Verona. Presentato in anteprima a Vinitaly 2024 il progetto del nuovo Atlante delle aree archeologiche del Veneto, vera e propria carta archeologica dell’intero territorio regionale, elaborata dalle tre Soprintendenze venete con la Regione Veneto, aggiornato alle ultimissime scoperte, in vista del redigendo nuovo Piano Paesaggistico Regionale e la normalizzazione degli oltre 1150 vincoli (prima regione in Italia)

Il soprintendente Vincenzo Tinè alla presentazione dell’Atlante delle Aree archeologiche del Veneto nello stand della Regione Veneto a Vinitaly 2024 di Verona (foto sap)
A distanza di quasi 40 anni dall’Atlante delle zone archeologiche del Veneto (Regione del Veneto, Venezia 1987), è stato presentato in anteprima a Verona, martedì 16 aprile 2024, nello stand della Regione del Veneto al “Vinitaly 2024”, il progetto del nuovo Atlante delle aree archeologiche del Veneto, di cui Sap – società archeologica srl ha curato l’impaginazione e l’elaborazione grafica. Si tratta di una vera e propria carta archeologica dell’intero territorio regionale, elaborata dalle tre Soprintendenze venete Archeologia Belle arti e Paesaggio del ministero della Cultura in collaborazione con la Direzione Pianificazione Territoriale della Regione del Veneto. Aggiornato alle ultimissime scoperte, questo data-base contiene i dati descrittivi, di perimetrazione cartografica e bibliografici di oltre 180 aree archeologiche con valenza paesaggistica. Alla presentazione sono intervenuti il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, l’assessore al Territorio cultura sicurezza della Regione del Veneto Cristiano Corazzari, il direttore Pianificazione territoriale della Regione del Veneto Salvina Sist e il direttore Beni attività culturali e sport della Regione del Veneto Fausta Bressani. Ha presentato il progetto il soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno Padova e Treviso, Vincenzo Tiné, anche a nome dei colleghi Marta Mazza, segretario regionale del ministero della Cultura per il Veneto e Fabrizio Magani, soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna e per le province di Verona Rovigo e Vicenza.

Una visita guidata all’interno della Grotta di Fumane (Vr) in Valpolicella (foto comune di fumane)
Il ricco e articolato paesaggio archeologico del Veneto è stato oggetto di un importante progetto di analisi catalografica e cartografica, condotto nel quadro della redazione congiunta del Piano Paesaggistico Regionale tra Regione del Veneto e ministero della Cultura. Dal Paleolitico – quando nella grotta veronese di Fumane è attestata la più antica pittura europea – fino alla diffusione delle società di agricoltori neolitici e di quelle gerarchicamente strutturate delle età del Bronzo e del Ferro – quando compare la civiltà dei Veneti antichi, tra le più celebri dell’Italia preromana – fino alla piena Romanizzazione, alla tarda Antichità e al Medioevo, il Veneto è sempre stato uno dei luoghi di eccellenza per lo studio delle interazioni produttive tra uomo e ambiente. Un paesaggio pluristratificato, che culmina con la civiltà rinascimentale delle ville venete ma che trova nel più remoto passato le sue radici e il suo senso profondo: storico, socio-economico ed identitario. Nel quadro dei lavori per il Piano Paesaggistico Regionale, oltre che alla revisione e normalizzazione degli oltre 1150 vincoli paesaggistici ai sensi dell’art. 136 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio – il record italiano, seguito a grandissima distanza dai 400 vincoli paesaggistici della Toscana! – la Regione del Veneto e il ministero della Cultura hanno proceduto anche alla raccolta sistematica dei dati pregressi, finalizzata individuazione delle cosiddette “zone archeologiche” ai sensi dell’art. 142, c. 1, lett. m) del medesimo codice.
Prodromico all’individuazione delle vecchie e nuove zone paesaggisticamente tutelate da parte del redigendo Piano Paesaggistico Regionale, l’Atlante delle aree archeologiche del Veneto sarà a breve pubblicato in edizione digitale e cartacea nella serie degli apparati conoscitivi del Piano Paesaggistico Regionale. Il nuovo volume e il relativo data-base, consultabile on-line sul sito della Regione e delle Soprintendenze, rappresenteranno un formidabile strumento di conoscenza e tutela dei siti archeologici della regione, a disposizione di tutti i cittadini e gli enti per orientare consapevolmente le scelte urbanistiche, produttive e culturali del territorio veneto.
Ariano nel Polesine (Ro). Inaugurazione del nuovo allestimento del Centro Turistico Culturale San Basilio e dell’area archeologica di via Brenta
Nuovo allestimento del Centro Turistico Culturale San Basilio ad Ariano nel Polesine (Ro). L’inaugurazione mercoledì 17 gennaio 2024, dalle 11 alle 13, al Centro Turistico Culturale San Basilio, via San Basilio 12, San Basilio, Ariano nel Polesine (Ro). Inoltre dalle h16:00 alle h18:30 il Centro rimarrà aperto per accogliere tutti i visitatori. Si tratta di un evento che vede coinvolto il dipartimento dei Beni culturali dell’università di Padova a conclusione di un lungo lavoro di riallestimento del prezioso museo Archeologico sul Delta del Po. È questa l’area dove il Dipartimento conduce ricerche archeologiche da molti anni, con il supporto del Comune, della Fondazione Cariparo, della Provincia di Rovigo e di molti altri soggetti. Le ricerche sono condotte in collaborazione con l’università Ca’ Foscari di Venezia, con la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Verona Rovigo Vicenza e con la direzione regionale Musei (museo archeologico nazionale di Adria). Il programma della mattinata. Alle 11, i saluti di Luisa Beltrame, sindaco di Ariano nel Polesine; Enrico Ferrarese, presidente della Provincia di Rovigo; Gilberto Muraro, presidente della fondazione Cariparo; Cristiano Corazzari, assessore Regione Veneto; Moreno Gasparini, presidente parco regionale veneto Delta del Po; Daniele Ferrara, direttore regionale Musei del Veneto; Fabrizio Magani, soprintendente ABAP di Verona Rovigo e Vicenza; Giovanna Falezza, direttore museo Archeologico nazionale di Verona. Alle 11.30, gli interventi di Alberta Facchi, direttore del museo Archeologico nazionale di Adria; Nicola Nottoli, architetto progettista dei nuovi allestimenti; Jacopo Bonetto, dell’università di Padova. Alle 12, inaugurazione del Centro turistico culturale. Alle 12.45, inaugurazione dell’area archeologica di via Brenta. Seguirà un buffet nell’aula didattica dell’azienda agricola Forzello.
Rovigo. È nato “Pollìcinum. Museo Polesine”, il Sistema Museale Provinciale Polesine che raccoglie 26 musei del Polesine. Obiettivo: veicolare l’immagine di un territorio a misura d’uomo, ricco di cultura e natura, adatto al turismo lento. Primi risultati: video-clip, mappa, tre itinerari gratuiti, progetto Wikipedia, servizio foto e video, nuovi siti web per 4 grandi musei


Alberta Facchi, funzionario referente per il MuSST, Direzione regionale musei Veneto (foto Provincia Rovigo)

Cristiano Corazzari, assessore regionale alla Cultura della Regione Veneto (foto Provincia Rovigo)

Gilberto Muraro, presidente della Fondazione Cariparo (foto Provincia Rovog
Ventisei musei del Polesine hanno unito le proprie forze per veicolare l’immagine di un territorio a misura d’uomo, ricco di cultura e natura, adatto al turismo lento. È nato il Sistema Museale Provinciale Polesine (www.smppolesine.it). Gli obiettivi sono stati quelli di lavorare sull’immagine percepita del Polesine a livello locale, regionale e nazionale al fine di superare gli stereotipi associati al Polesine e veicolare l’immagine di un territorio a misura d’uomo, ricco di cultura e natura, adatto al turismo lento, proponendo una nuova narrazione del territorio. Il progetto ha preso il nome di POLLÌCINUM. MUSEO POLESINE, dalla più antica attestazione del nome nei documenti medievali. Tutte le azioni di progetto sono state coordinate dal Comitato di Pilotaggio del MuSST#2 e dai consulenti della Local Area Network. È una nuova narrazione per i musei della provincia di Rovigo. Il piano strategico di valorizzazione del patrimonio culturale del Polesine, obiettivo del progetto ministeriale MuSST#2, avviato a gennaio 2020 e frutto dell’Intesa tra la Direzione Regionale Musei del Veneto (MiBACT), nella persona di Alberta Facchi, la Regione del Veneto (assessore alla Cultura Cristiano Corazzari), la Provincia di Rovigo (presidente Ivan Dall’Ara) e la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo (presidente Gilberto Muraro), è giunto al suo primo giro di boa. La condivisione delle linee operative e delle azioni intraprese nella prima annualità del progetto MuSST “Musei fra Adige e Po” e l’avvio di un dialogo fra istituti museali afferenti al Sistema Museale Provinciale Polesine e le diverse espressioni culturali, naturalistiche, economiche, ha permesso di focalizzare e raggiungere i primi obiettivi auspicati.

Panoramica sul museo di Ca’ Vendramin in Polesine (foto Drm-Veneto)
Tutte le azioni di questa prima annata condividono, infatti, la volontà di creare basi solide su cui costruire nei prossimi anni ampie progettualità di rete tra musei, mettendo in atto una sperimentazione da applicare poi a livello regionale e nazionale secondo gli obiettivi del Sistema Museale Nazionale e facendo affidamento su personale formato, su database visuali aggiornati e su contenuti validati. L’approccio metodologico di tipo “partecipativo” promosso ha caratterizzato un’ampia attività di ricerca, documentale e visuale che ha messo in evidenza potenzialità e prospettive diverse sul territorio, coinvolgendo più soggetti: dal CPSSAE (Centro Polesano di Studi Storici Archeologici ed Etnografici) ad ICOM (International Council of Museums) sezione Triveneto, da Rovigo Convention & Visitors Bureau (Promozione culturale e turistica del territorio) ad un team di giovani creativi e artisti, alle imprese culturali del territorio.


L’ingresso del museo dei Grandi Fiumi a Rovigo (foto Drm-Veneto)

La mappa del Sistema museale provinciale Polesine “Pollìcino” (foto Provincia Rovigo)
Le azioni e i risultati della prima annualità. 1) Clip Video POLLICINUM. MUSEO POLESINE 90″, un breve video di 90” per raccontare come i musei e il paesaggio conservino la memoria di uomini e miti della terra tra Adige e Po. Ideazione e realizzazione: Camilla Ferrari (musiche originali) e Alberto Gambato (riprese). 2) La Mappa /Flyer dei musei. Ideazione del concept grafico “Pollìcinum. Museo Polesine” frutto di un brainstorming partecipato; progettazione grafica della mappa, adattamento contenuti in base alla linea editoriale funzionale agli obiettivi e traduzione in lingua inglese. Stampa in 10.000 copie: distribuzione di parte di esse ai musei afferenti al Sistema Museale Provinciale Polesine, mentre un’altra parte è destinata alla promozione Coordinamento di tutte le fasi, briefing iniziale, controllo contenuti: Cristina Regazzo per Rovigo CVB. 3) tre itinerari gratuiti sulla piattaforma Izi.travel: https://izi.travel/it/search/polesine. Realizzati in sinergica collaborazione tra i musei e le imprese culturali che offrono servizi museali in Polesine, i tre itinerari collegano i musei del Polesine secondo diverse tematiche e sono rivolti a tre pubblici diversi. Per una fruizione del territorio adatta alle esigenze di ogni età. 4) Il progetto Wikipedia sui musei del Polesine. Progetto di valorizzazione dei musei sull’enciclopedia libera Wikipedia, in collaborazione con il CPSSAE -Centro Polesano Studi Storici Archeologico Etnografici e con giovani laureati in discipline storico-artistiche. effettuata la schedatura della totalità dei musei per il caricamento su Wikipedia. Ciò fornirà le basi per la veicolazione di contenuti di alto livello divulgativo e per l’adesione alla campagna annuale di “wiki loves monuments”, il concorso fotografico appositamente creato da Wikipedia per far conoscere i beni culturali nel mondo. Esempio: https://it.wikipedia.org/wiki/Museo_archeologico_nazionale_di_Adria Ideazione e realizzazione: CPSSAE, Sandra Bedetti (coordinamento); Alessandra Papuzzi, Sara Veggian (redazione e caricamento schede). 5) Il servizio foto e video. Mappatura e riorganizzazione del materiale foto e video esistente e produzione di materiale originale dei singoli istituti, creando un vero a e proprio archivio immagini da mettere a disposizione dei 26 musei per la comunicazione e la valorizzazione. 6) I siti web di 4 musei (in corso di realizzazione): musei Archeologici nazionali di Adria e Fratta Polesine; il museo dei Grandi Fiumi di Rovigo e il museo di Ca’ Vendramin, è stato realizzato un template secondo le regole AGID, con piena accessibilità anche ai disabili. Le novità assolute dei siti saranno l’integrazione con il Catalogo dei Beni Culturali della Regione veneto e del MiBACT, al fine di incorporare e rendere pubbliche le schede dei beni culturali, e la parte di gamification: una sezione di quiz e giochi per interativi sui contenuti dei musei. Il sito del museo archeologico nazionale di Adria renderà pubbliche più di 1500 schede di materiali che verranno incrementate con il tempo. Ideazione e realizzazione: Meeple srl.
I musei e il paesaggio tra Adige e Po conservano la memoria di uomini e miti. Nasce sulla rotta indicata da queste parole il progetto cinematico dal titolo POLLICINUM. MUSEO POLESINE 90, che si propone come nuova narrazione del patrimonio culturale del Polesine. Realizzato dagli artisti Camilla Ferrari e Alberto Gambato, è stato girato interamente nei musei della provincia di Rovigo e nel paesaggio che li circonda. Il flusso delle immagini rende possibile un matrimonio, quello tra il disvelamento del mito di Fetonte e il paesaggio che ne accolse l’epilogo. Il giovane Fetonte, figlio del dio Apollo, ottenne non senza remore paterne di guidare il carro del sole. Ne perse il controllo e, dopo aver devastato quasi tutto il globo terrestre, venne punito con un fulmine da Zeus che lo precipitò nell’Eridano, il fiume Po. Qui, con lacrime trasformate in gocce d’ambra, lo piansero le sorelle, che dallo stesso Zeus furono tramutate in pioppi, ancora oggi presenti sulle rive del fiume. La narrazione video si sviluppa muovendosi dall’alto verso il basso, dal cielo verso la terra, seguendo metaforicamente la caduta di Fetonte, in un panorama silenzioso e timido come quello polesano, dagli orizzonti vaghi e in eterno mutamento, appena accarezzati dalla luce. Una piccola goccia d’acqua accompagna lo spettatore attraverso lo scandaglio del territorio, solcandone i luoghi della memoria. Paesaggi e musei offrono all’uomo i propri tesori tenacemente sopravvissuti allo scorrere del tempo, per raccontarne l’intima poesia. Anche la musica segue la discesa di Fetonte verso l’Eridano, sottolineando gli eventi visivi e di racconto attraverso la voce narrante, poggiata su di una struttura musicale in parte elettronica, ma per larghissimi tratti affidata alla generosità musicale di suoni reali, vividi, generati proprio dagli oggetti conservati nei musei. Le percussioni, ad esempio, nascono dal suono di anfore romane conservate al museo Archeologico nazionale di Adria, mentre le piccole campanelle udibili sono nascoste fra gli ingranaggi delle macchine musicali nel museo della Giostra di Bergantino.
A mezzo secolo dalla scoperta del grande abitato protostorico dell’età del Bronzo il museo dei Grandi Fiumi di Rovigo ospita la tre giorni di convegno internazionale “Frattesina cinquant’anni dopo. Il Delta del Po tra Europa e Mediterraneo nei secoli attorno al 1000 a.C.”
Era il 1967 quando i soci del Centro Polesano di Studi Storici Archeologici ed Etnografici di Rovigo (Cpssae) scoprirono nelle campagne a sud-est dell’attuale centro di Fratta Polesine, in provincia di Rovigo, l’abitato di Frattesina, villaggio protostorico sorto nel XIII secolo a.C. (Bronzo recente) che si estendeva per oltre 20 ettari (come mostra il video qui sopra del 2017 di Michele Baldo) lungo la riva destra del Po di Adria, il maggiore ramo del fiume durante l’età del Bronzo. Frattesina conobbe la sua massima fioritura nel XII-XI sec. a.C. (Bronzo finale) seguita da una fase di decadenza fino all’inizio dell’età del Ferro (X sec. a.C.). Nel 50° anniversario della scoperta di Frattesina, al museo dei Grandi Fiumi di Rovigo dal 13 al 15 aprile 2018 il Cpssae promuove il convegno internazionale “Frattesina cinquant’anni dopo. Il Delta del Po tra Europa e Mediterraneo nei secoli attorno al 1000 a.C.”. Un convegno che è già un successo a due settimane dalla sua apertura: gli organizzatori avvisano che per le giornate del 14 e 15 aprile non si accettano ulteriori iscrizioni, per superamento degli iscritti rispetto alla capienza della sala.
Il convegno si articolerà in tre giornate e su tre diverse tematiche: venerdì 13, i musei archeologici in Polesine a quattro anni dalla riforma Franceschini; sabato 14, il territorio tra Adige e Po nella tarda età del Bronzo; domenica 15, il “fenomeno Frattesina” tra Europa e Mediterraneo. Sono previste inoltre: una tavola rotonda dedicata alle tematiche della valorizzazione, della ricerca e della tutela nell’ambito archeologico museale; la presentazione del numero LI della rivista Padusa (Nuova Serie); la presentazione del volume “Frattesina: un centro internazionale di produzione e di scambio nella Tarda Età del Bronzo del Veneto” (Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei – Memorie di Scienze Morali); visite guidate del Museo Civico dei Grandi Fiumi di Rovigo e di quello Archeologico Nazionale di Fratta Polesine. Gli atti del convegno saranno pubblicati nel prossimo numero di Padusa, rivista archeologica del Cpssae.
Ricco il programma. Prima giornata venerdì 13 aprile 2018 “Cinquant’anni dopo… Giornata di studi sulla valorizzazione del patrimonio culturale del territorio”, coordinata da Simonetta Bonomi. Dopo i saluti, apre i lavori alle 10.30, Raffaele Peretto, presidente del Cpssae di Rovigo, “La scoperta di Frattesina, il Cpssae e la nascita del museo Archeologico di Rovigo”; 10.50, Massimo Bergamin, sindaco di Rovigo, “Rovigo capitale europea della cultura 2021: la grande sfida”; 11.10, Cristiano Corazzari, assessore al Territorio, Cultura e Sicurezza della Regione del Veneto, “Musei e valorizzazione del territorio Veneto”; 11.30, Giuliano Volpe, “I musei e la riforma Franceschini”; 12, visita guidata al museo dei Grandi Fiumi di Rovigo a cura di Raffaele Peretto, già direttore del museo. Dopo la pausa pranzo, la sessione pomeridiana inizia alle 14.30, con la tavola rotonda “Musei e territorio: l’archeologia tra tutela, valorizzazione e ricerca a quattro anni dalla riforma Franceschini” presieduta da Piero Pruneti. Intervengono: Pierluigi Cellarosi, Maria Teresa De Gregorio, Alberta Facchi, Daniele Ferrara, Federica Gonzato, Fabrizio Magani, Franco Nicolis, Carlo Peretto, Cristina Regazzo, Chiara Vallini.

Ambre ritrovate a Campestrin di Grignano Polesine oggi al museo dei Grandi Fiumi (foto RovigoOggi.it)
Seconda giornata sabato 14 aprile 2018 “La bassa pianura tra Adige e Po dalla tarda età del Bronzo all’inizio dell’età del Ferro” coordinata da Maria Bernabò Brea e Anna Maria Bietti Sestieri. Alle 9.30, Paolo Bellintani presenta il numero 51 di Padusa, rivista del Cpssae. La Nuova Serie; 9.45, Giovanna Gambacurta, Claudio Balista, Marco Bertolini, Fiorenza Bortolami, Fiorenzo Fuolega, Marco Marchesini, Silvia Marvelli, Elisabetta Rizzoli, Ursula Thun Hohenstein, Erika Valli su “L’insediamento dell’età del Bronzo medio-recente di Adria (località Amolara) avamposto orientale della polity delle Valli Grandi Veronesi?”; 10.10, Claudio Balista, Maurizio Cattani, Lisa Guerra, Elena Maini, Paolo Marcassa, Marco Marchesini, Silvia Marvelli, Luca Rinaldi, Stefania Zuffi su “L’abitato di Ca’ Spadolino di Coccanile (Copparo – FE) e il popolamento lungo i rami meridionali del delta del Po nell’età del Bronzo”; 10.35, Michele Baldo, Claudio Balista, Paolo Bellintani su “Frattesina di Fratta Polesine: estensione, infrastrutture, definizione di aree funzionali ed evoluzione paleo-idrografia del territorio. Metodologie “a basso impatto” e risultati delle indagini sul campo – anni 2014-2016”. Alle 11.20, Luciano Salzani, Paolo Bellintani, Michele Baldo, Mirka Disarò, Ursula Thun Hohenstein su “Campestrin di Grignano Polesine: le ricerche sul campo”; 11.45, Elodia Bianchin Citton su “L’abitato protostorico di Montagnana-Borgo S. Zeno: aspetti topografici e infrastrutturali”; 12.10, Armando De Guio, Claudio Balista, Andrea Betto, Laura Burigana, Luigi Magnini su “Le Valli Grandi Veronesi e il Progetto AMPBV: linee di una rotta interpretativa bottom-up “contro-corrente” in un’area nodale di formazione della complessità sociale europea”. Dopo la pausa pranzo, la sessione pomeridiana coordinata Andrea Cardarelli e Mark Pearce apre alle 14.30: Thun Hohenstein, Ivana Angelini, Paolo Bellintani su “Aspetti tecnologici e archeometrici delle ambre di Campestrin di Grignano Polesine”; 14.55, Paolo Bellintani su “Le perle d’ambra tipo Tirinto. Per una revisione della problematica”; 15.20, Mateusz Cwaliński, Janusz Czebreszuk su “Circulation of amber in the Western Balkans during the Bronze Age and its significance for tracing trans-Adriatic contacts”. Segue la sessione dei poster col coordinamento scientifico di Massimo Saracino. E alle 18.15, partenza con autobus per Fratta Polesine con visita guidata alle 19 del museo Archeologico nazionale di Fratta Polesine a cura di Federica Gonzato.
Terza e ultima giornata domenica 15 aprile 2018 “Frattesina: una pagina di Storia europea” coordinata da Giovanni Leonardi e Federica Gonzato. Alle 9 si inizia con la presentazione del volume “Frattesina: un centro internazionale di produzione e di scambio nella Tarda Età del Bronzo del Veneto” a cura di Anna Maria Bietti Sestieri, Paolo Bellintani e Claudio Giardino. Interverranno: Anna Maria Bietti Sestieri, Paolo Bellintani, Claudio Giardino, Jacopo De Grossi Mazzorin; 9.45, Andrea Cardarelli, Claudio Cavazzuti, Francesco Quondam, Luciano Salzani su “Oltre il fiume, oltre la vita. Recenti sviluppi delle ricerche sulla necropoli delle Narde a Fratta Polesine”; 10.15, Paolo Bellintani, Ivana Angelini su “Frattesina e le origini del vetro europeo”. Alle 11, Michele Cupitò, Giovanni Leonardi, Elisa Dalla Longa, Claudio Balista, Laura Pau, Claudio Bovolato su “Pianura veronese e Polesine tra Bronzo recente e Primo Ferro iniziale. Dinamiche di popolamento, organizzazione del territorio e modelli di scambio”; 11.25, Marco Bettelli, Sara T. Levi su “Cinquanta sfumature di ceramica italo-micenea: Frattesina e altre nuances dal Mediterraneo centrale”; 11.50, Franco Marzatico su “Le Alpi centro-orientali. Barriera e ponte”. Dopo la pausa pranzo, la sessione pomeridiana coordinata da Armando De Guio e Claudio Giardino apre alle 14.45 con Elisabetta Borgna su “Il Caput Adriae tra Alpi e Adriatico durante la tarda età del Bronzo: apporti transalpini, relazioni pensinsulari, dinamiche di trasformazione”; 15.10, Andrea Cardarelli su “Frattesina e la tarda età del Bronzo fra Po e Tevere”; 15.55, Mark Pearce su “Frattesina: il significato storico”; 16.20, Anthony F. Harding su “The role of Frattesina in European prehistory”; 16.45, Reinhard Jung su “Frattesina fra Europa e Mediterraneo orientale”. Dopo le discussioni, chiusura dei lavori alle 18.20.




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