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Bolsena (Vt). A Palazzo Monaldeschi della Cervara e nella chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo aperta la mostra “La memoria dell’acqua. Nuove scoperte Archeologiche dal Gran Carro di Bolsena”: un viaggio tra archeologia subacquea, memoria e identità, con una selezione di reperti rinvenuti nelle acque del lago (tra XVI e IX sec. a.C.)

Inaugurazione della mostra “La memoria dell’acqua” a Bolsena: da sinistra, l’archeologa Barbara Barbaro, il ministro Alessandro Giuli, e l’onorevole Mauro Rotelli (foto emanuele antonio minerva / mic)

Un viaggio tra archeologia subacquea, memoria e identità, dove l’antico dialoga con il presente. È la mostra “La memoria dell’acqua. Nuove scoperte Archeologiche dal Gran Carro di Bolsena”, visitabile fino al 2 novembre 2025, articolata in due sedi espositive, il museo territoriale del Lago di Bolsena, nell’antico Palazzo Monaldeschi della Cervara, e l’isola Bisentina, negli spazi della chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, restituiti alla comunità nel 2024 dopo un’attenta opera di restauro. La mostra offre una selezione di reperti rinvenuti nelle acque del lago grazie alle ricerche del Servizio di Archeologia Subacquea della Soprintendenza di Viterbo, testimonianza della vita quotidiana delle popolazioni residenti nel sito del Gran Carro, anticamente affacciato sulle rive del lago. La mostra è un progetto realizzato in collaborazione tra ministero della Cultura, soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e per l’Etruria Meridionale, Fondazione Luigi Rovati e Isola Bisentina.

“Questo è luogo straordinario per tante ragioni”, ha dichiarato il ministro della Cultura Alessandro Giuli intervenuto all’inaugurazione il 17 luglio 2025 con il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Mauro Rotelli; il sindaco di Bolsena, Andrea Di Sorte; il direttore generale Archeologia Belle arti e Paesaggio, Fabrizio Magani; il soprintendente ABAP per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, Margherita Eichberg; la funzionaria archeologa della soprintendenza ABAP per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, Barbara Barbaro. “Questo è veramente un luogo d’elezione – ha dichiarato il ministro Giuli – un luogo straordinario per tante ragioni. Il lago di Bolsena è l’ombelico del mondo: non solo perché è il lago vulcanico più grande d’Europa, ma perché qui c’è la radice ancestrale di ciò che poi sarebbe divenuto il popolo etrusco e che è stato prima villanoviano, poi forse tirrenico. Le ipotesi sono tante, a partire dalle chiavi di lettura del materiale di scavo, il cui studio impegnerà ancora tanto tempo, e di tutto ciò che ancora potrebbe emergere con il proseguire della ricerca. Insieme a pochi altri luoghi d’Italia – ha proseguito il ministro – in questo momento la Tuscia e Bolsena rappresentano un modello di riferimento, per ciò che sta avvenendo qua e per ciò che una sorta di geografia sacra ci ha offerto in dono. Siamo di fronte a una storia molto risalente nel tempo, ma le cui scoperte ci proiettano in avanti. Qui noi oggi rappresentiamo un patto ideale di amicizia e solidarietà – ha concluso il ministro – tra l’antico e il contemporaneo e tra tutti noi che siamo viterbesi, abitanti della Tuscia, italiani, europei, cittadini del mondo però orgogliosi di partire da qua, da Bolsena”.

Ricerche nel villaggio perilacustre del Gran Carro di Bolsena (inizio età del Ferro) (foto catalogo beni culturali)

La mostra propone un viaggio alla scoperta dell’insediamento protostorico oggi sommerso del Gran Carro, eccezionale contesto archeologico scoperto nel 1959 a circa cento metri dall’attuale linea di costa e oggetto di indagini approfondite solo in anni recenti da parte della Soprintendenza. Il sito fu popolato fra la media Età del Bronzo (XVI sec. a.C.) e la prima Età del Ferro (fine X – inizio IX sec. a.C.). In esso si distinguono due settori principali: un ampio spazio abitativo, di cui si conservano ancora centinaia di pali infissi nel terreno, e un’area sacra, detta “Aiola”, costituita da un tumulo di pietre realizzato a secco intorno a sorgenti di acqua calda. La sommersione del sito ha preservato perfettamente tutti gli oggetti di uso comune e quotidiano, ma anche rituale, degli antichi abitanti.

Insediamento protostorico del Gran Carro: asetto miniaturistico zoomorfo con beccuccio dall’Aiola (foto sabap-vt-em)

 

Insediamento protostorico del Gran Carro: figurina fittile antropomorfa appena abbozzata proveniente dall’area dell’abitato (foto emanuele antonio minerva / mic)

Nel Palazzo Monaldeschi della Cervara, sede del SiMuLaBo (Sistema Museale del Lago di Bolsena) che ha rinnovato la sua tradizionale esposizione proprio per accogliere la mostra, è ospitata la maggior parte dei materiali dagli scavi recenti, da inquadrare principalmente nell’ambito della Cultura Villanoviana, ovvero quella che precede la formazione delle grandi città etrusche di Vulci, Tarquinia, Cerveteri, Veio e Orvieto. Tra tutti si segnalano oggetti particolari, come i tre vasetti con beccuccio interpretabili come poppatoi e un sonaglio ancora funzionante, riempito di sassolini, al fine di intrattenere i bambini nella fase dell’allattamento; un vasetto miniaturistico che forse poteva contenere un unguento o un profumo con una singolare decorazione incisa avvicinabile ad una sorta di scrittura proto-Etrusca, mai ancora attestata; una eccezionale figurina fittile antropomorfa appena abbozzata proveniente dall’area dell’abitato, chiara rappresentazione simbolica legata a pratiche rituali, come suggerirebbe l’iconografia ben nota della dea madre, finora nota soltanto in contesti funerari. Anche i materiali dal monumento cultuale dell’Aiola, grandi vasi biconici contenenti offerte di cibo, quali semi e ossa animali combuste, rimandano ad un culto evidentemente collocato all’aperto e indirizzato alla venerazione di divinità femminili ctonie.

Panoramica dell’Isola Bisentina nel lago di Bolsena (Vt) (foto fondazione rovati)

L’esposizione nella chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo sull’Isola Bisentina, realizzata in collaborazione con la Fondazione Luigi Rovati, si articola in quattro sezioni tematiche, con l’intento di restituire la complessità e la varietà di queste testimonianze. Il mondo femminile che include oggetti probabilmente utilizzati in prevalenza dalle donne, dagli spilloni alle fibule, con la funzione di ornamento o per fissare le vesti. Il sacro raccoglie reperti decorati con motivi graffiti, ma soprattutto con schematiche figure ornitomorfe, riconducibili al culto della divinità solare. La vita quotidiana offre uno spaccato del vissuto domestico attraverso oggetti legati al consumo e alla conservazione di cibo e bevande: anfore e anforette, ma anche olle, pissidi e boccali, talvolta arricchite da decorazioni plastiche. Il viaggio esplora la dimensione degli scambi e dei contatti: si segnalano un frammento di ceramica d’importazione di tipo protogeometrico, estremamente raro nel mondo medio-tirrenico, e un vaso-modellino a forma di imbarcazione, attestazione del ruolo del lago quale polo di interazione tra culture diverse.

“Underwater Visions (blue papers)” opera di Alex Cecchetti nella chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo sull’Isola Bisentina (foto lorenzo breccola /profilo FB cecchetti)

Sull’Isola Bisentina il percorso espositivo si completa con gli interventi site-specific di artisti contemporanei, invitati a operare in concomitanza con l’apertura di questa stagione. Gli artisti si sono confrontati con le recenti scoperte degli insediamenti protostorici ora sommersi, i cui reperti, perfettamente conservati proprio grazie all’immersione nell’acqua del lago, testimoniano gli oggetti d’uso quotidiano e rituale delle antiche comunità locali, rivelandone la spiritualità e il rapporto con l’ambiente lacustre. La Chiesa ospita, oltre ai reperti archeologici, i lavori su carta di Alex Cecchetti (1973), che evocano la dimensione parallela di un fondale subacqueo e invitano lo spettatore a farsi testimone di una memoria giunta fino a noi grazie all’incessante azione conservatrice del lago. La Malta dei Papi, suggestiva struttura ipogea scavata nel Monte Tabor, forse realizzata dagli Etruschi per scopi rituali – accoglie i fragili frammenti vitrei di Lisa Dalfino (1987), una poetica reinterpretazione contemporanea degli ex voto. L’oratorio di Monte Calvario e l’approdo all’isola, con la sua elegante darsena in stile liberty, fanno da cornice alle sculture “alchemiche” di Namsal Siedlecki (1986), che evocano antiche pratiche di buon auspicio e riti propiziatori.

La chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, dopo un importante restauro, è di nuovo accessibile dallo scorso anno. La chiesa fu originariamente costruita e dedicata a San Giovanni Battista da Ranuccio Farnese il Vecchio, che volle per la propria famiglia un mausoleo sull’isola. Sarà il Cardinale Alessandro Farnese il Giovane a costruire sopra questo preesistente edificio l’imponente monumento che oggi vediamo: la chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, la cui edificazione ha inizio nel 1588 su disegno di Giovanni Antonio Garzoni da Viggiù, e termina all’epoca di Odoardo Farnese tra il 1602-1603.

Bolsena-Saturnia. Al via il XVII Incontro di Studi Preistoria e Protostoria in Etruria “Sorgenti della Nova: 50 anni di scoperte. Per una rilettura del Bronzo Finale in Italia”. Ecco il ricco programma della tre giorni di lavori

bolsena-saturnia_preistoria-e-protostoria-in-etruria_XVII-incontro_Sorgenti-della-Nova-50-anni-di.scoperte_locandinaAl via il XVII Incontro di Studi Preistoria e Protostoria in Etruria in programma il 6, 7 e 8 settembre 2024 a Bolsena (Vt) e Saturnia (Gr), promosso dal Centro Studi di Preistoria e Archeologia di Milano, Comune di Valentano, Comune di Bolsena, Comune di Manciano, museo della Preistoria della Tuscia e della Rocca Farnese, museo diffuso della Comunità Mancianese. A 50 anni di distanza dall’inizio degli scavi di Sorgenti della Nova, il XVII Incontro di Studi di Preistoria e Protostoria in Etruria sarà dedicato ad una rilettura del Bronzo Finale della penisola italiana. Seguirà la sezione dedicata a: Ricerche e Scavi che raccoglierà gli interventi relativi agli studi e alle scoperte pre- e protostoriche effettuate in Etruria durante gli ultimi anni, con preferenza per gli aggiornamenti dei temi affrontati nei convegni precedenti.

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Ferrante Rittatatore Vonwiller sulla sua fida 850 nel 1971 (foto csp)

Sorgenti della Nova: 50 anni di scoperte. Per una rilettura del Bronzo Finale in Italia. Individuato per la prima volta da Ferrante Rittatore Vonwiller nel 1938, l’abitato di Sorgenti della Nova è oggetto di scavi sistematici dal 1974, condotti prima dall’università di Milano e oggi dal Centro Studi di Preistoria e Archeologia. Quest’anno ricorre quindi il 50° anniversario dell’inizio delle ricerche, che hanno reso Sorgenti della Nova un punto di osservazione privilegiato per la comprensione delle dinamiche storiche che interessarono la media valle del fiume Fiora e, più in generale, l’Etruria meridionale nel Bronzo Finale e all’alba dell’età del ferro. A 50 anni di distanza dall’inizio degli scavi, il XVII Incontro di Studi di Preistoria e Protostoria in Etruria sarà dunque dedicato ad una rilettura del Bronzo Finale della penisola italiana. Scopo del convegno è quello di indagare le trasformazioni avvenute in questo periodo, dall’occupazione del territorio, allo sviluppo della società, ai cambiamenti culturali e ideologici. Le tematiche che ci si propone di affrontare saranno quindi: la relazione uomo-ambiente, lo sfruttamento del territorio, la percezione e la costruzione del paesaggio, l’articolazione degli spazi abitativi, la concezione del sacro e l’ideologia funeraria, l’organizzazione sociale, la concezione del potere e simboli di status. L’Incontro di Studi costituirà inoltre un’occasione sia per ripercorrere la storia degli studi sia per presentare nuove scoperte. Come di consueto, la discussione si incentrerà sulle testimoniane restituite dal territorio italiano. Allo scopo di meglio contestualizzare i temi proposti, saranno tuttavia valutati anche interventi che interessano il Mediterraneo e i territori d’Oltralpe.

PROGRAMMA VENERDÌ 6 SETTEMBRE 2024. Bolsena – palazzo Monaldeschi della Cervara – centro visite SIMULABO. Alle 9.30, saluto delle autorità: Raffaella Bruti, vicesindaco e assessore Cultura e Scuola del Comune di Bolsena; Barbara Barbaro, funzionario della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale; Marco D’Aureli, coordinatore scientifico SIMULABO (Sistema Museale del Lago di Bolsena); Andrea Cardarelli, presidente Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria. Alle 10, inizio dei lavori. Christian Metta, Veronica Gallo “Sorgenti della Nova: 50 anni di scoperte”; Francesco di Gennaro “Le ultime pagine di Nuccia Negroni sul protovillanoviano”; Marica Venturino, Marina Giaretti “L’età del bronzo finale in Piemonte. Un aggiornamento Francesco Rubat Borel Settant’anni dopo F. Rittatore Vonwiller, il “Bronzo Finale” nell’Italia nord-occidentale tra XIII e IX secolo a.C.: considerazioni culturali e di storia degli studi”. Alle 11.40, pausa caffè. Marco Baioni, Cristina Longhi, Claudia Mangani “Il Bronzo Finale nella Lombardia orientale: alcune riflessioni Laura Pau Il Bronzo Finale in area padana centro-orientale. Cronologia e aspetti insediativi”; Valentina Donadel “Il Bronzo Finale nel Veneto orientale e il centro di Treviso”. Alle 13.15, pausa pranzo. Alle 14.30, ripresa dei lavori. Michele Cupitò, David Vicenzutto, Cristina Ambrosioni, Ivana Angelini, Vanessa Baratella, Veronica Gallo, Nadia Noio, Vito G. Prillo, Silvia Tinazzo, Massimo Vidale, Paola Salzani, Claudio Bovolato, Claudio Balista, Maria Sofia Manfrin, Wieke de Neef, Cornelius Meyer, Cristiano Nicosia, Marta Dal Corso, Elena Zaffaina “Le ricerche dell’università di Padova a Villamarzana. Nuovi dati per una lettura aggiornata del “sistema Medio Polesine” alla fine dell’età del bronzo”; Riccardo Vanzini, Claudio Cavazzuti “Il Bronzo Finale in Emilia orientale: nuove prospettive di ricerca”; Alberto Agresti “La fine dell’età del bronzo nel bacino dell’Arno. Forme del popolamento e dinamiche culturali”; Carlo Cavanna, Paolo Nannini, Claudio Calastri, Massimo Cardosa “I tumuli e le strutture megalitiche di Monte Leoni (Roccastrada – Campagnatico, Gr): un progetto di ricerca in corso”; Carlo Persiani “Montarana (Tarquinia – Vt), Bronzo Recente e Finale. Analisi quantitativa dei ritrovamenti di superficie”. Alle 16.30, pausa caffè. Anna Maria Conti “Tuscania – Dal villaggio alla città? Nuovi dati da Colle San Pietro”; Patrizia Costa, Fabio Rossi “Le Rogge (Canino, Vt): i materiali ceramici del Bronzo Finale”. Alle 18, presentazione del volume “Le abitazioni a pianta ellittica di Sorgenti della Nova e Sovana. Confronti con l’Etruria e il Latium vetus, tra l’età del Bronzo e l’età del Ferro” di Nuccia Negroni Catacchio e Matilde Kori Gaiaschi. Edizioni del Centro Studi di Preistoria e Archeologia, Milano 2024. Presenta il volume: Monica Miari.

PROGRAMMA SABATO 7 SETTEMBRE 2024. Saturnia – sala Bartolini. Alle 9.30, saluto della autorità: Matteo Bartolini, consigliere delegato alla Cultura del Comune di Manciano; Giovanni Altamore, funzionario della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le provincie di Siena Grosseto e Arezzo; Massimo Cardosa, direttore del museo diffuso della Comunità Mancianese; Marco Firmati, direttore del polo culturale Pietro Aldi di Saturnia; Massimo Barbini, presidente TEMA Vita ETS. Alle 10, inizio dei lavori. Alessandro Zanini “Il Bronzo Finale medio-tirrenico. Cronologie e sincronismi”; Carlo Virili, Alessandro Zanini, Alessandro M. Jaia “L’apogeo prima della crisi: il sito perilacustre di Paduli nell’età del bronzo finale nel quadro della dialettica tra uomo e ambiente”; Anna De Santis, Claudio Giardino “Geopolitica del Latium vetus nell’età del bronzo finale”; Kewin Peche-Quilichini “Paci è saluta. Il Bronzo Finale della Corsica: elementi per una sintesi”. Alle 11.40, pausa caffè. Laura Pau, Salvatore Sebis “Il Bronzo Finale nel Sinis e nel Campidano Maggiore. Stato delle ricerche”; Paola Basoli “Relazione fra uomo e ambiente tra Bronzo Finale e alba dell’età del ferro nel sito di San Luca (Ozieri-Sassari)”; Gaia Pignocchi “Il Bronzo Finale nelle Marche. Trasformazioni e dinamiche evolutive fino all’inizio dell’età del Ferro”. Alle 13.15, pausa pranzo. Alle 14.30, ripresa dei lavori. Tomaso Di Fraia “A 50 anni dalla scoperta: l’insediamento di Archi testimone di un’inaspettata complessità nell’area medio-adriatica alla fine dell’età del Bronzo”; Teodoro Scarano, Claudio Cavazzuti “Il Bronzo Finale della necropoli a cremazione di Torre Guaceto”; Andrea Celestino Montanaro “La Daunia tra Bronzo Finale e prima età del ferro. La nascita della civiltà iapigia e l’ideologia funeraria”; Elisa Pizzuti, Alessandro Vanzetti “Nuovi dati sul Bronzo Finale in Italia meridionale attraverso la rilettura della necropoli a cremazione di Timmari (Mt)”; Massimo Cultraro “Il Bronzo Finale nella Sicilia centro-orientale: dati generali e problemi aperti”. Alle 16.30, pausa caffè. Discussione poster – tema monografico. Alice Maria Sbriglio, Barbara Grassi, Omar Larentis, Claudia Mangani “Una necropoli del Protogolasecca a Colle Brianza (LC)”; Giulia Mannino “La fase di passaggio tra Bronzo Recente e Bronzo Finale nella Romagna occidentale”; Alberto Agresti, Luca Biancalani, Lionello Morandi, Niccolò Mazzucco “Tra monti e mare. Le comunità dell’Appennino tosco-ligure alla fine dell’età del Bronzo. Revisione preliminare delle forme del popolamento e potenzialità della ricerca tra Toscana settentrionale e Liguria di Levante”; Alberto Agresti, Lionello Morandi “Le tazze con ansa sormontante configurata. Riflessioni su forma e funzione di una delle forme vascolari rappresentative del Bronzo Finale dell’Italia centrale”; Veronica Gallo, Francesco Radin “Nuovi dati da Sorgenti della Nova (Farnese, Vt): la Struttura h del settore IX”. Alle 18, presentazione del volume “Archeologia del Fuoco. La vita, la morte, i culti: una presenza costante. Ricerche e Scavi”, Atti del XVI Incontro di Studi Preistoria e Protostoria in Etruria. Edizioni del Centro Studi di Preistoria e Archeologia, Milano 2024. Presenta il volume Massimo Cardosa.

PROGRAMMA DOMENICA 8 SETTEMBRE 2024. Saturnia – sala Bartolini. RICERCHE E SCAVI Alle 9.30, iInizio dei lavori. Simona Pannuzi, Carlo Persiani, Carlo Rosa “Presenze eneolitiche sulle sponde dell’antico Stagno di Ostia (Roma)”; Felice Larocca, Donata Luiselli, Federico Spiganti, Mirko Traversari “La Grotta dei Conoidi nel Fosso del Bagno di Parrano (Terni). Un nuovo sito archeologico presso il complesso delle Tane del Diavolo”; Fabio Martini, Lapo Baglioni, Patrizio Balli, Federica Biagiotti, Chiara De Marco, Isabella Matera, Samuele Mugnai, Filippo Olmi, Pasquino Pallecchi, Lucia Sarti “Il progetto “Tane del Diavolo di Parrano”: nuove indagini sui contesti produttivi e programmi di valorizzazione”; Alessandro Zanini “La fase subappenninica di Poggio Gaiella nel quadro del sistema di popolamento Cetona-Chiusi”. Alle 10.45, pausa caffè. Francesco Laurita, Roberto Dan, Artur Petrosyan “Un’ossidiana è per sempre. Analisi preliminare dell’industria in pietra scheggiata dell’età del ferro da Solak-1/Varsak, Armenia”; Orlando Cerasuolo “I dati archeologici sulla lavorazione dell’ambra: spunti per un confronto tra Etruria ed Europa”. Discussione poster – Ricerche e scavi. Sem Scaramucci, Teresa Cavallo “Nuovo rinvenimento di industrie litiche paleolitiche a Marsiliana d’Albegna (Manciano-Gr); Anna Maria Conti, Carlo Persiani “Tuscania – Testimonianze dell’Eneolitico finale da Colle San Pietro”; Simona Carosi, Fabio Rossi, Alessandro Tizi “Nuovi dati per l’Eneolitico di Tuscania. Due reperti inediti da Montebello”; Christian Metta, Matteo Aspesi “Nuove indagini in località La Botte (Farnese, Vt). Relazione preliminare”; Patrizia Costa, Fabio Rossi “Un nuovo sito protostorico in località Cerrosughero – Canino (Vt); Giulia Deimichei, Elena Marocchino, Jessica Taormina, Massimo Cardosa, Fabio Rossi, Silvia Amicone “Investigating ceramic production in the early Iron Age site of Duna Feniglia (Orbetello, Gr): an archaeometric approach”. Alle 13, conclusioni e chiusura dei lavori.