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Roma. Al museo nazionale Etrusco di Villa Giulia è il Barbabei Day: un’intera giornata a ingresso eccezionalmente gratuito con un ricco programma di iniziative dedicate al suo fomdatore Felice Barnabei nel giorno del centenario della sua morte

roma_villa-giulia_barnabei-day_locandinaSabato 29 ottobre 2022 è il Barnabei Day. Per un’intera giornata il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma sarà a ingresso eccezionalmente gratuito con un ricco programma di iniziative dedicate a Felice Barnabei nel giorno del centenario della sua morte. Sono infatti trascorsi 100 anni dalla scomparsa di Felice Barnabei. Non è solo il fondatore del museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, ma un pezzo di storia del nostro Paese, testimone e protagonista della piena affermazione dell’archeologia come disciplina storica, un pioniere del concetto di valorizzazione e uno dei più strenui propugnatori e difensori dei principi giuridici che ancora oggi tutelano il patrimonio culturale in Italia e sono diventati un modello a livello internazionale.

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Spettacolare veduta dall’alto di Villa Giulia a Roma, prestigiosa dimora rinascimentale sede del museo nazionale Etrusco (foto etru)

Sabato 29 ottobre, dalle 9 alle 23, il museo nazionale Etrusco di Villa Giulia, assieme agli enti promotori del Comitato organizzativo, dà avvio alle celebrazioni in suo onore con il BARNABEI Day, una giornata interamente gratuita con un programma culturale dedicato alla sua figura e alle sue imprese, a partire da quella in assoluto più complessa e ambiziosa: raccogliere in un’unica sede le antichità che venivano alla luce al di fuori delle mura della Capitale: dalla Provincia romana fino all’Umbria. Villa Giulia divenne così, nell’arco di pochi anni dalla sua fondazione nel 1889, la prestigiosa dimora rinascimentale preposta alla custodia e alla valorizzazione di un patrimonio archeologico immenso ed eccezionale, finalmente oggetto delle cure e dell’attenzione scientifica che un nuovo approccio all’archeologia richiedeva, grazie anche all’impegno profuso personalmente da Barnabei affinché la tutela del nostro patrimonio culturale e il principio del suo superiore interesse collettivo divenissero concetti concreti e universalmente condivisi.

roma_villa-giulia_barnabei-day_programma_locandinaIl BARNABEI Day sarà animato da un ricco programma di iniziative culturali come visite guidate e laboratori didattici, presentazioni, proiezioni, dibattiti e, per concludere, un’apertura serale straordinaria fino alle 23, tutto ad ingresso gratuito. Rendiamo omaggio al fondatore con un video-racconto dedicato alla sua memoria che sarà proiettato alle 9 in Sala Fortuna, con visite guidate tematiche (alle 11, 12, 20.30, 21.30) a cura delle archeologhe del Museo e l’intervento delle restauratrici che racconteranno le tecniche utilizzate durante il restauro del tempio di Alatri. Spazio ai bambini con il laboratorio didattico delle 16 “Etruschi in vetrina: allestiamo insieme una ETRUteca” per ricordare il ruolo di Barnabei nel recupero dei manufatti e nel primo allestimento del Museo.

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Il busto bronzeo di Barnabei restaurato grazie alle donazioni ricevute attraverso l’Art Bonus (foto etru)

Nel pomeriggio, dopo l’inaugurazione alle 16.30 del busto bronzeo di Barnabei restaurato grazie alle donazioni ricevute attraverso l’Art Bonus, alle 17 verrà presentato ufficialmente il comitato organizzativo delle celebrazioni promosso da Italia Nostra. Saranno presenti studiosi, familiari e i rappresentanti delle istituzioni che hanno un legame particolare con Barnabei e che a vario titolo hanno dato il proprio patrocinio all’iniziativa come l’associazione Bianchi Bandinelli, l’Accademia dei Lincei e il Comune di Castelli (Teramo) di cui era originario (si può seguire la tavola rotonda delle 17 in streaming a questo link https://youtu.be/1k40JC6s5JM). Sarà quindi una occasione per ricordare da diverse prospettive l’illustre festeggiato e per dare un’anteprima delle principali iniziative che nel corso dell’anno onoreranno la sua memoria e la sua opera. Il comitato vanta già il patrocinio e l’adesione, oltre ai soggetti menzionati, del ministero della Cultura, dell’Archivio di Stato di Teramo, dell’Istituto centrale per l’Archeologia – Direzione generale Archeologia Belle arti e paesaggio, dell’università di Teramo e dell’Istituto nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte – INASA. Alle 20, in occasione dell’apertura serale, oltre a visite guidate tematiche gratuite offerte dal personale del Museo, avrà luogo una proiezione straordinaria con dibattito del documentario “L’anello di Grace”, dedicato alla ricostruzione delle vicende legate al “trafugamento” della biga di Monteleone di Spoleto per la restituzione del quale Barnabei fu uno dei pochi a impegnarsi pubblicamente. Intervengono Giuliana Calcani, Maurizio Fiorilli, Fabio Isman, Valentino Nizzo, Dario Prosperini. Prenotazioni obbligatorie: laboratorio didattico (alle 16) all’indirizzo mn-etru.didattica@cultura.gov.it ; tavola rotonda (alle 17) e proiezione del documentario (alle 20) all’indirizzo mn-etru.comunicazione@cultura.gov.it.

“Non chiudete il museo archeologico di Ischia”: appello dell’associazione Bianchi Bandinelli per evitare lo sfratto da Villa Arbusto dei tesori dell’antica colonia greca di Pithecusae

Uno scorcio del parco di villa Arbusto a Lacco Ameno di Ischia, sede del museo archeoloigico

Uno scorcio del parco di villa Arbusto a Lacco Ameno di Ischia, sede del museo archeoloigico

La mappa dell'isola d'Ischia, l'antica Pithecusae

La mappa dell’isola d’Ischia, l’antica Pithecusae

La storia dell’isola di Ischia, dalla preistoria alla colonia greca di Pithecusae fino all’età romana, è racchiusa tra le mura dell’edificio principale del complesso di Villa Arbusto che ospita il museo archeologico di Ischia. E ora quel museo istituito 25 anni fa per esporre al pubblico i reperti che raccontano l’affascinante storia di Pithecusae, ritenuto il più antico insediamento fisso dei Greci che avevano raggiunto l’Italia Meridionale, rischia di chiudere. Un’ipotesi contro la quale scende in campo con un accorato appello l’associazione Bianchi Bandinelli: “Non chiudete il museo archeologico di Ischia a villa Arbusto”, edificio di fine Settecento ora di proprietà del Comune di Lacco Ameno, in difficoltà finanziaria come molti enti locali. Aperto circa 25 anni fa, il museo espone i tanti reperti che raccontano questa lunga storia, frutto degli scavi condotti sull’isola – in località San Montano, nel comune di Lacco Ameno – dalla fine degli anni ’40 del Novecento sotto la direzione di Giorgio Buchner, che ha studiato e pubblicato i contenuti di oltre settecento sepolture, deposte in fosse, di inumati e di incinerati, databili dalla metà dell’VIII a.C. all’età romana imperiale.

La cosiddetta "coppa di Nestore" conservata nel museo archeoloigco di villa Arbusto ad Ischia

La cosiddetta “coppa di Nestore” conservata nel museo archeoloigco di villa Arbusto ad Ischia

Il museo archeologico di Pithecusae rischia di chiudere

Il museo archeologico di Pithecusae rischia di chiudere

A Villa Arbusto sono conservati reperti dalla preistoria all'età romana

A Villa Arbusto sono conservati reperti dalla preistoria all’età romana

Tre le sezioni principali che espongono i reperti delle diverse epoche rinvenuti sull’isola: la Preistorica, con oggetti del neolitico, età del bronzo e del ferro composta perlopiù da materiali ceramici e litici. Il periodo greco, che raccoglie la corposa collezione dei reperti della colonia greca di Pithecusae. Così chiamarono Ischia gli Eubei che vi si insediarono nel VII sec. a.c.: per alcuni il nome significherebbe “l’isola delle scimmie” (i malefici Cercopi abitanti delle terre vulcaniche), per altri invece “l’isola dei vasi”. Una sezione è dedicata agli oggetti che testimoniano le prolifiche attività commerciali di Pithecusae con Oriente, Grecia, Spagna, Puglia e Sardegna. Un’altra alla raccolta di corredi funerari provenienti dalla necropoli di San Montano, di cui fanno parte i più importanti i vasi pitecusani, come la famosa “tazza da Rodi” sulla quale è inciso, in alfabeto euboico, un epigramma che allude alla celebre “coppa di Nestore” descritta nell’Iliade: versi, con cadenza epica, contemporanei alle più antiche parti dell’Iliade, nei quali si decanta il piacere di bere vino in una coppa perfetta come quella usata da Nestore. Si tratta della più antica iscrizione in lingua greca ritrovata in Italia, e fa il paio con una seconda che ci restituisce la firma di un decoratore di vasi in attività nella stessa Pithecusa. Infine, c’è il periodo romano, di cui fanno parte i rilievi votivi in marmo dal santuario delle Ninfe, in località Nitrodi (Barano), e dei lingotti in piombo e stagno della fonderia sommersa di Carta Romana. Buona parte di questo patrimonio archeologico di inestimabile valore ha ritrovato la luce grazie agli scavi effettuati da Buchner a partire dal 1952. Ora però il comune, in difficoltà finanziaria, avrebbe deciso di vendere Villa Arbusto, e il museo rischia lo sfratto. Da qui l’appello dell’associazione – sottoscritto già da decine di intellettuali, professori universitari ed esperti tra cui l’ex soprintendente di Pompei Pietro Guzzo – che chiede la ministero di beni culturali e turismo di vigilare sulla vicenda.