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Per le Giornate europee dell’archeologia la Sabap-Bo propone video su recenti indagini archeologiche, sulla valorizzazione del teatro romano di Bologna, e su due grandi mostre degli anni scorsi

La soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le Province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara non rinuncia a festeggiare l’archeologia e per le Giornate europee dell’archeologia 2020 propone al pubblico video relativi a indagini archeologiche dirette nei territori di competenza (Cattedrale di Reggio Emilia – scavi e restauro dei mosaici di una preesistente domus, Ospitale di Colombaro di Formigine-MO, Pieve di San Venanzio presso Coccanile, Fraz. di Copparo-FE), la prima valorizzazione del teatro romano di Bologna, attualmente in fase di riprogettazione, e due mostre già concluse (On the Road, via Emilia 187 a.C.-2017, Reggio Emilia, Palazzo dei Musei, 25 novembre-1° luglio 2018; Medioevo svelato. Storie dell’Emilia-Romagna attraverso l’archeologia, Bologna, Museo Civico Medievale, 17 febbraio-17 giugno 2018).

Con il decurione Giulio Valente in un viaggio nel passato ispirato alla mostra “On the road – Via Emilia 187 a.C. – 2017” (Musei Civici di Reggio Emilia, 25 novembre 2017 – 1° luglio 2018). La mostra, curata da Luigi Malnati e Roberto Macellari, su allestimento dell’arch. Italo Rota, è stata promossa dal Segretariato regionale del ministero dei Beni e delle Attività culturali e Turismo, dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, ed i Musei Civici di Reggio Emilia. La via Aemilia, costruita dal console Marco Emilio Lepido nel 187 a.C. tra Piacenza e Rimini, segnò il confine fra l’Italia romana e un nord abitato da popolazioni “altre”, ma presto diventò anche l’asse portante delle comunicazioni padane, oltre che il collante di genti parlanti lingue e portatrici di culture diverse. La mostra riuniva più di 400 reperti e presentava un focus sulla città di Reggio Emilia, antica Regium Lepidi, unica città che conserva nel proprio il nome del console che costruì la strada, e che viene percorsa dal decurione del filmato. Collegate a On the road si sono tenute altre esposizioni come quella al Credito Emiliano, Regium Lepidi underground, dove ancora oggi sono visibili strutture e reperti di epoca romana; ed Ego sum via. Via Aemilia, Via Christi, al museo Diocesano, sulla diffusione del primo cristianesimo lungo la strada.

“Medioevo svelato. Storie dell’Emilia-Romagna attraverso l’archeologia” (museo civico Medievale di Bologna, 17 febbraio 2018 – 17 giugno 2018). La mostra, promossa dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara, è stata curata da Sauro Gelichi e da Luigi Malnati. L’iniziativa consente di viaggiare nell’arco di un Millennio (dal IV secolo agli inizi del Trecento) in una regione in cui ancora oggi sono profondamente radicati i confini fisici e gastronomici tra Emilia longobarda e Romagna bizantina. Il racconto si dipana attraverso l’esposizione di oltre 300 reperti, recuperati dalle intense ricerche archeologiche condotte in tutta l’Emilia-Romagna negli ultimi 40 anni, contribuendo alla formazione di un condiviso patrimonio di conoscenze, idee e valori connessi a questo lungo e complesso percorso storico. Troverete ulteriori informazioni sui temi trattati dalla mostra nella descrizione del video.

Il teatro romano di Bologna. Le strutture del teatro Romano di Bologna sono emerse in occasione di lavori di ristrutturazione di un palazzo del centro cittadino. La valorizzazione del teatro si collega alla destinazione commerciale dell’edificio che li ospita. Il filmato offre una visione della prima destinazione commerciale dell’edificio (metà anni ’90); oggi è in fase di elaborazione un nuovo progetto che prevede una maggiore integrazione tra le attività commerciali e l’apporto culturale del manufatto antico.

Tesserae versicolores. Il mosaico tardo-romano dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta di Reggio Emilia. L’area della Cattedrale e del Palazzo Vescovile corrispondeva in età romana a due isolati centrali di Regium Lepidi che dovevano collocarsi in prossimità del foro. Nella prima età imperiale questi erano occupati da alcuni edifici variamente articolati, ma, tra l’ultimo quarto del III e il IV secolo d.C., venne attuata una imponente ristrutturazione, frutto di un progetto unitario di costruzione di un edificio, esteso forse per un intero isolato e affacciantesi sul limite occidentale dell’area forense. Di questo complesso edilizio è stato rinvenuto un pavimento a mosaico che doveva appartenere all’ambiente più importante della domus e di cui il video mostra la scoperta ed il restauro.

“Sorvolo” sui resti delle strutture medievali del monastero-ospitale di Colombaro (Formigine, MO). Nell’ottobre 2017 sono terminate le indagini archeologiche a Colombaro di Formigine, nell’area di pertinenza comunale adiacente alla Chiesa di S. Giacomo Maggiore. Gli scavi hanno individuato un grande complesso architettonico risalente al XII-XIII secolo (riferibile all’antico monastero-ospitale di Colombaro) di cui sono riusciti a evidenziare la planimetria pressoché completa.

La scoperta della pieve altomedievale di S. Venanzio nei pressi di Coccanile di Copparo (FE). Nel letto del canale Naviglio nei pressi di Coccanile, fraz. di Copparo (FE), sono venuti alla luce i resti di una delle più antiche pievi del territorio di Ferrara, databile al VI-VII secolo, e della necropoli ad essa associata.

Agli scavi archeologici nel Modenese nel 2017 è dedicata la seduta di studio della deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi: focus sull’insediamento neolitico di Corletto, le strutture altomedievali di Formigine e la mansio di Forum Gallorum

L’Aedes Muratoriana a Modena

Dall’insediamento in località Corletto alla cittadella altomedievale di Formigine alla mansio romana di Forum Gallorum, sono solo alcune, le principali, tra le ultime novità e ricerche in campo archeologico nel territorio modenese cui è dedicata la seduta di studio del 26 maggio 2018 della deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi, con relatori Sara Campagnari e Donato Labate, archeologi della soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Bologna e le province di Modena, Reggio Emilia e Ferrara. Appuntamento dunque sabato 26 maggio 2018, alle 16, all’Aedes Muratoriana, in via Pomposa a Modena con “Gli scavi archeologici nel Modenese nel 2017”, ingresso libero. Campagnari e Labate illustreranno gli scavi archeologici realizzati nell’ambito della città di Modena e della sua provincia nel corso del 2017, seguiti dalla soprintendenza.

Sepolture a inumazione databili al Neolitico scoperte in località Corletto (frazione di Modena tra Marzaglia e Baggiovara)

Tra gli scavi del 2017 va segnalata, per il particolare interesse, la scoperta in località Corletto (frazione di Modena tra Marzaglia e Baggiovara) di un insediamento di età Neolitica che continua a restituire resti di strutture abitative, infrastrutture (tre pozzi) e tombe, portate alla luce in seguito ai controlli eseguiti dalla Soprintendenza in aree soggette ad attività estrattive. Nelle cave di Corletto sono anche emerse alcune tombe alla cappuccina messe in relaziona alla presenza di un rustico di età tardo antica scoperto nelle vicinanze.
Gli scavi effettuati nel 2017 nella provincia di Modena derivano in massima parte dalle indagini archeologiche preliminari contemplate nella pianificazione comunale, come a Formigine, dove sono state messe in luce sia le strutture dell’ospitale costruito in prossimità della chiesa di Colombaro, sia altre strutture come una calcara, una strada e un piccolo cimitero.

Sepolture medievali rinvenute a Formigine nell’area della chiesa di Colombaro

Le recenti indagini archeologiche a Formigine hanno infatti svelato la fisionomia di un grande monastero risalente al XII secolo e quindi contemporaneo alla Pieve romanica di San Giacomo Maggiore, che era luogo di sosta per i pellegrini in viaggio per Roma. Durante le ultime fasi di scavo sono state anche messe alla luce sei sepolture ubicate in un’area che all’epoca presumibilmente fungeva da sagrato. Si tratta, con ogni probabilità, di abitanti del luogo. I corpi erano collocati in una semplice fossa terragna e la disposizione di tutti i defunti segue l’orientamento canonico est-ovest con la testa ad ovest e il volto che guardava verso oriente, simbolo della rinascita nel mondo ultraterreno. Nessun elemento era posto a corredo: l’anima, nella cultura cristiana, doveva presentarsi completamente spoglia davanti a Dio. Solo nel caso della sepoltura di un bambino, è stata trovata una moneta, elemento essenziale per la datazione dei resti.

Statuette fittili provenienti da Prato dei Monti in mostra a Castelfranco Emilia

Alla procedura di verifica preventiva dell’interesse archeologico si deve inoltre l’importante scoperta di una mansio, una stazione di posta di epoca romana a Castelfranco Emilia, la quale, oltre ad integrare i pochi dati di scavo attualmente a disposizione sull’antico centro di Forum Gallorum, rappresenta un raro caso di studio di una struttura messa a disposizione del cursus publicus, ovvero il servizio di posta di epoca romana, riorganizzato dall’imperatore Augusto. Fra il II e il I secolo a.C. il fertile territorio agricolo di Castelfranco Emilia, compreso nella colonia di Mutina (l’odierna Modena), viene suddiviso in lotti da assegnare ai coloni romani e inserito nelle maglie della centuriazione, lungo la via Emilia realizzata nel 187 a.C. dal console Marco Emilio Lepido. Proprio a Marco Emilio Lepido e alla sua politica di pacificazione si deve probabilmente la nascita – a partire dal 173 a.C. – di Forum Gallorum (oggi identificata nell’odierna Castelfranco Emilia), un centro caratterizzato dall’integrazione con i coloni italici di genti dell’antico substrato etrusco-padano, celti e liguri sopravvissuti alle sanguinose guerre con Roma (vedi https://archeologiavocidalpassato.wordpress.com/2017/10/06/a-castelfranco-emilia-nel-rinnovato-museo-archeologico-simonini-apre-la-mostra-alle-soglie-della-romanizzazione-storia-e-archeologia-di-forum-gallorum-viaggio-in/).