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Padova. Al Palazzo Liviano, in presenza e on line, il seminario “Sono un archeologo ed ora cosa faccio? Il mondo del lavoro in archeologia” organizzato dalla Confederazione Italiana Archeologi con l’università di Padova

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Stai studiando archeologia e vuoi sapere come sarà il tuo futuro nel mondo del lavoro? Sai quali sono i requisiti per essere archeologo di prima, seconda e terza fascia? Vuoi sapere come funzionano la partita IVA ed i contratti di lavoro? Sai quali sono le mansioni dell’archeologo fuori dall’università? Lunedì 27 maggio 2024, dalle 18, nell’aula N di Palazzo Liviano in piazza Capitaniato 7 a Padova, seminario “Sono un archeologo ed ora cosa faccio? Il mondo del lavoro in archeologia”, organizzato dalla Confederazione Italiana Archeologi in collaborazione con il Corso di laurea triennale in Archeologia e magistrale in Scienze archeologiche, Scuola di specializzazione in Beni archeologici e Corso di dottorato di ricerca in Studio, critica e conservazione dei beni culturali del Dipartimento dei Beni Culturali – Università di Padova. Accesso libero e diretta sui canali YouTube www.youtube.com/@InfoCIA e Facebook https://www.facebook.com/archeologi.italiani. Introduce i lavori il prof. Massimo Vidale (docente di Metodologia della Ricerca archeologica). Dopo la presentazione Cia Veneto con Cinzia Rampazzo, intervengono: Cinzia Rampazzo su “Professione e normativa”; Damiano Paris su “Professione e partita Iva: lavoro, spese, fatture, tasse”; Danilo Vitelli su “L‘archeologo dipendente: diritti e doveri”; Sara Bini su “Lavorare al ministero: il funzionario”. Seguono domande e dibattito.

 

Roma. All’università La Sapienza, in presenza e on line, il convegno “Archeologia preventiva. Norme, pratica e insegnamento”. E presentazione del nuovo Geoportale Nazionale per l’Archeologia

roma_sapienza_convegno-archeologia-preventiva_locandinaL’università “La Sapienza” torna a promuovere una riflessione sui nessi tra formazione e pratica della ricerca archeologica, nonché, nel caso dell’Archeologia preventiva, a sostenere l’applicazione consapevole, forte e significativa della normativa volta all’implementazione della tutela del patrimonio archeologico, nel pieno spirito della Convenzione de La Valletta (1992), in applicazione della normativa nazionale e in relazione con il Codice degli Appalti. Per il convegno “Archeologia preventiva. Norme, pratica e insegnamento” appuntamento lunedì 10 luglio 2023, dalle 9.30 alle 19, in presenza nell’Odeion – Museo dell’Arte classica al palazzo della facoltà di Lettere a Roma La Sapienza in piazzale Aldo Moro 5; e in streaming sulla piattaforma Zoom al seguente link: https://uniroma1.zoom.us/j92957700587. Si parlerà dell’archeologia preventiva in Italia, anche a fronte delle innovazioni normative e delle necessità legate alle realizzazioni del PNRR. Inoltre, si discuterà del modo e del livello formativo in cui sia più opportuno attuare l’insegnamento della materia, ormai imprescindibile per il mondo del lavoro degli archeologi. L’evento si propone di fare il punto sull’archeologia preventiva, ma sarà anche una importante occasione per consultare, guidati dai rappresentanti dell’Istituto centrale per l’archeologia, il nuovo Geoportale Nazionale per l’Archeologia progettato come punto di raccolta e di condivisione dei dati esito delle indagini archeologiche condotte sul territorio italiano. L’evento vede l’adesione e la partecipazione: degli organi del ministero della Cultura: direzione generale Archeologia Belle Arti e Paesaggio (ABAP), Istituto Centrale per l’Archeologia (ICA), soprintendenze territoriali dal Nord, Centro e Sud Italia (Soprintendenze ABAP di CO-LC-MB-PV-SO-VA; di VT ed Etruria meridionale; per l’Area metropolitana di Napoli; di CS; per la Città metropolitana di Reggio Calabria-VV); delle Stazioni appaltanti nel campo delle grandi infrastrutture viarie e delle energie rinnovabili (ANAS, ENEL Green Power); delle ditte archeologiche (Cooperativa Archeologia; Cooperativa Arkeos); delle associazioni professionali di categoria (associazione nazionale Archeologi; confederazione italiana Archeologi; associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia); delle università del Nord, Centro e Sud Italia, in relazione all’insegnamento dell’Archeologia Preventiva nei corsi di studio magistrali e nelle Scuole di specializzazione in Beni archeologici (università Ca’ Foscari di Venezia, di Pisa, Sapienza di Roma, del Salento). Durante la sessione del mattino sarà possibile consultare il Geoportale nazionale per l’Archeologia (GNA), su una postazione dedicata, solo per i partecipanti in presenza.

PROGRAMMA: 9.30-9.45, Giorgio Piras, Paolo Carafa: saluti istituzionali; 9.45-10, Alessandro Vanzetti, Veronica Amatucci, Silvia Bucci, Sara Marino: introduzione “Archeologia preventiva e università”. PRIMA SESSIONE: Archeologia preventiva dal centro ai territori. 10-10.15, Luigi La Rocca, DG ABAP; 10.15-10.30, Elena Calandra, Valeria Acconcia, Valeria Boi, Annalisa Falcone, ICA: “Il Geoportale Nazionale per l’Archeologia”; 10.30-10.45, Barbara Grassi, soprintendenza ABAP CO-LC-MB-PV-SO-VA: “Archeologia preventiva e tutela: alcuni casi dalla Lombardia occidentale”; 10.45-11, Margherita Eichberg, Simona Carosi, Biancalisa Corradini, soprintendenza ABAP VT ed Etruria meridionale: “L’Archeologia preventiva sul campo. Il caso della Tuscia”. 11-11.30, pausa caffè. 11.30-11.45, Paola Aurino, Mariano Nuzzo, soprintendenza ABAP CS, Soprintendenza ABAP per l’area metropolitana di Napoli: “Il ruolo degli enti di tutela nei lavori pubblici: normativa, procedure ed esperienze a confronto. Il caso dell’Itinerario Napoli-Bari, variante Napoli/Cancello”; 11.45-12, Fabrizio Sudano, Paola Aurino, soprintendenza ABAP RC-VV, segretariato regionale Calabria, soprintendenza ABAP CS: “Archeologia preventiva in Calabria: problematiche e casi studio”; 12-13, discussione. 13-14.30, pranzo. SECONDA SESSIONE: Archeologia preventiva e università. 14.30-14.45, Daria Pasini, università di Pisa, Scuola di Specializzazione: “Archeologia preventiva: abilità e competenze del progettista archeologo”; 14.45-15, Diego Calaon, università Ca’ Foscari Venezia: “Insegnare il mestiere dell’archeologia preventiva oltre la “norma”: Teorie, CRM (Cultural Resource Management) e contesti internazionali”; 15-15.15, Sara Marino, università di Roma “La Sapienza”: “Archeologia preventiva e università: cosa facciamo in Sapienza”; 15.15-15.30, Paolo Gull, università del Salento: “Archeologia preventiva: una Babele”; 15.30-16, discussione; 16-16.20, pausa caffè. TERZA SESSIONE: Stazioni appaltanti, ditte sul campo, professionisti. 16.20-16.35, Derudas Pina Maria, ANAS Opere a rete strategiche: “Archeologia preventiva nella progettazione e realizzazione delle grandi infrastrutture a rete ANAS”; 16.35-16.50, Stefano Abbate, Enel Green Power Spa, energie rinnovabili: “Il ruolo dell’Archaeology Specialist in Enel Green Power”; 16.50-17.05, Stefano Coccia, Cooperativa Archeologia: “Archeologia preventiva: il ruolo e il contributo dell’impresa specialistica”; 17.05-17.20, Enrico Giannitrapani, Filippo Iannì, Cooperativa Arkeos: “Fare impresa in Sicilia tra archeologia preventiva, ricerca e didattica: l’esperienza di Arkeos”; 17.20-17.35, Alessandro Garrisi, ANA: “Stazione appaltante – Professionista – Soprintendenza: unicuique suum”; 17.35-17.50, Angela Abbadessa, Angela Clara Infarinato,  – CIA – Archeologia preventiva fra tutela e sviluppo infrastrutturale: nuove norme, nuovi strumenti e nuove competenze”; 17.50-18.05, Ludovica Xavier De Silva, ADI: “Del difficile rapporto tra Università e mondo del lavoro: dall’archeologia preventiva alla valorizzazione del titolo”; 18.05-18.45, discussione complessiva.

Archeologia in lutto. È mancato il prof. Raffaele C. de Marinis, uno dei più illustri studiosi di preistoria e protostoria in Italia. Aveva 82 anni. Il ricordo di enti culturali, colleghi e allievi

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Il prof. Raffaele de Marinis, , uno dei più illustri studiosi di preistoria e protostoria in Italia., si è spento a 82 anni

Archeologia in lutto. È venuto a mancare il prof. Raffaele C. de Marinis, uno dei più illustri studiosi di preistoria e protostoria in Italia, già titolare della cattedra di Preistoria e Protostoria all’università Statale di Milano, presidente dell’Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria dal 2009 al 2012 e direttore della Rivista di Scienze Preistoriche dal 2012 al 2017. Aveva 82 anni. Lo hanno annunciato, l’8 giugno 2023, la moglie Donatella Premoli Silva e i figli Alessandro e Marco De Marinis. I funerali si terranno nella Basilica di San Babila a Milano lunedì 12 giugno 2023, alle 11. La notizia è presto rimbalzata da un istituto culturale all’altro, dove il prof. De Marinis ha avuto modo di lavorare o collaborare. E sui social il ricordo di molti allievi e colleghi.

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Il prof. Raffaele de Marinis (foto mantovauno.it)

È l’istituto italiano di Preistoria e Protostoria (IIPP) che ne traccia una sintetica biografia dopo aver espresso tutto il proprio cordoglio ai suoi cari, ai suoi collaboratori e ai suoi amici. Nato nel 1941, laureato in Lettere Classiche all’università di Milano nel 1967 con una tesi di Paletnologia (“La necropoli ligure di Chiavari”), Raffaele C. de Marinis entra nel 1979 nei ruoli della soprintendenza Archeologica della Lombardia come funzionario archeologo preistorico, nel 1987 diventa professore associato di Paletnologia alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’università di Milano e nel 2000 professore ordinario di Preistoria e Protostoria nello stesso ateneo milanese. Delle sue molteplici ricerche di preistoria e protostoria dell’Italia settentrionale rimangono centinaia di contributi editi su riviste scientifiche nazionali e internazionali, monografie, cataloghi di mostre, atti di convegno, con focus particolari sull’arte rupestre, sull’età del Rame in area padana e alpina, sulla cronologia dell’età del Bronzo e sullo sviluppo del popolamento etrusco nei territori lombardi.

bagnolo-san-vito_parco-archeologico-forcello_logoSi ricordano, tra i principali scavi di cui è stato direttore scientifico, quelli inerenti alla cultura di Golasecca a Sesto Calende e Malpensa, le indagini nei siti etruschi del Forcello di Bagnolo S. Vito e del Castellazzo della Garolda, gli studi condotti sull’area dei massi di Cemmo in Val Camonica e le pluriennali campagne di scavo nel sito palafitticolo del Lavagnone. La sua vasta cultura e l’approfondita conoscenza delle realtà transalpine hanno fatto di lui un punto di riferimento fondamentale per gli studi sulla preistoria recente e la protostoria.

rivista-di-scienze-preistoriche_copertinaMembro del consiglio direttivo dell’istituto italiano di Preistoria e Protostoria a partire dal 1995, ne ha rivestito la carica di vice presidente dal 2005 al 2008, per essere poi eletto presidente nel 2009. Nel 2012, ultimato il mandato, è diventato direttore della Rivista di Scienze Preistoriche, incarico che ha mantenuto fino a marzo 2018. “Nel corso degli anni in cui è stato investito delle più importanti cariche dell’Istituto”, ricordano all’IIPP, “ma anche dopo, in qualità di socio emerito, Raffaele de Marinis ha sempre sostenuto attivamente e con impegno e determinazione, la nostra Associazione, non facendo mai mancare il suo appoggio, talvolta critico, sempre determinato, per sostenere l’Istituto e promuovere gli studi di preistoria e protostoria in Italia. Tra le molte iniziative scientifiche di cui negli anni è stato parte attiva – mostre, allestimenti museali, convegni – ricordiamo qui solo la più recente, il coordinamento del comitato scientifico della LII Riunione Scientifica dell’IIPP dedicata alla Preistoria e Protostoria in Lombardia e Canton Ticino: alla sua curatela e a quella della prof. Marta Rapi si deve l’uscita del volume che ne pubblica i contributi. A uno dei suoi temi di ricerca più sentiti è, infine, dedicato il suo ultimo contributo Ripostigli dell’età del Bronzo con oggetti d’ornamento dall’area padana, RSP 2022”.

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Copertina del libro “L’età del Rame. La pianura padana e le Alpi al tempi di Oetzi” di Raffaele de Marinis

Intenso anche il ricordo del LaBAAF (Laboratorio Bagolini, Archeometria, Archeologia e Fotografia) del dipartimento di Lettere e Filosofia dell’università di Trento, che esprime un profondo cordoglio e tristezza per la scomparsa di Raffaele Carlo de Marinis che con i suoi approfonditi studi ha contribuito a rendere la Preistoria italiana oggetto di dibattito internazionale. “Per l’impatto avuto anche sugli studi del nostro laboratorio desideriamo menzionare i suoi lavori su: la necropoli di Remedello, l’uomo del Similaun, le statue stele, l’arte rupestre, le palafitte e la metallurgia dell’età del Rame e Bronzo. Con Raffaele de Marinis se ne va un grande archeologo e un grande docente. Negli anni abbiamo potuto apprezzare la sua profonda cultura, curiosità, entusiasmo e spirito critico, doti fondamentali per stimolare il dibattito scientifico e formare allievi preparati. Lo vogliamo ricordare con le sue stesse parole pubblicate nella Rivista di Scienze Preistoriche LXIII, che descrivono, come solo lui sapeva fare, lo stato dell’arte della nostra disciplina. “(…) 𝐸𝑚𝑒𝑟𝑔𝑒 𝑎𝑏𝑏𝑎𝑠𝑡𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑙’𝑎𝑟𝑐ℎ𝑒𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑎 𝑝𝑟𝑒𝑖𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑐𝑎 𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑡𝑜𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑐𝑎 𝑒̀ 𝑢𝑛 𝑡𝑒𝑟𝑟𝑒𝑛𝑜 𝑠𝑢𝑙 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑒 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖 𝑠𝑖 𝑟𝑖𝑡𝑒𝑛𝑔𝑜𝑛𝑜 𝑎𝑢𝑡𝑜𝑟𝑖𝑧𝑧𝑎𝑡𝑖 𝑎 𝑝𝑜𝑛𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑟𝑒, 𝑖𝑔𝑛𝑜𝑟𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑙’𝑒𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑠𝑡𝑢𝑑𝑖𝑜𝑠𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑖𝑠𝑡𝑖. 𝐹𝑜𝑟𝑠𝑒 𝑖𝑛 𝐼𝑡𝑎𝑙𝑖𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑒𝑛𝑡𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑒𝑟𝑒𝑑𝑖𝑡𝑎̀ 𝑐𝑟𝑜𝑐𝑖𝑎𝑛𝑎 𝑒 𝑑𝑒𝑙 𝑔𝑖𝑢𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜 𝑛𝑒𝑔𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑒𝑠𝑝𝑟𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑑𝑎 𝐵𝑒𝑛𝑒𝑑𝑒𝑡𝑡𝑜 𝐶𝑟𝑜𝑐𝑒 𝑠𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑒𝑖𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎. 𝑁𝑜𝑛-𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑔𝑙𝑖 𝑢𝑚𝑎𝑛𝑖𝑠𝑡𝑖, 𝑛𝑜𝑛-𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑔𝑙𝑖 𝑠𝑐𝑖𝑒𝑛𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑖, 𝑙𝑎 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑑𝑖𝑠𝑐𝑖𝑝𝑙𝑖𝑛𝑎 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑟𝑖𝑠𝑐ℎ𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑢𝑛𝑎 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑙𝑒𝑡𝑎 𝑚𝑎𝑟𝑔𝑖𝑛𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 (…). 𝑅𝑖𝑡𝑒𝑛𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑑𝑖 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑏𝑎𝑔𝑙𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑓𝑓𝑒𝑟𝑚𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑖𝑙 𝑟𝑢𝑜𝑙𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑒 𝑑𝑖𝑠𝑐𝑖𝑝𝑙𝑖𝑛𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑢𝑙𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑎𝑒𝑠𝑒 𝑒̀ 𝑣𝑖𝑐𝑖𝑛𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑜 𝑧𝑒𝑟𝑜. 𝐸𝑝𝑝𝑢𝑟𝑒, 𝑔𝑖𝑎̀ 𝑛𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑛𝑛𝑖 ’30 𝑒 ’40 𝑑𝑒𝑙 𝑠𝑒𝑐𝑜𝑙𝑜 𝑠𝑐𝑜𝑟𝑠𝑜 𝑉. 𝐺𝑜𝑟𝑑𝑜𝑛 𝐶ℎ𝑖𝑙𝑑𝑒 𝑎𝑣𝑒𝑣𝑎 𝑑𝑖𝑚𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑜 𝑙’𝑖𝑛𝑠𝑜𝑠𝑡𝑖𝑡𝑢𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑟𝑢𝑜𝑙𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑒𝑖𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑎 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑠𝑡𝑟𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑐𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑖𝑣𝑖𝑙𝑡𝑎̀ 𝑢𝑚𝑎𝑛𝑎”. (Raffaele C. de Marinis – De Profundis per la divulgazione scientifica in campo preistorico- e protostorico, RSP LXIII – 2013 pp. 255-263)”.

raffaele-de-marinis_1Anche la Confederazione Italiana Archeologi si unisce al cordoglio per la scomparsa del professore Raffaele C. de Marinis, pilastro dell’archeologia pre e protostorica in Italia settentrionale. “Già professore ordinario di Preistoria e Protostoria all’università di Milano, ha diretto per più di trent’anni gli scavi nei siti di Lavagnone e del Forcello e formato decine e decine di studenti che oggi lo ricordano con affetto per tutti i suoi insegnamenti. Ci lascia un uomo dal carattere non sempre facile ma che è stato, e sempre sarà, un grande e irreprensibile maestro”.

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Ritagli di giornale sulle ricerche archeologiche a Forcello di Bagnolo San Vito (Mn) (foto parco archeologico forcello)

L’amministrazione comunale di Bagnolo San Vito (Mn) e tutto lo staff del Parco si uniscono al dolore della famiglia e porgono le più sentite condoglianze. “Il parco archeologico del Forcello, il sito etrusco, il Comune di Bagnolo San Vito perdono un personaggio illustre, un grandissimo studioso che ha portato un piccolo centro sulle sponde del Mincio ad essere conosciuto nel mondo scientifico a livello internazionale. A lui si devono il riconoscimento del Forcello come importante centro etrusco a nord del Po, l’avvio delle ricerche sistematiche e numerose pubblicazioni che restano a testimonianza di un lavoro continuo ed entusiasta. Con immensa riconoscenza, il nostro lavoro continuerà nel solco da lui tracciato”. Il museo Archeologico “G. Rambotti” di Desenzano (Bs) e l’amministrazione comunale si associano al cordoglio per la scomparsa di Raffaele Carlo de Marinis professore emerito di Preistoria e Protostoria all’università di Milano, a cui si deve la nascita del museo nel 1990 e che ha diretto per molti anni le ricerche presso la palafitta del Lavagnone.

ADDIO RAFFAELE”, scrive Piero Pruneti, direttore di Archeologia Viva. “È venuto a mancare Raffaele Carlo De Marinis, archeologo fra i massimi esperti dell’età del Rame, storico collaboratore di Archeologia Viva e membro del Comitato scientifico della nostra rivista. A lui si deve il riconoscimento del sito del Forcello a Bagnolo San Vito (Mn) come il più importante insediamento etrusco a nord del Po. Se n’è andato un grande maestro”. L’archeologo navale Francesco Tiboni: “Un vero archeologo, un mentore, una sfida costante. Mi mancherà, professore”. Valentino Nizzo, direttore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia: “Triste notizia. Un pezzo importante di (proto)storia della nostra disciplina. I miei ricordi personali vanno indietro allo splendido convegno sulla cronologia dell’età del Ferro del 2003, mia prima avventura. Un confronto epocale tra scuole diverse. Citava a memoria ogni tipologia calata in terra con lucidità e signorilità rare. Era schivo ma non si sottraeva mai al confronto vincendo la sua naturale timidezza per il piacere della discussione. O almeno così a me ragazzino parve”. Gianluigi Daccò, museologo: “È morto Raffaele De Marinis, sicuramente il più importante archeologo della Protostoria e Preistoria italiano. Fondamentali i suoi studi sulla Preistoria e Protostoria in Lombardia, sull’ età del rame, sulla Cultura di Golasecca, sui Leponzi e tanti altri. Io l’ho conosciuto 45 anni fa, quando era ancora ispettore della soprintendenza Archeologica per la Lombardia. Per me, medievista e museologo, è sempre stato un sicuro riferimento, oltre che un amico. Sempre mi ha consigliato e aiutato, generoso e leale come era, per realizzare il museo Archeologico di Lecco, che fa parte del Sistema Museale che ho costituito e diretto. Le sue allieve, Stefania Casini prima e Michela Ruffa poi, come consulenti scientifiche del Sistema Museale Lecchese hanno, in pratica, fondato l’Archeologia della Provincia di Lecco, con gli scavi che hanno diretto, con gli studi (Carte Archeologiche della Provincia) e con i loro importanti lavori museologici. Noi, nella nostra vita, abbiamo dei “Piccoli Maestri”. DeMa (come lo chiamavano tutti) è stato uno di questi anche per me. Ci rivedremo, un giorno, DeMa”.

Chiudiamo questa breve e inevitabilmente incompleta carrellata di ricordi con le parole dell’archeologa Assia Kysnu Ingoglia: “Il professor de Marinis è stato mio professore alla scuola di specializzazione di Milano, con lui ho sostenuto l’esame orale di ammissione alla scuola di specializzazione; per dire la verità è stato un esame surreale: quando sono entrata aveva la mia tesi tra le mani, cosa che mi sembrò del tutto normale visto che per accedere all’indirizzo preistorico bisognava presentare la tesi con argomento pre o protostorico. Non appena mi sedetti lui subito esordì dicendo come prima domanda mi spieghi cosa ci fa una peroniana qui! Devo premettere che la sera prima un caro amico ‘peroniano’ mi aveva detto di stare in guardia perché era risaputo che tra de Marinis e Peroni non correva buon sangue. Capì ben presto, già dalla prima domanda, che nulla di quell’esame sarebbe stato normale o almeno nella norma, mi fece un esame sulla tipologia utilizzata da Peroni, poi mi chiese velocemente qualcosa sul Paleolitico, Mesolitico e Neolitico e ritornò all’età del Bronzo chiedendomi di tutto, mi alzai convinta che quell’esame non lo avevo superato, chiamai il caro amico, poi Sebastiano Tusa e infine mandai una mail a Peroni, non gli scrissi del tenore dell’esame gli dissi semplicemente che non era andata. Diverse ore dopo Annalisa, la mia amica di avventure e disavventure universitarie con la quale avevo affrontato l’esame della scuola di specializzazione, mi comunicò che eravamo state ammesse e anche con un’ottima votazione. Naturalmente dovetti telefonare nuovamente a tutti e mandare una nuova mail a Peroni. Iniziò così la mia avventura milanese e imparai a conoscere Raffaele de Marinis, lo convinsi anche a invitare Peroni a tenere una conferenza a Milano, cosa che avvenne e fu molto piacevole, l’ultimo mio anno di scuola mi trovai con lui in viaggio per Roma per portare l’ultimo saluto a Renato Peroni, lo trovai molto commosso e piacevole, gli raccontai alcuni aneddoti e lui me ne raccontò altri. Lo rividi anni dopo ad una riunione dell’IIPP, mi salutò dicendomi qualcosa del tipo buongiorno dottoressa peroniana con un mezzo sorriso, non lo incontrai mai più. Sapere che ci ha lasciati mi rattrista molto, a lui devo una visione diversa della tipologia, lo studio approfondito di Golasecca, a lui devo soprattutto la scelta della mia relatrice per la tesi: Annaluisa Pedrotti il vero regalo che mi ha fatto de Marinis e per cui gli sarò per sempre grata”.

“Archeologia professionale: istruzioni per l’uso”: incontro promosso a Bologna da Confederazione italiana archeologi e Alma Mater Studiorum

La locandina dell’incontro a Bologna “Archeologia professionale”

Quali sono le competenze professionali di un archeologo? Quali le attività lavorative oltre allo scavo? Che differenza c’è tra lavoratore dipendente, socio di cooperativa, lavoratore autonomo a partita IVA, ATP e STP? Quali sono le prospettive contrattuali degli archeologi e alle situazioni lavorative in regione? Sono alcuni degli interrogativi cui cercherà di dare una risposta l’incontro “Archeologia Professionale: Istruzioni per l’Uso”, promosso da CIA (Confederazione Italiana Archeologi – Sede Regionale Emilia Romagna) in collaborazione con Alma Mater Studiorum Università di Bologna – Dipartimento di Storia Culture Civiltà, lunedì 26 febbraio 2018, alle 15, in aula Prodi (DiSCi), piazza San Giovanni in Monte 2, a Bologna. Proprio la Confederazione Italiana Archeologi punta con questo incontro a porre le basi per una sede Cia anche in Emilia Romagna che rappresenti e tuteli tutti gli archeologi fornendo assistenza di fronte ai problemi che la professione incontra quotidianamente. Modera l’archeologa Valentina Di Stefano. Aprono i lavori Federica Mazzoni, presidente commissione Cultura nel Comune di Bologna; e Tommaso Magliaro, segretario nazionale Cia. Intervengono su “La legislazione vigente” Luigi Malnati, soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio della città metropolitana di Bologna e delle province di Modena Reggio Emilia e Ferrara; Angela Abbadessa, Cia-archeocontratti; Raffaella Boni, Cia-consulente fiscale. Su “La formazione possibile” Elisabetta Govi, etruscologa dell’università di Bologna; Enrico Giorgi, metodologie della ricerca archeologica all’università di Bologna. Su “L’esperienza attuale” Cristina Ambrosini, direttore museo Archeologico di Forlì; Diana Neri, direttore museo Archeologico di Castelfranco Emilia; Cecilia Milantoni, archeologa; Laura Belemmi, Tecne (Rimini); Gloria Capelli, Gea (Parma); Claudio Calastri, Archeoimprese; Fabio Fagella, Legacoop. Chiude i lavori una tavola rotonda.