Archivio tag | cratere di Eufronio

Tesori trafugati in Italia: il gen. Ricciardi alla Bmta, comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, descrive le nuove destinazioni del mercato clandestino, Stati Uniti, Cina e Regno Unito; riceve il premio Paestum “Mario Napoli”; e presenta il suo libro “Detective dell’arte. Dai Monuments Men ai Carabinieri della Cultura”

La Testa di Ade a Palermo dove è stata riportata dal nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale

Nucleo tutela patrimonio culturale dei Carabinieri

La XXII edizione della Borsa Mediterranea del Turismo archeologico si tiene a Paestum dal 14 al 17 novembre 2019

Diminuiscono i colpi nei musei, perché in queste strutture aumenta la sicurezza. Le nuove destinazioni delle opere trafugate in Italia sono i Paesi dell’Est. Il giro d’affari è di 6 miliardi e mezzo all’anno, di cui il 40% con gli Stati Uniti, il 20% con la Cina, poi con il Regno Unito, che resta una meta finale storica delle opere d’arte rubate. In generale sono i nuovi ricchi della terra i nuovi acquirenti al nero dell’arte italiana. Il generale Roberto Riccardi, comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, ha svelato i cambiamenti delle rotte delle opere d’arte trafugate, intervenendo alla XXII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum. Giunto direttamente da Venezia, dove è andato a visionare, con i Caschi Blu della Cultura e il Ministro Franceschini, lo stato dei danni al patrimonio per l’allarmante livello dell’acqua alta. Riccardi ha ricordato che dopo il sisma del 2016 in Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo, sono stati recuperati 30mila euro di beni culturali. “Il patrimonio è il dono dei padri. Dobbiamo esserne degni, perché dobbiamo consegnarlo almeno intatto. Noi Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio siamo 300”, scherza il Generale Riccardi nel dare un messaggio molto importante a Paestum, “e questo numero mi ricorda la battaglia delle Termopili e lo sbarco di Pisacane. Sappiamo come andarono a finire entrambe. Noi abbiamo bisogno di tutto il popolo italiano per vincere questa battaglia e riportare in salvo tutte le opere d’arte trafugate. Non difendere l’arte”, conclude, “è disonorare tuo padre e tua madre”.

Il generale Roberto Ricciardi e il suo libro “Detective dell’arte. Dai Monuments Men ai Carabinieri della Cultura”

Il gen. Roberto Ricciardi riceve il premio Paestum “Mario Napoli” alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico

Il generale Riccardi ha presentato poi la sua ultima opera, dal titolo “Detective dell’arte. Dai Monuments Men ai Carabinieri della Cultura”, edito da Rizzoli, e ha ritirato il Premio Paestum “Mario Napoli” per conto del comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri, premiato per il suo straordinario impegno, non solo relativo alle funzioni svolte nell’ambito del Comando, ma per aver contribuito con il “Grande Progetto Pompei” alla realizzazione di una best practice riconosciuta a livello internazionale. Molto suggestiva è stata la presentazione del libro. Nel 1969 avvenne il clamoroso furto della “Natività” di Michelangelo Merisi da Caravaggio nell’oratorio di San Lorenzo a Palermo. È questo, forse, il dipinto più ricercato al mondo: “Il number one. Most wanted”, ha detto il generale Riccardi. Che ancora è in ostaggio di chi lo trafugò, o di altri ignoti. Tanti i misteri che circondano questo furto: “Di certo”, ha spiegato Riccardi. “C’è solo che il quadro manca. Un’altra certezza è che continueremo a cercarlo, finché ci saremo”. Ma il 1969 è anche l’anno nel quale nacque il primo Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Artistico.

Il ministro Dario Franceschini all’inaugurazione della mostra “I capolavori di Eufronio” a Cerveteri

Un recente recupero di reperti archeologici da parte del Nucleo tutela Patrimonio culturale del Carabinieri

Tra le altre grandi opere di cui Riccardi ha raccontato, c’è il Cratere di Eufronio, che venne trafugato da Cerveteri negli anni Settanta e attraverso una serie di peripezie, finì al Metropolitan Museum di New York dal quale è stato riportato in Italia nel 2008. Il generale Riccardi ha raccontato che in queste occasioni, una volta individuata l’opera, deve scattare la diplomazia culturale, per affiancare il lavoro dei Carabinieri. In poche parole, intervengono il ministero dei Beni culturali, il ministero della Giustizia, l’Avvocatura dello Stato, tutti siedono al tavolo con chi è in possesso dell’opera. Nel caso del Cratere di Eufronio, con il Metropolitan Museum di New York. Ottenere la restituzione è un traguardo. “Il problema dei cosiddetti tombaroli”, ha raccontato ancora Riccardi, “è un impoverimento, perché il bene torna comunque decontestualizzato”. “Il problema dei falsi”, ha spiegato, “è in genere una guerra tra periti. Se non si risolve, intervengono i RIS, che studiano i materiali, i colori, i pigmenti. Spesso un’incongruenza tra date può portare all’accertamento”. La Tavola Doria di Leonardo o di Francesco Morandini è tornata nel 2012, una delle grandi operazioni del Nucleo. Riccardi ha concluso con una considerazione sullo stretto rapporto tra arte e follia: “Chi vede con occhi diversi, vede cose diverse”.

Etruria. Dopo quasi mezzo secolo di odissea il Cratere e la Kylix di Eufronio, capolavori della ceramica attica del V sec. a.C., tornano a casa a Cerveteri. Per sempre

Particolare del Cratere di Eufronio, capolavoro della ceramica attica del V sec. a.C.

Particolare del Cratere di Eufronio, capolavoro della ceramica attica del V sec. a.C.

Un’odissea durata quasi mezzo secolo. Ma ora è stata detta la parola fine: il Cratere e la Kylix di Eufronio, due capolavori assoluti della ceramica attica del V sec. a.C., rimarranno per sempre a Cerveteri, la loro casa. Lo ha annunciato il ministro per i Beni culturali e il turismo, Dario Franceschini. E il direttore regionale del polo museale del Lazio, Edith Gabrielli, ha già firmato l’atto che prevede il trasferimento definitivo delle due opere dal museo nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma al museo nazionale Cerite di Cerveteri, dove entrambi i capolavori sono esposti in via provvisoria dal dicembre 2014 per la mostra “I capolavori di Eufronio”, che chiuderà il 20 gennaio 2016. Fu proprio in occasione della vernice della mostra ceretana che il ministro Franceschini, pressato dal giovane sindaco Alessio Pascucci, non escluse la possibilità che le due opere di Eufronio, simbolo della lotta contro il traffico illecito di reperti archeologici, potessero in futuro rimanere definitivamente a Cerveteri (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2014/12/22/il-cratere-di-eufronio-capolavoro-del-v-secolo-torna-con-una-mostra-a-cerveteri-a-40-anni-dal-trafugamento-ora-e-accanto-allaltro-capolavoro-di-eufronio-la-kylix-e-si-pensa-farlo-restare/). E così è stato. “Da anni gli storici dell’arte ci ricordano che l’unicità e la forza del nostro Paese sta nel collegamento musei/territorio”, sottolinea Franceschini. “Questa scelta va concretamente nella direzione di rafforzare questo legame. Anche i numeri poi ci danno ragione ricollocare le opere d’arte nei loro luoghi d’origine e puntare su un turismo sostenibile e diffuso, che non si concentri solo sulle grandi città d’arte, è una carta vincente. Il ritorno a casa del cratere e della kylix di Eufronio fa parte di una strategia nazionale di attenzione al territorio che incrocia i piani strategici di promozione turistico-culturale con la ricerca di un turismo colto, di qualità, capace di apprezzare un’offerta rinnovata”.

Il Cratere di Eufronio esposto nelle sale del museo nazionale Cerite di Cerveteri

Il Cratere di Eufronio esposto nelle sale del museo nazionale Cerite di Cerveteri

Trafugato dai tombaroli nel 1971 ed esportato illegalmente negli Usa dove è stato esposto per lunghi anni in una teca del Metropolitan di New York il Cratere di Eufronio, capolavoro dell’arte attica del V secolo a.C, era poi rientrato in Italia nel 2006 e collocato al Museo di Villa Giulia a Roma. A dicembre 2014 era stato trasferito temporaneamente a Cerveteri, sua casa d’origine, dove ora resterà in via definitiva insieme all’altro capolavoro di Eufronio, la Kylix (coppa da vino) anch’essa uscita dall’Italia illegalmente e al centro di una travagliata contesa internazionale che l’ha vista restituire definitivamente all’Italia alla fine degli anni novanta dal Getty Museum di Malibù.

La kylix di Eufronio a Cerveteri da maggio 2014, era stata restituita nel 1999 dal Getty Museum di Malibu

La kylix di Eufronio a Cerveteri da maggio 2014, era stata restituita nel 1999 dal Getty Museum di Malibu

La presenza dei due capolavori nel museo di Cerveteri, fa notare ancora Franceschini, “ha avuto effetti significativi sull’indotto turistico locale: nel solo 2014, grazie al rientro temporaneo del Cratere di Eufronio e della kylix, i visitatori del Museo Nazionale Cerite sono aumentati del 75%, mentre nei primi nove mesi del 2015 il totale dei visitatori del museo ha superato quello dell’intero 2014 – da gennaio a settembre sono stati 23075 contro i 22164 registrati tra gennaio e dicembre dell’anno scorso. Un effetto trainante che ha coinvolto anche la Necropoli della Banditaccia dove nei primi nove mesi di quest’anno il totale dei visitatori è stato di gran lunga superiore a quello dell’intero 2014 (69255 ingressi da gennaio a settembre contro i 49770 registrati da gennaio a dicembre dell’anno scorso). Crescite significative hanno riguardato anche il museo nazionale etrusco di villa Giulia a dimostrazione che la crescita dei visitatori di Cerveteri non è avvenuto a discapito della storica sede espositiva”.

Selfie del ministro Dario Franceschini cool sindaco Alessio Pascucci davanti al cratere di Eufronio

Selfie del ministro Dario Franceschini cool sindaco Alessio Pascucci davanti al cratere di Eufronio

Incontenibile la soddisfazione del sindaco della cittadina laziale Alessio Pascucci all’annuncio del ministro: “Oggi Cerveteri è protagonista del mondo proprio come tremila anni fa. Dopo essere stati trafugati e portati lontano dalla nostra città più di 40 anni fa tornano a casa per rimanerci. È un risultato storico, la notizia più importante che potevamo ricevere e che premia il duro lavoro di questi tre anni e gli incredibili risultati di presenze turistiche avute nella nostra città”. A lui fa eco il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: “Ringrazio il ministro Dario Franceschini per la decisione di lasciare al Museo di Cerveteri il Cratere di Eufronio. È un’ottima notizia e un fatto di straordinaria importanza. Valorizza il territorio e va incontro alla comunità di Cerveteri che ha avanzato con forza questa richiesta. Questa scelta rilancia sicuramente un’area che con il museo, la necropoli etrusca, e a pochi chilometri il Castello di Santa Severa, sta assumendo un ruolo sempre più importante nella nostra regione e in Italia. Noi continueremo a fare di tutto per essere vicini al Comune e alle soprintendenza in questo lavoro di rilancio di una vocazione turistico culturale”.

Il Cratere di Eufronio, capolavoro del V secolo, torna con una mostra a Cerveteri a 40 anni dal trafugamento: ora è accanto all’altro capolavoro di Eufronio: la kylix. E si pensa farlo restare per l’Expo

Il Cratere di Eufronio, capolavoro del V sec. a.C., trafugato nel 1971 da Cerveteri dove ora è tornato in mostra

Il Cratere di Eufronio, capolavoro del V sec. a.C., trafugato nel 1971 da Cerveteri dove ora è tornato

Il ministro Dario Franceschini all'inaugurazione della mostra "I capolavori di Eufronio" a Cerveteri

Il ministro Dario Franceschini all’inaugurazione della mostra “I capolavori di Eufronio” a Cerveteri

Il Cratere di Eufronio è tornato nella “sua” Cerveteri. Il capolavoro dell’arte attica del V secolo di uno dei più importanti pittori del mondo antico, dopo una quarantennale avventura di scavi di frodo, trafficanti internazionali e trattative con gli Stati Uniti, dove è stato conservato per anni, è esposto al museo nazionale Cerite fino al 20 gennaio nella mostra di Cerveteri “I Capolavori di Eufronio” accanto alla kylix (coppa da vino) dello stesso autore. A inaugurare l’eccezionale mostra il ministro per i Beni culturali e turismo Dario Franceschini e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, accolti dal sindaco Alessio Pascucci.  Proprio il sindaco della cittadina laziale, che sui beni culturali della città ha grandi progetti e che ha visto triplicare i biglietti del museo da quando vi è esposta la kylix di Eufronio, anch’essa tornata in Italia dopo aver percorso le vie del traffico illegale, aveva esplicitamente e a più riprese chiesto al ministro che il cratere (attualmente parte della collezione di Villa Giulia a Roma) rimanesse a Cerveteri. E Franceschini, a Cerveteri, ha lasciato intendere di non essere contrario a una collocazione definitiva del capolavoro nella cittadina laziale da cui era stato strappato, accendendo le speranze del giovane sindaco Alessio Pascucci: “Il patrimonio culturale deve essere distribuito nel Paese. Credo che questa mostra sul Cratere di Eufronio vada prolungata anche nel periodo di Expo, che va da maggio a ottobre. E poi, chissà…”.  E ha continuato: “Expo sarà, ne siamo certi, un successo enorme, che avrà numeri incredibili. In Cina sono già stati venduti un milione di biglietti e altri 500mila saranno venduti a breve. La nostra sfida è evitare che tutti si concentrino su Roma e Milano e sui grandi musei di queste città”.

La kylix di Eufronio a Cerveteri da maggio, era stata restituita nel 1999 dal Getty Museum di Malibu

La kylix di Eufronio a Cerveteri da maggio, era stata restituita nel 1999 dal Getty Museum di Malibu

Il Cratere di Eufronio esposto al museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma

Il Cratere di Eufronio esposto al museo nazionale etrusco di Villa Giulia a Roma

Ritenuto unanimemente “l’opera più importante” fra le pochissime che ci sono rimaste, 27 in tutto, del grande maestro greco del V secolo a. C., il Cratere di Eufronio, cratere a calice decorato a figure rosse, alto 45.7 cm con un diametro di 55.1 cm, modellato dal ceramista Euxitheos e dipinto dal ceramografo Eufronio intorno al 515 a.C., e ornato con scene dell’episodio omerico del trasporto del corpo dell’eroe Sarpedonte, era stato trafugato nel 1971 dai tombaroli che lo avevano strappato da una tomba di Greppe Sant’Angelo, alle porte di Cerveteri. Il cratere fu venduto per un milione di dollari dal mercante d’arte svizzero Robert Hecht Jr. e dal mercante d’arte italiano Giacomo Medici al Metropolitan Museum of Art di New York. Solo grazie a una indagine della procura di Roma e dei carabinieri del Comando tutela patrimonio culturale, e all’impegno del governo, che aprì un canale diplomatico con gli Usa, l’inestimabile reperto riuscì nel 2008 a rientrare in Italia, accolto nel museo nazionale etrusco di Villa Giulia. La kylix decorata con storie della caduta di Troia, invece, è stata restituita dal Getty Museum di Malibu, in California, nel 1999: proviene, hanno ricostruito gli studiosi, dal Santuario di Ercole di Cerveteri. Ecco dunque perché, per la soprintendente all’Etruria meridionale Alfonsina Russo Tagliante, la mostra di Cerveteri “è il simbolo della lotta contro il traffico illecito di reperti archeologici”, terzo mercato nero mondiale dopo armi e droga. Per l’assessore alla Cultura del Lazio, la scrittrice Lidia Ravera, “è come se i fregi del Partenone tornassero ad Atene”. Ma è anche una occasione per il territorio: “Cerveteri – spiega il governatore Zingaretti – sta entrando a far parte di una rete di promozione in Italia e nel mondo: bisogna lavorare in vista di Expo 2015 affinché si arrivi all’appuntamento con l’idea dell’esistenza del ‘bel Lazio’”.

La scena, tratta dall’Iliade, narra della morte di Sarpedonte, figlio di Zeus e di Laodamia, alleato dei Troiani nella guerra contro gli Achei

La scena, tratta dall’Iliade, narra della morte di Sarpedonte, figlio di Zeus e di Laodamia, alleato dei Troiani nella guerra contro gli Achei

Gruppo di giovani raffigurato nell'atto di indossare le armi prima di una battaglia

Gruppo di giovani raffigurato nell’atto di indossare le armi prima di una battaglia

Già numeroso il pubblico accorso a Cerveteri per ammirare i capolavori di Eufronio

Già numeroso il pubblico accorso a Cerveteri per ammirare i capolavori di Eufronio

L’opera è conservata al Museo Etrusco di Villa Giulia, a Roma: ha una capacità di 45 litri ed è l’unico cratere di Eufronio arrivato completo, è stato spiegato.  Le anse dividono la superficie in due aree decorate con scene differenti. La scena sul lato principale è tratta dall’Iliade e narra della morte di Sarpedonte, figlio di Zeus e di Laodamia, alleato dei Troiani nella guerra contro gli Achei. Le personificazioni del Sonno, Hypnos e della Morte, Thanatos, ne riportano il corpo in patria, trascinandolo via dal campo, il dio Hermes, al centro della scena, dirige l’operazione. “La composizione – spiegano gli storici dell’arte antica – è dominata dal grande corpo di Sarpedonte che evidenzia la padronanza raggiunta da Euphronios nella rappresentazione dello scorcio e nella comprensione della struttura anatomica; le due figure allegoriche, chine sul giovane, sono rappresentate, a parte le ali, come guerrieri, in pose naturalistiche e con anatomia precisa. Due altri guerrieri chiudono la scena alle estremità; sono figure stanti, osservatori, tradizionalmente presenti ad indicare l’esemplarità della rappresentazione, forse un collegamento tematico con il gruppo di giovani che, sul lato opposto del cratere, vengono raffigurati nell’atto di indossare le armi prima di una battaglia: una scena di genere, non necessariamente collegata ad eventi identificabili. Si tratta di giovani ateniesi contemporanei, ma identificati con nomi tratti dalla mitologia dalle iscrizioni che accompagnano ciascuna figura. La scelta di unire scene storiche a vicende mitologiche, sullo stesso vaso e con lo stesso stile, crea un legame tra l’attualità e il mito”.