Appia Antica (Roma). Al Complesso di Capo di Bove l’incontro “L’Appia è moderna. Quali prospettive?”, riflessione sul futuro della regina viarum, a celebrazione della proroga della mostra “L’Appia è moderna”, sui progetti e le iniziative architettoniche e artistiche per l’Appia antica nel Novecento

La mostra “L’Appia è moderna” al Compesso di Capo di Bove nel parco archeologico dell’Appia Antica (foto parco appia antica)
Sabato 19 ottobre 2024, alle 11, nel Complesso di Capo di Bove del parco archeologico dell’Appia Antica si terrà lo speciale evento “L’Appia è moderna. Quali prospettive?” a celebrazione della proroga della mostra “L’Appia è moderna” promossa dal parco archeologico dell’Appia Antica e dalla direzione generale Creatività contemporanea del ministero della Cultura, con l’organizzazione di Electa editore, e curata da Claudia Conforti, Roberto Dulio, Simone Quilici e Ilaria Sgarbozza (aperta al pubblico fino al 17 novembre 2024). L’evento che invita alla riflessione sul futuro della regina viarum prevede interventi di Simone Quilici (curatore e direttore del parco archeologico dell’Appia Antica), Claudia Conforti (curatore e professoressa ordinaria di Storia dell’architettura, università di Roma Tor Vergata e membro dell’accademia nazionale di San Luca), Paolo Liverani (professore ordinario di Topografia Antica, università di Firenze), Maria Vittoria Marina Clarelli (dirigente Servizio III – Architettura contemporanea, periferie e rigenerazione urbana della DGCC, ministero della Cultura). Il dibattito sarà moderato da Orazio Carpenzano, preside della Facoltà di Architettura, “Sapienza” università di Roma.

La mostra “L’Appia è moderna” al Compesso di Capo di Bove nel parco archeologico dell’Appia Antica (foto parco appia antica)
L’esposizione, promossa dal parco archeologico dell’Appia Antica e dalla direzione generale Creatività Contemporanea del ministero della Cultura, con l’organizzazione di Electa, anche editore del catalogo, punta l’attenzione sui progetti e le iniziative architettoniche e artistiche del Novecento, dimostrando che l’Appia è anche moderna. Senza entrare in contrapposizione con l’antico, disegni, dipinti, fotografie, illustrazioni, manifesti pubblicitari, invenzioni architettoniche e documenti d’archivio restituiscono l’energia di un secolo che ha fortemente disegnato una delle più note vie consolari, rendendola parte vivente e integrante delle dinamiche urbane e sociali di Roma, lontana dal concetto ottocentesco di museo a cielo aperto. Attraverso sei sezioni il racconto presenta i progetti architettonici firmati dai grandi architetti del secolo scorso; la trasformazione del paesaggio botanico ad opera di Antonio Muñoz; i fotogrammi inediti estrapolati da pellicole cinematografiche; le arti figurative – tra verismo, simbolismo e astrazione – nei dipinti di Duilio Cambellotti, Giulio Aristide Sartorio, Francesco Trombadori, Carlo Socrate; le esclusive ville dei divi di Hollywood; nel cinema e infine nei fumetti.
Roma. Al via il ciclo di incontri “Le Ville raccontano”, presentazioni e incontri per valorizzare e rafforzare la conoscenza del patrimonio artistico delle ville e dei parchi della Capitale

Il Casino dell’Orologio a Villa Borghese sede del ciclo di incontri “Le Ville raccontano” (foto roma capitale)
Riprende, dal 18 settembre 2024, il ciclo di incontri “Le Ville raccontano”, una serie di presentazioni e conferenze inedite promosse da Roma Capitale, assessorato alla Cultura, sovrintendenza Capitolina ai Beni culturali, con l’obiettivo di continuare a valorizzare e rafforzare la conoscenza del patrimonio artistico delle ville e dei parchi della città di Roma. Gli incontri, condotti da storici dell’arte e archeologi della sovrintendenza Capitolina e altri studiosi del settore, saranno concentrati su temi specifici dell’arte, dell’archeologia e della cultura del verde e del paesaggio, con l’obiettivo di fare conoscere ed esplorare al grande pubblico il patrimonio delle ville storiche romane. Luoghi, opere e storie in genere poco noti e ricostruiti sulla scia di studi e approfondimenti scientifici nati e sviluppatisi intorno al mondo complesso e articolato delle ville storiche di Roma. Gli argomenti trattati sono andati evolvendo soprattutto sulla scia delle riflessioni emerse intorno alla semantica della “valorizzazione” e alle suggestioni delle storie evocate relative al patrimonio artistico delle Ville storiche. Anche questo nuovo ciclo di incontri fa parte di Patrimonio in Comune, programma di proposte culturali ed educative della sovrintendenza Capitolina per promuovere e diffondere la conoscenza di Roma e del suo patrimonio storico e culturale. Tutte le conferenze sono a ingresso libero e gratuito, fino a esaurimento posti disponibili.
Mercoledì 18 settembre 2024, alle 17, Casino dell’Orologio a Villa Borghese, Salone del Pergolato, piazza di Siena n. 1, Angela Napoletano in “Grotte e ninfei a Villa Borghese”
Giovedì 26 settembre 2024, alle 17, Casino dell’Orologio a Villa Borghese, Salone del Pergolato, piazza di Siena n. 1, “La villa Altoviti ai Prati di Castello. Eclissi di un paesaggio fluviale”, presentazione del volume di Alice S. Legé (storica dell’arte, Musée de Montmartre, Parigi), con la partecipazione di Alberta Campitelli, Claudia Conforti, Claudio Strinati
Martedì 22 ottobre 2024, alle 16.30, Casino dell’Orologio a Villa Borghese, Salone del Pergolato, piazza di Siena n. 1, Alessandro Cremona ed Eleonora Ronchetti in “Il “gentile proprietario”: il barone Richard von Hoffmann e il rinnovamento della Villa Celimontana”
Mercoledì 23 ottobre 2024, alle 16.30, Casino dell’Orologio a Villa Borghese, Salone del Pergolato, piazza di Siena n. 1, Angela Napoletano in “Sculture traianee a Villa Borghese”
Mercoledì 30 ottobre 2024, alle 16.30, Casino dell’Orologio a Villa Borghese, Salone del Pergolato, piazza di Siena n. 1, Mara Minasi ed Elda Scoppetta in “Il Teatro delle Arti. Magnificenza, antichità e spettacolo nel giardino di Camillo Pamphilj al Gianicolo”
Venerdì 8 novembre 2024, alle 17.30, museo Carlo Bilotti all’Aranciera di Villa Borghese, viale Fiorello La Guardia n. 6, Claudio Crescentini in “Un Andy Warhol al Museo Carlo Bilotti all’Aranciera di Villa Borghese”
Martedì 19 novembre 2024, alle 16.30, Casino dell’Orologio a Villa Borghese, Salone del Pergolato, piazza di Siena n. 1, Tania De Nile in “La diffusione dell’immagine delle ville di Roma nel Seicento: il caso di Johann Wilhelm Baur”
Martedì 26 novembre 2024, alle 16.30, Casino dell’Orologio a Villa Borghese, Salone del Pergolato, piazza di Siena n. 1, Alessandro Cremona in “La diffusione dell’immagine delle ville di Roma nel Settecento: Francesco Pannini e la perduta Collezione Maraini”
Firenze. Agli Uffizi la mostra “I cieli del Rinascimento. Soffitti lignei a Firenze e a Roma nel Rinascimento”: oltre trenta opere esposte tra disegni, dipinti e altri manufatti preziosi. Apre l’esposizione il prezioso lacunare del controsoffitto della Casa del rilievo di Telefo di Ercolano, un reperto rarissimo scoperto recentemente in mostra per la prima volta

La rappresentazione di un prezioso soffitto ligneo esposta nella mostra “I cieli del Rinascimento” alla Galleria degli Uffizi a Firenze
Il soffitto metafora del cielo. Forme quadrate, rettangolari o ottagonali tutte riccamente decorate invitano i visitatori delle chiese e dei palazzi rinascimentali a sollevare gli occhi al cielo. Da elemento costruttivo nato per proteggere gli ambienti a ornamento che fonde nel suo insieme tutte le arti. Per la prima volta il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi dedica la mostra “I cieli del Rinascimento. Soffitti lignei a Firenze e a Roma nel Rinascimento” a un singolo elemento architettonico per la prima volta protagonista di una esposizione. Con questa mostra (Sala Detti e Sala del Camino, 10 dicembre 2019 – 8 marzo 2020), a cura di Claudia Conforti, Maria Grazia D’Amelio, Francesca Funis, Lorenzo Grieco, la Galleria degli Uffizi di Firenze, che custodisce il maggior numero di disegni di soffitti rinascimentali, inizia a scriverne la storia. Del ricco patrimonio di disegni degli Uffizi è stata operata un’attenta selezione integrata da fogli dal Louvre, dal museo nazionale di Stoccolma, dalla Biblioteca di Storia dell’Arte e di Archeologia, dal museo di Roma, dagli Archivi di Stato di Roma e di Firenze. Oltre trenta opere esposte tra disegni tecnici, di ornato e di figura, dipinti e altri manufatti preziosi e poco conosciuti che raccontano lo splendore dei soffitti lignei nel Rinascimento e come, per la loro realizzazione, pittura e scultura fossero strettamente connesse all’architettura.
“L’idea di dedicare una mostra a questo tema inedito e sofisticato parte da un evento doloroso: il crollo del soffitto della chiesa di San Giuseppe dei Falegnami a Roma, avvenuto il 30 agosto 2018”, spiega il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt. “Quel giorno è andato in rovina un pezzo del nostro patrimonio artistico, che possiamo proteggere solo attraverso la conoscenza e l’attenzione costante. In questo modo si sviluppa una sensibilità per la tutela, e la mostra degli Uffizi vuole essere un tassello in questa distribuzione del sapere che diventa, alla fine, uno strumento potente nella difesa dei nostri tesori d’arte”. E la curatrice Claudia Conforti, professore ordinaria all’università di Roma “Tor Vergata”: “La collezione del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi custodisce a Firenze copiose ed eccezionali testimonianze grafiche di questa arte, che coniuga tecnica e ornamento. È una delle ragioni che hanno suggerito come tema espositivo i soffitti a lacunari, un soggetto trascurato, se non ignorato, dagli studi. L’altra ragione che ci ha spinto è la voglia di stimolare i visitatori nell’alzare gli occhi al cielo quando entreranno a rivedere i monumenti fiorentini e romani. Infine, rivolgiamo un sentito invito alle istituzioni affinché possano dare vita ad un censimento di questi cieli che, intarsiati di pitture e sculture, consolidano i muri dell’edificio e l’animo di chi lo abita, attivando la memoria con la celebrazione, la narrazione e la consolazione: il corredo emotivo che dalla notte dei tempi le immagini apportano agli abitanti della terra”.

Il prezioso e raro lacunare del controsoffitto ligneo della Casa del rilievo di Telefo di Ercolano (foto parco archeologico di Ercolano)
La versatilità decorativa dei lacunari fu sfruttata fin dai tempi remoti, come testimoniano i monumenti classici, dal Partenone al Pantheon. Non è un caso, infatti, che ad aprire la mostra sia un rarissimo lacunare ligneo di età romana, per la prima volta esposto al pubblico, che conserva ancora tracce di colore, scoperto recentemente a Ercolano. Il lacunare del controsoffitto a cassettoni apparteneva ad uno straordinario complesso di oggetti in legno pertinenti alla copertura di una grande sala triclinare della Casa del Rilievo di Telefo (pari a quasi un quarto dell’intera copertura). La scoperta del tetto, che conserva l’unica capriata in legno che ci è arrivata dal mondo romano, e del controsoffitto del cosiddetto Salone dei Marmi, si deve agli interventi di sistemazione dell’antica spiaggia di Ercolano nell’ambito delle attività condotte dall’Herculaneum Conservation Project, un partenariato pubblico privato avviato nel 2001 dal Packard Humanities Institute in collaborazione con l’allora soprintendenza archeologica, oggi parco archeologico di Ercolano. Questa collaborazione, giunta quasi al suo ventesimo anniversario, costituisce un unicum sullo scenario nazionale, ed ha permesso la scoperta, lo scavo, la documentazione e l’immediato consolidamento e conservazione dei preziosi manufatti lignei di una copertura crollata nel momento dell’eruzione del 79 d.C. L’insieme dei manufatti costituisce una precisa testimonianza dell’ostentazione dell’elevatissimo status sociale dei proprietari della casa, probabilmente la potente famiglia dei Nonii Balbi, di rango equestre, accreditata da rapporti diretti con la famiglia imperiale nella persona di Augusto. La sala era utilizzata come coenatio (sala da banchetto) e la decorazione del pavimento, delle pareti e del controsoffitto era basata sull’impiego di materiali rari e costosi, quali i marmi colorati provenienti da cave poste in tutto l’arco del Mediterraneo e in Africa, e sull’applicazione di competenze artigianali sofisticate e ricercate, come quelle impiegate nel pavimento in marmo realizzato con la tecnica dell’opus sectile, oppure dal tipo di assemblaggio scelto per il soffitto ligneo e dalle decorazioni intagliate e policrome dei tre piani di profondità che caratterizzano i lacunari, impreziositi al centro da lamine d’oro.
“Posso affermare che il Parco di Ercolano ha allargato i propri confini”, dichiara il direttore Francesco Sirano. “Ci troviamo in un periodo di grande fermento e sono davvero orgoglioso che il Parco sia protagonista dei diversi appuntamenti culturali che si svolgono in ambito nazionale e internazionale. Il progetto scientifico della mostra di Firenze ci è apparso un’ottima occasione per mostrare al grande pubblico attraverso il dialogo interdisciplinare, in una sede del massimo prestigio quale gli Uffizi, cosa abbia significato il Ri-nascimento per i suoi contemporanei e cosa insegni oggi a noi nella prospettiva di lungo periodo. Dalla visione della mostra scaturisce spontanea l’impressione di quale incredibile livello artigianale sia stato attinto in Italia anche in età romana e in campi dell’arte solo apparentemente negletti a causa dell’assenza di testimonianze fisiche. Un’assenza che Ercolano, caso unico in tutto il mondo antico romano, colma con una larga messe di dati sia quantitativi sia qualitativi. Mi auguro che l’ evidenza unica e in stupefacente stato di conservazione, a Firenze presentata per la prima volta al pubblico al termine di lunghi e laboriosi restauri, sensibilizzi un numero sempre maggiore di cittadini verso l’importanza della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale in ogni epoca e su ogni orizzonte geografico”.



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