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Fano. Il ministero della Cultura stanzia 45mila euro per ampliare lo scavo in centro e capire se si stratta proprio della Basilica di Vitruvio. Intanto ritrovati reperti anche di età medievale

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Edificio pubblico di età romana scoperto a Fano (PU): resti di pavimentazione con marmi preziosi (foto sabap-An-PU)

A marzo 2023 l’annuncio che in centro a Fano (PU) in un cantiere edile erano emerse tracce evidenti di un imponente edificio pubblico di epoca romana, decorato da marmi preziosi, collocato in affaccio al foro cittadino. E subito la notizia era rimbalzata da un notiziario all’altro con un’ipotesi suggestiva: si tratta della famosa Basilica di Vitruvio, uno degli edifici più famosi dell’antichità, descritto dallo stesso Vitruvio, attivo nella seconda metà del I sec a.C., nel suo trattato De Architectura? Entusiasmi smorzati subito dalla soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Ancona e Pesaro-Urbino, in primis dall’archeologa Ilaria Venanzoni che segue lo scavo: “È presto per dirlo. Servono ulteriori approfondimenti” (vedi Fano (PU). In un cantiere edile in centro scoperto un imponente edificio pubblico, di epoca romana, decorato da marmi preziosi. È la famosa Basilica di Vitruvio, cercata da almeno 500 anni? La Sabap: “È presto per dirlo. Servono ulteriori approfondimenti” | archeologiavocidalpassato). E ora questi approfondimenti saranno possibili. La direzione generale Archeologia Belle arti e Paesaggio – come comunicato dal ministero della Cultura – ha stanziato 45mila euro per l’ampliamento degli scavi archeologici in corso a Fano, in via Vitruvio. Le nuove indagini consentiranno di approfondire la natura degli ultimi reperti, emersi durante recenti lavori di edilizia privata, e fondare su basi scientifiche le diverse ipotesi, anche molto suggestive, relative alla destinazione d’uso del sito. Le attività sono coordinate dalla soprintendenza per le province di Ancona e Pesaro-Urbino. Nell’ottica della collaborazione tra Soprintendenza e Comune, e grazie al coinvolgimento dei cittadini, è prevista una condivisa strategia di comunicazione finalizzata ad aggiornare la comunità sullo stato di avanzamento dei lavori.

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Edificio pubblico di età romana scoperto a Fano (PU): resti di pavimentazione con marmi preziosi (foto sabap-an-pu)

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Scavi di via Vitruvio a Fano: frammento di ceramica non steccata, databile all’epoca longobarda, con decorazione a stampigliature (secoli VI-VIII) (foto sabap-pu)

“L’attenzione del ministro Gennaro Sangiuliano e della Direzione generale”, spiega il direttore generale Luigi La Rocca, “è sempre rivolta a favorire sia la ricerca, fonte inesauribile di conoscenza della storia dei territori, sia la consapevolezza delle comunità che vivono in quei luoghi educandole al rispetto del patrimonio culturale di cui sono proprietari. Progresso scientifico e costruzione di un futuro sostenibile vanno infatti di pari passo. Così è stato e sarà per Fano”. E la soprintendente Cecilia Carlorosi: “L’attenzione dell’Ufficio è massima e si inquadra nell’ambito dei programmi già intrapresi per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio archeologico del territorio della città di Fano, i cui numerosi siti e contesti coprono un arco cronologico dall’età pre-protostorica al Medioevo”.

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Scavi di via Vitruvio a Fano: frammenti di colatoio in ceramica a vetrina pesante (secoli VIII- X) (foto sabap-pu)

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Scavi di via Vitruvio a Fano: fuseruole (foto sabap-pu)

In queste settimane, intanto, le ricerche non si sono fermate. “Non solo marmi”, annuncia la SABAP di PU. “Fra gli aspetti più interessanti dello scavo in via Vitruvio a Fano, ci sono le fasi di vita della città in epoca medievale. Dall’US 10 (Unità stratigrafica) provengono, infatti, un frammento di ceramica non steccata, databile all’epoca longobarda, con decorazione a stampigliature (secoli VI-VIII); un beccuccio di forma chiusa, in ceramica a vetrina pesante (secoli VII-X); due fuseruole in ceramica a vetrina pesante o sparsa (secoli VIII- XIII). Le fuseruole erano elementi applicati al fuso, per controllarne il movimento durante la filatura; due frammenti di colatoio, utilizzato per la produzione del formaggio, in ceramica a vetrina pesante (secoli VIII- X)”.

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Scavi di via Vitruvio a Fano: colonnina in marmo (foto sabap-pu)

E poi “Non solo pavimenti: fra gli aspetti più interessanti dello scavo in via Vitruvio a Fano, ci sono gli strati di abbandono dell’edificio. Fra i reperti recuperati, oltre ai frammenti ceramici di epoca medievale, ci sono anche materiali di età romana sopravvissuti in tutto o in parte all’attività di spogliazione della struttura, come un frammento di colonnina”.

Si inaugura l’Archeodromo del Conero, il primo nelle Marche, che comprende l’antiquarium statale Numana, l’area archeologica “I Pini” e il centro visite Parco del Conero a Sirolo

La necropoli picena dell’area archeologica “I Pini” a Sirolo (foto sabap-marche)

L’Archeodromo del Conero, il primo nelle Marche, è un progetto che prevede la realizzazione di un percorso tematico ampio che comprende l’antiquarium statale Numana, l’area archeologica “I Pini” e il centro visite Parco del Conero a Sirolo. La progettazione e la costruzione delle prime strutture dell’Archeodromo hanno coinvolto studiosi e archeologi esperti del mondo piceno e dell’archeologia sperimentale. Venerdì 8 aprile 2022 ci sarà l’inaugurazione dell’Archeodromo del Conero. Lo annuncia la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio di Ancona Pesaro Urbino e Ascoli Piceno: “Inauguriamo la ricostruzione di una “casa picena” in scala 1:1 di V-IV secolo a.C. e un’area di produzione ceramica realizzate con tecniche di archeologia sperimentale, cercando di riprodurre le tecniche di costruzione antiche”.

Alle 11, a Sirolo, in via Peschiera, inaugurazione dell’Archeodromo del Conero con taglio del nastro da parte del presidente dell’ente parco regionale del Conero Daniele Silvetti che presenterà il progetto “Archeopaesaggio del Conero, nuovi spazi e nuove pratiche per scoprire conservare e vivere il territorio del Parco”. Alle 12, a Numana, in piazzale del Cavalluccio, conferenza “La Tomba della Regina. Riallestimento e novità”. Interverranno Giorgia Latini, assessore alla Cultura della Regione Marche; Gianluigi Tombolini, sindaco di Numana; Filippo Moschella, sindaco di Sirolo; Luigi Gallo, direttore regionale Musei Marche; Cecilia Carlorosi, soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio An-Pu-Ap; Giacomo Bardelli, ricercatore al Römisch-Germanisches Zentralmuseum (RGZM) di Mainz; Nicoletta Frapiccini, direttore dell’antiquarium statale di Numana. Modera Daniele Silvetti. Al termine aperitivo offerto dalle studentesse e dagli studenti dell’istituto Einstein-Nebbia di Loreto. Seguirà la visita all’antiquarium statale di Numana. L’Archeodromo del Conero rimarrà aperto sino alle 17. Sarà possibile visitare l’area e partecipare alle attività di archeologia sperimentale accompagnati dagli archeologi che hanno realizzato il progetto e dalle guide della cooperativa Opera. L’area archeologica “I Pini” sarà aperta dalle 15 alle 17, con visite guidate del personale Pro loco di Sirolo. L’antiquarium statale di Numana sarà aperto dalle 8.30 alle 19.30. Alle 15, visita guidata a cura di Marta Natalucci.

Una sala dell’antiquarium statale di Numana (foto sabap-marche)

Grazie alle attività di controllo e tutela del territorio effettuate soprintendenza delle Marche, che hanno permesso il ritrovamento anche nel comprensorio del Conero di importanti testimonianze archeologiche sugli insediamenti di età picena, è stata ipotizzata anche l’ambientazione interna dell’abitazione con una zona per la preparazione e cottura dei cibi, un’area per lo stoccaggio alimentare e deposito utensili, una zona mensa e notte. Il fornello e il telaio insieme ad altri oggetti di uso quotidiano presenti all’interno della casa sono riproduzioni scientifiche in archeologia sperimentale di oggetti di V-IV sec. a.C. ritrovati in vari contesti archeologici piceni, che possono essere maneggiati e utilizzati anche dai visitatori durante le attività svolte per sperimentare la vita e la quotidianità picena. All’abitazione si affianca anche la ricostruzione di un’area produttiva costituita da una fornace per la cottura della ceramica, che permette di eseguire l’intero processo produttivo dell’argilla, dalla realizzazione del vaso, all’essiccazione fino alla cottura finale. Queste ricostruzioni costituiscono un primo passo verso la realizzazione di un parco archeologico dove sarà possibile ammirare e fruire delle testimonianze archeologiche dell’età picena grazie all’archeologia sperimentale e ad innovative tecniche di realtà aumentata e 3D già presentate nei mesi scorsi.

Il progetto “Archeopaesaggio al Conero”, nuovi spazi e nuove pratiche per scoprire e conservare il territorio del Parco” avviato nel 2018 è promosso dall’Ente Parco Regionale del Conero e cofinanziato dalla Fondazione Cariverona all’interno del Bando Valore Territori 2018 per un totale di 440mila euro. Vede coinvolti oltre al capofila l’Ente Parco Regionale del Conero, la soc. coop. sociale onlus Opera che gestisce la struttura del Centro Visite del Parco ed il connesso Centro di Educazione Ambientale Cea, i Comuni di Sirolo, Numana e Camerano, la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio An-Pu e Ap-Fm-Mc, l’antiquarium statale di Numana, il museo Tattile statale Omero e l’associazione Riviera del Conero e Colli dell’Infinito.