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Pompei. All’auditorium degli Scavi, Teresa Elena Cinquantaquattro presenta il libro “Napoli prima di Napoli. Mito e fondazioni della città di Partenope” (Salerno editore) di Daniela Giampaola e Emanuele Greco. Incontro promosso dall’associazione internazionale “Amici di Pompei”    

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Napoli, o meglio Neapolis, è la città nuova che succede a Parthenope, il più antico insediamento di origine cumana. Ma come avviene questa “rifondazione”? Ne danno una risposta Daniela Giampaola e Emanuele Greco nel loro libro “Napoli prima di Napoli. Mito e fondazioni della città di Partenope” (Salerno editore) che, per iniziativa dell’associazione Internazionale ‘Amici di Pompei’ ETS, viene presentato venerdì 31 maggio 2024, alle 17, all’auditorium degli Scavi di Pompei, presenti gli autori, da Teresa Elena Cinquantaquattro, direttore del Segretariato regionale del ministero della Cultura per la Campania, già soprintendente dei Beni Archeologici di Napoli e Pompei. I due autori mettono assieme tasselli che ricostruiscono il quadro della storia della nascita e dell’evoluzione della città basandosi non solo su fonti documentarie ma anche archeologiche. “Nostro obiettivo – scrivono gli autori nell’introduzione – è ripercorrere la storia di queste rifondazioni, attraverso la documentazione letteraria, non abbondante, giunta fino a noi, che cercheremo, speriamo correttamente, di far interagire con l’incremento vertiginoso di informazioni che si sono accumulate nei 40 anni passati, grazie ai risultati dei cantieri archeologici nel centro antico e, soprattutto, di quelli della metropolitana. Il nostro sarà, dunque, prevalentemente, il punto di vista di due archeologi”.

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Copertina del libro “Napoli prima di Napoli. Mito e fondazioni della città di Partenope” (Salerno editore) di Daniela Giampaola e Emanuele Greco

Il libro “Napoli prima di Napoli. Mito e fondazioni della città di Partenope”. Napoli, la città che secondo il mito era sorta lì dove una sirena si era lasciata morire, conserva, nel nome, il mistero di una doppia fondazione: Neapolis è, infatti, la città nuova, che succede a Parthenope, il più antico insediamento di origine cumana. Napoli, dunque, è la città che ricomincia, che rinasce, rispetto a un’altra Napoli che l’aveva preceduta. Ma come avviene tale rifondazione e perché? Per molti anni la ricostruzione storica delle vicende che da Parthenope portarono a Neapolis è stata fissata combinando fonti letterarie ed archeologiche dalle quali si ricavava una data di fondazione immediatamente successiva alla battaglia navale di Cuma del 474 a.C. Oggi il quadro di riferimento è mutato per effetto dei grandi scavi, successivi al terremoto del 1980 e a quelli per la metropolitana, che hanno portato alla luce straordinarie scoperte. Questo libro non si limita a definire la cronologia della Città, ma illustra le trasformazioni urbanistiche ed architettoniche che interessarono il nucleo originario, permettendoci di riscriverne profondamente la storia fino all’età romana, epoca a cui rimanda, ad esempio, la spettacolare scoperta del santuario dei Giochi Isolimpici. I Sebastà, famosi in tutto il Mediterraneo, furono istituiti nel 2 a.C. in onore dell’imperatore Augusto, ammiratore della cultura greca che Neapolis conservava come nessuna altra città dell’Italia antica.

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L’archeologa Daniela Giampaola (foto salerno editore)

Daniela Giampaola è stata funzionario nei ruoli del ministero della Cultura, con responsabilità della tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico del centro storico di Napoli. È autrice di numerose pubblicazioni dedicate all’archeologia della città di Napoli.

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L’archeologo Emanuele Greco (foto salerno editore)

Emanuele Greco, già professore ordinario di Archeologia classica nell’università di Napoli “L’Orientale”, è stato direttore della Scuola Archeologica Italiana di Atene. È autore di circa 300 pubblicazioni, tra cui Storia dell’urbanistica. Il mondo greco (Roma-Bari 1983), Archeologia della Magna Grecia (Roma-Bari 1992) e Ippodamo di Mileto. Immaginario sociale e pianificazione urbana nella Gracia classica (Paestum 2018).

Pompei. In auditorium la tavola rotonda “Ben…Essere Persone Cultura Sostenibilità e Territorio… Il parco archeologico di Pompei e la sua gente” promossa dalla cooperativa Il Tulipano e dal liceo Pascal di Pompei col patrocinio del Festival dello Sviluppo sostenibile. Ingresso libero con prenotazione obbligatoria

pompei_parco_Il-Festival-dello-Sviluppo-sostenibile_tavola-rotonda_locandina“Ben…Essere Persone Cultura Sostenibilità e Territorio… Il parco archeologico di Pompei e la sua gente” è il titolo della tavola rotonda che mette al centro il benessere della persona, promossa dalla Cooperativa Il Tulipano, che si occupa di percorsi di inclusione sociale e lavorativa per persone con autismo e/o disabilità cognitiva, e dal liceo Pascal di Pompei col patrocinio del Festival dello Sviluppo sostenibile. Appuntamento all’auditorium di Pompei scavi martedì 21 maggio 2024 dalle 10.30 alle 14.30, con ingresso da piazza Esedra. Evento gratuito con prenotazione obbligatoria a info@iltulipanocoop.org. Saranno presenti Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Pompei; Carmine Lo Sapio, sindaco di Pompei; Paolo Mighetto, responsabile dell’area funzionale “Cura Aree Verdi” e degli uffici “Manutenzione Verde” e “Valorizzazione Aree Verdi” del PAP; Maurizio Bartolini, primo giardiniere del PAP; Filomena Zamboli, dirigente del liceo ‘Pascal’; Giovanni Minucci, presidente della Cooperativa ‘Il Tulipano’. Nel corso della tavola rotonda sarà presentato il “Manifesto della Bellezza”, ideato e realizzato dagli alunni del liceo Pascal che hanno partecipato al percorso PCTO di co-progettazione partecipata delle aree verdi inclusive del parco archeologico di Pompei. Il progetto nasce dalla collaborazione tra il parco archeologico di Pompei, il liceo Pascal e la Cooperativa Sociale Il Tulipano, ed è finalizzato alla realizzazione di attività laboratoriali ed esperienziali con il metodo del “learning by doing”. L’obiettivo è la condivisione di “Tulipano Art Friendly”, un modello di welfare culturale inclusivo per la fruizione dell’area archeologica e la co-progettazione partecipata delle aree verdi del Parco.

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Gabriel Zuchtriegel, direttore del parco archeologico di Pompei (foto parco archeologico Pompei)

“Pompei partecipa dell’esigenza ormai inderogabile di conseguire uno sviluppo sostenibile attraverso la consapevolezza che il patrimonio culturale è fatto di archeologia, di verde, di biodiversità e di quei valori immateriali che oggi comprendono anche nuovi modelli per un welfare culturale inclusivo capaci di generare e rigenerare luoghi in cui il benessere della persona è al primo posto e senza ostacoli”, dichiara il direttore Gabriel Zuchtriegel. “L’antica città di Pompei, vivissima, diventa luogo dove non esistono più le barriere del tempo e dove ognuno può vivere un’esperienza di pieno benessere tra cultura e natura”.

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Giovanni Minucci, presidente della coop Il Tulipano (foto parco archeologico pompei)

Per Giovanni Minucci, presidente della cooperativa Il Tulipano, “grazie all’accordo di collaborazione, il parco archeologico di Pompei sta diventando un vero e proprio incubatore di sviluppo sostenibile che coinvolge scuola, famiglia e territorio – ha precisato Minucci – con “Tulipano Art Friendly” si promuovono opportunità di benessere delle Persone, di valorizzazione della identità personale e di riscoperta dell’identità comunitaria. La nostra è una visione che si sposa perfettamente con gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030, in cui il parco archeologico di Pompei, liceo Pascal e Tulipano promuovono buone prassi di welfare di prossimità dove Archeologia Ambiente Paesaggio Territorio e Comunità diventano fonte di Salute della Persona, di Sviluppo Locale e di inclusione lavorativa dei giovani”.

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Filomena Zamboli, dirogente del liceo Pascal di Pompei

“Siamo estremamente felici dell’efficace collaborazione avviata con la cooperativa Il Tulipano e il parco archeologico di Pompei”, ha dichiarato Filomena Zamboli, dirigente del liceo Pascal. “Il “Manifesto della Bellezza” rappresenta la sintesi del percorso educativo che stiamo costruendo e che si basa sul concetto di benessere della persona attraverso la bellezza e la cultura. Un percorso inclusivo che ognuno può intraprendere secondo le proprie specificità e la propria vocazione. Nel nostro Liceo concepiamo la didattica pluridimensionale, una didattica, cioè, che non si ferma alle sole aule scolastiche. Grazie al Parco Archeologico e a Il Tulipano, stiamo sperimentando un nuovo tipo di didattica outdoor e inclusiva. Spostare parte dell’insegnamento nelle magnifiche aree verdi del Parco Archeologico da perfettamente il senso di un’osmosi educativa che mette la persona al centro. Davvero una didattica sostenibile – ha concluso la dirigente Zamboli -, che per gli studenti rappresenta anche un’avventura di crescita umana”.

 

Pompei. All’auditorium l’incontro con l’archeologo Gianluca Soricelli (università del Molise) su “Viabilità e organizzazione del territorio nella piana nocerina” promosso dall’associazione internazionale “Amici di Pompei”    

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Il prof. Gianluca Soricelli dell’università del Molise

Gli effetti delle eruzioni del Vesuvio sulla piana nocerina saranno affrontati dal professore Gianluca Soricelli nella conferenza “Viabilità e organizzazione del territorio nella piana nocerina” promossa dall’associazione internazionale Amici di Pompei ETS. Appuntamento venerdì 17 maggio 2024, alle 17, all’auditorium degli scavi di Pompei. Durante l’incontro l’archeologo Soricelli, professore associato di storia Romana dell’università del Molise, racconterà l’evoluzione, del territorio della piana nocerina, condizionata dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., e da quelle successive meno intense. L’evento vulcanico, come sottolinea il professore, rappresenta una evidente cesura nelle forme di occupazione territoriale del comprensorio vesuviano, che permette di riconoscere segni del sistema politico organizzativo antico fossilizzati nel paesaggio moderno. È possibile evidenziare le tracce delle divisioni agrarie che, riflesso delle vicende politiche e dei fenomeni naturali che in età antica hanno caratterizzato la storia delle comunità di questo territorio, hanno modellato le campagne e la viabilità promuovendo lo sviluppo dell’insediamento rurale.

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Miliario adrianeo conservato al museo Archeologico provinciale dell’Agro Nocerino a Nocera Inferiore (foto amici pompei)

“Il vantaggio che, diversamente da altri contesti geografici”, spiega il professore Gianluca Soricelli, “il territorio vesuviano offre a chi voglia studiare le forme di organizzazione di un paesaggio antico è legato al fatto che la coltre piroclastica cha ha seppellito le campagne del 79 d.C. ha permesso la conservazione fisica non solo degli insediamenti rustici ma anche della viabilità rurale e vicinale e dei campi lavorati garantendo la conservazione di un quadro puntuale della reale organizzazione parcellare di età romana, da utilizzare per valutare la coerenza delle ricostruzioni operate a partire dall’analisi del parcellare moderno. Il rapido ripristino di queste divisioni agrarie – conclude Soricelli – all’indomani dell’eruzione del 79 d.C. oltre a testimoniare la capacità di recupero di questo territorio e la resilienza della popolazione locale, mostra con quali mezzi e in che modo il potere centrale potesse intervenire per sanare i danni prodotti da catastrofi naturali”.

Pompei. All’auditorium la conferenza “Una tomba neapolitana e un tempio pompeiano: cronache dionisiache”, con il professore Carlo Rescigno (all’università della Campania “Luigi Vanvitelli”) promossa dall’associazione internazionale “Amici di Pompei” sulle relazioni tra il santuario dionisiaco di S. Abbondio di Pompei e il mondo ellenistico di Napoli  

xr:d:DAGCbP8-4Ig:59,j:2583239362297345836,t:24041519pompei_amici-di-pompei_logoC’è un filo rosso che lega Pompei e Napoli nel nome di Dioniso. Ne parla all’auditorium degli scavi di Pompei, venerdì 19 aprile 2024, alle 17, il professore Carlo Rescigno nella conferenza “Una tomba neapolitana e un tempio pompeiano: cronache dionisiache”, nuovo appuntamento promosso dall’associazione internazionale Amici di Pompei ETS. Al centro dell’incontro, gli studi del professore Rescigno, ordinario di Archeologia classica all’università della Campania “Luigi Vanvitelli” e coordinatore del corso di dottorato in Archeologia e Culture del Mediterraneo antico alla Scuola Superiore Meridionale di Napoli, che mettono in relazione il santuario dionisiaco di S. Abbondio di Pompei con il mondo ellenistico di Napoli, in particolare delle tombe a camera dell’epoca.

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Capitello in tufo dal santuario dionisiaco di S. Abbondio a Pompei (foto luigi spina)

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Carlo Rescigno (università della Campania)

“Fin dai tempi della sua scoperta”, scrive Rescigno, “il santuario dionisiaco di S. Abbondio, presso il limite urbano pompeiano, non ha mai smesso di far discutere gli studiosi. La divisione degli spazi, la funzione di essi e l’iconografia del frontone trovano interessanti paralleli in un mondo apparentemente diverso, l’insieme delle tombe a camera ellenistiche di Neapolis rimandando a specifiche ideologie funerarie. Partendo da dettagli decorativi, dal tempio e dalle domus pompeiane, ricostruendo possibili credenze funerarie e forme di organizzazioni sociali, nel corso della relazione si affronteranno aspetti del culto dionisiaco per un periodo che conosce un diretto intervento di Roma nelle forme di controllo di esse”.

Pompei. All’auditorium la conferenza “Nola: l’elaborazione dell’identità culturale e politica nel contatto col mondo greco tra età orientalizzante e classica” con l’archeologo Mario Cesarano della soprintendenza di Napoli, promossa dall’associazione internazionale “Amici di Pompei” sui risultati degli scavi delle necropoli nolane

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Grafica di una sepoltura dal territorio nolano con evidenziato il ricco corredo (foto amici di pompei)

Nola e i suoi scavi sono al centro dell’incontro che l’associazione internazionale “Amici di Pompei” ETS ha organizzato venerdì 22 marzo, alle 17, nell’Auditorium degli scavi di Pompei. Protagonista l’archeologo della soprintendenza di Napoli, Mario Cesarano, che propone la conferenza “Nola: l’elaborazione dell’identità culturale e politica nel contatto col mondo greco tra età orientalizzante e classica”. “A Nola – spiega Mario Cesarano – famosa fin dal Settecento per gli scavi di tombe che hanno restituito alcuni tra i più bei vasi greci conservati nei più importanti musei del mondo, gli scavi degli ultimi anni contribuiscono a narrare la storia di gruppi familiari che nel momento in cui per mare e per terra si incontrano e si scontrano Greci, Etruschi e indigeni, sono decisi a dichiarare la propria vicinanza alla politica della città greca di Atene, la più grande potenza del Mediterraneo del V secolo a.C., deponendo nelle loro sepolture una serie di richiami alla pratica dell’atletismo di tipo greco”. La conferenza metterà in luce come la differenziazione sociale della comunità di Nola tra la fine dell’VIII e il V secolo a.C. sia avvenuta ininterrottamente sulla base della formazione di gruppi culturali che si definiranno di volta in volta in rapporto al contatto più o meno intenso con alcune realtà allogene, soprattutto di matrice greca. Fonti privilegiate per la ricostruzione di questo scenario sono le sepolture, molte delle quali indagate negli ultimi anni: una serie di osservazioni spinge a ritenere che la composizione dei corredi funebri risponda alla necessità di delineare la fisionomia sociale e culturale del defunto e del suo gruppo di appartenenza in un contesto al limite tra il privato e il pubblico.

Pompei. All’auditorium la conferenza “Il sistema idraulico ipogeo del Foro Civile” con lo speleologo Graziano Ferrari e l’archeo-speleologo Daniele De Simone promosso dall’associazione internazionale “Amici di Pompei” sui risultati dell’associazione Cocceius 

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Particolare del sistema idraulico ipogeo dell’antica città di Pompei (foto associazione cocceius)

Sotto il Foro Civile di Pompei, via Marina e la cosiddetta Villa Imperiale si sviluppa un complesso sistema ipogeo di raccolta, conservazione e drenaggio delle acque piovane, risultato di diversi interventi, realizzato in antico e solo parzialmente indagato nel XX secolo per garantire un efficace smaltimento delle piogge al di fuori dell’area archeologico. Tale sistema, che alcuni anni fa ha mostrato limiti nella capacità di assorbimento delle acque meteoriche in caso di forti eventi temporaleschi, è stato oggetto nel 2018-2020 di un’attività di esplorazione attraverso tecniche speleologiche da parte dell’associazione Cocceius, grazie ad un accordo con il parco archeologico di Pompei: è stata perlustrata e studiata la zona sotterranea che si trova al di sotto del Foro Civile, di via Marina e della cosiddetta Villa Imperiale dell’antica città consentendo di aggiungere dati sulla gestione delle acque nel sottosuolo della città.

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Esplorazioni dell’associazione Cocceius nel sistema idraulico ipogeo del Foro Civile di Pompei (foto associazione cocceius)

pompei_auditorium_amici-di-pompei_conferenza-il-sistema-idraulico-ipogeo-del-foro-civile_locandinaVenerdì 23 febbraio 2024, alle 17, all’auditorium scavi del parco archeologico di Pompei, l’associazione internazionale “Amici di Pompei” ETS ospita la conferenza “Il sistema idraulico ipogeo del Foro Civile” con lo speleologo Graziano Ferrari, presidente dell’associazione Cocceius, e l’archeo-speleologo Daniele De Simone che proporranno i risultati delle indagini realizzate dagli speleologi dell’associazione Cocceius. L’indagine, oltre a dare informazioni sull’evoluzione del sito tra il II a.C. e il I d.C., ha fornito dati sulle caratteristiche strutturali dei condotti, sulle potenziali cause di degrado e di dissesto della struttura che funziona tutt’oggi per il drenaggio del Foro Civile. Tali dati, che sono significativi per la comprensione delle scelte costruttive dei progettisti antichi, costituiscono anche una base di conoscenza fondamentale per le azioni future di conservazione e tutela che il parco archeologico di Pompei potrà intraprendere.

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Esplorazioni dell’associazione Cocceius nel sistema idraulico ipogeo del Foro Civile di Pompei (foto associazione cocceius)

“I condotti oggetto della ricerca”, racconta Graziano Ferrari, “erano stati esplorati solo nell’anno 1900 dagli operai addetti agli scavi destinati al ripristino funzionale del sistema, per cui non ne era mai stato steso un rilievo. Gli scavi per il ripristino non furono completati mentre le recenti esplorazioni hanno così rivelato l’esistenza di un tratto di circa 15 metri di lunghezza in cui è ancora presente il riempimento originale ricco di materiale fittile. Si tratta di un cosiddetto record intatto che meriterebbe quindi una delicata operazione di scavo archeologico in ambiente confinato ipogeo. Tali informazioni forniscono dati utili alla comprensione dell’urbanistica delle domus soprastanti e dell’evoluzione nel tempo della gestione idrica del settore di Pompei compreso fra il Foro Civile e Porta Marina”.

Pompei. All’auditorium l’archeologa Grete Stefani e il professore Antonio Varone presentano “Nova Bibliotheca Pompeiana, Herculanensis, Stabiana Oplontinaque. Bibliografia analitica e repertorio enciclopedico sulle città vesuviane” (Arbor Sapientiae Editore), incontro promosso dall’associazione internazionale “Amici di Pompei” 

pompei_auditorium_amici-di-pompei_libro-nuova-bibliotheca-pompeiana_presentazione_locandinaVenerdì 26 gennaio 2024, alle 17, all’Auditorium degli Scavi di Pompei, Grete Stefani e Antonio Varone presentano l’opera in tre volumi di Laurentino Garcia y Garcia “Nova Bibliotheca Pompeiana, Herculanensis, Stabiana Oplontinaque. Bibliografia analitica e repertorio enciclopedico sulle città vesuviane” (Arbor Sapientiae Editore, 2023), organizzata dall’associazione internazionale Amici di Pompei ETS. L’archeologa Grete Stefani e il professore Antonio Varone discuteranno, insieme con l’autore, della più importante raccolta bibliografica dei testi, con circa 50mila voci indicizzate, sulle città sepolte dal Vesuvio nel 79 d.C. “Compilare una bibliografia”, scrive nella premessa Laurentino Garcia y Garcia, “è sempre un lavoro improbo, soprattutto se si considera che, anche quando l’opera sembra ultimata, nuove pubblicazioni, inerenti all’argomento stesso, fanno sorgere il desiderio immediato del loro inserimento, come tasselli di un gran mosaico. Quanto poi la bibliografia abbraccia un’area così vasta, come quella concernente le città sepolte del Vesuvio, il lavoro diventa interminabile e quasi proibitivo. Vorrei poter dire come Giuseppe Fiorelli in esso alla difficoltà del subbietto ha sopperito l’ardimento della esecuzione, alla pochezza dello ingegno la pertinace ed ostinata fatica”.

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I tre tomi dell’opera “Nova Bibliotheca Pompeiana, Herculanensis, Stabiana Oplontinaque. Bibliografia analitica e repertorio enciclopedico sulle città vesuviane” (Arbor Sapientiae Editore) di Laurentino Garcia y Garcia

“Nova Bibliotheca Pompeiana, Herculanensis, Stabiana Oplontinaque”, in tre tomi, è un lavoro enciclopedico che restituisce la visione complessiva di tutto ciò che è stato prodotto finora sull’ager Vesuvianus interessato dalla catastrofica eruzione del primo secolo: dalle fonti classiche a quelle medievali e rinascimentali, dalle prime relazioni degli scavi settecenteschi fino alle monografie, agli articoli, ai racconti pubblicati nel corso degli anni. Tra i temi sviluppati in anni recenti si ricordano: l’archeobotanica, le ricerche archeometriche e le nuove tecnologie applicate allo scavo archeologico, il mondo e il ruolo delle donne, gli aspetti dell’erotismo, la ricerca nel campo della pittura, del mosaico, gli studi degli aspetti economico-sociali della produzione e del commercio delle merci. L’indicizzazione di tutti i contributi di autori, storici, archeologi, giornalisti e studiosi ha permesso la costruzione di apparati tematici per una consultazione trasversale della bibliografia anche per argomenti. A rendere quest’opera unica è anche il fatto che l’autore Laurentino Garcia y Garcia abbia letto, schedato, brevemente commentato, collegato alle tematiche di consultazione, ogni testo inserito e citato nella bibliografia, agevolando in questo modo il lavoro di ricerca.

Pompei. All’auditorium l’incontro con l’archeologo Mario Notomista su “Il santuario di Venere a Ercolano e il fronte mare dell’antica città” promosso dall’associazione internazionale “Amici di Pompei”    

pompei_auditorium_amici-di-pompei_conferenza-il-tempio-di-venere_locandina“Il santuario di Venere a Ercolano e il fronte mare dell’antica città” è il tema proposto nel primo appuntamento del 2024 dall’associazione Internazionale Amici di Pompei ETS. Appuntamento venerdì 19 gennaio 2024, alle 17, all’auditorium del parco archeologico di Pompei, con l’archeologo Mario Notomista.  Qual è la storia del santuario collocato sul mare di Ercolano? Quando e come è stato scavato? Che tipologia di struttura e di percorso religioso e sociale rappresentava? Come si configura il culto di Venere nel primo secolo dopo Cristo e nei periodi precedenti? Venere Euploia o Ericina? Che relazione aveva questo culto con la vita della città, con il resto dei monumenti e con i suoi abitanti?  Risponderà a queste domande l’incontro con Mario Notomista, archeologo dell’Herculaneum Conservation Project, che dal 2015 si occupa di questo santuario. “Proverò a fare il punto sulla storia archeologica di questa area – spiega Mario Notomista – costruita sul mare di Ercolano antica, legata al culto di Venere, traendo riflessioni dal confronto con altri santuari siti sul mare e con le altre forme di culto della divinità attestate nel Mediterraneo. L’obiettivo è delineare la funzione specifica di questo santuario di Ercolano, sia rispetto ad altri edifici di culto di quel periodo, sia nel contesto della vita pubblica dell’antica città. Un modo per restituire un tassello importante per comprendere la vita dei cittadini dell’epoca”.

Giornata speciale per Pompei: alla Palestra Grande apre la mostra “L’altra Pompei. Vite comuni all’ombra del Vesuvio”, con 300 reperti che raccontano la storia degli “ultimi”. E all’Auditorium la conferenza “Civita Giuliana: dall’indagine della Procura alla mostra L’Altra Pompei”, con il direttore Zuchtriegel e il procuratore Fragliasso, ultimo incontro dell’anno dell’associazione internazionale “Amici di Pompei”

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Una suggestiva immagine della sezione Spiritualità e Morte della mostra “L’altra Pompei” nella Palestra Grande degli scavi (foto parco archeologico pompei)

Giornata speciale per Pompei quella di domani 15 dicembre 2023. Viene presentata ufficialmente e, dalle 14.30, sarà aperta al pubblico la mostra “L’altra Pompei. Vite comuni all’ombra del Vesuvio” alla Palestra Grande degli scavi, dove sarà visitabile per un anno, fino al 15 dicembre 2024. E alle 17, all’Auditorium, sempre degli scavi, appuntamento con l’ultima conferenza dell’anno promossa dall’associazione internazionale “Amici di Pompei”, dal tema strettamente connesso alla mostra: “Civita Giuliana: dall’indagine della Procura alla mostra l’Altra Pompei” con Gabriel Zuchtriegel, direttore generale del parco archeologico di Pompei, e Nunzio Fragliasso, procuratore della Repubblica di Torre Annunziata. Cui seguiranno gli auguri di fine anno da parte del presidente dell’associazione, Antonio Varone. L’ingresso alla conferenza è libero, ma se qualcuno – impossibilitato a partecipare – avesse piacere di seguirla, potrà guardare il video della conferenza che verrà pubblicato poi sul sito https://www.amicidipompei.com/.

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Locandina della mostra “L’altra Pompei. Vite comuni all’ombra del Vesuvio” alla Palestra grande degli scavi dal 15 dicembre 2023 al 15 dicembre 2024

LA MOSTRA. La vita quotidiana della popolazione comune, composta da schiavi, liberti, artigiani e lavoratori di varia categoria, quella Pompei spesso silenziosa nelle fonti antiche, è in primo piano nella mostra “L’altra Pompei. Vite comuni all’ombra del Vesuvio” in programma dal 15 dicembre 2023 alla Palestra grande degli scavi. Attraverso sette sezioni, circa trecento reperti e tre installazioni multimediali, il percorso espositivo consente di seguire idealmente il corso dell’esistenza di coloro che appartenevano a questa popolazione, dalla nascita fino alla morte indagandone le attività quotidiane, l’alimentazione, i rapporti personali, i costumi e gli svaghi, ma anche il rapporto con il mondo esterno e con la fede religiosa e l’aldilà. La mostra – sponsorizzata da American Express Italia – sarà inaugurata e presentata dal direttore del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel.

pompei_auditorium_amici-di-pompei_conferenza-da-civita-giuliana-alla-mostra_locandinaLA CONFERENZA. Per l’ultimo incontro dell’anno, l’associazione internazionale “Amici di Pompei ETS”, ospita la conferenza “Civita Giuliana: dall’indagine della Procura alla mostra L’Altra Pompei”. A raccontare delle ultime scoperte dell’area extraurbana dell’antica città saranno il direttore del parco archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel insieme al procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso. La campagna di scavo della villa di Civita Giuliana, sita in un’area a circa 700 metri a Nord-Ovest delle mura dell’antica città sotterrata dalla furia del Vesuvio del 79 d.C., nasce dalla sinergia, necessaria per fermare scavi clandestini e tutelare il patrimonio archeologico nazionale, tra il Parco Archeologico e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata.

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Coppe e stoviglie in ceramica trovate in situ in un ambiente dei quartieri servili del grande complesso di Civita Giuliana (Pompei) (foto parco archeologico di pompei)

Lo scavo, di particolare interesse, ha portato alla luce diverse meraviglie, tra cui non solo il ricco carro nuziale, ora esposto nell’Antiquarium di Boscoreale, ma anche letti, mobilia, e oggetti che raccontano le condizioni di vita dei più umili, come è emerso dalla stanza degli schiavi. Tali scoperte sono tra le protagoniste della mostra “L’Altra Pompei. Vite comuni all’ombra del Vesuvio” curata dal direttore Gabriel Zuchtriegel e dal funzionario archeologo Silvia Martina Bertesago, che ha come obiettivo dare voce alle storie degli ultimi dell’antica città. “Siamo molto contenti”, afferma il presidente Antonio Varone, “che nell’evento di dicembre dell’Associazione, in cui faremo anche gli auguri per il nuovo anno, abbiamo l’occasione di ospitare un incontro sulle ultime scoperte di Civita Giuliana. La possibilità di ascoltare direttamente dal direttore Zuchtriegel e dal procuratore Fragliasso la storia di questo scavo. proprio nello stesso giorno dell’inaugurazione della mostra L’altra Pompei, dà forza alla mission dell’associazione come strumento per la divulgazione della conoscenza dell’antica realtà pompeiana”.

“Un giorno a Pompei”: il racconto delle attività quotidiane del Parco, dall’apertura dei cancelli alla chiusura serale in un video di Silvia di Domenico, in anteprima all’auditorium degli Scavi aperto ai visitatori

Dall’apertura dei cancelli alla chiusura serale, il racconto in video di “Un giorno a Pompei” e delle attività quotidiane del Parco, numerosissime, che consentono al sito di essere fruito da milioni di visitatori ogni anno. Un resoconto dell’impegno corale delle tante e diverse professionalità che operano per la cura della città. Il video “Un giorno a Pompei” sarà presentato il 25 ottobre 2023, alle 11.30, all’auditorium degli Scavi di Pompei, alla presenza del direttore generale Gabriel Zuchtriegel, del presidente e amministratore delegato di Ales Mario De Simoni e del direttore Servizi operativi e tecnico specialistici Ales, Alessandra Faini. Evento aperto al pubblico dei visitatori del Parco. “Un giorno a Pompei” è il video realizzato dalla direzione generale Musei, con il supporto di Ales, che presenta il parco archeologico di Pompei in modo inedito, attraverso la narrazione di una giornata lavorativa dal punto di vista delle persone impegnate quotidianamente nel sito e la presentazione delle principali attività necessarie a garantirne e migliorarne la fruizione, contestualmente alla conservazione e allo studio e ricerca. Il video, per la regia di Silvia di Domenico e da un’idea di Alessandra Faini, ha una durata di 13 minuti. Le attività, riprese in singole scene e commentate da diversi referenti del Parco, offrono un’originale panoramica del Parco. L’obiettivo che si è voluto raggiungere è la rappresentazione dell’impegno corale ed incessante delle numerose e diverse professionalità che operano per la cura della città, quasi in corrispondenza simbolica con i numerosi visitatori che, nella maggioranza dei casi, lo attraversano inconsapevoli della portata di tale impegno. Gli elementi della “cura “e del “quotidiano” ricondotti alla complessità del sistema di riferimento – un’intera città riportata alla luce e riconsegnata alla storia – sono i punti di forza del racconto.