeologiche di pellegrini e giubilei” all’Arco di Malborghetto di Roma (foto ssabap-roma)

Da sabato 11 ottobre 2025 apre al pubblico la mostra “Malborghetto: memorie archeologiche di pellegrini e giubilei” nel sito archeologico di Arco di Malborghetto dove si potrà visitare fino al 1° marzo 2026. Attraverso i reperti esposti sarà possibile approfondire il fenomeno del pellegrinaggio lungo la Via Flaminia dal IV al XVII secolo, con particolare attenzione al ruolo spirituale dell’antico casale di Malborghetto, sorto intorno a un arco quadrifronte di epoca costantiniana. La mostra ad ingresso gratuito, secondo il calendario di aperture mensili del sito dell’Arco di Malborghetto, ricostruisce, attraverso materiali rari e mappe storiche, il passaggio di Malborghetto da arco commemorativo a stazione di posta, con il ruolo di hospitium, e della rete viaria durante i periodi giubilari. “La mostra rappresenta un’occasione preziosa per restituire centralità a un luogo che per secoli ha accolto viaggiatori, pellegrini e devoti”, dichiara Daniela Porro, soprintendente Speciale di Roma. “L’Arco di Malborghetto è una testimonianza unica di stratificazione storica e religiosa: attraverso i reperti e i documenti esposti, il pubblico potrà riscoprire non solo la storia dell’edificio, ma anche il senso profondo del cammino e dell’incontro”.

Il modellino dell’Arco quadrifronte inglobato nel Medioevo in una chiesa fortificata, esposto nell’Antiquarium dell’Arco di Malborghetto (foto ssabap-roma)

L’Arco di Malborghetto, eretto agli inizi del IV sec. d.C., e probabile luogo del celebre e discusso sogno (“in hoc signo vinces”) che annunciò a Costantino la vittoria nella Battaglia di Ponte Milvio, è uno dei più importanti nodi strategici e religiosi della Roma cristiana, punto di passaggio e sosta per i pellegrini che da Nord arrivavano lungo la Via Flaminia. Fu arco quadrifronte – come si diceva – , edificio sacro, fortilizio, casale, hospitium e rifugio; oggi, con le sue trasformazioni e i recenti ritrovamenti, riveste un ruolo fondamentale per comprendere un periodo storico ampio e di grande cambiamento, un libro a cielo aperto, dove ogni pietra e ogni oggetto rinvenuto è memoria. Dalla nascita del Cristianesimo fino alle prime testimonianze dei Giubilei dal Medioevo al XVIII secolo, la mostra narra il cammino che da ogni parte del mondo ancora oggi, dopo secoli, porta alla Città Eterna, attraverso testimoni silenziosi del passaggio della storia. E la storia è narrata attraverso le memorie archeologiche, oggetto che gli ultimi scavi hanno portato alla luce, testimonianze tangibili degli eventi. L’Arco continua ogni giorno a parlare e a mostrare, con le sue trasformazioni, il passaggio di persone e il susseguirsi degli eventi, racconta, come un libro aperto, il visibile e l’invisibile.

Reperti in mostra in “Malborghetto: memorie archeologiche di pellegrini e giubilei” all’Arco di Malborghetto di Roma (foto ssabap-roma)

Non solo una mostra dedicata al passato ma anche iniziative rivolte al futuro. Infatti, in contemporanea con l’apertura della mostra prende il via il progetto “Malborghetto: Storia, Trasformazione, Scoperta” nato dalla collaborazione con Explora, il museo di Roma dedicato ai bambini, con l’obiettivo di coinvolgere attivamente giovani visitatori e famiglie nella scoperta del sito. Il percorso – pensato all’insegna dell’inclusione, con pannelli in braille e video in LIS – unisce storia, gioco e tecnologia. “Avvicinare il pubblico più giovane al patrimonio storico e archeologico è una delle sfide più affascinanti e necessarie”, afferma Angelina De Laurenzi, direttrice dell’Arco di Malborghetto. “Il nuovo percorso esperienziale è pensato per stimolare curiosità e partecipazione, offrendo strumenti innovativi e accessibili per leggere il passato con occhi nuovi. Insieme alla mostra, che andrà avanti fino a marzo il progetto con Explora arricchisce il sito di Malborghetto con contenuti inediti e originali”.

Roma. I lavori per la Metro C in piazza Venezia rivelano una stratigrafia che consente di indagare la topografia del centro di Roma dall’età repubblicana al Novecento. La soprintendente Daniela Porro: “Ancora una volta la costruzione di una stazione della metropolitana ci fa riscoprire il passato della nostra città”

Lavori per la linea C della metropolitana in piazza Venezia a Roma (foto ssabap-roma)

Rilievi archeologici in piazza Venezia a Roma durante i lavori per la Metro C (foto ssabap-roma)

Ancora una volta l’opera della Metro C diventa un cantiere di archeologia: piazza Venezia restituisce un palinsesto complesso che consente di indagare la topografia del centro di Roma; una straordinaria stratigrafia che tramanda edifici risalenti al periodo tardo repubblicano, residenze di età imperiale, strutture medievali e quello che resta dei palazzi moderni abbattuti tra Ottocento e Novecento. L’intervento condotto sotto la direzione scientifica della soprintendenza speciale di Roma procede in piena sinergia con Metro C e Roma Metropolitane senza ritardi rispetto ai tempi previsti. I rinvenimenti di questa estate 2025 sono ancora oggetto di indagine e di studio da parte degli archeologi coordinati dalla responsabile scientifica dello scavo Marta Baumgartner.

Rilievi archeologici in piazza Venezia a Roma durante i lavori per la Metro C (foto ssabap-roma)

Rilievi archeologici in piazza Venezia a Roma durante i lavori per la Metro C (foto ssabap-roma)

“Ancora una volta la costruzione di una stazione della metropolitana ci fa riscoprire il passato della nostra città”, spiega Daniela Porro, soprintendente speciale. “È nel sontuoso palinsesto di varie epoche che torna sotto i nostri occhi e dovrà essere valorizzato al meglio nella futura stazione che risiede il grande fascino di questo scavo, che la Soprintendenza sta conducendo all’interno dei lavori per la realizzazione della Linea C, commissionati da Roma Metropolitane, per conto di Roma Capitale e realizzati dalla società Metro C, guidata da Webuild e Vianini Lavori”.

Roma. A Palazzo Altemps presentazione del restauro di alcuni degli affreschi della cosiddetta Villa del Giurista, insieme al libro “La retorica dei frammenti” di Giorgio Sobrà e al video “La retorica dei frammenti” di Edoardo Mariani e Francesco Scognamiglio

roma_palazzo-altemps_presentazione-restauri-dipinti-villa-del-giurista_locandinaNel 2013 gli scavi di archeologia preventiva condotti dalla Soprintendenza Speciale di Roma nell’ambito dei lavori di ampliamento dell’Autostrada A24 portarono alla luce, in corrispondenza del Cavalcavia di Salone (IV Municipio di Roma Capitale), i resti di un’importante complesso residenziale di età tardo-repubblicana. Grazie al rinvenimento di frammenti di intonaco dipinto con la raffigurazione di temi e formule del diritto romano la proprietà della villa è stata attribuita, da Felice Costabile, al giurista Quinto Mucio Scevola (140-82 a.C.). Il restauro di alcuni degli affreschi della cosiddetta Villa del Giurista è protagonista dell’evento che si tiene venerdì 28 marzo 2025, alle 18.30, al teatro di Palazzo Altemps e che vede coinvolti la soprintendenza Speciale di Roma, il museo nazionale Romano, l’Istituto Centrale per il Restauro e la Fondazione Paola Droghetti Onlus. Intervengono Edith Gabrielli, direttrice generale delegata del museo nazionale Romano; Daniela Porro, soprintendente speciale di Roma; con Fabrizio Santi, funzionario archeologo responsabile del territorio; Luigi Oliva, direttore dell’Istituto Centrale per il Restauro; e Vincenzo Ruggieri, presidente della Fondazione Paola Droghetti onlus. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti.

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Copertina del libro “La retorica dei frammenti. I dipinti murali di età repubblicana dalla “Villa del Giurista” in via di Salone – Studi e restauri” a cura di Giorgio Sobrà

Nell’occasione verranno presentati il video “La retorica dei frammenti” di Edoardo Mariani e Francesco Scognamiglio, prodotto dalla fondazione Paola Droghetti onlus, e il libro “La retorica dei frammenti. I dipinti murali di età repubblicana dalla “Villa del Giurista” in via di Salone – Studi e restauri” a cura di Giorgio Sobrà (Gangemi editore), XXXII volume della collana INTERVENTI d’arte sull’arte, che racconta e documenta un progetto di restauro di straordinaria importanza: il recupero e la valorizzazione di alcuni preziosi frammenti architettonici dipinti appartenenti a una villa romana di epoca repubblicana detta “la villa del Giurista” scavata in occasione della costruzione del Cavalcavia di Salone sul GRA dell’A24. “Le pagine di questo volume”, scrive nell’Introduzione Vincenzo Ruggieri, presidente della Fondazione Paola Droghetti, “non solo ripercorrono le fasi del restauro, ma offrono anche uno sguardo sulle scelte metodologiche adottate e sulle sfide affrontate. La complessità di questo lavoro si è rivelata in tutta la sua difficoltà quando i restauratori e gli studiosi si sono trovati di fronte a centinaia di frammenti, ognuno portatore di una storia, ma privato del proprio contesto originale. Ogni frammento era un tassello di un intricato puzzle in cui la pazienza e la competenza delle restauratrici si intrecciavano per restituire forma e significato a ciò che il tempo aveva frammentato”

Roma. Riaperto il Passetto di Borgo, il suggestivo corridoio fortificato tra Vaticano e Castel Sant’Angelo tornato fruibile dopo sei anni con un programma permanente di visite guidate speciali. Entro gennaio accesso possibile anche ai disabili

Il Passetto di Borgo tra Castel Sant’Angelo e il Vaticano illuminato di blu (foto dms-roma)

Costruito nel Medioevo, ha svolto un ruolo cruciale per la sicurezza dei Papi nei momenti di crisi. Durante il Sacco di Roma del 1527, Papa Clemente VII fuggì attraverso questo corridoio cercando rifugio a Castel Sant’Angelo. Parliamo del Passetto di Borgo: dal 23 dicembre 2024, a poche ore dall’apertura del Giubileo 2025, il suggestivo corridoio fortificato tra Vaticano e Castel Sant’Angelo è tornato fruibile dopo sei anni con un programma permanente di visite guidate speciali. Oggi, percorrere di nuovo il Passetto significa rivivere uno dei capitoli più intensi della storia della città. La riapertura del Passetto è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra la soprintendenza Speciale di Roma, che ha curato i lavori di messa in sicurezza, conservazione e restauro, e la direzione generale Musei / Istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo – direzione Musei nazionali della città di Roma, responsabile del progetto di valorizzazione e della nuova narrazione museologica. All’inaugurazione erano presenti Luca Mercuri, dirigente delegato dell’istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo – direzione Musei nazionali della città di Roma; Massimo Osanna, direttore generale Musei MiC; la soprintendente speciale Archeologia Belle arti e Paesaggio di Roma, Daniela Porro; e l’on. Federico Mollicone, presidente della VII Commissione (Cultura, Scienze e Istruzione) alla Camera dei Deputati.

Le visite guidate, realizzate in collaborazione con Coopculture e acquistabili sull’app e la piattaforma Musei Italiani, permettono di percorrere l’intero tratto del Passetto, dalla Torre del Mascherino su piazza della Città Leonina, fino al Bastione San Marco a Castel Sant’Angelo. Il percorso alterna due livelli: il livello superiore, scoperto, offre una passeggiata panoramica con viste spettacolari sulla città; il livello inferiore, coperto, rappresenta invece il corridoio “segreto” che consentiva ai Pontefici di spostarsi in sicurezza dagli appartamenti papali al castello fortificato. All’arrivo al Bastione San Marco, i visitatori sono accolti in un ambiente allestito per l’occasione con opere e oggetti che raccontano le vicende storiche legate al Passetto e a Castel Sant’Angelo. Una installazione multimediale, realizzata in collaborazione con Studio Azzurro, offre ulteriori spunti per un’esperienza immersiva. Un virtual tour, infine, disponibile sul sito web di Castel Sant’Angelo, consente di poter fruire del Passetto da qualsiasi luogo e distanza.

Visite guidate al Passetto di Borgo tra Castel Sant’Angelo e il Vaticano (foto maximiliano massaroni / dms-roma)

Le visite guidate, per gruppi di 25 persone, prevedono 3 diverse formule: la visita guidata diurna al Passetto e al Bastione San Marco senza ingresso a Castel Sant’Angelo, la visita guidata diurna integrata con l’ingresso ordinario a Castel Sant’Angelo e la visita speciale notturna che include la visita guidata al Passetto e una suggestiva passeggiata all’interno di Castel Sant’Angelo tra Bastioni e Sala Paolina, senza altro pubblico presente. L’ingresso diurno al solo Passetto e al Bastione San Marco costa 4 euro (con riduzioni e gratuità di legge) + 12 euro per la visita guidata obbligatoria della durata di un’ora (gruppi di 25 persone, gratis fino a 6 anni, 2 euro fino ai 18 anni non compiuti). L’ingresso diurno integrato al Passetto + Castel Sant’Angelo prevede il costo del biglietto di accesso ordinario a Castel Sant’Angelo (16 euro con riduzioni e gratuità di legge) + 10 euro per la visita guidata al Passetto di Borgo e al Bastione San Marco della durata di un’ora (gruppi di 25 persone, gratis fino a 6 anni, 2 euro fino ai 18 anni non compiuti). L’ingresso speciale notturno prevede la visita guidata di un’ora al Passetto di Borgo e al Bastione San Marco e una passeggiata suggestiva all’interno di Castel Sant’Angelo, senza altro pubblico presente, che include il dromos, i bastioni e la Sala Paolina: costa 4 euro (con riduzioni e gratuità di legge) + 24 euro per la visita guidata speciale (gruppi di 25 persone, gratis fino a 6 anni, 2 euro fino ai 18 anni non compiuti).

Autorità sul Passetto di Borgo: da sinistra a destra, Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura Camera; Giulia Ghia, assessore alla Cultura del I Municipio; Massimo Osanna, direzione generale Musei; Daniela Porro, soprintendente speciale di Roma; Luca Mercuri, Musei Statali città di Roma (foto ssabap-roma)

“Sono particolarmente lieto”, dichiara Massimo Osanna, direttore generale Musei, “di celebrare la riapertura al pubblico del Passetto di Borgo, dopo anni di chiusura. Questo passaggio fortificato non è soltanto un elemento architettonico di rara suggestione, ma rappresenta un capitolo fondamentale della storia di Roma, capace di raccontare momenti cruciali della città e della sua dimensione universale. Oggi viene restituito ai cittadini e ai visitatori un luogo che invita alla scoperta e alla conoscenza, proponendo un dialogo tra storia, cultura e paesaggio urbano. Le nuove modalità di fruizione, con percorsi guidati diurni e serali, l’allestimento del Bastione San Marco e soluzioni accessibili, confermano l’impegno verso un patrimonio culturale che possa essere sempre più esperienza condivisa, capace di connettere passato e presente in una narrazione viva”. “Il grande intervento del Passetto di Borgo”, commenta Daniela Porro, soprintendente speciale di Roma, “in collaborazione con la direzione generale Musei e il segretariato regionale del Lazio, non poteva non concludersi che con il restauro realizzato dalla Soprintendenza con i fondi del Giubileo di Porta Angelica, in epoca medioevale parte integrante delle Mura Leonine e oggi ingresso privilegiato a piazza San Pietro e alla Basilica Vaticana. Ma è con soddisfazione che sottolineo come questi interventi abbiano reso Passetto più accessibile, anche alle persone con difficoltà di deambulazione, grazie a due nuovi ascensori e alla riconfigurazione di alcune pendenze del percorso. Un grande traguardo che offriamo ai visitatori romani e di tutto il modo per il Giubileo”.

Passetto di Borgo tra Castel Sant’Angelo e il Vaticano: visite guidate serali in notturna (foto alice bella / dms-roma)

Questa riapertura del Passetto rappresenta un punto di partenza verso una fruizione sempre più ampia e inclusiva di un monumento tanto significativo e affascinante quanto, per sua natura originaria, concepito per essere impervio, segreto e inaccessibile. Un percorso che oggi si apre al pubblico con l’obiettivo di trasformare quella che era una fortificazione difensiva e una via di fuga in un luogo di scoperta e partecipazione. Grazie al nuovo elevatore installato presso la Torre del Mascherino, a partire da gennaio 2025 saranno attivate visite accessibili, pensate per garantire questa esperienza anche ai visitatori con difficoltà motorie. Dalla primavera, inoltre, saranno disponibili pacchetti e attività dedicate alle scuole, con percorsi didattici pensati per avvicinare i più giovani alla storia e al valore di questo luogo. Durante la prossima estate, grazie ai progetti di valorizzazione promossi dal ministero della Cultura, sarà anche avviato un programma di aperture speciali che permetterà l’accesso e la visita autonoma, offrendo un affaccio privilegiato sulla città eterna. Infine, finanziamenti pari a 2,5 milioni di euro, provenienti dalla programmazione straordinaria Lavori Pubblici, permetteranno all’istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo – direzione Musei nazionali della città di Roma, in collaborazione con la soprintendenza speciale di Roma e la direzione generale Musei, di proseguire, nel prossimo triennio, con ulteriori interventi mirati alla valorizzazione e tutela del Passetto, consolidando così, sempre di più, questo ampio progetto di fruizione, accessibilità e condivisione del patrimonio culturale.

Passetto di Borgo tra Castel Sant’Angelo e il Vaticano: il passaggio coperto (segreto) dei Papi (foto dms-roma)

IL PASSETTO DI BORGO: TRA STORIA E MEMORIA. Il Passetto di Borgo, progettato per collegare il Vaticano con Castel Sant’Angelo, vanta una storia ricca e stratificata. Le prime fortificazioni dell’area risalgono all’impero del re ostrogoto Totila nel VI secolo d.C. Successivamente, papa Leone IV, nel IX secolo, ampliò le difese costruendo una cinta muraria a protezione del Vaticano e della Basilica di San Pietro, per contrastare i ripetuti attacchi dei Saraceni. Nel 1277, sotto papa Niccolò III Orsini, fu realizzato il collegamento tra il Passetto e Castel Sant’Angelo, con l’intento di garantire un passaggio sicuro per i Pontefici. Successivi interventi, come quello di Alessandro VI Borgia (1492-1503), aggiunsero un passaggio coperto, conferendo al Passetto l’aspetto che conosciamo oggi.

Passetto di Borgo tra Castel Sant’Angelo e il Vaticano: il passaggio coperto (segreto) dei Papi illuminato di blu per le visite guidate (foto alice bella / dms-roma)

La funzione difensiva e strategica del Passetto divenne celebre durante il Sacco di Roma del 1527, quando papa Clemente VII riuscì a sfuggire alle milizie imperiali di Carlo V utilizzandolo come via di fuga verso Castel Sant’Angelo. Questa via sicura permise al Pontefice di mettersi al riparo e, successivamente, di progettare la sua fuga verso Orvieto. Nel 1565, sotto il pontificato di Pio IV Medici, furono realizzate ulteriori modifiche urbanistiche con la costruzione delle mura di Borgo Pio, Vittorio e Angelico, segnando il passaggio del Passetto da struttura difensiva a elemento urbano integrato. Oggi, grazie al completamento dei lavori di restauro e alla nuova proposta di valorizzazione, il Passetto di Borgo torna a raccontare le sue storie, accogliendo i visitatori in un percorso che intreccia passato e presente, offrendo un’esperienza unica di scoperta e conoscenza.

Roma. Al Palazzo della Cancelleria convegno promosso dalla Pontificia Accademia Romana di Archeologia sulle recenti scoperte in piazza Pia della soprintendenza speciale di Roma

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Veduta dello scavo archeologico nel cantiere della nuova piazza Pia a Roma (foto anas)

Le recenti scoperte avvenute in piazza Pia a Roma grazie all’intervento di archeologia coordinato dalla soprintendenza speciale di Roma (vedi Roma. Scoperte nel cantiere per il sottopasso della nuova piazza Pia, a un passo da San Pietro, una grande fullonica e una residenza di età imperiale: saranno smontate, e ricollocate entro due anni nei Giardini di Castel Sant’Angelo per essere musealizzate e valorizzate: così si rispetta anche il cronoprogramma del sottopasso per il Giubileo. Gli interventi di ministro, sindaco, soprintendente, curia e Anas | archeologiavocidalpassato) sono al centro del convegno promosso dalla Pontificia Accademia Romana di Archeologia. Giovedì 19 dicembre 2024, alle 16.30, nella sala dei Cento giorni al Palazzo della Cancelleria a Roma, interverranno il soprintendente speciale di Roma Daniela Porro; l’archeologo Alessio De Cristofaro, responsabile del progetto, insieme all’archeologa Dora Cirone e l’archeologa Giovanna Di Giacomo. Tra i relatori Giuseppina Ghini che presenta un intervento sull’imperatore Caligola e il lacus Nemorensis. L’incontro sarà inaugurato dal ricordo di monsignor Michel Berger a cura di Valentino Pace e Roberta Durante. Ingresso libero fino a esaurimento posti-

Programma. Valentino Pace, Roberta Durante: “Commemorazione del Rev. Mons. Michel Berger”; Daniela Porro: “Gli scavi di Piazza Pia, tra archeologia e rigenerazione urbana”; Dora Cirone, Alessio De Cristofaro: “Horti Agrippinae, portico di Caligola, horti Domitiae. Nuovi dati dagli scavi di Piazza Pia”; Giovanna Di Giacomo: “Nuove fistulae acquarie per gli horti Agrippinae”; Giuseppina Ghini: “Caligola, l’imperatore che amava il lusso: il palazzo e il santuario galleggiante del Lacus Nemorensis”.

Roma. Alle Terme di Caracalla “Narciso allo specchio”: due giorni di incontri sullo Specchio d’Acqua e visite guidate, promossi dalla soprintendenza Speciale Roma con Electa, a corollario alla mostra fotografica “Narciso. La fotografia allo specchio”

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Riflessi nello Specchio d’acqua alle Terme di Caracalla a Roma (foto leandro lentini)

“Narciso sullo specchio”: due giorni di incontri e visite guidate, sabato 19 e domenica 20 ottobre 2024, promossi dalla soprintendenza Speciale Roma, diretta da Daniela Porro, alle Terme di Caracalla, a Roma, a cura di Maurizio Bettini e Massimo Fusillo; programma ideato e realizzato con Electa editore e Fondamenta, Fondazione per le arti e la cultura. Gli incontri si tengono sul grande palco dello Specchio d’acqua delle Terme di Caracalla e sono corollario alla mostra fotografica “Narciso. La fotografia allo specchio” curata da Nunzio Giustozzi, prorogata fino al 12 gennaio 2025. Tutti gli incontri e le visite guidate sono gratuiti, previo acquisto del biglietto d’ingresso al monumento. In caso di pioggia il programma si terrà negli antichi sotterranei anziché sullo Specchio d’acqua.

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Daniela Porro, soprintendente speciale ABAP di Roma

Dialoghi allo specchio è un impaginato di incontri e visite guidate che come la mostra”, spiega Daniela Porro, soprintendente Speciale di Roma, “rientrano nelle proposte di eventi che celebrano il ritorno dell’acqua nel complesso termale severiano. Lo Specchio d’acqua si sta dimostrando sempre più un catalizzatore di incontri, di iniziative culturali, di spettacoli, per rendere le Terme di Caracalla il luogo dove l’archeologia incontra il presente della città”. E proprio il mito e la sua fortuna in antico e nella nostra società sono i temi degli incontri, della durata di 40’ ciascuno, che si svolgono nel pomeriggio di sabato 19 ottobre con Silvia Romani (ore 16.30: Narciso allo specchio, luci e ombre dei riflessi) e Tommaso Braccini (ore 17.20: Sfortune di Narciso nei riflessi del folklore), e con Anna Chiara Corradino (ore 16.30: Narciso, Endimione e gli altri ephebi formossisimi tra Rinascimento e Barocco) e Alessandro Grilli (ore 17.20: Narcisetti, adoncini. Sedotti o seduttori?) il pomeriggio di domenica 20.

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L’archeologa Mirella Serlorenzi, direttore delle Terme di Caracalla (foto ica)

“Se lo Specchio d’acqua è una evocazione dell’elemento fondamentale delle terme imperiali, con Dialoghi allo specchio”, secondo Mirella Serlorenzi, direttore delle Terme di Caracalla, “ritroviamo, evocandola, la funzione delle sale dedicate a diverse attività culturali, le biblioteche e gli auditoria che vennero realizzate nel recinto delle Terme di Caracalla. Un programma sotto il segno di Narciso – il giovane che, come narra Ovidio, si innamora del suo bel volto adorabile riflesso in una fonte – e alle variazioni contemporanee sul suo mito, che si dimostra sempre più attuale”.

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Maurizio Bettini, filologo e antropologo (università di Siena)

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Massimo Fusillo, professore di Critica Letteraria e Letterature Comparate (Scuola Normale Superiore di Pisa)

La prima giornata (sabato 19 ottobre) è curata da Maurizio Bettini, filologo e antropologo, che ha pubblicato numerosi studi e saggi sulla cultura greca e quella latina. Professore di Filologia classica, è direttore del centro interdipartimentale di studi “Antropologia del mondo antico”, di cui è stato cofondatore nel 1986. È la sua lectio magistralis (alle 18.10: Narciso e le immagini gemelle) a chiudere la prima giornata. La curatela per il ciclo di domenica si deve a Massimo Fusillo, professore di Critica Letteraria e Letterature Comparate alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Si occupa della ricezione contemporanea del mito antico, di teoria e storia del romanzo, del rapporto tra letteratura e psicanalisi e tra letteratura e cinema, della teoria queer. Tutti temi di numerosi suoi saggi e di pubblicazioni di carattere scientifico. Ed è l’universo virtuale il tema della sua lectio conclusiva del programma domenica 20 ottobre (alle 18.10: Lo schermo come specchio d’acqua. Narciso nella dimensione virtuale).

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Copertina del catalogo Electa delal mostra “Narciso. La fotografioa allo specchio” alle Terme di Caracalla di Roma

In questa occasione Electa pubblica un libro costruito in modo speculare, in stretta aderenza al tema trattato. Una prima sezione, a cura di Mirella Serlorenzi direttrice delle Terme di Caracalla, indaga archeologicamente la presenza dell’acqua come elemento naturale del complesso termale, restituito da una vasta e raffinatissima installazione minimalista: lo Specchio d’acqua che accoglie gli eventi in programma. Nella seconda parte, catalogo della mostra, le immagini dialogano con citazioni poetiche classiche e moderne, restituendo la passione dello sguardo attraverso l’opera di alcuni fra i più illustri fotografi e fotografe del Novecento – da Capa a Scianna, da Eisenstaedt a Doisneau, da Schapiro a Newton, da Claude Cahun a Florence Henri, da Inge Morath a Lisetta Carmi –, ma anche di nomi più attuali.

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Allestimento della mostra fotografica “Narciso. La fotografia allo specchio” alle Terme di Caracalla a Roma (foto ssabap-roma)

Mostra fotografica “Narciso. La fotografia allo specchio. Il progetto espositivo è promosso dalla soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, e organizzato da Electa con la cura di Nunzio Giustozzi: 78 gli scatti iconici d’autore suddivisi in tre sezioni, allestiti in due ambienti coperti e nella natatio del monumento. Il visitatore può muoversi fra ritratti di celebrità, interni enigmatici e tranches de vie còlte nel tempo a diverse latitudini, duplici illusioni accostate per sintonia o per contrasto in un racconto teso, oltre l’occasione, alla storia di ogni singola immagine, soggetti e motivi che hanno continuato a ispirare autori anche molto distanti cronologicamente e nelle loro traiettorie o poetiche. In un cortocircuito visivo inedito e straniante, una sezione della mostra affronterà infine il topos dell’Autoritratto allo specchio, permettendo un ravvicinato confronto, occhi negli occhi, con i fotografi stessi, le cui sembianze sono divenute famose al pari dei loro memorabili scatti.

Roma. Per GEP 2024 la Soprintendenza Speciale di Roma promuove un ricco programma di appuntamenti dal centro alla periferia: visite guidate, laboratori, convegni, aperture straordinarie ed eventi legati al patrimonio immateriale

roma_ssabap_gep-2024_locandinaVisite guidate, eventi, laboratori e incontri: tutto pronto per le GEP 2024. La Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, promuove un ricco programma di eventi e di iniziative in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio. Siti archeologici, palazzi, basiliche, un viaggio emozionante dal centro alla periferia per conoscere i tesori meno noti della città di Roma in una luce diversa. Il 28 e il 29 settembre 2024, sono tantissimi gli appuntamenti da mettere in agenda per conoscere le attività e i luoghi della cultura più ‘preziosi’ della Soprintendenza Speciale di Roma.

GLI APPUNTAMENTI DI SABATO 28 SETTEMBRE 2024 

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Il sito della Fonte di Anna Perenna (foto ssabap-roma)

La Fonte di Anna Perenna, il nuovo allestimento del sito. La fonte di Anna Perenna è stata rinvenuta nel 1999 durante gli scavi per un parcheggio interrato all’angolo tra piazza Euclide e via G. Dal Monte, nel quartiere Parioli a nord di Roma. Lo scavo ha portato alla luce i resti di una fontana con iscrizioni che riportano il nome di Anna Perenna, un’antica divinità festeggiata nel primitivo Capodanno romano, a marzo, così come racconta Ovidio nei Fasti. Nella cisterna retrostante la fontana sono stati trovati nel fango rappreso diversi oggetti utilizzati per pratiche magiche e riti religiosi: laminette in piombo con maledizioni, contenitori di piombo contenenti figurine antropomorfe, un pentolone di rame e diverse monete e lucerne. Questi ed altri oggetti sono oggi conservati presso il MNR – Terme di Diocleziano. La scoperta dei rituali magici praticati alla fontana di Anna Perenna, con la presenza di contenitori sigillati ermeticamente con vere e proprie “bambole voodoo” al loro interno, ha completamente cambiato la prospettiva e le conoscenze sul rapporto degli antichi con la sfera magico-religiosa. Il sito riapre dopo la pausa imposta dal Covid19, successivamente ai lavori realizzati nel sito nel corso del 2023 e del 2024 che hanno previsto il restauro dei resti archeologici, un nuovo impianto illuminotecnico dal carattere evocativo e la realizzazione di un breve filmato esplicativo. Le visite si terranno sabato 28 settembre alle 9.40 -10.40 -11.40 -12.40, sono gratuite con prenotazione obbligatoria compilando l’apposito modulo.

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Lo Spazio Sottosopra nell’area archeologica del Testaccio a Roma (foto ssabap-roma)

Apertura dell’area archeologica di Testaccio e dello spazio di Sottosopra. In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, che quest’anno coincide con la Giornata Mondiale delle Persone Sorde, sabato 28 settembre l’area archeologica del Mercato di Testaccio diventerà la sede di “NewpoLIS – Piccoli mercanti d’arte”, un evento speciale rivolto ai più piccoli e alle famiglie curato dal Servizio educativo della Soprintendenza Speciale di Roma con la cooperativa Il treno.  L’appuntamento è alle ore 9.45 presso l’ingresso dell’area di Sottosopra. L’attività è rivolta ai bambini nella fascia di età compresa tra i 7 e gli 11 anni e prevede laboratori ludico-didattici e una visita guidata speciale alla scoperta degli scavi di Sottosopra. La volontà è quella di coinvolgere contemporaneamente persone sorde e udenti e trovare all’interno di questa giornata una interazione facilitata dal personale che condurrà le attività. NewpoLis è un progetto che in futuro verrà proposto anche alle scuole, nel segno dell’inclusività e della contaminazione di linguaggi diversi.  L’iniziativa del 28 settembre è con prenotazione obbligatoria scrivendo a segreteria@iltreno33.it.

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Tor San Michele alla foce del Tevere (foto ssabap-roma)

Tor San Michele, Un patrimonio in cammino alla foce del Tevere. La giornata prevede alle ore 10.30 una visita guidata a cura dell’associazione culturale Quattro Sassi a Tor San Michele all’Idroscalo di Ostia (X Municipio di Roma): si tratta di una torre michelangiolesca posizionata alla foce del Tevere voluta da papa Pio V nel 1568 per la difesa del litorale laziale. Un intervento iniziale a cura della Soprintendenza Speciale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma racconterà dei progetti di restauro e di valorizzazione futuri che interesseranno la Torre. Successivamente, i visitatori saranno accompagnati a visitare gli interni della torre fin sopra la piazza d’armi (la visita è su prenotazione). Negli spazi esterni della Torre, dalle ore 10.30 alle ore 12.30, tutti i bambini potranno partecipare al laboratorio didattico dal titolo “Introduzione al birdwatching” a cura della Lipu Ostia. Nel pomeriggio, alle 16, è prevista una visita guidata a Tor Boacciana a circa 4 km da Tor San Michele, a cura del Parco Archeologico di Ostia Antica (su prenotazione).

roma_palazzo-della-sapienza_i-disegni-di-Plautilla-Bricci_locandinaUn viaggio nel Palazzo della Sapienza attraverso i disegni di Plautilla Bricci. Visite guidate gratuite in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio al Palazzo della Sapienza in corso Rinascimento per un evento speciale ispirato alla figura di Plautilla Bricci. “L’architettrice nella Roma di Borromini”, è il titolo dell’iniziativa realizzata dalla soprintendenza Speciale di Roma e dall’Archivio di Stato di Roma. Attraverso i disegni di Plautilla Bricci si snoderà il viaggio nel Palazzo della Sapienza. La storia del Palazzo della Sapienza ha inizio nel 1431 quando il pontefice Eugenio IV con bolla papale conferisce allo studium urbis le entrate della gabella del vino con l’impegno di costruire un collegio per studenti, una struttura che in circa due secoli avrebbe monumentalizzato un isolato del rione Sant’Eustachio, oggi sito tra l’omonima piazza, via del Teatro Valle, via degli Staderari, via dei Sediari, corso Rinascimento. Con i proventi della gabella l’Università romana nel 1433 acquista alcune case su via dei sediari in cui trasferisce la sede. certamente non si trattava ancora di edifici organizzati per l’insegnamento ma, all’uso medievale, di abitazioni per docenti nelle quali si tenevano le lezioni. tra il 1492 e il 1570 queste abitazioni/scuole sul versante sud vennero trasformate con l’aggiunta di portici sul cortile centrale, mentre il resto dell’isolato era ancora occupato da abitazioni private. nel 1579, grazie anche all’acquisto delle altre case dell’isolato. Inizia la costruzione dell’ala nord, verso via degli Staderari, e il complesso acquista uno schema planimetrico preciso: due ali con due scaloni simmetrici, unite da un corridoio sul lato di facciata intorno ad un cortile centrale. un impianto architettonico elaborato dalla metà del XIV secolo per le sedi universitarie e che ha nel Collegio di Spagna di Bologna, voluto dal cardinale Albornoz nel 1365, un preciso riferimento tipologico ma che si ritrova reinterpretato in varie parti d’Italia, come a esempio nel Palazzo della Sapienza a Pisa. A Roma tuttavia a condurre i lavori dal 1595 al 1602 è Giacomo Della Porta, allievo di Michelangelo e del Vignola, che prosegue con la costruzione dell’esedra su lato est, che diventerà poi la facciata della chiesa di Sant’Ivo, con il completamento delle nuove aule sul lato nord e del portico fino all’esedra. nel 1602 alla morte di Giacomo Della Porta i lavori vengono affidati a Giovanni Paolo Maggi che nel lato est sistema l’ingresso su via del Teatro Valle attraverso il proseguimento del loggiato sud. Nel 1632 Francesco Borromini viene nominato architetto della Fabbrica della Sapienza e, dopo la demolizione di un albergo esistente dietro l’esedra di inizia la costruzione della chiesa di Sant’Ivo e poi, nel 1665, la realizzazione della Biblioteca Alessandrina e delle quattro sale poligonali ai lati della chiesa. tra il 1659 e il 1664, realizza infine il prospetto nord con la costruzione del portico che definisce il nuovo ingresso su piazza Sant’Eustachio. Le visite si terranno sabato 28 settembre alle 16 e alle 17 e saranno a cura della responsabile Maria Cristina Lapenna. Le visite sono gratuite con prenotazione obbligatoria compilando l’apposito modulo.

GLI APPUNTAMENTI SERALI DI SABATO 28 SETTEMBRE

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L’altare maggiore della basilica di Sant’Agostino a Roma (foto ssabap-roma)

La basilica di Sant’Agostino: tra Rinascimento e Età Moderna. La chiesa di Sant’Agostino, situata nell’omonima piazza, venne eretta a partire dal XIV secolo, quando gli agostiniani, che già officiavano nella piccola chiesa di San Trifone in Posterula, decisero di costruire una nuova struttura per il loro convento e di dedicarla al santo ispiratore dell’ordine. Il nuovo edificio, ultimato soltanto nel 1420, risultò però di dimensioni troppo contenute per le esigenze della comunità religiosa ed era inoltre soggetto a continue piene del Tevere. Per questo motivo, tra il 1479 ed il 1483, per volontà del cardinale francese Guillaume d’Estouteville, la chiesa venne riedificata e rialzata dal piano stradale tramite una scalinata. Soltanto nel 1484 gli agostiniani vi si trasferirono, lasciando la chiesa di San Trifone alla Confraternita del Ss. Sacramento. Tra il 1746 e il 1750 Luigi Vanvitelli ingrandì il convento e trasformò radicalmente anche l’interno della chiesa, modificando la cupola emisferica con una volta a catino, aggiungendo le volute laterali della facciata e trasformando il campanile cuspidato quattrocentesco in una torre quadrata. All’interno della basilica si conservano importanti opere d’arte risalenti a varie epoche; tra queste si ricordano la Madonna del Parto di Jacopo Tatti detto “il Sansovino”, l’affresco raffigurante il Profeta Isaia di Raffaello, la Madonna dei Pellegrini di Caravaggio, le tele di Guercino e di Lanfranco che ornano cappella di Sant’Agostino e il grandioso altare maggiore marmoreo, progettato da Bernini e realizzato da Orazio Torriani. Le pareti e la volta della navata centrale, oggetto di un accurato restauro curato dalla SSABAP da poco concluso, ospitano un monumentale ciclo di affreschi con Storie della vita della Vergine e Storie e figure del Vecchio Testamento, realizzato fra il 1858 ed il 1868 dal Pietro Gagliardi. In occasione delle Giornate europee del Patrimonio 2024 la Soprintendenza Speciale ha promosso un’apertura straordinaria serale con visite guidate gratuite alle 19.30, alle 20.30 e alle 21.30 con prenotazione obbligatoria compilando l’apposito modulo 

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Il mausoleo di Sant’Elena a Roma (foto ssabap roma)

Mausoleo di Sant’Elena apertura straordinaria serale. Maestoso e monumentale. In origine era arricchito da decorazioni e sovrastato da un’imponente cupola alla base della quale, forse per alleggerire il peso della struttura, furono inserite delle anfore vuote, dette pignatte, oggi restaurate e ancora visibili. Da questa caratteristica la zona avrebbe preso la denominazione di “Torre Pignattara” attestata a partire dal 1547 dando il nome al quartiere moderno. Il Mausoleo di Sant’Elena e il suo Antiquarium saranno eccezionalmente aperti di sera in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio. Sabato 28 settembre il monumento in via Casilina 641 sarà aperto con visite libere dalle 19 alle 22, ultimo ingresso alle 21.30. L’evento è curato dalla Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, in accordo con la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra che ha in gestione il monumento insieme alle adiacenti Catacombe dei Santi Marcellino e Pietro.

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Il fascino delle Terme di Caracalla illuminate per le aperture serali (foto fabio caricchia)

Terme di Caracalla apertura serale straordinaria, ingresso con biglietto simbolico di 1 euro. Tra le opere pubbliche che egli lasciò a Roma, vi furono le magnifiche Terme che portano il suo nome, la cui sala per i bagni caldi è costruita, secondo gli architetti, con una tecnica che non si può riprodurre con nessun tipo di imitazione”. Così nella Historia Augusta si descrivono le magnifiche Terme di Caracalla. Queste sono uno dei complessi termali più grandi e conservati dell’antichità, realizzate nella parte meridionale della città ed inaugurate per iniziativa di Caracalla nel 216 d.C. La pianta rettangolare è tipica delle grandi terme imperiali e le imponenti strutture, articolate nei diversi ambienti, riescono ancora ad evocare la vita e le attività degli antichi frequentatori e suggeriscono il lusso che le caratterizzava. Le terme, infatti, non erano solo un edificio per il bagno, lo sport e la cura del corpo, ma anche un luogo per il passeggio e lo studio. Si entrava nel corpo centrale dell’edificio da quattro porte sulla facciata nord-orientale. Sull’asse centrale si possono osservare in sequenza il calidarium, il tepidarium, il frigidarium e la natatio. Ai lati di questo asse sono disposti simmetricamente altri ambienti attorno alle due palestre. Ancora oggi le distese dei mosaici, i resti delle vasche e della decorazione architettonica, conservata negli estesi sotterranei, suggeriscono chiaramente il programma decorativo originario che le rende uno dei gioielli di Roma antica. Per l’approvvigionamento idrico fu creato un ramo speciale dell’Aqua Marcia, l’Aqua Antoniniana. Un recente intervento ha riportato l’acqua nelle Terme di Caracalla mediante l’installazione permanente di uno specchio d’acqua davanti al calidarium arricchita con suggestivi giochi d’acqua e di luce evocativi dell’antica atmosfera. In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, la Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, promuove l’apertura serale straordinaria delle Terme di Caracalla con visite guidate al costo simbolico di 1 euro. I biglietti sono disponibili presso la biglietteria on line di Musei italiani e. Si specifica che le visite sono previste alle 20.15, alle 20.25, alle 21, alle 21.15 e alle 21.50 e sono della durata di 40 minuti, l’orario di fine visita inserita nello slot orario della biglietteria è puramente indicativo. Ad accompagnare i gruppi di massimo 40 partecipanti per turno ci saranno due guide specializzate.

GLI APPUNTAMENTI DIURNI DI SABATO 28 E DOMENICA 29 SETTEMBRE

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Un prezioso pavimento a marmi colorati nella Villa di Livia a Prima Porta (Roma) (foto fabio caricchia)

Villa di Livia – A casa della prima imperatrice di Roma. La Villa di Livia è un incantevole luogo di otium dove l’imperatore Augusto e la moglie Livia solevano trascorrere il tempo libero lontani dagli affanni di Roma. Ricca di vegetazione e famosa per il suo lauretum, è stata riscoperta nel 1863, quando è tornata alla luce la celebre statua di Augusto, ora ai Musei Vaticani e la stanza sotterranea con l’affresco di giardino poi staccata ed ora uno dei gioielli di Palazzo Massimo. In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2024 il sito sarà aperto al pubblico sabato 28 e domenica 29 settembre dalle 10.30 alle 18.30, ultimo ingresso alle 17.30. Le visite sono libere e gratuite.

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Il modellino dell’Arco quadrifronte inglobato nel Medioevo in una chiesa fortificata, esposto nell’Antiquarium dell’Arco di Malborghetto (foto ssabap-roma)

Arco di Costantino – Il sogno prima della battaglia. L’Arco di Malborghetto fu costruito dall’imperatore Costantino in ricordo del suo sogno premonitore prima della battaglia contro Costantino del 28 ottobre 312. Intorno ad esso nei secoli sorse un piccolo borgo e si perse la memoria dell’imperatore, poi ritrovata con studi recenti della Soprintendenza.  Nell’Arco è situato un piccolo Museo contenente materiali provenienti dagli scavi nell’area di Roma Nord. In occasione delle Giornate europee del Patrimonio la Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, promuove l’apertura straordinaria del complesso archeologico con visite libere, gratuite, senza prenotazione. Apertura sabato 28 settembre dalle 10.30 alle 21.30, ultimo ingresso alle 20.30 e domenica 29 settembre dalle 10.30 alle 18.30, ultimo ingresso alle 17.30.

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La basilica sotterranea di Porta Maggiore (foto ssabap-roma)

I misteri della Basilica sotterranea di Porta Maggiore. La Basilica di Porta Maggiore non ha confronti: è unica nel suo genere. Un edificio sotterraneo, situato a 9 metri di profondità, a forma di basilica – prima attestazione a Roma, con vestibolo, atrio e aula basilicale, coperte di stucchi. Le scene rappresentate nei raffinati stucchi sono scene con divinità, oggetti rituali, ma anche scene di genere con giochi di bambini o giocolieri. Datata al I secolo d.C., ne è incerta la funzione: forse sede di Neopitagorici o funeraria. O forse entrambe. I segreti della Basilica sotterranea di Porta Maggiore si svelano sabato 28 e domenica 29 settembre in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio con visite guidate gratuite con prenotazione obbligatoria compilando l’apposito modulo

roma_verso-l-ecomuseo-di-roma-ovest_locandinaPatrimonio in cammino, verso l’Ecomuseo di Roma Ovest. La Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2024 promuove un evento speciale dedicato al progetto dell’Ecomuseo di Roma Ovest. Patrimonio in Cammino è il tema delle GEP che si terranno in tutta Europa il 28 e il 29 settembre e in cammino è il processo di realizzazione dell’Ecomuseo, inserito tra i progetti del PNRR. Una pratica museale nata in Francia negli anni ’70 del secolo scorso che si è diffusa in ogni parte del mondo e che mette al centro le esperienze di chi vive in un determinato territorio. Il progetto ideato dal Responsabile dell’Area funzionale Patrimonio DEA e Immateriale, Alessio De Cristofaro, ha iniziato a muovere i primi passi in primavera coinvolgendo associazioni, gruppi informali, cittadini, residenti nei territori dei Municipi XII, XIII e XIV che sono inseriti nella mappa del costituendo Ecomuseo di Roma Ovest. Le Giornate Europee del Patrimonio saranno l’occasione per incontrarsi e mettersi in dialogo con antropologi, attivisti, istituzioni e rappresentanti di esperienze ecomuseali già realizzate. Due giorni per fare rete, costruire insieme, valorizzare e promuovere le anime del progetto, imparare e scambiare competenze in un clima di festa.

roma_verso-l-ecomuseo-di-roma-ovest_28-settembre_locandinaSabato 28 settembre la sede della manifestazione è la Cascina di Sotto, in via di Boccea 922. La mattinata sarà dedicata all’incontro “Ecomusei e Patrimonio immateriale”. La manifestazione sarà inaugurata dal saluto del Soprintendente Speciale Daniela Porro, con l’introduzione del responsabile del progetto Alessio De Cristofaro e gli interventi di Roberta Pardi, funzionario archeologo responsabile Municipio XIV su Ricostruire l’Ipogeo degli Ottavi: il progetto di valorizzazione digitale e di Alessia Argento, funzionario archeologo responsabile Municipio XII, su La Villa di Colonnacce: un progetto di riqualificazione. Seguiranno l’intervento del Dirigente dell’Area Comunicazione e Promozione dei Servizi Culturali della Regione Lazio, Roberto Ottaviani, e un focus su Ecomuseo Parco di Centocelle a cura di Giovanni Figà Talamanca. Ecomusei, patrimonio e cultura è il tema affrontato dallo storico e docente, già presidente ICOM, Daniele Jalla, seguirà un approfondimento sulle esperienze dell’Ecomuseo della via Latina con Vito Lattanzi in dialogo con Marco Vigliotti e dell’Ecomuseo del Litorale romano con Alessandro Portelli in dialogo con Paolo Isaja. La mattinata si concluderà con una tavola rotonda Il costituendo Ecomuseo di Roma Ovest, coordinata da Francesco Aliberti e Marcello Tagliente, con gli interventi del Presidente del Municipio XIV Marco Della Porta e dell’assessore alla Rigenerazione urbana e periferie, Giuseppe Strazzera, del Presidente del Municipio XIII, Sabrina Giuseppetti e dell’assessore allo sviluppo locale Cinzia Giardini, del Presidente del Municipio XII, Elio Tomassetti e dell’assessore alle Politiche dei lavori pubblici Francesco Geraci. La seconda parte della giornata sarà dedicata al patrimonio immateriale dell’Ecomuseo di Roma Ovest con una introduzione a cura di Alessandra Broccolini dal titolo Le rievocazioni storiche tra festa, storia e patrimonio culturale immateriale. Si terranno la Rievocazione storica del Palio dei fontanili, a cura della Proloco Testa di Lepre, un’esibizione di Danze medievali, a cura della Compagnia dei Virelai e per chiudere i Balli popolari, a cura dell’associazione culturale Lucchina-Ottavia. Per tutta la giornata ci sarà un info point delle Associazioni aderenti al progetto.

roma_verso-l-ecomuseo-di-roma-ovest_29-settembre_locandinaDomenica 29 settembre la carovana del costituendo Ecomuseo si sposterà al Museo pleistocenico La Polledrara di Cecanibbio dove dalle 10 alle 18, si terranno quattro visite guidate con prenotazione obbligatoria, compilando l’apposito modulo, al Museo a cura della Soprintendenza Speciale di Roma con Federica Marano. Dalle 10 alle 18 nell’area esterna al Museo sarà allestito il villaggio delle associazioni che hanno aderito al percorso dell’Ecomuseo di Roma Ovest che presenteranno le loro attività come il Laboratorio di uncinetto e riciclo creativo, a cura dell’associazione Ilfilocheciunisce ODV, il Laboratorio ambientale, a cura dell’associazione Amici degli alberi Ottavia, il Laboratorio di archeologia sperimentale La scheggiatura della pietra nel Paleolitico, a cura della Soprintendenza Speciale di Roma con la cooperativa Matrix 96, il Laboratorio didattico-rievocativo, a cura di Protectores Domini Nostri, un percorso di tutela attiva del territorio Casal Selce: passato e presente, a cura del Comitato DIfendiamo San Selce, un’esperienza di Archeotrekking alla Villa romana di Valle Santa, a cura di Soprintendenza Speciale in collaborazione con l’associazione Cornelia Antiqua, un laboratorio di tecniche di Survival dalla sussistenza primitiva all’età moderna, a cura di Endas con l’associazione Monolitik survival e un’attività di visual thinking strategies a cura dell’associazione Vtsitalia. Tutte le attività sono ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.

Roma. A San Giovanni in Laterano emergono le mura medievali del Patriarchio databili tra il IX ed il XIII secolo d.C., uno spaccato della vita e dello sviluppo di questa area di Roma, fino alla sistemazione voluta da Sisto V nel XVI secolo. I ritrovamenti verranno lasciati in situ

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Veduta generale degli scavi archeologici in piazza San Giovanni n Laterano a Roma con le mura medievali del Patriarchio (foto mic)

A San Giovanni in Laterano a Roma emergono le mura medievali del Patriarchio. Le indagini archeologiche condotte sotto la direzione scientifica della soprintendenza speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, propedeutiche ai lavori di riqualificazione di piazza San Giovanni in Laterano, hanno restituito un’importante e complessa stratigrafia dove spiccano, tra l’altro, strutture murarie databili tra il IX ed il XIII secolo d.C., forse riconducibili al Patriarchio. Si tratta di un ritrovamento di straordinaria importanza per la città di Roma e la sua storia medievale, poiché in epoca moderna non sono mai stati effettuati scavi archeologici estensivi nella piazza. “Le nuove scoperte di piazza San Giovanni in Laterano”, dichiara il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, “sono l’ennesima dimostrazione della ricchezza del territorio di Roma, una miniera inesauribile di tesori archeologici. Ogni singola pietra ci parla e racconta la sua storia: grazie a questi importanti ritrovamenti gli archeologi potranno sapere di più del nostro passato. Desidero manifestare il mio compiacimento per l’impegno e per la passione che i ricercatori stanno mettendo nel loro lavoro. È fondamentale coniugare la salvaguardia della nostra storia alle esigenze di tutela e modernizzazione del tessuto urbano”. L’insieme delle scoperte venute alla luce a piazza San Giovanni restituisce uno spaccato della vita e dello sviluppo di questa area di Roma, fino alla sistemazione voluta da Sisto V nel XVI secolo, e grazie alla analisi e allo studio dei rinvenimenti e dei reperti raccolti (monete, metalli, maioliche, ceramiche) arriveranno ulteriori informazioni sulla storia della città. I ritrovamenti verranno lasciati in situ e sono allo studio soluzioni per il futuro completamento dello scavo e per la valorizzazione.

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Veduta da drone degli scavi archeologici in piazza San Giovanni n Laterano a Roma con le mura medievali del Patriarchio (foto mic)

Costruito per volere di Costantino nel IV secolo d.C. al posto della caserma degli Equites Singulares, la guardia a cavallo dell’imperatore che si era schierata con Massenzio, il Patriarchio consisteva inizialmente in una basilica monumentale, ma durante il Medioevo venne più volte ingrandito e ristrutturato e divenne la sede papale fino al trasferimento della sede ufficiale del pontefice ad Avignone nel 1305. I ritrovamenti riconducibili al Patriarchio sono stati rinvenuti nella parte orientale dello scavo, per tutta la sua lunghezza: si tratta di una struttura che poteva avere funzione sia di cinta muraria a difesa della residenza papale sia di sostruzione del pendio che caratterizzava in antico l’area del Laterano. Alla luce delle diverse tecniche edilizie riscontrate, la sua costruzione è databile al IX secolo dopo Cristo ed è stata oggetto di diversi interventi di restauro e di ricostruzione fino almeno al XIII secolo.

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Il muro medievale con blocchi di tufo emerso negli scavi di piazza San Giovanni in Laterano a Roma (foto mic)

Il muro è costituito da grandi blocchi di tufo, sicuramente reimpiegati da altre strutture non più esistenti. A dimostrare uno o più interventi di restauro è la presenza di una fasciatura dei blocchi su ambo i lati, realizzata con un paramento in blocchetti di tufo che presentano una serie di contrafforti. Proseguendo verso Ovest, il muro è invece realizzato a sua volta con contrafforti a cuneo e una tecnica più irregolare. La parte finale del muro, che corre fin sul sagrato della Basilica, si presenta con un paramento in blocchetti di tufo e contrafforti stavolta di forma quadrata.

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Strutture emerse negli scavi di piazza San Giovanni in Laterano a Roma (foto mic)

L’edificazione della struttura è avvenuta durante un lungo periodo di tempo in cui Roma era oggetto delle razzie dei saraceni e al suo interno erano continue le lotte, talvolta violente, tra le famiglie aristocratiche che rivendicavano l’accesso al soglio di Pietro: di qui l’ipotesi che questo possente muro, anche per la sua conformazione, avesse la funzione di cinta difensiva del complesso della Basilica e dei palazzi annessi. Dopo la cattività avignonese, in seguito al rientro a Roma dei pontefici e al trasferimento della sede papale in Vaticano, viene a cadere la necessità di avere una struttura a difesa del Patriarchio. Di conseguenza, il muro perde di funzionalità e viene demolito e interrato, e di esso si perde ogni memoria.

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Fondazioni a reticolo di età Severiana emerse negli scavi di piazza San Giovanni in Laterano a Roma (foto mic)

Le indagini archeologiche, seppure condotte in emergenza per le tempistiche dettate dalla consegna dei lavori per l’apertura dell’anno giubilare, hanno permesso di portare in luce anche i resti di altre strutture, risalenti a epoche precedenti il Patriarchio. Al centro dello scavo è stata identificata una porzione di un muro in opera reticolata, databile tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., la cui funzione è di terrazzamento del pendio che caratterizzava l’area. Più interessante sono imponenti fondazioni a reticolo collocabili in età Severiana (III secolo), forse da mettere in relazione con i Castra Nova equitum singularium, già documentati sotto l’attuale impianto della Basilica. Della stessa epoca due muri in opera laterizia che corrono paralleli e, considerato la profondità (3,5 metri sotto l’attuale piano di calpestio) e la breve distanza che intercorre tra loro, sono probabilmente parte di una struttura ipogea. Sempre nella porzione centrale dello scavo è stato ritrovato infine un tratto di struttura muraria in opera listata, databile tra il IV ed il VII secolo.

Roma. Scoperte nel cantiere per il sottopasso della nuova piazza Pia, a un passo da San Pietro, una grande fullonica e una residenza di età imperiale: saranno smontate, e ricollocate entro due anni nei Giardini di Castel Sant’Angelo per essere musealizzate e valorizzate: così si rispetta anche il cronoprogramma del sottopasso per il Giubileo. Gli interventi di ministro, sindaco, soprintendente, curia e Anas

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Presentazione dei ritrovamenti in piazza Pia a Roma: da sinistra, mons. Fisichella, Daniella Porro, Gualtieri, Sangiuliano, Isi (foto emanuele antonio minerva / mic)

La fullonica (lavanderia) e la residenza di età imperiale scoperte a piazza Pia, all’ombra di Castel Sant’Angelo a Roma, sono salve. Ma non sarà un altro “buco” nel tessuto urbano della capitale: le strutture saranno smontate, delocalizzate e stoccate in vista della loro ricollocazione e musealizzazione, il tutto sotto la direzione scientifica della soprintendenza speciale di Roma. A neppure una settimana dalla presentazione ufficiale, il 14 giugno 2024, a Castel Sant’Angelo, dei ritrovamenti archeologici da poco scoperti nel cantiere per il sottopasso della nuova piazza Pia con l’intervento del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano; del sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri; di mons. Rino Fisichella; della soprintendente speciale di Roma, Daniela Porro; e dell’amministratore delegato di Anas, Aldo Isi; è arrivata la risposta dello Stato con la soluzione proposta dalla soprintendente Porro approvata dalla Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale del Lazio, convocata con urgenza venerdì 14 per il 18 giugno 2024 dal presidente Leonardo Nardella, segretario regionale MiC per il Lazio, consentendo la tempestiva emanazione del decreto di autorizzazione, che permette l’immediata ripresa dei lavori, garantendo il rispetto del cronoprogramma realizzativo del sottopasso.

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Veduta della fullonica e della residenza di età imperiale scoperte nel cantiere della nuova piazza Pia a Roma (foto anas)

L’autorizzazione prescrive, oltre al consolidamento, al distacco, alla delocalizzazione dei resti murari, degli apparati decorativi e di rivestimento delle strutture, il lavaggio, la classificazione, lo studio dei reperti mobili rinvenuti, il restauro di quelli più significativi e la ricostituzione e la valorizzazione del contesto archeologico, da delocalizzare nei Giardini di Castel Sant’Angelo e all’interno del museo nazionale di Castel Sant’Angelo. La realizzazione dovrà avvenire entro due anni dall’autorizzazione, corredata da una ricostruzione in 3D e dalla realizzazione di un progetto di valorizzazione virtuale del contesto storico-topografico (horti Agrippinae, horti Domitiae, ager Vaticanus), mediante pubblicazione scientifica e prodotto audiovisivo e digitale.

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Veduta dello scavo archeologico nel cantiere della nuova piazza Pia a Roma (foto anas)

Il progetto di riqualificazione e pedonalizzazione di piazza Pia, situata tra Castel Sant’Angelo e via della Conciliazione, è finanziato con 79,5 milioni di euro del Giubileo. La creazione di questa nuova grande piazza pedonale unirà di fatto l’area di Castel Sant’Angelo a via della Conciliazione e quindi alla Basilica di San Pietro, garantendo contemporaneamente ai pedoni una fruizione dell’area in piena sicurezza e una fluidificazione del traffico veicolare grazie alla creazione del sottovia che andrà a collegarsi con quello di lungotevere in Sassia. I lavori sono eseguiti da Anas grazie a una convenzione con Roma Capitale. La fine dei lavori è prevista per dicembre 2024.   

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Veduta zenitale dei ritrovamenti archeologici (fullonica e residenza di età imperiale) nel cantiere della nuova piazza Pia a Roma (foto anas)

Le indagini archeologiche nell’ambito dei lavori di realizzazione del Sottopasso hanno portato alla luce nuove scoperte che raccontano paesaggi urbani e brani di storia della Capitale finora sconosciuti. L’area di indagine era occupata in antico da alcune importanti residenze imperiali suburbane (horti Agrippinæ, horti Domitiæ), che lambivano la riva destra del Tevere, affacciandosi sul fiume in modo scenografico con portici, passeggiate e giardini.

“Questa è la meraviglia di Roma: una città ricca di storia e di identità che noi intendiamo valorizzare”, aveva detto il ministro Sangiuliano alla presentazione dei ritrovamenti di piazza Pia. “Succede che sul piano di una stretta collaborazione istituzionale, che già altre volte aveva portato a dei risultati positivi, stiamo lavorando per trovare un punto di equilibrio tra le esigenze di tutela e le esigenze anche sacrosante di modernizzazione della città. Sono sicuro che ci riusciremo”. E – come detto – la soluzione è arrivata “a stretto giro di posta”, potremmo dire. “È una gioia straordinaria, una grande emozione, questo ritrovamento”, ha commentato il sindaco Gualtieri. “Nessuno sapeva dell’esistenza di questa grandissima fullonica, una di quelle più grandi tra quelle conosciute. Una lavanderia di grandissime dimensioni proprio qui, nel cuore di Roma, perché sulle banchine del Tevere si utilizzava l’acqua per queste attività. Gli archeologi ci aiuteranno a capire esattamente la datazione precisa. Piazza Pia ne uscirà ulteriormente arricchita”, ha assicurato. “Questo è davvero un caso emblematico di come la collaborazione istituzionale e la giusta visione del significato della tutela e della valorizzazione dei nostri beni culturali possa portare a una soluzione doppiamente positiva: grazie al cantiere – ha concluso – abbiamo scoperto questa bellissima Fullonica e gli altri ritrovamenti, che riusciremo a rendere conoscibili e a valorizzare ma, allo stesso tempo, riusciremo anche a realizzare nei tempi previsti il sottopasso”.

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Dettaglio della fullonica scperta nei lavori per il sottopasso di piazza Pia a Roma (foto anas)

“Devo dire che quando mi hanno informato mandandomi la foto della scoperta ho provato commozione, perché il Giubileo, come sono solito dire, è un evento di popolo e la scoperta di una lavanderia mi ha riportato indietro nel tempo”, ha sottolineato S.E. Mons. Rino Fisichella. “Questa parte di Roma sarà di nuovo resa visibile a tutti, e come cittadino non posso che esprimere un senso di profonda gratitudine. È veramente significativo che dove stiamo cercando di creare per il Giubileo uno spazio per rendere più vivo l’incontro tra le persone, come sarà piazza Pia, sia stata ritrovata proprio una lavanderia, che era il luogo d’incontro delle persone, del popolo, delle donne dell’epoca. Un ringraziamento in più anche perché i tempi di consegna dei lavori, che come sempre ci è stato garantito e come sempre abbiamo creduto, saranno mantenuti, nonostante i ritrovamenti che un tempo bloccavano tutto”.

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Lo scavo archeologico di emergenza a piazza Pia a Roma (foto emanuele antonio minerva / mic)

“L’archeologia di emergenza per la realizzazione del sottopasso di piazza Pia deve in ogni caso tutelare ritrovamenti e scoperte”, ha spiegato la soprintendente Porro. “In questo caso la conservazione dei reperti attraverso la loro delocalizzazione deve portare anche a una valorizzazione: la Soprintendenza ha proposto di ricollocarli a Castel Sant’Angelo, in antico il sepolcro di Adriano costruito negli Horti di Domitia il contesto dove le strutture ritrovate probabilmente sorgevano in origine”. “L’incontro di oggi”, ha concluso l’amministratore delegato di Anas, Aldo Isi, “è importante perché testimonia quanto sia indispensabile la sinergia e la massima collaborazione tra tutti i soggetti istituzionali coinvolti per poter raggiungere l’obiettivo, anche valorizzando gli importanti rinvenimenti archeologici per i quali abbiamo messo a disposizione le nostre aree per la dislocazione temporanea”.

Roma. Al Tempio di Minerva Medica sull’Esquilino al via “Un refolo di primavera” ciclo di eventi tra arte e condivisione promosso dalla soprintendenza speciale

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Il cielo dal Tempio di Minerva Medica a un passo dalla Stazione Termini a Roma (foto ssabap-roma)

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Il Tempio di Minerva Medica, sull’Esquilino, a Roma (foto ssabap-roma)

È tra i monumenti più rappresentativi del rione Esquilino, nel mondo antico era la terza cupola più grande di Roma, dopo il Pantheon e le Terme di Caracalla, e ora sarà la sede di “Un refolo di primavera”, ciclo di eventi tra arte e condivisione: parliamo del Tempio di Minerva Medica, in via Giolitti a Roma. La Soprintendenza Speciale di Roma, diretta da Daniela Porro, accoglie, nel Tempio di Minerva Medica, associazioni, adulti, ragazze e ragazzi che animano da tempo la vita culturale del Rione Esquilino e della città. Un esperimento di valorizzazione e di rigenerazione dei luoghi dell’archeologia in spazi di comunità. Introducono gli incontri l’archeologa Simona Morretta e l’architetto Alessandra Centroni responsabili del sito. Tutti gli incontri sono della durata di circa un’ora e ad ingresso gratuito fino a esaurimento posti. Promuove l’iniziativa La Soprintendenza Speciale di Roma in collaborazione con DMO ES CO; Piazza Vittorio APS; le Associazioni Esquiline: Ass. Abitanti via Giolitti, Esquilino Vivo, Comitato Piazza Vittorio Partecipata; Parolincontro-Odv; MaTeMù-Cies.

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Il programma. Giovedì 30 maggio 2024, alle 17, “Dal classico al jazz”, esibizione del Piccolo coro e del Coro di Piazza Vittorio. Dirige il maestro Giuseppe Puopolo. Giovedì 6 giugno 2024, alle 17, “Matemusic crew”, live show dei ragazzi/e del laboratorio rap di MaTeMù. Mercoledì 12 giugno 2024, alle 17, reading “Donne d’autore”, monologhi tratti dalla letteratura moderna e contemporanea (Molière, O. Wilde, D. Fabbri…) a cura dell’attrice Mariateresa Pascale, accompagnamento musicale di Carlo Mura e canoro di Doriana Bandinelli.