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Parco archeologico di Ercolano. Partono i “Venerdì di Ercolano”, i percorsi serali del Parco Archeologico, tra tableaux vivants, luci e proiezioni dal 29 luglio al 9 settembre. L’edizione 2022 è dedicata al legno, materiale da costruzione e elemento di arredo testimoniato ad Ercolano da oggetti rari e unici al mondo

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Con i “Venerdì di Ercolano” percorsi serali nella magica atmosfera del sito illuminato (foto paerco)

Un coinvolgente viaggio tra le meraviglie della città antica. Al parco archeologico tornano anche quest’anno “I Venerdì di Ercolano”, i percorsi notturni di visite guidate, arricchiti di luci, proiezioni di immagini, oltre ai suggestivi “Tableaux Vivants”. L’edizione di quest’anno, realizzata grazie al Piano di Valorizzazione MIC 2022, sarà dedicata al legno, materiale da costruzione e elemento di arredo testimoniato ad Ercolano da oggetti rari e unici al mondo, grazie ai quali appare con straordinaria chiarezza la vita quotidiana dell’epoca. Sono previste 8 aperture serali, a partire dal 29 luglio fino al 9 settembre 2022. Apertura serale straordinaria anche il 24 settembre in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio. Per ogni serata ci saranno turni dalle 20 alle 22.30.

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Il direttore Francesco Sirano intrattiene gli ospiti nelle visite serali (foto paerco)

“Grazie alle aperture serali di quest’anno, le esplorazioni notturne nella magica atmosfera del sito illuminato permetteranno ai visitatori di conoscere la straordinaria documentazione di manufatti lignei unica al mondo”, dichiara il direttore Francesco Sirano. “Riproponiamo la commistione tra reale e virtuale immergendo i visitatori nei luoghi della città antica dove si trovano ancora oggi alcuni eccezionali oggetti di legno, permettendo loro di avvicinarsi appieno alla vita quotidiana e materiale del sito. Con il circuito serale Ercolano amplia l’offerta per rendere sempre di più la visita una concreta e piacevole esperienza di conoscenza sia per i turisti che per i residenti attraverso nuove chiavi di lettura dell’area archeologica”.

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Ai “Venerdì di Ercolano” i Tableaux Vivants del gruppo artistico Teatri 35 (foto paerco)

I visitatori potranno ammirare nella suggestione notturna delle antiche vie illuminate, due cicli di proiezioni che mostreranno reperti, attualmente custoditi all’interno dei depositi del Parco, nella interpretazione fotografica di Luciano Pedicini e Luigi Spina. Poi il viaggio nel passato li porterà ad incontrare Dedalo, il mitico inventore della falegnameria, rappresentato poeticamente attraverso i Tableaux Vivants del gruppo artistico Teatri 35. Si attraverserà un percorso suggestivo tra i reperti lignei del Parco che si sviluppa in 9 tappe: da quella che un tempo era l’Antica Spiaggia, passando per la Casa dei Cervi, la sontuosa villa che guarda verso il mare, per poi ammirare la porta à coulisse dell’ala destra della Casa del Bicentenario e ancora un esempio di tipica casa di età romana come la Casa del Tramezzo di Legno. Un viaggio tra luci e immagini che calerà il visitatore nell’atmosfera dell’antica Herculaneum.

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Ciro Bonajuto, sindaco di Ercolano, e Francesco Sirano, direttore del parco archeologico di Ercolano (foto paerco)

Ospiti eccezionali della serata di presentazione un folto gruppo di cittadini ercolanesi di Via Mare accolti dal direttore Francesco Sirano, il sindaco Ciro Bonajuto e Jane Thompson di HCP. “Ad Ercolano dimostriamo ancora una volta quanto sia importante ripartire dalla cultura, intesa come bene comune e come luogo di condivisione e inclusione”, dichiara il sindaco Ciro Bonajuto. “Se vogliamo consegnare alle future generazioni una città che faccia della cultura il termometro per migliorare la qualità della vita, dobbiamo creare sempre di più momenti di condivisione, aggregazione e conoscenza. L’iniziativa, organizzata dal direttore del Parco, Francesco Sirano, di coinvolgere le persone che abitano a ridosso dell’area archeologica ed in particolar modo quelli che insistono lungo Via Mare, e di renderli partecipi nel corso dell’anteprima dei Venerdì di Ercolano, le passeggiate estive al chiaro di luna, va in questa direzione. Tutti devono sentirsi protagonisti di questa rinascita culturale che stiamo portando avanti da anni. Ognuno di noi è chiamato a fare la propria parte. La tutela del bene archeologico e delle altre attrattive turistiche appartengono a tutti quanti noi”.

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Il sito di Ercolano illuminato per le visite serali (foto paerco)

Info per la visita. I biglietti sono acquistabili in biglietteria al costo di 5 euro e online sul sito www.ticketone.it, con prevendita di 1,50 euro.  Sarà prevista una visita in lingua inglese. I biglietti che risulteranno invenduti alle ore 18.00 saranno acquistabili fino ad esaurimento presso la biglietteria del Parco secondo l’ordine di arrivo all’ingresso di corso Resina. Possibilità di parcheggio presso la Scuola Rodinò (Via IV Novembre) e la Scuola Iovino Scotellaro (Traversa Via IV Novembre) fino ad esaurimento dei posti disponibili. Attenzione: i visitatori su sedia a rotelle possono prenotare la loro visita scrivendo almeno 3 giorni prima della serata pa-erco@cultura.gov.it, indicando giorno e orario della visita desiderati. I visitatori sono pregati di presentarsi all’ingresso di corso Resina almeno 10 minuti prima dell’inizio del proprio turno di visita. È consigliabile l’uso di scarpe basse e comode. Le serate estive si godono meglio proteggendo la pelle con lozioni contro le punture degli insetti. In caso di avverse condizioni meteo, gli eventi potrebbero essere annullati.

“Lapilli di Ercolano”: l’archeologa Stefania Siano si porta a scoprire il teatro antico, il primo monumento scoperto nel 1738. Intanto il Tricolore illumina la facciata di ingresso del Parco Archeologico di Ercolano

Seconda puntata di “Lapilli di Ercolano”: il viaggio virtuale nella città antica continua! Nel rispetto dell’impegno #iorestoacasa. Questa volta è Stefania Siano, funzionaria archeologa del parco archeologico di Ercolano, accompagna gli appassionati lì dove ha avuto inizio la storia degli scavi archeologici di Herculaneum: il Teatro! Sepolto dall’eruzione del 79 d.C. e restituito ai visitatori dopo circa 20 anni dalla sua chiusura, il teatro fu il primo monumento ad essere scoperto (1738) nei siti vesuviani colpiti da quel famoso cataclisma. Fin dalla sua scoperta, suscitò grande interesse, nel corso del Settecento e dell’Ottocento, da parte dei colti viaggiatori che giungevano a Napoli da ogni parte d’Europa e diventò una tappa del Grand Tour. Il teatro è legato a filo doppio alla storia della moderna Resina, oggi Ercolano. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu utilizzato come rifugio ed entrò nelle storia e nei racconti dei cittadini.

Il Tricolore illumina l’ingresso del parco archeologico di Ercolano in corso Resina (foto Paerco)

Dalla sera di giovedì 19 marzo 2020 la facciata di ingresso in corso Resina del Parco Archeologico di Ercolano prende luce, è la luce del tricolore che brillerà in questi giorni difficili che l’intero pianeta sta affrontando. Il Comune di Ercolano, grazie alla collaborazione con Engie, che si occupa della pubblica illuminazione in città, proietterà il tricolore sull’ingresso del Parco. “È l’ulteriore segnale di solidarietà e vicinanza che il Parco desidera esprimere agli Ercolanesi abbracciando con entusiasmo l’iniziativa dell’Amministrazione comunale di Ercolano”, – dichiara il direttore del Parco, Francesco Sirano. “Siamo tutti uniti sotto il tricolore che rappresenta in questo momento più che mai la condivisione della causa che accomuna tutti noi. La luce del tricolore è il segnale che il Parco di Ercolano continua a vivere in questi giorni, è la dimostrazione che dietro quei cancelli c’è un grande fermento di attività per rendere fruibile il Parco in una modalità virtuale e on line che ci permette di raggiungere i nostri visitatori direttamente nelle loro case. Le tantissime primavere che nei secoli hanno visto rifiorire questi luoghi dopo tante calamità di origine umana e naturale ci danno la certezza che la comunità locale e quella più allargata che nel mondo guarda ai siti UNESCO come a un faro di civiltà e razionalità supereranno questa prova. Uniti usciremo da questo periodo fieri di essere italiani e rinnovati per avere combattuto verso uno stesso obiettivo”. E il sindaco di Ercolano, Ciro Bonajuto: “In un momento delicato come questo, la Città di Ercolano ha voluto realizzare questo simbolo di unità come viatico per venire fuori il prima possibile da questa crisi che ha sconvolto la vita di un’intera nazione. L’ingresso alla Città Antica segna il confine tra la Ercolano moderna e quella di duemila anni fa: l’augurio di tutti è che il Parco Archeologico torni presto ad essere il punto d’incontro per centinaia di migliaia di visitatori che qui giungono da tutto il mondo incantati dalla bellezza e dalla incomparabile storia di questa terra. Ringrazio la società Engie per la sensibilità dimostrata e per aver realizzato gratuitamente questa particolare illuminazione”. “Un gesto simbolico in un momento difficile e doloroso per la nostra città, – aggiunge Ivana Di Stasio, assessore al Turismo del Comune di Ercolano – affinché vengano celebrati i luoghi sacri della cultura che spero possano tornare presto ad ospitare quel turismo sano e consapevole che ha dato il primato ad Ercolano in questi anni”.

Ercolano. Riapre al pubblico, dopo più di trent’anni, il “cantiere open” della Casa del Bicentenario al crocevia tra città antica e città moderna, ma anche tra conservazione del passato e valorizzazione del futuro. I complimenti del ministro Franceschini: “Esempio di collaborazione tra pubblico e privato”. Storia della scoperta e dei restauri

Riapre a Ercolano la Casa del Bicentenario: la locandina dell’evento (foto Paerco)

Il ministro Dario Franceschini taglia il nastro per la riapertura della Casa del Centenario con Osanna, Bonajuto e Sirano (foto Paerco)

Giovedì 24 ottobre 2019: riapre al pubblico, dopo più di trent’anni, il “cantiere open” della Casa del Bicentenario a Ercolano. Ai visitatori si aprono le porte della dimora per entrare in alcuni ambienti di un gioiello di vita domestica antica, nonché laboratorio di conservazione per il futuro. Dopo il successo delle precedenti esperienze, diventa stabile il progetto di condivisione del dietro le quinte dei cantieri di conservazione messo in atto dal Parco Archeologico di Ercolano. Come annunciato, la presentazione in anteprima il 23 ottobre alla presenza del ministro per i Beni e le Attività culturali e il Turismo, Dario Franceschini, presenti tutti gli attori del progetto condotto congiuntamente dal Parco Archeologico di Ercolano, il Parco Archeologico di Pompei, l’Herculaneum Conservation Project e il Getty Conservation Institute: il direttore generale del Grande Progetto Pompei, Mauro Cipolletta; il direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, Massimo Osanna; il direttore del Parco Archeologico di Ercolano, Francesco Sirano; il sindaco del Comune di Ercolano, Ciro Buonajuto; il presidente dell’Istituto Packard Beni Culturali, Michele Barbieri; il responsabile dell’Herculaneum Conservation Project, Jane Thompson; e per il Getty Conservation Institute, il conservatore restauratore Leslie Rainer.

La Casa del Bicentenario a Ercolano si affaccia sul Decumano Massimo (foto Paerco)

 

Le autorità intervenute all’anteprima dell’apertura della Casa del Bucentenario a Ercolano (foto Paerco)

La Casa del Bicentenario nel crocevia tra città antica e città moderna, ma anche tra conservazione del passato e valorizzazione del futuro. “Il 23 ottobre 2019 è una data significativa per molti motivi, alcuni più evidenti altri più sottili, che vale la pena di raccontare”, spiegano gli archeologi di Ercolano, che invitano a una riflessione. “Infatti, ai più probabilmente questa data suggerisce solamente che si riapre al pubblico una delle più importanti domus dell’antica Ercolano finora portata alla luce. In realtà la celebrazione di questa data in cui 300 anni fa vennero avviati gli scavi di Ercolano antica serve a richiamare molte altre storie e, in qualche modo, anche a guardare insieme alla nostra futura comune storia. È per quello che oggi si sono riunite molte persone intorno a questa casa accogliendo l’invito a celebrare una data: tanti professionisti che hanno lavorato e ancora lavorano per conservare questa domus, rappresentanti delle istituzioni e dei partner internazionali coinvolti, membri della società civile, residenti della comunità che vive intorno agli scavi e che ne conosce tutta la storia recente. Per tutte queste persone la data è simbolica perché il decumano massimo si trova al confine degli scavi novecenteschi e questo confine, dove la città antica finisce e inizia quella moderna è oggi più che mai carico di significati, un punto di partenza per riavvicinare le persone al patrimonio culturale. Si riapre una casa che non è ancora completamente restaurata, per mostrare le attività che servono a restituirla alla visita e per invitarle a fare parte di un delicato processo che normalmente è gestito solo da specialisti. Per riavvicinarle le accogliamo a meglio comprendere la vita domestica antica in questa casa che è una di quelle che meglio la rappresentano. Per riavvicinarle, stiamo completando l’ultimo tassello di un lungo percorso di riqualificazione del quartiere che si affaccia sul sito archeologico, per consentire alla comunità che vive qui di accogliere la comunità dei visitatori in uno spazio verde e panoramico. Per riavvicinarle infine raccontiamo anche le difficoltà del percorso che abbiamo fatto fin qui e del contributo fondamentale che può portare il partner privato, sia esso filantropico sia scientifico, quando riunisce le forze per sostenere l’amministrazione pubblica nella tutela e valorizzazione del bene culturale”.

Il ministro per i Beni e le Attività culturali, Dario Franceschini, a Ercolano (foto Paerco)

“La preziosa collaborazione tra pubblico e privato che da un ventennio opera a Ercolano ha portato un altro frutto: la riapertura al pubblico dopo 36 anni della Casa del Bicentenario”, commenta il ministro Franceschini: “Si tratta di un risultato importante, che ha il merito di coniugare studio, restauro e fruizione di un monumento straordinario, caduto in stato di abbandono alla fine del XX secolo e ora nuovamente accessibile ai visitatori. Stato e mondo privato dimostrano così di poter agire insieme per la miglior tutela e valorizzazione del patrimonio culturale grazie a un progetto condiviso, che in questa circostanza ha riguardato anche il restauro degli ambienti del tablino. La guida illustra ai visitatori la lunga storia che dallo scavo del sito tra il 1937 e il 1939 porta ai nostri giorni, restituendo il clima di fervore e entusiasmo che accompagnava le prime scoperte, l’interesse cresciuto intorno alla Casa del Bicentenario, le vicende successive che portarono alla sua chiusura e l’entusiasmo con cui oggi si è lavorato al suo recupero. La cura scientifica che contraddistingue l’opera condotta a Ercolano rappresenta un modello e deve costituire motivo di orgoglio per tutti coloro che hanno lavorato a questo progetto. Cittadini e turisti potranno così tornare ad ammirare una delle case più interessanti del sito, godere dei suoi ricchi ambienti e stupirsi di fronte ai sontuosi affreschi del tablino”.

Il direttore del parco archeologico di Ercolano, Frabcesco Sirano (a destra) dialoga con, da sinistra, il sindaco Ciro Bonajuto, il responsabile dell’Herculaneum Conservation Project, Jane Thompson, e il ministro Dario Franceschini (foto Paerco)

Il direttore del Parco, Francesco Sirano, si sofferma sulla progettazione appena conclusa: “Inserita all’interno della programmazione congiunta pluriennale, di cui è responsabile per la Fondazione Packard l’architetto Jane Thompson, è stata affidata alla straordinaria equipe di professionisti dell’Herculaneum Conservation Project, coordinati dall’architetto capogruppo Paola Matilde Pesaresi, affiancata da Annunziata Laino per gli aspetti di restauro e da Giovanni Vercelli per gli aspetti strutturali. In una ideale staffetta hanno diretto i lavori l’architetto Annamaria Mauro del Parco Archeologico di Pompei e l’architetto Angela Di Lillo del Parco Archeologico di Ercolano. In questo contesto assume particolare pregio anche il progetto pilota del Getty Conservation Institute per lo studio e la conservazione delle superfici decorate nel tablino della Casa del Bicentenario, capitanato da Leslie Rainer. Si tratta di una rete virtuosa di soggetti internazionali di alto valore scientifico che il Parco coltiva come base imprescindibile per la qualità della propria azione”.

L’atrio con l’impluvium della Casa del Bicentenario a Ercolano

Massimo Osanna, direttore del parco archeologico di Pompei (foto Paerco)

Restauratori all’opera a Ercolano (foto Paerco)

“Ercolano, come Pompei, ha dimostrato negli ultimi anni di essere un esempio virtuoso di gestione pubblica in grado di garantire la salvaguardia e la conservazione del sito e di saperne rilanciare l’immagine”, interviene Massimo Osanna, direttore generale del Parco Archeologico di Pompei. “Se da un lato Pompei è stata riconosciuta come modello di buona spesa dei fondi pubblici, Ercolano si è confermato esempio di riuscita sinergia tra pubblico e privato, in termini di capacità di programmazione e di strategia tesa alla salvaguardia e al restauro. La restituzione alla fruizione della Domus del Bicentenario ne è l’ulteriore dimostrazione. Il complesso intervento di restauro che ha interessato le strutture, le coperture e gli apparati decorativi è stato finanziato con fondi del Parco archeologico di Pompei, collocandosi in un momento di passaggio che ha poi portato all’autonomia degli scavi di Ercolano. I lavori, diretti dall’arch. Annamaria Mauro, capo dell’ufficio tecnico del Parco Archeologico di Pompei, sono stati eseguiti dal personale tecnico interno di Pompei ed Ercolano, con il supporto di esperti della Packard che da lungo tempo affiancano la direzione scientifica della Soprintendenza di Pompei, prima, oggi del Parco Archeologico di Ercolano. Anche questo passaggio di testimone da un’istituzione all’altra, senza interruzioni e intoppi, ha comprovato la capacità di agire in rete e collaborare per un obiettivo comune, che è la salvaguardia del patrimonio culturale universale. Il lungo lavoro di progettazione che precede il restauro dimostra quanto sia fondamentale l’attività di studio e ricerca che è alla base di ogni singolo intervento. Ma è soprattutto l’approccio globale alla conservazione, inteso come programmazione coordinata delle attività e non attuazione di azioni singole e slegate, che contribuisce al buon risultato finale, sia a Pompei sia a Ercolano”. Conclude Sirano: “Il progetto del Bicentenario come approccio bifronte rivolto non solo alla cura ed alla conservazione del sito ma anche alla riconnessione al territorio di riferimento. Non è infatti un caso che l’inaugurazione si svolga in concomitanza con i lavori di recupero urbano a Via Mare. I lavori di restauro al Bicentenario si inseriscono in un più ampio programma di manutenzione e restauri, articolato su cicli di tre anni, esteso all’intera città i cui benefici non tarderanno a essere percepiti anche dai nostri ospiti in termini di miglioramento della qualità complessiva dell’esperienza di visita. L’apertura della Casa del Bicentenario rappresenta un forte segno dell’avanzamento della collaborazione internazionale. Sono convinto che solo un approccio corale e aperto, di sostegno da parte di tutta la comunità, locale e internazionale, possa aiutare questa domus e questa città a non ricadere mai più nello stato di abbandono della fine del XX secolo”.

La Casa del Bicentenario sorge nel cuore dell’antica Herculaneum (foto Paerco)

La Casa del Bicentenario si trova nel centro dell’antica Ercolano, affacciata sulla strada principale a pochi passi dal Foro e dal teatro. Lo scavo, avvenuto negli anni tra il 1937 e il 1939 sotto la guida di Amedeo Maiuri, mise in luce questa importante domus sviluppata su tre piani ed estesa per una superficie complessiva di circa 600 mq. La scoperta della casa, che deve il suo nome ai festeggiamenti collegati all’anniversario dell’avvio degli scavi della città antica di Herculaneum, finì per attirare l’attenzione del mondo intero. Dopo 2000 anni, un’abitazione di lusso, affacciata sul Decumano massimo e vicina alla principale piazza cittadina, apriva i suoi battenti, svelando la propria storia, ma anche il volto della città e dei suoi abitanti negli anni che precedettero l’eruzione grazie ad alcune straordinarie scoperte. Il racconto di questa vicenda era stato affidato dal tempo alla struttura della casa con le sue trasformazioni, al pavimento e alle raffinate pitture del tablino, al ritrovamento di un pannello di porta con grata scorrevole carbonizzato e alla scoperta di una serie di tavolette cerate in un ambiente al piano superiore della casa, la cui lettura avrebbe ampliato di molto le conoscenze sui suoi proprietari, ma in definitiva sull’intera compagine sociale cittadina.

Amedeo Maiuri scoprì la Casa del Bicentenario a Ercolano nel 1938

A Maiuri fu fin da subito chiaro come l’eccezionale stato di conservazione di questi elementi, così come quello delle stoffe e degli alimenti carbonizzati recuperati in vari punti della città, fosse capace di raccontare, con maggiore forza espressiva di qualunque altra evidenza, la quotidianità di una città romana fornendo la prova tangibile dell’eccezionalità di Ercolano. Egli aveva saputo cogliere queste potenzialità scegliendo di restituire, al pari della fisionomia originaria degli spazi, il volto umano della città ricollocando gli oggetti nelle case e nelle botteghe per rendere comprensibile la funzione degli spazi. Chi visitava la casa all’epoca della sua riapertura avrebbe trovato ricollocata nell’impluvium una colonnina marmorea; nell’ala a sinistra dell’atrio una teca con alcuni reperti in bronzo, terracotta, marmo e vetro recuperati dallo scavo; un tavolo di marmo sostenuto da una colonna scanalata con base e capitello modanato e al piano superiore dell’edificio, un mobile carbonizzato.

Il complesso cantiere di restauro allestito all’interno della Casa del Bicentenario a Ercolano

La Casa, purtroppo chiusa al pubblico dal 1983 a causa di dissesti di ordine strutturale, riapre grazie all’importante tappa della programmazione congiunta tra Packard Humanities Institute, e il nuovo Parco Archeologico di Ercolano. Studi, ricerche e interventi di conservazione e manutenzione si sono susseguiti negli ultimi dieci anni all’interno di una strategia complessiva che ha l’obiettivo del restauro totale dell’intero edificio senza rinunziare alla fruizione, anzi, cogliendo l’opportunità per realizzare un laboratorio all’aperto in cui coinvolgere il pubblico. La ormai consolidata collaborazione pubblico – privata con la Fondazione Packard ha creato un clima di positivo interesse che ha attratto anche altre prestigiose istituzioni internazionali quali il Getty Conservation Institute (GCI) che, proseguendo con entusiasmo una collaborazione avviata nel 2011, sta contribuendo a restituire al pubblico il tablino della casa in una fase di conservazione ancora più avanzata con un progetto pilota e specifici studi in questo ambiente tra i più interessanti della dimora.

Restauratori al lavori a Ercolano (foto parco archeologico Ercolano)

I lavori di restauro nel tempo. La domus del Bicentenario è stata scelta per un percorso conservativo innovativo, nel quadro del consolidato sentiero collaborativo sopra menzionato che si è tradotto nell’Herculaneum Conservation Project (HCP), di cui il sito di Ercolano e la sua amministrazione si fregiano da quasi un ventennio. Questa domus infatti aveva rappresentato, all’epoca degli scavi novecenteschi, uno dei tasselli più significativi di una campagna di restauro mirata a trasformare il sito archeologico in una città museo. Con spirito simile, ma modalità diverse, l’HCP ha affrontato la sfida del restauro a partire dal 2010 in stretta collaborazione con la ex Soprintendenza Archeologica di Pompei, e ora con il Parco Archeologico di Ercolano, creandovi un laboratorio permanente di restauro, a beneficio dell’intera città antica. La casa infatti è esemplificativa delle sfide che questo prezioso e fragile sito archeologico affronta oggi: delicati elementi lignei carbonizzati, strutture in parte originali e in parte ricomposte, in un delicato equilibrio statico voluto da Maiuri per fini scenografici, affreschi e mosaici trattati innumerevolmente nel corso di quasi un secolo dal disseppellimento. Il laboratorio che si è voluto qui è anche rappresentativo di come l’iniezione privata possa estrarre il meglio dalle capacità dell’amministrazione pubblica: grazie al nuovo Parco Archeologico di Ercolano la casa del Bicentenario sarà un cantiere ‘permanente’ in cui studio e sperimentazione andranno di pari passo con la fruizione attraverso un utilizzo equilibrato delle risorse, un bene culturale comune su cui più soggetti lavorano insieme per migliorarne le conoscenze e il pubblico godimento.

In questo virtuoso contesto, risorse private e pubbliche sono confluite in questi anni per studiare, conservare e fare rinascere ancora una volta questa splendida dimora antica: con una staffetta esemplare della migliore amministrazione di tutela italiana, il parco Archeologico di Pompei ha passato il testimone al Parco Archeologico di Ercolano nel 2016, accompagnando l’avvio dell’ultima campagna di interventi, quella che ha permesso oggi la riapertura al pubblico; ad arricchire questa compagine, oltre al team dell’HCP, anche gli specialisti del Getty Conservation Institute, forse l’istituto di ricerca nel campo della conservazione dei beni culturali più conosciuto al mondo, che dal 2010 sperimenta tecniche per la conservazione degli affreschi del tablino della casa. Aprendo le porte della domus oggi non si ritrova solo la meraviglia di riscoprire ambienti e decorazioni celati al pubblico dal 1983, ma anche una modalità diversa di comprendere il processo di tutela, interagendo con gli specialisti e vedendo gli sforzi in atto per recuperare quanto, salvato una prima volta, rischiava di andare nuovamente perduto. Un appello alla partecipazione di tutti a prendere parte a tale processo, muovendosi con cautela e apprezzando i lavori in corso, più che osservando un restauro “perfetto”.