Verona. Al giro di boa della terza campagna di scavo alla riscoperta della chiesa di San Martino in Aquaro, all’interno del cortile di Castelvecchio, i Musei civici organizzano quattro turni di visite guidate gratuite condotte dagli archeologi
A poco più di tre settimane dall’inizio dello scavo (12 maggio 2025) alla riscoperta della chiesa di San Martino in Aquaro, all’interno del cortile di Castelvecchio a Verona, e quando la campagna di sei settimane è al giro di boa, i Musei Civici di Verona organizzano quattro turni di visite guidate gratuite condotte dagli archeologi impegnati nelle attività di scavo: appuntamento il 5 giugno 2025, ore 16; il 10 giugno 2025, ore 10; il 19 giugno 2025, ore 16; il 24 giugno 2025, ore 10. Prenotazione obbligatoria alla Segreteria didattica dei Musei Civici alla mail segreteriadidattica@comune.verona.it, o ai numeri +39 045 8036353 – +39 045 597140 dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16, il sabato dalle 9 alle 13.

Castelvecchio di Verona: scavo alla riscoperta della chiesa di San Martino in Aquaro. Fasi della terza campagna 2025 (foto i-muv)
La campagna 2025 alla riscoperta della chiesa di San Martino in Aquaro prevede l’apertura della nuova area per indagare la navata centrale della chiesa di S. Martino in Aquaro e la riapertura e pulizia del settore già indagato nel 2023, per proseguire in estensione l’indagine stratigrafica. L’obiettivo è aprire l’area della navata centrale della chiesa, probabilmente coincidente con la prima chiesa altomedievale, e di riuscire a chiarire cosa vi fosse nel luogo dove sorse l’unica chiesa di Verona dedicata a San Martino, santo caro ai Franchi, a Carlo Magno e a suo figlio Pipino che fu spesso presente a Verona. Il progetto, avviato nel 2023 e della durata di tre anni, intende portare nuovamente alla luce il sito e i resti archeologici della chiesa di San Martino in Aquaro per approfondire lo studio e la valorizzazione del sito, proponendo alla cittadinanza e ai visitatori l’esperienza del cantiere aperto.

L’area archeologica di San Martino in Aquaro nel cortile del museo di Castelvecchio a Verona (foto i-muv)
Primi risultati e prospettive dell’indagine archeologica di San Martino in Aquaro a Castelvecchio. Gli scavi nel cortile del museo di Castelvecchio sono iniziati nell’autunno 2023. Il progetto vede la collaborazione dei Musei civici di Verona, del dipartimento Culture e Civiltà dell’università di Verona, della Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza e del Polo territoriale di Mantova del Politecnico di Milano e intende approfondire lo studio e la valorizzazione del sito e i resti archeologici della chiesa di San Martino in Aquaro. L’edificio religioso, attestato già tra VIII e IX secolo, proseguì la sua funzione anche dopo essere stato inglobato all’interno del recinto difensivo scaligero, trasformandosi in cappella castrense, fino alla completa distruzione avvenuta nel corso dell’ammodernamento del complesso dei primi anni dell’Ottocento.

Planimetria di Castelvecchio a Verona con tratteggiata la chiesa di San Martino in Aquaro nel cortile del museo (foto archivio carlo scarpa – castelvecchio)
Obiettivo della ricerca è anche quello di approfondire la conoscenza del contesto urbano nel quale l’edificio insisteva, mettendo in relazione le nuove acquisizioni di scavo con i ritrovamenti di età romana, alto medievale e scaligera venuti alla luce nella zona, per chiarire la storia e l’evoluzione di uno snodo di fondamentale importanza del tessuto urbano cittadino. Il sito venne superficialmente indagato negli anni Sessanta del Novecento, quando una campagna di scavo rintracciò parte del perimetro dell’edificio, nel quale erano reimpiegati numerosi elementi di età romana ancora conservati in situ. Nonostante Carlo Scarpa avesse cominciato a ragionare sulla valorizzazione dei resti archeologici, questi vennero per la maggior parte interrati, e l’area rimase di fatto uno spazio non del tutto risolto all’interno del limpido disegno del cortile elaborato dall’architetto veneziano.
Verona. Al museo degli Affreschi “Risultati e prospettive dell’indagine archeologica di San Martino in Aquaro a Castelvecchio”, quarto appuntamento con le “conferenze dei Musei Civici 2024-2025”: presentazione del progetto di scavo in corso nel cortile del Museo e illustrazione dei risultati e dei lavori ancora da svolgere

L’area archeologica di San Martino in Aquaro nel grande cortile di Castelvecchio a Verona, a ridosso delle mura (foto i-muv)
Martedì 26 novembre 2024, alle 17, nella sala Galtarossa del museo degli Affreschi “G.B. Cavalcaselle” di Verona, è in programma il quarto appuntamento con le “conferenze dei Musei Civici 2024-2025” dal titolo “Risultati e prospettive dell’indagine archeologica di San Martino in Aquaro a Castelvecchio”, durante il quale sarà presentato il progetto di scavo in corso nel cortile del Museo e verranno illustrati risultati e i lavori ancora da svolgere. L’accesso – libero – è consentito fino ad esaurimento dei posti disponibili. Dopo i saluti di benvenuto di Marta Ugolini, assessore alla Cultura Turismo Rapporti con l’Unesco Comune di Verona; Francesca Rossi, direttrice dei Musei Civici di Verona; Andrea Rosignoli, soprintendente Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza; Davide Del Curto, prorettore Politecnico di Milano – Polo di Mantova; Paolo De Paolis, direttore dipartimento Culture e Civiltà dell’università di Verona; intervengono Filippo Bricolo, Politecnico di Milano – Polo di Mantova; Brunella Bruno, soprintendenza Archeologia Belle arti Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza; Luca Fabbri, Musei Civici Verona; Elisa Lerco, università di Verona; Fabio Saggioro, università di Verona.

L’area della chiesa di San Martino in Aquaro nel cortile del museo di Castelvecchio a Verona nel 2023, prima dell’inizio del progetto di scavo (foto musei civici verona)

Grafica 3D dell’area archeologica di San Martino in Aquaro nel cortile del museo di Castelvecchio a Verona (foto i-muv)
Risultati e prospettive dell’indagine archeologica di San Martino in Aquaro a Castelvecchio. Sono iniziati nell’autunno 2023, nel cortile del Museo di Castelvecchio, gli scavi per portare nuovamente alla luce il sito e i resti archeologici della chiesa di San Martino in Aquaro (vedi Verona. Nel cortile del museo di Castelvecchio al via nuovo progetto di scavo per portare alla luce la chiesa di San Martino in Aquaro, individuata 60 anni fa dai lavori dell’architetto Carlo Scarpa. Durerà tre anni e sarà un cantiere aperto al pubblico | archeologiavocidalpassato). Il progetto, della durata di tre anni, vede la collaborazione del dipartimento Culture e Civiltà dell’università di Verona, della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza, e del Polo territoriale di Mantova del Politecnico di Milano. Il progetto intende approfondire lo studio e la valorizzazione del sito e i resti archeologici della chiesa di San Martino in Aquaro. L’edificio religioso, attestato già tra VIII e IX secolo, proseguì la sua funzione anche dopo essere stato inglobato all’interno del recinto difensivo scaligero, trasformandosi in cappella castrense, fino alla completa distruzione avvenuta nel corso dell’ammodernamento del complesso dei primi anni dell’Ottocento.

Gli scavi della chiesa di San Martino in Aquaro a Castelvecchio di Verona negli anni Sessanta del Novecento (foto archivio castelvecchio vr)

Planimetria di Castelvecchio a Verona con tratteggiata la chiesa di San Martino in Aquaro nel cortile del museo (foto archivio carlo scarpa – castelvecchio)
Il secondo obiettivo della ricerca è quello di approfondire la conoscenza del contesto urbano nel quale l’edificio insisteva, mettendo in relazione le nuove acquisizioni di scavo con i ritrovamenti di età romana, alto medievale e scaligera venuti alla luce nella zona, per chiarire la storia e l’evoluzione di uno snodo di fondamentale importanza del tessuto urbano cittadino. Il sito venne superficialmente indagato negli anni Sessanta del Novecento, quando una campagna di scavo rintracciò parte del perimetro dell’edificio, nel quale erano reimpiegati numerosi elementi di età romana ancora conservati in situ. Nonostante Carlo Scarpa avesse cominciato a ragionare sulla valorizzazione dei resti archeologici, questi vennero per la maggior parte interrati, e l’area rimase di fatto uno spazio non del tutto risolto all’interno del limpido disegno del cortile elaborato dall’architetto veneziano.

Visite guidate al cantiere di scavo di San Martino in Aquaro nel cortile del museo di Castelvecchio a Verona (foto i-muv)
Il progetto è l’occasione per offrire l’esperienza del cantiere aperto a tutti i visitatori del museo, che hanno la possibilità, durante le operazioni, di assistere in prima persona ai lavori di indagine e di interagire grazie a un allestimento appositamente realizzato per la valorizzazione degli scavi archeologici.

Le pannellature lignee ai bordi dell’area archeologica di San Martino in Aquaro nel cortile del museo di Castelvecchio a Verona con l’anno di scavo e le relative spiegazioni (foto i-muv)

Bozzetto del progetto di allestimento per la valorizzazione dell’area archeologica di San Martino in Aquaro nel cortile di Castelvecchio a Verona (foto i-muv)
Un allestimento per la valorizzazione degli scavi archeologici. Il museo di Castelvecchio nell’allestimento di Carlo Scarpa è una delle pietre miliari della museografia mondiale. Fulcro del museo è l’allestimento di ogni opera concepito come dispositivo critico in grado di suscitare la consapevolezza del visitatore attraverso un porgere interrogativo che richiede una partecipazione attiva. Il progetto di valorizzazione degli scavi archeologici in fase di realizzazione presso il sito della chiesa di San Martino in Aquaro si propone di portare avanti ed allo stesso tempo di reinterpretare questo processo. Delle pannellature lignee, realizzate in assi di cantiere, si pongono a cavallo del parapetto posto da Carlo Scarpa a protezione degli scavi realizzati con Licisco Magagnato in fase di ultimazione del cortile. Sulle pannellature sono accolti elementi realizzati in legno bruciato che appaiono ad una prima visione come figure interrogative che invitato il visitatore all’avvicinamento. Ad aumentare l’interesse sono delle date realizzate in numeri romani poste nella parte sommitale delle pannellature e delle targhe lignee appese a spaghi in corda contenenti le didascalie esplicative. Chiamati da questi dispositivi, i visitatori, si avvicinano e compiono l’atto di prendere in mano le didascalie appese accendendo, in questo modo, alla fase di comprensione. L’azione indotta dall’allestimento vuole rompere la distanza a volte presente in queste tipologie di esposizioni ed innescare una maggiore partecipazione da parte del visitatore.

La pannellatura lignea ai bordi dell’area archeologica di San Martino in Aquaro nel cortile del museo di Castelvecchio a Verona con l’anno 1964, anno dei primi scavi, con le relative spiegazioni (foto i-muv)
Le pannellature sono divise in due gruppi distinti disposti sui due lati del parapetto scarpiano: sul primo lato (entrando nel cortile) si trova una presentazione delle principali fasi di formazione del complesso di Castelvecchio utili per inquadrare il ruolo della chiesa di San Martino in Aquaro nello sviluppo storico che ha condotto allo stato attuale; sul secondo lato, tre pannellature, sono dedicate alla valorizzazione degli esisti dello scavo archeologico. Le pannellature sono divise per gli anni di attività previsti per lo scavo e raccoglieranno progressivamente una descrizione ed interpretazione dei risultati emergenti. Gli espositori sono pensati come sistemi aperti che muteranno con l’evolversi delle indagini. Viste nell’ambiente del cortile, le pannellature lignee, richiamano allusivamente alla bacheca dell’archeologo e, allo stesso tempo, si evidenziano come un ipertesto provvisorio totalmente rimovibile dialogando a distanza con altri interventi temporanei che hanno riguardato il cortile di Castelvecchio.

Veduta zenitale dell’area di scavo di San Martino in Aquaro nel cortile del museo di Castelvecchio a Verona (foto saggioro)
Le campagne di scavi: 2023. Gli scavi hanno consentito di rimettere in luce la porzione della chiesa nota dagli anni 60 del Novecento e indagata in parte da Licisco Magagnato e Carlo Scarpa. Lo studio ha permesso di ricostruire la sequenza degli interventi riferibili alla struttura romanica e alle fasi successive, anche dopo la costruzione del Castello, con l’individuazione di molte sepolture già spogliate nei secoli passati. Quanto messo in luce interessa la navata meridionale della chiesa di cui si sono rinvenute anche tracce di pavimentazioni. Grazie ad approfondimenti stratigrafici si sono individuate anche le tracce di una frequentazione di età romana o tardo antica a circa 2 metri di profondità dal livello di calpestio attuale. Queste tracce potrebbero quindi testimoniare un’occupazione dell’area già in età romana.

Grafica 3d con alcune sepolture emerse nello scavo dell’area archeologica di San Martino in Aquaro nel cortile del museo di Castelvecchio a Verona (foto i-muv)
Le campagne di scavi: 2024. Sono stati esplorati, con sondaggi mirati, alcuni punti del cortile di Castelvecchio: alcuni vicini e posti ad oriente della chiesa, altri più spostati verso la zona del prato per verificare i perimetrali più settentrionali. Sono inoltre state condotte indagini con il Georadar per acquisire le informazioni su una più ampia area. Nel corso delle indagini, i dati più interessanti sono emersi nell’area compresa tra la chiesa e la porta d’ingresso del castello. In questa zona, pur rimaneggiata da molti interventi di età moderna, si sono rinvenute strutture e fasi legate all’alto medioevo e all’età romana, confermando quanto si era già osservato nel 2023. Non risulta ancora chiaro se quanto individuato possa riferirsi a strutture produttive o residenziali, ma il dato offre sicuramente un elemento molto utile per raccontare quasi duemila anni della storia di questo luogo.

L’area archeologica di San Martino in Aquaro nel cortile del museo di Castelvecchio a Verona (foto i-muv)
Le campagne di scavi: 2025. Nella primavera 2025 l’obiettivo sarà quello di aprire l’area della navata centrale della chiesa, probabilmente coincidente con la prima chiesa altomedievale, e di riuscire a chiarire cosa vi fosse nel luogo dove sorse l’unica chiesa di Verona dedicata a San Martino, santo caro ai Franchi, a Carlo Magno e a suo figlio Pipino che fu spesso presente a Verona.
Verona. Nel cortile del museo di Castelvecchio al via nuovo progetto di scavo per portare alla luce la chiesa di San Martino in Aquaro, individuata 60 anni fa dai lavori dell’architetto Carlo Scarpa. Durerà tre anni e sarà un cantiere aperto al pubblico

L’area dello scavo della chiesa di San Martino in Aquaro nel cortile del museo di Castelvecchio a Verona (foto comune verona)

Il complesso di Castelvecchio a Verona: il ponte, il castello con il museo e il cortile (foto muv-vr)
Alla ricerca della chiesa di San Martino in Aquaro. Dopo quasi sessant’anni si torna a scavare nel cortile del museo di Castelvecchio a Verona, con un cantiere aperto visibile al pubblico, che mostrerà le scoperte che saranno via via effettuate in un’area di forte interesse storico/culturale. Il progetto, della durata di tre anni, iniziato lunedì 25 settembre 2023 con i primi scavi, promosso dal museo di Castelvecchio, oltre al dipartimento di Culture e civiltà dell’università di Verona, vede la collaborazione della soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza e del polo territoriale di Mantova del politecnico di Milano. Per lo scavo è previsto un primo investimento di circa 120mila euro. Il “magico” giardino dell’architetto Carlo Scarpa diventa scenario di un nuovo importante progetto di intervento. Un cantiere speciale, che diventerà l’occasione per tornare a indagare, con metodologie più moderne, un’area già rinvenuta dallo stesso Scarpa negli anni ’60 durante la grande campagna di riqualificazione che portò alla genesi del cortile. Si avrà modo di verificare tramite analisi non invasive la presenza e l’estensione dei resti archeologici, per poi procedere alla successiva attività di scavo, condotta con il coinvolgimento di studenti, dottorandi e docenti dell’università di Verona, sotto la direzione scientifica del professor Fabio Saggioro.

Lo scavo archeologico nel cortile del museo di Castelvecchio a Verona sarà aperto al pubblico (foto comune-vr)
In occasione dello scavo, aperto al pubblico da martedì 26 settembre 2023, il comune di Verona offrirà delle visite guidate gratuite alle scuole di ogni ordine e grado. Durata: 1 ora. Biglietti: il costo della visita non è comprensivo di biglietto di ingresso al Museo, che sarà da corrispondere all’arrivo (1 euro a bambino di età superiore ai 7 anni, gratuito per due insegnanti per classe e per i ragazzi con disabilità e i loro accompagnatori). Gruppi: non superiori a 25 persone ciascuno. Prenotazione obbligatoria. Anche i cittadini e i turisti avranno la possibilità di scoprire gli scavi, nei giovedì 28 settembre e 12 ottobre 2023, alle 16.30, con il percorso di visita “La chiesa ritrovata, testimone della vita di una contrada scomparsa” e i giovedì 5 e 19 ottobre 2023, alle 16.30, con “Parola all’archeologia: strati e reperti ci raccontano il passato”. Durata: 1 ora. Biglietti: la visita gratuita è compresa nel biglietto d’ingresso al Museo di Castelvecchio. Prenotazione obbligatoria entro il giorno precedente la data scelta per la visita. Info e prenotazioni: segreteriadidattica@comune.verona.it
“L’ateneo è stato incaricato di eseguire uno scavo specifico su parte del giardino in cui non era mai stato fatto prima, nonostante la presenza di questa chiesa sia ben nota da anni”, spiega Arnaldo Soldani, direttore del dipartimento di Culture e civiltà, incaricato di portare i saluti del Rettore dell’ateneo, Pier Francesco Nocini. E Saggioro, docente di Archeologia medievale nel dipartimento di Culture e civiltà e direttore scientifico degli scavi: “Crediamo che lo scavo archeologico, al di là del valore culturale che ha, sia anche uno spazio sociale per includere le persone per dare prospettive e opportunità. Vogliamo aprire questo scavo alla città, facendo capire come lavora l’archeologia, includendo in questi processi anche chi ha delle disabilità”.

Museo di Castelvecchio: presentazione dello scavo archeologico di San Martino in Aquaro, da sinistra, Filippo Bricolo, Fabio Saggioro, Arnaldo Soldani, Francesca Rossi, Luca Fabbri, e più a destra Brunella Bruno, Marta Ugolini (foto comune-vr)
Il progetto è stato illustrato nei giorni scorsi dall’assessore comunale alla Cultura, Marta Ugolini; dal direttore del dipartimento di Culture e civiltà, Arnaldo Soldani; e dai curatori del progetto Fabio Saggioro, docente in ateneo, e Luca Fabbri, curatore delle collezioni di Arte medievale e moderna nei Musei Civici di Verona. Presenti la direttrice dei Musei Civici di Verona, Francesca Rossi; per la soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Verona Rovigo e Vicenza, Brunella Bruno; il docente al dipartimento di Architettura ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito del Politecnico di Milano, Filippo Bricolo. “Un progetto importante di scavo e di ricerca archeologica per tutte le parti coinvolte”, sottolinea l’assessore alla Cultura, Marta Ugolini. “Un cantiere aperto che si mette in dialogo con la città, con proposte di visita diversificate, in particolare per le scuole, per garantire la straordinaria opportunità di vedere dal vivo le diverse fasi di uno scavo e le modalità di indagine portate avanti in questa tipologia di studi sul campo”. “C’è molto da scoprire con questo progetto di scavo”, evidenzia la direttrice Francesca Rossi, “in cui partecipano attivamente tutti i soggetti coinvolti, nell’ottica di restituire alla città un luogo fondativo, strategico per capire meglio il contesto e l’importanza che questi spazi avevano anche prima della costruzione del Castello. Un’occasione quindi che interesserà anche il contesto urbano per capire meglio Verona e questa trasformazione di urbanizzazione progressiva. Iniziative come questa mostrano che il Museo è anche fuori dal Museo, occupandosi di ricerca e continuando a produrre scoperte utili ad ampliare la nostra conoscenza”. “È una grande soddisfazione per la Soprintendenza questo coinvolgimento”, dichiara Brunella Bruno. “Per la prima volta dopo tanti anni di attività ho avuto la possibilità di assistere a uno scavo in concessione a Verona, un’opportunità mai data prima che siamo lieti di poter condividere con il Comune e l’università di Verona”.

Gli scavi della chiesa di San Martino in Aquaro a Castelvecchio di Verona negli anni Sessanta del Novecento (foto archivio castelvecchio vr)
Chiesa di San Martino in Aquaro. L’edificio religioso, attestato già tra l’VIII e il IX secolo, proseguì la sua funzione anche dopo essere stato inglobato all’interno del recinto difensivo scaligero, trasformandosi in cappella castrense, fino alla completa distruzione avvenuta nel corso dell’ammodernamento del complesso dei primi anni dell’Ottocento. Un obiettivo della ricerca sarà anche quello di approfondire la conoscenza del contesto urbano nel quale l’edificio insisteva, mettendo in relazione le nuove acquisizioni di scavo con i ritrovamenti di età romana, altomedievale e scaligera venuti alla luce nella zona, per chiarire la storia e l’evoluzione di uno snodo di fondamentale importanza del tessuto urbano cittadino.

Planimetria di Castelvecchio a Verona con tratteggiata la chiesa di San Martino in Aquaro nel cortile del museo (foto archivio carlo scarpa – castelvecchio)
Il sito venne superficialmente indagato negli anni Sessanta del Novecento, quando una campagna di scavo rintracciò parte del perimetro dell’edificio, nel quale erano reimpiegati numerosi elementi di età romana ancora conservati in situ. Nonostante Carlo Scarpa avesse cominciato a ragionare sulla valorizzazione dei resti archeologici, questi vennero per la maggior parte interrati, e l’area rimase di fatto uno spazio non del tutto risolto all’interno del limpido disegno del cortile elaborato dall’architetto veneziano.

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